Eminentissimo principe

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Un testo dell'immortale Virgilio m'ha persuaso a dedicare a vostra eminenza questi ozii operosi, questi trascorsi di fantasia, incorporati d'inchiostro.

Habitarunt Dii quoque Sylvas,

che se discendevano le deità a deliciare tra le amenità delle selve, tanto dispari alle giocondità dell'Olimpo, non isdegnerà vostra eminenza compiacersi del trivio di questo libro, il quale averà per sommo onore d'esser chiamato un cumulo di caratteri informi, ambiziosi d'uno spirito qualificante, ed eccelso, che li distingua, ed adorni, così che passino dall'essere di atomi, a quello di tollerabili forme.

Augusto per moltiplicare le cui felicità ebbe ad impoverirsi l'abbondanza inesausta della fortuna, quelle stimava essere prospere, ed allegre giornate, nelle quali spogliandosi della sua imperiale grandezza, s'eccedeva come privato negli orti di Pollione.

Quella vasta mole del principato sovrano, che riconosceva per soli confini l'oceano, e le stelle, era da lui depositata per qualche ora in grembo ad una volontaria oblivione; ed egli appartato da sé medesimo respirava tranquillità nella fiorita solitudine d'un giardino.

Vostra eminenza dal cui sovraumano lume ricevono la attività radiante i colori della romana porpora, e che epilogati in sé stessa gl'attributi migliori, merita regnare pregata; non averà in fastidio a qualche ora meno occupata far un passeggio per queste povere capanne, la rusticità delle quali tesaurizzerà a sé propria splendori dalla guardatura cortese d'un grande.

Io ho scritto più per entusiasmo, che per professione. scioperato l'animo nell'aprico solitario d'una diletta villa si è dato ad armonizare i numeri con una silvestre avena.

Vostra eminenza non troverà qui dentro fascicoli di mirra, o lilli delle convalli, o fiori di campi felici. Le olive speciose, i cedri del Libano sono frutti riservati all'idee dell'eminenza vostra, all'auge dei cui intendimenti non arrivano, che fulgori di maestà, e celsitudini di transcendenti.

Io non so veramente se le regole poetiche mi guarderanno col viso arcigno, ma se ogn'uno può vivere a modo suo, quando non vi entri l'offesa di dio, io credo, che parimente ogn'uno possa scrivere come li piace, quando non se ne offenda Apollo.

Ad alcuni piace lo stile latebroso, e recondito,ad altri il lasciviente, e pruriginoso; e come appresso gl'antichi l'attico, l'asiaco, ed il laconico contrastavan del primato, così il moderno liceo sta litigando quale sia lo stile migliore. Ma ogni secolo ha sposata la sua maniera di dire, e di scrivere, e questa è verità notoria a tutti i grandi ingegni, che hanno veduti i libri, ed osservati gli stili.

Vostra eminenza non è invitata qui ad un sorso pieno di questa vena scaturiente, ma insipida, e poco fresca, è puramente supplicata co' la cortesia del labro a libarne una stilla. Passerà a questo rivolo l'essere guardato da vostra eminenza, e mentre resterà servita l'immagine sua di farsi un'istantaneo specchio di questa umilissima acqua, s'inalzerà il mio nome al più alto punto della felicità.

Si compiaccia il suo animo eroico accettare questa povera oblazione, e farla ricca col gradimento.

La mia antica, lunga, e da lei tante volte blandita servitù supplica, che a questo ambizioso ardimento sia divertito il titolo di peccato. Assai di gloria è proveduto alle ceneri mie se vostra eminenza autenticherà la mia vita per minima serva delle sue grandezze: e profondamente mi umilio a quella porpora, che arde di zelo dell'onor del signor dio.

Di Venezia li 10 Settembre 1656.

Di vostra eminenza

umiliss. e divotiss. servitore

Gio. Francesco Busenello

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