A chi legge

Eccoti, o benigno lettore, un parto, che per esser concepito dal mio debole ingegno merita il tuo nobile generoso compatimento. Confesso la temerità della penna che ha voluto spiccare un volo nel cielo, là dove tant'aquile di perspicace intelletto han saputo far pompa di se medesime al sole del tuo rilucente sapere. Ne spero però compatito l'ardire, mentre non per gareggiare col volo di quelle, ma per illustrami ai raggi della virtù, seguii l'orme di chi s'incammina alla gloria. Questa mi balenò su gl'occhi nell'acquisto, che feci di servire attualmente a' cavaliere, il quale compiacendosi d'abilitarmi alla struttura del presente dramma me n'additava con tal'impiego la luce. Ne rimira tu dunque il composto, e mentre più serve all'apparenze, che al medesimo, potrai agevolmente discernere, che il comando di dover scrivere non ebbe altr'oggetto, che d'incontrare maggiormente il tuo genio; a cui per bene adattarsi se mi negò le forme la propria insufficienza, ha potuto in mia vece supplire la virtù del signor maestro Legrenzi, il quale con la dolcezza dell'armoniose sue note ti fa sentire nel mio dramma de' cieli una melodia di paradiso. Intendi con senso cattolico le solite poetiche forme, e vivi felice.

Generosissimi eroi A chi legge Argomento
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