L'aggradimento, col quale finora m'hai favorito anche ne teatri più angusti mi fa pure sperare la continuazione delle tue grazie in questo famoso San Salvatore. Io seguendo il mio costume, ho scritto nella maniera, che ho stimata più opportuna, per meglio adattarmi al luogo, e alle circostanze, senza troppo allontanarmi (per quanto ho saputo) dalla buona ordinazione, e dalla regola, ma senza ancora affatto scostarmi dall'uso di queste scene. Se questa volta mi riuscirà d'avervi avvezzato a compatirmi, in altra occasione dove io possa ingegnarmi per far giocar il capriccio, e spaziar l'idea, studierò forse maggiormente di soddisfarti. Intanto fa' che ti si rendano tollerabili le mie presenti mancanze dalla esperimentata armonica abilità del signor Giacomo Antonio Perti (le di cui note l'anno inanti hai così gradito) e dalle dotte voci di virtuosi rappresentanti. Concorreranno inoltre in gran parte a ricrearti l'animo, e toglierti ogni noia, che recato t'avessero le mie imperfezioni, le sceniche operazioni del signor Carlo Lodovico del Passo. Pittore di nota esperienza, e del signor Pietro Massilini architetto ingegnosissimo. Io per me solo ti prego a non condannarmi, toltone il prototipo del vero nome istorico, non mi sono servito che di nomi finti, per intrecciare con più libertà, e condurre il fine propostomi, senza por troppo in vista con nausea l'istorica alterazione. Vieni, vedi, aggradisci, col credermi vero cristiano ne' sensi poetici, e sta' sano.