Atto primo

 

Scena prima

Vasto recinto nel palazzo del sultano che confina alla spiaggia, in vicinanza del porto, le di cui torri si scorgono al di là dei cancelli, che chiudono il recinto all'intorno. Alla destra un fabbricato, che serve di soggiorno agli schiavi europei destinati ai lavori; parte del palazzo, e de' giardini alla sinistra.

 Q 

 
Tutto è tranquillo nel silenzio della notte che cede all'aurora. S'odono tre squilli di tromba: movimento nell'interno del fabbricato. I Custodi vengono ad aprirne le porte: n'escono gli Schiavi, che a' differenti vestimenti, di varie nazioni europee si riconoscono. Respirano, alzano gli occhi al cielo, si salutano, s'abbracciano, e a' propri lavori s'accingono. La maggior parte travaglia alla costruttura d'un tempietto, nel cui mezzo un piedestallo. Alcune colonne sono già basate: vari Schiavi scalpellano capitelli, altri fregiano i frontoni, su d'uno de' quali è scolpito alla Fedeltà; due s'occupano di una statua, pressoché compiuta, rappresentante la Fedeltà. Alcuni innalzano colonne, altri al coperto travagliano. Vari strascinano, e rotolano enormi pesantissimi massi; tutto è azione: un Giovinetto le catene sostiene del vecchio suo Padre, che alle fatiche mal regge; in un rapido momento di riposo uno Schiavo cava dal seno un ritratto, lo contempla, lo bacia, e ripone, tremante d'essere scoperto.

<- custodi, schiavi

Un altro legge, e bacia una lettera, che piangendo porta al suo cuore; altri gruppi, lavori variati, fra i quali gli Schiavi esprimono i loro voti, e affetti nel

CORO

Patria amata! oh! tu il primiero  

de' miei fervidi desiri,

fra catene, fra sospiri,

a te anela il mesto cor;

fier destin ci rese schiavi,

mare immenso ci separa...

tu ognor mi sei più cara,

tu mi sei presente ognor.

 

PARTE DEL CORO

Cari oggetti del mio cuore,

più vedervi io non potrò!

ALTRA PARTE
I

Fra i sospir di triste amore

qui penar, morir dovrò?

II

Qui fra ceppi il mio valore

io così languir vedrò?

CORO
(a parti)

Sposa!... Figli!... Patria!... amici!

Più vedervi io non potrò!...

Da voi lunge morirò!...

 

TUTTI

Cessi omai sì acerba vita,

cangi omai sì orribil sorte,

o pietosa tronchi morte

il mio barbaro dolor.

 

Scena seconda

Dal palazzo vengono Schiavi, che recano cesti ripieni di doni vari. Emiri poscia, indi Palmide con Alma, e Schiave; gli Europei gioiscono, e l'onorano:

<- altri schiavi

<- emiri, Palmide, Alma, schiave

 

CORO

Ma già di Palmide gli schiavi avanzano...  

la regal vergine a noi già recasi,

brillante raggio in sua beltà.

Consolatrice de' nostri mali,

benefattrice d'egri mortali,

vieni, o bell'angelo della pietà.

 

PALMIDE

I doni d'Elmireno  

io vi presento, amici;

con lui per gli infelici

divido la pietà.

(Or per me forse in seno

amor gli parlerà.)

Egli volò fra l'armi,

espose i giorni suoi;

ma il ciel per me, per voi

difenderlo saprà.

(A consolarmi poi

amor lo guiderà.)

(Soave immagine di quel momento

a te sorridere il cor io sento:

accenti, e palpiti, sospiri, e giubilo

l'amor più tenero confonderà.)

 

Scena terza

Guardie del palazzo, Osmino, indi Aladino, Emiri, e i precedenti.

<- guardie, Osmino, Aladino, altri emiri

 

OSMINO

Il sultano ~ Prostratevi...  

CORO

Prostriamoci...

PALMIDE

(incontro Aladino)

Oh padre!

 

ALADINO

Il contento ch'io provo nel seno  

meco, o figlia, dividi in tal giorno:

vincitore a noi torna Elmireno

più nemici il mio regno non ha.

Trionfo apprestisi al vincitore:

mercé ne merita la fé il valore;

d'alloro il serto dalla tua mano

ben più gradito a lui sarà.

 

PALMIDE

(Me felice!)  

OSMINO

(Oh furore!)

(trombe da lontano)

PERSONAGGI E CORO

Ma quale

dalle torri lontane segnale! ~

Un segnal più vicino risponde...

un vascello s'avanza sull'onde...

dalla torre del porto una tromba!...

Altro suono dal forte rimbomba...

già l'insegna si scorge di Rodi...

ALADINO

Ah! di Rodi s'onorino i prodi,

che a ben degno rival nel suo regno

vengon pace ad offrire, e amistà.

CORO

Pace! ~ oh speme! ~ e pur vero sarà! ~

PALMIDE

Vincitore a questo petto  

stringerò l'amato oggetto!

Ah! maggior di quel ch'io sento

un contento non si dà.

Insieme

ALADINO

Vincitore a questo petto

stringerò l'eroe diletto!...

Ah! maggior di quel ch'io sento

un contento non si dà.

 

PERSONAGGI E CORO

Concenti bellici all'aure echeggino:

l'eroe festeggino, il vincitor;

e a suon belligeri s'alternin teneri

di pace i cantici, gli inni d'amor.

 

ALADINO

Ah! sì: tutti i miei voti  

in sì bel dì vedrò compiuti omai...

E saran paghi, o figlia, i tuoi. ~ L'affetto

puro, innocente che tu serbi in petto

per Elmireno...

PALMIDE
(turbandosi)

(Oh dio!)

ALADINO

Non arrossir, io già conobbi. ~ In mio

core ne giubilai:

e già il nodo felice io destinai.

PALMIDE
(più agitata)

Io?... d'Elmireno!... (Oh cielo!

Quale terribil velo

si squarcia a' sguardi miei!...)

ALADINO

Sì: il valoroso

che salvò i giorni miei sarà tuo sposo.

L'amico del mio core

diverrà pur mio figlio, e in lui ben degno,

e amato successor avrà il mio regno.

OSMINO

(E soffrirlo io potrò! ~ Palmide, e trono

io perderei così!)

PALMIDE
(come sopra)

Ma... (Come tremo!...)

Padre... (Che dir?...) oh mio

diletto padre!... (Ah! ch'io

l'ho già tradito.)

ALADINO

Al seno

stringimi, o figlia: va... Tu gemi? ~ e quale

ora triste emozion!

PALMIDE
(affannosa)

Io!... no ~ ma... sappi...

confuso, oppresso il cor...

ALADINO

Ad Elmireno

annunzierai tu stessa il lieto evento.

PALMIDE
(marcata)

Tutto ei saprà, sì ~ (Già morir mi sento.)

(parte col séguito)

Palmide, Alma, schiave ->

 

Scena quarta

Aladino, e Osmino, e Guardie.

 

ALADINO

E meco esulta, o fido Osmin. ~ Felice  

sarò appieno in tal dì. ~ Questi famosi

cavalieri di Rodi generosi

fin co' nemici, m'offrir pace, e pegno

di loro lealtà, d'onore in segno

l'illustre loro gran maestro, i primi

di quest'ordine insigne

ambasciatori alla mia reggia invia.

OSMINO
(marcato)

E credi tu che sia la pace il solo

oggetto che li guida a questo suolo? ~

ALADINO

Lunge sospetto che li offenda: or vanne;

d'inusitata regal pompa adorna

la nave de' sultani incontri, accolga

gli eroi di Rodi: ~ aperta

sia ad essi la mia reggia; e a loro onore,

e a celebrar sì lieti eventi appresta

ivi d'Imene, e del piacer la festa.

 
(partono)

Aladino, Osmino, guardie ->

 
 

Scena quinta

Deliziosa remota parte ne' giardini del sultano, attigua agli appartamenti di Palmide. Sotto un vago padiglione, su d'un sofà di fiori giace Mirva dormendo. Varie schiave agitano ventagli di piume a vari colori sopra di lui. Alma gli è presso; custodi, e favoriti sparsi in vari gruppi, e sottovoce in

Bozzetti

 Q 

Mirva, schiave, Alma, custodi, favoriti

 

CORO

Urridi vezzose,  

leggere, scherzose,

intorno aleggiate

al figlio d'amor:

tranquillo serbate

quel dolce sopor.

(Mirva s'agita)

 

Si scuote, si desta:

già s'alza. ~ T'arresta. ~

(Se fuor del recesso

scoperto veduto!

Perduto è quel figlio...

Di lui che sarà?)

Frena l'ardor omai...

(fugge)

 

Non ti scostar da noi,

qui ferma il piè.

(circondandolo, e danzando intorno a lui cercando di trattenerlo)

 

Di baci amorosi,

di doni graziosi

la tenera madre

mercé ti darà.

A lei, che t'è cara,

tu cambio prepara

di vezzi, di baci

che tanto amerà.

 

ALMA

Ma in questo impenetrabile recesso  

e chi ardisce inoltrar? ~ Cielo! ~ Elmireno! ~

 
(tutti osservano con ansietà)
 

Scena sesta

Armando sotto il nome d'Elmireno, in pomposo vestimento saraceno avanza con precauzione, e premura.

<- Armando

 

ARMANDO

Cessi, o miei fidi, la sorpresa. ~ Io torno  

di nuovi allori adorno

dal campo della gloria... Ma precedo

gli invitti miei guerrieri.

A sperati piaceri,

fra i più teneri oggetti

qui mi chiamava il cor: sol qui poss'io

veramente felice?...

(Mirva che vagava, ritorna, lo vede, corre ad Armando, che lo bacia, e abbraccia)

 

Ah! il figlio mio! ~

 

O figlio dell'amore,  

dal tenero sorriso,

in dolce calma al core

ti stringe il genitor.

Nel più soave errore

s'illude intanto il ciglio:

e bacio in te, mio figlio,

la madre dell'amor. ~

O teneri amplessi!...

Oh! vezzi innocenti!...

Fra tanti contenti

già langue il mio cor.

 

 

E Palmide!... ella sola  

al mio contento or manca...

 

Scena settima

Palmide, dagli appartamenti, ed Armando.

<- Palmide

 

PALMIDE
(tenerissima, ma triste)

E tu consola  

Palmide tua... se il puoi.

ARMANDO

(fissandola, e con dolce rimprovero)

Ciel! ~ Quando io torno,

quando tu stringi al seno e sposo, e figlio...

Tu gemi? spunta il pianto sul tuo ciglio!...

PALMIDE
(con affanno)

Per te gemo, per questo

del nostro amor tenero pegno. Orrenda

su noi pende sciagura.

ARMANDO

Mi fai tremar.

PALMIDE

Il mio

buon padre sposo a te mi scelse.

ARMANDO
(colpito)

Oh dio!...

Che intendo!...

PALMIDE

Già s'appresta

in profan tempio d'Imeneo la festa...

Ed io son già tua sposa... di tua fede,

che da un lustro abbracciai, coi sacri riti

noi già in segreto uniti!...

ARMANDO
(atterrito)

Ecco arrivato

quell'istante fatal che ognor temei.

PALMIDE

Come soffrir potrei

l'ira del genitor! ~ che dirà quando

saprà che abbandonai l'antica fede!...

ARMANDO

Ed egli che mi crede un saraceno!...

Il supposto Elmireno!

Odiami: io t'ingannai;

la mia patria, il mio culto io ti svelai,

ma tu per anco ignori

ch'io sono un cavaliere,

iniziato di Rodi...

PALMIDE

E già di Rodi

giunge di cavalieri

un'ambasciata ad Aladin.

ARMANDO
(colpito)

Che dici?...

Qual fulmine! Se mai

un congiunto, un amico!... e n'è mio zio

il gran maestro; e se mai noto ch'io

le divise portai

de' saraceni! E che per lor pugnai!

Oh! infamia! E s'ei mi chiede

conto di quella fede

che a Felicia promisi!...

PALMIDE
(timida, affannosa)

Felicia! e questa! Oh cielo!...

ARMANDO

Giovinetta

illustre figlia meco già educata...

Sposa a me destinata.

PALMIDE
(con pena)

Che scopro! e come! e adesso!...

ARMANDO
(disperato)

Aborrimi: me stesso io già detesto,

io son punito: ~ è schiuso

a me dinnante spaventoso abisso ~

qui Aladino ingannato... seduttore

della sua figlia. ~ Là mio zio fremente,

che, minaccioso, conto a me richiede

de' sacri giuri miei, della mia fede...

Felicia... i cavalieri... Traditore

dell'onor, del dover... Morte può solo

togliermi a tanta infamia. ~ Lunge io volo

da te a spirar, a terminar l'orrore

di vita sì funesta. ~

(per partire)

 

PALMIDE
(con passione)

Deh! per pietà, t'arresta.  

Ah! non ti son più cara,

se mi puoi dir così.

ARMANDO

Mai fosti a me sì cara,

e mai t'amai così.

PALMIDE
(tenerissima)

E dunque a me vicino

resta, mio dolce amor.

ARMANDO
(cupamente)

Del mio crudel destino

si dée compir l'orror.

PALMIDE

A questo pianto arrenditi...

ARMANDO

Deh! per pietà nascondilo.

PALMIDE

Barbaro! ~ e il figlio!... guardalo. ~

(prende Mirva, e lo presenta animatissima ad Armando)

ARMANDO

Ah! tu mi strappi l'anima...

PALMIDE

Ei ti domanda un padre!...

ARMANDO

Ed io non moro ancor!

PALMIDE

E tu resisti ancor?

 

PALMIDE E ARMANDO

Non v'è per noi più speme:

amor, piaceri, addio. ~

In un momento, oh dio!

tutto per noi cangiò.

Lontan da te, ben mio,

languir. morir dovrò.

(partono da opposte parti)

Palmide, Armando ->

 

Scena ottava

Alma.

 

ALMA

Palmide sventurata! ~ A' suoi bei voti  

mostrava già sorridere il destino:

parea di sua felicità vicino

il sospirato istante! ~ e il suo contento

come lampo sparisce! ~ Io per lei gemo:

per Elmireno, e pe 'l suo figlio, io tremo.

(parte)

Alma, Mirva ->

 
 

Scena nona

Porto di Damiata. Superbi edifici all'intorno. Navi di varie nazioni, colle loro bandiere spiegate. Navi del sultano magnificamente adorne.
Il Popolo accorre all'approdo del vascello reale apparato festosamente; piccole barche egiziane le precedono, e circondano, vagamente fregiate.
Osmino con Emiri, e Guardie del sultano; Soldati disposti.

Bozzetti

 Q 

Osmino, emiri, guardie, soldati, popolo

 

CORO
alternato da danza

Vedi il legno, che in vaga sembianza  

mollemente sul Nilo s'avanza...

Ci porta la pace.

Spira un'aura leggera, soave...

È l'aura di pace:

l'onda mormora placida, e cheta,

lieta bacia, accarezza la nave...

Che porta la pace.

(il vascello è alla riva)

 

Di nostre palme, all'ombra amica,

qui, sulla sponda del Nilo aprica,

dolce catena di mirti, e fior,

nave propizia, t'arresti ognor.

Mai t'allontana da' nostri lidi,

tu che a noi guidi ~ la bella pace,

voto verace ~ dei nostri cor.

Echeggi d'intorno

di pace l'accento:

di gioia concento

festeggi tal dì...

(i cavalieri si presentano sul vascello)

 

E lieto sull'onda

risponda così.

 

<- cavalieri, Felicia

FELICIA

(in abito d'araldo, sul vascello, con ramo d'ulivo)

Popoli dell'Egitto,  

valorosi guerrieri,

sul Nilo ecco di Rodi i cavalieri,

non più vostri nemici. ~ Al vostro regno

vengono pace a offrir, ~ eccone il pegno.

 

FELICIA

Pace io reco, a noi più grata

delle palme di vittoria:

e la patria consolata

lieta ormai respirerà.

Ben più cara d'ogni gloria

è la sua felicità.

(Felicia scenderà con vari cavalieri)

CORO

Vieni: e il sacro della pace  

con noi cangia stabil pegno.

La tua patria al nostro regno

fida unisca l'amistà.

FELICIA

(Caro ben, tu qui peristi,

e più pace il cor non ha.

Ah! più sorridere, labbro d'amore,

fra dolci palpiti, non ti vedrò.

Mai, cara immagine, ti scorderò.

Oh cielo, arrenditi, a' voti miei:

pietoso uniscimi al mio tesor...

Consola un tenero ardente cor.)

CORO

A pace arridano gli amici déi;

torni la patria felice ancor.

 

OSMINO

Tu, degli illustri cavalier di Rodi  

araldo, lor dirai che d'Aladino

schiusa è ad essi la reggia

che là v'attende il mio signore; e questa

d'inusitato onore,

di fiducia e lealtà, prova sublime

ch'egli vi porge, il suo gran core esprime.

FELICIA

E apprezzarla sapranno

di Rodi i cavalieri. ~ A lui verranno:

onor a lui sia reso

qual si merta, e lealtà.

OSMINO

(partendo)

(Superbi!)

Osmino ->

FELICIA

Omai,  

appagar, o Felicia, tu potrai

gli ardenti voti tuoi. ~ D'intorno a questo

funesto suol vagando

cercar di lui che qui spirò, d'Armando,

del primo e solo amico del mio core:

le sue ceneri a me tu addita, amore.

(parte)

Felicia ->

 

Scena decima

Dal vascello scenderà Adriano, in abito di semplice cavaliere di Rodi, accompagnato da un Cavaliere.

<- Adriano, cavaliere

 

ADRIANO

Tutto d'intorno tace omai: ~ deserta  

è già la spiaggia. ~ In questa

di rodian cavalier spoglia modesta

inosservato vuò inoltrar. ~ Io premo

il fatal lido... e fremo

d'invincibile orror. ~ Sotto a' miei passi

par che tremi la terra. ~ Forse... oh dio!

Egli qui cadde il mio

dolce nipote ~ l'ultimo sospiro...

forse a me volto, ei qui esalò dal seno.

Ah! la sua tomba ritrovassi almeno!

Sarebbe a me sì caro

bagnarla nel mio pianto!

Baciarla, e pace intanto

al cenere implorar! ~

(resta concentrato)

ARMANDO
(dal fondo)

L'angustia mia,

questa smania è insoffribile. ~ Son quelli

due cavalier. ~ Potessi

almen saper!... oh! come tremo! ~ Ad essi,

(ardir) si cerchi.

<- Armando

ADRIANO

(scuotendosi)

Del sultano a noi

s'avanza un alto emiro. Forse...

ARMANDO

(accostandosi)

A voi

salute, illustri cavalier...

ADRIANO

(colpito dalla voce)

Gran dio!

Questa voce!...

ARMANDO

(vicino e riconoscendolo)

Che veggo!

ADRIANO

(ravvisandolo)

Egli!...

ARMANDO

Mio zio!

(Ciel! qual fulmine!...)

ADRIANO

(con gioia abbracciandolo)

Armando!...

Dolce nipote!

ARMANDO

(in continuo contrasto)

(E come più salvarmi!)

ADRIANO

Tu vivi? ~ Ti ritrovo?

ARMANDO
(confuso)

Signor!...

ADRIANO

Felicia, oh come

n'esulterà! ~ Ti pianse tanto!

ARMANDO

(E adesso

s'egli scopre!... Ah! non reggo.)

ADRIANO

Torna, torna al mio seno...

(vuol abbracciarlo)

oh ciel! che veggo!

(s'avvede dell'abito saraceno: si stacca da lui, e con fremito e sdegno)

Sciagurato! ~ che festi!

In quali spoglie!

ARMANDO

Apriti, o terra.

ADRIANO

Il figlio

di mia sorella! Un cavalier di Rodi!

Che orror! perfido! parla: e come!

ARMANDO

Il caso,

e la necessità: fu in quella notte,

notte di distruzion, che noi discesi

in queste sponde a guerreggiar, sorpresi,

e dal numero oppressi, co 'la vita

la vittoria cedemmo. Io, là sul campo,

rimasto sol de' miei compagni estinti

le indossai per salvarmi.

ADRIANO
(severo)

E abbandonasti

le auguste insegne dell'onor! sapevi

ch'era viltà, delitto!

ARMANDO

Io ne serbai

fido ognora la spada... e tu non sai

quanto più cara a me divenne, e quale,

qual prezzo v'attaccai!

ADRIANO
(grave)

Porgila.

ARMANDO
(sorpreso)

Come?

ADRIANO
(imperioso)

Porgila.

ARMANDO
(incerto)

Ma...

ADRIANO

Obbedisci.

ARMANDO

(con pena gli porge la spada)

Eccola.

ADRIANO
(solennemente)

In nome

del nostr'ordine augusto, io, gran maestro,

io riprendo a te, Armando, questa spada

che tu disonorasti,

e... la spezzo.

(rompendola)

ARMANDO
(oppresso)

Ah! ~

(poi con vivacità)

Mi rendi,

rendi a me quell'acciaro. ~

ADRIANO

E che pretendi? ~

 

 

Va': già varcasti, indegno,  

delle perfidie il segno:

tradisti patria, onore,

scordasti la tua fé...

Ti lascio al tuo rossore,

fremo d'orror per te.

ARMANDO

Ah! dai rimorsi oppresso

orror ho di me stesso:

perdona, oh dio! l'errore,

abbi pietà di me.

M'avvampa ancor nel core

fiamma d'onor, di fé.

ADRIANO

Vuoi meritar perdono? ~

ARMANDO

Posso aspirarvi? ~ imponi.

ADRIANO

Le insegne ree deponi:

sappia Aladin qual sei.

Meco partir poi déi...

ARMANDO

Partir!... (oh cielo!... e Palmide!...)

ADRIANO

Sposo a Felicia omai...

ARMANDO

Io sposo di Felicia!...

ADRIANO

Tu fremi? ~ Di'... se mai!...

trema... i tuoi giuri!...

ARMANDO
(disperato)

Svenami:

io tradii tutto. ~

ADRIANO

Perfido! ~

E per chi mai!...

ARMANDO

Non sai!...

ARMANDO

Odi... qual nuovo orror!

Insieme

ADRIANO

Taci... qual nuovo orror!

ARMANDO

Non sai quale incanto

quest'alma sorprese:

colei che m'accese

mortale non è.

Di grazie, e candore

complesso celeste

nel solo mio core

trovava mercé...

La misera or muore...

E muore per me.

Insieme

ADRIANO

Nel duolo, nel pianto

tua madre gemeva:

io seco piangeva,

ingrato, per te.

E in seno all'amore

tu intanto languivi!

Tradivi l'onore,

i voti e la fé!...

Tua madre si muore...

E muore per te!

 

ADRIANO

Scegli dunque ~ Un cieco amore!...

ARMANDO
(marcato)

Vincerò.

ADRIANO

Virtude... onore!

ARMANDO

Seguirò.

ADRIANO

(cava la sua spada)

Su questa spada...

Fu la spada di tuo padre,

or lo giura.

ARMANDO
(con trasporto)

Ah! porgi: ch'io

or la baci. ~ Padre mio!

Io te invoco... per te giuro. ~

Di te degno io tornerò.

ADRIANO

Il brando invitto

del genitore

il tuo valore

accenderà.

D'ogni nemico,

d'ogni periglio

con esso il figlio

trionferà.

Insieme

ARMANDO

Il brando invitto

del genitore

il mio valore

accenderà.

D'ogni nemico,

d'ogni periglio

con esso il figlio

trionferà.

(partono)

Adriano, cavalieri, Armando, cavaliere, emiri, guardie, soldati, popolo ->

 
 

Scena undicesima

Deliziosa ne' giardini.
Felicia, inoltrando lentamente.

 Q 

<- Felicia

 

 

Oh! come tutto intorno  

novelli, vaghi, interessanti oggetti

s'offrono a' sguardi miei! ~ Cielo, natura,

arti, costumi, in queste

spiagge un dì sì famose... e sì funeste

a tanti eroi. ~ Quai rimembranze amare

lacrimevoli! ~ Il mio

diletto Armando qui perdetti anch'io. ~

Ah! non dovea più rivederlo!

(siede triste, pensosa)

 

Scena dodicesima

Alma, con Mirva, poi Palmide.

<- Alma, Mirva

 

ALMA

Vieni,  

Mirva gentil... Qui lo straniero!...

FELICIA

(fissando il fanciullo)

Oh caro,

amabile fanciullo! ~ e quai sembianze!

Quel sorriso!... quel ciglio!...

e... dolce illusion!

(lo bacia e abbraccia con trasporto)

PALMIDE

(agitata, e vedendo Mirva in braccio a Felicia)

Alma!... oh periglio!

<- Palmide

ALMA

Lo stranier me 'l trattenne, e vedi come

lo contempla, lo bacia: e stringe al petto!

PALMIDE

E se... Mirva!...

(lo chiama: egli corre a lei)

FELICIA

Un istante! ~ Principessa...

quel figlio...

PALMIDE
(confusa)

È...

ALMA

Sì vezzoso!

FELICIA

Ei m'interessa...

non sai quanto! ei ricorda a me sembianze...

le più adorate.

PALMIDE
(con interesse)

E di chi mai?...

FELICIA

Del mio

caro... fratel.

PALMIDE
(vivamente)

D'Armando Orville!...

FELICIA
(colpita, agitata)

Gran dio!

Lo conoscesti!

PALMIDE
(con passione)

E quanto!

FELICIA

Lo piangeremo dunque insieme.

PALMIDE

E tanto

dunque a te caro Armando!

FELICIA

Ah! dato avrei

volentier pe' suoi giorni i giorni miei.

PALMIDE
(indecisa)

E... s'egli!... Alma, nessun qui ci sorprenda.

(Alma si ritira)

Alma, Mirva ->

 

PALMIDE

E se Armando vivesse!...  

FELICIA

Vuoi lusingarmi!

PALMIDE
(timida)

E se questo fanciullo!...

FELICIA
(scossa)

(Ciel!... io già tremo.) Ebben...

PALMIDE

Giura il segreto.

FELICIA
(ansiosa)

Te 'l giuro. ~ Or... quel fanciul...

PALMIDE

Figlio è d'Armando.

FELICIA
(agitatissima)

E... sua madre!...

PALMIDE

(s'abbassa e bacia Mirva)

Lo bacia.

FELICIA
(con affanno, e forte)

Oh! sventurata

Felicia!

PALMIDE
(colpita)

Tu Felicia! ~ Destinata

già ad Armando consorte!

Oh! noi miseri! Oh! figlio ~ Infamia... morte

ecco il nostro destin.

(con fierezza, per partire)

FELICIA
(con sforzo)

Ferma, infelice:

tu sei madre; sperar, viver ti lice.

PALMIDE
(amaramente)

Sperar?

FELICIA

Sì ~ quel fanciullo

sciolse i miei nodi, e strinse i tuoi.

PALMIDE

Potrai

tu a me cedere Armando? ~

Scordarlo?

FELICIA
(con sospiro)

Io potrò cederlo ~ scordarlo...

Oh Dio! no 'l so. ~ L'ingrato

me obliò, l'amor nostro, fede... tutto. ~

E dell'ingrato, ohimè! per mio tormento,

sembianze, voce, amor, tutto rammento.

PALMIDE

Dimenticarlo io pur non saprei mai.

FELICIA

Non conosci, non sai

l'arti di quest'amabil seduttore!

Giovinetta, col cuor dell'innocenza,

sotto il bel ciel della natia Provenza,

tenero trovatore, al raggio amico

d'argentea luna... l'ispirava amore...

odi com'ei parlava a questo core.

 

Giovinetto cavalier,    

di bel giorno al tramontar,

co 'la dèa de' suoi pensier

sotto un salcio s'arrestar.

Tacque un po' ~ su lei fissò

poi lo sguardo, e sospirò.

La sua mano portò al cor...

e qui, disse, qui v'è amor...

Non fidarti, o giovin cor,

dell'accento dell'amor.

S

Sfondo schermo () ()

 

PALMIDE
(con espressione dolorosa)

Oh! conosco, conosco quell'accento...  

quel canto seduttor. ~ Sotto le mura

del mio remoto harem così cantava,

così chiedeva amor... Io già l'amava.

 

Cloe d'età nel bell'april  

era giglio di candor:

sorrideva al suo gentil,

in un tenero languor.

Ma balzar quel cor sentì,

e il suo tutto si agitò.

Un sospiro le sfuggì...

ei l'intese... e l'abbracciò...

Non fidarti, o giovin cor,

dei sospiri dell'amor.

(la voce d'Armando dal vicino boschetto ripete i due versi cantati da Palmide - sorpresa e emozione)
 

PALMIDE

Ah! la sua voce! ~ Oh cielo! Ciel!...  

FELICIA

Che fai?...

Palmide...

PALMIDE
(agitatissima)

Ah! quel suo canto

forse esprime l'addio

del cavalier... ed io!...

FELICIA

Calmati, attendi...

PALMIDE

Armando!... Armando!...

FELICIA

Per pietà, sospendi!

 

ARMANDO
voce di dentro

Tutto armato a lei venir  

vide un giorno il suo tesor:

«Cara addio», con un sospir,

«son crociato», ei disse allor.

Cloe gelarsi il cor sentì...

quasi estinta al suol piombò.

Ei la fredda man baciò...

su lei pianse, e... disparì.

PALMIDE

Qual momento!

E quel sospir!...

Oh dolor!

L'istessa pena...

Io reggo appena.

S'ei mi lascia!...

Insieme

FELICIA

Fier cimento!

Ah! quel sospir!

Che martir!

Così Felicia...

Stato crudel!

Quale ambascia!...

 
(Felicia si ritira in disparte, mostrando la più viva inquietudine)
 

ARMANDO

(compare, e corre al seno di Palmide)

Mai provare, o giovin cor,

i martiri del'amor.

(poi staccandosi da Palmide come colpito da triste idea)

Ma... il dover!... Un sacro onor!...

Ah! che l'addio sul labbro muor;

e mai partir da lei potrò.

<- Armando

PALMIDE

(osservando Felicia con affanno)

S'ei la vede! ~ un dì l'amò...

Può amarla ancor!... Che far allor!...

Mi gela il cor crudo timor.

FELICIA
(oppressa, e smaniosa)

D'avanzar ardir non ho...

D'un'altra in sen chi un dì l'amò!...

Questo è soffrir!... questo è dolor...

Mai provare, o giovin cor,

i sospiri dell'amor.

(Armando torna ad abbracciar Palmide, con visibile sforzo si stacca poi da lei, e fugge)

Armando ->

PALMIDE

(seguendolo)

Armando!...  

FELICIA
(deliberata)

Armando!

PALMIDE

Ferma...

FELICIA

Senti...

(anelanti e si perdono di vista)

Palmide, Felicia ->

 

Scena tredicesima

Alma, con Mirva, poi i precedenti.

<- Alma, Mirva

 

ALMA

È l'ora  

già della festa, e Palmide s'oblia

in suo giusto dolor. ~ Di te che fia,

sventurato fanciul!

ARMANDO
(di dentro, con grido)

Felicia!

FELICIA
(di dentro)

Arresta...

ALMA

Qual grido! ~ E quale mai scena funesta!

ARMANDO

(tornando con disperazione, smarrito)

Ove salvarmi? ~ Qui Felicia! ~ Oh dio! ~

Qual nuovo orror!

<- Armando

FELICIA

(tornando)

Armando!

<- Felicia

ARMANDO

E non poss'io

né fuggir, né morir! ~ Quel brando almeno,

che in mia disperazione

or mi togliesti, al seno,

tu vibrami. ~ Ti vendica. Punisci

un empio... un traditor.

PALMIDE
(tenerissima)

Oh! sposo mio!  

<- Palmide

FELICIA
(marcata ad Armando)

L'odi tu! Guarda quel fanciullo. ~

ARMANDO
(oppresso)

Oh dio!

FELICIA
(come sopra)

E parli di morir?

ARMANDO
(come sopra)

Ma se tu sai!...

FELICIA

Tutto... sì ~ e ti perdono. ~

ARMANDO

A me giammai

io perdonar saprei,

o sventurate, i tradimenti miei.

FELICIA

Tutto espiar ancor potrai. ~ Tuo zio...

ARMANDO

Mio zio! ~ Raggio celeste a quel gran nome

mi rischiara, m'accende, mi richiama

al dover, all'onor. ~ Dammi quel brando...

FELICIA
(marcata)

Io l'affido ad Armando.

ARMANDO

Palmide!... figlio mio!...

Felicia!...

(per partire)

PALMIDE

Parti!... Io moro...

FELICIA

(sostenendola)

Spera...

ARMANDO

Addio!...

(parte)

Armando ->

FELICIA E PALMIDE

Oh dio!

(s'abbracciano e si ritirano)

 
 

Scena quattordicesima

Magnifico luogo nella reggia, circondato da giardini pensili. Elevata nel prospetto una superba moschea la di cui porta è chiusa. Trono da un lato, con ricco divano per Aladino, e Palmide. ~ Divani nell'avanti pei Cavalieri, e uno distinto pe 'l Gran maestro.
Aladino, Osmino, Guardie, Emiri.

Bozzetti

 Q 

Aladino, Osmino, guardie, emiri

 

ALADINO

Adriano! ~ egli stesso! ~ Il gran maestro  

dei cavalier di Rodi! quel vantato

eroe de' Franchi! ~ Il saggio venerato

della pietà, delle virtù se n' viene

ad offrir pace sulle egizie arene?

OSMINO

Tal n'ebbi avviso or da un araldo.

ALADINO

A lui,

quale ad alto califfo onor si renda:

quanto Aladin lo pregia, e ammira apprenda.

OSMINO

Compirò i cenni tuoi.

ALADINO

Lieta succeda poi

la nuzial festa.

OSMINO

È pronta già... senti ~

i giulivi concenti. In regal pompa,

in fra i suoi cavalieri,

Adriano s'avanza.

ALADINO

Ecco mia figlia:

compiuti i voti miei saranno appieno.

OSMINO

(Geloso mio furor, celati in seno.)

 

Scena quindicesima

Gran marcia. Emiri, Guardie, Palmide, con Alma, che tiene Mirva per mano, e séguito di Schiave, e Schiavi. Imani col velo nuziale. Mentre Aladino va al trono con Palmide, defila il corteggio e cantasi:

<- altri emiri, altre guardie, Palmide, Alma, Mirva, schiave, schiavi, imani

IMANI

Gran profeta, là dal cielo  

scendi ai riti protettor.

Questo sacro argenteo velo

simbol sia del tuo favor.

 
Dall'altro lato, Guardie d'onore del Sultano precedono gli Araldi dei Cavalieri di Rodi, gli Scudieri, le Guardie del Gran maestro, indi i Cavalieri; Adriano poi nell'abito di Gran maestro co' suoi Paggi, e Scudieri, fra questi Felicia ~ cantasi:

<- guardie d'onore del sultano, araldi dei cavalieri di Rodi, guardie del gran maestro, cavalieri, Adriano, paggi, scudieri, Felicia

CAVALIERI

Degli eroi sul gran sentiero

guida a noi son fede, e onore.

Bella gloria n'arde in core,

a noi sacra è l'amistà.

L'innocenza oppressa, offesa

trova ognora in noi difesa:

la virtù da noi s'onora,

si punisce la viltà.

Nostra insegna sarà ognora

gloria, fede, ed amistà.

 
A un cenno d'Aladino, che s'alzerà al presentarsi d'Adriano, questi, e i Cavalieri siedono. Mirva presenterà una corona d'ulivo ad Adriano, ed altri Fanciulli ai Cavalieri. ~ Adriano nel riceverla osserverà Mirva con interesse, e lo carezza. ~ Palmide, e Felicia seguono co' gli occhi, ansiose, i movimenti d'Adriano. Terminata la marcia, e la cerimonia:

ALADINO

Invitto, illustre gran maestro, prodi  

cavalieri di Rodi, omaggio, onore

alla virtù, al valore

sa rendere Aladin. ~ Voi generosi,

pace ad offrirmi, ed amistà veniste,

io pace accetto; e fia

sì nobile amistà la gloria mia.

ADRIANO

Nemico ancor noi t'ammirammo. ~ Ognora

fra generosi cor si pregia, e onora

valore, e lealtà.

ALADINO

Da questo istante

i franchi, schiavi miei, liberi sono:

vedi quanto io ti pregio; a te li dono.

ADRIANO
(marcato)

Tutti?

ALADINO

Sì: tutti.

FELICIA

(Ah! lo comprendo.)

ADRIANO
(come sopra)

Questo

fia gran giorno pe' franchi.

PALMIDE

(E a me funesto.)

ALADINO

Fia pur gran giorno pe 'l mio regno. ~ Sposo

a Palmide mia figlia il valoroso

Elmireno oggi rendo,

un giovine guerrier ch'è già da un lustro,

del mio trono sostegno,

l'amico del mio core:

ei fia mio successore. ~ Or se ti piace,

a sì bei nodi assisti: più felici

saran sotto gli auspici del valore,

della virtù.

PALMIDE

(Reggi, se puoi, mio core.)

FELICIA

(Quale istante s'appressa!)

ADRIANO

Dolce a me fia. Già di veder anelo

questo giovine eroe.

ALADINO
(ad Osmino)

Venga Elmireno.

 

Scena sedicesima

Armando, in abito di cavaliere di Rodi e i precedenti.

<- Armando

 

ARMANDO
(dignitoso)

Più Elmireno non v'è. ~ Mio zio!  

(si prostra avanti Adriano)

ALADINO
(colpito)

Che miro?

ADRIANO

(rialza Armando)

Dolce nipote!...

FELICIA

Oh! qual cimento!

OSMINO E ALADINO

Oh tradimento!

PALMIDE
(sorpresa, e quadro analogo)

Io spiro.

 

ALADINO
(fremente)

Elmireno!...  

ARMANDO

Me di Rodi

cavalier conosci omai:

a' tuoi sguardi io mi celai

schiavo reo di cieco amor.

Alla voce mi destai

del dover e dell'onor.

ALADINO
(come sopra)

Adriano!...

ADRIANO

A me nipote

d'eroi sangue ha nelle vene.

Spento già su queste arene

io da un lustro il piansi ognor.

Sciolto omai da sue catene

di me degno il trovo ancor.

ALADINO
(a Palmide)

Oh! chi amavi!

PALMIDE

E ben l'ingrato

sa di quanto amor l'amai.

Ei scordar non potrà mai

come vinse questo cor.

Questo cor che a lui donai,

che abbandona nel dolor.

ALADINO

E fia ver? ~ Tu traditore

tu! il mio amico! ~ oh! ti difendi.

Elmireno a me, deh, rendi:

perdonarti io posso ancor.

Sul mio trono meco ascendi,

sposo a lei, per man d'amor.

ARMANDO
(deliberato)

No, decisi; il debbo: addio.

PALMIDE
(affannosa)

E potrai?

ALADINO
(severo)

Pensa...

ARMANDO
(come sopra)

Pensai.

ALADINO
(fremente)

Tu non sai!...

ARMANDO
(come sopra)

So il dover mio.

ALADINO
(contenendosi a stento)

Scegli ancora... o i miei furori...

ARMANDO
(intrepido)

So morir...

ALADINO

(cava il pugnale)

Perfido! ~ e mori...

FELICIA

(che fra i cavalieri osservò i movimenti d'Aladino, si slancia, e mettendosi avanti d'Armando, e con tutta fermezza)

Ah! t'arresta. Pria l'acciaro

déi vibrar al petto mio:

se di sangue hai tu desio

tutto il mio si verserà.

E per lui ch'è a me sì caro

dolce morte a me sarà.

ALADINO
(sorpreso)

Egli!...

FELICIA

È il mio... fratel.

OSMINO

(per ferirlo)

Che mora.

ALADINO

(trattenendolo)

No...

FELICIA

(cava la sua spada)

Tu pria.

ADRIANO
(ad Aladino e Felicia)

Che fai? ~

PALMIDE
(a tutti)

Pietà!

PALMIDE, FELICIA, ADRIANO E ARMANDO

Sogni, e ridenti

di pace, amor

furo i contenti

di questo cor. ~

Non v'è più pace

non v'è più amor.

Insieme

ALADINO E OSMINO

Sogni, e ridenti

di pace, amor

furo i contenti

di questo cor. ~

Non v'è più fede

non v'è più onor.

 

ALADINO
(ad Osmino)

Ite, superbi. Guidali,  

Osmino, al lor soggiorno:

al'ire mie s'involino,

pria che risorga il giorno. ~

Quell'empio in atro carcere

si serbi al mio furor.

FELICIA
(con impeto)

E l'oserai?...

ADRIANO
(ad Aladino)

Son questi

dunque i tuoi cenni estremi?

ALADINO

Sì ~ chi m'insulta tremi.

ADRIANO

Di noi tu trema: guerra.

ALADINO E OSMINO

Guerra, vendetta, orror.

ADRIANO E CORO

Guerra, terribil guerra

morte, vendetta, orror.

(ad un imano, che va alla moschea, n'apre la porta)

ALADINO

Va': tuoni omai dal tempio

quel bronzo formidabile

il di cui suon terribile

segno è di guerra ognor.

(due imani staccano la gran bandiera, e la sventoleranno sulla porta)

 

E voi spiegate il fulgido

vessillo de' credenti.

Segnale ognor di gloria,

de' perfidi terror.

(i cavalieri sventolano la lor bandiera)

ADRIANO

Più sacra di vittoria,

più certa insegna è questa:

già a fulminar s'appresta

chi tradì fede, e onor.

ALADINO

Trema...

ADRIANO

Paventa...

PALMIDE

Ed io

così ti perdo!

FELICIA

(abbracciandoli)

Oh miseri!

Così lasciarvi!...

ARMANDO

(con affanno, staccandosene)

Addio. ~

 

TUTTI

Guai se tuona quel bronzo tremendo  

che diffonde il segnale di guerra! ~

Guai se il brando si snuda del forte! ~

Guai se spiega l'insegna di morte! ~

Allo scoppio di fulmine orrendo

le sue furie l'averno disserra...

E già mille in sì atroce momento

crude smanie mi straziano il cor.

Sfondo schermo () ()

 

ADRIANO, ARMANDO, ALADINO, OSMINO E CORO

All'armi vi chiama

la gloria, la fede:

vendetta vi chiede

la patria, l'onor.

Marciamo alla gloria.

Trionfi il valor.

Insieme

PALMIDE E FELICIA

Deh, cedi a chi t'ama:

rammenta la fede;

pietade ti chiede

natura ed amor.

Oh! barbara gloria!

Funesto valor!

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo

Vasto recinto nel palazzo del sultano che confina alla spiaggia, in vicinanza del porto. Alla destra un fabbricato; parte del palazzo, e de' giardini alla sinistra.

<- custodi, schiavi
custodi, schiavi
<- altri schiavi
custodi, schiavi, altri schiavi
<- emiri, Palmide, Alma, schiave
custodi, schiavi, altri schiavi, emiri, Palmide, Alma, schiave
<- guardie, Osmino, Aladino, altri emiri

Il sultano ~ Prostratevi...

Me felice! / Oh furore!

Aladino, Palmide e Coro
Vincitore a questo petto

Ah! sì: tutti i miei voti

custodi, schiavi, altri schiavi, emiri, guardie, Osmino, Aladino, altri emiri
Palmide, Alma, schiave ->

E meco esulta, o fido Osmin

custodi, schiavi, altri schiavi, emiri, altri emiri
Aladino, Osmino, guardie ->

Deliziosa remota parte ne' giardini del sultano.

Mirva, schiave, Alma, custodi, favoriti
 

Ma in questo impenetrabile recesso

Mirva, schiave, Alma, custodi, favoriti
<- Armando

Cessi, o miei fidi, la sorpresa

E Palmide!

Mirva, schiave, Alma, custodi, favoriti, Armando
<- Palmide

E tu consola Palmide tua

Mirva, schiave, Alma, custodi, favoriti
Palmide, Armando ->

Palmide sventurata!

schiave, custodi, favoriti
Alma, Mirva ->

Porto di Damiata. Superbi edifici all'intorno. Navi di varie nazioni, colle loro bandiere spiegate.

Osmino, emiri, guardie, soldati, popolo
 

(approdo del vascello reale apparato festosamente dei cavalieri di Rodi)

(il vascello è alla riva)

 
Osmino, emiri, guardie, soldati, popolo
<- cavalieri, Felicia

Popoli dell'Egitto

Tu, degli illustri cavalier di Rodi

emiri, guardie, soldati, popolo, cavalieri, Felicia
Osmino ->

Omai, appagar

emiri, guardie, soldati, popolo, cavalieri
Felicia ->
emiri, guardie, soldati, popolo, cavalieri
<- Adriano, cavaliere

Tutto d'intorno tace omai

emiri, guardie, soldati, popolo, cavalieri, Adriano, cavaliere
<- Armando

Adriano, cavalieri, Armando, cavaliere, emiri, guardie, soldati, popolo ->

Deliziosa ne' giardini.

<- Felicia

Oh! come tutto intorno

Felicia
<- Alma, Mirva

Vieni, Mirva gentil

Felicia, Alma, Mirva
<- Palmide

Felicia, Palmide
Alma, Mirva ->

E se Armando vivesse!

Oh! conosco, conosco quell'accento

(la voce d'Armando dal vicino boschetto ripete i due versi cantati da Palmide - sorpresa e emozione)

Ah! la sua voce! ~ Oh cielo! Ciel!

Armando di dentro, poi Palmide e Felicia
Tutto armato a lei venir

(Felicia si ritira in disparte)

Felicia, Palmide
<- Armando
 
Felicia, Palmide
Armando ->

Armando!

Palmide, Felicia ->
<- Alma, Mirva

È l'ora già della festa

Alma, Mirva
<- Armando

Ove salvarmi?

Alma, Mirva, Armando
<- Felicia

Armando!

Alma, Mirva, Armando, Felicia
<- Palmide

Oh! sposo mio!

Alma, Mirva, Felicia, Palmide
Armando ->

Magnifico luogo nella reggia, circondato da giardini pensili; elevata nel prospetto una superba moschea.

Aladino, Osmino, guardie, emiri
 

Adriano! ~ egli stesso!

Aladino, Osmino, guardie, emiri
<- altri emiri, altre guardie, Palmide, Alma, Mirva, schiave, schiavi, imani
Aladino, Osmino, guardie, emiri, altri emiri, altre guardie, Palmide, Alma, Mirva, schiave, schiavi, imani
<- guardie d'onore del sultano, araldi dei cavalieri di Rodi, guardie del gran maestro, cavalieri, Adriano, paggi, scudieri, Felicia
 

Invitto, illustre gran maestro

Aladino, Osmino, guardie, emiri, altri emiri, altre guardie, Palmide, Alma, Mirva, schiave, schiavi, imani, guardie d'onore del sultano, araldi dei cavalieri di Rodi, guardie del gran maestro, cavalieri, Adriano, paggi, scudieri, Felicia
<- Armando

Più Elmireno non v'è

Armando, Adriano, Palmide, Aladino, Felicia e Osmino
Elmireno! / Me di Rodi cavalier conosci omai
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima
Vasto recinto nel palazzo del sultano che confina alla spiaggia, in vicinanza del porto. Alla destra... Deliziosa remota parte ne' giardini del sultano. Porto di Damiata. Superbi edifici all'intorno. Navi di varie nazioni, colle loro bandiere spiegate. Deliziosa ne' giardini. Magnifico luogo nella reggia, circondato da giardini pensili; elevata nel prospetto una superba moschea. La stessa decorazione, in cui terminò l'atto primo. Deliziosa ne' giardini. Spiaggia remota. Il Nilo in prospetto. Il vascello dei cavalieri è alla rada. Da un lato l'ospizio dei... Carceri. Gran piazza di Damiata: esterno del palazzo dei sultani; moschee, fabbricati, giardini.
Atto secondo

• • •

Testo PDF Ridotto