Illustrissimo...

...e reverendissimo signor patron colend.

Udì v. s. illustrissima questo passato Carnovale (in casa di monsignor Corsini) la favola d'Aretusa, ma non conobbe me per autore di quella, che per la umile e bassa fortuna non ebbi ardire pararmele innanzi. Ma avendo io all'ora conosciuto dalle sue cortesi maniere, e compreso da benignissimi ragionamenti da lei con altri principi sopra detta favola tenuti, che ella ne prese diletto, ho pensato esser buon mezzo per dare a v. s. illustriss. notizia di me, il metterla alla stampa sotto la sua magnanima protezione, acciò che il venirgliela a presentare aprisse a me la strada di baciarle con ogni riverenza la veste, e a' suoi eccellenti e rari cantori desse comodità di poter nell'ore meno impedite, rinnovare alcuna volta nel petto di v. s. illustriss. parte di quel piacere che all'ora provò. Né credo di dover essere tacciato di troppo ardire, essendo dovuta quest'opera a lei sola, sì perché la sua maggior bellezza consiste in esser stata onorata dalla presenza di lei, sì anche perché non ad altro fine si mosse monsignor Corsini a farla recitare, che per distrarre (per breve spazio di tempo) l'animo di v. s. illustr. dalle continue cure de' più importanti negozi della cristianità, con onesta ricreazione in quei giorni che da tutti si sogliono in passatempi spendere e consumare; onde spero, che v. s. illustr. userà in perdonarmi l'innata sua benignità e bontà, e gradirà il mio devotissimo affetto, mentre quello dà e offerisce che più può, e mentre più vorrebbe potere per più offerire, insieme con l'osservantissima mia servitù; e per fine profondamente inchinandola, prego Dio benedetto per la conservazione di v. s. illustr. Di Roma a dì 30 di Maggio 1620.

Di v. s. illustr. e rever.ma

umiliss. divotiss. e fideliss. servitore

Filippo Vitali

Illustrissimo... Al benigno lettore
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