Atto primo

 
[Ouverture]

 N 

Allegro (re maggiore) / Andantino grazioso (la maggiore) per archi / Allegro (re maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.
 

Scena prima

Vago giardino con spaziosa scalinata per cui si ascende al palazzo del Podestà.
Il Podestà, il cavalier Ramiro e Serpetta che scendono dalla scalinata; Sandrina e Nardo applicati alla coltura del giardino.

 Q 

Sandrina, Nardo

<- Podestà, Ramiro, Serpetta

 
[N. 1 - Introduzione (Quintetto)]

 N 

Allegro moderato (re maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.
 

TUTTI

Che lieto giorno  

che contentezza,

qui d'ogn'intorno

spira allegrezza;

amor qui giubila,

brillando va.

RAMIRO

Fra cento affanni

sospiro, e peno,

per me non splende

mai dì sereno,

per me non trovasi

felicità.

PODESTÀ

Il cor mi balza

per il piacere

tra suoni e canti

dovrò godere:

Sandrina amabile

pur mia sarà.

SANDRINA

Sono infelice,

son sventurata,

mi vuole oppressa

la sorte ingrata

di me più misera

no non si dà.

NARDO

(accennando a Serpetta)

Neppur mi guarda,

neppur mi ascolta;

farà costei

darmi una volta,

che donna barbara

senza pietà.

SERPETTA

(accennando il Podestà)

Con quella scimmia

già s'è incantato,

fa il cascamorto,

lo spasimato

ma se mi stuzzica

la pagherà.

RAMIRO

Celar conviene

la pena ria.

PODESTÀ

Via sollevatevi

Sandrina mia.

SANDRINA

Son troppe grazie,

troppa bontà.

RAMIRO

Vedrò placata

l'iniqua stella.

PODESTÀ

Non so lasciarla

ch'è troppo bella.

SERPETTA

Son pieni gl'uomini

di falsità.

 
Recitativo

PODESTÀ

Viva, viva il buon gusto  

della mia vezzosetta giardiniera.

Ch'è il più gradito fior di primavera.

Ramiro, che vi pare?

RAMIRO

Non v'è che dir, mi sembra

il giardino incantato, eppur non basta

a farmi rallegrar.

PODESTÀ

Questa è pazzia.

Ma tu, Sandrina mia,

perché mesta così?

SERPETTA
(a Sandrina)

Uh, che sia maledetta.

Dopo giunta costei

non mi guarda più in faccia.

NARDO

(a Serpetta che non gli dà udienza)

Neppure un'occhiatina.

PODESTÀ

Via, spiegati carina, che t'affanna?

SERPETTA

Patisce il mal di core.

SANDRINA

Io non merto, signore,

tanta vostra bontà. Dovrei godere,

sperar dovrei. Ma sento

che in seno un fiero affanno

del povero mio cor si fa tiranno.

NARDO
(a Serpetta)

Pur dovresti pensare...

SERPETTA

Mi sento dalla rabbia divorare.

PODESTÀ

Don Ramiro, Sandrina, allegramente.

Qui a momenti s'attende

la sposa mia nipote. Prepariamoci

ai banchetti, ai festini.

Io non voglio vedere malinconia

oggi che siamo in tempo d'allegria.

SANDRINA

Ah che procuro invano...

RAMIRO

Invan mostro scioltezza...

PODESTÀ

Amico, ho gran timore,

che sia del vostro mal cagione amore.

RAMIRO

Purtroppo è ver; per una donna infida

son ridotto a languire...

PODESTÀ

Oh che sproposito!

Affliggersi così per una donna

por la vita in periglio?

Prendete il mio consiglio;

scegliete un'altra bella,

dategli il vostro core,

che se amor vi ferì

vi sani amore.

RAMIRO

Mi guardi il ciel, che appena

dalle catene sciolto, cercar voglia

nuovi ceppi per me; non fia mai vero,

che mi venga in pensiero idea sì stolta

e m'accenda d'amore un'altra volta.

 
[N. 2 - Aria]

 N 

Allegro (fa maggiore)
Archi.

Se l'augellin se n' fugge  

dalla prigione un giorno,

al cacciatore intorno

non più scherzando va.

Libero uscito appena

da un amoroso impaccio,

l'idea d'un altro laccio

ah che tremar mi fa.

(parte)

Ramiro ->

 

Scena seconda

Il Podestà, Sandrina, Serpetta e Nardo.

 
Recitativo

PODESTÀ

Presto, Nardo, Serpetta andate, andate  

ché all'arrivo de' sposi

vo' che tutto sia pronto,

con pompa, splendidezza, e proprietà.

SERPETTA

Vo' restar con Sandrina in libertà.

NARDO

Via Serpetta, il padrone

ad ubbidir si vada.

SERPETTA

Vanne, rompiti il collo, ecco la strada.

(Nardo parte e Serpetta resta in disparte)

Nardo ->

 

PODESTÀ

Siam pur soli una volta,  

veniamo un poco a noi: cara Sandrina

mi spiego in due parole:

ardo, moro per te, quel brio, quel vezzo

subito mi colpì.

SANDRINA

Signor, che dite?

Povera villanella...

SERPETTA

(si fa avanti)

Venga Sandrina anch'ella

a travagliar con noi.

PODESTÀ

Sandrina ha da star qui, parti, che vuoi?

SERPETTA

Ubbidisco.

(a Sandrina)

Stregaccia.

(si ritira)

PODESTÀ

Così com'io dicevo,  

speranza del mio cor, so quel che dico

so quel che penso... basta...

SANDRINA

Ah pensate signore al vostro grado,

voi nobile, io meschina...

PODESTÀ

Eh che l'amore

non conosce ragione, uguaglia tutto.

SANDRINA

Ma una donzella onesta

permetter non deve che s'avvilisca...

SERPETTA

(torna come sopra)

Signore compatisca

se interrompo nel meglio.

PODESTÀ

Che disdetta!

SERPETTA

Dica la toeletta

di madama la sposa

dove poi la destina?

PODESTÀ

In gabinetto, in camera, in cucina.

SERPETTA

Mi perdoni.

(a Sandrina)

Sfacciata.

(si ritira)

PODESTÀ

Non più, cara, quel volto  

nobilita la gente,

non l'avvilisce... andiamo.

SANDRINA

Che sperate?

PODESTÀ

Voglio farti mia sposa.

SERPETTA

(come sopra)

Già direte che son...

PODESTÀ

Dico che sei

un'ardita insolente,

temeraria importuna!

SERPETTA

Ma sentite

una parola sola...

PODESTÀ

Parti, va' via di qua, vil donnicciuola.

SERPETTA

(Vado, vado, pazienza.)

Ma tu la pagherai, brutta fraschetta.

(parte)

Serpetta ->

 

SANDRINA

Permettete, signor...  

(vuol partire)

PODESTÀ

No, senti, aspetta,

mia cara non partir; se tu sapessi...

(son fuori di me) che smania,

che tumulto ho nel core,

né so se sia speranza, oppur timore.

 
[N. 3 - Aria]

 N 

Allegro maestoso (re maggiore)
Archi, flauto, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani.

Dentro il mio petto io sento  

un suono, una dolcezza,

di flauti, e di oboè.

Che gioia, che contento,

manco per l'allegrezza,

più bel piacer non v'è.

Presto (re maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani.

 

Ma oh dio, che all'improvviso

si cangia l'armonia

che il cor fa palpitar.

Se n'entran le viole,

e in tetra melodia

mi vengono a turbar.

Poi sorge un gran fracasso:

li timpani, le trombe,

fagotti, e contrabbasso

mi fanno disperar.

(parte)

Podestà ->

 

Scena terza

Sandrina, poi Nardo.

 
Recitativo

SANDRINA

Della nemica sorte  

quante vicende mai finor soffersi!

Trafitta, abbandonata dall'amante

sotto spoglie mentite,

in esercizio abietto son contenta

passare i giorni miei:

almen potessi, oh dèi!

l'ingrato riveder: ma che mi giova

così struggermi in pianto...

 

<- Nardo

NARDO

Marchesina...  

SANDRINA

Ah taci per pietà, potrebbe alcuno

qui ascoltarti.

NARDO

Siam soli

né v'è alcun che ci senta.

SANDRINA

Tu sai, che l'anno è scorso

da quell'infausta notte,

che il Contino Belfiore

invaso da una pazza gelosia

mi trafisse spietato, ed all'istante

credendomi già morta

mi lasciò, si partì.

NARDO

Che brutto caso!

In ripensarlo solo

mi scappan le lagrime.

SANDRINA

Ah caro servo

sai pur, che a solo oggetto

di ritrovar l'amante, in queste spoglie

teco m'indussi andar raminga, e ognuno

mio cugino ti crede.

Ma quivi giunta appena,

si preparan per me nuovi disastri.

NARDO

Ma quella, perdonate,

mi pare frenesia: giacché la sorte

ci ha fatto capitare

in questo bel soggiorno

ove dal Podestà voi siete amata...

SANDRINA

Questo motivo appunto

or mi sprona a partir, vedermi astretta

i sospiri, le smanie,

i rimproveri udire in ogni istante

d'un importuno amante...

NARDO

Eh signorina

chi v'obbliga ad amarlo?

Seguitate lo stil dell'altre donne:

fingete, lusingatelo,

fategli quattro smorfie.

SANDRINA

Oh non mi piace

questo moderno stile:

nemmen per gioco io voglio

arder di nuovo amore; il cor degl'uomini

già conosco abbastanza

vo' subito partire...

(vuol partire)

 

Scena quarta

Ramiro e detti.

<- Ramiro

 

RAMIRO

Gl'uomini s'han da amar, non da fuggire.  

NARDO

E dice molto bene.

RAMIRO

Ah perché mai

voi gl'uomini aborrite?

SANDRINA

Perché finti, e incostanti...

RAMIRO

Eppur vi sono

degl'uomini fedeli; io tal mi vanto,

amai nobil donzella

(ahi rimembranza!)

ed allor ch'io m'offersi

ad unirmi con lei, l'empia mi sprona,

mi tradisce, mi lascia, e m'abbandona.

SANDRINA

Ecco lì! Tutto il male

già provien da noi, povere donne,

che fier destino è il nostro!

Pace non v'è per noi, né contentezza,

né ci serve la grazia e la bellezza.

 
[N. 4 - Aria]

 N 

Grazioso (si bemolle maggiore) / Allegro
Archi.

Noi donne poverine,  

tapine sfortunata,

appena siamo nate

ch'abbiamo da penar.

Disgrazie da bambine,

strapazzi grandicelle,

e dell'età nel fiore,

o siamo brutte o belle

il maledetto amore

ci viene a tormentar.

Meglio saria per noi

non nascere, o morir.

(parte)

Sandrina ->

 
Recitativo

RAMIRO

Sarei felice appieno,  

se più non fosse in vita Arminda ingrata,

o che al mondo per me non fosse nata.

(parte)

Ramiro ->

 

Scena quinta

Nardo.

 

 

Io per me non capisco  

con chi l'abbia costui; ma la padrona

mi sembra ancor che voglia dar di volta.

È ver che n'ha ragione

per quell'indegna azione

che gli fece il Contino

ma forse... e senza forse

il mio caso è peggior, che per Serpetta

mi vado consumando;

ella mi fugge, e scaccia,

neppur mi guarda in faccia... che farò?

Per far che senta amore, piangerò.

Ah che non giova il pianto

a piegar della donna il cor maligno,

ch'è più duro di un ferro o di un macigno.

 
[N. 5 - Aria]

 N 

Allegro (sol maggiore)
Archi, 2 corni.

A forza di martelli  

il ferro si riduce

a forza di scarpelli,

il marmo si lavora;

di donna il cuor ognora

né ferro, né martello,

né amore tristarello

la può ridurre a segno,

la può capacitar.

Siam pazzi tutti quanti

che andiamo appresso a femmine,

si sprezzino; si scaccino,

si fugghino, si piantino,

si lascino crepar.

(parte)

Nardo ->

 
 

Scena sesta

Galleria.
Il Podestà, Arminda, poi Serpetta.

 Q 

Podestà, Arminda

 
Recitativo

PODESTÀ

Mia cara nipotina  

riposatevi un poco, che a momenti

lo sposo giungerà.

ARMINDA

Questa tardanza

è una somma increanza; egli dovea

prevenire il mio arrivo.

PODESTÀ

Forse ancora non sa...

ARMINDA

Non sa ch'io sono

testina, e capricciosa.

PODESTÀ

Via co' le buone, via, che di qui a poco

vi passerà la collera.

ARMINDA

Sediamo.

Eh, qui venghino sedie.

 

<- Serpetta

SERPETTA

(porta sedie)

Ecco sedie, ecco sedie, non gridate.  

Ch'io non sono già sorda.

ARMINDA

Chi è costei?

SERPETTA

Io son la cameriera...

ARMINDA

E non venite

a fare il vostro debito,

a inchinarvi, ossequiarmi,

a baciarmi la mano?

SERPETTA

Or volea farlo...

(Serpetta va per baciare la mano, Arminda ricusa e la discaccia)

ARMINDA

Andate.

PODESTÀ

Andate.

SERPETTA

Vado.

(Serpetta va per partire e Arminda la richiama)

ARMINDA

Eh ragazza, ragazza.

SERPETTA

(Che pazienza!)

ARMINDA

V'è nuova del mio sposo?

SERPETTA

No signora;

ma credo...

ARMINDA

Andate.

PODESTÀ

Andate.

SERPETTA

(Con costei

non farem troppo bene.)

(si ritira)

Serpetta ->

 

ARMINDA

Ditemi signor zio,  

avete voi notizia, se il mio sposo

sia bello manieroso?

PODESTÀ

In quanto a questo...

 

<- Serpetta

SERPETTA

(correndo)

Signori, presto, presto,  

è giunto un carrozzino...

ARMINDA

Questo sarà il Contino.

(s'alzano)

PODESTÀ

Vado a incontrarlo... olà, ch'ognuno stia

pronto all'ufficio suo...

nipotina sentite...

(a Serpetta)

Avvisa tutti...

camerieri, staffieri...

SERPETTA

Eccolo qua.

ARMINDA

Or mettiamoci un poco in gravità.

 

Scena settima

Il Contino Belfiore e detti.

<- Contino

 
[N. 6 - Aria]

 N 

Andante maestoso (mi bemolle maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

CONTINO

Che beltà, che leggiadria,  

che splendore eterni dèi!

Guardo il sole, e guardo lei,

e colpito da quei rai

parmi oh dio! di vacillar.

 
Recitativo

 

Sposa Arminda, mio sole  

precipitosamente

come a sua principessa e sua regina,

il Contino Belfiore a voi s'inchina.

ARMINDA
(sostenuta)

Contino, vi son serva

e vi accetto nel cor.

(Non mi dispiace.)

PODESTÀ

Oh mio signor Contino

e quasi nipotino

prendete un caro abbraccio

con affetto sincero

dal nobil Podestà di Lagonero.

(l'abbraccia)

CONTINO

(ad Arminda)

Permettete sposina

che sulla bianca mano... ah no sbagliai...

(al Podestà)

Perdonate signor, so il dover mio.

Pien d'ossequio... con voi bella ragazza.

No, che mancar non voglio.

(a Serpetta)

Sposa... signor... ragazza... io già m'imbroglio.

SERPETTA

(Quanto mi vien da ridere,

bella caricatura.)

PODESTÀ

Or ditemi un poco

d'Arminda mia nipote

vostra sposa novella,

Contino, che vi par?

CONTINO

Superba, e bella.

Bella fronte, begl'occhi, belle guancie

bel naso, bel bocchino:

ah voi siete mia cara un gelsomino.

ARMINDA

E voi sembrate appunto un girasole,

che si volge qua e là tutti i momenti.

Anzi una banderuola a' quattro venti.

CONTINO

Perché, perché mia cara

mia plenilunia stella

voi mi dite così?

ARMINDA

Perché vi scorgo

volubile e leggero:

(al Podestà)

che dite signor zio?

PODESTÀ

Lasciate ch'io l'osservi

dalla fisionomia mi par... non sbaglio...

nipote, è un uom costante!

CONTINO

Oh costantissimo!

PODESTÀ

Fedele!

CONTINO

Fedelissimo!

Io son qual duro scoglio, anzi qual nave,

che in mezzo al mare infido

mi frango... no, mi spezzo, oibò, m'arresto;

voi m'intendete, il paragone è questo.

PODESTÀ

Oh circa il paragone... udite bene:

voi siete un aquilone... oibò qual nembo...

anzi qual vento... no, qual Mongibello;

voi m'intendete è il paragon più bello.

ARMINDA

Beh lo vedrò, ma ditemi

voi mi amate?

CONTINO

Se v'amo? Al primo lampo

di quei vezzosi, e fulminanti rai

sotto il colpo restai.

ARMINDA

Adagio, adagio

sapete chi son io?

CONTINO

Voi siete, oh cara...

ARMINDA

Io son capricciosa

cervellina insolente.

CONTINO

Ci ho piacere.

PODESTÀ

Me ne consolo.

ARMINDA

Ho buone mani e faccia.

CONTINO

Viva, viva.

PODESTÀ

Benissimo.

ARMINDA

Adopro anche il bastone.

PODESTÀ

Meglio, meglio.

CONTINO

Brava, brava, bravissima,

che grazia, che portento, che scioltezza!

Io mi sento rapir.

ARMINDA

Ci siamo intesi.

Io v'amerò; ma guai

se vi scopro incostante;

anche se foste in mezzo della via

io vi do quattro schiaffi, anima mia.

 
[N. 7 - Aria]

 N 

Allegro (la maggiore)
Archi.

Si promette facilmente  

dagl'amanti d'oggidì,

e la semplice zitella

se lo crede, poverella,

e si fida a dir di sì.

Io però non fo così:

patti chiari, e patti schietti;

pria di dirvi sì o no

voi sarete l'idol mio

il mio ben, la mia speranza;

ma se mai, com'è l'usanza,

mi mancaste, m'ingannaste,

io le mani adoprerò.

 
(parte con Serpetta)

Arminda, Serpetta ->

 

Scena ottava

Il Contino e il Podestà.

 
Recitativo

PODESTÀ

Che dite, signor conte, che vi pare  

di mia nipote?

CONTINO

Oh quanto

m'innamora e m'accende

sì cara bizzarria; oh che fortuna

che bella sorte, amico,

ritrovare una donna,

ma che dico una donna? Ella è una dèa,

che in vezzo, che in beltà, che in leggiadria,

non v'è chi a lei somiglia.

E può dirsi l'ottava meraviglia.

PODESTÀ

Non fo per dir, che m'è nipote, in tutto

ella è particolare;

a sentirla parlare

è un piacere, uno spasso,

sputa sentenze, e par Torquato Tasso.

CONTINO

Eh già si vede, e già la cosa è chiara,

ed alla fama che di lei già corre

per tutte le gazzette

mi sono innamorato:

cent'altre ho ricusato

bellissime fanciulle... no 'l credete?

PODESTÀ

Oh, lo credo pur troppo.

CONTINO

Assicuratevi,

che dovunque son stato,

le donne a truppe, a schiere

correvan disperate

il compendio a mirar nel mio bel volto

di grazia, di valor insieme accolto.

PODESTÀ

Oh bravo il mio Contino,

mi piace il vostro brio.

CONTINO

Son cavalier di spirito,

son stato in guerra viva,

ho espugnato fortezze,

e pur dal viso amabile

della mia cara Arminda

son fatto prigionier, quivi volando

venni a posta corrente,

ho lasciato per lei tutti i miei feudi,

le cariche, i vassalli,

il marchese mio padre,

la duchessa mia nonna, e tanti e tanti

cugini titolati...

(il Podestà ride)

 

Voi ridete? Cattera non sapete

chi sieno i miei parenti.

Vivi, morti e nascenti; udite, udite:

vi darò in abrescé qualche contezza

della mia nobiltà, di mia grandezza.

 
[N. 8 - Aria]

 N 

Andante maestoso (do maggiore) / Allegro
Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe.

Da scirocco a tramontana,    

da levante a mezzogiorno

è palese intorno, intorno

la mia antica nobiltà.

Ho gran feudi ed ho vassalli,

ho più nonni marescialli,

più sorelle principesse,

tre regine, sei contesse,

dieci consoli romani,

ed i principi, i sovrani,

non si posson numerar.

Ma cospetto! Voi ridete?

Signor mio, non li vedete?

Ecco Numa, ecco Scipione,

Marco Aurelio, Marco Agrippa,

Muzio Scevola, e Catone,

e quei due che vanno a spalla

son Tiberio e Caracalla.

Con rispetto salutateli

sprofondatevi, inchinatevi

a ciascun di qua di là.

(parte)

S

Sfondo schermo () ()

Contino ->

 
Recitativo

PODESTÀ

Evviva, evviva i consoli romani,  

Scipione, Caracalla: ah, ah, le risa

non posso trattenere;

questo è spasso da ver, quest'è piacere.

(parte)

Podestà ->

 

Scena nona

Serpetta, poi Nardo con cestino di frutti.

<- Serpetta

 

SERPETTA

In questa casa non si può più stare:  

dopo giunta costei

almeno cento volte

chiamerà in un momento

e di schiattar per lei non me la sento.

Ma Nardo qui s'appressa;

da costui già m'aspetto

la musica ordinaria de' sospiri;

fingerò non vederlo, e qui seduta

mi spasserò a cantare

un'arietta novella,

come vuole il marito una zitella.

(siede)

 

<- Nardo

[N. 9a - Cavatina]

 N 

Grazioso (fa maggiore)
Archi.

Un marito oh dio, vorrei  

amoroso, e pien d'affetto,

ma un marito un po' vecchietto

mamma mia non fa per me.

 
Recitativo

NARDO

(Come in questa canzone  

il sentimento esprime

anch'io gli vo' risponder per le rime.)

 
[N. 9b - Cavatina]

 N 

Grazioso (fa maggiore)
Archi.

Un marito, oh dio, vorresti  

amoroso, e pien d'affetto;

ma un marito giovinetto

figlia mia non fa per te.

 
Recitativo

SERPETTA

Bravo, signor buffone,  

chi vi ha dato licenza

di penetrar fin qui?

NARDO

Cara Serpetta

perdonate l'ardir, qui ritrovai

l'uscio aperto, ed entrai.

SERPETTA

Se volete il padrone

sta da quell'altra parte, andate, andate.

NARDO

Così mi discacciate? Eppur carina,

io scolpita vi tengo in mezzo al petto.

SERPETTA

Cinque volte l'ho detto,

e questa che fan sei;

no, non son per voi gl'affetti miei.

NARDO

Ma tanta tirannia,

dite, oh cara...

SERPETTA

Non più; parlo sincera;

fatto per me non siete.

NARDO

Dite almeno il perché?

SERPETTA

Non mi piacete.

NARDO

Pazienza, eppur un giorno

avrete a richiamarmi.

SERPETTA

(ride)

Ah, ah!

NARDO

Ridete?

SERPETTA

Rido perché credete

che a trovare un marito

ci voglia una gran cosa.

Ve ne son tanti e tanti:

basta ch'io volga un sguardo ho mille amanti.

 
[N. 10 - Aria]

 N 

Allegro (la maggiore) / Andante
Archi.

Appena mi vedon  

chi cade, chi sviene,

mi vengon appresso,

nessuno li tiene.

E come insensati,

storditi, stonati

così van gridando,

smaniando così:

«mirate che occhietti,

che sguardi d'amore,

che vita, che garbo,

che brio, che colore

bellina, carina,

vi vo' sempre amar».

Io tutta modesta

abbasso la testa

neppur gli rispondo

li lascio passar.

 
(Serpetta e Nardo partono)

Serpetta, Nardo ->

 
 

Scena decima

Giardino pensile.
Sandrina, indi Arminda.

 Q 

Sandrina

 
[N. 11 - Cavatina]

 N 

Andantino (do maggiore)
Archi.

SANDRINA

Geme la tortorella  

lungi dalla campagna,

del suo destin si lagna,

e par che in sua favella,

vogli destar pietà.

 
Recitativo

 

Io son la tortorella che mi lagno  

lungi dal mio tesoro

senza trovar sollievo al mio martoro.

Armata di costanza

farò coi miei sospiri

impietosir le stelle e il caro amante

finch'io non troverò

tortorella infelice ognor sarò.

 

<- Arminda

ARMINDA

(Questa sarà la bella giardiniera.)  

Eh ragazza sentite?

SANDRINA

Mia signora.

ARMINDA

Dimmi pur che cos'hai

che ti sento lagnar?

SANDRINA

Penso a' miei guai.

ARMINDA

Ho capito, ho capito tu sospiri,

forse pe 'l Podestà.

SANDRINA

Mi meraviglio,

io son povera, è ver, ma sono onesta,

conosco il grado mio...

ARMINDA

Taci fraschetta, olà, sai chi son io?

Misura i detti, e pensa

che parli con Arminda.

SANDRINA

Perdonate...

io non sapea...

ARMINDA

Ti compatisco; or sappi,

ch'io quella son, ch'oggi darò la mano

al Contino Belfiore...

SANDRINA

(Ohimè che sento!)

(sorpresa ed agitata)

(Il Contino è lo sposo?

E sarà vero? Oh numi!)

ARMINDA

Ei giunse poco fa, se lo vedessi

quanto è vago e gentil.

SANDRINA

(smarrita e tremante)

(Ah ch'io non reggo,

io mi sento morir.)

ARMINDA

Tu impallidisci?

Che mai ti turba?

SANDRINA

Un fiero

improvviso dolore... oh dèi m'assale...

sento strapparmi l'anima...

mi manca il cor... nel seno.

Sudo... gelo... non reggo... io vengo meno.

(sviene)

ARMINDA

Misera!... Olà, chi la soccorre? Oh dio!  

Non v'è alcun che mi senta?

 

Scena undicesima

Il Contino e detti.

<- Contino

 

CONTINO

Vi son io.  

ARMINDA

Presto, caro Contino,

assistete un momento

quest'infelice giovane svenuta,

che intanto io vado a prendere

antidoto valevole

a richiamarla in vita.

(parte in fretta)

Arminda ->

 

CONTINO

Ecco, idol mio, me n' volo a darle aita.

(s'accosta a Sandrina svenuta e resta spaventato e sorpreso)

 
[N. 12 - Finale I (Settetto)]

 N 

Allegro (do maggiore) / Andante
Archi.

 

Numi! Che incanto è questo.  

Violante! È viva? Ohimè!

Tremo da capo a piè;

dove mi sia non so.

SANDRINA

(nello svenimento si muove e poi torna ad abbandonarsi)

Deh vieni ingrato core,

guardami son pur quella.

CONTINO

(sempre con ammirazione e stupore)

La voce è di Violante,

il ciglio, il bel sembiante.

Ma come in queste spoglie?

Sarà la fantasia,

meglio l'osserverò.

SANDRINA

(rinviene)

Ah della pena mia

pietà sentite, oh dèi!

CONTINO

(torna attentamente ad osservarla)

È lei senz'altro, è lei,

coraggio più non ho.

SANDRINA

(s'accorge del Conte e resta attonita)

Il Conte? Oh dio! Che miro!

 

Scena dodicesima

Arminda, Ramiro e detti.

<- Arminda, Ramiro

 
Allegro (do maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

ARMINDA

Ecco il liquor, prendete...  

RAMIRO

Contino, permettete...

ARMINDA

Ramiro? Che farò?

Insieme

RAMIRO

Arminda? Che farò?

 

CONTINO

(a Sandrina di nascosto)

Dimmi chi sei?

SANDRINA

(Che dico?)

RAMIRO
(ad Arminda)

Barbara!

ARMINDA

(Che dirò?)

SANDRINA E ARMINDA

Ah che gran colpo è questo,

qual fulmine funesto

misera mi gelò?

Insieme

RAMIRO E CONTINO

Ah che gran colpo è questo,

qual fulmine funesto

misero mi gelò?

 

CONTINO

(Son dubbioso, e sbalordito,

io non so se veglio o dormo,

d'esser stupido mi par.)

SANDRINA

(Son confusa, ho il cor smarrito

è sì barbaro il dolore

che mi forza a lacrimar)

RAMIRO

(Che stupor, sono insensato,

resto immobile, mi perdo;

io non so che mai pensar.)

ARMINDA

(Che m'avvenne, cos'è stato,

non comprendo più me stessa,

parmi, oh dio! di vaneggiar.)

SANDRINA, ARMINDA, RAMIRO E CONTINO

(restano tutti immobili)

(Sento l'alma in seno oppressa,

non ho fiato da parlar.)

 

Scena tredicesima

Il Podestà e detti.

<- Podestà

 
Adagio ma non molto (mi bemolle maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

PODESTÀ

Che silenzio! Fan lunari,  

questa scena che vuol dire?

Via Sandrina, rispondete.

Miei signori perché tacete?

Su parlate, cosa c'è?

SANDRINA

(Che rispondo?)

CONTINO

(Io qui m'imbroglio.)

RAMIRO

(Son perplesso.)

ARMINDA

(Non ardisco.)

PODESTÀ

Non intendo, non capisco.

Ma la cosa non va schietta

non è liscia per mia fé!

RAMIRO
(ad Arminda)

Tu sei quella?

Insieme

CONTINO
(a Sandrina)

Tu sei quella?

SANDRINA
(al Conte)

Tu sei quello?

Insieme

ARMINDA
(a Ramiro)

Tu sei quello?

 

SANDRINA, ARMINDA, RAMIRO, CONTINO E PODESTÀ

Ah che gira il mio cervello,

va balzando qua, e là.

 
(partono Sandrina e il Conte da una parte, Arminda e Ramiro dall'altra, resta solo il Podestà che fa atti di meraviglia)

Sandrina, Contino, Arminda, Ramiro ->

 

Scena quattordicesima

Il Podestà, poi Serpetta e Nardo.

 
Allegro (re maggiore) / Maestoso (sol maggiore) / Allegro
Archi, 2 oboe, 2 corni.

PODESTÀ

Che tratto è questo,  

che stravaganza,

senza rispetto,

senza creanza

lasciarmi solo

com'un ridicolo!

Li mando tutti,

li mando al diavolo,

metto da parte

il grado, il titolo,

il nepotismo

la nobiltà.

(va per partire ed è fermato da Serpetta)

<- Serpetta

 

SERPETTA

Oh mi rallegro

caro signore,

la giardiniera

con il Contino

fanno l'amore

qui nel giardino

con tutta pace

con libertà.

 

PODESTÀ

E dove sono...

la gelosia...

(va per partire ed è fermato da Nardo)

<- Nardo

NARDO

Non gli credete,

quest'è bugia,

quest'è un compendio

di falsità.

SERPETTA

Se con quest'occhi

con quest'orecchie

non osservata

l'ho visti, e intesi.

NARDO

Sono menzogne

troppo palesi.

PODESTÀ

Voglio chiarirmene.

SERPETTA E NARDO

Venite qua.

(ognuno lo tira a sé)

SERPETTA

Costui mentisce.

NARDO

Costei v'inganna.

PODESTÀ

Sàziati pur

sorte tiranna

ecco burlato,

ecco tradito

un uomo celebre,

un podestà.

SERPETTA, PODESTÀ E NARDO

Or or vedremo,

lo scopriremo

e chi mentisce

la pagherà.

(partono)

Serpetta, Podestà, Nardo ->

 

Scena quindicesima

Sandrina ed il Contino, poi il Podestà, Serpetta e Nardo in osservazione da una parte; Arminda e Ramiro dall'altra.

<- Sandrina, Contino

 
Allegro (sol maggiore / la maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

SANDRINA
(al Conte)

Ma voi che pretendete,  

da un'infelice, oh dio!

Arminda non son io,

il vostro dolce amor.

CONTINO
(a Sandrina)

Ah per pietà parlate,

via ditemi carina

voi siete Violantina,

regina del mio cor.

 

<- Podestà, Serpetta, Nardo, Arminda, Ramiro

SERPETTA
(al Podestà)

(accennando Sandrina ed il conte)

Vedete quante smorfie

gli fa quella fraschetta.

PODESTÀ

Lo vedo, ah maledetta

la voglio subissar.

NARDO

(Il conte? Oh che disdetta!

Potessi rimediar!)

SANDRINA

Voi siete in grande errore.

CONTINO

(Ah questo è un gran stupore.)

ARMINDA

Da un perfido burlata

dovrò così restar.

RAMIRO
(ad Arminda)

È poco a un'alma ingrata

avvezza ad ingannar.

SANDRINA
(risoluta al conte)

Barbaro senza fede

è questa la mercede

del mio costante amor?

Misero, in che mancai?

Dimmi che feci mai,

perfido traditor!

CONTINO

Sì, che l'ingrato io sono;

(s'inginocchia)

idolo mio, perdono,

cara Violante bella...

SANDRINA

Eh non son io già quella;

Violante la meschina

diceva pur così,

ma oh dio! ch'ella morì.

(stando il Conte in quell'atto vien sorpreso da tutti)

NARDO

Rispondete!

ARMINDA

Seguitate!

RAMIRO

Signor Conte!

SERPETTA

Non tremate!

NARDO

(Non so come finirà.)

SANDRINA

(Pur convien ch'io soffra e taccia.)

CONTINO

(Già la sposa mi minaccia.)

SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, PODESTÀ E NARDO

Che si dice, che si fa?

ARMINDA
(al Contino con ironia)

Amoroso mio Contino.

PODESTÀ
(a Sandrina con ironia)

Giardiniera semplicetta!

RAMIRO
(ad Arminda con ironia)

Mi consola, mi diletta.

SERPETTA
(a Sandrina come prima)

Che bel volto modestino!

SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, PODESTÀ E NARDO

Su godete, cari amanti.

Regni in voi la bella pace.

Scenda amor colla sua face

ed accenda il vostro cor.

SANDRINA E CONTINO

Ah che solo io son capace

di tormento e di dolor.

ARMINDA
(al Conte con sdegno)

Perfido! Indegno,

vorrei strapparti

dal petto il core.

RAMIRO
(ad Arminda)

Ma tanto sdegno

tanto furore

non so capir.

PODESTÀ
(a Sandrina con rabbia)

Voglio esiliarti

donnetta ingrata.

SERPETTA
(a Sandrina)

Vorrei sbranarti,

brutta sguaiata.

NARDO

(Io resto estatico,

non so che dir.)

SANDRINA

Che pena barbara,

che crudo affanno!

Mi sento oppressa

da un duol tiranno,

non so rispondere,

non so parlar.

CONTINO

Che giorno critico

inaspettato!

Tra questa e quella

sono imbrogliato,

non so risolvere,

non so che far.

 

TUTTI

Che smania orribile!

Non ho ricetto;

l'ira, la collera

ch'io sento in petto,

non so reprimere,

non so frenar.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

[Ouverture]

Vago giardino con spaziosa scalinata per cui si ascende al palazzo del Podestà.

Sandrina, Nardo
 
Sandrina, Nardo
<- Podestà, Ramiro, Serpetta

[N. 1 - Introduzione (Quintetto)]

Ramiro, Podestà, Sandrina, Nardo e Serpetta
Che lieto giorno

Viva, viva il buon gusto

[N. 2 - Aria]

Sandrina, Nardo, Podestà, Serpetta
Ramiro ->

Presto, Nardo, Serpetta andate

Sandrina, Podestà, Serpetta
Nardo ->

(Serpetta in disparte)

Siam pur soli una volta

(Serpetta si fa avanti)

Venga Sandrina anch'ella

(Serpetta si ritira)

Così com'io dicevo

(Serpetta si fa avanti)

Signore compatisca

(Serpetta si ritira)

Non più, cara, quel volto

(Serpetta si fa avanti)

Già direte che son / Dico che sei

Sandrina, Podestà
Serpetta ->

Permettete, signor / No, senti, aspetta

[N. 3 - Aria]

Sandrina
Podestà ->

Della nemica sorte

Sandrina
<- Nardo

Marchesina / Ah taci per pietà

Sandrina, Nardo
<- Ramiro

Gl'uomini s'han da amar, non da fuggire

[N. 4 - Aria]

Nardo, Ramiro
Sandrina ->

Sarei felice appieno

Nardo
Ramiro ->

Io per me non capisco

[N. 5 - Aria]

Nardo ->

Galleria.

Podestà, Arminda
 

Mia cara nipotina

Podestà, Arminda
<- Serpetta

Ecco sedie, ecco sedie, non gridate

Podestà, Arminda
Serpetta ->

Ditemi signor zio

Podestà, Arminda
<- Serpetta

Signori, presto, presto

Podestà, Arminda, Serpetta
<- Contino

[N. 6 - Aria]

Sposa Arminda, mio sole

[N. 7 - Aria]

Podestà, Contino
Arminda, Serpetta ->

Che dite, signor conte, che vi pare

[N. 8 - Aria]

Podestà
Contino ->

Evviva, evviva i consoli romani

Podestà ->
<- Serpetta

In questa casa non si può più stare

Serpetta
<- Nardo

[N. 9a - Cavatina]

Come in questa canzone

[N. 9b - Cavatina]

Bravo, signor buffone

[N. 10 - Aria]

Serpetta, Nardo ->

Giardino pensile.

Sandrina
 

[N. 11 - Cavatina]

Io son la tortorella che mi lagno

Sandrina
<- Arminda

Questa sarà la bella giardiniera

(Sandrina sviene)

Misera! Olà, chi la soccorre?

Sandrina, Arminda
<- Contino

Vi son io / Presto, caro Contino

Sandrina, Contino
Arminda ->

[N. 12 - Finale I (Settetto)]

Contino e Sandrina
Numi! Che incanto è questo

(Sandrina rinviene)

 
Sandrina, Contino
<- Arminda, Ramiro
Arminda, Ramiro, Contino e Sandrina
Ecco il liquor, prendete
Sandrina, Contino, Arminda, Ramiro
<- Podestà
Podestà, Sandrina, Contino, Ramiro e Arminda
Che silenzio! Fan lunari
Podestà
Sandrina, Contino, Arminda, Ramiro ->
Podestà, poi Serpetta e Nardo
Che tratto è questo
Podestà
<- Serpetta
 
Podestà, Serpetta
<- Nardo
 
Serpetta, Podestà, Nardo ->
<- Sandrina, Contino
Sandrina e Contino, poi Serpetta, Podestà, Nardo e Arminda
Ma voi che pretendete
Sandrina, Contino
<- Podestà, Serpetta, Nardo, Arminda, Ramiro

(Podestà, Serpetta, Nardo, Arminda e Ramiro, in osservazione da diverse parti)

 

(Podestà e Serpetta, Nardo e Arminda sorprendono il Contino e Sandrina)

 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima
Vago giardino con spaziosa scalinata per cui si ascende al palazzo del Podestà. Galleria. Giardino pensile. Atrio del palazzo del Podestà. Sala. Luogo deserto, ed alpestre di antichi acquedotti in parte rovinati fra' quali vi è una grotta oscura... Cortile. Giardino.
[Ouverture] [N. 1 - Introduzione (Quintetto)] [N. 2 - Aria] [N. 3 - Aria] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Aria] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Aria] [N. 8 - Aria] [N. 9a - Cavatina] [N. 9b - Cavatina] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Cavatina] [N. 12 - Finale I (Settetto)] [N. 13 - Aria] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Aria] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Aria] [N. 19a - Recitativo] [N. 19b - Aria] [N. 20 - Aria] [N. 21 - Aria] [N. 22 - Cavatina] [N. 23 - Finale II (Settetto)] [N. 24a - Aria] [N. 24b - Duetto] [N. 25 - Aria] [N. 26 - Aria] [N. 27a - Recitativo] [N. 27b - Duetto] [N. 28 - Finale III (Coro)]
Atto secondo Atto terzo

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