Atto secondo

 

Scena prima

Ritiro delizioso nel soggiorno imperiale sul colle Palatino.
Annio, Sesto.

Bozzetti

 Q 

Annio, Sesto

 
Recitativo, continuo

ANNIO

Sesto, come tu credi,  

augusto non perì. Calma il tuo duolo;

in questo punto ei torna

illeso dal tumulto.

SESTO

Oh dèi pietosi!

oh, caro prence! oh, dolce amico! Ah, lascia

che a questo sen... ma non m'inganni?...

ANNIO

Io merto

sì poca fé? Dunque tu stesso a lui

corri, e 'l vedrai.

SESTO

Ch'io mi presenti a Tito

dopo averlo tradito?

ANNIO

Tu lo tradisti?

SESTO

Io del tumulto, io sono

il primo autor.

ANNIO

Sesto è infedele!

SESTO

Amico,

m'ha perduto un istante. Addio. M'involo

alla patria per sempre.

Ricordati di me. Tito difendi

da nuove insidie. Io vo ramingo, afflitto

a pianger fra le selve il mio delitto.

ANNIO

Fermati; oh dèi! pensiamo... incolpan

molti di questo incendio il caso; e la congiura

non è certa finora...

SESTO

Ebben, che vuoi?

ANNIO

Che tu non parta ancora.

 
[N. 13 - Aria]

 N 

Allegretto (sol maggiore)
Archi.

Torna di Tito a lato:  

torna, e l'error passato

con replicate emenda

prove di fedeltà.

L'acerbo tuo dolore

è segno manifesto,

che di virtù nel core

l'immagine ti sta.

(parte)

Annio ->

 

Scena seconda

Sesto, poi Vitellia.

 
Recitativo, continuo

SESTO

Partir deggio, o restar? Io non ho mente  

per distinguer consigli.

 

<- Vitellia

VITELLIA

Sesto, fuggi, conserva

la tua vita, e 'l mio onor. Tu sei perduto,

se alcun ti scopre, e se scoperto sei,

pubblico è il mio segreto.

SESTO

In questo seno

sepolto resterà. Nessuno il seppe:

tacendolo morrò.

 

Scena terza

Publio con Guardie e detti.

<- Publio, guardie

 

PUBLIO

Sesto!  

SESTO

Che chiedi?

PUBLIO

La tua spada.

SESTO

E perché?

PUBLIO

Colui, che cinto

delle spoglie regali agli occhi tuoi,

cadde trafitto al suolo, ed ingannato

dall'apparenza tu credesti Tito,

era Lentulo; il colpo

la vita a lui non tolse, il resto intendi.

Vieni.

VITELLIA

(Oh, colpo fatale!)

SESTO

(dà la spada)

Al fin, tiranna...

PUBLIO

Sesto, partir conviene. È già raccolto

per udirti il senato; e non poss'io

differir di condurti.

SESTO

Ingrata, addio!

 

Scena quarta

Detti.

 
[N. 14 - Terzetto]

 N 

Andantino (si bemolle maggiore) / Allegretto
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni.

SESTO

Se al volto mai ti senti  

lieve aura che s'aggiri,

gli estremi miei sospiri

quell'alito sarà.

VITELLIA

(Per me vien tratto a morte:

ah, dove mai m'ascondo!

Fra poco noto al mondo

il fallo mio sarà.)

PUBLIO

Vieni...

SESTO

(a Publio)

Ti seguo...

(a Vitellia)

Addio.

VITELLIA

(a Sesto)

Senti... mi perdo... oh dio!

(a Publio)

Che crudeltà!

 

SESTO

(a Vitellia, in atto di partire)

Rammenta chi t'adora

in questo stato ancora.

Mercede al mio dolore

sia almen la tua pietà.

VITELLIA

(Mi lacerano il core

rimorso, orror, spavento!

Quel che nell'alma io sento

di duol morir mi fa.)

PUBLIO

(L'acerbo amaro pianto,

che da' suoi lumi piove,

l'anima mi commuove,

ma vana è la pietà!)

 
Publio e Sesto partono con le Guardie, e Vitellia dalla parte opposta.

Publio, Sesto, guardie, Vitellia ->

 
 

Scena quinta

Gran sala destinata alle pubbliche udienze. Trono, sedia e tavolino.
Tito, Publio, Patrizi, Pretoriani e Popolo.

 Q 

Tito, Publio, patrizi, pretoriani, popolo

 
[N. 15 - Coro]

 N 

Andante (fa maggiore)
Archi, 2 flauti, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni.

CORO

Ah, grazie si rendano  

al sommo fattor,

che in Tito del trono

salvò lo splendor.

 

TITO

Ah no, sventurato

non sono cotanto,

se in Roma il mio fato

si trova compianto

se voti per Tito

si formano ancor.

 

patrizi, pretoriani, popolo ->

Recitativo, continuo

PUBLIO

È tutto colà d'intorno alla festiva arena  

il popolo raccolto; e non s'attende

che la presenza tua.

TITO

Andremo,

Publio, fra poco. Io non avrei riposo,

se di Sesto il destino

pria non sapessi. Avrà il senato omai

le sue discolpe udite; avrà scoperto,

vedrai, ch'egli è innocente; e non dovrebbe

tardar molto l'avviso. Va'! chiedi

che si fa, che si attende? Io voglio tutto

saper pria di partir.

PUBLIO

Vado; ma temo

di non tornar nunzio felice.

TITO

E puoi

creder Sesto infedele? Io dal mio core

il suo misuro; e un impossibil parmi

ch'egli m'abbia tradito.

PUBLIO

Ma, signor, non han tutti il cor di Tito.

 
[N. 16 - Aria]

 N 

Allegretto (do maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

Tardi s'avvede  

d'un tradimento

chi mai di fede

mancar non sa.

Un cor verace,

pieno d'onore,

non è portento,

se ogn'altro core

crede incapace

d'infedeltà.

(parte)

Publio ->

 

Scena sesta

Tito, poi Annio.

 
Recitativo, continuo

TITO

No, così scellerato  

il mio Sesto non credo. Tanto cambiarsi

un'alma non potrebbe.

 

<- Annio

 

2005-11-20T00:00:00 STR INC Annio, che rechi?

L'innocenza di Sesto?

Consolami!

ANNIO

Signor! pietà per lui

ad implorar io vengo.

 

Scena settima

Detti, Publio con foglio.

<- Publio

 

PUBLIO

Cesare, no 'l diss'io. Sesto è l'autore  

della trama crudel.

TITO

Publio, ed è vero?

PUBLIO

Purtroppo; ei di sua bocca

tutto affermò. Co' complici il senato

alle fiere il condanna. Ecco il decreto

terribile, ma giusto;

(dà il foglio a Tito)

né vi manca, o signor, che il nome augusto.

TITO

Onnipossenti dèi!

(si getta sedere)

ANNIO

Ah, pietoso monarca...

(inginocchiandosi)

TITO

Annio, per ora

lasciami in pace.

(Annio si leva)

PUBLIO

Alla gran pompa unite

sai che le genti omai...

TITO

Lo so, partite!

ANNIO

Deh, perdona, s'io parlo

in favor d'un insano.

Della mia cara sposa egli è germano.

 
[N. 17 - Aria]

 N 

Andante (fa maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni.

Tu fosti tradito:  

ei degno è di morte,

ma il core di Tito

pur lascia sperar.

Deh prendi consiglio,

signor, dal tuo core:

il nostro dolore

ti degna mirar.

 
(Publio ed Annio partono)

Publio, Annio ->

 

Scena ottava

Tito solo a sedere.

 
Recitativo accompagnato
Allegro
Archi.

 

Che orror! che tradimento!  

Che nera infedeltà! Fingersi amico,

essermi sempre al fianco, ogni momento

esiger dal mio core

qualche prova d'amore; e starmi intanto

preparando la morte! Ed io sospendo

ancor la pena? e la sentenza

non segno?... Ah! sì, lo scellerato mora!

(prende la penna per sottoscrivere e poi s'arresta)

Mora!... ma senza udirlo

mando Sesto a morir? Sì, già l'intese

abbastanza il senato. E s'egli avesse

qualche arcano a svelarmi? Olà!

(depone la penna, intanto entra una guardia)

<- guardia

 

(S'ascolti,

e poi vada al supplizio.) A me si guidi

Sesto.

(la guardia parte)

guardia ->

 

È pur di chi regna

infelice il destino!

(s'alza)

A noi si nega

ciò che a' più bassi è dato. In mezzo al bosco

quel villanel mendico, a cui circonda

ruvida lana il rozzo fianco, a cui

è mal fido riparo

dall'ingiurie del ciel tugurio informe,

placido i sonni dorme,

passa tranquillo i dì, molto non brama,

sa chi l'odia e chi l'ama, unito o solo

torna sicuro alla foresta, al monte,

e vede il core ciascheduno in fronte.

 

Scena nona

Publio e Tito.

<- Publio

 
Recitativo, continuo

TITO

Ma, Publio, ancora  

Sesto non viene.

PUBLIO

Ad eseguire il cenno

già volaro i custodi.

TITO

Io non comprendo

un sì lungo tardar.

PUBLIO

Pochi momenti

sono scorsi, o signor.

TITO

Vanne tu stesso;

affrettalo.

PUBLIO

Ubbidisco.

(nel partire)

I tuoi littori

veggonsi comparir: Sesto dovrebbe

non molto esser lontano. Eccolo.

TITO

Ingrato!

All'udir che s'appressa,

già mi parla a suo pro l'affetto antico.

Ma no; trovi il suo prence e non l'amico.

(siede e si compone in atto di maestà)

 

Scena decima

Tito, Publio, Sesto e Custodi. Sesto entrato appena, si ferma.

<- Sesto, custodi

 
[N. 18 - Terzetto]

 N 

Larghetto (mi bemolle maggiore) / Allegro
Archi, 2 flauti, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni.

SESTO

(Quello di Tito è il volto!  

Ah dove, oh stelle! è andata

la sua dolcezza usata!

Or ei mi fa tremar!)

TITO

(Eterni dèi! di Sesto

dunque il sembiante è questo!

Oh come può un delitto

un volto trasformar!)

PUBLIO

(Mille diversi affetti

in Tito guerra fanno.

S'ei prova un tale affanno,

lo seguita ad amar.)

TITO

Avvicinati!

SESTO

(Oh voce

che piombami sul core.)

TITO

Non odi?

SESTO

(Di sudore

mi sento oh dio bagnar!

Non può chi more

non può di più penar.)

TITO E PUBLIO

(Palpita il traditore,

né gli occhi ardisce alzar.)

 
Recitativo, continuo

TITO

(E pur mi fa pietà.) Publio, custodi,

lasciatemi con lui.

(Publio e le guardie partono)

Publio, custodi ->

 

SESTO

(No, di quel volto

non ho costanza a sostener l'impero.)

TITO

(rimasto solo con Sesto, depone l'aria maestosa)

Ah! Sesto, è dunque vero?

Dunque vuoi la mia morte? E in che t'offese

il tuo prence, il tuo padre,

il tuo benefattor? Se Tito augusto

hai potuto obliar, di Tito amico

come non ti sovvenne? Il premio è questo

della tenera cura

ch'ebbe sempre di te? Di chi fidarmi

in avvenir potrò, se giunse, oh dèi!

anche Sesto a tradirmi? E lo potesti?

E il cor te lo sofferse?

SESTO

(prorompe in un dirottissimo pianto e se gli getta a' piedi)

Ah, Tito! ah, mio

clementissimo prence!

Non più, non più. Se tu veder potessi

questo misero cor, spergiuro, ingrato,

pur ti farei pietà. Tutte ho su gli occhi,

tutte le colpe mie; tutti rammento

i benefizi tuoi: soffrir non posso

né l'idea di me stesso,

né la presenza tua. Quel sacro volto,

la voce tua, la tua clemenza istessa

diventò mio supplizio. Affretta almeno,

affretta il mio morir. Toglimi presto

questa vita infedel; lascia ch'io versi,

se pietoso esser vuoi,

questo perfido sangue a' piedi tuoi.

TITO

Sorgi, infelice!

(Sesto si leva)

 

(Il contenersi è pena

a quel tenero pianto.) Or vedi a quale

lagrimevole stato

un delitto riduce, una sfrenata

avidità d'impero! E che sperasti

di trovar mai nel trono? Il sommo forse

d'ogni contento? Ah! sconsigliato, osserva

quai frutti io ne raccolgo;

e bramalo, se puoi.

SESTO

No, questa brama

non fu che mi sedusse.

TITO

Dunque che fu?

SESTO

La debolezza mia,

la mia fatalità.

TITO

Più chiaro almeno

spiegati.

SESTO

Oh dio! non posso.

TITO

Odimi, oh Sesto;

siam soli; il tuo sovrano

non è presente. Apri il tuo core a Tito;

confidati all'amico. In contraccambio almeno

d'amicizia lo chiedo.

SESTO

(Ecco una nuova

specie di pena! o dispiacere a Tito,

o Vitellia accusar.)

TITO

(incomincia a turbarsi)

Dubiti ancora?

SESTO

Signore...

sappi dunque...

TITO

Parla una volta:

che mi volevi dir?

SESTO

Ch'io son l'oggetto

dell'ira degli dèi; che la mia sorte

non ho più forza a tollerar; ch'io stesso

traditor mi confesso, empio mi chiamo;

ch'io merito la morte, e ch'io la bramo.

TITO

Sconoscente! e l'avrai. Custodi! il reo

toglietemi d'innanzi.

(alle guardie, che saranno uscite)

<- custodi

 

SESTO

Il bacio estremo

su quella invitta man.

TITO

(senza guardarlo)

Parti; non è più tempo,

or tuo giudice sono.

SESTO

Ah, sia questo, signor, l'ultimo dono.

 
[N. 19 - Rondò]

 N 

Adagio (la maggiore) / Allegro / Più allegro
Archi, flauto, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni.

Deh, per questo istante solo  

ti ricorda il primo amor.

Che morir mi fa di duolo

il tuo sdegno il tuo rigor.

Di pietade indegno è vero,

sol spirar io deggio orror.

Pur saresti men severo,

se vedessi questo cor.

Disperato vado a morte;

ma il morir non mi spaventa.

Il pensiero mi tormenta

che fui teco un traditor!

(Tanto affanno soffre un core,

né si more di dolor!)

(parte)

Sesto, custodi ->

 

Scena undicesima

Tito solo.

 
Recitativo, continuo

 

Ove s'intendesse mai più contumace  

infedeltà? Deggio alla mia negletta

disprezzata clemenza una vendetta.

Vendetta!... il cor di Tito

tali sensi produce?... Eh viva... invano

parlan dunque le leggi?

(siede)

Sesto è reo; Sesto mora.

(sottoscrive)

Ma dunque faccio

sì gran forza al mio cor. Né almen sicuro

sarò ch'altri l'approvi? Ah, non si lasci

il solito cammin...

(lacera il foglio)

Viva l'amico!

Benché infedele. E se accusarmi il mondo

vuol pur di qualche errore,

m'accusi di pietà

(getta il foglio lacerato)

non di rigore.

 

Scena dodicesima

Tito, Publio.

<- Publio

 

TITO

Publio!  

PUBLIO

Cesare.

TITO

Andiamo

al popolo, che attende.

PUBLIO

E Sesto?

TITO

E Sesto,

venga all'arena ancor.

PUBLIO

Dunque il suo fato?...

TITO

Sì, Publio, è già deciso.

PUBLIO

(Oh, sventurato!)

 
[N. 20 - Aria]

 N 

Allegro (si bemolle maggiore) / Andantino / Allegro
Archi, 2 flauti, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni.

TITO

Se all'impero, amici dèi,  

necessario è un cor severo,

o togliete a me l'impero,

o a me date un altro cor.

Se la fé de' regni miei

coll'amor non assicuro,

d'una fede non mi curo

che sia frutto del timor.

(parte, seguìto da Publio)

Tito ->

 

Scena tredicesima

Vitellia, uscendo dalla porta opposta, richiama Publio, che seguiva Tito.

<- Vitellia

 

VITELLIA

Publio, ascolta.  

PUBLIO

(in atto di partire)

Perdona;

deggio a cesare appresso

andar...

VITELLIA

Dove?

PUBLIO

(come sopra)

All'arena.

VITELLIA

E Sesto?

PUBLIO

Anch'esso.

VITELLIA

Dunque morrà?

PUBLIO

(come sopra)

Pur troppo.

VITELLIA

(Ahimè!) Con Tito

Sesto ha parlato?

PUBLIO

E lungamente.

VITELLIA

E sai

quel ch'ei dicesse?

PUBLIO

No. Solo con lui

restar cesare volle: escluso io fui.

(parte)

Publio ->

 

Scena quattordicesima

Vitellia, e poi Servilia e Annio da diverse parti.

 

VITELLIA

Non giova lusingarsi;  

Sesto già mi scoperse: a Publio istesso

si conosce sul volto. Ei non fu mai

con me sì ritenuto; ei fugge; ei teme

di restar meco. Ah! secondato avessi

gl'impulsi del mio cor. Per tempo a Tito

dovea svelarmi e confessar l'errore.

Sempre in bocca d'un reo, che la detesta,

scema d'orror la colpa. Or questo ancora

tardi saria. Seppe il delitto augusto,

e non da me. Questa ragione istessa

fa più grave...

 

<- Servilia, Annio

SERVILIA

Ah, Vitellia!  

ANNIO

Ah, principessa!

SERVILIA

Il misero germano...

ANNIO

Il caro amico...

SERVILIA

È condotto a morir.

VITELLIA

Ma che posso per lui?

SERVILIA

Tutto, a' tuoi prieghi

Tito lo donerà.

ANNIO

Non può negarlo

alla novella augusta.

VITELLIA

Annio, non sono

augusta ancor.

ANNIO

Pria che tramonti il sole

Tito sarà tuo sposo. Or, me presente,

per le pompe festive il cenno ei diede.

VITELLIA

(Dunque Sesto ha taciuto! oh amore! oh fede!)

Annio, Servilia, andiam. (Ma dove corro

così senza pensar?) Partite amici, vi seguirò.

 
[N. 21 - Aria]

 N 

Tempo di minuetto (re maggiore)
Archi, flauto, oboe, fagotto, corno.

SERVILIA

S'altro che lacrime  

per lui non tenti,

tutto il tuo piangere

non gioverà.

A questa inutile

pietà che senti,

oh quanto è simile

la crudeltà.

(parte)

Servilia, Annio ->

 

Scena quindicesima

Vitellia sola.

 
[N. 22 - Recitativo accompagnato]

 N 

Allegro (re maggiore)
Archi.

 

Ecco il punto, o Vitellia,  

d'esaminar la tua costanza: avrai

valor che basti a rimirar esangue

il Sesto tuo fedel? Sesto, che t'ama

più della vita sua? Che per tua colpa

divenne reo? Che t'ubbidì crudele?

Che ingiusta t'adorò? Che in faccia a morte

sì gran fede ti serba, e tu frattanto

non ignota a te stessa, andrai tranquilla

al talamo d'augusto? Ah, mi vedrei

sempre Sesto d'intorno; e l'aure, e i sassi

temerei che loquaci

mi scoprissero a Tito. A' piedi suoi

vadasi il tutto a palesar. Si scemi

il delitto di Sesto,

se scusar non si può, col fallo mio.

D'impero e d'imenei, speranze, addio.

 
[N. 23 - Rondò]

 N 

Larghetto (fa maggiore) / Allegro / Andante maestoso
Archi, flauto, 2 oboe, corno di bassetto, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani.

Non più di fiori    

vaghe catene

discenda Imene

ad intrecciar.

Stretta fra barbare

aspre ritorte

veggo la morte

ver me avanzar.

Infelice! qual orrore!

Ah, di me che si dirà?

Chi vedesse il mio dolore,

pur avria di me pietà.

(parte)

S

Sfondo schermo () ()

Vitellia ->

 
 

Scena sedicesima

Luogo magnifico, che introduce a vasto anfiteatro, da cui per diversi archi scopresi la parte interna. Si vedranno già nell'arena i complici della congiura condannati alle fiere.
Nel tempo che si canta il coro, preceduto da' Littori, circondato da' Senatori, e Patrizi romani, e seguìto da' Pretoriani, esce Tito, e dopo Annio e Servilia da diverse parti.

Bozzetti

 Q 

<- littori, Tito, senatori, patrizi, pretoriani

 
[N. 24 - Coro]

 N 

Andante maestoso (sol maggiore)
Archi, 2 flauti, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani.

CORO

Che del ciel, che degli dèi  

tu il pensier, l'amor tu sei,

grand'eroe, nel giro angusto

si mostrò di questo dì.

Ma cagion di meraviglia

non è già, felice augusto,

che gli dèi chi lor somiglia

custodiscano così.

 
Recitativo, continuo

TITO

Pria che principio a' lieti  

spettacoli si dia, custodi, innanzi

conducetemi il reo. (Più di perdono

speme ei non ha: quanto aspettato meno,

più caro esser gli dée.)

 

<- Annio, Servilia

ANNIO

Pietà, signore!  

SERVILIA

Signor, pietà!

TITO

Se a chiederla venite

per Sesto, è tardi. È il suo destin deciso.

ANNIO

E sì tranquillo in viso

lo condanni a morir?

SERVILIA

Di Tito il core

come il dolce perdé costume antico?

TITO

Ei s'appressa: tacete!

SERVILIA

Oh Sesto!

ANNIO

Oh amico!

 

Scena diciassettesima

Tito, Publio e Sesto fra Littori, Annio e Servilia, poi Vitellia.

<- Sesto, altri littori

 

TITO

Sesto, de' tuoi delitti  

tu sai la serie, e sai

qual pena ti si dée. Roma sconvolta,

l'offesa maestà, le leggi offese,

l'amicizia tradita, il mondo, il cielo

voglion la morte tua. De' tradimenti

sai pur ch'io son l'unico oggetto; or senti.

 

VITELLIA

(entrando frettolosa)

Eccoti, eccelso augusto,

(s'inginocchia)

eccoti al piè la più confusa...

<- Vitellia

TITO

Ah sorgi,

che fai? che brami?

VITELLIA

Io ti conduco innanzi

l'autor dell'empia trama.

TITO

Ov'è? Chi mai

preparò tante insidie al viver mio?

VITELLIA

No 'l crederai.

TITO

Perché?

VITELLIA

Perché son io.

TITO

Tu ancora!

SESTO E SERVILIA

Oh, stelle!

ANNIO E PUBLIO

Oh, numi!

TITO

E quanti mai,

quanti siete a tradirmi?

VITELLIA

Io la più rea

son di ciascuno; io meditai la trama;

il più fedele amico

io ti sedussi; io del suo cieco amore

a tuo danno abusai.

TITO

Ma del tuo sdegno

chi fu cagion?

VITELLIA

La tua bontà. Credei

che questa fosse amor. La destra e 'l trono

da te sperava in dono, e poi negletta

restai due volte, e procurai vendetta.

 
[N. 25 - Recitativo accompagnato]

 N 

Allegro (re minore)
Archi.

TITO

Ma che giorno è mai questo! al punto stesso  

che assolvo un reo, ne scopro un altro! E quando

troverò, giusti numi!

un'anima fedel? Congiuran gli astri,

cred'io, per obbligarmi a mio dispetto,

a diventar crudel. No! non avranno

questo trionfo. A sostener la gara

già m'impegnò la mia virtù. Vediamo

se più costante sia

l'altrui perfidia o la clemenza mia.

Olà! Sesto si sciolga: abbian di nuovo

Lentulo e suoi seguaci

e vita, e libertà. Sia noto a Roma

ch'io son lo stesso, e ch'io

tutto so, tutti assolvo e tutto oblio.

 
[N. 26 - Sestetto con coro]

 N 

Allegretto (do maggiore)
Archi, 2 flauti, 2 oboe, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani.

SESTO

Tu, è ver, m'assolvi, augusto;  

ma non m'assolve il core,

che piangerà l'errore,

finché memoria avrà.

 

TITO

Il vero pentimento,

di cui tu sei capace,

val più d'una verace

costante fedeltà.

 

VITELLIA, SERVILIA E ANNIO

Oh generoso! oh grande!

E chi mai giunse a tanto?

Mi trae dagli occhi il pianto

l'eccelsa tua bontà.

 

TUTTI E CORO
(senza Tito)

Eterni dèi, vegliate

sui sacri giorni suoi,

a Roma in lui serbate

la sua felicità.

 

TITO

Troncate, eterni dèi,

troncate i giorni miei,

quel dì che il ben di Roma

mia cura non sarà.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

Ritiro delizioso nel soggiorno imperiale sul colle Palatino.

Annio, Sesto
 

Sesto, come tu credi

[N. 13 - Aria]

Sesto
Annio ->

Partir deggio, o restar?

Sesto
<- Vitellia

Sesto, Vitellia
<- Publio, guardie

Sesto! / Che chiedi?

[N. 14 - Terzetto]

Sesto, Vitellia e Publio
Se al volto mai ti senti
Publio, Sesto, guardie, Vitellia ->

Gran sala destinata alle pubbliche udienze.

Tito, Publio, patrizi, pretoriani, popolo
 

[N. 15 - Coro]

Tito, Publio
patrizi, pretoriani, popolo ->

È tutto colà d'intorno alla festiva arena

[N. 16 - Aria]

Tito
Publio ->

No, così scellerato

Tito
<- Annio
Tito, Annio
<- Publio

Cesare, no 'l diss'io

[N. 17 - Aria]

Tito
Publio, Annio ->

Che orror! che tradimento!

Tito
<- guardia

Tito
guardia ->

Tito
<- Publio

Ma, Publio, ancora

Tito, Publio
<- Sesto, custodi

[N. 18 - Terzetto]

Sesto, Tito e Publio
Quello di Tito è il volto!
Tito, Sesto
Publio, custodi ->

Tito, Sesto
<- custodi

[N. 19 - Rondò]

Tito
Sesto, custodi ->

Ove s'intendesse mai più contumace

Tito
<- Publio

Publio! / Cesare

[N. 20 - Aria]

Publio
Tito ->
Publio
<- Vitellia

Publio, ascolta

Vitellia
Publio ->

Non giova lusingarsi

Vitellia
<- Servilia, Annio

Non giova lusingarsi

[N. 21 - Aria]

Vitellia
Servilia, Annio ->

[N. 22 - Recitativo accompagnato]

Ecco il punto, o Vitellia

[N. 23 - Rondò]

Vitellia ->

Luogo magnifico, che introduce a vasto anfiteatro.

<- littori, Tito, senatori, patrizi, pretoriani

[N. 24 - Coro]

Pria che principio a' lieti

littori, Tito, senatori, patrizi, pretoriani
<- Annio, Servilia

Pietà, signore!

littori, Tito, senatori, patrizi, pretoriani, Annio, Servilia
<- Sesto, altri littori

Sesto, de' tuoi delitti

littori, Tito, senatori, patrizi, pretoriani, Annio, Servilia, Sesto, altri littori
<- Vitellia

[N. 25 - Recitativo accompagnato]

Ma che giorno è mai questo!

[N. 26 - Sestetto con coro]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima
Appartamenti di Vitellia. Parte del foro romano magnificamente adornato d'archi, obelischi, e trofei; in... Ritiro delizioso nel soggiorno imperiale sul colle Palatino. Campidoglio. Ritiro delizioso nel soggiorno imperiale sul colle Palatino. Gran sala destinata alle pubbliche udienze. Luogo magnifico, che introduce a vasto anfiteatro.
[Ouverture] [N. 1 - Duetto] [N. 2 - Aria] [N. 3 - Duettino] [N. 4 - Marcia] [N. 5 - Coro] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Duetto] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Terzetto] [N. 11 - Recitativo accompagnato] [N. 12 - Quintetto con coro] [N. 13 - Aria] [N. 14 - Terzetto] [N. 15 - Coro] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Terzetto] [N. 19 - Rondò] [N. 20 - Aria] [N. 21 - Aria] [N. 22 - Recitativo accompagnato] [N. 23 - Rondò] [N. 24 - Coro] [N. 25 - Recitativo accompagnato] [N. 26 - Sestetto con coro]
Atto primo

• • •

Testo PDF Ridotto