Scena bipartita. Da una parte fuga di padiglioni cristiani, dall'altra fortificazione esteriore difesa da un ammasso di saraceni sopra della quale vedesi Argante, e Clorinda con un cannocchiale nella destra, che guardano nell'esercito nemico. In lontano le mura di Gierusalemme.
Finimento di selva sull'annottarsi che termina in un prato fiorito con il castello d'Armida.
Arideno / Signor / Nemmen qui s'ode
(suona il corrier tre volte la tromba, e si vede calare un gran ponte dal castello)
(all'improvviso illuminatosi tutto il castello, e comparso il cielo stellato, si vede Rambaldo, che discende dal ponte, assistito da Armida che sovra il castello si mantiene invisibile)
O tu qualunque sei, ch'ora qui giungi
(duello fra Tancredi e Rambaldo)
(spariscono i lumi)
(Tancredi e Arideno si trovano imprigionati)
Camera d'Armida con trasparenti, e volo d'otto amorini, che formando un padiglione per aria chiudono il prospetto della medesima.
(squarciato il padiglione dagli amorini che spariscono a volo, si scopre Rinaldo)
Verrà fra poco il prigioniero intanto
(Tancredi, e Arideno sono incatenati)
Colline nevicate sul far del giorno con padiglioni illuminati sopra di esse.
(Argante è a cavallo; Clorinda in abito di araldo)
(Argante che s'avanza a cavallo fino in mezzo l'esercito cristiano)
(duello alla vista dell'esercito nel qual tempo esce un vapore sotterraneo in guisa di nuvola, che si tramuta in Clorinda, quale s'arresta ad Oradino Sagittario, e fa, ch'egli scagli uno strale a Raimondo)
(fierissimo combattimento)