Atto primo

 

Scena prima

Luogo magnifico destinato a festa nuziale.
Coro di Cappellii, Giulietta, Matilde, poi Coro di Montecchii, e Romeo con Gilberto; in fine Everardo, con Teobaldo.

Immagine d'epoca ()

Bozzetti

 Q 

Cappelii, Giulietta, Matilde

 
Danza di Cappellii.
 

CORO
Cappellii

Vieni o gentil donzella,  

godi de' plausi il suono:

tutto per te s'abbella,

per te riceve onor.

 

GIULIETTA

A tanto affetto o cari

grato il mio cor si chiama:

eguale è in me la brama

di palesarvi amor.

 

CORO
Cappellii

Per farti appien felice

scende festoso imene,

e amabili catene

t'appresta un dolce ardor.

 
Mentre si schierano da una parte i Cappellii, sortono dall'altra i Montecchii con Romeo, e Gilberto.

<- Montecchii, Romeo, Gilberto

 

UNO DE' MONTECCHII
(a Romeo)

Ferma incauto, ove t'inoltri?  

Ah paventa: il piede arresta.

ROMEO

Qual follia! Chi vieta il passo?

UNO DE' MONTECCHII

Del nemico festa è questa.

ROMEO

Pura ho l'alma, ho il cor sincero,

né conosco un vil timor.

 
(in semicircolo cadauna fazione dalla sua parte)
 

ROMEO

Che vago sembiante!    

Che luci vezzose!

Qual provo all'istante

soave stupor!

Un tenero moto

mi nasce nel petto;

un dolce diletto

mi sento nel cor.

S

Sfondo schermo () ()

 

GIULIETTA

(Qual oggetto eterni dèi!)  

ROMEO

(Ah mi volge i suoi bei lumi!)

MATILDE
(a Giulietta)

Or che pensi?

GIULIETTA

No 'l saprei.

GILBERTO
(a Romeo)

Che t'arresta?

ROMEO

Un dolce incanto.

GIULIETTA

(Io lo miro, e un foco intanto

mi serpeggia intorno al cor.)

Insieme

ROMEO

(Io la miro, e un foco intanto

mi serpeggia intorno al cor.)

 

CORO
Cappellii

(Qual sorpresa in lei si desta!)

CORO
Montecchii

(Perché stupido si tace.)

GIULIETTA

(Un nemico m'incatena!)

CORI

Smania, freme, duolsi, e geme.

ROMEO

(Chi m'è avversa oh cieli adoro!)

GIULIETTA

(Ah d'amor per lui già moro:

perde oh dio la calma il cor.)

Insieme

ROMEO

(Ah d'amor per lei già moro:

perde oh dio la calma il cor.)

 

CORO

Rende incerto il mio pensiere

la sorpresa e lo stupor.

 
Un suono di trombe, e timpalli annunciano l'arrivo di Everardo con Teobaldo.

<- Everardo, Teobaldo

 

EVERARDO

Figlia fuor dell'usato oh come splende  

questo al tuo nascer sacro, e alle tue nozze

felicissimo dì! Come la pompa

spiega i trionfi tuoi! Come la gioia

brilla in fronte a ciascun! Mira Teobaldo,

che più d'altri n'esulta: egli sospira

il fortunato istante,

che in pegno avrà la tua bell'alma amante.

ROMEO

(Oh dio che intendo mai!)

GIULIETTA

Padre i tuoi cenni

son leggi all'alma mia.

EVERARDO

Su dunque unite

coi cor le destre, e i voti miei compite.

TEOBALDO

O gioia estrema!

ROMEO

(Oh pena ria!)

GIULIETTA

Qual gelo

mi stringe il cor!

EVERARDO

Tu impallidisci? Oh quanto

più bella agli occhi suoi

ti rende quel pallor! Ti rassicura,

gioie t'appresta amore, e bei contenti.

ROMEO

(E a me l'empio destino aspri tormenti.)

EVERARDO

Fa' cor, t'appressa.

TEOBALDO

Amata sposa, ah vieni;

rendimi omai felice.

GIULIETTA

(Che mai risolverò?)

EVERARDO

Figlia rispondi.

GIULIETTA

Aita o ciel!

TEOBALDO

Ti turbi?

EVERARDO

Ti confondi?

 

GIULIETTA

Smarrita... sconsigliata...  

a voi spiegar vorrei...

ma il cor... gli affetti miei...

ah che non so parlar.

 

EVERARDO

Che intendo!  

TEOBALDO

Ciel tiranno!

EVERARDO

Ditemi voi l'affanno.

(verso i coristi, e scopre Romeo)

(Romeo!)

ROMEO

(Scoperto io sono.)

GIULIETTA

Padre.

EVERARDO

Ubbidisci omai.

GIULIETTA

Chiedo un istante in dono.

EVERARDO

Parti: compresi assai.

GIULIETTA

Quel suo severo ciglio

l'alma mi fa gelar.

Insieme

EVERARDO

O mio furor consiglio;

non so che deggio far.

GIULIETTA

Deh pietà d'un'alma amante

tu che il sen m'accendi amor.

Insieme

EVERARDO

Il sospetto in tale istante

mi tormenta, e strazia il cor.

 
(partono tutti da opposte parti, fuorché i seguenti)

Romeo, Cappelii, Giulietta, Matilde ->

 

Scena seconda

Everardo, Teobaldo, e Gilberto.

 

EVERARDO

Che deggio dubitar della mia figlia!  

Quel turbamento, i tronchi detti, i voti

differiti, e sospesi

pensar mi fan.

TEOBALDO

Per qual cagion, signore,

la figlia tua, la sposa mia sul punto

di fé giurarmi si confonde, e parte?

E mi lascia così?

EVERARDO

Ah non vorrei...

Gilberto amico, io d'amistà ti chiedo

prova maggior, ch'altra mai fosse.

GILBERTO

Parla.

EVERARDO

Teco Romeo di tai nozze alla pompa

vidi testé; qual mai

ragion lo trasse?

GILBERTO

Della festa il grido,

il giubilo comune,

pubblico il luogo, e forse

ve lo condusse ancor desio di pace.

EVERARDO

Un impossibil spera.

GILBERTO

Gli odi eterni saran?

EVERARDO

Sì, tra Cappellii,

e Montecchii... un sospetto

mi tormenta...

GILBERTO

E che mai?

EVERARDO

Nella mia figlia

fissò i lumi sovente: ella confusa

era contro l'usato.

Se giungessi a scoprir... estremo allora

il mio furor sarebbe.

GILBERTO

(Riserbarsi conviene ad altro istante.)

Ei ti rispetta; essa t'è figlia amante:

che pensi mai? che temi?

EVERARDO

Tutto devo temer. Vo della figlia

ad esplorare i sensi:

se sian falsi, o fondati i dubbi miei

intender lo saprò meglio da lei.

(parte)

Everardo ->

 

Scena terza

Gilberto, e Teobaldo.

 

TEOBALDO

Vedi quanto infelice  

io vado a divenir, quando credea

di posseder quel bene,

che cotanto bramai!

GILBERTO

Della tua sorte

non hai ragion di disperar finora.

Al comando del padre

non ricusò Giulietta

di sommessa ubbidir. Chi sa qual sia

la cagion, che destò nel sen di lei

quel tumulto improvviso!

TEOBALDO

Intanto, oh dèi!

mille sospetti ho in sen, e il padre anco

accrebbe in me il timor.

GILBERTO

Soglion gli amanti

sempre temer così; ma in un momento

fuggono i dubbi, e torna ognun contento.

 

Veduto avrai talora  

la nube opposta al sole,

come nell'aria suole

in un balen sparir.

Alla tua sposa accanto

ogni sospetto, ogni ombra,

ch'or la tua mente ingombra,

così vedrai svanir.

(parte)

Gilberto ->

 

TEOBALDO

Non ho calma però, se quest'arcano  

non giungo a disvelar. Facile è troppo

ingannato restar quel che si fida:

all'erta, o dubbi miei, siatemi guida.

(parte)

Teobaldo ->

 
 

Scena quarta

Gabinetto.
Giulietta, e Matilde.

Bozzetti

 Q 

Giulietta, Matilde

 

GIULIETTA

Ed è vero, o vaneggio? Io del mio core  

perdei la pace, un mio nemico adoro?

Vieni, mia fida, ah vieni;

sfogo esige il mio cor.

MATILDE

Che mai t'invola

il sereno dell'alma?

GIULIETTA

Un fato avverso,

che a penar mi condanna.

MATILDE

Oggetto dunque

è Teobaldo per te...

GIULIETTA

D'odio.

MATILDE

Ma pensa...

 

Scena quinta

Gilberto, e dette.

<- Gilberto

 

GILBERTO

Permetti, che l'amico...  

GIULIETTA

Oh quanto, oh quanto

sospirato ne vieni!

GILBERTO

Io mai ti vidi

agitata così. Sembra, che in vece

di delizia, e contento

t'appressi l'imeneo...

GIULIETTA

Doglia e tormento.

GILBERTO

E perché mai? Ragiona: a lunga prova

tu conosci il mio cor.

GIULIETTA

Oh dio!

GILBERTO

Ti spiega.

Son caro al padre tuo: posso...

GIULIETTA

Non puoi

farmi men sventurata.

GILBERTO

Eppur mi nasce

speme di consolarti.

GIULIETTA

Indarno il speri.

GILBERTO

Lascia almen ch'io lo tenti.

GIULIETTA

Oh vane cure

di fedele amistà!

GILBERTO

Solo ti chiedo

d'aver compagno all'opra

un mio fido.

GIULIETTA

Un tuo fido... E chi fia mai?

GILBERTO

Lo concedi?

GIULIETTA

Il consento.

GILBERTO

Or lo vedrai.

(parte)

Gilberto ->

 

Scena sesta

Giulietta, e Matilde.

 

GIULIETTA

Chi sarà giusti dèi! Qual mi combatte  

fier tumulto d'affetti!

MATILDE

Spera: il cuor di Gilberto

saprà torglierti omai l'empio martirio.

GIULIETTA

(osservando dentro la scena)

Ah Matilde!

MATILDE

Che avvenne?

GIULIETTA

Oh dèi!

MATILDE

Che miro!

 

Scena settima

Romeo sotto l'insegna de' Cappellii, Gilberto, e dette.

<- Romeo, Gilberto

 

ROMEO

Lascia che un cor tremante...  

GIULIETTA

Ah Matilde!... Ah Gilberto!...

ROMEO

Ella mi fugge.

GILBERTO

Non disperar.

GIULIETTA

Ma qui che vuoi? che tenti?

Tu Romeo!... tu Montecchio!... il padre mio...

l'odio che tra noi regna!... in questo giorno,

che altrui sposa esser deggio!... Ah se ti scopre...

Ah se ti vede...

ROMEO

Non temer: io venni

per la segreta via, ove lasciai

scorta di fidi miei: l'ora, le vesti

mi rendono sicuro.

GIULIETTA
(a Gilberto con rimprovero)

E tu?...

GILBERTO

Sopita

fra Cappellii, e Montecchii

brami la nemistà?

GIULIETTA

Tu stesso il sai.

GILBERTO

Ebben, la somma impresa

or dipende da te.

ROMEO

(Tremo!)

GIULIETTA

Tu il mezzo

additami.

GILBERTO

Di te lo sposo sia

Romeo.

GIULIETTA

Stelle! Che intendo!

(s'abbandona sopra Matilde)

ROMEO

Ella m'odia. Oh destin!

GIULIETTA

Ingiusto! E come

puoi tu crederti odioso agli occhi miei?

ROMEO

Deh concedi ch'io possa a' piedi tuoi

dirti solo una volta idolo mio,

mia speranza, mia vita;

e poi, qualunque sia,

sarà dolce per me la sorte mia.

GIULIETTA

Numi!... Sorgi... Deliro...

Qual improvviso palpito!... Sostienmi

dolce amica.

MATILDE

Fa' cor.

GILBERTO

Pensa, che puoi

gran cose oprar; che la città sospira

questa pace sì bella. Opra de' numi

fu il vostro amor.

GIULIETTA

E come in me l'affetto

per lui scoprir tu puoi?

ROMEO

Non parlano abbastanza i lumi tuoi?

GIULIETTA

Ma il genitor...

GILBERTO

Non sai,

che tutto in me confida? Ei stesso un giorno

grato sarammi: io di Romeo le brame,

io fomentai; palese il grande evento

io farò al padre. L'amistà, la pace

d'un segreto imeneo frutti saranno.

MATILDE

Risolvi omai.

GILBERTO

Ti piega.

GIULIETTA

Oh dèi che affanno!

ROMEO

Deh per pietà rimira

un infelice amante:

vedilo palpitante

in forse di sua vita,

che dal tuo labbro il suo destino attende.

GIULIETTA

In cimento sì rio chi mi difende?

ROMEO

Io stesso, io stesso.

GIULIETTA

Tu?

ROMEO

Sì mio tesoro.

GIULIETTA

Che risolvo?

GILBERTO

A che stai?

MATILDE

Perché t'arresti?

GIULIETTA

Numi...

ROMEO

Ti voglion mia: sei mia.

GIULIETTA

Vincesti.

 

ROMEO

Alma dell'alma mia;  

mio solo nume amato;

a te mi unisce il fato,

né so che più bramar.

Oh quanti affetti, oh quanti

mi fanno giubilar!

Gioia, delizia, calma...

ah che non sa quest'alma

i moti suoi spiegar!

(parte)

Romeo ->

 

GIULIETTA

Che m'avvenne? Ove son?  

GILBERTO

Ti rasserena:

fingi col genitor, e a me la cura

lascia dell'avvenir; vivi sicura.

(parte)

Gilberto ->

 

Scena ottava

Giulietta, Matilde, poi Everardo.

 

GIULIETTA

Deh quale io sento di contrari affetti  

agitazion nel sen! Dover di figlia,

brame d'amante cor, speme di pace

mi straziano a vicenda.

MATILDE

Ah ricomponi

l'agitato tuo spirito, or che se n' viene

il padre tuo.

 

<- Everardo

EVERARDO

Parti Matilde.  

GIULIETTA

(Oh dio!)

EVERARDO

Con Giulietta restar solo vogl'io.

 

MATILDE

Parto: ma nel partire  

lascio in sen del genitore

la dolente afflitta figlia.

Trovi in te d'un padre il core:

senta sol che ti consiglia

con l'amore la pietà.

(parte)

Matilde ->

 

Scena nona

Everardo, e Giulietta.

 

GIULIETTA

(Io tremo ahimè!)  

EVERARDO

Dimmi: perché sospese

le tue nozze bramasti?

GIULIETTA

Un improvviso

fiero dolor...

EVERARDO

Qual duolo

ti può l'alma ingombrar?

GIULIETTA

Padre...

EVERARDO

Mi brami

padre?

GIULIETTA

Chiederlo puoi?

EVERARDO

Dunque le nozze

seguan fra pochi istanti.

GIULIETTA

Oh ciel!

EVERARDO

Ricusi?

Dubiti ancor? E qual follia t'assale?

E che deggio pensar? Odi: ti leggo

nel profondo del cor. Pronta ubbidisci,

o più padre non son.

GIULIETTA

Ah per pietade

d'una misera figlia

ti commova il dolor, che la divora...

(Non so che dir.)

EVERARDO

Né ti risolvi ancora?

 

GIULIETTA

Adora i cenni tuoi  

questo mio cor fedele:

sposa sarò se vuoi,

non dubitar di me.

Ma un sguardo sereno

ti chiedo d'amor;

pietoso nel seno

deh calma il furor.

(parte)

Giulietta ->

 

Scena decima

Everardo solo.

 

 

Più dubitar mi fan questi suoi detti.  

O miei fieri sospetti

voi mi turbate il cor. L'empio nemico

sedur potria la figlia

con esecrando amor?... Ah che mi sento

all'idea d'un oltraggio

tutto avvampare il core,

e la voce odo sol del mio furore.

 

Là dai regni dell'ombre, e di morte  

a me intorno t'aggiri o vendetta;

e mi additi qual barbara sorte

si conviene ad un perfido cor.

Cada pur... Ma che sento? qual voce

a un'insana pietà mi consiglia?

non t'ascolto: è il mio cor più feroce:

pera estinto quel reo traditor.

(parte)

Everardo ->

 
 

Scena undicesima

Cortili del palazzo Cappellio.
Teobaldo col Coro de' Cappellii, e Combattenti della sua fazione.

Bozzetti

 Q 

Teobaldo, Cappellii, combattenti

 

TEOBALDO

Miei fidi un rio sospetto  

m'agita il cor. Temo che occulto ardito

qui s'aggiri Romeo: di lui cercate

per ogni parte, e allora

che da voi si ritrovi, alto furore

piombi sopra l'audace, e traditore.

 
(i combattenti partono)

combattenti ->

 

 

Le stigie furie  

le fiere eumenidi

sommo v'apprestino

alto furor.

 

CORO
Cappellii

Da fiero fulmine

percosso, esanime

cadrà tua vittima

quel traditor.

 
(strepito d'armi)

TEOBALDO

Stelle! Che fia, che sento!  

Non fu vano il sospetto: ecco il cimento.

(cava la spada)

 

Scena dodicesima

I suddetti, e Romeo co' suoi Montecchii, ch'esce combattendo contro i Cappellii.

<- Romeo, Montecchii

 

ROMEO

Indegni!...  

(Teobaldo si frappone, e le due fazioni si mettono da ambe le parti in spalliera)

TEOBALDO

Olà fermate. Qual desire

ti guida in questi alberghi?

ROMEO

Pace, amistà.

TEOBALDO

O piuttosto

qualche trama...

ROMEO

Tu menti. L'alma mia

no, non conosce inganni;

a voi tutti li lascia o cor tiranni.

TEOBALDO

E ardisci insultarmi?

ROMEO

Io non ti temo.

TEOBALDO

Nessun si mova: io sol di tanto orgoglio,

io punirlo saprò.

ROMEO

Di spaventarmi

credi; ma assai t'inganni: all'armi.

TEOBALDO

All'armi.

(si battono, Romeo disarma Teobaldo)

ROMEO

Sei vinto.

TEOBALDO

Oh ingiusta sorte.

ROMEO

Io di tua vita

l'arbitro son: di trapassarti il core

sarebbe il mio poter; ma vil non sono.

Rimani pur sicuro: io ti perdono.

TEOBALDO

Perdono a me! A me perdon! Ti vanti

perché brando non ho, che se l'avessi...

ROMEO

E che faresti ingrato?

TEOBALDO

Un audace tacer forse farei.

ROMEO

No, ad arrossir di nuovo io ti vedrei.

Modera l'ire tue; comprendi omai

ch'io non ti temo,

che pentir ti può far nuovo cimento

e che le minacce io non pavento.

 

Prendi, l'acciar ti rendo,  

calma il furor nel seno;

ma ti rammenta almeno

il vincitor qual è.

(Oh ciel! Se non poss'io

seguir l'amato bene

affetti del cor mio

seguitelo per me.)

Nel rammentar ch'io sono

chi ti diè vita in dono

avrai rossor di te.

(parte col suo séguito)

Romeo, Montecchii ->

 

Scena tredicesima

Teobaldo solo.

 

 

O strano avvenimento! Io dunque vinto,  

avvilito sarò! Tutto a mio danno

congiurerà? Pietà nel mio rivale,

infedeltà in Giulietta!...

Oh pietà, che m'irrita! Oh cor fallace!

Vendetta sol desio.

Teobaldo di viltà non è capace.

(parte con tutti i Cappellii per raggiungere Romeo)

Teobaldo, Cappellii ->

 
 

Scena quattordicesima

Recinto appartato, con basse volte, in un'estremità del palazzo de' Cappellii. Porta segreta che mette alla strada.
Romeo coi seguaci, indi Teobaldo pure con Séguito.

Bozzetti

 Q 

Romeo, Montecchii

 

ROMEO

Da queste infauste soglie  

fidi sortiamo ormai;

fra il dovere, e l'affetto

quanto dubbioso in sen palpita il core!

Oh sventurato amore!

Oh barbaro dover! Barbare pene!

E così abbandonar potrò il mio bene?

(in atto di sortire con dubbi passi)

 

<- Teobaldo, Cappellii

TEOBALDO

Romeo.  

ROMEO

Che vuoi?

TEOBALDO

Vo' che dell'odio mio,

vo' che del mio furore

provi ancora il potere.

ROMEO

Che dici? Ad esser saggio

io ti consiglio, e ad ammirar il core

d'un vincitor.

TEOBALDO

Vani pretesti: temi,

ed un vil ti palesi.

ROMEO

Io vile? Indegno!

Osi ancor cimentarmi?

Ebben morte t'attendi: all'armi.

TEOBALDO

All'armi.

 
(si battono. e Romeo ferisce mortalmente Teobaldo, che viene sostenuto dai suoi)

CORO

Oh dio! Qual tristo evento!  

TEOBALDO

Vendetta... Oh ciel... io moro.

CORO

Ai fulmini, al cimento

all'armi, ed al furor.

 
(segue combattimento: Teobaldo viene portato altrove. Romeo si disperde)

Teobaldo, Cappellii ->

 

Scena quindicesima

I suddetti, Gilberto, poi Everardo, Giulietta con Matilde.

<- Gilberto

 

GILBERTO

Fermate: cessate,  

e qual furor reo

la pugna destò?

CORO
Cappellii

Vogliamo vendetta

ché il fiero Romeo

Teobaldo svenò.

CORO
Montecchii

Facciamo difesa,

se il forte Romeo

Teobaldo svenò.

ROMEO

Un aggressor ingiusto

tentai salvare invano:

se cadde per mia mano

la colpa solo egli ha.

GILBERTO

Oh caso, in cui di pace,

speme a svanir se n' va.

 

<- Giulietta, Matilde

GIULIETTA

Oh dèi qual tristo evento

persegue me infelice!

La sorte a me predice

nuove sciagure ancor.

 

<- Everardo

EVERARDO

Fermate olà fermate.

GIULIETTA

Padre.

GILBERTO

Signor.

EVERARDO

Che fia?

GIULIETTA E GILBERTO

Tant'è la pena mia

che favellar non so.

CORO

Or sappi, che quel perfido

l'amico tuo svenò!

EVERARDO

E tanto osasti indegno?

Svenar chi scelsi in figlio?

Trema del tuo periglio,

trema del mio furor.

GIULIETTA E ROMEO

Cielo clemente, e grande,

tu che mi doni amore,

modera il tuo rigore,

abbi di me pietà.

EVERARDO

L'ira che il sen m'accende

straziando il cor mi va.

GILBERTO
(ai Cappellii)

No ancor sì fiero sdegno

in voi si placherà?

CORO

No.

TUTTI

Quanti sul cor mi piombano

oggetti di spavento!

Larve tremende orribili

mi fanno palpitar.

E fino a quando, o dèi

dovremo paventar.

CORO

L'ira de' numi, o rei,

avete a paventar.

GIULIETTA

Padre, quel tuo furore...

EVERARDO

Mi lascia, o figlia ingrata.

ROMEO

Modera il tuo rigore.

EVERARDO

No, non avrai perdono.

Respiro sol vendetta,

per te non v'è pietà!

 

CORO GENERALE

Quanti sul cor mi piombano

oggetti di spavento!

Larve tremende orribili

mi fanno palpitar.

E fino a quando, o dèi

dovremo paventar.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Luogo magnifico destinato a festa nuziale.

Cappelii, Giulietta, Matilde
 

(danza di Cappellii)

Coro di Cappellii, Giulietta
Vieni o gentil donzella
Cappelii, Giulietta, Matilde
<- Montecchii, Romeo, Gilberto
Uno de' Montecchii e Romeo
Ferma incauto, ove t'inoltri?

(suono di trombe, e di timpani)

Cappelii, Giulietta, Matilde, Montecchii, Romeo, Gilberto
<- Everardo, Teobaldo

Figlia, fuor dell'usato oh come splende

Montecchii, Gilberto, Everardo, Teobaldo
Romeo, Cappelii, Giulietta, Matilde ->

Che deggio dubitar della mia figlia!

Montecchii, Gilberto, Teobaldo
Everardo ->

Vedi quanto infelice

Montecchii, Teobaldo
Gilberto ->

Non ho calma però, se quest'arcano

Montecchii
Teobaldo ->

Gabinetto.

Giulietta, Matilde
 

Ed è vero, o vaneggio? Io del mio core

Giulietta, Matilde
<- Gilberto

Permetti, che l'amico

Giulietta, Matilde
Gilberto ->

Chi sarà giusti dèi!

Giulietta, Matilde
<- Romeo, Gilberto

Lascia che un cor tremante

Giulietta, Matilde, Gilberto
Romeo ->

Che m'avvenne? Ove son?

Giulietta, Matilde
Gilberto ->

Deh quale io sento di contrari affetti

Giulietta, Matilde
<- Everardo

Parti Matilde

Giulietta, Everardo
Matilde ->

Io tremo ahimè!

Everardo
Giulietta ->

Più dubitar mi fan questi suoi detti

Everardo ->

Cortili del palazzo Cappellio.

Teobaldo, Cappellii, combattenti
 

Miei fidi un rio sospetto

Teobaldo, Cappellii
combattenti ->
Teobaldo e Cappellii
Le stigie furie

(strepito d'armi)

Stelle! Che fia, che sento!

Teobaldo, Cappellii
<- Romeo, Montecchii

(Romeo co' suoi Montecchii escono combattendo contro i Cappellii)

Indegni! / Olà fermate

(Romeo e Teobaldo si battono, Romeo disarma Teobaldo)

Teobaldo, Cappellii
Romeo, Montecchii ->

O strano avvenimento!

Teobaldo, Cappellii ->

Recinto appartato del palazzo de' Cappellii.

Romeo, Montecchii
 

Da queste infauste soglie

Romeo, Montecchii
<- Teobaldo, Cappellii

Romeo / Che vuoi?

(Romeo ferisce mortalmente Teobaldo)

(segue combattimento)

Romeo, Montecchii
Teobaldo, Cappellii ->
Romeo, Montecchii
<- Gilberto
Romeo, Montecchii, Gilberto
<- Giulietta, Matilde
 
Romeo, Montecchii, Gilberto, Giulietta, Matilde
<- Everardo
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima
Luogo magnifico destinato a festa nuziale. Gabinetto. Cortili del palazzo Cappellio. Recinto appartato del palazzo de' Cappellii. Luogo remoto della città. Giardino; notte con luna che illumina. Gabinetto, come nell'atto primo, illuminato da candele sopra di un tavolo. Luogo funebre con lampade accese, ove stanno le tombe de' Cappellii.
Atto secondo Atto terzo

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