Intermedio quarto

 

Scena prima

Cefalo, Sonno, Morfeo.

Cefalo, Sonno, Morfeo

 

CEFALO

O monti, o colli, o prati, ecco a voi riede,  

col veloce pensier pront'è il desio.

IIº

Anzi, che resta il cor se parte il piede,

che in voi s'annida ogni diletto mio?

IIIº

Ma poiché alla stanchezza il vigor cede,

ogn'altra cura dolcemente oblio.

IVº

E gl'occhi miei, ch'aperti star non ponno,

qui dono in preda a la quiete e al sonno.

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SONNO

Tanto l'attesi pur, ch'io giunsi al varco.  

Ei già d'affanni scarco

soavemente posa e dorme queto;

onde io mi parto taciturno e lieto.

 

Sonno ->

MORFEO

Dorme Cefalo o finge?

Ah, parmi pur che dorma.

Così l'amata forma

fia ben ch'or l'appresenti. Onde per questo

visibil parto ed invisibil resto.

 

Scena seconda

Cefalo, Morfeo, Aurora, Titone, Procri.

<- Aurora, Titone, Procri

 

AURORA

O Cefalo spietato,  

è questo il guiderdon della mia fede?

Il premio de' miei guai,

la mercé del dolore,

fuggirmi a tutte l'ore?

Dove sei? dove stai?

Ah! rispondimi omai,

che questo sol desio.

CEFALO

Dolce cor mio!

AURORA

Odi voce soave,

soavissimo suono!

Stolta, mentre ragiono

non miro il mio bel sol, non veggio quello

ch'ha del mio cor la chiave!

O prezioso ostello,

dove nasce la luce,

che al mio ben mi conduce.

Che fai tu qui soletto,

amato mio diletto?

Stanco forse pigliar cerchi ristoro?

CEFALO

Sì, mio tesoro.

AURORA

O parole amorose,

con opportuna aita

voi mi date la vita.

Vaghe labbra di rose

concedetemi almeno, e premio sia

de l'aspra pena mia,

de l'interno mio duolo,

un bacio, un bacio solo.

Per sì caro desire,

io mi sento morire,

si liquefa col cor l'anima insieme.

CEFALO

Viva mia speme.

AURORA

Pietosissima dèa,

quelle grazie ti rendo

cui deggio, e so, poiché per te comprendo

che vero è quel contento

che nasce da tormento.

Labbra cortese e pie,

datemi in parte omai, se non in tutto,

il desiato frutto

delle miserie mie,

de' miei penosi guai.

CEFALO

Baciami omai.

 

TITONE

Ferma l'audaci labbra o troppo ardita!

E ben fermarle déi,

che quei baci son miei.

Tu, tu dal letto uscita

lasciasti, sol per far la scorta al sole,

del tuo Titon le membra fredde e sole.

Or ecco a mezzo il giorno.

Quando fia il tuo ritorno?

Ah, veggio, sì, quanto veder mi spiace

e grida il cor se ben la lingua tace!

 

PROCRI

Ohimè, che veggio? Ohimè, vista dolente?  

Quest'è la pura fé, Cefalo infido,

quest'è, garzon crudel, l'amore ardente?

IIº

O già del mio sperar ricetto e nido,

così tradirmi? Or l'immenso amore,

che per te m'arse il cor sveno ed ancido.

IIIº

Queste lagrime mie, cui verso fuore,

sono il sangue di lui perché nel seno cadendo

estingua il mal gradito ardore.

IVº

Deh perché il pianto, ohimè, non è veneno

che bevendolo or or mi fora grato,

col mio morir farti contento appieno.

Cefalo traditor, Cefalo ingrato!

 

TITONE

Or dunque affretta il piè dubbioso e tardo.  

AURORA

Io mi sento morire.

CEFALO

Ah, non partire!

PROCRI

Ed io tutta di sdegno avvampo ed ardo.

TITONE

Deh, vieni e non tardare!

AURORA

Ohimè, ch'io moro.

CEFALO

Ahi, che martoro.

PROCRI

Ed io di rabbia e gel mi discoloro;

statti che dal tuo aspetto io mi dileguo.

CEFALO

Perché fuggir? Deh ferma! Ed io ti seguo.

Ohimè, son desto o dormo?

O sol de gli occhi miei,

Procri mia, dove sei?

Come esser può che sia

quasi smarrita a volo

l'alma de l'alma mia?

Ah, pur mi chiese un bacio, e un bacio solo!

Ma guidatemi voi orme inchinate

a quelle stelle amate

che non l'avendo appresso

aborro questa luce, odio me stesso.

 

Fine (Intermedio quarto)

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Cefalo, Sonno, Morfeo
 

Tanto l'attesi pur

Cefalo, Morfeo
Sonno ->

Cefalo, Morfeo
<- Aurora, Titone, Procri

O Cefalo spietato!

Or dunque affretta il piè

 
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