Salotto di passaggio con porta nel fondo e largo poggiuolo, fuor del quale si vedrà la campagna ed il golfo di Genova; una porta a sinistra mette alle stanze interne, altra alla destra dà in vari saloni; qualche tempo dopo l'alzata del sipario albeggia.
[N. 6 - Scena e cavatina Amelia]
Spuntò il giorno! Ei non vien! Forse sventura
Ciel!... la sua voce!... È desso!...
[N. 7 - Duetto Amelia - Gabriele]
Ti veggo alfin. Perché sì tardi giungi?
Ah! / Che mai fia? / Vedi quell'uom?... qual ombra
Il Doge qui? / Mia destra a chieder viene
[N. 8 - Duetto e giuramento Gabriele - Andrea]
Propizio giunge Andrea! / Sì mattutino
(squillo di tromba)
[N. 9 - Scena e duetto Doge - Amelia]
Favella il Doge ad Amelia Grimaldi?
[N. 10 - Scena e duetto Pietro - Paolo]
Che rispose? / Rinunzia ogni speranza
Di fronte è il porto con legni pavesati; più lontano a destra veggonsi colline con castelli e palazzi; a destra e sinistra, ricchi fabbricati sostenuti da fughe d'archi con balconi ornati a festa; nel fondo a destra è una larga via, a sinistra ampia scalea per cui salesi a grandioso palazzo; presso alla bocca d'opera è un palco riccamente addobbato.
(grida improvvise)
Tradimento! / Quai grida! / Tradimento!
Chi sei tu che brandisci il pugnale?
Il Doge è innocente / Amelia! dessa!
Amelia, di' come tu fosti rapita