Atto secondo

 

Scena prima

Strada di Roma contigua al palazzo imperiale apparata per il trionfo di Claudio.
Pallante, Narciso.

 Q 

Pallante, Narciso

 
Recitativo

PALLANTE

Dunque noi siam traditi?  

NARCISO

Amico, è vero

ciò, che a te dissi.

PALLANTE

E quel ch'io ti narrai

dubbio non ha.

NARCISO

Sia dunque

la fé tra noi, qual nell'inganno è d'uopo.

PALLANTE

Se delude Agrippina,

l'arte con lei s'adopri.

NARCISO

Sì, sì, la frode scopra

il finger nostro, e quel ch'a te ricerca,

a me pronto dirai, ed io prometto

a te fido svelar quanto a me chiede.

PALLANTE E NARCISO

A noi la destra sia pegno di fede.

PALLANTE

Otone giunge.

NARCISO

E questi

esser cesare deve.

PALLANTE

Già gl'ossequi di tutti egli riceve.

 

Scena seconda

Otone, Pallante, Narciso.

<- Otone

 
[N. 19 - Aria]

 N 

OTONE

Coronato il crin d'alloro  

io sarò nel Campidoglio.

Ma più bramo il bel ch'adoro,

che non so corona, e soglio.

Coronato il crin d'alloro

io sarò nel Campidoglio.

 
Recitativo

PALLANTE

Roma più ch'il trionfo,  

oggi signor la tua virtude onora.

NARCISO

Il tuo eccelso valor la patria adora.

OTONE

Virtù, e valor bastante aver vorrei,

per vedere felici

al Lazio i regni, e debellar nemici.

PALLANTE

Ma dall'alto discende,

per incontrar augusto,

Popea con Agrippina.

OTONE

Viene, chi è del mio cor diva, e regina.

 

Scena terza

Agrippina, Popea, Nerone, li quali discendono dal palazzo imperiale con Accompagnamento, Otone, Pallante, Narciso.

<- Agrippina, Popea, Nerone, accompagnamento

 
[N. 20 - Preludio]

 N 

 

accompagnamento ->

Recitativo

AGRIPPINA

Ecco il superbo.  

POPEA

Ecco l'infido.

NERONE

Miro

il rival, e ne sento

pien d'ira il cor.

AGRIPPINA

Popea fingiam.

POPEA

(Fingiamo.)

OTONE

Bellissima Popea,

pur al fine mi lice

nel tuo volto bear le luci amanti.

AGRIPPINA
(a Popea)

Come perfido egli è!

POPEA

(Cos'egli inganna.)

NARCISO

(Come il duol, ch'ho nel petto, il cor m'affanna.)

OTONE

Avrà di già Agrippina

del mio destin.

POPEA

Già intesi il tuo desire,

e quel, ch'a tuo favor oprano i fati.

AGRIPPINA
(a Otone)

Quanto chiedesti, io dissi. (Egli volea

ch'io scusassi l'error.)

POPEA

(Ah traditore.)

OTONE

Quei, che svelò Agrippina

sono i sensi del core, e ben vedrai,

che il piacere del trono

senza di te è un affanno.

NERONE

Vien Claudio.

AGRIPPINA

(Ei viene a tempo

perché celato ancor resti l'inganno.)

 
[N. 21 - Coro]

 N 

PALLANTE E NARCISO

Di timpani, e trombe  

al suono giulivo

il giorno festivo

per tutto rimbombe.

 

NARCISO

Roma applauda il gran regnante.

CORO

Viva Claudio trionfante.

 

Scena quarta

Claudio sopra macchina trionfale, Agrippina, Popea, Nerone, Otone, Narciso, Pallante, Lesbo.

<- corteo, Claudio, Lesbo

 
Recitativo

CLAUDIO

Nella Britania vinta  

un nuovo regno al Lazio

incatenato io porto, e scelse invano,

per frastornar l'impresa,

quante tempeste ha 'l mar, mostri la terra;

che toglier non potrà forza d'abisso

quel, ch'il destin di Roma ha già prefisso.

(discende dalla macchina)

 

corteo ->

[N. 22 - Aria]

 N 

Cade il mondo soggiogato    

e fa base al roman soglio.

Ma quel regno fortunato,

ch'è soggetto al Campidoglio.

Cade il mondo soggiogato

e fa base al roman soglio.

S

Sfondo schermo () ()

 
Recitativo

AGRIPPINA

Signor, quanto il mio core  

giubila nel mirarti, e queste braccia,

che di stringerti prive,

diedero a' sensi miei sì grave pena,

ora forman d'amor dolce catena.

CLAUDIO

Amabile Agrippina,

pur ti ristringo al seno,

che l'alma nell'amar sempre costante,

qual consorte t'abbraccia, e qual amante.

POPEA

Cesare io pur l'alte tue glorie onoro.

CLAUDIO

Aggradisco il tuo dir (sai che t'adoro).

NERONE

Della mia fé divota

offro i tributi.

CLAUDIO

Figlio,

sei certo del mio amor.

NERONE

Ossequioso

venero le tue glorie.

PALLANTE

E de' trionfi

spande fama immortal per tutto il suono.

CLAUDIO

Di Narciso, e Pallante

gl'affettuosi pensieri

noti mi sono.

OTONE

Alle tue piante, augusto,

ecco prostrato Otone il tuo fedele,

che là nel mar...

CLAUDIO

Che vuoi?

OTONE

Alla mia fede,

signor, attendo umile

la promessa mercede.

CLAUDIO

Ed hai ardir di comparirmi inante?

OTONE

Di qual fallo son reo?

CLAUDIO

Sei traditore.

PALLANTE E NERONE

Che sento mai?

AGRIPPINA

Va ben.

POPEA

Giubila o core.

OTONE

Io traditor? Io, che fra rischi ardito,

senza temer la morte,

dalla morte ti trassi; io traditore?

CLAUDIO

Non più, ch'al tuo fallire

giusta pena è il timor.

OTONE

Cieli, ch'intendo?

CLAUDIO

(Ma a chi vita mi diè la vita io rendo.)

OTONE

Deh tu Agrippina assisti.

 

Claudio ->

[N. 23 - Aria]

 N 

AGRIPPINA

Nulla sperar da me  

anima senza fé

cor traditore.

Fasto, che t'abbagliò

perché non t'additò

cotanto orrore.

Nulla sperar da me

anima senza fé

cor traditore.

(parte)

Agrippina ->

 
Recitativo

OTONE

E tu Popea, mio bene?

 
[N. 24 - Aria]

 N 

POPEA

Tuo bene è il trono  

io non son più tuo ben.

È quello il tuo contento

ed io per te ne sento

la gioia nel mio sen.

Tuo bene è il trono

io non son più tuo ben.

(parte)

Popea ->

 
Recitativo

OTONE

Soccorri almen, Nerone.

 
[N. 25 - Aria]

 N 

NERONE

Sono il lauro che hai sul crine  

le sciagure, e le ruine

tu non puoi già paventar.

Anch'il fulmine rispetta

quella fronda ch'è oggi eletta

la tua fronte a coronar.

Sono il lauro che hai sul crine

le sciagure, e le ruine

tu non puoi già paventar.

Nerone ->

 
Recitativo

OTONE

Scherzo son del destin, Narciso amico,  

compatisci quel duol, ch'il seno aduna

NARCISO

L'amico dura sol, quanto fortuna.

(parte)

Narciso ->

 

OTONE

Abbi pietà tu almeno  

di quest'alma penante.

PALLANTE

Chi ad augusto è nemico

è nemico a Pallante.

(parte)

Pallante ->

 

OTONE

Lesbo fedel compiangi al mio dolore.  

LESBO

Lesbo sdegna ascoltar un traditore.

(parte)

Lesbo ->

 

Scena quinta

Otone.

 
[N. 26 - Recitativo accompagnato]

 N 

 

Oton, qual portentoso  

fulmine è questi? Ah ingrato

cesare, infidi amici, e cieli ingiusti:

ma più del ciel, di Claudio, e degl'amici

ingiusta, ingrata, ed infedel Popea.

Io traditor? Io mostro

d'infedeltà? Ahi cielo, ahi fato rio,

evvi duolo maggior del duolo mio?

 
[N. 27 - Aria]

 N 

Voi, che udite il mio lamento  

compatite il mio dolor.

Perdo un trono, e pur lo sprezzo;

ma quel ben, che tanto apprezzo

ahi che il perderlo è tormento,

che disanima il mio cor.

Voi, che udite il mio lamento

compatite il mio dolor.

Otone ->

 
 

Scena sesta

Giardino.
Popea.

 Q 

Popea

 
[N. 28 - Aria]

 N 

Spera alma mia,  

che il tuo diletto

chiuda nel petto

fido, il suo amor.

Spera, ch'ei sia

tutto innocente;

s'egli non mente,

me 'l dice il cor.

Spera alma mia,

che il tuo diletto

chiuda nel petto

fido, il suo amor.

 
Recitativo

 

Il tormento d'Otone  

in me si fa tormento, io pur vorrei

sentir le sue discolpe.

Ma pensieroso, e mesto, ei qui se n' viene,

forse a sfogar del cor l'acerbe pene.

 

Scena settima

Otone, Popea in disparte.

<- Otone

 

POPEA

(Par che amor sia cagion del suo martire,  

per scoprir meglio il vero,

fingerò di dormire.)

(si pone non veduta a sedere presso una fonte fingendo di dormire)

 
[N. 29 - Arioso]

 N 

OTONE

Vaghe fonti, che mormorando,  

serpeggiate nel seno all'erbe.

(vede Popea)

[N. 30 - Recitativo e arioso]

 N 

 

OTONE

Ma qui che veggo! Oh cieli.  

Popea tra i fior riposa,

mentre al mio fiero duol non trovo posa.

 

 

Voi dormite o luci care,

e la pace gode il core.

 

POPEA
(finge sognarsi)

Otone traditore.

 

OTONE

Anche il sonno, oh dio, t'inganna,

perch'io sembri un infedele.

 

POPEA
(finge sognarsi)

Ingannator crudele.

 

OTONE

Dimmi almen, qual sia il fallire,

che cagiona il tuo rigore.

 

POPEA

Otone traditore.

(qui mostra di svegliarsi, e Otone si ritira in disparte)

OTONE

(Ella si sveglia udiamla.)

(Popea svegliata mostra parlar da sé)
Recitativo

POPEA

Fantasmi della mente,  

voi ancor perturbate il mio riposo?

Voi supplice al mio al petto

l'indegno traditor mi presentate?

Che dirà in sua discolpa?

Negar forse potrà, che a Claudio ei cesse

tutto l'amor, tutta la fé promessa,

purché cesare al soglio

oggi Roma il vedesse in Campidoglio.

OTONE

(Cieli che sento mai.)

POPEA

Di' pure, dimmi infido, e che dirai?

Testimonio sarà del tuo fallire

Agrippina regnante;

ch'un sovran cor mentire

non avrà la tua colpa ardir bastante.

OTONE

(Più soffrir non poss'io.) Ecco a' tuoi piedi.

(Popea mostra partir, Otone la trattiene)

 

Fuggi? T'arresta o cara (ahi che cordoglio).  

Sentimi almen.

POPEA

Sentir più non ti voglio.

OTONE

Ferma.

POPEA

Lasciami.

OTONE

Senti

prendi l'acciar, ch'alla tua destra io dono,

e se reo mi ritrovi

che tu m'uccida poi contento io sono.

(Popea prende la spada, e rivolta la punta verso Otone)

POPEA

Parla dunque; ma avverti,

che del fallo prescritta hai già la pena.

Se traditor tu sei,

cadrai vittima esangue in sull'arena.

OTONE

Già intesi non veduto

l'enormissima accusa,

che ti provoca a sdegno;

ch'io ti ceda ad altrui? E per un raggio

di cieca ambizione

te mio bel sole io perda?

Chi può crederlo mai, chi lo pretende?

Scettro, alloro non curo;

ver te fu sempre questo cor rivolto,

che val per mille mondi il tuo bel volto.

POPEA

Non so, se creder debba alle tue voci;

quanto io so, da Agrippina

svelato fu.

OTONE

Che sento!

Perfida iniqua donna,

cagion del mio languir, senti o Popea,

quanto sia di colei l'anima rea.

POPEA

Otone, or non è tempo,

né cauto il luogo, alle mie stanze vieni.

Il rigore sospendo,

se tu sei reo, ver te sarò inclemente;

e pietosa m'avrai, se tu innocente.

(gli rende la spada)

 
[N. 31 - Aria]

 N 

OTONE

Ti vuò giusta, e non pietosa,  

bella mia nel giudicarmi.

Tutto son, tutto innocente;

se poi trovi il cor, che mente,

ti perdono il condannarmi.

Ti vuò giusta, e non pietosa,

bella mia nel giudicarmi.

Otone ->

 

Scena ottava

Popea.

 
Recitativo

 

Da quali ordite trame  

ingannata fon'io? Già, già comprendo

le tue frodi Agrippina.

Per toglier ad Otone

di cesare l'allor, me deludesti,

ver Nerone è scoperto

il superbo pensier, che ti lusinga.

Nel duol non m'abbandono,

se vendetta non fo, Popea non sono.

 
[N. 32 - Aria]

 N 

Ingannata una sol volta  

esser posso, ma non più.

Quando crede, il cor ascolta,

ma scoperta poi la frode,

fassi sordo, e più non ode

chi mendace un giorno fu.

Ingannata una sol volta

esser posso, ma non più.

 

Scena nona

Lesbo, Popea.

<- Lesbo

 
Recitativo

LESBO

Pur al fin ti ritrovo, impaziente  

Claudio di rivederti, a te m'invia,

e alle tue stanze solo

favellarti desia.

POPEA

Che risolvi o pensier?

LESBO

Bella fa' core,

che quanto ardito più, più piace amore.

POPEA

(Bel campo alla vendetta

m'offre il destin.) Accetto

il cesareo favor.

LESBO

Ei verrà dunque?

POPEA

Sì venga pur.

LESBO

Ad arrecar io volo

nuova così gradita al mio signore.

POPEA

(Cieli voi assistete al mio disegno.)

LESBO

(Oggi spero al mio oprar premio condegno.)

Lesbo ->

 

Scena decima

Popea.

 

 

A non pochi perigli  

mi rendo, è ver, soggetta;

ma chi non sa temer, fa la vendetta;

il desio d'eseguirla

altro pensier alla mia mente addita.

Or qui vorrei Neron.

 

Scena undicesima

Nerone, Popea.

<- Nerone

 

NERONE

Son qui mia vita.  

POPEA

(O come amica forte

seconda i voti miei.) Senti Nerone;

già mille, e mille volte

del tuo amor, di tua fé giurasti il vanto;

dubbia del vero fui, ch'ha per costume

l'uom la donna ingannar, e si fa pregio,

la fralezza schernir con il dispregio.

NERONE

Non temer, o mia cara.

POPEA

Per ricever da te prove bastanti,

mal cauto è il loco, solo

alle mie stanze vieni, ivi se puoi

persuader il mio core,

in premio dell'amor attendi amore.

NERONE

O mia adorata.

POPEA

Taci

le mie offerte eseguisci, e le nascondi.

Fatto l'amor palese,

in vece di piacer produce affanno.

(Spero felice il meditato inganno.)

 
[N. 33 - Aria]

 N 

Col peso del tuo amor  

misura il tuo piacer,

e la tua spene.

S'è fedele il tuo cor,

spera pur di goder,

e speri bene.

Col peso del tuo amor

misura il tuo piacer,

e la tua spene.

Popea ->

 

Scena dodicesima

Nerone.

 
Recitativo

 

Qual bramato piacere  

mi s'offre dal destino?

Oggi spero baciar volto divino.

 
[N. 34 - Aria]

 N 

Quando invita la donna l'amante,  

è vicino d'amor il piacer.

Il dir vieni ad un istante,

egli è un dir, vieni a goder.

Quando invita la donna l'amante,

è vicino d'amor il piacer.

Nerone ->

 

Scena tredicesima

Agrippina.

<- Agrippina

 
[N. 35 - Aria]

 N 

Pensieri,    

pensieri voi mi tormentate.

Ciel, soccorri ai miei disegni!

Il mio figlio fa che regni,

e voi numi il secondate!

Pensieri,

pensieri voi mi tormentate.

S

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Recitativo

 

Quel ch'oprai è soggetto a gran periglio  

creduto Claudio estinto,

a Narciso, e a Pallante

fidai troppo me stessa.

Otone ha merto, ed ha Popea coraggio;

s'è scoperto l'inganno,

di riparar l'oltraggio;

ma fra tanti nemici,

a voi frodi, or è tempo,

deh non m'abbandonate.

 
[N. 36 - Aria]

 N 

 

Pensieri,  

pensieri voi mi tormentate.

 

Scena quattordicesima

Pallante, Agrippina.

<- Pallante

 
Recitativo

PALLANTE

Sebben nemica sorte  

non arrise a' miei voti,

il cor però del tuo fedel Pallante

nell'opre sue si fe' veder costante.

AGRIPPINA

Costante egli saria, se per me ancora

impiegar si volesse.

PALLANTE

E in che può mai

a' tuoi cenni ubbidir? Bella comanda.

AGRIPPINA

Senti, son miei nemici

Narciso, e Oton; bramo, ch'entrambi al suolo

cadano estinti; vedi,

a quai rischio t'espongo.

PALLANTE

Nel servirti Agrippina

rischio non v'è, che non diventi gloria.

Ma che fia del mio amor?

AGRIPPINA

Pallante spera.

PALLANTE

(Ha nel seno costei cor di megera.)

 
[N. 37 - Aria]

 N 

Col raggio placido  

della speranza

la mia costanza

lusinghi in me.

Così quest'anima

di più non chiede,

ch'è la sua fede

la sua mercé.

Col raggio placido

della speranza

la mia costanza

lusinghi in me.

Pallante ->

 

Scena quindicesima

Agrippina.

 
Recitativo

 

Di giunger non dispero al mio desire.  

Ma qui Narciso? Ardire.

 

Scena sedicesima

Narciso, Agrippina.

<- Narciso

 

AGRIPPINA

Or è tempo o Narciso,  

di poner fine all'opra:

Pallante, e Otone uniti

sono i nostri nemici.

Se amor nutri per me, s'è in te coraggio,

stabilita sarà la nostra sorte.

NARCISO

Che deggio far?

AGRIPPINA

Ad ambedue dar morte.

NARCISO

Tutto farò, ma infine

qual premio avrò?

AGRIPPINA

Confida, e tutto spera.

NARCISO

(Nutre costei in sen alma di fiera.)

 
[N. 38 - Aria]

 N 

Spererò, poi che me 'l dice  

il tuo labbro, o mia speranza.

Lo sperar d'esser felice

è bell'esca alla costanza.

Spererò, poi che me 'l dice

il tuo labbro, o mia speranza.

Narciso ->

 

Scena diciassettesima

Agrippina.

 
Recitativo

 

Per dar la pace al core,  

semino guerre, ed odii.

Con Claudio è il fin dell'opra.

Egli qui vien; mio cor gl'inganni adopra.

 

Scena diciottesima

Claudio, Agrippina.

<- Claudio

 

CLAUDIO

A vagheggiar io vengo o mia diletta,  

lo strale del mio cor ne' tuoi bei lumi.

AGRIPPINA

Vorrei della bellezza

aver superba il vanto,

per goder il tuo amor; ma dove manca,

supplisce il cor, che per te sol respira.

Ma oh dio, nel sen s'aggira

un interno dolor, che mi tormenta,

e rende nel timor l'alma scontenta.

CLAUDIO

Qual t'assale timor? Scoprilo o cara.

AGRIPPINA

Preveggo in gran periglio

del viver tuo la sicurezza, e parmi

d'ogn'intorno sentir strepito d'armi.

CLAUDIO

E chi può ardito in Roma

macchinar tradimenti?

AGRIPPINA

Ah mio diletto,

freme Otone di sdegno;

ad ognun fa palese il grave torto.

Se pronto ad ammorzar picciola fiamma

non accorri veloce,

nasceran dall'incendio alte rovine.

CLAUDIO

Che mi consigli?

AGRIPPINA

È d'uopo

sveller dal suol radice velenosa;

sinché Otone ha speranza

di salir sopra il soglio, il core altiero

macchine tenterà, frodi, ed inganni,

troverà parziali

mossi dall'interesse, e la vil plebe

offuscata dall'oro

vorrà, ch'ei cinga il crin del sacro alloro.

Il disegno confondi;

l'artificio previeni;

nuovo cesare acclama, immantinente

abbandonato ei sia,

che s'adora da ognuno il sol nascente.

CLAUDIO

Ma chi porrò sul trono,

senza temer, che di regnare amante,

ingrato al beneficio egli non sia?

L'autorità compagna ha gelosia.

AGRIPPINA

Credi o Claudio, ch'io t'ami?

CLAUDIO

Son certo del tuo cor.

AGRIPPINA

Dunque non devi

altri innalzar per cesare di Roma

che il mio figlio Nerone, egli ubbidiente

sarà sempre a' tuoi cenni,

il rispetto ver me, che gli son madre,

l'ossequio al cor darà ver te qual padre.

CLAUDIO

Approvo il tuo pensier; pensier accorto.

AGRIPPINA

(Coraggio o cor; siamo vicini al porto.)

Non ammetter dimora.

CLAUDIO

Lascia, ch'io ben rifletta

all'importante affar.

AGRIPPINA

Grave periglio.

CLAUDIO

Tutto farò, ma lascia.

AGRIPPINA

Ah non è tempo

d'un indugio maggior.

 

Scena diciannovesima

Lesbo, Claudio, Agrippina.

<- Lesbo

 

LESBO
(a Claudio a parte)

Signor, Popea.  

CLAUDIO
(a Lesbo)

Parlasti?

LESBO
(a Claudio)

Ella t'attende.

AGRIPPINA

Periglioso si rende

il perder un momento.

CLAUDIO

Non dubitar sarà il tuo cor contento.

AGRIPPINA

Ma quando?

LESBO

Vieni tosto signor.

CLAUDIO

Vengo.

Sarà ben tosto. Addio;

altro affare mi porta in altro loco.

AGRIPPINA

No, no, non partirai, se a me tu prima

ciò non prometti.

LESBO

Il tempo passa.

CLAUDIO

Vengo.

Sì, sì, sarà; prometto.

AGRIPPINA

In questo giorno

cesare fia Neron assiso in soglio?

CLAUDIO

In questo dì sarà.

AGRIPPINA

(Altro non voglio.)

 
[N. 39 - Aria]

 N 

CLAUDIO

Basta, che sol tu chieda,  

per ottener da me,

bocca amorosa.

Solo, che il cor ti veda,

tutto si perde in te,

guancia vezzosa.

Basta, che sol tu chieda,

per ottener da me,

bocca amorosa.

Lesbo, Claudio ->

 

Scena ventesima

Agrippina.

 
Recitativo

 

Favorevol la sorte oggi m'arride:  

purché cesare sia l'amato figlio,

s'incontri ogni periglio.

 
[N. 40 - Aria]

 N 

Ogni vento, che al porto lo spinga,    

benché fiero minacci tempeste,

l'ampie vele gli spande il nocchier.

Regni il figlio mia sola lusinga;

sian le stelle in aspetto funeste,

senza pena le guarda il pensier.

Ogni vento, che al porto lo spinga,

benché fiero minacci tempeste,

l'ampie vele gli spande il nocchier.

S

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Agrippina ->

 
 

Versione originale dell'aria di Agrippina

Nella scena XIII.

Agrippina

 

AGRIPPINA

Pensieri,  

pensieri voi mi tormentate.

Numi eterni, ch'il ciel reggete,

i miei voti raccogliete,

la mia speme secondate.

Pensieri,

pensieri voi mi tormentate.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Strada di Roma contigua al palazzo imperiale apparata per il trionfo di Claudio.

Pallante, Narciso
 

Dunque noi siam traditi? / Amico, è vero

Pallante, Narciso
<- Otone

[N. 19 - Aria]

Roma più ch'il trionfo

Pallante, Narciso, Otone
<- Agrippina, Popea, Nerone, accompagnamento

[N. 20 - Preludio]

Pallante, Narciso, Otone, Agrippina, Popea, Nerone
accompagnamento ->

Ecco il superbo / Ecco l'infido / Miro

[N. 21 - Coro]

Pallante e Narciso, Coro
Di timpani, e trombe

(Claudio sopra macchina trionfale)

Pallante, Narciso, Otone, Agrippina, Popea, Nerone
<- corteo, Claudio, Lesbo

Nella Britania vinta

Pallante, Narciso, Otone, Agrippina, Popea, Nerone, Claudio, Lesbo
corteo ->

[N. 22 - Aria]

Signor, quanto il mio core

Pallante, Narciso, Otone, Agrippina, Popea, Nerone, Lesbo
Claudio ->

[N. 23 - Aria]

Pallante, Narciso, Otone, Popea, Nerone, Lesbo
Agrippina ->

[N. 24 - Aria]

Pallante, Narciso, Otone, Nerone, Lesbo
Popea ->

[N. 25 - Aria]

Pallante, Narciso, Otone, Lesbo
Nerone ->

Scherzo son del destin, Narciso amico

Pallante, Otone, Lesbo
Narciso ->

Abbi pietà tu almeno

Otone, Lesbo
Pallante ->

Lesbo fedel compiangi al mio dolore

Otone
Lesbo ->

[N. 26 - Recitativo accompagnato]

Oton, qual portentoso

[N. 27 - Aria]

Otone ->

Giardino.

Popea
 

[N. 28 - Aria]

Il tormento d'Otone

(Popea in disparte)

Popea
<- Otone

Par che amor sia cagion del suo martire

(Popea si pone presso una fonte fingendo di dormire)

[N. 29 - Arioso]

[N. 30 - Recitativo e arioso]

Ma qui che veggo! Oh cieli

 

 

 

(qui Popea mostra di svegliarsi, e Otone si ritira in disparte)

Fantasmi della mente

(Otone trattiene Popea)

Fuggi? T'arresta o cara (ahi che cordoglio)

[N. 31 - Aria]

Popea
Otone ->

Da quali ordite trame

[N. 32 - Aria]

Popea
<- Lesbo

Pur al fin ti ritrovo, impaziente

Popea
Lesbo ->

A non pochi perigli

Popea
<- Nerone

Son qui mia vita / O come amica forte

[N. 33 - Aria]

Nerone
Popea ->

Qual bramato piacere

[N. 34 - Aria]

Nerone ->
<- Agrippina

[N. 35 - Aria]

Quel ch'oprai è soggetto a gran periglio

[N. 36 - Aria]

Agrippina
<- Pallante

Sebben nemica sorte

[N. 37 - Aria]

Agrippina
Pallante ->

Di giunger non dispero al mio desire

Agrippina
<- Narciso

Or è tempo o Narciso

[N. 38 - Aria]

Agrippina
Narciso ->

Per dar la pace al core

Agrippina
<- Claudio

A vagheggiar io vengo o mia diletta

Agrippina, Claudio
<- Lesbo

Signor, Popea

[N. 39 - Aria]

Agrippina
Lesbo, Claudio ->

Favorevol la sorte oggi m'arride

[N. 40 - Aria]

Agrippina ->
Agrippina
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Scena diciannovesima Scena ventesima Versione originale dell'aria di Agrippina
Gabinetto d'Agrippina. Piazza del Campidoglio con trono. Stanza di Popea. Strada di Roma contigua al palazzo imperiale apparata per il trionfo di Claudio. Giardino. Stanza di Popea con porta in facciata, e due altre per parte. Salone imperiale.
[Sinfonia] [N. 1 - Aria] [N. 2 - Aria] [N. 3 - Aria] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Arioso] [N. 6 - Quartetto] [N. 7 - Arietta] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Aria] [N. 12 - Aria] [N. 13 - Aria] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Arietta] [N. 16 – Terzetto] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Aria] [N. 19 - Aria] [N. 20 - Preludio] [N. 21 - Coro] [N. 22 - Aria] [N. 23 - Aria] [N. 24 - Aria] [N. 25 - Aria] [N. 26 - Recitativo accompagnato] [N. 27 - Aria] [N. 28 - Aria] [N. 29 - Arioso] [N. 30 - Recitativo e arioso] [N. 31 - Aria] [N. 32 - Aria] [N. 33 - Aria] [N. 34 - Aria] [N. 35 - Aria] [N. 36 - Aria] [N. 37 - Aria] [N. 38 - Aria] [N. 39 - Aria] [N. 40 - Aria] [N. 41 - Aria] [N. 42 - Aria] [N. 43 - Aria] [N. 44 - Aria] [N. 45 - Aria] [N. 46 - Aria] [N. 47 - Aria] [N. 48 - Coro] [N. 49 - Aria]
Atto primo Atto terzo

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