Atto primo

 

Scena prima

Porto di Seelanda. Da un lato la torre del faro, e la casa di Guido. Dall'altro la locanda del «Vascello ammiraglio».
Corrado, Scudieri, Guido ed Arrigo.

 Q 

scudieri, Guido, Arrigo

<- soldato, Corrado

 
(condotto da un soldato)

CORRADO

Dove? Intesi. T'allontana.  

(volgendosi agli scudieri)

V'inoltrate. Alcun non v'ha.

CORO

Dunque?

CORRADO

L'ospite novella,

che scoprì la sentinella,

Guido accolse.

CORO

L'uom del faro?

CORRADO

Certo.

CORO

E occulto ancor si sta?

CORRADO

Convien dir che il contrabbando

in faccenda lo terrà.

CORO

Lo chiamiam?

CORRADO

Ma in tuon sommesso.

ALCUNI

Guido?

ALTRI

Guido?

CORRADO

Non risponde.

CORO

Su, picchiam.

CORRADO

Zitto. L'ingresso

disserrarsi ascolto già.

Qui riuniti e inosservati,

scorgerem chi mai verrà.

GUIDO

(Una donna mascherata...

d'un fanciullo in compagnia...

cerca asilo in casa mia...

Chi diavolo sarà?...)

CORRADO E CORO

Parla, presto, e sotto voce,

chi albergasti?

GUIDO

E chi lo sa.

CORRADO E CORO

Dispiegato un tanto arcano

vuol Rogiero.

GUIDO

Adesso.

CORRADO E CORO

Svela.

Presto. Tutto...

GUIDO

Eh! piano, piano:

date tempo per pietà.

 

Nel più fitto della notte  

m'er alquanto addormentato;

paf! un colpo all'uscio dato,

fa balzarmi e correr fuora.

Apro gli occhi, e veggo allora,

col favor d'un lumicino,

un vezzoso fanciullino,

che, gettandosi al mio piede,

un ricovero mi chiede

per la madre che frattanto

si chiudeva in un gran manto.

Meco a entrambi a dar ricetto

gl'introduco nel mio tetto,

ma nel dire «Voi chi siete?»

nella mano più monete

quell'incognita mi pose,

nel suo velo più si ascose,

e con gesto circospetto

di parlare allor negò.

Un biglietto poi mi diede;

v'era scritto «Ad Adelina»,

di mandarglielo accennò.

E nel dubbio mi lasciò.

 

CORRADO E CORO

Vieni al prence, e tu gliel narra.  

GUIDO

Vengo.

ARRIGO

Guido? Non fuggirmi.

Dimmi. Teco?...

GUIDO

Sissignore.

V'è una madre, un fanciullino,

che nel fitto della no...

ARRIGO

Basta. Più saper non vo'.

GUIDO

Paggi, araldi, messaggieri...

Prima guardie, poi scudieri...

Chi dimanda, chi m'afferra...

Io non so più ragionar.

ARRIGO

Questa nuova tutt'arcana

non s'indugi ad apportar.

Insieme

CORRADO E CORO

Tosto segui i nostri passi;

vieni, e più non indugiar.

 

Arrigo, Corrado, Guido, scudieri ->

 

Scena seconda

Metilde uscendo dalla casa di Guido. Quindi Rogiero, Corrado, Scudieri, Adelina, Arrigo, Damigelle e Guido.

<- Metilde

 

METILDE

Udir qui parve un mormorar di gente...  

Ma no... m'illuse l'agitata mente.

 

Seconda, o ciel pietoso,  

un'opra tanto ardita,

che Imen compir m'addita,

che detta un fido amor.

Ma Guido a che s'invola?

L'amica indugia ancora...

Tu, almeno a chi t'adora,

deh! Vola, o mio tesor.

Se ignori chi sono,

e m'ami costante,

già presso è l'istante,

che grata mercede

la bella tua fé

richiede da me;

ed ove l'orgoglio

regnar ti contrasti,

allora ti basti

che scettro che soglio

calpesti il mio piè

per viver con te.

 

<- Adelina, damigelle, Arrigo

 

Adelina?...  

ADELINA

(seguita da Arrigo e dalle damigelle)

Amica!...

METILDE

Ah taci...

ADELINA

Ma...

METILDE

Di là co' suoi seguaci

vien Rogiero. Ah, non scoprirmi.

ADELINA

E celarti a lui perché?

METILDE

Tanto arcano io meco serbo,

che affidar pria deggio a te.

(si copre con un velo)

 

<- Rogiero, Corrado, Guido, scudieri

ROGIERO

(seguìto da Corrado, Guido e scudieri)  

Che mai veggio! Qui Adelina!

ADELINA

Prence!

ROGIERO

È nota a te colei?

ADELINA

Troppo.

ROGIERO

Ed è?

ADELINA

Tacer m'impose.

ROGIERO

Ma il sovran?

ADELINA

Da me l'udrà.

E appressarsi a lei chi ardisca,

tremi! Il fio ne pagherà!

ROGIERO

A quell'accento

m'invade un fremito!

Mi freno a stento!

Ma l'ira in seno

convien reprimere,

e tant'audacia

domar saprò,

quando del regno

l'impero avrò!

METILDE

L'ira, il furore

non sa reprimere

quel traditore!

Ma più tormenti

dovranno opprimerlo

allor che intrepida

mi svelerò,

e figlio e sposo

gli additerò!

Insieme

ADELINA

Non più languire,

d'affanno gemere,

nel duol morire,

per lei ch'estinta

da ognun piangeasi,

il veglio misero

io mirerò,

ma in poch'istanti

gioir vedrò!

GUIDO, CORRADO, ARRIGO E CORO

Fugge l'aspetto

di noi, del principe.

Cupo è il suo detto!

Ostenta ardire.

A lei disvelasi,

a lei sol fidasi,

solo parlò.

Qual alto arcano

serbar mai può!

 

ROGIERO

Corrado, amici, i passi miei seguite.  

Al sovrano si narri un tanto arcano.

(parte con Corrado e gli scudieri)

Rogiero, Corrado, scudieri ->

 

ADELINA

Arrigo, veglia intorno,

se qui ne venga alcuno.

GUIDO

Ho capito. Non vonno testimoni.

(entra nella torre del faro)

Guido ->

 

ADELINA

N'è lungi ognun. Siam sole.  

METILDE

Oh fid'amica,

Metilde più non è

qual da te si divise.

ADELINA

Come? Ti spiega?

METILDE

Sposa e madre io sono.

ADELINA

Che sento!

METILDE

Il figlio là riposa. E Gianni,

l'armator di Calais

è il mio consorte. In brev'ei giugnerà,

né sa che pria di lui qui posi il piede.

ADELINA

Ma non ignora chi tu sei?

METILDE

Lo ignora.

ADELINA

Ah! Dimmi, a che fuggisti?

METILDE

Ti sovvenga,

che l'obbedienza sol mi trascinava

a stringer nodo coniugale, odiato,

con Rogiero, che il soglio per mia destra

posseder desiava!

Il dì che precedea quel destinato

a tanto sacrificio, ben rammenti

che in villereccia festa

ognun si rimanea.

Fu allor che, immersa nel dolor, dal parco

giunsi alla spiaggia, ove, trovando a caso

un piccolo battel, mi v'imbarcai.

Più non vedea, né udìa...

Ahi! Quando scorsi che disciolta avea

questa corda, che il legno

ad un'asta fermava,

l'onda agitata da improvviso turbo!...

Me scopre allor un african pirata,

e preda sua divento!...

ADELINA

Che ascolto!

METILDE

Sopraggiunge

il franco capitan. Mi salva. A lui

disvelarmi non fe' l'atro pensiero

che, ritornando in patria,

all'odiato Rogier cadeva in braccio!

Il valoroso Gianni amor mi esprime.

Riconoscenza nel mio cor si desta.

La sua destra accettai. Fui sua consorte.

Rustano solo, un uom, che seco è ognora,

me conobbe, ché qui ne stava un tempo;

ma promise, giurò

il mio grado celar.

ADELINA

Svelarti adunque

al Re?...

METILDE

No. Pria m'attendo

scoprirmi in altra guisa.

ADELINA

E quale?

METILDE

M'odi:

Gianni vêr la Seelanda

sciôr le vele dovea;

le immagini del figlio, di me stessa

feci ritrar sovra la sua bandiera.

La ragione gli tacqui,

e il pregai che approdando a questo porto

la dispiegasse. Ond'è perciò che anelo

di Rogiero, del padre alla sorpresa,

lor moti ponderar, prender consiglio.

ADELINA

Ah sì, ben divisasti. Al tuo disegno

arrida il cielo! Io ti precedo. Arrigo

teco rimanga, e col fanciullo insieme

alla reggia ti adduca,

onde in più ricche spoglie

al genitor poi te condur poss'io.

M'udisti?

METILDE

Intesi.

ADELINA

A te m'affida.

METILDE

Addio.

 
(Adelina parte colle damigelle. Metilde con Arrigo va a prendere il figlio)

Adelina, damigelle, Metilde, Arrigo ->

 

Scena terza

Rustano viene in una barca con pochi Marinai che tirano le gomene del bastimento di Gianni. Scende a terra, ed ammassa la corda cantando.

<- Rustano, marinai

 

RUSTANO

Una barchetta il mar solcando va;    

vi son due sposi, un nonno e un marinar.

Se nel cammin burrasca insorgerà,

chi mai si salverà dal naufragar?

I giovani già nuotano, e si sa.

Il vecchio tal virtude più non ha.

Ahi nonno sventurato!

Sarai tu l'affogato!

Ma perché? Ma perché?

Il perché conoscete

già meglio di me.

Già capite, intendete,

sapete il perché.

Vecchi, il mar, deh! non solcate,

che in burrasca v'annegate.

S

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(qui esce Metilde col figlio ed Arrigo, dalla casa di Guido)

<- Metilde, Ermanno, Arrigo

 

Il figlio di!... Signora?...  

(Metilde gli fa cenno di tacersi, e va via)

Metilde, Ermanno, Arrigo ->

RUSTANO

Tacerò.

La principessa qui? Come arrivò?

E Gianni non sa nulla? Ora capisco

la bandiera, il ritratto... Oh, quest'è bella!

E il Re che mai dirà? Lo chiamerà.

Che imbroglio! Or sì che divertir mi voglio.

 

In un battello un dì per mar ne andò

con la sua vecchia moglie un cavalier;

sovvenne la procella; e ognun gittò

quel peso che credea più grosso aver.

Il cavalier la vecchia allor guardò,

e tutto il grosso peso in lei trovò...

Ahi moglie sventurata!

Tu fosti soffocata!

Ma perché? Ma perché?

Il perché conoscete

già meglio di me.

Già capite, intendete,

sapete il perché.

Vecchie, al mar non v'affidate,

ché più al lido non tornate.

 

Scena quarta

Entrato nel porto il bastimento, cominciano a scendere i Marinai. Infine Gianni, Guido e Rustano.

<- Gianni, Guido

 

RUSTANO

Oh, che avventura! È proprio da romanzo!  

GUIDO

Non l'ho sbagliata. È Gianni da Calais.

RUSTANO

Guido?

GUIDO

Rustano? E 'l vostro capitano?

RUSTANO

Or lo vedrai... Su, dimmi, in casa tua...

GUIDO

Tu ancor? Sì. V'è una donna, un fan...

RUSTANO

Cioè. V'erano.

GUIDO

Ed ora?

RUSTANO

Or son partiti.

GUIDO

E m'han lasciato

senza saper chi siano.

RUSTANO

Non te 'l dissero?

GUIDO

No.

RUSTANO

Ah, ah, ah, ah!

Vo a preparar l'alloggio ai marinai.

(entra nella locanda)

Rustano ->

 

GUIDO

Sempre di buon umore!  

(va incontro a Gianni che sarà disceso)

Ben arrivato.

GIANNI

A Guido ognor son grato.

Ma...

(guardando intorno)

GUIDO

Che cercate?

GIANNI

Ov'è

Rustano?

GUIDO

In quell'albergo.

GIANNI

(ai marinai)

Andate, e dite

che a me venga. Non vidi mai nel mondo

un uom più singolare di costui.

Son pur degli anni ch'egli meco naviga,

né dir mi volle mai chi fosse.

 

marinai ->

GUIDO

Or viene.  

GIANNI

Oh... Guido, vanne a bordo

e fa' che la bandiera inalberassero.

GUIDO

Volo.

(va sul bastimento)

Guido ->

 

GIANNI

Fa d'uopo che alla mia Metilde

quanto promisi io compia.

 

Scena quinta

Gianni, Rustano, infine Uffiziali e Popolo.

<- Rustano

 

RUSTANO

Comandante?  

GIANNI

Vieni, amico, m'abbraccia.

RUSTANO

Non una, ma più volte ancora.

GIANNI

Ahi quanto

ti deggio.

RUSTANO

Niente.

GIANNI

Come?

Ieri in quella tempesta

non mi salvasti tu la vita?

RUSTANO

Feci

il mio dover.

GIANNI

Né vuoi

che a tal dover compenso dia?

RUSTANO

Giammai.

GIANNI

Ma questa è stravaganza.

RUSTANO

È questo il mio carattere.

GIANNI

Dunque, eterna amistà.

(dandogli la mano che Rustano porta al cuore)

RUSTANO

Qui v'è scolpita

in vita e in morte.

(sul bastimento si spiega la bandiera)

GIANNI

Ma saper vorrei...

RUSTANO

Or mi par che sai tutto.

GIANNI

So ch'hai nome Rustano;

ma la tua patria?

RUSTANO

Il mondo.

GIANNI

E sei figlio?

RUSTANO

D'un uomo.

GIANNI

Rustano?

RUSTANO

Gianni?

GIANNI

Sei originale.

RUSTANO

Ma non son solo. V'è tua moglie ancora.

GIANNI

È vero. Non te' l nego.

Anche colei non mi svelò giammai

chi sia. Ma non mi cale, io l'amo e adoro...

Ah! L'avessi al mio fianco insiem col figlio!

RUSTANO

Può star che gli abbi entrambi in questo giorno.

GIANNI

Anzi adesso.

(volgendosi verso la bandiera)

RUSTANO

No no. Gli originali.

GIANNI

Con cento leghe e più di lontananza?

RUSTANO

Vedrai le leghe trasformarsi in palmi.

GIANNI

Che testa!

RUSTANO

Addio.

GIANNI

Mi lasci?

RUSTANO

Vo in locanda.

GIANNI

Vengo anch'io.

RUSTANO

Che mai dici?

GIANNI

Oh! Questa è bella!

Vuoi che resti in istrada?

RUSTANO

Avrai ben altri alloggi.

GIANNI

Da chi mai?

RUSTANO

Da personaggi assai sublimi.

GIANNI

E quali?

RUSTANO

Te li farà conoscer la bandiera.

GIANNI

Ah! Parlami più chiaro,

ch'io già morir mi sento.

RUSTANO

Ebben t'appagherò, ma zitto, e attento.

 

Io l'astrologo non fo.    

L'arte magica non ho.

Ma viaggiando, ~ navigando, ~

scrutinando ~ il mondo ~ a tondo, ~

entro, penetro, sicuro

negli arcani del futuro,

e indovino col predire,

il recondito avvenire...

Ah mio Gianni, quante scene

qui ti stanno ad aspettar!

Quanti casi! E l'un de l'altro

più bizzarro e singolar!

S

 

GIANNI
(con ironia)

Io posseggo altra virtù.

Sono dotto assai di più.

E all'istante, ~ dal sembiante, ~

senza lenti, ad occhio nudo,

veggo, esamino, conchiudo,

che già bolle, ~ e ti ribolle, ~

frulla, ~ e rulla ~ per le vene

l'onda bionda, ~ e rubiconda...

Ah! Rustano, quante lingue

la bottiglia fa parlar!

Quanti testi, e tutti nuovi,

ti fa subito citar!

 

RUSTANO

Dunque credi ch'è il liquore,

che mi faccia delirar?

GIANNI

Non delirio, buon umore,

che ti fa con me scherzar.

RUSTANO

Se non trovi quel che dico

voglio farmi scorticar.

GIANNI

Questo grillo, caro amico,

via deponi, e lascia star.

RUSTANO

Alle prove. ~ Su.

GIANNI

Cospetto!

Tu persisti in vaneggiar?

RUSTANO

Taci, e ascolta pe 'l mio detto

un oracolo parlar:

il basso popolo ~ vedrai fra poco,

a folla accorrere ~ in questo loco,

e sull'immagine ~ della bandiera

col guardo attonito ~ sussurrerà:

«È dessa, è dessa, ~ dubbio non v'ha.»

(mentre Gianni ragiona fra sé, il popolo si raduna verso la bandiera)

<- popolo, uffiziali

 

Come farnetica, ~ il poveretto!  

Comincia a perdere ~ già l'intelletto!

Il suo discorrere, ~ certo, è da matto,

ha guasto il cerebro, ~ mi fa pietà!

POPOLO

(parlando l'uno all'altro)

È dessa! È dessa! Dubbio non v'ha.

(degli uffiziali veggono la bandiera, e vanno verso la reggia)

popolo, uffiziali ->

GIANNI

Che! A tutto il popolo mia moglie è cognita!

Che brutto equivoco! ~

RUSTANO

Ah, ah, ah, ah!

GIANNI

Rustano?

RUSTANO

Accertati, ~ che questo è il minimo

di ciò che in seguito ~ succederà.

Vedrai qui giungere ~ in breve istante,

tutto anelante, ~ un Uffiziale,

che, ricercandoti, ~ e ritrovandoti,

d'andare in corte ~ t'inviterà,

e dal sovrano ~ ti condurrà.

GIANNI

In corte un Gianni! ~ Oh che follia!

Oh che pazzia! ~ Son uom di mare,

e col sovrano ~ che cosa ho a fare?

Questo pronostico a vôto andrà...

 

<- Uffiziale

UFFIZIALE

Gianni, il sovrano ~ ti brama...

RUSTANO

Ah ah.

GIANNI

La cosa è seria! ~ Non è più favola!

Ma è tutto istoria! ~ e verità!

Rustano?

RUSTANO

Aspettane ~ di più ridicole...

GIANNI

Ma tu chi?...

RUSTANO

E fidati ~ all'amistà.

Dovunque andrai ~ tu mi vedrai,

ché qual folletto ~ io m'intrometto

fin nell'istesso ~ cupo recesso

di Belzebù. ~ E giù e su,

di qua, di là ~ non dubitar,

sempre Rustano ~ ti seguirà.

GIANNI

Con tanti arcani ~ sì nuovi e strani!

Con tante cose ~ misteriose,

co' tuoi segreti, ~ co' tuoi folletti...

non posso più!... Col Belzebù,

col qua, col là, ~ deh! non parlar...

Taci, Rustano ~ per carità!

RUSTANO

Ci rivedremo.

GIANNI

Ti rivedrò?

RUSTANO

Teco sarò.

GIANNI

Ti fuggirò!

 

Gianni, Uffiziale ->

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Porto di Seelanda; da un lato la torre del faro, e la casa di Guido; dall'altro la locanda del Vascello ammiraglio

scudieri, Guido, Arrigo
 
scudieri, Guido, Arrigo
<- soldato, Corrado
Corrodo e Coro, Guido
Dove? Intesi. T'allontana
Corrado, Coro, Guido e Arrigo
Vieni al prence, e tu gliel narra
soldato
Arrigo, Corrado, Guido, scudieri ->
soldato
<- Metilde

Udir mi parve un mormorar di gente

soldato, Metilde
<- Adelina, damigelle, Arrigo
soldato, Metilde, Adelina, damigelle, Arrigo
<- Rogiero, Corrado, Guido, scudieri

Corrado, amici, i passi miei seguite

soldato, Metilde, Adelina, damigelle, Arrigo, Guido
Rogiero, Corrado, scudieri ->

soldato, Metilde, Adelina, damigelle, Arrigo
Guido ->

N'è lungi ognun. Siam sole / Oh! Fid'amica

soldato
Adelina, damigelle, Metilde, Arrigo ->

(viene una barca)

soldato
<- Rustano, marinai
soldato, Rustano, marinai
<- Metilde, Ermanno, Arrigo

Il figlio di!... Signora?

soldato, Rustano, marinai
Metilde, Ermanno, Arrigo ->

 

(entra nel porto un bastimento)

soldato, Rustano, marinai
<- Gianni, Guido

Oh, che avventura! È proprio da romanzo!

soldato, marinai, Gianni, Guido
Rustano ->

Sempre di buon umore!

soldato, Gianni, Guido
marinai ->

Or viene / Oh... Guido, vanne a bordo

soldato, Gianni
Guido ->

soldato, Gianni
<- Rustano

Comandante? / Vieni, amico

Rustano e Gianni
Io l'astrologo non fo
soldato, Gianni, Rustano
<- popolo, uffiziali
soldato, Gianni, Rustano
popolo, uffiziali ->
 
soldato, Gianni, Rustano
<- Uffiziale
 
soldato, Rustano
Gianni, Uffiziale ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Porto di Seelanda; da un lato la torre del faro, e la casa di Guido; dall'altro la locanda del... Giardini reali; tempietto nel fondo. Notte; atrio contiguo ad un giardino. Interno della reggia.
Atto secondo Atto terzo

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