Atto secondo

 

Scena prima

Atrio del palazzo del Podestà.
Ramiro e Arminda.

 Q 

(nessuno)

<- Arminda, Ramiro

 
Recitativo

RAMIRO

Non fuggirmi spietata  

ingratissima donna, arresta il passo.

ARMINDA

Che ardire è il tuo, che vuoi,

che pretendi da me?

RAMIRO

Barbara infida,

che pretendo, che voglio?

E hai cor di mirarmi?

Se immaginar potea, che tu nipote

fossi del Podestà, no, non avrei,

a te data la pena

di vedermi, e arrossir.

ARMINDA

Ma se la sorte

tua non mi vuol...

RAMIRO

Troppo legger pretesto:

il tuo fasto, l'orgoglio,

e l'ambizion t'indusse

a lasciar l'amor mio; ma il ciel spergiura,

che mille volte in testimon chiamasti

di tue promesse, il cielo

farà le mie vendette.

ARMINDA

Olà, che troppo

or t'avanzi con me; sì lo confesso,

ti tradii, t'ingannai;

conosco il fallo mio,

ma non so detestarlo; è troppo bello

il mio Contino...

RAMIRO

Ah frena

gl'accenti, audace, e non vantarmi in faccia

l'odiato rival; no, non godrai

de' torti miei, che quell'indegno core

la vittima parte del mio furore.

(parte)

Ramiro ->

 

ARMINDA

Eppur mi fa pietà: comprendo appieno,  

che mi sgrida a ragion; ma no, che all'arco

non ritorna lo stral; son nell'impegno

di sposare il Contino,

sarà questo in capriccio, oppur destino.

 

Scena seconda

Il Contino Belfiore, Arminda.

<- Contino

 

CONTINO

(agitato senza accorgersi di Arminda)

Ah che son disperato!  

Dacché vidi Sandrina non ho pace.

Non so più che mi fare...

La voglio ritrovare... da per tutto

l'ho cercata finora...

(smaniando s'incontra con Arminda alla quale s'inchina)

Adorata signora...

ARMINDA

Piano, piano;

ditemi, son curiosa di sapere

chi sia colei, che ricercando andate?

CONTINO

(si va scostando)

Dirò...

ARMINDA

Non vi scostate.

CONTINO

Venni... ma mi credea...

(Bisogna usar franchezza.)

Voi ricercavo, o bella...

ARMINDA

Ma sentite.

CONTINO

(si va sempre scostando)

(Costei mena le mani.) Dite, dite!

ARMINDA

Ma non posso in distanza.

CONTINO

Anima mia,

smanio, moro per voi.

ARMINDA

Taci bugiardo,

va' a' piedi di colei...

CONTINO

Ma udite almeno

il fatto come sta...

ARMINDA

Che dir potrai?

(con ironia agitata)

«Dacché vidi Sandrina non ho pace...»

Perfido, e in faccia mia?

Nel giorno stesso, oh numi

che meco unir si deve,

mi tradisce così, così m'inganna

un amante infedel? Sorte tiranna!

 
[N. 13 - Aria]

 N 

Allegro agitato (sol minore)
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 4 corni.

Vorrei punirti indegno,    

vorrei strapparti il core

ardo nel sen di sdegno,

ma mi trattiene amore

che sospirar mi fa.

Questa mercede, ingrato,

tu rendi all'amor mio?

Ah Mi confondo, oh dio,

fra l'ira, e la pietà.

(parte)

S

Sfondo schermo () ()

Arminda ->

 

Scena terza

Il Contino, poi Serpetta.

 
Recitativo

CONTINO

Ah costei non è donna.  

È un demone, una furia;

se non mostravo spirito...

 

<- Serpetta

SERPETTA

Signore...  

CONTINO

(alla venuta di Serpetta, s'intimorisce)

Ohimè...

SERPETTA

Che cos'è stato?

CONTINO

Niente, niente.

Stavo sopra pensiero.

SERPETTA

Vorrei dirvi,

se mi date il permesso

che vidi poco fa la vostra sposa,

che pareva una fiera scatenata,

minacciava vendetta

contro di voi.

CONTINO

Ma presto

gli passerà la collera.

SERPETTA

Eh non dite così. Voi non sapete

che bestie sien le donne

quando sono sdegnate; io vi consiglio

d'andar tosto da lei tutto sommesso,

chieder scusa del fallo,

e baciargli la man.

CONTINO

Chi lo comanda?

SERPETTA

L'ubbidienza, il rispetto,

ch'esigono le donne,

il dovere, la moda...

CONTINO

Eh va in malora

tu, la moda, il dover, la sposa ancora.

(parte)

Contino ->

 

Scena quarta

Serpetta, poi Nardo.

 

SERPETTA

Quanto lo compatisco; aver che fare  

con una donna strana...

 

<- Nardo

NARDO

Mia vezzosa Diana, perdonate  

se a voi sono importuno:

ha sempre il cor gentile

una donna ch'è bella.

SERPETTA

O bella, o brutta,

io non son per voi.

NARDO

S'io morissi però?

SERPETTA

Non piangerei.

NARDO

Or ben, giacché vi scorgo

più dura di uno scoglio,

e sorda più d'un aspide...

(cava un coltello e fa mostra di ferirsi)

Mirate,

trattenetemi il colpo...

SERPETTA

Fate, fate.

NARDO

E pur non ho coraggio

di darvi un tal disgusto.

SERPETTA

V'ingannate davver, ci avevo gusto.

NARDO

Dite ciò che volete,

questo vostro disprezzo

sempre più m'innamora, e accresce il foco.

SERPETTA

Mi par, che a poco a poco

cominciate a piacermi.

(Voglio farlo impazzir.)

NARDO

Dite da vero?

O mi burlate?...

(allegro)

Cara, che contento

io più non sono in me... corpo di Giove,

costei m'ha imbalsamato,

mi par d'esser un altro.

SERPETTA

Or ben, sentite:

io v'amerò, ma voglio

che mi veniate avanti

con un'aria smorfiosa appassionata:

la mano dritta al petto

strisciando il piede all'uso forastiero.

(Nardo procura far tutto ciò che dice Serpetta)

SERPETTA

Su via, da bravo, a voi, presentatevi;

fatemi degl'inchini,

dritto, brillante, snello.

NARDO

(Tutto m'induce a far quel viso bello.)

 
[N. 14 - Aria]

 N 

Andantino grazioso (la maggiore) / Andante / Allegretto
Archi.

(amoroso)

Con un vezzo all'italiana  

vi dirò che quel visetto

m'ha infiammato il core in petto

che languire ognor mi fa.

(Serpetta fa segno che non gli piace affettato)

 

Non vi piace, non va bene?

Via, proviamo alla francese:

ah madama... eccomi qui.

O neppur va ben così?

Su vediamo un po' all'inglese:

ah mio ben, dite di sì.

(Serpetta come sopra)

 

Maledetta indifferenza

mi fa perder la pazienza:

qui non serve alla francese;

non capacita l'inglese

non gli piace all'italiana:

oh che umor, che donna strana,

io mi perdo in verità.

(parte)

Nardo ->

 
Recitativo

SERPETTA

Costui mi dà piacer, sarebbe bella  

che così non volendo

avesse a innamorarmi; ma che dico,

che mi viene in pensiero?

È cugino a Sandrina; ah non fia vero.

(parte)

Serpetta ->

 

Scena quinta

Sandrina, poi il Contino, finalmente il Podestà in osservazione.

<- Sandrina

 

SANDRINA

Che strano caso è il mio!  

Trovar l'amante

ed esser in procinto

di perderlo per sempre!

Pronto a sposare Arminda... eh s'abbandoni

un crudele ingrato

che mi trafisse... oh dio! Se fu un trasporto

di gelosia, e se mi crede estinta

condannarlo potrò? Con troppa forza

mi parla amor per lui; si cerchi solo

di frastornar le nozze;

è ver, potrei svelarmi,

ma non è tempo... ei viene... ah qual tumulto

provo nel sen allor che m'è vicino.

 

<- Contino

CONTINO

Maledetto destino!  

Ecco contro mia voglia son costretto

chieder scusa ad Arminda...

Ma qui la giardiniera?... Ah questa è lei

questa è certo Violante...

gl'occhi, la grazia, il brio... eh non m'inganno

tutta, tutta assomiglia...

SANDRINA

Signor, qual meraviglia,

cosa vedete in me?

CONTINO

Veggo l'immagine

di una tenera amante...

SANDRINA

Ed io ravviso un barbaro incostante.

CONTINO

Come?... Perché... (L'ho detto

è lei in carne, e in ossa.)

SANDRINA

Perfido, non rammenti

quant'io già piansi un giorno

e sospirai per te, quanto piangesti

tu per me, e sospirasti!

CONTINO

È vero, è ver, ma il caso...

SANDRINA

Dimmi, barbaro mostro, qual delitto

punisti in me? Oh dio! Tu senza colpa

mi trafiggi, m'uccidi,

innocente mi scorgi, eppur mi lasci

misera desolata...

(piange)

CONTINO

Ohimè! Che sudor.

Dimmi, dimmi, tu vivi...

Ma come in queste vesti,

mia cara marchesina...

SANDRINA

Così disse morendo la meschina.

CONTINO

Ella dunque morì?

SANDRINA

Meglio di voi

chi può saperlo?

CONTINO

(Io certo non capisco;

ma quei moti, quegl'atti... è tutta lei.

Non ne perde un capello.)

SANDRINA

Or via partite

che volete da me? Se viene Arminda,

miseri noi.

CONTINO

(intimorito)

Dov'è... parto, sì parto...

(s'incammina e poi si trattiene guardandola)

Ohimè! Par che non possa

di qui muovere il piè... per simpatia,

deh fate almen, che in queg'occhietti vaghi...

SANDRINA

A chi parlate?

CONTINO

A voi, mio sol, mia luna,

mia cometa brillante

che avete il viso della mia Violante.

 
[N. 15 - Aria]

 N 

Andante (fa maggiore) / Allegro
Archi, 2 flauti, 2 corni.

Care pupille belle,    

volgete un sguardo a me,

ah se voi siete quelle

che delirar mi fate...

S

(Sandrina mostra sdegnarsi e lo sollecita a partire)

 

Parto non vi sdegnate,

che barbaro rigor.

(il Podestà sta in osservazione ed avvicinandosi Sandrina lo vede e si scosta, ed in luogo di Sandrina entra il Podestà, e mentre il Contino timoroso vuol prendere la mano di Sandrina, prende quella del Podestà)

<- Podestà

 

Ma nel partir, carina.

Vorrei, se m'è permesso,

baciar quella manina

per segno del mio amor.

Oh che manina tenera,

io me ne vado in cenere,

dolcissima mia Venere.

(al Podestà)

Padrone stimatissimo,

gli son buon servitor.

(Destin maledettissimo,

mancava questo ancor.)

(parte)

Contino ->

 

Scena sesta

Il Podestà e Sandrina.

 
Recitativo

PODESTÀ

(verso la parte dove è entrato il Conte)

Va', Conte disgraziato,  

voglio che paghi il fio...

(a Sandrina adirato)

Indegna sfacciatella, che ti pare?

A un uom della mia sorte,

a un padrone che t'ama...

SANDRINA

Oh dio! Che a torto,

signor, mi strapazzate.

PODESTÀ

Come a torto s'io vidi...

SANDRINA

V'ingannate.

PODESTÀ

Perché dunque con me fai la ritrosa?

Sei tanto schizzinosa?

SANDRINA
(tenera)

Mio caro padroncino... ah se sapeste

quanto sono infelice.

PODESTÀ

Non temer idol mio,

vieni con me... (Più non resisto.) Ah cara,

tu sei l'amato oggetto,

che il cor... non so che dir... io non connetto.

Andiamo.

SANDRINA

Perdonate.

Io non deggio, non posso.

PODESTÀ

Come, come? Perché?

SANDRINA
(risentita)

Perché non voglio; al fine...

PODESTÀ

Al fin tu sei

una vil serva che innalzar procuro.

SANDRINA

Di così grand'onor io non mi curo.

PODESTÀ

Indegna; tanto ardir? Ad un par mio

a un podestà... cospetto! Chi mi tiene

di subissarti adesso?

SANDRINA
(risoluta)

E qual ragione,

qual dritto avete voi

d'insultarmi così, di minacciarmi?

Da me che pretendete? Una donzella

si tratta con rispetto,

altrimenti sappiate,

che ho spirto, ho petto, ho core... ah perdonate

il trasporto, o signor; lo so, lo vedo

che trascorse il mio labbro.

Ma scorgo ancora... sì, già il cor me 'l dice

che vi move a pietade un'infelice.

 
[N. 16 - Aria]

 N 

Grazioso (la maggiore) / Andante con moto
Archi.

(con tenerezza)

Una voce sento al core  

che mi dice pian pianino:

il tuo caro padroncino

tutto è pieno di bontà.

E in quel volto, in quegl'occhietti

che pur sembran sdegnosetti

vi si scorge la pietà.

Ah mi fugge, non m'ascolta,

già divien con me tiranno;

dalla smania, dall'affanno

io mi sento lacerar.

Fanciullette che m'udite,

se pietà di me sentite,

una figlia sventurata,

infelice, abbandonata,

deh venite a consolar.

(parte)

Sandrina ->

 

Scena settima

Il Podestà, poi Arminda, indi Ramiro con foglio.

 
Recitativo

PODESTÀ

Ah che son stato un sciocco!  

È vergognosa, povera ragazza.

Ho fatto una gran forza

a trattenere il pianto.

La voglio seguitare... ah maledetta

la mia fortuna! Tutto

congiura a danno mio...

Vo' veder di placarla...

 

<- Arminda

ARMINDA

Signor zio,  

già pentito il Contino

d'avermi disgustata,

sollecita i sponsali: in questo punto

voglio dargli la mano.

 

<- Ramiro

RAMIRO

Signore, da Milano  

mi giunge adesso un foglio

d'un mio stretto parente, in cui mi acclude

un'istanza formata

al regio magistrato, e a voi rimessa

per far seguir l'arresto

d'un omicida, che qui alberga, e questi

è il Contino Belfior, no 'l crederete?

PODESTÀ

Il Contino Belfiore?

RAMIRO

Ecco leggete.

(gli dà il foglio)

ARMINDA

Un sogno sarà questo.

RAMIRO

Purtroppo è ver: mi spiace,

contessina gentil.

(Per vendicarmi

che propizia occasione

mi presenta la sorte!)

PODESTÀ

Eh ben, l'istanza

asserisce che il conte sia stato l'omicida

della marchesina Onesti...

ARMINDA

Eh non credete...

PODESTÀ

(ad Arminda)

Non tocca a voi, tacete

che parla il Podestà...

(a Ramiro)

Ma come reo

si pretende il Contino? E dove sono

le prove a un tal delitto?

RAMIRO

(Lo comprendo ben io.) Signor pensate,

che non dée la giustizia

per qualunque ragion restar negletta;

io vi lascio...

PODESTÀ

Ma pian, non tanta fretta.

Si potrebbe... (Che imbroglio!)

ARMINDA

Eh lasciate che parta.

RAMIRO

Sì, me n'andrò, ma d'ogni vostro passo

darne conto dovrete

al magistrato.

PODESTÀ

Or ben, venga il Contino;

si sospendan le nozze; e s'egli è reo

non vo' che un delinquente, un inquisito,

abbia una mia nipote per marito.

 
[N. 17 - Aria]

 N 

Allegro (sol maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

Una damina,  

una nipote,

vistosa e nobile

con buona dote

voglio affogarla,

precipitarla?

Il matrimonio

sia per non fatto,

or vado e subito

guasto il contratto,

questo far devesi,

questo convien.

Sarei tacciato

nell'Alemagna,

avrei critica

in Francia, in Spagna,

cosa direbbesi

nel mondo intero

d'un uom celebre,

d'un cavaliero,

d'un letterato,

d'un podestà?

(ad Arminda)

Non ci pensate,

non vi adirate,

cos'ha da essere,

così sarà.

(parte)

Podestà ->

 

Scena ottava

Arminda e Ramiro.

 
Recitativo

RAMIRO

Sappi Arminda, ben mio...  

ARMINDA

Chiudi quel labbro

perfido menzogner.

RAMIRO

T'inganni, io sono...

ARMINDA

Odioso agl'occhi miei.

RAMIRO

Dell'amor tuo...

ARMINDA

Non sei degno.

RAMIRO

Rammenta...

ARMINDA

No.

RAMIRO

M'ascolta...

ARMINDA

Ardo di sdegno.

(parte)

Arminda ->

 

Scena nona

Ramiro solo.

 

 

Eppur dalla costanza  

ch'io serbo nel mio petto

mi sento lusingar; non ingannarmi,

o speranza fallace,

a te fido il mio core, e la mia pace.

 
[N. 18 - Aria]

 N 

Larghetto (si bemolle maggiore)
Archi, 2 fagotti.

Dolce d'amor compagna,  

speranza lusinghiera,

in te quest'alma spera,

tutta riposa in te.

Tu mi sostieni in vita,

tu mi conduci in porto,

o amabile conforto

di mia sincera fé.

(parte)

Ramiro ->

 
 

Scena decima

Sala.
Il Podestà, Arminda, Serpetta, indi il Contino.

 Q 

Podestà, Arminda, Serpetta

 
Recitativo

PODESTÀ

Credimi nipotina  

io son fuori di me; se il conte è reo

che cosa avrò da far?

ARMINDA

A voi non manca

maniera di salvarlo.

SERPETTA

Se volete,

sol dipende da voi.

PODESTÀ

Questo va bene:

ma se Ramiro intanto... ecco che viene.

(vedendo venire il Contino siede)

 

<- Contino

CONTINO

(al Podestà)

Signore, eccomi pronto.  

(ad Arminda)

A voi corro, sposina... in tal momento

tutto mi brilla il core... oh che contento!

Salto per allegrezza,

e posso con franchezza vagheggiare

quei vezzosetti rai...

presto, presto la mano.

PODESTÀ

(grave e sostenuto)

Olà, che fai?

Che forse non ravvisi

il torbido sembiante

di un giudice severo a te davante?

CONTINO

Sposa... sposa...

ARMINDA

Deh taci.

CONTINO

Mio signore...

PODESTÀ

Silenzio.

CONTINO

Serpetta...

SERPETTA

Non parlate.

PODESTÀ

Al giudice rispondi:

chi sei, come ti chiami?

CONTINO
(timido)

Il Contino

Belfiore... quello... il quale...

cioè lo sposo...

PODESTÀ

Basta.

Dimmi, tu conoscesti

la marchesina Onesti?

CONTINO

Che dirò?

ARMINDA
(piano al Contino)

Di' che non sai.

CONTINO

Non la conosco, oibò.

PODESTÀ

Ella vive?

CONTINO

No, signore.

SERPETTA
(piano al Contino)

Che dite?

PODESTÀ

Dunque è morta?

CONTINO

Non so... cioè... ma senta...

ARMINDA
(piano al Contino)

Niega, se vuoi salvarti.

PODESTÀ

È ver quel che si dice

ch'ella sia stata uccisa?

CONTINO

(Purtroppo è ver.) Ma sappia...

Signor sì... no, signore...

SERPETTA
(piano al Contino)

Non v'imbrogliate.

PODESTÀ

È pubblica la voce

che tu quella uccidesti.

CONTINO

Oibò... l'amore

cioè la gelosia...

fu casualità...

PODESTÀ

Non più.

ARMINDA

(Che sciocco!)

PODESTÀ

Conte, pensa a' tuoi casi: un tal delitto

a te viene imputato

se innocente tu sei (così l'intendo)

difenditi se puoi.

 

Scena undicesima

Sandrina, e detti.

<- Sandrina

 

SANDRINA

Io lo difendo.  

CONTINO

Oh sorte!

ARMINDA

Oh buona!

SERPETTA

Oh bella!

ARMINDA

Forse la villanella...

SERPETTA

Qualche cosa saprà.

PODESTÀ

Che dir potrai

in sua difesa?

ARMINDA

Parla,

Sandrina mia.

SERPETTA

Di' pure,

cara amica.

SANDRINA

Dal Conte

cosa mai si pretende?

Di qual delitto è reo?

PODESTÀ

D'aver uccisa

la marchesina Onesti.

SANDRINA

È una calunnia.

Ferita fu Violante

ma non morì, ciascuno

vegga Violante in me; sì, quella io sono,

lode al cielo son viva, e gli perdono.

CONTINO
(con trasporto)

Ah lo dissi... mia cara...

PODESTÀ

Tu Violante?

ARMINDA
(a Sandrina deridendola)

Tu marchesa?

SERPETTA

Tu dama?

SANDRINA

Sì, son io, né mentisco...

PODESTÀ
(a Sandrina)

Ma, figlia mia, ti pare...

con sì sciocco pretesto.

SANDRINA

Dite ciò che volete,

ma ben presto vedrete

con tante prove, e tante

ch'io son la marchesina Violante.

CONTINO

(Questa parla da vero... oh che allegrezza...)

Ah me lo dice il core

che risalta giolivo.

PODESTÀ

Il punto è sospensivo:

si vada a consultare.

(Ma se perder dovrò Sandrina mia,

ah ch'io certo farò qualche pazzia.)

(parte)

Podestà ->

 

ARMINDA

Comincio a dubitar; ma o sia Sandrina,  

o sia Violante, in fretta

or vado a meditar la mia vendetta.

(parte)

Arminda ->

 

SERPETTA

Ancor io me n'andrò,  

venga chi sa venire, io riderò.

(parte)

Serpetta ->

 

CONTINO
(a Sandrina)

Adorato mio bene...  

io più non capo in me... lascia, deh lascia

che al fin su quella mano io possa...

(va per baciargli la mano)

SANDRINA

(lo rigetta)

Indietro. Vi sognate.

Quella mi finsi solo per salvarvi

e mi prevalsi a tempo

della gran somiglianza

che diceste aver io

colla morta Violante.

CONTINO

Una calda, e una fredda; addio cervello.

SANDRINA

Andate pure, andate

dalla vezzosa Arminda,

dal vostro dolce amore;

ella attende da voi la mano, il cuore.

(parte)

Sandrina ->

 

Scena dodicesima

Il Contino solo.

 
[N. 19a - Recitativo]

 N 

Andante / Allegro / Adagio / Allegro risoluto / Adagio
Archi, 2 oboe, 2 corni.

 

Ah non partir... m'ascolta,  

ohimè chi mi respinge... eh via, si vada...

ma piano... il suol traballa

ed un'oscura nebbia

mi va girando intorno

è turbine, è tempesta, è notte, o giorno?

Arminda, Violante,

uccider mi volete?

Ecco ferite pur... ma voi piangete?

Che serve questo pianto,

voglio morir... ecco il tuono... ecco il fulmine,

che mi piomba sul capo; oh ti ringrazio,

Giove amico, tu solo,

tu mi rechi conforto,

sposa, amica, piangete; ohimè! Son morto.

Già divento freddo, freddo,

trema il piè, s'arresta il sangue,

manca il fiato, il cor già langue,

più non reggo... ohimè che caso!

Per la fronte, e per il naso

scorre un gelido sudor.

 
[N. 19b - Aria]

 N 

Adagio (mi bemolle maggiore) / Tempo di minuetto
Archi.

Ma pian piano, pur cammino,  

giro gl'occhi, e con diletto

parmi udire qui vicino

un soave ciufoletto

sarò forse ai campi Elisi:

potria darsi... sì signor.

Zitto, zitto... il vento sibila.

Va strisciando l'aria intorno,

veggo il sole, veggo il giorno,

più non v'è da dubitar.

Che allegrezza; ancor ci sono,

penso ancora, ancor ragiono:

sì son vivo, il cor mi brilla,

vo' godere, e giubilar.

(parte)

Contino ->

 

Scena tredicesima

Nardo, poi il Podestà e Ramiro, indi Serpetta.

<- Nardo

 
Recitativo

NARDO

Oh poveretto me! La padroncina  

per tutto ho ricercata, e non si trova;

ah, ch'io temo... chi sa... forse al Contino

si sarà palesata... eh non può stare;

s'ella stessa mi diede ordine espresso

di non scoprirmi a lui...

Ma qui gente ne viene, vo' celarmi

se potessi indagare...

(si ritira e sta in osservazione)

 

<- Podestà, Ramiro

RAMIRO

(discorrendo col barone)

Deve però provare  

che Violante ella sia.

PODESTÀ

Questo s'intende;

ma pur dal suo parlar libero, e franco

quasi scommetterei...

RAMIRO

E ben, qualora

resterò persuaso...

 

<- Serpetta

SERPETTA

(finge di essere affannata)

Che accidente, che caso!  

È fuggita Sandrina.

PODESTÀ

Ohimè! Che dici!

NARDO

(Fuggita, come mai!)

RAMIRO

Non mi capacito.

PODESTÀ

Ah non si perda tempo;

si deve ritrovar, farò fracassi

precipizi, ruine...

Presto vadino tutti.

SERPETTA

Ma già siamo alla notte.

PODESTÀ

O notte, o giorno,

si mandi, si spedisca a ricercarla...

eh no, che andrò in persona per trovarla.

(parte con Ramiro)

Podestà, Ramiro ->

 

Scena quattordicesima

Serpetta e Nardo in osservazione.

 

SERPETTA

Va' pur, ma questa volta  

ti strapperei li denti.

NARDO

(Potessi da costei

ricavar qualche cosa.)

SERPETTA

Si credeva

la sciocca giardiniera

con spacciarsi una dama

metter tutti in scompiglio:

e Arminda con ragione

l'ha fatta trasportare

in un luogo remoto

qui nel bosco vicino,

pieno d'animalacci, e forse adesso

qualche lupo affamato la divora.

NARDO

(Ohimè che sento! Al conte in quest'istante

vado a svelar... povera Violante!)

(parte in fretta)

Nardo ->

 

SERPETTA

Da una parte mi spiace, ma dall'altra  

se l'è andata cercando: ed oggigiorno

politica ci vuol, bisogna fingere,

ed usar secretezza nell'amore,

né dir giammai, quel che serbiam nel core.

 
[N. 20 - Aria]

 N 

Andantino grazioso (sol maggiore) / Allegro
Archi.

Chi vuol godere il mondo  

lo lasci come sta.

Di niente mi confondo,

lo prendo come va.

Lo so che una fanciulla

dev'esser di buon cuore,

andar sincera e schietta;

ma ciò non serve a nulla

cogl'uomini oggidì

bisogna esser accorta,

mostrarsi indifferente,

finger la modestina,

fare la gattamorta,

saperli lusingar.

Quand'ero ancor fanciulla

mamma mi diè la scuola,

la voglio seguitar.

(parte)

Serpetta ->

 
 

Scena quindicesima

Luogo deserto, ed alpestre di antichi acquedotti in parte rovinati fra' quali vi è una grotta oscura praticabile.
Sandrina timorosa, e tremante, nell'atto che si vedono precipitosamente fuggire diverse Persone, che l'hanno ivi lasciata.

 Q 

<- persone, Sandrina

persone ->

 
[N. 21 - Aria]

 N 

Allegro agitato (do minore)
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni.

SANDRINA

Crudeli, oh dio! Fermate:    

qui sola mi lasciate...

misera... chi m'aiuta,

soccorso chi mi dà.

Ah numi, son perduta,

muovetevi a pietà.

S

Sfondo schermo () ()

 
Recitativo

 

Dove son! Che m'avvenne!  

Dunque son qui condotta

infelice, a morir! Numi pietosi,

se vi muove il dolore, il pianto mio,

deh guidate i miei passi...

Ma oh dio! Per questi sassi

non so dove m'inoltro...

Dovunque il guardo io giro, altro non vedo

che immagini d'orror, e solo io sento

le voci del mio duol, del mio tormento.

 
[N. 22 - Cavatina]

 N 

Allegro agitato (la minore) / Andante / Allegro / Presto
Archi, oboe solo, fagotto solo.

Ah dal pianto, dal singhiozzo    

respirar io posso appena:

non ho voce, non ho lena,

l'alma in sen mancando va.

S

Sfondo schermo () ()

 
Recitativo

 

Ma qui niuno m'ascolta e niun si vede,  

ahi che vacilla il piede...

Manca lo spirto... oh dèi!

Odo strepito, e parmi

veder tra quelle fronde

un orrido serpente

che coi sibili... ohimè... dove mi celo,

dove corro... che fo... quivi... mi sembra.

Ah non m'inganno... un antro,

in questo, sì, vedrò pur di salvare

questa misera vita;

assistetemi voi, o cieli, aita.

(si ricovera dentro la grotta)

 

Scena sedicesima

Il Contino e Nardo, appoggiati l'un l'altro per il braccio, e detta, poi Arminda, indi il Podestà e Serpetta, finalmente Ramiro.

<- Contino, Nardo

 
[N. 23 - Finale II (Settetto)]

 N 

Andante sostenuto (mi bemolle maggiore) / Allegretto (sol maggiore) / Allegro (do maggiore) / Andantino (sol maggiore) / Allegro (do maggiore)
Archi, 2 flauti, 2 corni.
 

CONTINO

Fra quest'ombre, o questo scuro,  

fra le spine, o fra li sassi,

Nardo mio, guida i miei passi,

ch'io non so dove m'andar.

NARDO

Oh che tenebre, che orrore,

camminiamo a poco a poco:

esser qui dovrebbe il loco

di poterla ritrovar.

SANDRINA

Parmi udire qui d'appresso

un confuso mormorio:

ah che sol la morte, oh dio!

può dar fine al mio penar.

 

<- Arminda

ARMINDA

In quest'orrido deserto

sarà certo capitato

il Contino disperato

la sua bella a ricercar.

CONTINO

Odo là qualche rumore.

SANDRINA

Voglio bene assicurarmi.

NARDO

Voglio un poco più accostarmi.

(si vanno accostando a poco a poco e si mettono in attenzione)

ARMINDA

Sento gente in quella parte.

SANDRINA, ARMINDA, CONTINO E NARDO

Starò meglio ad ascoltar.

 

<- Podestà

PODESTÀ

Camminando così al buio

benché vada a passo lento,

vo inciampando ogni momento,

e dovrò precipitar.

 

<- Serpetta

SERPETTA

Sola sola, piano piano

son venuta qui ancor'io

per vedere il fatto mio

e potermi regolar.

CONTINO

Chi va là?

SANDRINA

Ohimè meschina!

PODESTÀ

Chi s'avanza?

SERPETTA

Ah poverina!

NARDO

Date il passo.

ARMINDA

Ahi che terrore!

SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, CONTINO, PODESTÀ E NARDO

Che sussurro, che rumore,

e nemmen posso scappar.

PODESTÀ
(ad Arminda credendola Sandrina)

Siete voi Sandrina mia?

ARMINDA
(al Podestà credendolo il Contino)

Sì son io. (Quest'è il Contino.)

CONTINO
(a Serpetta credendola Sandrina)

Siete voi Sandrina amata?

SERPETTA
(al Contino credendolo il Podestà)

Sì, son io. (È il Podestà.)

NARDO
(a Sandrina)

Siete voi mia padroncina?

SANDRINA

Questo è Nardo, non pavento.

SANDRINA, SERPETTA E ARMINDA

Che piacere, che contento,

l'ho saputo ritrovar.

Insieme

CONTINO, PODESTÀ E NARDO

Che piacere, che contento,

l'ho saputa ritrovar.

 

RAMIRO
(verso la scena)

Qui fermate amici il piede,

nascondetevi per poco,

che a suo tempo chiamerò.

PODESTÀ

Vien più gente.

ARMINDA

Che sventura!

CONTINO

Dia la voce!

SERPETTA

Che paura!

NARDO

Torni indietro!

SANDRINA

Ah cosa è questa!

 

<- Ramiro

RAMIRO
(ad Arminda)

(entra)

Ora il tutto scoprirò.

PODESTÀ

Via, partiamo.

ARMINDA

Eccomi pronta.

CONTINO
(a Serpetta)

Presto andiam.

SERPETTA

Pronta son io.

NARDO

Che facciamo?

SANDRINA

Tremo, oh dio!

SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, CONTINO, PODESTÀ E NARDO

Ah vien meno il cor nel seno

e più reggere non sa.

RAMIRO

(verso la scena da dove apparisce un gran chiarore di faci accese)

Via correte, amici, a volo,

su venite un poco qua.

Mi rallegro, mi consolo

di sì gran felicità.

(tutti sorpresi, guardandosi con ammirazione)

CONTINO

Qui Serpetta?

SERPETTA

Qui il Contino?

PODESTÀ

La nipote?

ARMINDA

Il Podestà?

TUTTI

Che sorpresa inaspettata,

ah di noi che mai sarà!

 

ARMINDA
(al Podestà)

Eh v'ingannate,

io non son quella.

SANDRINA
(a Nardo)

Eh voi scherzate,

non son la bella.

SERPETTA
(al Contino)

Eh voi sbagliate,

non son già matta.

CONTINO, PODESTÀ E NARDO

Bravi da vero

l'abbiamo fatta.

Né la potremo

più rimediar.

ARMINDA
(al Contino)

Ah, vile indegno,

ah traditore,

or or vedrai

la mia vendetta.

PODESTÀ
(a Sandrina)

Ah, donna barbara,

ingrato core,

già nel mio seno

l'ira si desta.

SANDRINA

Ohimè! Vacilla,

gira la testa,

parmi che il suolo

vada a mancar.

NARDO
(a Serpetta)

Fa' ciò che vuoi,

quello ti sprezza.

SERPETTA
(a Nardo)

Questo non deve

premere a lei.

RAMIRO
(ad Arminda)

Perché, tiranna,

cotanta asprezza.

ARMINDA
(a Ramiro)

Oggetto odioso

tu fosti e sei.

SANDRINA E CONTINO

S'offusca il cielo,

l'aria s'intorbida

io sudo, e palpito,

agghiaccio, e tremo,

e già comincio

a delirar.

SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, PODESTÀ E NARDO

Ah che di stizza,

di rabbia fremo,

e il cor mi sento

tutto avvampar.

SANDRINA

Mio Tirsi, deh senti

le dolci sirene,

con placido incanto

qui sciolgono il canto;

e in dolce riposo

ci fanno goder.

CONTINO

Ascolta mia Clori

la lira d'Orfeo,

che incanta le belve,

che muove le selve,

e arresta nell'onde

rapito il nocchier.

SANDRINA E CONTINO

Che caro contento

che grato piacer.

PODESTÀ
(al Contino)

Mio signore una parola

un duello di pistola

favorisca d'accettar.

RAMIRO
(al Contino)

Mio signor, non se ne vada,

un duello colla spada

lei non deve ricusar.

ARMINDA

Deh per pietà, fermatevi.

(accorrono tutti)

SERPETTA E NARDO

Che serve questo strepito?

RAMIRO E PODESTÀ

Non posso più reprimere

lo sdegno, ed il furor.

SANDRINA

(freneticando)

Io son Medusa orribile.

CONTINO

(freneticando)

Io sono Alcide intrepido.

SANDRINA E CONTINO

Ninfe vezzose e placide

basta, non più rigor.

ARMINDA E PODESTÀ

Ma che, voi delirate?

RAMIRO E NARDO

Chi sa che cosa dite.

SANDRINA

Largo, non v'affollate.

CONTINO

Olà, non m'impedite.

SANDRINA E CONTINO

Voi grate avrete flebili

temprate il grande ardor.

SERPETTA, ARMINDA, PODESTÀ E NARDO

Usciti son di sesto,

sono impazziti già.

RAMIRO
(ad Arminda)

Sol la cagion tu sei

di tal fatalità.

SANDRINA E CONTINO

Quando finisce, oh dèi,

la vostra crudeltà.

SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, PODESTÀ E NARDO

Che caso funesto

che gran frenesia;

più strana pazzia

chi mai può trovar.

SANDRINA E CONTINO

(sempre in pazzia)

Che giubilo è questo,

che grata armonia

che bella allegria,

vogliamo ballar.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Atrio del palazzo del Podestà.

 
<- Arminda, Ramiro

Non fuggirmi spietata

Arminda
Ramiro ->

Eppur mi fa pietà: comprendo appieno

Arminda
<- Contino

Ah che son disperato!

[N. 13 - Aria]

Contino
Arminda ->

Ah costei non è donna

Contino
<- Serpetta

Signore / Oimè / Che cos'è stato?

Serpetta
Contino ->

Quanto lo compatisco

Serpetta
<- Nardo

Mia vezzosa Diana, perdonate

[N. 14 - Aria]

Serpetta
Nardo ->

Costui mi dà piacer, sarebbe bella

Serpetta ->
<- Sandrina

Che strano caso è il mio!

Sandrina
<- Contino

Maledetto destino!

[N. 15 - Aria]

Sandrina, Contino
<- Podestà

(il Podestà non visto dal Contino)

 
Sandrina, Podestà
Contino ->

Va', Conte disgraziato

[N. 16 - Aria]

Podestà
Sandrina ->

Ah che son stato un sciocco!

Podestà
<- Arminda

Signor zio, già pentito il Contino

Podestà, Arminda
<- Ramiro

Signore, da Milano

[N. 17 - Aria]

Arminda, Ramiro
Podestà ->

Sappi Arminda, ben mio

Ramiro
Arminda ->

Eppur dalla costanza

[N. 18 - Aria]

Ramiro ->

Sala.

Podestà, Arminda, Serpetta
 

Credimi nipotina

Podestà, Arminda, Serpetta
<- Contino

Signore, eccomi pronto

Podestà, Arminda, Serpetta, Contino
<- Sandrina

Io lo difendo / Oh sorte!

Arminda, Serpetta, Contino, Sandrina
Podestà ->

Comincio a dubitar

Serpetta, Contino, Sandrina
Arminda ->

Ancor io me n'andrò

Contino, Sandrina
Serpetta ->

Adorato mio bene

Contino
Sandrina ->

[N. 19a - Recitativo]

Ah non partir... m'ascolta

[N. 19b - Aria]

Contino ->
<- Nardo

Oh poveretto me! La padroncina

(Nardo si ritira e sta in osservazione)

Nardo
<- Podestà, Ramiro

Deve però provare

Nardo, Podestà, Ramiro
<- Serpetta

Che accidente, che caso!

Nardo, Serpetta
Podestà, Ramiro ->

Va' pur, ma questa volta

Serpetta
Nardo ->

Da una parte mi spiace, ma dall'altra

[N. 20 - Aria]

Serpetta ->

Luogo deserto, ed alpestre di antichi acquedotti in parte rovinati fra' quali vi è una grotta oscura praticabile.

<- persone, Sandrina
Sandrina
persone ->

[N. 21 - Aria]

Dove son! Che m'avvenne!

[N. 22 - Cavatina]

Ma qui niuno m'ascolta e niun si vede,

(Sandrina si ricovera dentro la grotta)

Sandrina
<- Contino, Nardo

[N. 23 - Finale II (Settetto)]

Contino, Nardo, Sandrina, poi Arminda, indi Podestà, Serpetta, Ramiro
Fra quest'ombre, o questo scuro
Sandrina, Contino, Nardo
<- Arminda
 
Sandrina, Contino, Nardo, Arminda
<- Podestà
 
Sandrina, Contino, Nardo, Arminda, Podestà
<- Serpetta
 
Sandrina, Contino, Nardo, Arminda, Podestà, Serpetta
<- Ramiro
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima
Vago giardino con spaziosa scalinata per cui si ascende al palazzo del Podestà. Galleria. Giardino pensile. Atrio del palazzo del Podestà. Sala. Luogo deserto, ed alpestre di antichi acquedotti in parte rovinati fra' quali vi è una grotta oscura... Cortile. Giardino.
[Ouverture] [N. 1 - Introduzione (Quintetto)] [N. 2 - Aria] [N. 3 - Aria] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Aria] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Aria] [N. 8 - Aria] [N. 9a - Cavatina] [N. 9b - Cavatina] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Cavatina] [N. 12 - Finale I (Settetto)] [N. 13 - Aria] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Aria] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Aria] [N. 19a - Recitativo] [N. 19b - Aria] [N. 20 - Aria] [N. 21 - Aria] [N. 22 - Cavatina] [N. 23 - Finale II (Settetto)] [N. 24a - Aria] [N. 24b - Duetto] [N. 25 - Aria] [N. 26 - Aria] [N. 27a - Recitativo] [N. 27b - Duetto] [N. 28 - Finale III (Coro)]
Atto primo Atto terzo

• • •

Testo PDF Ridotto