Atto primo

 

Parte prima

Gran sala reale nel castello di Elsinora.
Il Re, la Regina, Amleto, Polonio, Laerte, Dame, Cortigiani, Ciamberlani, Ufficiali, Paggi.

 Q 

Re, Regina, Amleto, Polonio, Laerte, dame, cortigiani, ciamberlani, ufficiali, paggi

 
Frailty the name is woman.
 
Festa d'incoronazione. Il nuovo Re beve a mensa; ad ogni tazza ch'egli vuota scoppiano gli evviva per tutta la reggia. Ofelia entra più tardi e più tardi ancora entrano Orazio e Marcello.
 

TUTTI

Viva il re!  

RE

Di giulivi clamori

sorga un tuon per le splendide sale,

e fra i suoni, le danze, i fulgori,

s'alzi un carme che narri di me.

Né si vuoti una tazza regale

se pria l'orbe il suo plauso non diè!

Alla vostra salute, o signori!

LAERTE E POLONIO

Viva il re!

CORTIGIANI E DAME

Viva il re!

UFFICIALI

Viva il re!

 

AMLETO
(in disparte)

(Ah si dissolva quest'abietta forma  

di duolo e colpe! Si dissolva in nulla.

Deh! Se il reietto suicida non fosse

fulminato da dio!... per me la vita

è dannazione, e la terra un immondo

loto maligno. ~ E qui si danza, e un mese

non è compiuto che morì mio padre!...

Ahi vituperio! E le incestuose membra

con ansia invereconda abbandonava

la sposa del magnanimo defunto

nell'atre braccia di quel drudo! Orrore!

Ti frena o lingua, e non tradir lo sdegno

che mi s'addensa nel core profondo.)

 

OFELIA E LAERTE

Su beviam negli eletti bicchieri,  

fra il gioir delle danze cocenti.

CORTIGIANI

Altra danza da prodi guerrieri

danzerem ove il voglia la fé.

UFFICIALI

Ove il fier Fortebraccio s'attenti

di levar la sua spada su te.

RE

Alla vostra salute, o messeri!

LAERTE E POLONIO

Viva il re!

CORTIGIANI

Viva il re!

UFFICIALI

Viva il re!

 
Segue una danza.
 

RE

Caro Amleto, e qual t'ange rancura  

che t'arruga la fronte pensosa?

AMLETO

Nulla, o re, sol contrasta l'oscura

veste e il lutto fra tanto splendor.

REGINA

Caro Amleto, men triste e crucciosa

volgi al re la parola del cor.

CORTIGIANI E DAME

Su, danziam! Per le splendide mura

tutto esulta di luce e d'amor.

LAERTE

Leva, o prence, lo sguardo giocondo.

Non t'attristi de' morti il pensiero.

REGINA

Egli è fato comune che al mondo

ciò che ha vita è dannato a perir.

AMLETO
(amaramente)

Ben parlate, signora, davvero.

CORO

Dunque ognuno s'affretti a gioir.

Poich'è fato comune che al mondo

ciò che ha vita è dannato a perir.

 
(entra Ofelia e s'avvicina gentilmente ad Amleto)

<- Ofelia

OFELIA

Principe Amleto! Tutto mesto e nero  

fra gli splendori del regal connubio

rassomigli alla larva del mistero.

AMLETO
(cupamente)

O al fantasma del dubbio!

 

OFELIA
(sempre ad Amleto)

Dubita pur che brillino  

degl'astri le carole,

dubita pur che il sole

fulga, e che sulla rorida

zolla germogli il fior;

dubita delle lagrime,

dubita del sorriso,

e dubita degli angeli

che sono in paradiso,

ma credi nell'amor!

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RE
(ad Amleto)

È pertinace invero un tal corruccio,  

cugino mio; d'un traviato core

e' mi discopre le tenaci fibre

immansuete. Al cielo offendi, o insano,

cogli eterni sospir; la rassegnata

pazienza è virtù, smetti il cordoglio.

Nello immutabil fato ell'è follia

coll'umana cervice dar di cozzo.

Ed or ch'esulta Danimarca intera

non venga il duolo a contristarci: ai morti

tributiamo un pensier di ricordanza,

pur misto al gaudio di procaci pose

e di bicchieri spumeggianti; il riso

stia del labbro signore, e nel profondo

petto s'accolga la pietà del pianto.

Così, messeri; e un pio brindisi or sciolgo

per darvi il retto esempio.

CORTIGIANI

E noi ti udiamo.

 

RE

(con un nappo in mano)  

Requie ai defunti. ~ E colmisi

d'almo liquor la tazza.

Oriam per essi. ~ E il calice

trabocchi sull'altar.

Tal che fra i suoni e i cantici

dell'ora ardente e pazza,

scenda rugiada e balsamo

sui morti il pio libar.

Libiam! La lagrima

sul ciglio spunti.

Oriam. ~ E tremulo

vacilli il piè.

Requie ai defunti!

CORTIGIANI

E gloria al re!

REGINA

Requie ai defunti. ~ E intreccinsi

poetiche carole.

Oriam per essi. ~ E un cantico

alziam di voluttà.

Lungi dai morti il lugubre

lamento e le viole.

La danza ai mesti spiriti

più dolce assai parrà.

Libiam! La lagrima

sul ciglio spunti.

Oriam! Ed agile

trasvoli il piè.

Requie ai defunti!

CORTIGIANI

E gloria al re!

AMLETO

(Dell'ebro la bestemmia

punisci, o dio possente,

fa' che non giunga all'anima

del padre mio dormente.

La requie eterna i perfidi

pregan pe 'l genitor.

Ma la lor prece è folgore

che ricadrà su lor.)

OFELIA

(La pace eterna e il placido

riposo dei beati

invoco io pur sull'anima

dei giusti trapassati.

Ma le mie labbra al calice

non posso avvicinar.)

LAERTE

(porgendole una tazza)

Su bevi, Ofelia, e allegrati...

OFELIA

Lasciatemi pregar.

CORTIGIANI E DAME

Libiam! La lagrima

sul ciglio spunti.

Oriam! Ed agile

trasvoli il piè.

RE

Requie ai defunti!

TUTTI

E gloria al re!

 
(entrano Marcello ed Orazio, e s'accostano ad Amleto misteriosamente, formando un gruppo a parte)

<- Marcello, Orazio

 

MARCELLO

Prence.  

ORAZIO

Signor.

AMLETO

Mio buon Marcello... Orazio...

LAERTE
(al Re)

Bello il brindisi affé. ~ Per le purganti

anime tristi avrà valso mill'anni

di beata indulgenza.

POLONIO

Ed all'arsiccio

gorgozzule bramoso una felice

innaffiata.

AMLETO
(ad Orazio e Marcello)

È ver; seguir le nozze

ben presto ai funerali ~ Oh! Padre mio!...

Parmi vederlo.

MARCELLO

E dove?...

AMLETO

Coll'ardente

pupilla del pensiero.

ORAZIO

O mio buon prence.

Nella passata notte io sì che 'l vidi.

AMLETO

Chi?...

ORAZIO

Vostro padre?...

MARCELLO

(Il vidi anch'io!)

LAERTE

(co' la tazza alzata)

Versate!

 

 

Sovra il desco inebriato  

piovan baci e gemme e fiori,

piovan nembi di fulgori,

armonie di voluttà!

CORO

E la reggia un incantato

paradiso ci parrà!...

ORAZIO
(ad Amleto misteriosamente)

Nell'ora dei morti ~ vegliava Marcello

solingo in vedetta ~ lunghesso il castello.

MARCELLO

Vegghiavo in vedetta ~ quand'ecco ver me

s'avanza tremendo ~ lo spettro del re.

Tre volte l'immota ~ pupilla da morto

brillar di corrusche ~ scintille v'ho scorto.

Tre volte le cupe ~ mascelle sbarrò,

e presso al mio corpo ~ tre volte passò.

POLONIO
(dal desco)

Son discesi in questa reggia

una turba di giullari.

LAERTE
(scherzosamente)

Con prestigi e giochi rari

e diaboliche virtù.

AMLETO

Né motto a lui feste?

MARCELLO

Richiesi 'l tremante,

pur muto ed immobil ~ mi stette davante.

ORAZIO

Sol credo una volta ~ volesse parlar.

MARCELLO

Ma sparve repente ~ d'un gallo al cantar.

OFELIA
(dal desco)

Sì davver?...

LAERTE

Nullo pareggia

a codesti cerretani.

POLONIO

Son di climi assai lontani.

LAERTE

Figli son di Belzebù.

AMLETO

E avea la sembianza?...

MARCELLO

Sdegnosa ed altera.

ORAZIO

E ritta sull'elmo ~ tenea la visiera.

CORTIGIANI

Su! La danza scateni

furibonda, ardente e pazza.

UFFICIALI

Dall'ebbrezza della tazza

all'ebbrezza dell'amor.

ORAZIO
(ad Amleto)

Signor, questa notte ~ di scolta sarò.

AMLETO

Ebben questa notte ~ pur io ci verrò.

CORTIGIANI

Ve' l'ansar de' bianchi seni!

Ve' degli occhi la baldanza!

UFFICIALI

Danza, danza, danza, danza!

Tutto è riso, luce e fior!

 

AMLETO

Ben io gli parlerò, se pur l'averno  

tutto s'armasse contro me; sepolto

resti in voi l'accaduto. In questa notte

vo' vedere l'ombra di mio padre.

RE
(gridando dal desco)

Ai morti

la requie eterna, e ai vivi la follia!

LAERTE

Ben dice il re. Danziamo!

AMLETO

(Io d'un mal gioco

sospetto assai.)

MARCELLO

Che pensi Amleto?

AMLETO

Andiamo.

(parte con Orazio e Marcello)
 

TUTTI

Su! La danza scateni  

furibonda, ardente e pazza,

e si getti al suol la tazza

e trasvoli ardente il piè.

CORTIGIANI

Ve' l'ansar de' bianchi seni!

UFFICIALI

Ve' degli occhi la baldanza!

TUTTI

Danza, danza, danza, danza!

CORTIGIANI

Al re gloria!

(la danza è interrotta dalla partenza del Re)

TUTTI

Gloria al Re.

 
(il Re abbandona la festa accompagnato dalla Regina e dai ciamberlani. Grida di evviva. La folla si disperde)

Re, Regina, ciamberlani ->

Amleto, Polonio, Laerte, dame, cortigiani, ufficiali, paggi, Ofelia, Marcello, Orazio ->

 
 

Parte seconda

Una piattaforma.
È oscura notte: a destra il castello d'Elsinora. Gli alberi e i culmini del castello biancheggiano di neve.
Amleto, Orazio, Marcello, avvolti in lunghi mantelli s'avanzano lentamente, poscia lo Spettro.

 Q 

(nessuno)

<- Amleto, Orazio, Marcello

 
O, horrible! O, horrible! Most horrible!
 

AMLETO

Soffia la brezza acuta.  

ORAZIO

Il freddo punge.

AMLETO

Quante ore son?

MARCELLO

Cred'io che poco manchi

a mezzanotte.

ORAZIO

È già scoccata.

MARCELLO

Allora

non posi mente. ~ Il tempo s'avvicina

che suol lo spettro errar fra questi spaldi.

(s'odono musiche dal castello, i tre rimangono muti per qualche istante. Apparisce lo spettro)

<- Spettro

 

Ecco egli vien...  

AMLETO

Gran dio... misericordia!...

Vegliate su di me, santi del cielo!

E te, spettro vagante, angelo o furia,

spirto di pace o di martiri, invoco!

Sotto care sembianze a me ne vieni,

te uomo padre, a rispondi, e il velo

di mia mente dirada. A me rispondi!

Oh! Qual misterio la tua salma avviva,

che dall'avello ne risorgi, e getti

il lenzuol della morte, e vagolando

cadavere vivente e d'armi cinto

vieni nell'alta notte a spaventare

col morto aspetto i vivi? A me rispondi! ~

(lo Spettro accenna col braccio ad Orazio e Marcello)

ORAZIO

Ei d'andar ne fa cenno. Al solo Amleto

parlar vorrà.

AMLETO

V'allontanate.

MARCELLO

O prence,

né temi?...

AMLETO

Io nulla; ite, ve n' prego.

MARCELLO
(a Orazio)

Orazio,

poco discosti gli starem; col morto

mal fora abbandonarlo. Andiam qui presso.

(s'internano fra gli alberi)

Marcello, Orazio ->

 
Lungo silenzio.
 

SPETTRO

Tu déi saper ch'io son l'anima lesa  

del morto padre tuo, su cui lo sdegno

dell'eterna giustizia incombe e pesa.

Me stesso fei per mio fallire indegno

ed or le colpe della vita lieta

purgo col foco del dolente regno.

Oh! Se non fosse il ciel che lo mi vieta,

io ti direi del mio patir, e ghiaccio

per lo terror ti si faria la creta.

Pur alte cose udir t'è forza; impaccio

non ti sia lo spavento. O figlio! O figlio!

Vendetta io vo' del maledetto braccio

che mi diè morte...

AMLETO
(con impeto immenso)

Orror!... Deh narra, e quale?...

Qual fu colui?... Ch'io lo conosco, e ratto

come un desio d'amor voli e l'uccida!

(s'odono ancora le musiche di danza)

SPETTRO

Or se la tua parola è in cuor nutrita,  

ascolta o figlio: in Danimarca suona

d'un serpe reo che mi furò la vita,

e ognun di ciò come del ver ragiona,

ma il ver tu sappi; il serpe che m'ha spento

or porta in capo la regal corona.

AMLETO

Ahi! Veggente cor mio!

SPETTRO

Ma intorno io sento

come un olir di soffio mattutino;

breve adunque sarò. ~ Era il momento

dopo il meriggio, e sceso nel giardino

dormia sonno di pace, allor che il tristo

fratello mio s'appiatta a me vicino.

E con orrenda man, goccia, non visto,

nel mio orecchio un venen sì rio che d'angue

soperchia ogni puntura, o d'improvvisto

congela il cor nell'attoscato sangue.

E tal morimmi, d'atra scabbia impura

lasciando maculato il corpo esangue.

L'anima mia dei vizi la lordura

lava soffrendo, e nella cupa notte

così vestita errando si rancura.

Orribil cosa! E tu se pur corrotte

non hai le fonti d'ogni senso umano

faimi vendetta! ~ Or riedo alle mie grotte,

fra l'ignei guai, poiché là nel lontano

scerno del ciel la nube piccioletta

biancheggiar di splendor antelucano,

e languidir la stanca luccioletta.

Io m'accomando, ti sorregga Iddio;

ricordati di me, della vendetta.

Già più non dico, è giunta l'ora; addio.

(si sprofonda)

Spettro ->

 

AMLETO

Angioli e santi! Inferno e ciel! Reggete  

queste mie membra e questa mente, e il core

non diventi pusillo. Ah! Mio buon padre,

vendicato sarai, lo giuro.

 
(entrano affannosi Orazio e Marcello)

<- Orazio, Marcello

ORAZIO

Amleto...  

MARCELLO

Signor?

ORAZIO

(Lo guardi iddio!)

AMLETO

Miei cari, un lieve

favor non mi negate; il gran prodigio

che in questa notte apparve alcun no 'l sappia.

ORAZIO

Nulla direm.

AMLETO

Giurate.

ORAZIO

Sulla fede.

MARCELLO

Sulla fede giuriamo.

ORAZIO

E sulla spada.

(sguainano le spade)

SPETTRO
(di sotterra)

Giurate!...

AMLETO

Sì, scenda su te la requie,

spirto affannato.

SPETTRO
(con voce sempre più cupa)

Per la fé giurate!

AMLETO, ORAZIO E MARCELLO

Giurammo, sì.

(incrociando le spade)

SPETTRO

Giurate!

AMLETO

O miei compagni,

preghiam per lui.

AMLETO, ORAZIO E MARCELLO

De profundis clamavi...

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Gran sala reale nel castello di Elsinora.

Re, Regina, Amleto, Polonio, Laerte, dame, cortigiani, ciamberlani, ufficiali, paggi
 

(festa d'incoronazione)

Ah si dissolva quest'abietta forma

(segue una danza)

Re, Amleto, Regina, Tutti
Caro Amleto, e qual t'ange rancura
Re, Regina, Amleto, Polonio, Laerte, dame, cortigiani, ciamberlani, ufficiali, paggi
<- Ofelia

Principe Amleto! Tutto mesto e nero

È pertinace invero un tal corruccio

Re, Cortigiani, Amleto e Ofelia
Requie ai defunti. E colmisi
Re, Regina, Amleto, Polonio, Laerte, dame, cortigiani, ciamberlani, ufficiali, paggi, Ofelia
<- Marcello, Orazio

Prence / Signor / Mio buon Marcello, Orazio

Ben io gli parlerò, se pur l'averno

(inizia una danza)

(la danza è interrotta dalla partenza del Re)

 
Amleto, Polonio, Laerte, dame, cortigiani, ufficiali, paggi, Ofelia, Marcello, Orazio
Re, Regina, ciamberlani ->

(la folla si disperde)

Amleto, Polonio, Laerte, dame, cortigiani, ufficiali, paggi, Ofelia, Marcello, Orazio ->

Una piattaforma, è oscura notte; a destra il castello d'Elsinora; gli alberi e i culmini del castello biancheggiano di neve.

 
<- Amleto, Orazio, Marcello

Soffia la brezza acuta / Il freddo punge

(s'odono musiche dal castello; apparisce lo spettro)

Amleto, Orazio, Marcello
<- Spettro

Ecco egli vien / Gran dio... misericordia!

Amleto, Spettro
Marcello, Orazio ->

(lungo silenzio)

Tu déi saper ch'io son l'anima lesa

(s'odono le musiche di danza)

Or se la tua parola è in cuor nutrita

(lo Spettro si sprofonda)

Amleto
Spettro ->

Angioli e santi! Inferno e ciel! Reggete

Amleto
<- Orazio, Marcello

Amleto / Signor? / Lo guardi iddio!

 
Parte prima Parte seconda
Gran sala reale nel castello di Elsinora. Una piattaforma, è oscura notte; a destra il castello d'Elsinora; gli alberi e i culmini del... Una sala nel castello. La sala degli spettacoli sontuosissimamente adorna, e da splendidi candelabri illuminata; nel fondo un breve... Una alcova nel castello; porta con cortinaggi; un inginocchiatoio; vari altri mobili; un ritratto del Re... Luogo romito nel parco d'Elsinora; nell'estremo fondo a sinistra s'erge un fianco del castello; alte macchie... Un cimitero; è notte oscura.
Atto secondo Atto terzo Atto quarto

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