Atto secondo

 

Scena prima

Giardini reali.
Adelina. Quindi Metilde col figlio. Infine Rustano.

 Q 

Adelina

 

ADELINA

T'inoltra. Non temer.  

 

<- Metilde, Ermanno

METILDE

Ma il padre?...

ADELINA

Impose

che Gianni a lui si guidi,

che a lui si porti la bandiera.

 

<- Rustano

RUSTANO

(per uscire)

E dove?

METILDE

Che palpito!

ADELINA

Mi segui in quel tempietto.

METILDE

Ahi! Quale istante! Io tremo!

(entrano in un tempietto che v'è in fondo)

Adelina, Metilde, Ermanno ->

 

Scena seconda

Adelina e Rustano.

 

RUSTANO

Oh! Oh! Cospetto!  

Qualche imbroglio qui v'ha. ~ Veder vorrei...

la principessa.

(s'accosta al tempietto)

 

<- Adelina

ADELINA

(uscendo)

Che!

RUSTANO

M'inchino a lei.

(L'ho fatta!)

ADELINA

Che cercate?

RUSTANO

Nulla.

ADELINA

Chi siete voi?

RUSTANO

Rustano.

ADELINA

Quello!

Vi conosco.

RUSTANO

Ne godo.

ADELINA

Il confidente

di Metilde e di Gianni.

RUSTANO

Veramente.

ADELINA

Un incognito.

RUSTANO

Certo.

ADELINA

Ma si dice

qualche cosa di voi. (Vo' saper tutto.)

RUSTANO

Di me che dir si può?

ADELINA

Che avete dell'equivoco.

RUSTANO

Eh! Lo so.

 

ADELINA

Siete un uomo singolare.  

RUSTANO

Così dicono gli amici.

ADELINA

Gusto avete a indovinare...

RUSTANO

Sono idee, sono giudìci.

ADELINA

Ma si crede...

RUSTANO

Ebben?

ADELINA

Ch'abbiate

qualche intrigo cogli spiriti,

che parliate co' le fate...

Tutto, tutto, già si sa.

RUSTANO

Baie! Baie! Perdonate,

non v'è idea di verità.

ADELINA

(Non riesco: mutiam tasto;

forse ai prieghi cederà.)

Insieme

RUSTANO

(È un miracolo se basto

a cavarmela di qua.)

 

ADELINA

Sono donna, e in conseguenza

ho la mia curiosità;

e saper in confidenza

vo' l'affare come sta.

RUSTANO

I miei fatti, con licenza,

io non dico, e non dirò;

ché un tantino di prudenza

l'esperienza m'insegnò.

ADELINA

(Ancor questa male andò.)

RUSTANO

(Io di scherma giocherò.)

ADELINA

Ma, per grazia, si potria...

RUSTANO

Grazia a me?

ADELINA

Sì, certo. ~ Via...

Facciam lega.

RUSTANO

Una duchessa

collegarsi a un marinar!

ADELINA

Signor sì, lo voglio io stessa.

RUSTANO

No, davvero non può star.

ADELINA

Non temer che ad uomo io dica

quel ch'or io da te saprò.

Di Metilde io son l'amica,

e tua pur, se il vuoi, sarò.

RUSTANO

Tanto fa ~ v'appagherò.

Navigò mio padre un dì,

la tempesta l'assalì,

fra gli scogli ei naufragò,

perdé tutto, e sol campò.

Gianni a lui soccorso diè,

e risorgere lo fe'.

RUSTANO

Or di quel naufrago

il grato figlio

per Gianni adopera

mano e consiglio:

né il benefizio

mai scorderà.

Eccovi semplice

la verità.

Insieme

ADELINA

Se per lui vigile

è il tuo consiglio,

non può l'intrepido

temer periglio:

pronta amicizia

il salverà,

e d'ogni ostacolo

trionferà.

 

ADELINA

Zitto, vien Gianni.  

(si ritira)

Adelina ->

 

RUSTANO

Egli di qua... di là

la principessa. Quanto basta io vidi.

(si ritira)

Rustano ->

 

Scena terza

Gianni ed un Uffiziale.

<- Gianni, Uffiziale

 

GIANNI

Ma dov'è il Re?  

UFFIZIALE

Fra poco qui 'l vedrete.

GIANNI

E a che mi vuol?

UFFIZIALE

Lo ignoro.

GIANNI

Per caso fosse questo

un garbato, gentile e dolce arresto?

UFFIZIALE

Un tal cenno non diè. Quand'ei ne viene,

che vi chiami attendete in quel boschetto.

(via)

Uffiziale ->

 

GIANNI

Com'è conciso quest'Uffizialetto!

 

Scena quarta

Gianni ed Adelina.

<- Adelina

 

ADELINA

(A quanto mi narrò Metilde, è questi  

senza dubbio il consorte...)

GIANNI

(E quella dama

perché da cima a fondo mi contempla?

Che voglia misurarmi?)

ADELINA

Dite? Voi...

Sareste Gianni da Calais?

GIANNI

Io stesso.

ADELINA

Attendete il sovrano?

GIANNI

Per lo appunto.

Ed impaziente son di favellargli.

ADELINA

Ed ei non men che voi.

GIANNI

Adunque la ragion v'è nota?

ADELINA

Appieno.

GIANNI

(Adesso saprò tutto.) Ah! per pietà,

ditemi almen...

ADELINA

Vi dico

quel che il core per voi già mi predice.

GIANNI

Per me? Il cor vi predice?

ADELINA

Sì.

GIANNI

Che cosa?

ADELINA

Che di fasti, di pompe, omaggi e onori

il Re vi colmerà!

Ch'oggi la vostra sorte cangerà!

(facendogli un inchino si ritira)

Adelina ->

 

GIANNI

Fasti! Pompe! Omaggi! Onori!    

La mia sorte cangerà!

Ohibò; che cangiamenti,

che pompe e complimenti:

io vivo alla spartana,

non cerco incensi e fumi,

né lascio i miei costumi

per fasti e dignità.

Piano, Gianni, pensa meglio:

obbedir ti converrà...

Che c'entra l'obbedienza...

Ohibò, che convenienza:

io son di tempra anfibia,

non vivo senza il mare,

né lascio il navigare

per corti e nobiltà.

Ma qui verrà il sovrano...

Ebben che dir mi può?

Oh bella! Ch'io mi resti;

e allor come farò?

Risponderò ~ ch'io son Francese;

che il mio naviglio ~ il mio paese

la sposa, il figlio, ~ il mio Calais,

lasciar non vo': ~ così farò...

Ma se... Ma che? ~ Ma quanti ma?

Persisterà? ~ M'ostinerò;

e... basta, io so ~ quel che farò;

ma il mio Calais ~ non lascerò.

S

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Scena quinta

Gianni e Rustano. Infine Metilde.

<- Rustano

 

RUSTANO

Gianni?  

GIANNI

Anche qui?

RUSTANO

Gran cose!

GIANNI

Che successe?

RUSTANO

Ho veduto Goffredo.

GIANNI

Ben veduto.

RUSTANO

No 'l conosci?

GIANNI

Nemmen per nome.

RUSTANO

Oh! Accertati,

ch'è un eccellente amico.

GIANNI

Buon per lui.

RUSTANO

È uno scudiero del sovrano.

GIANNI

Meglio.

RUSTANO

Permette che stia seco in questa reggia.

GIANNI

Ottimo.

RUSTANO

Ed in tal guisa esplorerò

quanto a tuo danno macchinar potrà

il principe Rogiero.

GIANNI

E chi a te disse,

che quest'altro signore m'è nemico?

RUSTANO

L'arrivo di Metilde.

GIANNI

Rustano, se non lasci questi gerghi,

farai montarmi in collera.

RUSTANO

Collera! Nella reggia? Ohibò. Ti pare?

Or vien l'interessante. Senti bene:

figurati per poco,

che sia questo recinto un emisfero.

Immagina qui il porto di Lisbona,

da cui travalicando i vari mari

approdi finalmente in quel tempietto,

che supporrai Calais;

quivi, dicendo appena,

ma con pietosa e tenera espressione:

«Io so che tu sei qui,

vieni, mia fida sposa»,

tua moglie apparirà.

GIANNI

Cioè, si supporrà che comparisca.

RUSTANO

No, per lei non v'è ipotesi: verrà.

GIANNI

Davvero?

RUSTANO

Davvero.

GIANNI

(Che mi avesse seguito, e no 'l sapessi?)

RUSTANO

Ebben? Il tempo vola.

GIANNI

Vediam, per carità, se siamo soli;

ché questa scena ha molto del ridicolo.

RUSTANO

Non v'è alcun. Tutto arride

allo scongiuro marital.

GIANNI

Di certo

fra poco passeremo

all'ospedal de' matti.

RUSTANO

Non v'è paura.

GIANNI

Adunque?

RUSTANO

Invoca, e dolcemente.

GIANNI

Io so che tu... Va bene?

RUSTANO

Egregiamente.

GIANNI

(avvicinandosi al tempietto)

Io so che tu sei qui,

vieni, mia fida sposa.

Che? Forse non m'udì?

RUSTANO

T'udì.

 

<- Metilde

GIANNI
(ironicamente)

Ma uscir non osa?

(appena detto «non osa» sarà preso per mano da Metilde)
 

GIANNI

Metilde? Ah no. ah sì.

Per Bacco! Sei mia moglie,

ma tu, perché? Così?

Più bella? In altre spoglie?

Ah, come? Ah parla! Ah di'!

Qui meco? In quelle soglie?

Insieme

METILDE

Mio Gianni, io sono. Ah sì!

Che a te già strinse imene.

Amor mi suggerì

seguirti in queste arene.

Ah! forse in un tal dì,

chi sa, mio caro bene...

 

GIANNI E METILDE

Ah, ch'io più dove sia

non so, bell'idol mio!

Ma so che accanto a te,

un certo non so che

di caro e lusinghier

mi colma di piacer.

RUSTANO

(contraffacendo tutte le mosse di sorpresa, e le parole di Gianni e Metilde)

Io son; tu sei: ah sì.

E moglie, e spoglie, e soglie.

Ma tu; ma amor; così.

E imene, e arene, e bene.

Ah, come! Ah, forse! Ah, di'!

Ohimè che terremoto!

Voi donne ah come fate,

che appena v'accostate,

negli uomini destate

un certo non so che

di caro e lusinghier,

che colma di piacer.

METILDE

Ma dimmi? T'era noto

ch'io là mi rimanea?

GIANNI

Che cosa? Il ciel mi fulmini

se nulla io ne sapea.

RUSTANO

Io, io predissi tutto,

ché tutto io veggo e so.

METILDE

Oh dio!

RUSTANO

Che fu?

METILDE

(avvicinandosi a Rustano)

Rustano,

chi son tu gli svelasti?

RUSTANO
(forte)

Che dite? Quest'arcano

sepolto è in me.

METILDE

Respiro.

GIANNI

Più arcani! Ah vi tacete:

udirne io più non vo'.

RUSTANO

T'obbedirò.

GIANNI

Ma il figlio

dov'è?

METILDE

Colà.

GIANNI

Che il vegga.

METILDE

Ti ferma.

RUSTANO

Oh non conviene.

GIANNI

Perché?

METILDE

Ti è forza attendere

il Re che or or qui viene.

GIANNI

E come il sai?

METILDE

Lo so

per un fatal mistero.

GIANNI

Mistero! e ognor mistero!

Scommetto che quest'aure

fan tutti quanti oracoli,

e in breve un enimmatico

anch'io diventerò.

RUSTANO

(udendo che arriva il Re)

S'inoltra già il sovrano.

GIANNI

Che venga.

METILDE

Addio.

GIANNI

Che fai?

METILDE

Fuggo da te.

GIANNI

Perché?

RUSTANO

Sarebbe troppo strano

mostrarla insiem con te.

GIANNI

M'è moglie; e, quando è moglie,

può rimaner con me.

METILDE

Che dici?

RUSTANO

Oh dio! s'avanza.

GIANNI

Dirò che sei mia sposa.

METILDE

Ah! non fia mai!

RUSTANO

Che cosa!

GIANNI

Di grazia? Il matrimonio,

che fosse qui delitto

di lesa maestà?

RUSTANO

Udite? Separatevi,

fuggite per pietà!

(a Metilde)

Tornate in quel tempietto,

celatevi col bambolo

né qui portate il piè.

(a Gianni)

Tu vanne in quel boschetto,

rannìcchiati fra' salici,

finché ti chiama il Re.

Ch'io, destro più che volpe,

vo ad ischivar le insidie,

che s'ordiran per te.

METILDE

M'occulterò col figlio?

GIANNI

M'asconderò fra' salici?

METILDE

Là dentro?

RUSTANO

Sì.

GIANNI

Là?

RUSTANO

Sì.

METILDE

Tu veglia al suo periglio.

GIANNI

Tu a sposa e figlio assisti.

METILDE

Tu...

GIANNI

Tu...

RUSTANO

Sì, sì, sì, sì.

METILDE, GIANNI E RUSTANO

Oh, stelle! M'aiutate,

ch'io più non posso reggere,

né vivere così.

(partono per opposti lati)

Metilde, Gianni, Rustano ->

 

Scena sesta

Il Re, Rogiero, un Uffiziale e gli Scudieri; Adelina, Arrigo e le Damigelle. Quindi Gianni e Metilde col figlio. Infine Corrado.

<- Re, Rogiero, Uffiziale, scudieri, Adelina, Arrigo, damigelle

 

ADELINA

Sire!  

RE

Duchessa, la bandiera io vidi.

Alla figlia la imago appien somiglia.

ADELINA

Dunque?

RE
(all'Uffiziale)

Gianni s'inoltri. A me si adduca.

 

Uffiziale ->

ROGIERO

E l'incognita?

ADELINA

Ognun la rinverrà

in lei che al regal piede io condurrò...

Pria l'armator si ascolti.

ROGIERO

(Qual sospetto!)

 

<- Uffiziale, Gianni, Metilde, Ermanno

UFFIZIALE

Ecco. Quegli è il sovrano.  

RE

Sorgi. Veder vogl'io la tua bandiera.

GIANNI

Anche vostra maestà?

RE

Dimmi, chi è mai colei che v'è ritratta?

GIANNI

Mia moglie!

TUTTI

Moglie!

GIANNI

Moglie.

(Che, forse non son uom da prender moglie?)

RE

E quel fanciullo che l'è accanto?

GIANNI

Il figlio.

TUTTI

Figlio!

GIANNI

(Un'altra sorpresa!)

RE

La patria della madre?

GIANNI

Oh, questo poi,

da capitan d'onore, che no 'l so.

Saran circa anni sei, che da un pirata

io la salvai. Ed altro a me non disse,

che in alto mar sospinto avea tempesta

un suo battello.

RE

Il nome?

GIANNI

Metilde.

TUTTI

È dessa!

GIANNI

(Io non capisco nulla.)

RE

Rogiero, eleggo te per comandante.

Più navi vêr Calais sciolgan le vele,

e ridonino ad un dolente padre...

GIANNI

Che! Metilde sarebbe?

RE

Mia figlia...

GIANNI

(Ho perso il fiato!)

(Adelina s'incammina per avvertire Metilde)

RE

Ahi! perché la distanza mi ritarda

il ben di riabbracciarla!...

GIANNI

Ah, signore, ella è qui...

RE

Qui! Né a me riede!...

ROGIERO

Che ascolto!

RE

E sarà vero? Ov'è?

ADELINA

Al tuo piede.

 
(Metilde si getta a' piedi del padre, e 'l suo figlio corre fra le braccia di Gianni)

ROGIERO

È dessa! Quegli è il figlio!  

Oh rabbia! Oh mio furor!

SCUDIERI

È dessa! Quegli è il figlio!

Oh colpa! Oh disonor!

ADELINA, ARRIGO E DAMIGELLE

Immoto a quell'aspetto

rimase il genitor!

RE
(alla figlia)

Sorgi. M'abbraccia. Oh, dio!

manca alla gioia il cor.

METILDE

(Un palpito mi desta

la speme ed il timor.)

 

GIANNI
(al figlio)

Tu, in grembo all'innocenza,

il padre abbracci ancor,

né sai che il padre tuo

è un semplice armator.

Tua madre a te prepara

e regno, e soglio, e onor,

io sol serbar ti posso

l'affetto del mio cor.

Ahi! Quando regnerai,

e a lei tu chiederai,

di me che t'abbracciava,

e ti baciava ognor,

da te, da lei diviso,

solo, ramingo errante!...

Chi sa, se in quell'istante,

vivrà tuo padre ancor?

RE
(a Metilde)

Perché da me fuggivi?

Il padre abbandonavi?

E in preda mi lasciavi

al più crudel dolor?

All'onde io ti chiedea,

versando amaro pianto,

e tu godevi intanto,

scordavi il genitor!

ROGIERO
(agli scudieri)

Udite il labbro altero

come oltraggiarmi ardisce!

A un vile avventuriero

donar la destra, il cor?

Se la mia man spregiava,

la istessa man ch'odiava,

por le saprà sul ciglio

lagrime di dolor!

ADELINA
(ad Arrigo ed alle damigelle)

Mirate. Ei mentre il fallo

rimprovera alla figlia,

sfavilla per le ciglia

il giubilo del cor.

Vedete. Il fier Rogiero,

come, nell'ira avvolto,

già freme, e tutto in volto

traspare il suo furor.

Insieme

METILDE
(al Re)

Un nodo che aborriva,

mi rese ingrata e rea!

Mi spinse in altra riva,

mi trasse in tanto error.

Ma quando un puro amore

mi fe' consorte e madre,

fra sposo e figlio, il padre

io rammentava ognor.

SCUDIERI
(a Rogiero)

Dissimula, disprezza,

non ti curar di lei.

Ascolta i detti miei,

reprimi il tuo furor.

Con fredda calma inganna,

fa' che verun ti tema,

ed a vendetta estrema

serbati finto il cor!

ARRIGO E DAMIGELLE
(ad Adelina)

Vedrai che a lei d'accanto

il genitor pietoso,

nel darle e figlio e sposo

perdonerà l'error.

E fra gli oltraggi e l'onte,

vedrai che alfin schernito,

oppresso ed avvilito

cadrà quel traditor.

 

METILDE

(avvicinandosi a Gianni)

Ebben? mio Gianni...

(Gianni s'inchina)

T'alza.

GIANNI

La figlia d'un sovrano...

METILDE

Che porse a te la mano,

non cangia e muta il cor.

GIANNI

Tanta virtude!

METILDE

Ah! Miralo.

(prende il figlio e lo presenta al padre)

È sangue tuo.

RE

Sì, mio...

ROGIERO

(Io fremo!)

ADELINA

(Io spero!)

GIANNI

Oh dio!

Lo abbraccia!

(s'ode un tamburo)

<- Corrado

RE
(a Corrado)

Qual fragor?...

Che avvenne?

CORRADO

Sire, bramano

tutti del regno i grandi

porgerti omaggio e onor.

RE

Or or sarò fra lor.

Seguimi insiem col figlio.

METILDE

E Gianni?

RE

Fuor la reggia

attenda dal consiglio,

cui forza è consultar,

il suo destino.

ADELINA

Oh cielo!

Insieme

ROGIERO

Oh sorte!

 

METILDE

Ah! padre...

RE

Taci. E spera;

antica legge il vuole:

la deggio rispettar.

METILDE

Come da lui dividermi?

TUTTI

(al Re)

Vieni, che i grandi attendono.

(poi volti a Metilde)

L'ira non provocar!

METILDE

E ti degg'io lasciar?

GIANNI

Se quella fede

giurata un dì,

se quell'amore

che a me t'unì,

rammenterai,

mi serberai,

morendo ancora

da te lontano,

nell'ultim'ora

io chiuderò

le luci al dì,

lieto dicendo:

non mi tradì!

ROGIERO, CORRADO E SCUDIERI

Su questa fede

giurata un dì,

su quest'amore

ch'entrambi unì,

fiera, improvvisa,

di sangue intrisa,

piombi la spada

de la vendetta!

Distrugga, invada!

Ch'io schiuderò

le luci al dì,

lieto dicendo,

un vil perì!

Insieme

METILDE

Su quella fede

giurata un dì,

su quell'amore

che a te m'unì,

fidar potrai;

per prova il sai.

E quando, ancora

da te lontana,

nell'ultim'ora

io chiuderò

le luci al dì,

dirai, Metilde

fedel morì.

RE, ADELINA, ARRIGO E DAMIGELLE

Cotanta fede

giurata un dì,

sovra un amore

ch'entrambi unì,

clemenza trovi,

pietà l'approvi!

Vinca natura,

sparga il sereno;

ch'io schiuderò

le luci al dì,

lieto fra loro

che Imene unì.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Giardini reali; tempietto nel fondo.

Adelina
 

T'inoltra. Non temer. / Ma il padre? / Impose

Adelina
<- Metilde, Ermanno

Adelina, Metilde, Ermanno
<- Rustano

Rustano
Adelina, Metilde, Ermanno ->

Oh! Oh! Cospetto!

Rustano
<- Adelina

Adelina e Rustano
Siete un uomo singolare

Zitto, vien Gianni / Egli di qua... di là

Rustano
Adelina ->

Rustano ->
<- Gianni, Uffiziale

Ma dov'è il Re? / Fra poco qui 'l vedrete.

Gianni
Uffiziale ->

Gianni
<- Adelina

A quanto mi narrò Metilde, è questi

Gianni
Adelina ->
Gianni
<- Rustano

Gianni? / Anche qui? / Gran cose! / Che successe?

Gianni, Rustano
<- Metilde

Metilde, Gianni, Rustano ->
<- Re, Rogiero, Uffiziale, scudieri, Adelina, Arrigo, damigelle

Sire! / Duchessa, la bandiera io vidi

Re, Rogiero, scudieri, Adelina, Arrigo, damigelle
Uffiziale ->

Re, Rogiero, scudieri, Adelina, Arrigo, damigelle
<- Uffiziale, Gianni, Metilde, Ermanno

Ecco. Quegli è il sovrano

(s'ode un tamburo)

Re, Rogiero, scudieri, Adelina, Arrigo, damigelle, Uffiziale, Gianni, Metilde, Ermanno
<- Corrado
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta
Porto di Seelanda; da un lato la torre del faro, e la casa di Guido; dall'altro la locanda del... Giardini reali; tempietto nel fondo. Notte; atrio contiguo ad un giardino. Interno della reggia.
Atto primo Atto terzo

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