Atto secondo

 

Scena prima

Il cortile d'una taverna. A sinistra la porta che mette nell'interno. Nel mezzo ampio portone aperto sulla via. Sotto una tettoia, tavole e sedili di legno. A lato della gran porta un banco di pietra.
Fritz seguìto da Giullari e Saltimbanchi. L'Oste. Artigiani.

 Q 

Oste, artigiani

<- Fritz, giullari, saltimbanchi

 

FRITZ

(presentandosi sulla porta di mezzo e alzando una mazza)  

Alt!

GIULLARI

(arrestandosi)

Alt!

FRITZ

(avanzandosi)

Avanti!

GIULLARI

(precipitandosi nel cortile)

Avanti!

FRITZ

L'albergo ha un buon aspetto...

(forte, picchiando sulla tavola)

Ostiere maledetto!

TUTTI

Olà! Qualcuno! Olà!

OSTE

(avanzandosi con ritrosia)

Son zingari o briganti?

Signori, che volete?

FRITZ

Nulla... ammorzar la sete

e andarcene di qua.

 

GIULLARI

(circondando l'Oste)  

Oste garbato

bada che almeno

il tuo licore

non sia veleno;

servici presto

da ostiere onesto,

e una ballata

ti canterem.

 

ARTIGIANI

(che saranno usciti dalle sale terrene)

Certo, una truppa è questa

di mimi e di giullar,

che del baron la festa

andranno a rallegrar.

FRITZ E GIULLARI

Cantanti o cerretani,

siam o non siam cristiani?

Abbiam coscienza onesta

e argento per pagar.

OSTE

Ottima solfa è questa...

vi servirò...

GIULLARI

(deponendo i lor bagagli ai piè della tavola)

Sediamo...

dal baronal castello

ancor distanti siamo?

ARTIGIANI

Due tratti d'arco appena...

FRITZ

Breve è la tappa inver...

GIULLARI

Attinger forza e lena

pur giova dai bicchier.

FRITZ
(gridando)

Ma questo vino arriva

dal Caucaso?...

OSTE

(recando anfore e bicchieri)

Signori...

ai vostri cenni...

GIULLARI

Evviva

l'amico tavernier!...

FRITZ

(impadronendosi del fiasco e versando)

Purché sia buono il vino...

GIULLARI

Veh! Veh! Sembra un rubino...

Giù! Tutti fino all'orlo

si colmino i bicchier!...

FRITZ

(versando)

Ciascuno la sua parte

avrà di ugual misura,

prima di darmi all'arte

ho fatto il cantinier.

ARTIGIANI E OSTE

O come questa gente

la campa allegramente!

Meglio di lor la vita

nessuno sa goder!

 

Scena seconda

Ulmo, Edmea e detti.

<- Ulmo, Edmea

 
(Edmea vestita d'un abito fantastico entra dalla porta di mezzo, si avanza cantando e guardando i diversi gruppi. Ulmo si trattiene presso la porta e poi si accosta al tavolo dove i giullari stanno bevendo. Stupore di tutti)
 

EDMEA

Chi mi sa dire se questa è la via  

dov'è passato il mio sposo, il mio re?

Chi mi sa dir la dimora qual sia

dov'ei si ascosa fuggendo da me?

 

CORO

- Una figura

- gentil beltà...

- desta paura...

- desta pietà...

FRITZ
(ad Ulmo)

Questa donna, perdonate,

donde vien? Che cerca qui?

ULMO

I suoi canti non turbate...

la ragione ella smarrì.

 

EDMEA

Io son d'Elba la pallida fata,

un re possente d'amarmi giurò...

morir credetti quand'ei m'ha lasciata,

ma di dolor morir non si può...

 

CORO

- Giovane tanto!

- Fato crudel!

- Sembra il suo canto

- voce di ciel.

FRITZ
(ad Ulmo)

Forse a voi di questa bella

sarà noto ogni mister.

ULMO
(esitando)

È infelice... è mia sorella,

ciò vi basti di saper.

 

EDMEA

S'ei più non vive, la spoglia mortale  

al tetro avello rapire saprò;

laggiù, nel fiume, su un molle guanciale

d'alghe e di perle con lui dormirò.

(volgendosi agli astanti con occhio smarrito)

Chi mi sa dire?... Chi mi sa dir?

(ad Ulmo)

Fratel... fratello... convien partir...

di questo cor straziato

il grido ei non udì...

indarno io l'ho chiamato.

Partiamo! Ei non è qui...

(si getta piangendo tra le braccia di Ulmo)

ULMO

Piange... al crudel delirio

la calma or seguirà...

TUTTI

Chi mai di questa misera,

chi non avria pietà?

ULMO

(volgendosi ai circostanti)

Un'umile stanzuccia

per ricovrarla io chiedo... Al nuovo giorno

la via riprenderemo...

e l'ospite cortese

iddio compenserà.

FRITZ

Ioseffo: hai tu capito?

OSTE

(avanzandosi)

Tal solfa non mi va...

neanche un canil v'è libero

nell'alberguccio mio,

me n' duole... andate! Iddio

a voi provvederà...

CORO

Ostiere malcreato!

ULMO

Rimetterci in cammino

a tal ora?...

CORO

(avanzandosi e dando del denaro all'oste)

È un'infamia...

Pagati del tuo vino.

FRITZ
(a Ulmo)

Venite! Al vostro alloggio

spero di provveder.

GIULLARI

E il diavolo ti porti

malnato tavernier.

OSTE

(da sé contando il denaro)

I birbi non mi gabbano,

conosco il mio mestier.

ULMO
(esitante a Fritz)

Ma, dove?

FRITZ

Nel castello

del barone di Waldech che festeggia

il primo erede del suo nome illustre.

 

ULMO
(esitante a Fritz)

E voi?  

FRITZ

Venite, amico!

L'asilo che al giullar

si dona, ad un mendico

nessun vorrà negar.

CORO

Bravo! Gli è un buon pensiero...

Ottima idea davvero!

GIULLARI E FRITZ

Gentil è la ragazza

e se non fosse pazza

in qualche nostra fiaba

potrebbe recitar.

(suoni di fanfara al di fuori)

EDMEA

(riscuotendosi)  

Udisti?

ULMO

Quai suoni!

CORO

(guardando dalle mura)

Un altro drappel

di prenci e baroni

che vanno al castel.

 
(Fritz e i giullari riprendono le valigie, ecc. ecc., suoni della fanfara si fanno più prossimi. Movimento scenico)
 

FRITZ

Colleghi, partiamo!  

Il giorno già imbruna

(ad Ulmo)

coraggio! Mi segui,

ti affida al giullar...

Seppur non ti aggrada

là, in mezzo alla strada

con questa tapina

la notte passar.

GIULLARI

Allegri! Partiamo!

Il giorno già imbruna,

stanotte una fiaba

dovrem recitar.

Tra il chiasso e i sollazzi

che svagano i pazzi

a questa tapina

può il senno tornar.

ARTIGIANI

(salutando)

Ai cor generosi

sorride fortuna

possiate qui d'oro

ricolmi tornar!

E possan le feste

le veglie gioconde

a questa tapina

il senno ridar.

OSTE

(Io so che i birbanti

con mille sembianti

si aggiran pe 'l mondo

la gente a gabbar.

Chi pazzo si finge

chi il volto si pinge...

ma al vecchio Gioseffo

nessun la può far.)

EDMEA
(ad Ulmo con esitazione)

Partiamo! Partiamo!

Quel suono giocondo

m'è dolce richiamo

del tempo che fu...

Un'aura d'amore

mi spira nel core;

fratello tu il vedi,

non lacrimo più.

ULMO

Gran dio dammi forza...

mi reggi, mi guida...

raggiunta la meta

compiuto il martir,

l'immenso dolore

mi schianti, mi uccida...

per essa d'amore

fia gioia il morir!

 
(partono salutati dagli artigiani, che poi rientrano coll'oste nella taverna, mentre in lontananza si dileguano i suoni della marcia festosa)

Fritz, giullari, saltimbanchi, Edmea, Ulmo ->

artigiani, Oste ->

 
 

Scena terza

Un parco illuminato. - In fondo della scena un lago. - A destra un lato del palazzo con ampio scalone. - Fiori, statue, ecc., ecc.

 Q 

 

VOCI
(dal palazzo)

Nel vino, nel gioco,  

nei facili amori

tre giorni e tre notti

vogliamo impazzar.

A gloria ed onore

dell'ospite amico

giuriam le sue botti

qui vuote lasciar.

Sfondo schermo () ()

 

<- dame, Dama

DAME

(scendendo le scale)

Degli ermi sentieri

fra l'ombre vaghiamo,

dell'orgia fuggiamo

l'insano clamor.

Ai dolci misteri

d'amore c'invita

la selva romita,

degli astri il chiaror.

 

CORO

Ma della nostra assenza lassù cosa diranno?  

DAMA

Quelli che han cor gentile presto ci seguiranno.

(Oberto comparisce sullo scalone)

<- Oberto

CORO

Infatti... ecco qualcuno...  

(accennando ad Oberto)

OBERTO

(sullo scalone)

Alfine aura più pura

qui respirar mi è dato.

DAME

Chi è mai quel cavalier

che in mezzo a tanta festa sì tetra ha la figura?

DAMA

L'amante di una morta...

CORO

Tu scherzi!...

DAMA

Io dico il ver...

 

CORO

Peccato! È un bel garzone...  

DAMA

È prode, è ricco assai...

CORO

Vieni! Ci spiegherai

questo feral mister.

(allontanandosi)

Degli ermi sentieri

fra l'ombre vaghiamo;

dell'orgia fuggiamo

l'insano clamor.

(scomparisce fra i sentieri)

dame, Dama ->

 

Scena quarta

Oberto solo.

 

 

È vano! È vano! Ad ogni umana gioia  

chiuso è il cuor mio ~ Svafarmi

nei chiassosi tripudi

più non è dato a me. ~ Di terra, in terra,

di castello in castello io vado errando

increscioso a me stesso, agli altri oggetto

di sterile pietà. Di rimembranze

soavi e di rimpianti

vive l'anima afflitta. ~ O desiata

e cara solitudine... Qui posso

co' miei pensieri ritornar sull'orme

di una larva adorata. ~ O dolce Edmea!

Quale altra gioia in terra

rimane a me fuor questa

di invocare il tuo nome...

E gli occhi al ciel rivolti,

pensare che tu mi vedi e tu mi ascolti?

 

Forse in quest'astro pallido,  

ai cherubini erranti

tu la pietosa storia

narri del nostro amor.

Un'eco lamentevole

de' tuoi celesti canti

forse è la voce d'angelo

che mi sospira in cor.

Sulla tua tomba, o misera,

steso è un sinistro velo

di tradimenti e infamie

ch'io tremo di scoprir...

Ma quando a me sorridere

ti veggo, Edmea, dal cielo,

più non impreco agli uomini,

si acqueta il mio soffrir.

 

Scena quinta

Oberto, il Conte, il Barone, Signori, Dame, poi Fritz, Saltimbanchi, Giullari, ecc., Edmea ed Ulmo.

<- Conte, Barone, signori, dame

 

CONTE

(al Barone, in disparte, additando Oberto)  

Lo vedete?

BARONE

Nel dolor

sempre immerso...

CORO

(con enfasi comica)

Per di là!

Circondiamo il disertor,

poi giustizia si farà.

BARONE

(ad Oberto porgendogli la mano)

Ah! Voi sempre ci sfuggite...

Le mie feste vi dan noia...

OBERTO

A chi è mesto l'altrui gioia

non si addice di turbar.

CONTE
(al Barone)

Voi sì amabile e cortese

gli vorrete perdonar...

CORO

Il captivo custodite...

Noi del lago sulle rive

alle belle fuggitive

or la caccia saprem dar.

 
(si odono in lontananza dei suoni, tutti guardano verso il viale che apparisce illuminato da fiaccole)
 

CORO

Quali suoni! Quai strani bagliori  

là... nel bosco!...

(avanzandosi con séguito di giullari)

<- Fritz, giullari

FRITZ

Salute, o signori!  

CORO

Viva Fritz! Viva il re dei giullar!

Qualche fiaba da te immaginata

i tuoi bravi vorran recitar...

FRITZ
(con enfasi)

I miei bravi faran portenti!

BARONE

Ma... le dame?...

FRITZ

Di lieti concenti

la foresta già fanno echeggiar!

 

DAME

Degli ermi sentieri  

fra l'ombre vaghiamo,

dell'orgia fuggiamo

l'insano clamor.

Ai dolci misteri

d'amore c'invita

la selva romita,

degli astri il chiaror.

 
(rientrano le dame, e i signori vanno loro incontro)
 

GIULLARI

(salutando le dame)

Il fior ~ d'amor ~ sull'alba cogliam,

verrà ~ l'età ~ dei vani desir;

beviam ~ cantiam- del fato ridiam!

Doman ~ chissà? ~ può tutto finir.

BARONE

Orsù! L'esultanza

sol regni fra noi

ravvivi la danza

dei sensi il languor.

EDMEA
(di dentro)

Io son dell'Elba la pallida fata,

un re possente d'amarmi giurò;

morir credetti quand'ei m'ha lasciata,

ma di dolore morir non si può.

 
(Edmea si presenta da uno scoglio in riva al lago, seguita da Ulmo)

<- Edmea, Ulmo

 

OBERTO

(alle prime note di Edmea)  

Quella voce!

CONTE

(parimenti colpito)

Che hai tu?

OBERTO

Padre, non odi?...

CONTE

Io tremo...

OBERTO

(andando verso lo scoglio)

Ah! Ch'io la vegga!...

CONTE

(seguendo Oberto)

Gran dio! Risorta

saria la morta!

SIGNORI

Sol può una fata

cantar così!

OBERTO

(mettendo un grido in atto di lanciarsi verso Edmea)

Edmea!

ULMO

(interponendosi)

Voi! Discostatevi

l'uccidereste...

OBERTO

(arretrando)

Ciel!

CORO E BARONE

Che sarà mai?...

DAME

(conducendo Edmea sul davanti della scena)

Venite,

fata gentil...

EDMEA

(vedendo Oberto)

Ah!

OBERTO
(al padre)

È dessa!

È dessa!

EDMEA

(fissando in Oberto gli occhi smarriti)

Ulmo, ti appressa...

BARONE E SIGNORI
(a Fritz ed alle dame)

Chi è mai? Donde è venuta

costei?

FRITZ, DAME E GIULLARI
(al Barone e ai signori)

Demente ell'è.

 
(il Barone, i signori e le dame formano vari gruppi. Oberto si arresta sorpreso, irresoluto, guardando Edmea che a sua volta non l'abbandona dello sguardo)
 

EDMEA

(ad Ulmo, accennando ad Oberto)  

Osserva là ~ non vedi tu

quel cavalier ~ pallido e alter?

Lo sguardo in me ~ tien fisso ognor,

pieno d'amor ~ trema così?

Quel cavalier ~ chi mai sarà?

OBERTO

Se è ver che il ciel ~ ti ha resa a me

larva fedel ~ del mio pensier...

qual mi trattien ~ strano terror?

Perché esitar? ~ Perché tremar?

Oh! Vieni a me ~ vieni al mio cor,

angiol d'amor ~ e di beltà!

ULMO

(Nel riveder ~ quell'uom fatal

di morte un gel ~ mi scese al cor;

ei l'alma ancor ~ ei m'è rival,

per darla a lui ~ salvata io l'ho...)

(ad Edmea)

Vieni! Partiam ~ quell'uom fuggiam,

in me, in me sol ~ fidar puoi tu.

CONTE

(Donde esci tu? ~ Chi dall'avel

larva crudel ~ ti richiamò?

Nel tuo furor ~ non mi accusar...

non sollevar ~ dei fati il vel...)

(ad Oberto)

L'ansia d'amor ~ reprimi in te...

sol degna ell'è ~ di tua pietà.

SIGNORI

La fata è inver ~ bella e gentil...

con dolce stil ~ d'amor cantò...

Oh! Come ben ~ sa recitar!

Pazza davver ~ potria sembrar.

DAME

(osservando Edmea e Oberto)

Perché in veder ~ quel cavalier

ella arretrò ~ e impallidì?

Strano mister ~ d'odio o d'amor

forse vedrem ~ svelarsi qui.

FRITZ E GIULLARI
(ai signori)

Pazza è davver ~ pazza d'amor,

stanotte asil ~ le offrimmo qui.

Essa è gentil ~ molto soffrì...

il suo dolor ~ desta pietà...

BARONE
(al Conte)

Che puoi temer? ~ Demente ell'è,

è degna sol ~ di tua pietà...

Di Oberto in cor, ~ ti affida a me,

il folle amor ~ svanir dovrà...

FRITZ
(ai giullari)

Il lago riprendiamo,

costei ci seguirà.

In tutti l'allegria

rinascer si vedrà.

 
(i giullari salgono nelle barche)
 

EDMEA

(guardando sempre Oberto in atto di allontanarsi)

Fratel...

ULMO

Mi vuoi seguir?...

Vedi... già spunta il dì...

EDMEA

Ah! S'egli non è qui...

Partiam!

(fa alcuni passi con Ulmo poi si volge a guardar Oberto)

Ma pur...

ULMO

Che hai tu?

EDMEA

Un vago... sovvenir...

ULMO

(traendola seco)

Vieni...

OBERTO

Ah! Non reggo più...

Edmea!

EDMEA

Oberto!

OBERTO

Sì! Vieni al mio cor.

EDMEA

(gettandogli al collo le braccia)

Oberto! Oh quanto io t'amo!...

(ansante, traendo seco Oberto)

Or che sei mio, fuggiamo!

Dalle tue braccia svellermi

potrian gli infami ancor.

OBERTO

Chi l'oserebbe?...

(allontanandosi con Edmea dopo aver lanciato sul padre un'occhiata di sfida)

ULMO

O strazio!

CONTE

Quasi ho di lui terror...

TUTTI

(guardando Edmea che si allontana con Oberto)

Un raggio in lei risplende

della ragion smarrita,

par che a novella vita

già la richiami amor.

Oberto, Edmea ->

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Il cortile d'una taverna; a sinistra la porta che mette nell'interno; nel mezzo ampio portone aperto sulla via; sotto una tettoia, tavole e sedili di legno; a lato della gran porta un banco di pietra.

Oste, artigiani
 
Oste, artigiani
<- Fritz, giullari, saltimbanchi

Alt! Alt! Avanti! Avanti!

Giullari, poi Tutti
Oste garbato
Oste, artigiani, Fritz, giullari, saltimbanchi
<- Ulmo, Edmea
Edmea, Coro, Fritz e Ulmo
Chi mi sa dire se questa è la via

S'ei più non vive, la spoglia mortale

Ulmo, Fritz e Coro
E voi? / Venite, amico!

(suoni di fanfara al di fuori)

Udisti? / Quai suoni!

 

(i suoni della fanfara si fanno più prossimi)

Fritz poi Tutti
Colleghi, partiamo!
Oste, artigiani
Fritz, giullari, saltimbanchi, Edmea, Ulmo ->
artigiani, Oste ->

(mentre in lontananza si dileguano i suoni della marcia)

Un parco illuminato; in fondo della scena un lago; a destra un lato del palazzo con ampio scalone; fiori, statue, eccetera.

Voci dal palazzo, Dame
Nel vino, nel gioco
<- dame, Dama
 

Ma della nostra assenza lassù cosa diranno?

dame, Dama
<- Oberto

Infatti... ecco qualcuno

Oberto
dame, Dama ->

È vano! È vano! Ad ogni umana gioia

Oberto
<- Conte, Barone, signori, dame
Conte, Barone, Coro e Oberto
Lo vedete? / Nel dolor

(si odono in lontananza dei suoni, il viale appare illuminato da fiaccole)

Quali suoni! Quai strani bagliori

Oberto, Conte, Barone, signori, dame
<- Fritz, giullari

Salute, o signori!

Dame, poi Giullari, Barone e Edmea da dentro
Degli ermi sentieri
Oberto, Conte, Barone, signori, dame, Fritz, giullari
<- Edmea, Ulmo

Quella voce! / Che hai tu? / Padre, non odi?

Edmea, Oberto, Ulmo, Tutti
Osserva là, non vedi tu
Conte, Barone, signori, dame, Fritz, giullari, Ulmo
Oberto, Edmea ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Vasto atrio di palazzo feudale; porta a sinistra che mette all'oratorio, altra porta a... Il cortile d'una taverna; a sinistra la porta che mette nell'interno; nel mezzo ampio portone aperto sulla... Un parco illuminato; in fondo della scena un lago; a destra un lato del palazzo con ampio scalone;... A destra, un castello; a sinistra, nello sfondo rustici casolari; sul davanti della scena un gruppo di...
Atto primo Atto terzo

• • •

Testo PDF Ridotto