Atto terzo

 
[N. 26 - Sinfonia]

 N 

 

Scena prima

Pianterreno.
Fenice e Nerea.

 Q 

Fenice, Nerea

 
Recitativo

FENICE

Assai gioco di me, Nerea, prendesti  

alla caccia e alla mensa,

pria nel rifiuto di sinceri affetti,

e in motteggiarmi poi ch'altrui gli offersi.

NEREA

Sol ti diss'io che vai mutando oggetti.

FENICE

Ma preferita, mi sprezzasti.

NEREA

È in Argo

l'amoroso costume

una sol volta offrir dunque il suo core?

Ignota quivi è certo

la costanza in amore.

Pirra non men di me fra le compagne

riso avrà forse della sua conquista.

Possesso di beltà degna che s'ama

facilmente si brama,

ma con difficoltà grande s'acquista.

Guerre di lungo assedio

son l'amorose, e tempo tu non hai,

se all'imprese dell'Asia in breve andrai.

FENICE

Quanto più da un amato

sen partirei contento,

e dopo il gran cimento

se tornassi con lauri al crin di gloria,

più i riposi godrei della vittoria.

Pensa, se greca sei,

ch'ozioso amator prezzar non déi.

 
[N. 27 - Arioso]

 N 

Degno più di tua beltà  

questo cor ritornerà

dalle prove del valor.

Lo sprezzante tuo pensier,

perch'ho l'animo guerrier,

è a te d'onta, a me d'onor.

Degno più di tua beltà

questo cor ritornerà

dalle prove del valor.

(parte)

Fenice ->

 
Recitativo

NEREA

Molto dagli altri amanti  

differiscon gli eroi.

Con impeto e valore,

non con lusinga ed arte,

fan le geste d'Amore

come quelle di Marte:

e se lor non succede

quella per cui movesi l'alma accesa,

non perdon tempo e vanno ad altra impresa.

 
[N. 28 - Aria]

 N 

Quanto ingannata è quella  

mal consigliata bella

che offerto dall'amante

l'istante perderà.

Se piace il primo sguardo,

stringasi 'l nodo allora:

allontanato dardo

il colpo mai non fa.

Quanto ingannata è quella

mal consigliata bella

che offerto dall'amante

l'istante perderà.

(parte)

Nerea ->

 
 

Scena seconda

Galleria.
Fenice, Ulisse, poi Deidamia e le sue Compagne con Achille.

 Q 

Fenice, Ulisse

 
Recitativo

FENICE

Tutto è già pronto.  

ULISSE

Licomede or giace

dopo il cibo nel solito sopore.

Pirra verrà?

FENICE

De' nostri doni avviso

giunger le feci, e ne mostrò vaghezza.

Vengono.

ULISSE

Ma fra lor Pirra non veggio.

Delusa è questa trama.

 

<- Deidamia, compagne, Achille

FENICE

Illustri belle,  

s'alle cortesi e nobili accoglienze

questi doni non fian compenso uguale,

saranlo in parte degno,

come di nostra gratitudin segno.

ULISSE

Varie bell'opre d'artificio industre

vi piaceran.

ACHILLE

Vengone a parte anch'io.

ULISSE

Apri, Fenice, quella

arca aurata, e tributi abbia ogni bella.

DEIDAMIA

Troppo, inver, generosa cortesia!

ULISSE

Deidamia, tu prima scegli...

DEIDAMIA

Pirra

bramo che scelga pria.

ACHILLE

Bissi, broccati,

e nastri e tanti altri ornamenti vaghi

a te grati son più: scegli...

DEIDAMIA

E che mai

bramato avresti?

ACHILLE

Una faretra, un arco

e ben librati dardi

da lanciarsi alle belve.

ULISSE

Anche alla caccia

pensato abbiam. Mira faretre e strali,

scudo, elmo, brando...

DEIDAMIA

Strani doni! Pirra,

che fai?

ACHILLE

Ben calza al crin l'elmo guerriero.

Specchio lo scudo fia: vago ornamento

fa col suo tremolar bianco il cimiero.

DEIDAMIA

(Soccorso, o numi! Ei si discopre.) Lascia,

Pirra, i guerrieri arnesi: ecco un bel nastro.

ACHILLE

Lucido, forte, lieve e acuto è il brando,

e d'ambo i lati è ben trinciante il taglio.

(suono di trombe per assalto)

 

Che fia ciò?  

ULISSE

Di masnada

nemica ardir stupendo!

Assaltano la reggia...

ACHILLE

Io la difendo.

ULISSE

Non è più tempo di scherzar: tu sei

d'un timoroso padre il figlio ardito.

Tutta la Grecia si prepara all'armi

per vendicarsi della grande offesa,

e all'onorata impresa

i veterani e i giovinetti eroi

ardono del desio di nobil gloria.

Vuole un vero valor morte o vittoria.

Le navi approdan già d'Ilio all'arene:

sbarca il greco animoso e Troia assale:

ecco di Priamo il più feroce figlio,

Ettorre, e innanzi all'asta sua fatale

(a difesa, ahi! chi vien del greco onore?)

fuggono mille nostre squadre e mille...

ACHILLE

Che fuggir? fugga Ettorre: ecco, ecco Achille.

 
[N. 29 - Aria]

 N 

Ai greci questa spada  

sovra i nemici estinti

apra d'onor la strada,

e Troia perirà.

Il fato di quel regno

sol pende dal mio sdegno;

per me «Qui fu già Troia»

il pellegrin dirà.

Ai greci questa spada

sovra i nemici estinti

apra d'onor la strada,

e Troia perirà.

(parte)

Achille, compagne, Fenice ->

 
Recitativo

DEIDAMIA

Che più giova celarlo? Estremo è il male.  

Portate lunge dal mio sguardo queste

ministre di furor spoglie funeste.

Oh giorno a me fatale!

Perduta pace mia!

ULISSE

Deh, ti conforta.

DEIDAMIA

Che conforto? Ah, spietato!

Tu la mortale mia sciagura porti,

e tu poi mi conforti?

 
[N. 30 - Aria]

 N 

M'hai resa infelice:  

che vanto n'avrai?

Oppressi, dirai,

un'alma fedel.

Le vele se darai

de' flutti al seno infido,

sconvolga orribil vento

l'instabil elemento,

e innanzi al patrio lido

sommèrgati, crudel.

M'hai resa infelice:

che vanto n'avrai?

(parte)

Deidamia ->

 
Recitativo

ULISSE

Verso il gran fine dell'eroiche geste  

rompansi le dimore.

Invan dato l'onore

ad Ulisse non fu di scoprir l'arte

del vecchio Licomede e di Peleo,

e di condurre Achille all'alta impresa.

Fisso ho in pensier che quasi tutta mia

la gloria sia di questa gran contesa.

 
[N. 31 - Aria]

 N 

Come all'urto aggressor d'un torrente  

rovinosa alta mole cadente,

sotto al braccio del greco guerriero

tutto d'Asia l'impero cadrà.

Ma il valor, come belva feroce,

senza il senno a sé stesso pur nuoce:

sarò guida degli altri al furore,

e il mio vanto maggiore sarà.

Come all'urto aggressor d'un torrente

rovinosa alta mole cadente,

sotto al braccio del greco guerriero

tutto d'Asia l'impero cadrà.

(parte)

Ulisse ->

 
 

Scena terza

Appartamento.
Licomede, e poi Deidamia.

 Q 

Licomede

 
Recitativo

LICOMEDE

Dal destino dipendono gli eventi.  

Per dover d'amistà sì l'occultai,

ma per dover che al greco onor mi lega

la scoperta all'altrui senno lasciai.

 

<- Deidamia

DEIDAMIA

Padre, al tuo piè m'accogli.  

LICOMEDE

Ergiti, o figlia.

Che t'affanna?

DEIDAMIA

Il timore

del tuo sdegno.

LICOMEDE

In che mai

errar puoi, dolce figlia?

DEIDAMIA

Ah, forse errai.

LICOMEDE

Io ti perdono già: parla...

DEIDAMIA

D'amore...

LICOMEDE

Non temer... ti convien... lieve è l'errore.

DEIDAMIA

Pria che il callido greco

Achille discoprisse...

LICOMEDE

Amor l'avea scoperto agli occhi tuoi.

S'io non credea degne al tuo nobil petto

di tale amor le splendide faville,

lunge da te sarebbe stato Achille.

DEIDAMIA

E tu consentirai che m'abbandoni?

LICOMEDE

All'amor tuo vorresti

ch'ei l'onor posponesse?

l'onor dell'armi? Corrisposto affetto

sia pur fra voi, ma sia

pria ch'egli parta sol.

DEIDAMIA

Perché sol pria?

LICOMEDE

Questo ti basti.

DEIDAMIA

Ah, non tacermi, o caro,

dolce mio genitor...

LICOMEDE

Le grandi e forti

alme al di sopra stan d'avverse sorti.

Nell'assedio troiano il ciel predice

che dée perir Achille.

(parte)

Licomede ->

 

DEIDAMIA

Ah me infelice!

 

Scena quarta

Achille e detta.

<- Achille

 

ACHILLE

Tacita, mesta, sospirosa...  

DEIDAMIA

Ah, ingrato,

va', già pronta è la nave.

Lasciami preda al mio mortal tormento:

udrai la morte mia, sarai contento.

ACHILLE

No, cara anima mia, tempo v'è ancora

ch'io parta dove onore

mi forza, e dar lo vuò tutto ad amore.

Al regal Licomede

richiesta, mia dolce metà, sarai.

DEIDAMIA

Poi fra perigli bellicosi andrai.

ACHILLE

Non è degno di te cuor timoroso.

DEIDAMIA

Vorrai dunque partir?

ACHILLE

Sì, ma tuo sposo.

DEIDAMIA

S'inganna il tuo pensiero:

non è degno di me cuor così fiero.

Non mi mancan guerrieri, e te non amo;

finsi amar per tradirti: ecco chi bramo.

 

Scena quinta

Ulisse, e detti.

<- Ulisse

 

ACHILLE

Antiloco, opportuno or qui giungesti.  

Deidamia ti brama:

pensò all'offerta del tuo core, e t'ama.

Ma se intendi acquistar gloria fra l'armi,

celane il gran pensiero

o tradito sarai: t'ho detto il vero.

(vuol partire)

ULISSE

Figlio di Teti, arresta il piè. Già noto

m'è il vostro affetto degno:

momentanea in amor vita ha lo sdegno.

Antiloco io non son: l'itaco Ulisse

in me tu vedi. Io, per il greco onore,

di Penelope bella

lascio il tenero amore.

La timid'arte di Peleo per trarti

da sognato periglio

facilmente ingannai,

perché in te ritrovai

men di Peleo che della Grecia un figlio.

Deh, fortunati amanti,

uguale al nostro il vostro amor pur sia.

Dirà la greca istoria:

Achille e Deidamia,

del par che i dolci affetti, amar la gloria.

 
[N. 32 - Aria]

 N 

Or pensate, amanti cori,  

che le gioie più soavi

quelle son de' primi amori

sul bel fiore dell'età.

Ai momenti dilettosi

sieguon poi le cure gravi,

e i contenti de' riposi

sono gioie d'amistà.

Or pensate, amanti cori,

che le gioie più soavi

quelle son de' primi amori

sul bel fiore dell'età.

(parte)

Ulisse ->

 
Recitativo

ACHILLE

Sprone ad affetti, e al mio partir conforto,  

tanto esempio non fia?

Achille e Deidamia

nelle glorie e in amore

saran men che Penelope ed Ulisse?

DEIDAMIA

Darmi conforto non può quel ch'ei disse.

ACHILLE

Perché vuoi dubitar di mia costanza?

DEIDAMIA

Perché se parti, o caro,

perdo del rivederti ogni speranza.

Me infelice! Di morte

(immancabile oracolo il predisse)

la falce incontrerai d'Ilio alle porte.

All'ombra tua dunque sarò costante.

ACHILLE

L'oracol parla quel che vuol Calcante.

Ignoto è l'avvenir. Godersi importa

quel ben che la presente ora ti porta.

Sian l'Amor e la Gloria

le gioie mie: da te dipende l'una,

l'altra da me. Son nomi

immaginati sol, Fato e Fortuna.

 
[N. 33 - Aria]

 N 

DEIDAMIA

Consolami,  

se brami

ch'io viva a te, mio ben.

Confortami,

se m'ami:

pensa che nel tuo sen

quest'anima verrà.

Conservami

l'affetto,

ricordati

ch'aspetto

chi renderla dovrà.

Consolami,

se brami

ch'io viva a te, mio ben.

 
(partono)

Deidamia, Achille ->

 
 

Scena sesta

Sala regia.
Nerea e Fenice.

 Q 

Nerea, Fenice

 
Recitativo

NEREA

Scoperte son le mire  

de' politici amori.

Per involar un cor da un'alma fida,

veniste a offrirne i vostri falsi cori.

All'eroismo ogni viltà disdice.

FENICE

Per l'onor, per la patria il tutto lice.

Ma l'accusa m'offende:

è in me l'amor costante

delle più fine tempre.

T'amai dal primo istante,

e t'amerò per sempre.

T'offro il legame del verace affetto:

in Argo e in me regna, se vuoi.

NEREA

L'accetto.

 
[N. 34 - Aria]

 N 

Non vuò perdere l'istante:  

senza creder all'amante

non si prova fedeltà.

Se t'accendon il desio

la tua gloria, l'amor mio,

gloria e amor m'accenderà.

Non vuò perdere l'istante:

senza creder all'amante

non si prova fedeltà.

 

Scena ultima

Tutti.

<- Deidamia, Achille, Ulisse, Licomede, coro

 
Recitativo

LICOMEDE

Itaco prence, testimon sarai  

che all'amistà col genitor d'Achille

e al dover verso Grecia io non mancai.

La grave età forzami all'ozio. Questo,

credi, è il primier momento

che spron d'invidia io sento.

ULISSE

Invidia generosa e di te degna!

LICOMEDE

La destra tua di Deidamia, d'Achille

stringa il nodo amoroso.

Arrida poi l'arbitra dea del mondo

agli auguri di lor gloria e riposo.

 
[N. 35 - Duetto]

 N 

ULISSE E DEIDAMIA

Ama: nell'armi e nell'amar  

puoi degno in te mostrar

l'eroe, l'amante.

Premio del tuo valor

sì bel sarà di cor

questo l'amor costante.

 
[N. 36 - Coro]

 N 

CORO

Non trascurate, amanti,  

gl'istanti del piacer:

volan per non tornar.

Se son le belle ingrate,

cangiate di pensier:

folle chi vuol penar.

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Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

[N. 26 - Sinfonia]

Pianterreno.

Fenice, Nerea
 

Assai gioco di me, Nerea, prendesti

[N. 27 - Arioso]

Nerea
Fenice ->

Molto dagli altri amanti

[N. 28 - Aria]

Nerea ->

Galleria.

Fenice, Ulisse
 

Tutto è già pronto / Licomede or giace

Fenice, Ulisse
<- Deidamia, compagne, Achille

Illustri belle

(suono di trombe)

Che fia ciò? / Di masnada

[N. 29 - Aria]

Ulisse, Deidamia
Achille, compagne, Fenice ->

Che più giova celarlo? Estremo è il male

[N. 30 - Aria]

Ulisse
Deidamia ->

Verso il gran fine dell'eroiche geste

[N. 31 - Aria]

Ulisse ->

Appartamento.

Licomede
 

Dal destino dipendono gli eventi

Licomede
<- Deidamia

Padre, al tuo piè m'accogli

Deidamia
Licomede ->

Deidamia
<- Achille

Tacita, mesta, sospirosa / Ah, ingrato

Deidamia, Achille
<- Ulisse

Antiloco, opportuno or qui giungesti

[N. 32 - Aria]

Deidamia, Achille
Ulisse ->

Sprone ad affetti, e al mio partir conforto

[N. 33 - Aria]

Deidamia, Achille ->

Sala regia.

Nerea, Fenice
 

Scoperte son le mire

[N. 34 - Aria]

Nerea, Fenice
<- Deidamia, Achille, Ulisse, Licomede, coro

Itaco prence, testimon sarai

[N. 35 - Duetto]

[N. 36 - Coro]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena ultima
Vestibolo della reggia presso al lido, con trono di marmo. Galleria terrena con veduta di campagna. Camera. Giardino. Foresta. Pianterreno. Galleria. Appartamento. Sala regia.
[Ouverture] [N. 1 - Marcia] [N. 2 - Aria] [N. 3 - Aria] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Arioso] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Aria] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Aria] [N. 12 - Aria] [N. 13 - Sinfonia] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Arioso] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Aria] [N. 19 - Coro] [N. 20 - Aria] [N. 21 - Aria] [N. 22 - Aria] [N. 23 - Aria] [N. 24 - Aria] [Sinfonia breve] [N. 25 - Coro] [N. 26 - Sinfonia] [N. 27 - Arioso] [N. 28 - Aria] [N. 29 - Aria] [N. 30 - Aria] [N. 31 - Aria] [N. 32 - Aria] [N. 33 - Aria] [N. 34 - Aria] [N. 35 - Duetto] [N. 36 - Coro]
Atto primo Atto secondo

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