Atto primo

 

Scena prima

Recinto presso le abitazioni dei Selvaggi di Maima. In fondo boschi, e colline. In mezzo della scena è in piedi Zamoro circondato da un drappello di Guerrieri aitiani. Da un lato Jarico seduto sopra un sasso. Qua e là, da ambe le parti, sono sparsi a gruppi i Selvaggi di Maima in atto di deliberare sovra cose udite.

 Q 

Zamoro, guerrieri aitiani, Jarico, selvaggi di Maima

 

CORO

Oh! qual narrasti orribile  

scena di sangue e lutto!

Spersi di Cuba i popoli,

d'Aiti il suol distrutto,

strage dovunque il turbine

degli europei passò.

E noi felici e liberi

di vergin terra figli,

cadrem noi pur de' barbari

sotto i feroci artigli?

Ricuserem combattere?

Morrem da vili?... Ah no.

(tutti si affollano intorno a Jarico)

Salda alleanza stringasi

con lo stranier cacico;

piombiam segreti, e taciti

sovra il crudel nemico:

egro, spossato, e naufrago

a noi fuggir non può.

 

JARICO

Cedo all'ardir magnanimo

che vi divampa in petto:

prode straniero, accetto

la man che stendi a me.

ZAMORO

Prendi, e securo stringila

di eterna fede è pegno:

pronta a comun sostegno

combatterà con te.

JARICO

Mallevadore ed auspice

della tua tua fé qual fia?

ZAMORO

Mille io ne invoco. Il cenere

dell'arsa patria mia,

il sangue de' parenti,

i loro monumenti,

l'ira che in sen divoro,

odio, vendetta, e amor.

TUTTI

Amor!

ZAMORO

Io Zilia adoro:

sacro a tua figlia è il cor.

JARICO

E tu vorresti?

ZAMORO

Unire

il suo destino al mio:

tutto con lei soffrire,

morir per lei desio.

Se sposa mia la fai

sarò di me maggior.

JARICO

Vieni al mio sen: l'avrai

premio del tuo valor.

ZAMORO

Lieto appien di tanto dono,

più che figlio a te già sono:

i tuoi dèi ~ saranno i miei,

patria mia ~ la tua sarà.

CORO

Spento sia ~ chi scioglier brami

tai legami ~ d'amistà.

ZAMORO

Ma fian saldi.

JARICO

Fian tenaci.

ZAMORO

Santi.

JARICO

Eterni.

CORO

Lo giuriamo.

TUTTI

Aste, dardi, fiamme, faci

impugnam, scocchiam, vibriamo.

Quando annotti, e il mondo taccia,

piomberei quai tigri in caccia,

né la preda ai colpi nostri

speco o valle asconderà.

Patri dèi, pei figli vostri

tutto il ciel combatterà.

(partono i cori)

guerrieri aitiani, selvaggi di Maima ->

 

Scena seconda

Jarico, e Zamoro.

 

ZAMORO

De' tuoi guerrier fidarti,  

qual io de' miei, puoi tu? Tanto mistero

fia custodito?

JARICO

Non temer: provvide

la patria legge assai. D'orribil morte

è punito in Maima il tradimento.

ZAMORO

Ad ottener l'intento

pur vuolsi scaltro oprar, e di sospetto

la più lieve non dar ombra ai nemici.

JARICO

Tutti userem di cortesia gli uffici.

Ricchi presenti, e feste,

e amorevoli inviti.

ZAMORO

Ah! se dal campo

trarli io potessi inermi, e a noi le destre

di quei fatali armar fulmin di morte...

JARICO

Vieni: un mezzo potria darci la sorte.

(partono)

Jarico, Zamoro ->

 

Scena terza

Cacciatori e Cacciatrici, indi Zilia.

<- cacciatori, cacciatrici

 
Coro.
 

UOMINI

Bella è l'argentea stella,  

che in limpido mattin,

il rugiadoso crin

alza dall'onde.

TUTTI

Astro gentil d'amor,

più vivido splendor

Zilia diffonde.

DONNE

Lieve di colle in colle

trasvola il venticel,

che non inchina stel,

non segna traccia.

TUTTI

Vola più lieve ancor

l'amabil Zilia allor

che move in caccia.

 

Dove miri, in piaggia, in selva,

non vi ha core, non vi ha belva

che resista al suo poter.

Disarmata, o cacciatrice,

è ne' boschi vincitrice,

è sovrana fra i guerrier.

 

<- Zilia

ZILIA

Maggior di nostra speme, oggi, o compagne,  

ne dier preda le selve: ai patri tetti

parte se n’ rechi, e se ne serbi parte

in dono agli stranieri. Ampio da loro

riporterem tesoro

delle dovizie, che al possente duce

il lontano da noi mondo produce.

 

 

Ne ornerà la bruna chioma

qualche gemma rilucente,

che ai guerrieri d'oriente

più bel sol pingendo va.

E la figlia del deserto,

abbellita da quel serto,

qualche grazia agli occhi loro,

qualche vezzo acquisterà.

CORO

Pari a Zilia, alcun tesoro

l'oriente in sen non ha.

ZILIA

(Caro bene, al tuo cospetto

vani fregi io non desio;

bella sol dell'amor mio

nel tuo seno io volerò.

Se tu m'ami, o mio diletto,

ogni bella io vincerò.)

 
(parte il coro)

cacciatori, cacciatrici ->

 

Scena quarta

Jarico, Zamoro, e Zilia.

<- Jarico, Zamoro

 

JARICO

Mi abbraccia, o Zilia: lungamente attesa  

alfin tu riedi. Per le patrie selve

assai vagasti cacciatrice intorno.

È giunto, o figlia, il giorno

d'alzar la mente a più severi uffici.

Oggi sposa se' tu.

ZILIA

Sposa! Che dici?

ZAMORO

Te n' duole, o Zilia? A far beati i prodi

nata è beltà... Né d'Jarico al guardo

di tanto bene io son del tutto indegno.

JARICO

Sì: d'alleanza pegno

contro il feroce ispano

mi ti chiese Zamoro, ed io ti diedi.

ZILIA

Contro l'ispano! E vincer lui tu credi?

Cambia consiglio: a noi negaro i cieli

la folgore ch'ei vibra, e a lui rapirla

non può Zamoro. Chi salvar non seppe

la patria sua, salvar saprà l'altrui?

ZAMORO

È vero, o Zilia... Sventurato io fui.

Ma solo io combattea; l'arti straniere

i figli dividean di Cuba e Aiti.

Uniti or siamo, e uniti

vincerem noi.

JARICO

Dove il poter non valga

varrà l'ingegno. E in questa notte istessa

prova ne avrai, quando nel sonno spento

il nemico tu vegga.

ZILIA

Un tradimento!

E Zamoro il consiglia?

E lo sceglie Jarico? ~ Ah! mai non fia

questa mia man d'un traditor mercede.

ZAMORO

Zilia!

JARICO

Ti frena. ~ Omai l'ardire eccede.

Giudice tu de' gravi

disegni nostri esser non déi: ti basti

che questi nodi son giurati ai numi.

ZILIA

Deh! m'odi...

JARICO

Invan presumi

al comun voto opporti... Al ciel ribelle,

nemica al genitor tu non sarai...

Seguimi.

(a Zamoro partendo)

Jarico ->

 

ZILIA

(fermando Zamoro)

Ah! tu mi ascolta.

ZAMORO

Io ti ascoltai.

 

 

I tuoi sensi, i detti tuoi

mi han trafitto, o Zilia, il cor;

ma scemar l'ardor non puoi

che v'accese immenso amor.

ZILIA

Pera il dì, che a queste arene

empia sorte ti guidò!

Hai distrutto ogni mio bene,

finch'io viva, piangerò.

ZAMORO

Ami un altro?...

ZILIA

Ah! sì... il confesso...

Amo, adoro un altro oggetto.

ZAMORO

E il tacesti? Ov'è? Chi è desso?

ZILIA

Non cercarlo.

ZAMORO

Oh! qual sospetto!

Forse alcun di quegli alteri

aborriti, e rei stranieri...

Sì me 'l dice il tuo pallore,

me 'l palesa il tuo sospir.

ZILIA

Ah! leggesti nel mio core...

il segreto non tradir.

ZAMORO

Cotanto colpevole!

Sì vile tu sei!

Colpite la perfida,

punitela, o dèi,

all'onta, all'ingiuria

sia pari il furor.

Insieme

ZILIA

Risparmia i rimproveri,

se umano tu sei...

Non farmi più misera,

pietade mi déi...

D'amore son vittima,

perdona ad amor.

 

ZAMORO

Fuggi, nasconditi

al padre, a tutti.

ZILIA

E vuoi!...

ZAMORO

Quei barbari

veder distrutti,

stringer tua mano,

te posseder...

ZILIA

Empio! Fia vano

il tuo pensier.

ZAMORO

Le vane folgori

dell'oriente

saranno spente

dal mio valor.

Alla vendetta

che il cor mi alletta,

gli dèi mi guidano,

mi sprona amor.

Insieme

ZILIA

Le vive folgori

dell'oriente

non fiano spente

da un traditor.

Di te più forte

l'ispana sorte,

saprà difendermi

dal tuo furor.

(partono)

Zamoro, Zilia ->

 
 

Scena quinta

Interno del campo di Colombo sulle rive del mare. Veggonsi i navigli castigliani che naufragarono, arenati sulla spiaggia, e su di essi innalzate le fortificazioni. I Castigliani sono tutti sulle navi, rivolti al mare, cercando di scoprire qualche vela, nel lontano orizzonte. Esce quindi Colombo.

 Q 

castigliani

 

CORO

È l'ocean deserto...  

non una vela appar...

Lassi! Ci abbandonar

uomini, e sorte.

E tanto abbiam sofferto,

sudato notte, e dì,

sol per morir così

di lenta morte?

Ah! no: fuggiam de' barbari

sulle canoe rapite...

flutti del mar, ne aprite

scampo, o sepolcro almen.

 

<- Colombo

COLOMBO

Dove fuggite?  

Compagni di Colombo, e qual vi sprona

disperato consiglio? A certa morte

di gloria priva e da nessun compianta

forsennati correte, e un solo istante

tutto vi toglie, tutto

di cotante fatiche il merto e il frutto.

CORO

E puoi sperarlo tu?

Non lusingarci più...

Fiesco dovea tornar,

navi per noi recar ~ armi, alimenti.

Dov'è costui? Che fa?

COLOMBO

Fiesco spiegato ha già le vele ai venti.

 

Ei verrà, compagni, il giuro;  

a compir verrà l'impresa.

I segreti del futuro

al mio sguardo un dio palesa,

quel gran dio, che un mondo ignoto

a me solo rivelò.

Veggo, ah! veggo uscir dai mari

ampie terre, immensi lidi.

Chi vi reca e leggi e altari?

Chi li toglie a numi infidi?

Fuggi, o volgo, e mi abbandona;

io, sol io vi approderò.

 

CORO

Ah! siam teco: a noi perdona:

col tuo labbro un dio parlò.

 

COLOMBO

Sì vi abbraccio, e oblio l'errore

di me degni ancor sarete:

il trionfo dividete

che a Colombo il ciel serbò.

Del destino vincitore,

domator degli elementi

unirò due continenti

che natura separò.

 

CORO

Per te sol, per tuo splendore

nuovi mondi il ciel creò.

 

COLOMBO

Ite alle navi, e di fermezza e zelo  

date esempio ai minori. In voi son fissi

de' soldati li sguardi, e de' nocchieri.

 
(il coro parte)

castigliani ->

 

Scena sesta

Colombo, e Diego.

<- Diego

 

DIEGO

Oh duce! E ancor tu speri  

nell'aita di Cuba? E non rammenti

qual ria mercé ti diede

di un mondo che acquistò Castiglia ingrata?

COLOMBO

Quella che ai sommi in ogni terra è data,

degli infimi il livore,

sventura, e povertà... Non io me n' dolgo...

Fia maggiore il trionfo a me serbato.

O terra ov'io son nato,

cui far dono d'un mondo io non potei,

a te pure fian gloria i mali miei.

(musica)

 

Qual suon?  

(Diego accorre)

DIEGO

Festivo stuolo

di donzelle si appressa, e del cacico

reca i presenti a noi.

COLOMBO

Grata accoglienza

trovi il drappel cortese, e ne riporti

in guiderdone anch'esso i doni nostri.

(O celeste favore ancor ti mostri!)

 
(partono)

Diego, Colombo ->

 

Scena settima

Suonano le trombe del campo, escono a poco a poco tutti i Castigliani. Le Donne indiane si avanzano al suono de' barbari strumenti, recando frutti, cacciagione, ecc. I Castigliani si uniscono ad esse, e cambiano regali di specchi, campanelli, e grani di vetro coloriti.

<- castigliani, donne indiane

 

INDIANE

Per voi grappoli, e poma odorose  

il palmizio, ed il cocco produce;

per voi l'astro che lieto ne luce

li dipinge dì vaghi color.

Di Maima ve gli offron festose

le donzelle in tributo d'onor.

CASTIGLIANI

Per voi nuovi di gioia strumenti

l'arte industre di Europa compone,

per voi reca brillanti corone

un naviglio dell'onde signor.

Di Castiglia ve gli offron contenti

i guerrieri qual pegno d'amor.

TUTTI

Viva, viva chi vinse primiero

d'acque immense gli abissi profondi,

chi le rive appressò dì due mondi,

e gl'ignoti tesori ne apri!

Nodo eterno d'amore sincero

sempre uniti li tenga così!

 
Intrecciano lieta danza, e dopo aver rinnovato il cambio de' regali si dividono con tutte le dimostrazioni d'amicizia. ~ Esce Fernando, e si compiace dello spettacolo.
 

Scena ottava

Fernando, indi Zilia.

<- Fernando

 

FERNANDO

L'opra tua, mio ben, ravviso:  

il tuo cor per noi vegliò:

cara Zilia, è un tuo sorriso

il piacer che qui brillò.

Ah! per noi sembrò natura

collocarti in questo orror,

come stella in notte oscura,

come speme nel dolor.

 
(esce Zilia frettolosa e anelante. Si aggira intorno pe 'l campo, e si avviene in Fernando)

<- Zilia

ZILIA

Ti trovo alfin!  

FERNANDO

O Zilia mia!

ZILIA

(si abbandona nelle sue braccia)

Ch'io possa

nel tuo sen respirar!

FERNANDO

Affannosa così, Zilia, tu sei!

ZILIA

Lo spavento fu guida ai passi miei.

Se cara ti son io, fuggi, mi segui...

Non ti arrestar... a noi securo asilo

del deserto saran gli antri profondi.

FERNANDO

Fuggir! Qual mai nascondi

tremendo arcano! Che ti avvenne? Parla.

ZILIA

Sventura orrenda... e non poss'io svelarla.

Vieni... la notte è presso

che coprirà pietosa i nostri passi

per ascoso sentier.

FERNANDO

Che teco io fugga?

Che il padre io lasci? E puoi sperarlo?

ZILIA

Ed io

tradisco il padre mio,

patria, numi per te...

FERNANDO

Che sento?

ZILIA

Ahi lassa!

Che dissi? Che parlai?

Non dimandar di più... Vieni.

FERNANDO

Giammai.

ZILIA

Sappi che un tradimento

è tramato in Maima...

FERNANDO

Oh ciel!

ZILIA

Che tutti

cadrete spenti... che il nemico armato

le faci e i dardi nella selva appresta.

FERNANDO

Si prevenga, si voli...

(dividendosi da lei)

ZILIA

(per arrestarlo)

Odimi.

FERNANDO

Resta.

 

ZILIA

Mentre corri, o sciagurato,  

a salvar le ispane squadre,

a privar mi vai d'un padre

in mercé di mia pietà.

FERNANDO

Ed io pur d'un padre amato

veggo i giorni in rio periglio:

nel mio sen pietà di figlio

più che amor parlando va.

ZILIA

Ah! nel mio parlò più forte

questo amor, che mi ha tradita.

FERNANDO

Ne avrai premio...

ZILIA

Ne avrò morte.

Già gli dèi me ne han punita.

Vanne... compi il tuo dovere...

Io... mai più non ti vedrò.

FERNANDO

Che mai dici? Oh! qual pensiere!

Mia vivrai...

ZILIA

No... tua morrò.

ZILIA

Udrai fra poco un gemito

fioco suonar sul vento...

Questo, o crudel, di Zilia

fia l'ultimo lamento...

Con un sospir rispondimi...

né ti scordar di me.

Insieme

FERNANDO

Oh! di che triste immagini

ti ingombra il tuo spavento?

Vivrai, vivrai, mia Zilia,

per tuo, per mio contento...

Noi non dobbiam dividerci...

sempre io sarò con te.

 

ZILIA

Addio per sempre.

FERNANDO

Arrestati.

Non partirai...

ZILIA

Mi lascia.

FERNANDO

Vieni, se m'ami.

ZILIA

Oh! ambascia!

FERNANDO

Vieni a Colombo.

ZILIA

Ah! no.

FERNANDO

Divido il terrore

che l'alma ti preme:

orrendo sul cuore

sospetto piombò...

Vederti partire,

lasciarti non so.

Insieme

ZILIA

Di vita, d'amore

svanita è ogni speme...

de' numi il rigore

già me condannò...

Mi lascia fuggire,

lo chiedo, lo vo'.

 

FERNANDO

Vederti partire,

lasciarti non so.

(Fernando la tragge seco a viva forza nel campo castigliano)

Fernando, Zilia ->

 
 

Scena nona

Vasta foresta presso il campo di Colombo. D'ambi i lati profonde caverne. Il sole è al tramonto.
Jarico, solo, indi coro d'Indiani d'ambo i sessi.
Escono dalle grotte i Guerrieri armati di picche, e le Donne di faci.

 Q 

Jarico

<- guerrieri, donne

 

JARICO

Regna silenzio intorno,  

tranquillo è il campo ispano:

coperto è il grave arcano

d'impenetrabil vel.

Volgi all'occaso, o giorno,

cedi alla notte il ciel.

Uscite... uscite... e tosto

faci apprestate, e dardi:

già pe 'l sentiero opposto

Zamoro al varco sta.

 

CORO

Andiam: noi pigri, e tardi

Zamoro non vedrà.

 
(si prostrano a pregare)

TUTTI

O numi custodi

de' patri deserti,

celati, coperti

guidate i guerrier.

Al passo dei prodi

aprite il sentier.

(sorgono, e si avviano per partire; odonsi da lontano frequenti colpi di cannone: ritornano indietro sbigottiti)
 

JARICO

Ma dell'Europa il fulmine  

s'ode scoppiar da lunge...

CORO

Qual calpestio? Chi giunge?

Zamoro!...

JARICO

Amico!

TUTTI

Tu!

 

Scena decima

Zamoro, con Guerrieri indiani, e detti.

<- Zamoro, altri guerrieri

 

ZAMORO

Noi siam perduti.  

TUTTI

Ahi miseri!

Che avvenne mai? Che fu?

(tutti lo circondano)

ZAMORO

Insiem ristretti e taciti

noi scendevam dal monte;

già ci sorgean de' barbari

le vaste navi a fronte,

non un rumore udivasi,

tutto parea dormir...

Quando improvviso scalpito

dietro ci udiam sui culmini;

dei castigliani scoppiano

spessi d'innante i fulmini:

le prime schiere cadono

al grandinar terribile;

l'altre atterrite arretrano,

cominciano a fuggir.

TUTTI

Gli dèi, gli dèi puniscano

chi ci poté tradir.

 

Scena undicesima

Odesi dappresso fragor di tamburi. Escono i Castigliani guidati da Colombo, da Fernando e da Diego.

<- castigliani, Colombo, Fernando, Diego

 

ZAMORO

Giunge il nemico!... Oh rabbia!  

Care vendiam le vite.

(per azzuffarsi)

COLOMBO

Fermate! ~ Invano, o miseri,

quell'armi ancor brandite...

Armi impotenti, e frali

son l'aste, e son gli strali

contro il poter del fulmine

che incenerir vi può.

Del violato ospizio

farà vendetta il cielo.

Sul vostro capo, o perfidi,

già piomba l'igneo telo...

Tremate... A me prostratevi

ancor lo arresterò.

ZAMORO

Prostrarci noi?

JARICO

Noi cedere!

INDIANI

All'armi!

CASTIGLIANI

All'armi!

 

Scena dodicesima

Zilia, e detti.

<- Zilia

 

ZILIA

(precipitandosi in mezzo)  

Ah! no.

Me primiera, me ferite...

Il mio sangue al loro unite...

Della vita a voi salvata

premio sia la morte a me.

ZAMORO E JARICO

Ciel! La trama hai tu svelata!

TUTTI GLI INDIANI

Traditrice! Infamia a te!

(tutti si allontanano da lei: essa rimane in mezzo inorridita)
 
Quadro generale.
 
Tutti.

ZILIA, ZAMORO, JARICO E CORO DI INDIANI

Ah! non eri, oppresso core,

preparato a tal momento.

Sciagurata! Un gel d'orrore

a que' detti in cor mi sento.

Giusti dèi, quel tradimento

l'ira vostra punirà.

Insieme

FERNANDO, DIEGO, COLOMBO E CORO DI SPAGNOLI

Per pietà del suo dolore

dona agli empi il tradimento.

Ah! sia spento il lor furore,

come il mio nel seno è spento.

Rendi, o ciel, costei strumento

di concordia e di amistà.

 

COLOMBO

Di un'innocente al pianto

concedo a voi perdono.

ZAMORO

No, non avrai tal vanto

noi ricusiamo il dono.

Tu delle nostre vergini

ci hai tolta la più nobile,

versato sulla patria

eterno disonor.

ZILIA

Misera me! Calmatevi.

ZAMORO E JARICO

Scostati: orror mi fai.

COLOMBO E FERNANDO

E pretendete?...

ZAMORO

Opprimerti.

Nemici ognor ne avrai.

COLOMBO

Superbi al par che barbari,

vicino è il vostro eccidio:

io passerò qual turbine

su voi devastator.

TUTTI

Un'ira, un foco, un fremito,

un lutto, un gelo, un tremito,

mille pensier terribili

presagi e dubbi orribili

tormentano ~ spaventano,

opprimono il mio cor.

ZILIA
(a Jarico e a Zamoro)

Deh! voi, deh! voi schiudetemi

l'abisso punitor...

ZAMORO
(a Zilia)

Sì, morte avrai terribile

dovuta a tanto error.

Insieme

COLOMBO E FERNANDO
(a Zilia)

Ti calma, e in sen ricovrati

un campo protettor...

CORO
(gli uni e gli altri)

Tremate: è presso a scendere

il fulmin punitor.

ZILIA
(a Jarico e a Zamoro)

La pena ancor sospendere

è pena, o dèi, maggior.

JARICO
(ai castigliani)

Saprem vendetta prendere

di voi superbi, ancor.

Insieme

COLOMBO E FERNANDO
(agli indiani)

Chi lei si attenta offendere

paventi il mio furor.

CORO
(gli uni e gli altri)

Tremate: è presso a scendere

il fulmin punitor.

 

TUTTI

Un'ira, un foco, un fremito,  

un lutto, un gelo, un tremito,

mille pensier terribili

presagi e dubbi orribili

tormentano ~ spaventano,

opprimono il mio cor.

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Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo

Recinto presso le abitazioni dei selvaggi di Maima; in fondo boschi, e colline.

Zamoro, guerrieri aitiani, Jarico, selvaggi di Maima
 
Coro, Jarico e Zamoro
Oh! qual narrasti orribile
Zamoro, Jarico
guerrieri aitiani, selvaggi di Maima ->

De' tuoi guerrier fidarti

Jarico, Zamoro ->
<- cacciatori, cacciatrici
cacciatori, cacciatrici
<- Zilia

Maggior di nostra speme, oggi, o compagne

Zilia
cacciatori, cacciatrici ->
Zilia
<- Jarico, Zamoro

Mi abbraccia, o Zilia: lungamente attesa

Zilia, Zamoro
Jarico ->

Zamoro, Zilia ->

Interno del campo di Colombo sulle rive del mare; veggonsi i navigli castigliani che naufragarono, arenati sulla spiaggia, e su di essi innalzate le fortificazioni.

castigliani
 

È l'ocean deserto

castigliani
<- Colombo

Dove fuggite?

Ite alle navi, e di fermezza e zelo

Colombo
castigliani ->
Colombo
<- Diego

Oh duce! E ancor tu speri

(musica)

Qual suon? / Festivo stuolo

Diego, Colombo ->

(suonano le trombe del campo)

<- castigliani, donne indiane

(indiane e castigliani intrecciano lieta danza)

castigliani, donne indiane
<- Fernando
castigliani, donne indiane, Fernando
<- Zilia

Ti trovo alfin! / O Zilia mia! / Ch'io possa

castigliani, donne indiane
Fernando, Zilia ->

Vasta foresta presso il campo di Colombo; d'ambi i lati profonde caverne. Il sole è al tramonto.

Jarico
 
Jarico
<- guerrieri, donne

(odonsi da lontano frequenti colpi di cannone)

Jarico, guerrieri, donne
<- Zamoro, altri guerrieri

(odesi fragor di tamburi)

Jarico, guerrieri, donne, Zamoro, altri guerrieri
<- castigliani, Colombo, Fernando, Diego
Zamoro, Colombo, poi Tutti
Giunge il nemico! Oh rabbia!
Jarico, guerrieri, donne, Zamoro, altri guerrieri, castigliani, Colombo, Fernando, Diego
<- Zilia
Zilia, poi Tutti
Me primiera, me ferite
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima
Recinto presso le abitazioni dei selvaggi di Maima; in fondo boschi, e colline. Interno del campo di Colombo sulle rive del mare; veggonsi i navigli castigliani che naufragarono, arenati... Vasta foresta presso il campo di Colombo; d'ambi i lati profonde caverne. Il sole è al tramonto. L'interno della capitana di Colombo. Interno delle abitazioni dei selvaggi. Recinto sacro che mette al sotterraneo dedicato agli dèi di Maima, la di cui apertura vedesi in mezzo;...
Atto secondo

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