Atto primo

 

Scena prima

Quartieri, e stanze de' soldati vicino a le mura d'Efeso donde dopo aver respinti gli aggressori si vede scender Camilla con Leonzio, e parte de' suoi.

 Q 

<- Camilla, Leonzio, soldati

 

CAMILLA

Nostro, amici, è il trionfo  

fulmini a cento squadre i primi lampi

furo de' nostri acciari: ecco rideste

delle truppe superbe

nel vano sforzo i temerari insulti

cesse l'impero folle

de' vostri brandi alla virtù guerriera;

e gran dell'oste altera

rintuzzaro l'orgoglio

per voi sicuro Efeso antica ha il soglio.

(scende Camilla con Leonzio)
 

soldati ->

Se da voi si stringe l'asta  

solo basta

perché d'armi un mondo cada;

un balen solo di spada.

In recarvi la vittoria

lumi accese per voi d'immortal gloria.

 

LEONZIO

A te di mille serti  

magnanima donzella

lavorato un diadema intrecci il crine;

se a far che l'oste avversa in guerra cada

più di mill'aste unite oprò tua spada.

CAMILLA

Leonzio al ferir mio

fu maestro il tuo brando, e de' nemici

se quest'acciar fe' scempio

dei soli colpi tuoi seguii l'esempio.

 

Scena seconda

Cadmiro, e detti.

<- Cadmiro

 

CADMIRO

Vengo a stringervi al seno, o dell'impero  

forti sostegni, inclita speme, e feudo.

Delle serbate mura, a voi la patria

la libertà sol deve, e per voi solo

oggi in pompa solenne

attenta al suon della dovuta laude.

Efeso esulta, e al valor vostro applaude.

CAMILLA

Signor, i regii auspici

del tuo sol nome han vinto

tu desti i lauri, ond'io la chioma ho cinto.

LEONZIO

Mio re, se questo acciaro

nel sangue ostil color di fiamma accese.

Dalla porpora tua le tinte apprese.

CADMIRO

Per giusti guardi al vostro merto, o prodi,

ha lumi il regal ciglio: ora la reggia

vi precorre il mio piede,

attenda il guiderdon la vostra fede.

 

Alma forte  

da regia sorte

speri mercé.

Se col premio altrui s'insegna

da chi regna

a dar saggi più sempre di fé.

Cadmiro ->

 

Scena terza

Camilla, e Leonzio.

 

LEONZIO

Vincesti, o bella, e del tuo braccio forte  

agli urti bellicosi

pressero il suol le numerose schiere!

Ma delle luci nere

recar tu puoi coi luminosi orrori

più del tuo brando ancor, notte a più cori.

 

Da quegl'occhi, che lampeggiano  

prese amor, e vampe, e folgori

ogni seno, ogni core a incenerir.

La faretra è in quella bocca

donde punte e dardi ei scocca

contra ogn'alma, ogni petto a incrudelir.

Sfondo schermo () ()

 

CAMILLA

Io che di ferree tempre  

amo cerchiar la fronte, e di Gradivo

seguo l'orride insegne;

le dolci risse, i teneri contrasti

fuggo dal nume infante.

(Ah che purtroppo in seno ho un cor amante.)

LEONZIO

Spero col verde lauro il mirto ancora

formò serti alle tempie al dio più fiero,

e la destra al tonante

di saette disarma il cieco arciero:

senza fuggir Bellona,

bella seguir ben puoi d'amor la scola.

CAMILLA

O d'amor non si parli, o a me t'invola.

 

LEONZIO

Senza parlar d'amor  

parto mia bella sì,

ma teco resta il cor

scopo del labbro arcier, che lo ferì.

Leonzio ->

 

Scena quarta

Camilla sola.

 

 

E che speri Camilla? Invan d'amore  

or ti fingi nemica,

se de' suoi dardi hai tu le punte al core.

Del principe Endimiro,

a pro di cui stringi l'acciaro, e vinsi,

ardo ai fulgidi rai;

egli avvampa alle luci

d'Eusonia a me germana

io gli difendo il trono

ma nel trionfo mio

e che sperar poss'io?

Se nella patria altrui la vinta io sono.

 

Dimmi alato dio di Gnido  

la mercede a un cor, ch'è fido

sperar deggio, sì, o no?

Se trionfo in campo armata,

a quest'alma innamorata

di', se mai la pace avrò?

Camilla ->

 
 

Scena quinta

Campagna sparsa di colline occupate da Soldati di Brenno.
Brenno, e Romerico.

 Q 

soldati, Brenno, Romerico

 

BRENNO

O del gallico Marte  

vanto, e splendor, mie fide schiere invitte

ah no, non vi sia grave

domar in voi, per generoso dono,

a Brenno il vostro duce,

il militar impaziente istinto.

Se nel feroce assalto, allor, che in campo

certe al vostro valor forgean le palme

stesa quasi a raccorle ad un mio cenno

raffrenaste la destra, e al vostro crine

già trionfante in disugual tenzone

ritardati ho gli allori, e le corone.

Mirasti Romerico

là sovra l'erte mura

l'amazzone nemica

perduto l'elmo, e sciolta il crin vagante

in altero sembiante

col nudo acciar di mille spade a fronte,

nuotar nel sangue, e alzar di stragi un monte?

E chi è costei, che del suo ferro al paro,

non men forte, che bella

feria con la pupilla?

ROMERICO

Della reggia di Sciro è Camilla

la guerriera donzella,

colei che sola puote

sottrarsi al giogo, e le catene infrante

d'Eusonia, e di Leonzio

nostri già prigionieri,

e che raccolta entro l'efesia terra

ci accrebbe l'ire, e partorì la guerra.

BRENNO

E come è a te palese?

ROMERICO

Ben potei ravvisarla io, che nel campo

l'inseguii fuggitiva,

e raggiunsila poi, meco pugnando,

sin che l'ombra notturna

la tolse alle mie luci, e forse al brando.

BRENNO

Il valor della bella

guerra interna mi mosse

sola col suo periglio

allor, che a gonfie vele in mar di sangue

la vittoria per noi correa nel porto,

fu remora al trionfo: odimi, io penso

dei due disciolti invece,

chieder costei, che al genio mio non spiace

compagna alle fortune, e offrir la pace.

ROMERICO

Signor della tua gloria

del tuo nome ti caglia, e mi condona

se per devoto zelo

t'apro liberi sensi:

ah non vole, che un sol momento strugga

l'opre di lunga etade,

e il cor guerriero in petto

t'ammollisca una donna,

e che del forte usbergo

l'onorato splendor macchi la gonna.

BRENNO

Amico, al nostro ferro

d'Asia gran parte avanza, è breve posa

rinforzo alle fatiche: ha il mio pensiero

profonde altre radici,

e onoro la virtù sin de' nemici.

(Resta in forte difesa

ardua scorgo l'impresa.)

ROMERICO

I regi arcani adoro.

BRENNO

Perdita sia non lieve

di valor tanto prive

lasciar l'armi nemiche; ed abbastanza

con quest'unica spoglia

ha di pompa il trionfo.

Tu vanne, o fido, entro l'efesie mura

per me chiedi Camilla:

di' che Brenno l'invitto

di sua virtude, e de' begl'occhi al lampo

cede i trofei, del vincitor suo campo.

ROMERICO

Entro ai recinti del nemico suolo

con ratto passo ad ubbidirti io volo.

Romerico ->

 

BRENNO

Di quest'alma la reggia combattono  

ambo a gara, con Marte, Amor

l'uno a sforzi di fierezza,

l'altro a colpi di bellezza.

Urtano

battono

senza mai dar posa al cor.

Brenno, soldati ->

 

Scena sesta

Elvira, poi Romerico.

<- Elvira

 

ELVIRA

Già da voi nemiche arene  

l'aura spira a lusingarmi

se cercando il cor se n' viene

la sua pace in mezzo all'armi.

 

 

Tratta qui dal tumulto  

dell'agitata mente,

giro inquieta i passi:

qualche scintilla almeno

a chieder del mio foco a questi sassi.

Leonzio idolo mio,

tu sì discior potesti

da' nostri lacci il piede,

ma per far che tua schiava io viva sempre,

nodi mi desti al cor d'eterne tempre.

 

D'un crin nero fra le ritorte  

il mio core in schiavitù

ha perduta la libertà.

Né i legami, altri, che morte

di quel nodo, che stretto fu

mai disciogliermi potrà.

 

Scena settima

Romerico, ed Elvira.

<- Romerico

 

ROMERICO

(Qui Elvira? O cieli! Che far deggio amore?  

Fuggir l'incontro! Ah no, resisti o core?)

ELVIRA

E dove Romerico

in disusato arnese?

ROMERICO

Al campo avverso

di Brenno messagger.

ELVIRA

E dal nemico

il mio german, che chiede?

ROMERICO

D'offrir la pace a me l'incarco ei diede.

ELVIRA

Dunque partir di breve

dovrem da queste arene?

ROMERICO

Quando segua la pace, irne conviene.

ELVIRA

(O stelle, e dovrò lunge

dall'adorato bene

senza l'ultimo addio lasciarli almeno.)

ROMERICO

(Sento che amor mi va serpendo al seno.

Ma saldo o cor.)

ELVIRA

Ascolta

io colà trarmi in sconosciute spoglie

teco desio: tu vanne, e al vicin vallo,

Romerico m'intendi,

sin ch'io giunga m'attendi.

ROMERICO

Ah mia signora

meco non lice.

ELVIRA

E come?

Io così voglio.

ROMERICO

E Brenno?

ELVIRA

Nulla ei saprà.

ROMERICO

Ma la mia fede? Oh dèi.

ELVIRA

Incolpa il mio comando, e cauto sei.

ROMERICO

(Ch'io meco la rifiuti?

Alma non ho di scoglio

ma che parlo?) Ahi non posso.

ELVIRA

Io così voglio.

ROMERICO

(Combattono il mio petto

la fede a Brenno, e per costei l'affetto.)

ELVIRA

Che pensi? Ancor contrasti

son risolta così, tanto ti basti.

All'accennato loco

tu mi precedi, ivi io sarò fra poco.

ROMERICO

Ubbidirò all'impero.

ELVIRA

(Di sanar la mia piaga ancor io spero.)

Elvira ->

 

Scena ottava

Romerico solo.

 

 

Da begl'occhi d'Elvira,  

e dal soave labbro

tolti dardi, e facelle

amor, per farmi guerra arma la mano,

ma contra Romerico ei s'arma invano.

Che per giusto rispetto

armata in questo petto

viril costanza all'amorosa forza

i dardi spunta, e le facelle ammorza.

 

Cieco amor per impiagarmi  

punte arruota, e l'arco tende,

ma resiste al nume arciero

nel mio petto un cor guerriero.

E da colpa si difende.

 
 

Scena nona

Colonnati in forma d'anfiteatro con regio baldacchino entro la reggia d'Efeso.
Eusonia, e Dorillo.

 Q 

Eusonia, Dorillo

 

EUSONIA

Fiere tende, che spandete  

qui d'intorno orror pugnace,

e svegliate altrui terror,

sole voi la cara pace

in quell'ombra, che stendete

dar potete a questo cor.

 

 

Dorillo, in questo seno,  

or che vicino è il già lontano ardore

strugger mi sento il core

io sin dall'or, che debellata Sciro

restai tra lacci avvolta,

come a te palesai,

sai, che Brenno adorai:

poscia da ceppi sciolta,

in dura lontananza,

smarrita ogni speranza

di riveder più mai l'amato oggetto,

qui del prence Endimiro

corrispondo all'affetto

ma dal primiero foco

or, che desto un incendio il cor m'infiamma.

Sovrasta al nuovo ardor l'antica fiamma.

DORILLO

Deh lascia mia signora

d'esser fabbra a te stessa a' propri danni

di volontari affanni:

che forse nemmen sai

se gradito fu mai

a Brenno il tuo sembiante.

EUSONIA

Non fui negletta amante.

DORILLO

Sai, che t'ama Endimiro

sei del trono sicura,

non sarebbe follia

perder tanta ventura?

EUSONIA

Se mai propizia sorte

per me contenti aduna,

con Brenno aver poss'io maggior fortuna.

DORILLO

Guarda di non pentirti

Brenno è nostro nemico,

dubbia è la guerra, e alfine

è imprudente parer d'alma inesperta

certa sorte lasciar per altra incerta.

 

Se tu lasci il fido amante  

vuoi pentirti un giorno a fé,

proverai qual sia la pena

di quel cor, che s'incatena

senza mai trovar mercé.

 

EUSONIA

Ah che un genio fatale  

ad adorar mi sforza,

e dove il genio istiga amar è forza!

DORILLO

Eh so ben io, che tosto

d'umor ti cangerai

che di donna il pensiero,

perdonami signora,

è assai vario, e leggero.

EUSONIA

Son qual rupe costante.

 

DORILLO

D'un umor sei stravagante  

no ti voglio no così:

se tu lasci il fido amante

voi pentirti Eusonia un dì.

EUSONIA

Se dovesse ancor morir

per chi l'innamora

un core, che adora

contento, e languir.

 

DORILLO

Dunque sei risoluta  

nell'ostinata brama.

EUSONIA

Seguo l'istinto ove il destin mi chiama.

 

Se il genio m'invita  

è forza adorar

la mia ferita.

Lo stral, ch'in sen l'aprì sol può sanar.

 

DORILLO

Signora ecco Endimiro.  

EUSONIA

Oh rio tormento.

DORILLO

Ei ti vuol sola, io fuggo al par del vento.

Dorillo ->

 

Scena decima

Endimiro, ed Eusonia.

<- Endimiro

 

ENDIMIRO

Chiari lumi del ciel ch'adoro  

e qual nube vi adombra il seren?

Io nel duolo il cor involto

coprirò di nebbie il volto:

sempre in lagrime, e sospiri

s'a' bei giri

non ritorna l'usato balen.

 

ENDIMIRO

Bella dal mesto ciglio  

esule ancor non fugge

la doglia contumace?

EUSONIA

Signor da questo cor lungi è la pace.

 

ENDIMIRO

Tergi il ciglio lacrimoso  

bella mia non sospirar.

EUSONIA

Deh se brami il mio riposo

più d'amor non favellar.

 

ENDIMIRO

Quai stravaganze! E come di repente  

cangiasti affetti, e voglie?

EUSONIA

Non m'accrescer, oh dio più al cor le doglie.

 

ENDIMIRO

Sgombra omai da' bei lumi

il velo tenebroso

non più, non lagrimar.

EUSONIA

Se brami il mio riposo

d'amor non favellar.

 

ENDIMIRO

Eusonia, che vaneggi?  

EUSONIA

L'armi, l'armi signor.

ENDIMIRO

L'armi? Che temi?

EUSONIA

La guerra.

ENDIMIRO

E che t'adombra?

EUSONIA

Brenno, Brenno.

ENDIMIRO

Quai larve?

EUSONIA

Brenno, o dio.

ENDIMIRO

Che paventi?

EUSONIA

Brenno è sol la cagione de' miei tormenti.

(Parlo fingendo in troppo vani accenti.)

ENDIMIRO

Brenno? Indarno minaccia il nostro campo.

 

 

È già vittorioso

bella non ti turbar.

EUSONIA

Se brami il mio riposo

d'amor non favellar.

 

ENDIMIRO

Ah torni il nostro riso, e lascia omai  

lascia i vani timori.

EUSONIA

Signor dissipa Brenno i nostri amori.

 

ENDIMIRO

A me deh volgi, o cara

volgi il guardo amoroso

più non mi tormentar.

EUSONIA

Deh se brami il mio riposo

più d'amor non favellar.

 

Scena undicesima

Leonzio, e detti.

<- Leonzio

 

LEONZIO

Signor, di Brenno un messo.  

ENDIMIRO

Tu a noi lo scorta, ei venga.

 

Leonzio ->

EUSONIA

O amor, o stelle.

ENDIMIRO

E tu mia bella, a cui

oggi la regal fede amor destina

qui t'assidi ad udir come regina.

EUSONIA

(Oh quanto fausta a me proterva sorte

così propizio amor tu mi dai morte.)

 

Scena dodicesima

Leonzio, Romerico, e detti.

<- Leonzio, Romerico

 

LEONZIO

Ecco il messaggio.  

ENDIMIRO

Attendo.

ROMERICO

Signor, che in alto soglio

stringi scettro possente

Brenno il gran re di cui

già trema l'Asia, e il mondo

l'ire già spente, or che il tuo amor desia

messaggero di pace a te m'invia.

ENDIMIRO

Se provocato in guerra, alle sue trombe

rispose il nostro Marte, or non ricusa

l'offerta pace, e mentre

il nostro amor desia

amico io no 'l rifiuto, e amico ei sia

de' prigioni di Sciro.

ROMERICO

Solo in cambio richiede

compagna a' suoi perigli

la marzial Camilla

ei brama a lei, del cui valor si accese

parte lasciar di sue guerriere imprese.

ENDIMIRO

(Sol Camilla desia?)

EUSONIA

Crude stelle, che ascolto? Ahi gelosia.

Insieme

LEONZIO

Empio destin, che sento? Ahi gelosia.

 

ENDIMIRO

Udiste? Oggi la pace

la virtù di Camilla

sola schiude il sentiero.

EUSONIA

(La germana a chi adoro, ahi non sia vero.)

Insieme

LEONZIO

(La mia vita al nemico? ahi non sia vero.)

 

EUSONIA

Signor l'alta germana

la difesa più forte

della regal tua sede

fia concessa a' nemici

un premio del suo merto, e di sua fede?

LEONZIO

Restan ah, mio signor, tolta Camilla

le nostre mura inferme,

tolta Camilla, è la cittade inerme.

ROMERICO

Esposi! or che rispondi?

ENDIMIRO

È giusto i sensi vostri, or ch'io secondi

torna al tuo re dirai

ch'appo noi gran tesoro

son valor, e virtude, e se Camilla,

col offerir la pace,

d'involarci pretende

ch'ei non vuol pace, e i nostri sdegni accende.

ROMERICO

A rivestir l'usbergo

già tronco ogni dimora.

ENDIMIRO

L'accompagna Leonzio, e il messo onora.

Romerico, Leonzio ->

 

Scena tredicesima

Endimiro, ed Eusonia.

 

ENDIMIRO

Già la richiesta pace  

il timor de' nemici, omai ci addita

or tu sgombra mia vita

dalla tua fronte ogn'altra nube, e porgi

a me la destra.

EUSONIA

(Oh cieli!)

ENDIMIRO

Ecco ti scelgo al trono,

tu mia regina, e tuo consorte io sono.

EUSONIA

Signor, deh pria consenti

ch'io terga il ciglio, e pria

breve spazio concedi

di prepararmi almen qual si richiede

alle regali tede.

(Io per fuggir già l'ali impenno al piede.)

 

ENDIMIRO

Sì sì vanne, e ti prepara  

a goder d'amor, o cara.

I contenti in questo sen.

EUSONIA

Sì sì vado, e mi preparo

alle gioie del mio caro

agl'amplessi del mio ben.

Eusonia ->

 

Scena quattordicesima

Endimiro, Camilla, Leonzio, Elvira.

<- Camilla, Leonzio, Elvira

 

LEONZIO

Placa l'ire, Camilla.  

ELVIRA

Trafiggerò l'audace.

ENDIMIRO

Olà fermate;

quai vicende!

CAMILLA

Signor venne costui

coll'orator del campo

quei parte, e questi osservo

fermarsi entro la reggia

con Leonzio favella, io m'avvicino,

lo protesto nemico, ei nuda il brando

io vibro il ferro acuto.

Ma se forma Leonzio alla difesa

argine del suo petto

mi si toglie il sospetto.

ENDIMIRO

E chi sei tu?

ELVIRA

Qual sono,

mi palesi Leonzio.

LEONZIO

Elvira è questa

di Brenno la germana.

ENDIMIRO

Che sento?

CAMILLA

Oh sorte strana!

ELVIRA

A lui che prigioniero

fu un tempo a me gradito, entro al mio seno

nacque dolce desio

di dar l'ultimo addio.

LEONZIO

Inopinati eventi.

ENDIMIRO

Dubito tradimenti

di custodir costei

sia tua cura Leonzio:

con lui bella potrai

favellar a tua voglia

e di tua prigionia scemar la doglia!

Entro la regal torre

abbia sicura stanza.

ELVIRA

(Nelle sciagure tue mio cor costanza.)

LEONZIO

I regi cenni inchino.

ELVIRA

Teco raddolcirò l'aspro destino.

Elvira, Leonzio ->

 

Scena quindicesima

Endimiro, e Camilla.

 

ENDIMIRO

Camilla a noi più sempre  

splendi chiara nell'opre, ed a ragione

al messagger di Brenno

richiesta, io ti negai.

CAMILLA

Io del nemico?

ENDIMIRO

In premio della pace, ei ti chiedea

compagna alle fortune.

CAMILLA

L'esser a te vassalla

è la miglior mia sorte

tua sol vivrò, mia speme, insino a morte.

ENDIMIRO

Tu del regal mio serto

la più nobile gemma

sarai, nelle mie nozze

la più fulgida pompa

mi sei degna cognata.

CAMILLA

(Astri che ascolto!)

ENDIMIRO

Con Eusonia il mio nodo oggi ho risolto.

 

Rida lieto di pompe adorno  

tra gli applausi festeggisi il dì;

al fulgor di regia face

lampi amici di gioia verace

ogni core accenda sì sì.

Endimiro ->

 

Scena sedicesima

Camilla sola.

 

 

Il talamo d'Eusonia indarno forse  

spera Endimiro: ella ripugna al nodo

così meco s'espresse, io secondando

il suo disegno, ho speme

di frastornar le nozze

e ancorché disperata, al mio pensiero

di giunger forse un giorno, io non dispero.

 

A dispetto ancor d'amore  

un pensiero mi dice al core:

non disperar;

crudo m'impiaga,

ma la mia piaga

potrà forse un dì sanar.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Quartieri, e stanze de' soldati vicino a le mura d'Efeso.

<- Camilla, Leonzio, soldati

Nostro, amici, è il trionfo

Camilla, Leonzio
soldati ->

A te di mille serti

Camilla, Leonzio
<- Cadmiro

Vengo a stringervi al seno, o dell'impero

Cadmiro
Alma forte
Camilla, Leonzio
Cadmiro ->

Vincesti, o bella, e del tuo braccio forte

Io che di ferree tempre

Camilla
Leonzio ->

E che speri Camilla? Invan d'amore

Camilla ->

Campagna sparsa di colline.

soldati, Brenno, Romerico
 

O del gallico Marte

soldati, Brenno
Romerico ->
Brenno, soldati ->
<- Elvira

Tratta qui dal tumulto

Elvira
<- Romerico

Qui Elvira? O cieli!

Romerico
Elvira ->

Da begl'occhi d'Elvira

Colonnati in forma d'anfiteatro con regio baldacchino entro la reggia d'Efeso.

Eusonia, Dorillo
 

Dorillo, in questo seno

Ah che un genio fatale

Dorillo e Eusonia
D'un umor sei stravagante

Dunque sei risoluta

Signora ecco Endimiro

Eusonia
Dorillo ->
Eusonia
<- Endimiro

Bella dal mesto ciglio

Endimiro e Eusonia
Tergi il ciglio lacrimoso

Quai stravaganze!

 

Eusonia, che vaneggi?

 

Ah torni il nostro riso

 
Eusonia, Endimiro
<- Leonzio

Signor, di Brenno un messo

Eusonia, Endimiro
Leonzio ->

Eusonia, Endimiro
<- Leonzio, Romerico

Ecco il messaggio / Attendo

Eusonia, Endimiro
Romerico, Leonzio ->

Già la richiesta pace

Endimiro
Eusonia ->
Endimiro
<- Camilla, Leonzio, Elvira

Placa l'ire, Camilla

Endimiro, Camilla
Elvira, Leonzio ->

Camilla a noi più sempre

Camilla
Endimiro ->

Il talamo d'Eusonia indarno forse

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima
Quartieri, e stanze de' soldati vicino a le mura d'Efeso. Campagna sparsa di colline. Colonnati in forma d'anfiteatro con regio baldacchino entro la reggia d'Efeso. Padiglioni illuminati con l'esercito di Brenno attendato in lontano, in tempo di notte. Piazza d'Efeso con trono maestoso, ed apparecchi per l'incoronazione con ponte, che conduce ad altissima... Armeria nella torre. Galleria di statue, pitture, ed antichità. Giardino con grottesche in lontananza, donde si sbocca per via sotterranea. Camere nella torre. Ampia strada con veduta d'un fianco della torre. Salone maestoso.
Atto secondo Atto terzo

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