Atto secondo

 

Scena prima

Padiglioni illuminati con l'esercito di Brenno attendato in lontano, in tempo di notte.
Brenno, e poi Romerico.

 Q 

Brenno

 

BRENNO

Io già sento, che col dardo  

d'un bel guardo

m'assale amor;

e la palma

di quest'alma

contrastar al dio dell'armi

vuole il cieco feritor.

 

BRENNO

Tarda ancor Romerico? Eccolo appunto.  

 

<- Romerico

ROMERICO

(che sopravviene)

Sire, al suon della pace  

d'Efeso il regnator, lieto la fronte

porse facile orecchio,

ma richiesta Camilla

cangiossi in volto, e con turbato ciglio,

ricusando gl'ulivi,

diè in risposta superba

segni d'aspro nemico, e d'ira acerba.

BRENNO

Abbasserà l'altero

il fasto al vostro piede:

saprà il gallico Giove fulminar un Tifeo

del nostro sdegno ei caderà trofeo.

 

Del mio brando a un lampo solo  

Efeso al suolo

s'agguaglierà,

e in nodo acerbo

il re superbo

le rote al mio trionfo aggirerà.

Del mio brando a un lampo solo

Efeso al suolo

s'agguaglierà.

 

ROMERICO

(Elvira ancor non torna? E che sarà?)  

BRENNO

Su Romerico, impera

ch'ogni squadra sia pronta: in questa notte

tra mille faci ardenti, io vuò che batta

ferreo monton le mura,

e segua inaspettato

terribile l'assalto:

vada degl'Euri gioco

Efeso tutta in polve, a ferro, e a foco.

ROMERICO

Veloce ad eseguir i passi affretto

e il ferro impugno, e sveglio l'ire in petto.

(parte)

 

BRENNO

Al fragor di fiere trombe  

suoni orribile la guerra.

Cruda Ennio scuota la face

stringa Aletto l'asta pugnace

d'armi, e strida il cielo rimbombe,

e alle scosse tremi la terra.

 

Scena seconda

Eusonia verso Brenno nel partire.

<- Eusonia

 

EUSONIA

Frena o re le tue furie.  

BRENNO

(si volge)

Donna audace, chi sei tu? Tu che dinante

a noi così favelli?

EUSONIA

Eusonia non ravvisi?

Quella, cui già rapisti

in Sciro il patrio trono?

BRENNO

Tu Eusonia!

EUSONIA

Io quella sono.

Eccomi alle tue piante

volontaria mi porto:

io cagion della guerra

ritorno alle catene,

e se qualche scintilla, entro al tuo petto

riman del nostro ardore,

t'offro col servo piede avvinto il core.

BRENNO

(M'arse un tempo costei

al balen de' suoi lumi,

ma lo spirto guerriero

che in Camilla risplende

or assai più m'accende;

m'è però cara ancora.) Io deggio o bella

non sdegnar la tua fede

t'amerò quanto amore or mi concede.

EUSONIA

(Ahi gelosia m'accora

l'intendo o stelle, egli Camilla adora.)

Ma di chiedere Camilla

deh qual desio ti prese?

BRENNO

Il suo valor, la sua virtù m'accese.

EUSONIA

Ella fiera nemica

sol congiura a' tuoi danni

solo aspira a vendetta.

BRENNO

Quel suo genio feroce assai m'alletta.

EUSONIA

(O dio!) Colei che tinse

de' tuoi col sangue i campi?

Che i trofei ti contrasta?

Che fra dure ritorte

la tua germana avvinse!

BRENNO

Che narri? O ciel.

EUSONIA

Ad Endimiro innante

la guidò prigioniera, e il piè le strinse.

BRENNO

Empio destin! Che più si tarda? All'armi.

EUSONIA

Signor t'acqueta, e ascolta.

BRENNO

Che vorrai dir?

EUSONIA

Io che a tuo pro sol veglio,

qua venni, e perché vegga

qual sia l'amor, che per te nutro in petto

la vittoria sicura io ti prometto.

BRENNO

E come?

EUSONIA

Del mio volto

invaghito Endimiro

mi destinò sua sposa

e a me (se qual regina

Efeso omai m'inchina)

s'apre ogni soglia, alla cittade il varco

io t'aprirò per sotterranee vie

a me ben note allo spuntar del die.

BRENNO

Molto ti deggio. Entro le regie tende

verrai mia fida, intanto

per ordini opportuni, io ti precorro.

(L'amo ancor sì, ma il tradimento aborro.)

Brenno ->

 

Scena terza

Eusonia sola.

 

 

Ragion, o tu che sei  

tutta lumi, e splendori

invan all'ombre mie

tenti ascoltar la luce

spegni le faci pur, non ti vuò meco

lumi non vuol, chi fa sua guida un cieco.

 

Giunger voglio al mio disegno  

e non cerco altro di più;

abbia morte, un rege, un regno

pur che viva il desir mio

ch'assai fiacco è quel desio

che a ragion posposto fu.

 
 

Scena quarta

Piazza d'Efeso con trono maestoso, ed apparecchi per l'incoronazione con ponte, che conduce ad altissima rocca.
Endimiro, e Camilla.

 Q 

Endimiro, Camilla

 

ENDIMIRO

Cinto il crin d'aurea corona  

già sul trono io porto il piè;

ecco i popoli divoti

ad offrir incensi, e voti

e a giurar la fede al re.

 

CAMILLA

Già concorron le turbe.  

ENDIMIRO

Sola Eusonia s'attende.

CAMILLA

Signor cercasi invano

Eusonia entro la reggia;

e a rinvenirla altrove

diligenza non giova.

ENDIMIRO

Eusonia non si trova?

CAMILLA

Al talamo ritrosa

per fuggir gl'imenei, s'è forse ascosa.

ENDIMIRO

Fugge le regie nozze, e l'ombre vane.

Dall'alma ancor non sgombra?

CAMILLA

Di cieche fantasie la mente ingombra

tu del regal diadema

cingi la fronte, e segua

celebre il sacro giorno.

ENDIMIRO

Senza il mio sol non è di raggi adorno.

CAMILLA

(Più non può l'ardor mio starsi coperto.)

Signor io non ho merto

e per te nulla oprai,

ma della suora invece

o quanto, o come lieta, a sì gran sorte

gir incontro vorrei

se fossi Eusonia, io ben così farei.

(Secondi ancor propizio i voti miei.)

ENDIMIRO

Cieca talpa al mio foco

non rimira la vampa?

CAMILLA

O me beata

se fossi a tal fortuna

scelta dagl'astri amici

aquila innamorata

al sol del regio ciglio io volerei.

Spiegano i sensi miei

questi veraci detti,

non come Eusonia, ha verso te gl'affetti.

ENDIMIRO

E qual aspide sordo

non ode i miei sospiri?

CAMILLA

Lungi da' suoi deliri

del regio labbro al fonte

a smorzar degna sete, io correrei

vaneggia Eusonia, io ben così farei.

ENDIMIRO

E non cura l'affetto

sprezzatrice de' regi?

CAMILLA

Sono scarsa di pregi

povera d'alma, e nudo

mostro di grazie il volto, e son Camilla;

ma te sol stringerei

se fossi Eusonia, io ben così farei.

ENDIMIRO

E opponsi alla mia fede

con barbaro costume?

CAMILLA

Te sol mio re, mio nume

idolatrar tra queste braccia fide

o come io gioirei

se non fossi Camilla;

ma son Camilla, e non Eusonia o dèi.

 

Scena quinta

Leonzio, e detti.

<- Leonzio

 

LEONZIO

Ah mio re siam traditi,  

già la presa cittade

d'armi un torrente inonda.

ENDIMIRO

O numi?

CAMILLA

O stelle?

ENDIMIRO

Alma consiglio.

CAMILLA

A noi

riman sicuro asilo

la forte rocca.

ENDIMIRO

Vanne

tosto Leonzio unisci le sparse genti, e impara

il tragitto alla torre.

LEONZIO

Più veloce del piede il cor se n' corre.

Leonzio ->

 

Scena sesta

Camilla, ed Endimiro.

 

ENDIMIRO

Mettendo mano alla spada  

s'armi la regia destra

e alla comun salvezza

scudo sia questo petto.

CAMILLA

Io qui potrò del ponte

sola in difesa assicurar il varco,

salvati o re, deh lascia a me l'incarco.

ENDIMIRO

Là dalle schiuse porte in sulla soglia

per accoglier i nostri

fermerò il piede, a custodir l'ingresso

e veglierò per tuo soccorso io stesso.

CAMILLA

Omai tronca gl'indugi, odi vicino

il suono delle trombe.

ENDIMIRO

(passando il ponte)

Al regno mio

pietosi astri assistete.

Endimiro ->

 

Scena settima

Leonzio, che viene combattendo, e detti.

<- Leonzio, soldati

 

LEONZIO

Pugnaste, resistete  

alla vicina rocca

io vi spiano il sentiero.

CAMILLA

Ecco vi assiste il braccio mio guerriero.

 
Qui segue il combattimento, verso il fine Leonzio accostandosi al ponte dove è Camilla.
 

LEONZIO

Ma con turgida piena  

cresce d'armi il torrente.

CAMILLA

Più resister non giova

necessità fatale

sforza a volger la fronte

possa Leonzio, e si recida il ponte.

Camilla, Leonzio, soldati ->

 

Scena ottava

Brenno, e Romerico.

<- Brenno, Romerico

 

BRENNO

Terminata è l'impresa  

invan più si contrasta Efeso è presa.

ROMERICO

Salvo è il re nella torre.

BRENNO

Caduta la cittade

renderassi la rocca

ogni via si trascorra, ed a' soldati

sia concessa la preda:

io m'inoltro alla reggia,

tu potrai Romerico

ordinar ciò ch'è d'uopo, onde sicuro

rimanga a noi l'acquisto.

ROMERICO

Fora in tutto da me tosto provvisto.

 

BRENNO

Sulle ruote di fortuna  

al trionfo io giro il piè,

cieca dèa la benda sciolta

con la man di palme avvolta

novi allori al crin s'aduna.

E più labile non è.

Brenno ->

 

Scena nona

Romerico solo.

 

 

Poco lieto è il trionfo.  

S'Elvira è prigioniera, ahi, che non solo

della sua schiavitù m'agita il duolo

ma in guisa ignota ancor nell'alma io sento

per la tua lontananza, aspro tormento.

 

Dimmi almen, che cosa sia  

quel martir, che cosa sia

di tiranna lontananza;

se ad amor l'arco spezzai

non è amor la pena mia

eppur ha d'amor sembianza.

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Scena decima

Armeria nella torre.
Elvira, e Leonzio.

 Q 

Elvira, Leonzio

 

ELVIRA

Quasi con egual ira  

ci preme il fato o duce, ambo rinchiusi

siamo in questo recinto, a me la sorte

fabbricò le catene, a te pur anco

reso già trionfante il mio germano

la libertà contende,

ma tu sol puoi cangiar l'aspre vicende.

LEONZIO

Ai colpi del destino

ben opponer poss'io petto costante

ma non son gl'astri a raggirar bastante.

ELVIRA

Franger delle tue stelle

puoi le rigide tempre

e spezzar al mio fato

le barbare ritorte

e render lieta ancor d'ambo la sorte.

LEONZIO

Ed in qual guisa o dèi?

ELVIRA

Compra con gl'imenei

dandomi sé di sposo

la tua fortuna, e bea

un cor, che per te langue.

LEONZIO

Pria verserò tra mille punte il sangue.

ELVIRA

Ingrato, empio così con chi t'adora?

LEONZIO

La fede all'idol mio sol m'innamora.

ELVIRA

Che sento? Ahi duol, e così tosto oblii

la servitù, la fé, l'ardor sincero

ch'a te suo prigioniero

già sacrò regal donna.

LEONZIO

Non trascurò il dover, memore ancora

son degl'obblighi miei

ma pretender di più da me non déi.

 

ELVIRA

Ah crudel a un cor, che adora  

troppo fia chieder mercé?

LEONZIO

S'altra bella m'innamora

devo a lei serbar la fé.

ELVIRA

E vuoi barbaro, che mora

chi fedel sol vive a te?

LEONZIO

S'altra bella m'innamora

devo a lei serbar la fé.

 

Son ferito da un occhio ch'è nero?  

L'aligero arciero

d'un bel ciglio bersaglio mi fa.

E se ben languisco in pene

di cambiar le mie catene

io non sono in libertà.

 

ELVIRA

Stempra oh dio del cor il gelo.  

LEONZIO

Taci giunge il sovrano.

ELVIRA

Ah iniquo cielo.

 

Scena undicesima

Endimiro, Camilla, e detti.

<- Endimiro, Camilla

 

CAMILLA

Tali son del mio zelo  

i riverenti sensi.

ENDIMIRO

È prudente il consiglio

entrambi eccoli appunto.

LEONZIO

(Qui l'idol mio... son dall'ardor consunto)

ENDIMIRO

Leonzio.

LEONZIO

Mio signore.

ENDIMIRO

Tu pur Elvira.

ELVIRA

Imponi o sire.

ENDIMIRO

Udite;

Brenno (né so con qual inganno, o arte)

contr'a gl'usi di Marte

m'ha occupata la sede:

pensi a ritrarne il piede

se non tu sua germana oggi cadrai

vittima del mio sdegno, al suolo esangue.

ELVIRA

(Ahi mi si gela il sangue.)

ENDIMIRO

Or a lui scrivi

questi miei sensi, e tu Leonzio ad esso

vanne a esporli, mio messo.

LEONZIO

Eseguirò gl'imperi.

ELVIRA

(Cangiate un dì vicende astri severi.)

Leonzio, Elvira ->

 

Scena dodicesima

Endimiro, e Camilla.

 

ENDIMIRO

Ma d'Eusonia, che fia?  

CAMILLA

Nelle stragi trafitta, o dei nemici,

sarà spoglia rimasta.

ENDIMIRO

Ah sorte ria?

CAMILLA

Mio re, non men d'Eusonia

ebbi la regia cuna

e pur teco non ho la sua fortuna.

ENDIMIRO

E di che ti quereli?

CAMILLA

Del mio destin, della mia sorte amara

che d'Eusonia mi rende a te men cara.

ENDIMIRO

Amo la tua virtude,

stimo appien il valor, e ben conosco

il merto di Camilla.

Non ti doler del fato il cor tranquilla.

CAMILLA

Signor, chissà? Procurerò con l'opre

perch'io da te non sia

ad Eusonia posposta,

se alla nostra proposta

non assente il nemico,

vedrai della mia fede

oggi quai sian le prove.

ENDIMIRO

In te riposta

ho del regno la speme onor del sesso

vergine eccelsa, e che disegni?

CAMILLA

Io penso

con sortita improvvisa

fuor del noto sentiero

onde vassi alla regia

per sotterranea strada

passerà Brenno il cor con questa spada.

ENDIMIRO

O eroico spirto! O cor sublime! O grande

impareggiabil alma!

T'assisterò compagno

all'onorata impresa

verrò col regio brando in tua difesa.

 

Giri pur contraria sorte  

non paventa alma di re;

contro il fato, e contro a morte

a pugnar verrò con te.

Endimiro ->

 

Scena tredicesima

Camilla sola.

 

 

Suole nelle grand'alme  

svegliar amor virtude

io di virtude armata, e di costanza

di svegliar regio amor ho ancor speranza.

 

Sì lusingami cara speranza  

ma poi labile non m'ingannar,

benché mostri severa sembianza

empio fato, io voglio sperar.

 
 

Scena quattordicesima

Galleria di statue, pitture, ed antichità.
Eusonia, e poi Dorillo.

 Q 

Eusonia

 

EUSONIA

Al mio sol per infiammarmi  

son vicina, eppur io gelo

che un timor per tormentarmi

mi circonda il cor di gelo.

 

<- Dorillo

DORILLO

(che sopraggiunge)

Misero, ove m'ascondo? Ah mia signora!  

EUSONIA

Tu qui Dorillo?

DORILLO

Ah fuggii

dal furor de' nemici,

son morto da paura.

EUSONIA

Stanza è questa sicura

non paventar.

DORILLO

Ahimè

Brenno è in città

più non regna Endimiro.

EUSONIA

Brenno è per noi.

DORILLO

Per noi?

EUSONIA

Per noi.

DORILLO

Respiro.

EUSONIA

Io qui l'attendo, intanto

entro a soggiorni miei, tu porta il piè.

DORILLO

A tenerti con Brenno

l'indovinasti a fé.

 

Siete il diavolo voi femmine  

che d'ogn'or l'indovinate:

la volete a vostro modo

e col batter sempre il chiodo

alla fin l'intavolate.

Dorillo ->

 

Scena quindicesima

Brenno, ed Eusonia.

<- Brenno

 

BRENNO

Bella la tua mercé di nuovi allori  

io mi cingo le chiome.

EUSONIA

Sempre di Brenno è glorioso il nome.

BRENNO

Resta sol della rocca

espugnar l'alte mura, e alla germana

scioglier i lacci indegni.

(E poi compi Camilla i miei disegni.)

EUSONIA

Sempre arridano gl'astri a' tuoi disiri

fausto il sol de' tuoi lumi a me sol giri.

 

Tu mia speme, tu mio re  

puoi bear

puoi sanar

la piaga del mio cor

del seno mio l'ardor

e dar premio alla mia fé

puoi bear

puoi sanar

la piaga del mio cor

del seno mio l'ardor

tu mia speme, tu mio re.

 

BRENNO

Sebben vivi mi stanno

Camilla al cor, e il tradimento agl'occhi

avvien, che dardi al sen costei mi scocchi.

 

Hai beltà per farti amar  

hai guancia vezzosa

hai bocca amorosa

hai merti con me

ho un'alma di re

puoi bella sperar.

 

Scena sedicesima

Romerico, e detti.

<- Romerico

 

ROMERICO

Signor a te Leonzio  

il nostro prigioniero

del vinto regnator vien messaggero.

BRENNO

Tosto a noi l'introduci, intanto altrove

bella ritira il piede.

EUSONIA

(Fuggo il rossor della squarciata fede.)

Eusonia ->

 

Scena diciassettesima

Brenno, Leonzio, Romerico.

<- Leonzio

 

LEONZIO

Leggi o re del mio scire  

in questo foglio i sensi.

BRENNO
(che legge)

«Libera se non lasci d'Efeso al re la sede

vittima el suo sdegno

oggi o german io caderollo al piede

Elvira la germana.»

ROMERICO

O cieli? O dèi?

BRENNO

Minaccia anco l'insano?

Io punirlo saprò con questa mano

e tu Leonzio intanto

qui rimarrai fra ceppi

torna di nostro schiavo

all'ufficio primiero

che non vuò ambasciator un prigioniero.

LEONZIO

Così dunque?

BRENNO

Ammutisci.

LEONZIO

(Astri malvagi.)

BRENNO

Esca tu della guerra

spedito a minacciar, al nostro aspetto?

Violato è il rispetto:

a chi frange il dover frango ogni legge

e non serbo ragion a tai nemici

tu la custodia avrai

del prigion Romerico.

ROMERICO

Ubbidito sarai.

LEONZIO

(Cielo nemico.)

BRENNO

Liberi i suoi seguaci al loro soggiorno

il successo a narrar faccian ritorno.

 

Al mio braccio formidabile  

chi resistere potrà?

Dal mio ferro insuperabile

doma l'Asia caderà.

Brenno ->

 

Scena diciottesima

Romerico, e Leonzio.

 

LEONZIO

Ove mi trovo, o dèi?  

Scolti marmi insensati,

son questi i dì beati

che promessi per voi tragger credei?

Simulacri bugiardi.

ROMERICO

(osservando le statue)

(Che miro? Astri che leggo

idee d'annuncio o fato.)

LEONZIO

Voi pur doveste infranti

fabbricarmi fortune,

mendaci ecco vi frango,

eppur tra ceppi io la mia sorte or piango.

(rompe le statue)

ROMERICO

Quai prodigi!

LEONZIO

Quai fogli.

ROMERICO

Alti portenti

(raccogliendo le carte)

LEONZIO

Deh cortese m'accenna

che narran quelle carte.

ROMERICO

Pria riflettervi io deggio a parte a parte.

LEONZIO

Che fia?

ROMERICO

(mentre sta leggendo)

Stupido resto;

e donde avesse

quelle immagini scolte?

LEONZIO

A Camilla Candace

la regina di Sciro

ed a me consognolle:

disse, che ad ambo ascosta

stava in quelle gran sorte

d'essa intrante da noi dopo la morte.

ROMERICO

Come in Efeso giunte?

LEONZIO

Qual Palladio fatale

dalla stessa Camilla

trasportate da Sciro

sottratte alle ruine.

ROMERICO

(Ora comprendo

ciò che in note confuse

mi fu talor espresso

dalla mia genitrice.)

LEONZIO

E qual sorte mi resta?

Sarà forse riposta

nelle nozze d'Elvira.

ROMERICO

Nelle nozze d'Elvira?

Che parli?

LEONZIO

Oggi a me sposa

ella s'offerse,

ma di Camilla acceso

ricusai gl'imenei.

ROMERICO

(Secondi la fortuna i fini miei.)

Speri indarno Camilla, e tu contento

acqueterai la brama.

LEONZIO

Amor che sento?

ROMERICO

Nelle mie stanze stesse

or verrai custodito:

precedo i passi tuoi

pensa intanto, che puoi

di schiavo, e prigioniero

con le nozze d'Elvira

divenir un regnante

e di Sciro calcar l'aureo soglio.

(Celar intanto il grande arcano io voglio.)

Romerico ->

 

LEONZIO

Son tra lacci eppur la sorte  

lusinghiera mi porge il crin

ed in scettro le ritorte

par che voglia cangiarmi alfin.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Padiglioni illuminati con l'esercito di Brenno attendato in lontano, in tempo di notte.

Brenno
 

Tarda ancor Romerico? Eccolo appunto

Brenno
<- Romerico

Sire, al suon della pace

Elvira ancor non torna? E che sarà?

Brenno, Romerico
<- Eusonia

Frena o re le tue furie

Romerico, Eusonia
Brenno ->

Ragion, o tu che sei

Piazza d'Efeso con trono maestoso, ed apparecchi per l'incoronazione con ponte, che conduce ad altissima rocca.

Endimiro, Camilla
 

Già concorron le turbe

Endimiro, Camilla
<- Leonzio

Ah mio re siam traditi

Endimiro, Camilla
Leonzio ->

Mettendo mano alla spada

Camilla
Endimiro ->
Camilla
<- Leonzio, soldati

Pugnaste, resistete

(combattimento)

Ma con turgida piena

Camilla, Leonzio, soldati ->
<- Brenno, Romerico

Terminata è l'impresa

Romerico
Brenno ->

Poco lieto è il trionfo

Armeria nella torre.

Elvira, Leonzio
 

Quasi con egual ira

Stempra oh dio del cor il gelo

Elvira, Leonzio
<- Endimiro, Camilla

Tali son del mio zelo

Endimiro, Camilla
Leonzio, Elvira ->

Ma d'Eusonia, che fia?

Camilla
Endimiro ->

Suole nelle grand'alme

Galleria di statue, pitture, ed antichità.

Eusonia
 
Eusonia
<- Dorillo

Misero, ove m'ascondo? Ah mia signora!

Eusonia
Dorillo ->
Eusonia
<- Brenno

Bella la tua mercé di nuovi allori

Eusonia, Brenno
<- Romerico

Signor a te Leonzio

Brenno, Romerico
Eusonia ->
Brenno, Romerico
<- Leonzio

Leggi o re del mio scire

Romerico, Leonzio
Brenno ->

Ove mi trovo, o dèi?

Leonzio
Romerico ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima
Quartieri, e stanze de' soldati vicino a le mura d'Efeso. Campagna sparsa di colline. Colonnati in forma d'anfiteatro con regio baldacchino entro la reggia d'Efeso. Padiglioni illuminati con l'esercito di Brenno attendato in lontano, in tempo di notte. Piazza d'Efeso con trono maestoso, ed apparecchi per l'incoronazione con ponte, che conduce ad altissima... Armeria nella torre. Galleria di statue, pitture, ed antichità. Giardino con grottesche in lontananza, donde si sbocca per via sotterranea. Camere nella torre. Ampia strada con veduta d'un fianco della torre. Salone maestoso.
Atto primo Atto terzo

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