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L'Egisto

Favola drammatica musicale.

Prologo

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Prologo

 

Scena unica

La Notte, L'Aurora.

Notte, Aurora

 

NOTTE

Tenebrose mie squadre, ombre guerriere  

che spiegate possenti i miei trofei

sin dove ruota il messagger de' dèi,

inalzate i vessilli ardite, e fiere.

De la nemica e debellata luce

i conquistati alloggi omai lasciate

a l'armi, a l'armi, a le vittorie usate,

seguite me vostra reina e duce.

Là nell'alto emisfero il sol s'accampa

da luminosi rai stipato e cinto

a la pugna, a le palme avete vinto

già veder parmi estinta ogni sua lampa.

Di già vittrici trionfate voi

de le schiere di Febo, o fidi orrori,

cedano al vostro nero i suoi splendori,

e a' papaveri miei gli allori suoi.

 

AURORA

Da l'oriente  

sorgo ridente

di rugiadosi

vitali umori

prodiga dispensiera a l'erbe, e ai fiori.

Spiegate altere

l'ali leggere

aurette belle,

aurette mie,

e sussurate che se n' viene il die.

Lucidi albori

d'aurei colori

quest'orizzonte

tosto fregiate

e le stelle sbandite, od ammorzate.

Già gli infuocati

destrieri alati,

Teti lasciata,

sferza il sol biondo.

Destisi omai l'addormentato mondo.

 

Fine (Prologo)

Generazione pagina: 22/05/2017 - Tipo pagina: opera•a_01 (3.00.40)

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