Della reggia del ciel custode eterna
apro le porte al mattutino lume:
e 'l calle infioro al frettoloso nume,
ch'il dì conduce, e le stagioni alterna.
Del gran tonante io son l'ancella usciera,
l'ora prima del giorno Eunomia, e desto
al lavor duro, al faticar molesto,
di voi mortali ogni sopita schiera.
Mal veduta da molti, a cui non piace,
ch'io risvegli al sudor l'umane genti:
or vi chiamo al gioir, chiamo ai contenti
messaggera d'amor, nunzia di pace.
Se qui vittoria, e qui trionfa onore,
serenissimi sposi, anch'io le porte
apro al diletto; onde la regia corte
di giubilo feconde abbia quest'ore.
Di noi vedrete una gentil sorella,
ch'il letto appresta all'affannato sole,
del buon re di Tessaglia unica prole,
nuova dèa divenir, farsi una stella:
e dubbia luce, e fortunata sera
Delia chiamarsi; e conservare il seno
pudicissimo sempre al dio sereno,
di lui consorte riverita, e vera;
tanto può cortesia. Tanto riceve
gentilezza mortal premio celeste.
Così merta di voi, belle modeste,
eterno guiderdon servigio breve.