Atto primo

 
[Sinfonia]

 N 

 

Scena prima

Il momento dell'azione è sul terminar della notte. La scena rappresenta una piazza nella città di Siviglia. A sinistra è la casa di Bartolo con ringhiera praticabile circondata da gelosia che deve aprirsi, e chiudersi a suo tempo con chiave.

 Q 

 
[Introduzione]

 N 

 
Fiorello con lanterna nelle mani introducendo nella scena vari Suonatori di strumenti. Indi il Conte avvolto in un mantello.

<- Fiorello, suonatori

 
(avanzandosi con cautela)

FIORELLO

Piano pianissimo  

senza parlar

tutti con me

venite qua.

CORO

Piano pianissimo

eccoci qua.

FIORELLO

Tutto è silenzio

nessun qui sta,

che i nostri canti

possa turbar.

 

<- Conte

CONTE
(sotto voce)

Fiorello... Olà...

FIORELLO

Signor, son qua.

CONTE

Ebben... gli amici?...

FIORELLO

Son pronti già.

CONTE

Bravi, bravissimi,

fate silenzio,

piano pianissimo

senza parlar.

CORO

Piano pianissimo

senza parlar.

(i suonatori accordano gl'istromenti, e il Conte canta accompagnato da essi)
 
[Cavatina]

 N 

CONTE

Ecco ridente in cielo    

spunta la bella aurora,

e tu non sorgi ancora

e puoi dormir così?

Sorgi, mia bella speme,

vieni, bell'idol mio,

rendi men crudo, oh dio!

lo stral che mi ferì.

Oh sorte! già veggo

quel caro sembiante

quest'anima amante

ottenne pietà.

Oh istante d'amore!

Felice momento

oh dolce contento

che eguale non ha.

S

Brano musicale ()

 

 

Ehi Fiorello?...  

FIORELLO

Mio signore.

CONTE

Di', la vedi?...

FIORELLO

Signor no.

CONTE

Ah ch'è vana ogni speranza!

FIORELLO

Signor Conte, il giorno avanza.

CONTE

Ah che penso, che farò?

Tutto è vano... Buona gente!

CORO
(sotto voce)

Mio signore.

CONTE

Avanti, avanti.

(dà la borsa a Fiorello, il quale distribuisce denari a tutti)

 

Più di suoni, più di canti

io bisogno ormai non ho.

FIORELLO

Buona notte a tutti quanti

più di voi che far non ho.

 
I Suonatori circondano il Conte ringraziandolo, e baciandogli la mano, e il vestito. Egli indispettito per lo strepito che fanno li va cacciando. Lo stesso fa anche Fiorello.
 

CORO

Mille grazie... mio signore...  

del favore... dell'onore...

Ah di tanta cortesia

obbligati in verità.

(Oh che incontro fortunato!

È un signor di qualità.)

Brano musicale ()

CONTE

Basta basta, non parlate...

ma non serve, non gridate...

maledetti, andate via...

ah canaglia, via di qua.

Tutto quanto il vicinato,

questo chiasso sveglierà.

FIORELLO

Zitti, zitti... che rumore!...

ma che onore? che favore!...

maledetti, andate via,

ah canaglia, via di qua.

Ve' che chiasso indiavolato

ah che rabbia che mi fa.

 

suonatori ->

Recitativo

CONTE

Gente indiscreta!... Ah quasi  

con quel chiasso importuno

tutto quanto il quartier han risvegliato.

Alfin sono partiti!...

(guardando verso la ringhiera)

e non si vede!

È inutile sperar.

(passeggia riflettendo)

Eppur qui voglio

aspettar di vederla. Ogni mattina

ella su quel balcone

a prender fresco viene in sull'aurora.

Proviamo. Olà, tu ancora

ritirati, Fiorel.

FIORELLO

Vado. Là in fondo

attenderò suoi ordini.

(si ritira)

Fiorello ->

 

CONTE

Con lei

se parlar mi riesce

non voglio testimoni. Che a quest'ora

io tutti i giorni qui vengo per lei

deve essersi avveduta. Oh vedi, amore

a un uomo del mio rango

come l'ha fatta bella!... eppure!... eppure!...

Oh deve esser mia sposa!...

(si sente da lontano venire Figaro cantando)

CONTE

Chi è mai quest'importuno?...

lasciamolo passar; sotto quegli archi

non veduto vedrò quanto bisogna;

già l'alba è appena, e amor non si vergogna.

(si nasconde sotto il portico)

 

Scena seconda

Figaro con chitarra appesa al collo, e detto.

<- Figaro

 
[Cavatina]

 N 

FIGARO

La ran la lera  

la ran la là.

 

Largo al factotum  

della città.

Presto a bottega,

che l'alba è già.

La ran la lera

la ran la là.

A che bel vivere,

che bel piacere

per un barbiere

di qualità!

Ah bravo Figaro

bravo bravissimo

fortunatissimo

per verità!

La ran la lera

la ran la là.

Pronto a far tutto

la notte e il giorno

sempre d'intorno

in giro sta.

Miglior cuccagna

per un barbiere

vita più nobile

no, non si dà.

Rasori e pettini

lancette e forbici

al mio comando

tutto qui sta.

Se poi mi capita

il buon momento...

nel mio mestiere

vaglio per cento...

La ran la lera

la ran la là.

Tutti mi chiedono

tutti mi vogliono

donne, ragazzi,

vecchi, fanciulle,

qua la parrucca...

presto la barba...

qua la sanguigna...

Figaro... Figaro...

son qua, son qua...

Ohimè che furia,

ohimè che folla,

uno alla volta

per carità.

Figaro... Figaro...

eccomi qua.

Pronto prontissimo

son come un fulmine

sono il factotum

della città.

Ah bravo Figaro

bravo bravissimo

fortunatissimo

per verità.

La ran la lera

la ran la là.

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 
Recitativo

FIGARO

Ah ah! che bella vita!  

Faticar poco, divertirsi assai,

e in tasca sempre aver qualche doblone,

gran frutto della mia riputazione.

Ecco qua: senza Figaro

non si accasa in Siviglia una ragazza;

a me la vedovella

ricorre per marito: io colla scusa

del pettine di giorno,

della chitarra col favor la notte,

a tutti onestamente,

non so perché m'adatto a far piacere,

oh che vita, che vita! oh che mestiere!

Orsù, presto a bottega...

CONTE

(È desso, o pur m'inganno?)

FIGARO

(Chi sarà mai costui?)

CONTE

(Oh è lui senz'altro.)  

Figaro!...

FIGARO

Mio padrone...

Oh chi veggo!... Eccellenza...

CONTE

Zitto, zitto, prudenza:

qui non son conosciuto,

né vo' farmi conoscere. Per questo

ho le mie gran ragioni.

FIGARO

Intendo, intendo.

La lascio in libertà.

CONTE

No...

FIGARO

Che serve?...

CONTE

No, dico: resta qua;

forse ai disegni miei

non giungi inopportuno... ma cospetto,

dimmi un po', buona lana,

come ti trovi qua?... poter del mondo,

ti veggo grasso, e tondo...

FIGARO

La miseria, signore.

CONTE

Ah birbo!

FIGARO

Grazie.

CONTE

Hai messo ancor giudizio?...

FIGARO

Oh e come!... ed ella

come in Siviglia?...

CONTE

Or te lo spiego. Al Prado

vidi un fior di bellezza, una fanciulla

figlia d'un certo medico barbogio

che qua da pochi dì s'è stabilito.

Io di questa invaghito

lasciai patria e parenti, e qua me n' venni,

e qui la notte e il giorno

passo girando a que' balconi intorno.

FIGARO

A que' balconi?... un medico?... oh cospetto,

siete ben fortunato;

su i maccheroni il cacio v'è cascato.

CONTE

Come?

FIGARO

Certo. Là dentro

io son barbiere, perucchier, chirurgo,

botanico, spezial, veterinario,

il faccendier di casa.

CONTE

Oh che sorte!...

FIGARO

Non basta: la ragazza

figlia non è del medico. È soltanto

la sua pupilla!...

CONTE

Oh che consolazione!...

FIGARO

Perciò... Zitto!...

CONTE

Cos'è?

FIGARO

S'apre il balcone.

(si ritirano sotto il portico)
 

Scena terza

Rosina, indi Bartolo sulla ringhiera, e detti.

<- Rosina

 

ROSINA

(guardando per la piazza)

Non è venuto ancor. Forse...  

CONTE

(uscendo dal portico)

O mia vita,

mio nume, mio tesoro.

Vi veggo alfine! alfine...

ROSINA

Oh che vergogna!...

vorrei dargli il biglietto.

(cava una carta)

BARTOLO
(di dentro)

Ebben, ragazza...

(il Conte si ritira in fretta)

<- Bartolo

 

(esce)

Il tempo è buono?... cos'è quella carta?...  

ROSINA

Niente, niente, signor: son le parole

dell'aria dell'Inutil precauzione.

CONTE
(a Figaro)

Ma brava! dell'Inutil precauzione!

FIGARO
(al Conte)

Che furba!

BARTOLO

Cosa è questa

Inutil precauzione?...

ROSINA

O bella! è il titolo

del nuovo dramma in musica.

BARTOLO

Un dramma?... bella cosa!

Sarà al solito un dramma semiserio;

un lungo malinconico noioso

poetico strambotto;

barbaro gusto! secolo corrotto!

ROSINA

(si lascia cadere la carta in strada)

Ah me meschina! l'aria m'è caduta!...

raccoglietela presto...

BARTOLO

Vado, vado.

(rientra)

Bartolo ->

 

ROSINA

Ps, ps.

CONTE

(fuori)

Ho inteso.

(raccoglie la carta)

ROSINA

Presto.

CONTE
(sottovoce)

Non temete.

(si ritira)

 

BARTOLO

(fuori)

Son qua: dov'è?...

(cercando)

<- Bartolo

ROSINA

Ah il vento

la porta via...

(additando in lontananza)

guardate...

BARTOLO

Io non la veggo...

eh signorina!... non vorrei!... (cospetto!

costei m'avesse preso!...) In casa, in casa,

animo su, a chi dico?... in casa, presto.

ROSINA

Vado, vado: che furia!...

BARTOLO

Quel balcone

voglio farlo murare.

Dentro dico.

ROSINA

Oh che vita da crepare!

(rientra)

(Bartolo anch'esso rientra in casa)

Rosina, Bartolo ->

 

Scena quarta

Conte e Figaro, indi Bartolo.

 

CONTE

Povera disgraziata!  

Il suo stato infelice

sempre più m'interessa!...

FIGARO

Presto, presto,

vediamo cosa scrive.

CONTE

Appunto, leggi.

FIGARO

(legge)

«Le vostre assidue premure

hanno eccitata la mia curiosità.

Il mio tutore è per uscire di casa;

appena si sarà allontanato

procurate con qualche mezzo ingegnoso

d'indicarmi il vostro nome,

il vostro stato e le vostre intenzioni.

Io non posso giammai comparire al balcone

senza l'indivisibile compagnia del mio tiranno.

Siate però certo, che tutto è disposta a fare

per rompere le sue catene la sventurata Rosina.»

CONTE

Sì, sì, le romperà. Su, dimmi un poco,

che razza d'uomo è questo suo tutore?

FIGARO

Un vecchio indemoniato

avaro, sospettoso, brontolone...

Avrà cent'anni indosso

e vuol fare il galante: indovinate?

Per mangiare a Rosina

tutta l'eredità, s'è fitto in capo

di volerla sposare... aiuto!

CONTE

Che?

FIGARO

S'apre la porta.

(sentendo aprir la porta della casa di Bartolo si ritirano in fretta)

<- Bartolo

BARTOLO
(parlando verso le quinte)

Fra momenti io torno;  

non aprite a nessun. Se don Basilio

venisse a cercarmi, che m'aspetti.

(chiude la porta di casa, tirandola dietro di sé)

Le mie nozze con lei meglio è affrettare;

sì, dentr'oggi finir vo' quest'affare.

(parte)

Bartolo ->

 

CONTE

(fuori con Figaro)  

Dentr'oggi le sue nozze con Rosina?

Ah vecchio rimbambito!

Ma dimmi or tu: chi è questo don Basilio?...

FIGARO

È un solenne imbroglion di matrimoni,

un collo torto, un vero disperato

sempre senza un quattrino...

Già è maestro di musica:

insegna alla ragazza.

CONTE

Bene, bene,

tutto giova sapere. Ora pensiamo

della bella Rosina

a soddisfar le brame. Il nome mio

non le vo' dir, né il grado. Assicurarmi

vo' pria, che ella ami me, me solo al mondo,

non le ricchezze e i titoli

del conte d'Almaviva. Ah tu potresti...

FIGARO

Io?... no, signor: voi stesso

dovete...

CONTE

Io stesso? e come?

FIGARO

Zi... zitti: eccoci a tiro,

osservate... per bacco: non mi sbaglio;

dietro la gelosia sta la ragazza.

Presto presto all'assalto: niun ci vede.

(presentandogli la chitarra)

In una canzonetta,

così, alla buona, il tutto

spiegatele, signor.

CONTE

Una canzone?

FIGARO

Certo; ecco la chitarra, presto, andiamo.

CONTE

Ma io...

FIGARO

Oh che pazienza!

CONTE

Ebben, proviamo.

(prende la chitarra, e canta accompagnandosi)

 
[Canzone]

 N 

 

Se il mio nome saper voi bramate,    

dal mio labbro il mio nome ascoltate.

Io sono Lindoro

che fido, adoro,

che sposa vi bramo,

che a nome vi chiamo,

di voi sempre cantando così,

dall'aurora al tramonto del dì.

S

Brano musicale ()

 
(di dentro si sente la voce di Rosina ripetere il ritornello della canzone)

FIGARO

Sentite?... ah, che vi pare?  

CONTE

Oh me felice!

FIGARO

Evviva, a voi, seguite.

 

CONTE
(canta)

L'amoroso sincero Lindoro  

non può darvi, mia cara, un tesoro.

Io ricco non sono

ma un core vi dono,

un'anima amante

che fida e costante

per voi sempre sospira così

dall'aurora al tramonto del dì.

 

ROSINA
(di dentro)

L'amorosa sincera Rosina

il suo core a Lindo...

(si sentono di dentro chiudere le finestre)
 
Recitativo

CONTE

Oh cielo!...  

FIGARO

Nella stanza

convien dir che qualcuno entrato sia.

Ella si è ritirata.

CONTE

Ah cospettone,

io già deliro, avvampo!... oh, ad ogni costo

vederla io voglio, vo' parlarle. Ah tu,

tu mi devi aiutar...

FIGARO

Ih, ih, che furia,

sì, sì, v'aiuterò.

CONTE

Da bravo: entr'oggi

vo' che tu m'introduca in quella casa.

Dimmi; come farai?... via!... del tuo spirto

vediam qualche prodezza.

FIGARO

Del mio spirito!...

bene... vedrò... ma in oggi...

CONTE

Eh via, t'intendo,

va' là, non dubitar; di tue fatiche

largo compenso avrai.

FIGARO

Davver?

CONTE

Parola.

FIGARO

Dunque oro a discrezione?

CONTE

Oro a bizzeffe.

Animo, via.

FIGARO

Son pronto; ah, non sapete

i simpatici effetti prodigiosi

che ad appagare il mio signor Lindoro

produce in me la dolce idea dell'oro.

 
[Duetto]

 N 

 

All'idea di quel metallo    

portentoso, onnipossente,

un vulcano la mia mente

già comincia a diventar.

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

CONTE

Su vediam di quel metallo

qualche effetto sorprendente,

del vulcan della tua mente

qualche mostro singolar.

FIGARO

Voi dovreste travestirvi

per esempio... da soldato.

CONTE

Da soldato?

FIGARO

Sì signore.

CONTE

Da soldato?... e che si fa?

FIGARO

Oggi arriva un reggimento.

CONTE

Sì, m'è amico il colonnello.

FIGARO

Va benon.

CONTE

Ma, e poi?

FIGARO

Cospetto!

Dell'alloggio col biglietto

quella porta s'aprirà.

Che ne dite, mio signore?

l'invenzione è naturale?

CONTE

Oh che testa originale!

Bravo, bravo in verità.

Insieme

FIGARO

Oh che testa universale!

Bella, bella in verità.

 

FIGARO

Piano, piano... un'altra idea!...

veda l'oro cosa fa.

Ubbriaco... sì, ubbriaco,

mio signor, si fingerà.

CONTE

Ubbriaco?...

FIGARO

Sì signore.

CONTE

Ubbriaco?... Ma perché?...

FIGARO

(imitando moderatamente i motti d'un ubbriaco)

Perché d'un che poco è in sé,

che dal vino casca già,

il tutor credete a me,

il tutore si fiderà.

CONTE E FIGARO

Questa è bella per mia fé,

bravo, bravo in verità.

CONTE

Dunque.

FIGARO

All'opra.

CONTE

Andiam.

FIGARO

Da bravo.

CONTE

Vado... Oh il meglio mi scordavo!

Dimmi un po', la tua bottega,

per trovarti, dove sta?

FIGARO

La bottega? non si sbaglia,

guardi bene: eccola là.

(additando fra le quinte)

Numero quindici a mano manca,  

quattro gradini, facciata bianca,

cinque parrucche nella vetrina,

sopra un cartello «Pomata fina»,

mostra in azzurro alla moderna,

v'è per insegna una lanterna...

là senza fallo mi troverà.

Brano musicale ()

 

CONTE

Ho ben capito...  

FIGARO

Or vada presto.

CONTE

Tu guarda bene...

FIGARO

Io penso al resto.

CONTE

Di te mi fido...

FIGARO

Colà l'attendo.

CONTE

Mio caro Figaro...

FIGARO

Intendo, intendo.

CONTE

Porterò meco...

FIGARO

La borsa piena.

CONTE

Sì, quel che vuoi, ma il resto poi...

FIGARO

Oh non si dubiti, che bene andrà.

 

CONTE

Ah che d'amore  

la fiamma io sento,

nunzia di giubilo

e di contento!

Ecco propizia

che in sen mi scende,

d'ardore insolito

quest'alma accende

e di me stesso

maggior mi fa.

 

FIGARO

Delle monete

il suon già sento!

L'oro già viene,

viene l'argento;

eccolo, eccolo,

che in tasca scende,

d'ardore insolito

quest'alma accende

e di me stesso

maggior mi fa.

 
(Figaro entra in casa di Bartolo, il Conte parte)

Figaro, Conte ->

 
 

Scena quinta

Camera nella casa di don Bartolo, con quattro porte. Di prospetto la finestra con gelosia, come nella scena prima. A destra uno scrittoio.

 Q 

Rosina

 
[Cavatina]

 N 

Rosina con lettera in mano.

Una voce poco fa    

qua nel cor mi risuonò,

il mio cor ferito è già

e Lindor fu che il piagò.

Sì, Lindoro mio sarà,

lo giurai, la vincerò.

Il tutor ricuserà,

io l'ingegno aguzzerò,

alla fin s'accheterà

e contenta io resterò.

Sì, Lindoro mio sarà,

lo giurai, la vincerò.

Io sono docile,

son rispettosa,

sono ubbidiente,

dolce, amorosa,

mi lascio reggere,

mi fo guidar.

Ma se mi toccano

qua nel mio debole,

sarò una vipera,

e cento trappole

prima di cedere

farò giocar.

S

Brano musicale ()

Brano musicale ()

 
Recitativo

 

Sì, sì, la vincerò. Potessi almeno  

mandargli questa lettera. Ma come!

Di nessun qui mi fido:

il tutore ha cent'occhi... basta, basta:

sigilliamola intanto.

(va allo scrittoio, e sigilla la lettera)

Con Figaro il barbier dalla finestra

discorrer l'ho veduto più d'un'ora:

Figaro è un galantuomo,

un giovin di buon cuore...

chi sa ch'ei non protegga il nostro amore.

 

Scena sesta

Figaro, e detta.

<- Figaro

 

FIGARO

Oh buon dì, signorina.  

ROSINA

Buon giorno, signor Figaro.

FIGARO

Ebbene che si fa?

ROSINA

Si muor di noia.

FIGARO

Oh diavolo! possibile!

Una ragazza bella e spiritosa...

ROSINA

Ah ah, mi fate ridere!

Che mi serve lo spirito,

che giova la bellezza,

se chiusa io sempre sto fra quattro mura,

che mi par d'esser proprio in sepoltura?

FIGARO

In sepoltura?... oibò!

(chiamandola a parte)

Sentite, io voglio...

ROSINA

Ecco il tutor.

FIGARO

Davvero?

ROSINA

Certo certo, è il suo passo.

FIGARO

Salva salva; fra poco

ci rivedremo: ho a dirvi qualche cosa.

ROSINA

Eh ancor io, signor Figaro.

FIGARO

Bravissima,

vado.

(si nasconde nella prima porta a sinistra, e poi tratto tratto si fa vedere)

ROSINA

Quanto è garbato.

 

Scena settima

Bartolo e detta, indi Berta e Ambrogio.

<- Bartolo

 

BARTOLO

Ah disgraziato Figaro!  

Ah indegno! ah maledetto! ah scellerato!

ROSINA

(Ecco qua! sempre grida.)

BARTOLO

Ma si può dar di peggio!

Un ospedale ha fatto di tutta la famiglia

a forza d'oppio, sangue, e stranutiglia!

Signorina, il barbiere

lo vedeste?...

ROSINA

Perché?

BARTOLO

Perché! lo vo' sapere.

ROSINA

Forse anch'egli v'adombra?

BARTOLO

E perché no?

ROSINA

Ebben ve lo dirò. Sì, l'ho veduto,

gli ho parlato, mi piace, m'è simpatico

il suo discorso, il suo gioviale aspetto.

(Crepa di rabbia, vecchio maledetto.)

(entra nella seconda camera a destra)

Rosina ->

 

BARTOLO

Vedete che grazietta!

Più l'amo e più mi sprezza la briccona.

Certo certo è il barbiere

che la mette in malizia.

Chi sa cosa le ha detto!

Chi sa? or lo saprò. Ehi Berta, Ambrogio.

BERTA

(stranutando)

Eccì!

<- Berta, Ambrogio

AMBROGIO

(sbadigliando)

Aah! che comanda?

BARTOLO
(a Berta)

Dimmi...

BERTA

Eccì!

BARTOLO

Il barbiere

parlato ha con Rosina?

BERTA

Eccì!

BARTOLO
(ad Ambrogio)

Rispondi

almen tu, babbuino.

AMBROGIO

Aah!

BARTOLO

Che pazienza!

AMBROGIO

Aah! che sonno.

BARTOLO

Ebben?...

BERTA

Venne... ma io...

BARTOLO

Rosina...

AMBROGIO

Aah!

BERTA

Eccì!

AMBROGIO

Aah!

BERTA

Eccì!

BARTOLO

Che serve! Eccoli qua, son mezzi morti.

Parlate.

AMBROGIO

Aah!

BERTA

Eccì!

BARTOLO

Eh il diavol che vi porti.

(li caccia dentro la scena)

Berta, Ambrogio ->

 

Scena ottava

Bartolo, indi don Basilio.

 

BARTOLO

Ah barbiere d'inferno!  

Tu me la pagherai...

 

<- Basilio

 

Qua don Basilio

giungete a tempo. Oh! io voglio

per forza o per amor dentro domani

sposar la mia Rosina. Avete inteso?

BASILIO

(dopo molte riverenze)

Eh voi dite benissimo

e appunto io qui veniva ad avvisarvi...

(chiamandolo a parte)

ma segretezza!... è giunto

il conte d'Almaviva.

BARTOLO

Chi? l'incognito amante

della Rosina?

BASILIO

Appunto

quello.

BARTOLO

Oh diavolo! Ah qui ci vuol rimedio.

BASILIO

Certo: ma... alla sordina.

BARTOLO

Sarebbe a dir?...

BASILIO

Così, con buona grazia

bisogna principiare

a inventar qualche favola

che al pubblico lo metta in mala vista,

che comparir lo faccia

un uomo infame, un'anima perduta...

Io io vi servirò: fra quattro giorni,

credete a me, Basilio ve lo giura,

noi lo farem sloggiar da queste mura.

BARTOLO

E voi credete...

BASILIO

Oh certo! è il mio sistema,

e non sbaglia.

BARTOLO

E vorreste...

ma una calunnia...

BASILIO

Ah dunque

la calunnia cos'è voi non sapete?

BARTOLO

No davvero.

BASILIO

No? Uditemi e tacete.

 
[Aria]

 N 

La calunnia è un venticello    

un'auretta assai gentile

che insensibile sottile

leggermente dolcemente

incomincia a sussurrar.

Piano piano terra terra,

sotto voce, sibilando

va scorrendo, va ronzando;

nelle orecchie della gente

s'introduce destramente,

e le teste ed i cervelli

fa stordire e fa gonfiar.

Dalla bocca fuori uscendo

lo schiamazzo va crescendo:

prende forza a poco a poco,

scorre già di loco in loco,

sembra il tuono, la tempesta

che nel sen della foresta,

va fischiando, brontolando,

e ti fa d'orror gelar.

Alla fin trabocca, e scoppia,

si propaga si raddoppia

e produce un'esplosione

come un colpo di cannone,

un tremuoto, un temporale,

un tumulto generale

che fa l'aria rimbombar.

E il meschino calunniato

avvilito, calpestato

sotto il pubblico flagello

per gran sorte va a crepar.

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 
Recitativo

 

Ah che ne dite?  

BARTOLO

Eh sarà ver, ma diavolo!

Una calunnia è cosa che fa orrore!

No no, non voglio affatto, e poi e poi

si perde tempo, e qui stringe il bisogno.

No, vo' fare a mio modo;

in mia camera andiam. Voglio che insieme

il contratto di nozze ora stendiamo.

Quando sarà mia moglie

da questi zerbinotti innamorati

metterla in salvo sarà pensier mio.

BASILIO

(Vengan denari: al resto son qua io.)

(entrano nella prima camera a destra)

Bartolo, Basilio ->

 

Scena nona

Figaro uscendo con precauzione, indi Rosina.

 

FIGARO

Ma bravi! ma benone!  

Ho inteso tutto. Evviva il buon dottore.

Povero babbuino!

Tua sposa?... eh via! pulisciti il bocchino.

Or che stanno là chiusi

procuriam di parlare alla ragazza:

eccola appunto.

 

<- Rosina

ROSINA

Ebbene signor Figaro?  

FIGARO

Gran cose, signorina.

ROSINA

Sì davvero?

FIGARO

Mangerem dei confetti.

ROSINA

Come sarebbe a dir?

FIGARO

Sarebbe a dire

che il vostro bel tutore ha stabilito

esser dentro doman vostro marito.

ROSINA

Eh via!

FIGARO

Oh ve lo giuro;

a stendere il contratto

col maestro di musica

là dentro or s'è serrato.

ROSINA

Sì? oh l'ha sbagliata affé!

Povero sciocco, l'avrà a far con me.

Ma dite, signor Figaro,

voi poco fa sotto le finestre

parlavate a un signore...

FIGARO

A un mio cugino...

un bravo giovinotto, buona testa,

ottimo cuore; qui venne

i suoi studi a compire,

e il poverin cerca di far fortuna.

ROSINA

Fortuna? eh la farà.

FIGARO

Oh ne dubito assai: in confidenza

ha un gran difetto addosso.

ROSINA

Un gran difetto?...

FIGARO

Ah grande,

è innamorato morto.

ROSINA

Sì, davvero?

Quel giovane vedete,

m'interessa moltissimo.

FIGARO

Per bacco!

ROSINA

Non ci credete?...

FIGARO

Oh sì.

ROSINA

E la sua bella,

dite, abita lontano?...

FIGARO

Oh no!... cioè...

qui!... due passi...

ROSINA

(Io scommetto...

scommetto ch'ei sa tutto. Or mi chiarisco.)

FIGARO

(Ora casca.)

ROSINA

Ah un piacere

io chiederti vorrei...

FIGARO

Dite, son qua.

ROSINA

Del tuo cugin l'amante fortunata

è bella?

FIGARO

Oh bella assai,

eccovi il suo ritratto in due parole:

grassotta, genialotta,

capello nero, guancia porporina,

occhio che parla, mano che innamora.

ROSINA

E il nome?...

FIGARO

Ah il nome ancora?...

Il nome... Ah che bel nome...

si chiama...

ROSINA

Ebben?... si chiama?...

FIGARO

Poverina!...

Si chiama... r... o... ro... rosi... Rosina.

 
[Duetto]

 N 

ROSINA

Dunque io son... tu non m'inganni?    

dunque io son la fortunata!...

(Già me l'ero immaginata:

lo sapevo pria di te.)

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

FIGARO

Di Lindoro il vago oggetto

sì, voi siete, o mia Rosina.

(È una volpe sopraffina

la sa lunga per mia fé!)

ROSINA

Senti senti... ma a Lindoro

per parlar come si fa?

FIGARO

Zitto, zitto, qui Lindoro

per parlarvi or or sarà.

ROSINA

Per parlarmi?... bravo! bravo!

Venga pur, ma con prudenza;

io già moro d'impazienza!

Ah che tarda?... cosa fa?

FIGARO

Egli attende qualche segno

poverin del vostro affetto;

sol due righe di biglietto

gli mandate, e qui verrà.

Che ne dite?...

ROSINA

Non saprei...

FIGARO

Su coraggio.

ROSINA

Non vorrei...

FIGARO

Sol due righe...

ROSINA

Mi vergogno...

FIGARO

Ma di che?... di che?... si sa?

Presto presto; qua un biglietto.

(andando allo scrittoio)

Brano musicale ()

ROSINA

Un biglietto?... eccolo qua.

(richiamandolo cava dalla tasca il biglietto e glielo dà)

FIGARO
(attonito)

Già era scritto!... oh ve' che bestia.

E il maestro io faccio a lei!

Ah che in cattedra costei

di malizia può dettar.

Donne donne, eterni dèi,

chi vi arriva a indovinar?

ROSINA

Fortunati affetti miei

io comincio a respirar.

Ah tu solo, amor, tu sei

che mi devi consolar.

(Figaro parte)

Figaro ->

 

Scena decima

Rosina, indi Bartolo.

 
Recitativo

ROSINA

Ora mi sento meglio.  

Questo Figaro è un bravo giovinotto.

 

<- Bartolo

BARTOLO

In somma, colle buone,

potrei sapere dalla mia Rosina

che venne a far colui questa mattina?

ROSINA

Figaro? non so nulla.

BARTOLO

Ti parlò?

ROSINA

Mi parlò.

BARTOLO

Che ti diceva?

ROSINA

Oh mi parlò di cento bagattelle;

del figurin di Francia,

del mal della sua figlia Marcellina...

BARTOLO

Davvero? ed io scommetto...

che portò la risposta al tuo biglietto.

ROSINA

Qual biglietto?

BARTOLO

Che serve!

L'arietta dell'Inutil precauzione

che ti cadde staman giù dal balcone.

Vi fate rossa?... (Avessi indovinato!)

Che vuol dir questo dito

così sporco d'inchiostro?

ROSINA

Sporco? oh nulla!

Io me l'avea scottato,

e coll'inchiostro or or l'ho medicato.

BARTOLO

(Diavolo!) E questi fogli?

Or son cinque, eran sei.

ROSINA

Que' fogli?... è vero;

d'uno mi son servita

a mandar de' confetti a Marcellina.

BARTOLO

Bravissima! E la penna

perché fu temperata?

ROSINA

(Maledetto) La penna?...

per disegnare un fiore sul tamburo.

BARTOLO

Un fiore?

ROSINA

Un fiore.

BARTOLO

Un fiore?

Ah fraschetta!

ROSINA

Davver?...

BARTOLO

Zitto.

ROSINA

Credete...

BARTOLO

Basta così...

ROSINA

Signor...

BARTOLO

Non più, tacete.

 
[Aria]

 N 

A un dottor della mia sorte    

queste scuse, signorina?...

vi consiglio mia carina

un po' meglio a imposturar.

I confetti alla ragazza?

Il ricamo sul tamburo?

Vi scottaste?... Eh via!... eh via!...

ci vuol altro figlia mia,

per potermi corbellar.

Perché manca là quel foglio?

Vo' saper cotesto imbroglio;

sono inutili le smorfie...

ferma là; non mi toccate;

figlia mia, non lo sperate,

non mi lascio infinocchiar.

Via carina, confessate,

son disposto a perdonar.

Non parlate? vi ostinate?...

so ben io quel che ho da far.

Signorina, un'altra volta

quando Bartolo andrà fuori

la consegna ai servitori

a suo modo dar saprà.

E non servono le smorfie;

faccia pur la gatta morta;

cospetton per quella porta

nemmen l'aria entrar potrà.

E Rosina innocentina,

sconsolata disperata

in sua camera serrata

fin ch'io voglio star dovrà.

(parte)

S

Brano musicale ()

Bartolo ->

 

Scena undicesima

Rosina sola.

 
Recitativo

 

Brontola quanto vuoi,  

chiudi porte e finestre. Io me ne rido.

Già di noi altre femmine

anche alla più marmotta

per aguzzar l'ingegno,

e farla spiritosa tutto a un tratto

basta chiuderla a chiave, e il colpo è fatto.

(entra nella seconda camera a destra)

Rosina ->

 

Scena dodicesima

Berta sola dalla seconda camera a sinistra.

<- Berta

 

BERTA

Finora in questa camera  

mi parve di sentire un mormorio,

sarà stato il tutor. Colla pupilla

non ha un'ora di ben. Queste ragazze

non la voglion capir...

(si ode picchiare)

 

Battono.

CONTE
(di dentro)

Aprite.

BERTA

Vengo. Eccì! Ancora dura.

Quel tabacco mi ha posto in sepoltura.

Berta ->

 

Scena tredicesima

Il Conte travestito da soldato di Cavalleria, indi Bartolo.

<- Conte

 
[Finale I]

 N 

 

CONTE

Ehi di casa... buona gente...  

ehi di casa... niun mi sente!...

 

<- Bartolo

BARTOLO

Chi è costui?... che brutta faccia!

È ubbriaco!... chi sarà?

CONTE

Ehi di casa... Maledetti!...

BARTOLO

Cosa vuol, signor soldato?

CONTE

(vedendolo)

Ah... sì, sì... bene obbligato.

(cerca in tasca)

BARTOLO

(Qui costui che mai vorrà?)

CONTE

Siete voi... Aspetta un poco...

siete voi... dottor Balordo...

BARTOLO

Che «Balordo»?...

CONTE

(leggendo)

Ah ah, Bertoldo.

BARTOLO

Che «Bertoldo»? Eh andate al diavolo,

dottor Bartolo.

CONTE

Ah bravissimo

dottor Barbaro; benissimo...

già c'è poca differenza.

(Non si vede! che impazienza!

Quanto tarda!... dove sta?)

BARTOLO

(Io già perdo la pazienza,

qua prudenza ci vorrà.)

CONTE

Dunque voi... siete dottore?...

BARTOLO

Son dottore... Sì, signore.

CONTE

Ah benissimo; un abbraccio.

Qua collega.

BARTOLO

Indietro.

CONTE

Qua.

(lo abbraccia per forza)

 

Sono anch'io dottor per cento

maniscalco al reggimento.

Dell'alloggio sul biglietto

(presentando il biglietto)

osservate, eccolo qua.

BARTOLO

(Dalla rabbia dal dispetto

io già crepo in verità.

Ah ch'io fo, se mi ci metto

qualche gran bestialità!)

(legge il biglietto)

CONTE

(Ah venisse il caro oggetto

della mia felicità.

Vieni vieni; il tuo diletto

pien d'amor t'attende qua.)

 

Scena quattordicesima

Rosina e detti.

<- Rosina

 

ROSINA

D'ascoltar qua m'è sembrato  

un insolito romore...

(si arresta vedendo Bartolo)

un soldato, ed il tutore...

cosa mai faranno qua?

(si avanza pian piano)

CONTE

(È Rosina: or son contento.)

ROSINA

(Ei mi guarda, e s'avvicina.)

CONTE
(piano a Rosina)

(Son Lindoro.)

ROSINA

(Oh ciel! che sento!

Ah giudizio per pietà.)

BARTOLO

(vedendo Rosina)

Signorina, che cercate?

Presto, presto, andate via.

ROSINA

Vado, vado, non gridate.

BARTOLO

Presto presto via di qua.

CONTE

Ehi ragazza vengo anch'io.

BARTOLO

Dove dove signor mio?

CONTE

In caserma, oh questa è bella!

BARTOLO

In caserma?... bagattella!

CONTE

Cara...

ROSINA

Aiuto...

BARTOLO

Olà cospetto.

CONTE
(a Rosina)

Via prendete...

(guardando Bartolo)

Maledetto!

(a Rosina mostrandole furtivamente un biglietto)

Fate presto per pietà.

ROSINA
(al Conte)

Ah ci guarda!

(guardando Bartolo)

Maledetto!

Ah giudizio per pietà.

BARTOLO

(Ubbriaco maledetto!

Ah costui crepar mi fa.)

CONTE
(a Bartolo)

Dunque vado...

(incamminandosi verso le camere interne)

BARTOLO

(trattenendolo)

Oh no signore,

qui d'alloggio star non può.

CONTE

Come? come?

BARTOLO

Eh non v'è replica;

ho il brevetto d'esenzione.

CONTE
(adirato)

Che brevetto?...

BARTOLO

Oh mio padrone,

un momento, e il mostrerò.

(va allo scrittoio)

CONTE

Ah se qui restar non posso

deh prendete...

ROSINA

Ahimè, ci guarda!

CONTE E ROSINA

(Cento smanie io sento addosso

ah più reggere non so.)

BARTOLO

(cercando nello scrittoio)

(Ah trovarlo ancor non posso,

ma sì sì lo troverò.)

Ecco qui.

(venendo avanti con una pergamena: legge)

«Con la presente

il dottor Bartolo, etcetera,

esentiamo...»

CONTE

(con un rovescio di mano manda in aria la pergamena)

Eh andate al diavolo,

non mi state più a seccar.

BARTOLO

Cosa fa, signor mio caro?...

CONTE

Zitto là, dottor Somaro,

il mio alloggio è qui fissato

e in alloggio qui vo' star.

BARTOLO

Voi restar...

CONTE

Restar, sicuro.

BARTOLO

Oh son stufo, mio padrone.

Presto fuori, o un buon bastone

lo farà di qua sloggiar.

CONTE
(serio)

Dunque lei... lei vuol battaglia?...

ben!... battaglia li vo' dar.

Bella cosa una battaglia!

Ve la voglio or or mostrar.

(avvicinandosi amichevolmente a Bartolo)

Osservate!... questo è il fosso...

l'inimico voi sarete...

(gli dà una spinta)

Attenzion...

(piano a Rosina alla quale si avvicina porgendole la lettera)

(Giù il fazzoletto.)

...e gli amici stan di qua.

Attenzione!...

(coglie il momento in cui Bartolo l'osserva meno attentamente, lascia cadere il biglietto, e Rosina vi fa cader sopra il fazzoletto)

BARTOLO

Ferma, ferma.

CONTE

(rivolgendosi, e fingendosi accorgersi della lettera, quale raccoglie)

Che cos'è? ah!

BARTOLO

(avvedendosene)

Vo' vedere.

CONTE

Sì, se fosse una ricetta!...

ma un biglietto... è mio dovere,

mi dovete perdonar.

(fa una riverenza a Rosina, e le dà il biglietto, e il fazzoletto)

ROSINA

Grazie, grazie.

BARTOLO

Grazie un corno!

Vo' saper cotesto imbroglio...

CONTE

Qualche intrigo di fanciulla.

(tirandolo a parte, e tenendolo a bada: intanto Rosina cambia la lettera)

ROSINA

(Ah cambiar potessi il foglio!...)

BARTOLO

Vo' veder...

ROSINA

Ma non è nulla.

BARTOLO

Qua quel foglio presto qua.

 
(escono da una parte Basilio, e dall'altra Berta)

<- Basilio, Berta

 

BASILIO

(con carte in mano)

Ecco qua... oh cosa vedo!...

BERTA

Il barbiere... uh quanta gente!...

BARTOLO
(a Rosina)

Qua quel foglio, impertinente.

A chi dico? presto qua.

ROSINA

Ma quel foglio, che chiedete

per azzardo m'è cascato,

è la lista del bucato...

BARTOLO

Ah fraschetta! presto qua.

(lo strappa con violenza)

Ah che vedo! ho preso abbaglio!...

è la lista, son di stucco!

Ah son proprio un mammalucco,

ah che gran bestialità.

ROSINA E CONTE

Bravo, bravo il mammalucco

che nel sacco entrato è già.

BASILIO E BERTA

Non capisco, son di stucco,

qualche imbroglio qui ci sta.

ROSINA
(piangendo)

Ecco qua... sempre un'istoria,

sempre oppressa, e maltrattata;

ah che vita disperata,

non la so più sopportar.

BARTOLO

(avvicinandosele)

Ah Rosina... poverina...

CONTE

(minacciandolo, e afferrandolo per un braccio)

Vien qua tu, cosa le hai fatto?

BARTOLO

Ah fermate... niente affatto...

CONTE

(cavando la sciabla)

Ah canaglia, traditore...

TUTTI

(trattenendolo)

Via fermatevi, signore.

CONTE

Io ti voglio subissar.

TUTTI
(eccetto Bartolo, il Conte e Rosina)

Gente aiuto, soccorretelo.

Insieme

BARTOLO

Gente aiuto, soccorretemi.

 

ROSINA

Ma chetatevi...

CONTE

Lasciatemi.

TUTTI
(eccetto il Conte e Rosina)

Gente aiuto per pietà.

 

Scena quindicesima

Figaro entrando con bacile sotto il braccio, e detti.

<- Figaro

 

FIGARO

Alto là.  

Che cosa accadde

signori miei?

Che chiasso è questo

eterni dèi!

Già sulla piazza

a questo strepito

s'è radunata

mezza città.

(piano al Conte)

Signor prudenza

per carità.

BARTOLO

(additando il Conte)

Questi è un birbante...

CONTE

Questi è un briccone...

BARTOLO

Ah disgraziato!...

CONTE

(minacciandolo con la sciabla)

Ah maledetto!...

FIGARO

(alzando il bacile, e minacciando il Conte)

Signor soldato

porti rispetto,

o questo fusto

corpo del diavolo

or le creanze

le insegnerà.

CONTE
(a Bartolo)

Brutto scimmiotto...

BARTOLO

Birbo malnato...

TUTTI
(a Bartolo)

Zitto, dottore...

BARTOLO

Voglio gridare...

TUTTI
(al Conte)

Fermo, signore...

CONTE

Voglio ammazzare...

TUTTI

Fate silenzio

per carità.

(si ode bussare con violenza alla porta di strada)

Zitti, che battono...

che mai sarà?

BARTOLO

Chi è?

CORO
(di dentro)

La forza!

Aprite qua.

TUTTI

La forza!... oh diavolo!...

(Figaro al Conte, Rosina a Bartolo)

L'avete fatta!

CONTE E BARTOLO

Niente paura

vengan pur qua.

TUTTI

(Quest'avventura

ah come diavolo

mai finirà!)

 

Scena sedicesima

Un Uffiziale con Soldati, e detti.

<- Uffiziale, soldati

 

UFFIZIALE

Fermi tutti. Niun si muova.  

Miei signori, che si fa?

Questo chiasso donde è nato?

La cagione presto qua...

CONTE

La cagione...

BARTOLO

Non è vero.

CONTE

Sì signore...

BARTOLO

Signor no.

CONTE

È un birbante...

BARTOLO

È un impostore.

UFFIZIALE

Un per volta.

BARTOLO

Io parlerò.

Questo soldato

m'ha maltrattato...

ROSINA

Il poverino

cotto è dal vino...

BERTA

Cava la sciabla...

BASILIO

Parla d'uccidere...

FIGARO

Io son venuto

qui per dividere...

UFFIZIALE

Fate silenzio

che intesi già.

(al Conte)

Siete in arresto,

fuori di qua.

(i soldati si muovono per circondarlo)

CONTE

Io in arresto?

Io? fermi, olà.

 
Con gesto autorevole trattiene i Soldati, che si arrestano.
Egli chiama a sé l'Uffiziale, gli dà a leggere un foglio; l'Uffiziale resta sorpreso, vuol fargli un inchino, il Conte lo trattiene. L'Uffiziale fa cenno ai Soldati che si ritirino indietro, e anch'egli fa lo stesso.
Quadro di stupore.

ROSINA E BERTA

Fredda ed immobile

come una statua

fiato non restami

da respirar.

CONTE

Freddo ed immobile

come una statua

fiato non restagli

da respirar.

Insieme

BARTOLO E BASILIO

Freddo ed immobile

come una statua

fiato non restami

da respirar.

 

FIGARO
(ridendo)

Guarda don Bartolo!    

Sembra una statua?

Ah ah dal ridere

sto per crepar.

S

Brano musicale ()

 
[Stretta del Finale I]

 N 

BARTOLO
(all'Uffiziale)

Ma signor...  

CORO

Zitto tu!

BARTOLO

Ma un dottor...

CORO

Oh non più!

BARTOLO

Ma se lei...

CORO

Non parlar...

BARTOLO

Ma vorrei...

CORO

Non gridar...

BERTA, BARTOLO E BASILIO

Ma se noi...

CORO

Zitti voi.

BERTA, BARTOLO E BASILIO

Ma se poi...

CORO

Pensiam noi.

Vada ognun pe' fatti suoi,

si finisca d'altercar.

 

TUTTI

Mi par d'esser con la testa  

in un'orrida fucina

dove cresce e mai non resta

delle incudini sonore

l'importuno strepitar.

Alternando questo e quello

pesantissimo martello

fa con barbara armonia

muri e volte rimbombar.

E il cervello poverello

già stordito sbalordito

non ragiona, si confonde,

si riduce ad impazzar.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo

[Sinfonia]

Una piazza nella città di Siviglia sul terminar della notte. A sinistra è la casa di Bartolo.

[Introduzione]

<- Fiorello, suonatori
Fiorello, Conte, suonatori
Piano pianissimo
Fiorello, suonatori
<- Conte
 

[Cavatina]

Ehi Fiorello?...

Suonatori, Conte, Fiorello
Mille grazie... mio signore...
Fiorello, Conte
suonatori ->

Gente indiscreta!

Conte
Fiorello ->

(Il Conte si nasconde)

Conte
<- Figaro

[Cavatina]

 

Ah ah! Che bella vita!

(il Conte si rivela)

Oh è lui senz'altro

(Figaro e il Conte si nascondono sotto il portico)

Conte, Figaro
<- Rosina

Non è venuto ancor

(il Conte esce dal portico)

(il Conte si nasconde)

Conte, Figaro, Rosina
<- Bartolo

Il tempo è buono?

Conte, Figaro, Rosina
Bartolo ->

(il Conte esce dal portico)

(il Conte si nasconde)

Conte, Figaro, Rosina
<- Bartolo

Conte, Figaro
Rosina, Bartolo ->

(il Conte e Figaro escono dal portico)

Povera disgraziata!

(si apre la porta della casa; Figaro e il Conte si nascondono)

Conte, Figaro
<- Bartolo

Fra momenti io torno

Conte, Figaro
Bartolo ->

(il Conte e Figaro escono fuori)

Dentr'oggi le sue nozze con Rosina?

[Canzone]

(voce di Rosina da dentro)

Sentite?... ah, che vi pare?

Oh cielo!... / Nella stanza

[Duetto]

Ho ben capito

Figaro, Conte ->

Camera in casa di don Bartolo.

Rosina
 

[Cavatina]

Sì, sì la vincerò

Rosina
<- Figaro

Oh buon dì, signorina

(Figaro si nasconde)

Rosina, Figaro
<- Bartolo

Ah disgraziato Figaro!

Figaro, Bartolo
Rosina ->

Figaro, Bartolo
<- Berta, Ambrogio

Figaro, Bartolo
Berta, Ambrogio ->

Ah barbiere d'inferno!

Figaro, Bartolo
<- Basilio

[Aria]

Ah che ne dite?

Figaro
Bartolo, Basilio ->

(Figaro esce dal nascondiglio)

Ma bravi! ma benone!

Figaro
<- Rosina

Ebbene signor Figaro?

[Duetto]

Rosina
Figaro ->

Ora mi sento meglio

Rosina
<- Bartolo

[Aria]

Rosina
Bartolo ->

Brontola quanto vuoi

Rosina ->
<- Berta

Finora in questa camera

Berta ->
<- Conte

[Finale I]

Ehi di casa... buona gente...

Conte
<- Bartolo

Conte, Bartolo
<- Rosina

D'ascoltar qua m'è sembrato

Conte, Bartolo, Rosina
<- Basilio, Berta

Conte, Bartolo, Rosina, Basilio, Berta
<- Figaro

Alto là. Che cosa accadde

(battono con forza alla porta)

Zitti, che battono...

Conte, Bartolo, Rosina, Basilio, Berta, Figaro
<- Uffiziale, soldati

Fermi tutti, niun si muova

[Stretta del Finale I]

Bartolo, Coro, Berta e Basilio
Ma signor / Zitto tu!
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima
Una piazza nella città di Siviglia sul terminar della notte. A sinistra è la casa di Bartolo. Camera in casa di don Bartolo. Camera in casa di don Bartolo.
[Sinfonia] [Introduzione] [Cavatina] [Cavatina] [Canzone] [Duetto] [Cavatina] [Aria] [Duetto] [Aria] [Finale I] [Stretta del Finale I] [Duetto] [Aria] [Arietta] [Quintetto] [Aria] [Temporale] [Terzetto] [Recitativo accompagnato] [Aria] [Finaletto II]
Atto secondo

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