A quel lume di gloria, che rifulge nella fronte sereniss. Dell'aa. vv., umiliato si prostra Attila, quel superbo, che calpestò le corone; e quella fortuna, che già tenne prigioniera nella sua mano; oggi viene a mendicar alle piante di v. a. s. poiché sin là sotto il gelato polo, dalle più remote spelonche della Scitia rimbombano le gesta insigni de gl'atavi loro famosi, che furono politici alcidi del gallico impero, e ben odo menzonar dalla fama quel Grimoaldo, che accrebbe fregio alla religione, e rammenta ancora l'Italia le stragi di quel Carlo Magno, ch'emulator de gl'annibali valicò l'Alpi trionfante, e da que' gioghi nevosi precipitò torrenti fumanti di sangue longobardo. Quindi tanto valore per degno retaggio risiede nella destra di v. a. invitto successore di sì grand'avi.
Lo dica Albione, all'ora, che in gran battaglia navale, tra fiamme, ed acque col braccio armato mischiate monti di stragi con monti d'onde, e lacerando all'infante navi i gonfi lini, squarciaste la vela all'anglicana fortuna; indi poiché vibraste la formidabil spada all'ombra degl'allori cesarei furno dall'ago erudito di Belgica Aracne descritte sì chiare imprese alla memoria de' posteri.
Ma più famose divennero le glorie vostre all'ora quando unito voi a principessa cotanto illustre, mirò il franco giglio sorger nella reggia di Monaco, vestita d'ostro una rosa, ch'è la regina de' cori.
Per ciò tributario ancor io dell'a. v. s. e ammirator insieme di così eroiche prerogative le consacro questo ossequioso parto della mia penna, sperandone generoso l'aggradimento, e sarà vanto d'un animo divoto viver fino all'ultimo respiro.
Di vv. aa. ss.
Venezia, lì 12 febbraio 1672.
Umiliss. devotiss. obbligatiss. servo
Matteo Noris