Atto secondo

 

Scena prima

Logge terrene adornate di statue rappresentanti varie imprese d'Ercole.
Ulisse ed Arcade.

Bozzetti

 Q 

Ulisse, Arcade

 

ARCADE

Tutto, come imponesti,  

signor, già preparai. Son pronti i doni

da presentarsi al re. Mischiai fra quelli

il militare arnese

lucido e terso. I tuoi seguaci istrussi,

che simular dovranno

il tumulto guerrier. Spiegami al fine

sì confuso comando:

tutto ciò che ti giova? e dove? e quando?

ULISSE

Fra mille ninfe e mille

per distinguere Achille.

ARCADE

E come?

ULISSE

Intorno

a quell'elmo lucente, a quell'usbergo

lo vedrai vaneggiar. Ma, quando ascolti

il suon dell'armi, il generoso invito

delle trombe sonore, allor vedrai

quel fuoco, a forza oppresso,

scoppiar feroce e palesar sé stesso.

ARCADE

Di troppo ti lusinghi.

ULISSE

Io so d'Achille

l'indole bellicosa; io so che all'armi

si avvezzò dalle fasce, e so che invano

si preme un violento

genio natio, che diventò costume.

Fra le sicure piume,

salvo appena dal mar, giura il nocchiero

di mai più non partir: sente che l'onde

già di nuovo son chiare:

abbandona le piume e corre al mare.

ARCADE

Hai pur tant'altri indizi.

ULISSE

Ogni altro indizio,

solo, è dubbioso: a questa prova unito,

certezza diverrà. Quella è la prova,

Arcade, più sicura,

dove co' moti suoi parla natura.

ARCADE

Ma se, come supponi,

ama Deidamia, anche palese, a lei

toglierlo non potrem.

ULISSE

Con l'arti occulte

pria s'astringa a scoprirsi; indi, scoperta,

assalirò quell'alma a forza aperta.

Le addormentate allora

fiamme d'onor gli desterò nel seno:

arrossir lo farò.

ARCADE

Sì, ma non veggo

agio a parlargli. È custodito in guisa...

ULISSE

L'occasion si attenda; e, se non giunge,

nascer si faccia. Io tenterò...

ARCADE

T'accheta:

vien Pirra a noi. Parlale adesso.

ULISSE

Eh! lascia

che venga per sé stessa. Ad altro inteso

mi fingerò. Tu destramente intanto

osservane ogni moto.

 

Scena seconda

Achille in disparte e detti.

<- Achille

 

ACHILLE

(Ecco il guerriero  

che la Grecia inviò. Se la mia bella

non lo vietasse, oh qual diletto avrei

di ragionar con lui! Muoverla ad ira,

ch'io l'osservi, non dée.)

ULISSE
(piano ad Arcade)

Che fa?

ARCADE
(piano ad Ulisse)

Ti mira.

ULISSE

Di questo albergo in vero

ogni arredo è real.

(guardando le statue)

Gli sculti marmi

sembran pieni di vita. Eccoti Alcide

che l'idra abbatte. Ah! gli si vede in volto

lo spirito guerrier. L'anima eccelsa

gli ha l'industre maestro in fronte accolta.

(piano ad Arcade)

Guarda se m'ode.

ARCADE
(piano ad Ulisse)

Attentamente ascolta.

ULISSE

Ecco quando dal suolo

solleva Anteo per atterrarlo; e l'arte

qui superò sé stessa. Oh, come accende,

quando è sì al vivo espresso,

di virtude un esempio! Io già vorrei

essere Alcide. Oh generoso, oh grande,

oh magnanimo eroe! Vivrà il tuo nome

mille secoli e mille.

ACHILLE

(Oh dèi, così non si dirà d'Achille!)

ULISSE
(piano ad Arcade)

Ed or?

ARCADE
(piano ad Ulisse)

S'agita e parla.

ULISSE

(piano ad Arcade)

Osserva adesso.

(volgendosi ad altra parte)

Che miro! Ecco l'istesso

terror dell'Erimanto

in gonna avvolto alla sua Iole accanto.

Ah! l'artefice errò. Mai non dovea

a questa di viltà memoria indegna

avvilir lo scarpello:

qui Alcide fa pietà; non è più quello.

ACHILLE

(È vero, è vero. Oh mia vergogna estrema!)

 

ULISSE
(piano ad Arcade)

Arcade, che ti par?

ARCADE
(piano ad Ulisse)

Parmi che frema.

ULISSE
(piano ad Arcade)

Dunque si assalga.

(s'incammina verso Achille)

ARCADE
(piano ad Ulisse)

(trattenendo Ulisse)

Il re. Guarda che tutto

il disegno non scopra.

ULISSE
(piano ad Arcade)

Ah! m'interrompe in sul finir dell'opra.

 

Scena terza

Licomede e detti.

<- Licomede

 

LICOMEDE

Pirra, appunto ti bramo. Attendi, Ulisse.  

Vedi che il sol di già tramonta: onori

un ospite sì grande

le mense mie.

ULISSE

Mi sarà legge il cenno,

invittissimo re.

(in atto di ritirarsi, si ferma per ascoltar quanto gli dice Licomede)

LICOMEDE

Le navi e l'armi,

che a chieder mi venisti, al nuovo giorno

radunate vedrai; vedrai di quanto

superai la richiesta, ed a qual segno

gli amici onoro e un messaggier sì degno.

ULISSE

Sempre eguale a sé stesso

è del gran Licomede

il magnanimo cor. Da me sapranno

i congiurati a danno

della Frigia infedel principi achei

quanto amico tu sei. Né lieve prova

ne fian l'armi e le navi,

che ti piacque apprestarmi.

(Altro quindi io trarrò che navi ed armi.)

 

Quando il soccorso apprenda  

che dal tuo regno io guido,

dovrà sul frigio lido

Ettore impallidir.

Più gli farà spavento

questo soccorso solo,

che cento insegne e cento,

che ogni guerriero stuolo,

che quante vele al vento

seppe la Grecia aprir.

(parte con Arcade)

Ulisse, Arcade ->

 

Scena quarta

Licomede, Achille e poi Nearco.

 

LICOMEDE

Vezzosa Pirra, il crederai? dipende  

da te la pace mia.

ACHILLE

Perché?

LICOMEDE

Se vuoi

impiegarti a mio pro, rendi felice

un grato re.

ACHILLE

Che far poss'io?

LICOMEDE

M'avveggo

che a Deidamia spiace

unirsi a Teagene.

ACHILLE
(comincia a turbarsi)

E ben?

LICOMEDE

Tu puoi

tutto sul cor di lei.

ACHILLE

Come! e vorresti

da me...

LICOMEDE

Sì, che la scelta

tu le insegnassi a rispettar d'un padre;

che i merti del suo sposo

le facessi osservar; che amor per lui

le inspirassi nel seno, onde l'accolga

com'è il dover d'un'amorosa moglie.

ACHILLE
(con ira)

Questo pur deggio a voi, misere spoglie!

LICOMEDE

Che dici?

ACHILLE
(reprimendosi a forza)

E tu mi credi

opportuno istromento... Ah! Licomede,

mal mi conosci. Io!... Numi eterni, io!... Cerca

mezzo miglior.

LICOMEDE

Che ti sgomenta? È forse

Teagene uno sposo

che non meriti amor?

ACHILLE

(Mi perdo. Io sento.

Che soffrir più non posso.)

LICOMEDE

Al fin la figlia,

dimmi, a qual altro mai

meglio unir si potea?

ACHILLE

(Soffersi assai.)

(risoluto)

Signor...

 

<- Nearco

NEARCO

Le regie mense,  

Licomede, son pronte.

LICOMEDE

Andiamo. Udisti,

Pirra, i miei sensi: a te mi fido. Ah! sia

frutto del tuo sudor la pace mia.

 

LICOMEDE

Fa' che si spieghi almeno    

quell'alma contumace;

se l'amor mio le piace,

se vuol rigor da me.

Di' che ho per lei nel seno

di re, di padre il core:

che appaghi il genitore,

o che ubbidisca il re.

(parte)

S

Sfondo schermo () ()

Licomede ->

 

Scena quinta

Achille e Nearco.

 

ACHILLE

Non parlarmi, Nearco,  

più di riguardi: ho stabilito. Adesso

non sperar di sedurmi. Andiamo.

NEARCO

E dove?

ACHILLE

A depor queste vesti. E che! degg'io

passar così vilmente

tutti gli anni migliori? E quanti oltraggi

ho da soffrir? Le mie minacce or veggo

ch'altri deride; ingiurioso impiego

or m'odo imporre; or negli esempi altrui

i falli miei rimproverar mi sento.

Son stanco d'arrossirmi ogni momento.

NEARCO

Un rossor ti figuri...

ACHILLE

Ah! taci: assai

ho tollerato i tuoi

vilissimi consigli. Altri ne intesi

dal tessalo maestro; e allor sapea

vincer nel corso i venti,

abbatter fiere e valicar torrenti.

Ed ora... Ah! che direbbe,

se in questa gonna effeminato e molle

mi vedesse Chirone? Ove da lui

m'asconderei? Che replicar, se in volto

rigido mi chiedesse: «Ov'è la spada,

ove l'altr'armi, Achille? Ah! di mie scuole

tu non serbi altro segno

che la cetra avvilita ad uso indegno.»

NEARCO

Basta, signor: più non m'oppongo. Al fine

son persuaso anch'io.

ACHILLE

Ti par, Nearco,

quest'ozio vergognoso

degno di me?

NEARCO

No: lo conosco; è tempo

che dal sonno ti desti,

che ti svolga da questi

impacci femminili, e corra altrove

a dar del tuo gran cor nobili prove.

È ver che Deidamia,

priva di te, non avrà pace, e forse

ne morrà di dolor; ma, quando ancora

n'abbia a morir, non t'arrestar per lei:

vagliono la sua vita i tuoi trofei.

ACHILLE

Morir! Dunque tu credi

che non abbia costanza

di vedersi lasciar?

NEARCO

Costanza! E come

potrebbe averne una donzella amante,

che perda il solo oggetto

della sua tenerezza, il sol conforto,

l'unica sua speranza?

ACHILLE

Oh dèi!

NEARCO

Non sai

che, se ti scosti mai

da' suoi sguardi un momento, è già smarrita,

non ha riposo, a ciaschedun ti chiede,

ti vuol da tutti? E in questo punto istesso

come credi che stia? Già non ha pace,

già dubbiosa e tremante...

ACHILLE

Andiamo!

NEARCO

E sei

pronto a partir?

ACHILLE

No: ritorniamo a lei.

 

Potria fra tante pene  

lasciar l'amato bene

chi un cor di tigre avesse.

Né basterebbe ancor;

ché quel pietoso affetto,

che a me si desta in petto,

senton le tigri istesse,

quando le accende Amor.

(parte)

Achille ->

 

Scena sesta

Nearco solo.

 

 

Oh incredibile, oh strano  

miracolo d'amor! Si muova all'ira,

è terribile Achille: arte non giova,

forza non basta a raffrenarlo: andrebbe

nudo in mezzo agl'incendi, andrebbe solo

ad affrontar mille nemici e mille.

Pensi a Deidamia, è mansueto Achille.

 

Così leon feroce  

che sdegna i lacci e freme,

al cenno d'una voce

perde l'usato ardir,

ed a tal segno oblia

la ferità natia,

che quella man che teme

va placido a lambir.

(parte)

Nearco ->

 
 

Scena settima

Gran sala illuminata in tempo di notte, corrispondente a diversi appartamenti, parimente illuminati. Tavola nel mezzo, credenze all'intorno; logge nell'alto, ripiene di Musici e Spettatori.
Licomede, Teagene, Ulisse e Deidamia, seduti a mensa; Arcade in piedi accanto ad Ulisse; Achille in piedi accanto a Deidamia; e per tutto Cavalieri, Damigelle e Paggi.

 Q 

<- musici, spettatori, cavalieri, damigelle, paggi, Licomede, Teagene, Ulisse, Deidamia, Arcade, Achille

 

CORO

Lungi lungi fuggite fuggite,  

cure ingrate, molesti pensieri;

no, non lice del giorno felice

che un istante si venga a turbar.

Dolci affetti, diletti sinceri

porga Amore, ministri la pace,

e da' moti di gioia verace

lieta ogni alma si senta agitar.

Lungi lungi fuggite fuggite,

cure ingrate, molesti pensieri;

no, non lice del giorno felice

che un istante si venga a turbar.

 

LICOMEDE

Fumin le tazze intorno  

di cretense liquor.

DEIDAMIA

Pirra, lo sai:

se di tua man non viene,

l'ambrosia degli dèi

vil bevanda parrebbe a' labbri miei.

ACHILLE

Ubbidisco. Ah! da questa

ubbidienza mia

vedi se fido sia di Pirra il core.

TEAGENE

(guardando Deidamia ed Achille)

(Che strano affetto!)

ACHILLE

(nell'andar a prender la tazza)

(Oh tirannia d'Amore!)

LICOMEDE
(ad Ulisse)

Quando da' greci lidi i vostri legni

l'àncora scioglieranno?

ULISSE

Al mio ritorno.

TEAGENE

Son già tutti raccolti?

ULISSE

Altro non manca

che il soccorso di Sciro.

LICOMEDE

Oh, qual mi toglie

spettacolo sublime

la mia canuta età!

(un paggio porge la tazza ad Achille: egli, nel prenderla, resta attonito ad ascoltare il discorso artificioso di Ulisse)

ULISSE

(Non si trascuri

l'opportuno momento.) È di te degna,

gran re, la brama. Ove mirar più mai

tant'armi, tanti duci,

tante squadre guerriere,

tende, navi, cavalli, aste e bandiere?

Tutta Europa v'accorre. Omai son vuote

le selve e le città. Da' padri istessi,

da' vecchi padri invidiata e spinta,

la gioventù proterva

corre all'armi fremendo. (Arcade, osserva.)

DEIDAMIA

Pirra!

ACHILLE

È ver.

(si riscuote, prende la tazza, s'incammina, poi torna a fermarsi)

 

ULISSE

Chi d'onore

sente stimoli in sen, chi sa che sia

desio di gloria, or non rimane. Appena

restano, e quasi a forza,

le vergini, le spose; e alcun, che dura

necessità trattien, col ciel s'adira,

come tutti gli dèi l'abbiano in ira.

DEIDAMIA

Ma Pirra!

ACHILLE

Eccomi.

(va co' la tazza a Deidamia)

 

DEIDAMIA

(piano ad Achille, nel prendere la tazza)

Ingrato!

Questi di poco amor segni non sono?

ACHILLE

Non ti sdegnar, bell'idol mio: perdono!

 

LICOMEDE

Olà! rechisi a Pirra

l'usata cetra. A lei, Deidamia, imponi

che alle corde sonore

la voce unisca e la maestra mano:

tutto farà per te.

DEIDAMIA

Pirra, se m'ami,

seconda il genitore.

ACHILLE

Tu il vuoi? Si faccia. (Oh tirannia d'Amore!)

Un Paggio gli presenta la cetra: Altri pongono un sedile da un de' lati a vista della mensa.

TEAGENE

(Tanto amor non comprendo.)

ULISSE
(piano ad Arcade)

Arcade, adesso è tempo: intendi?

ARCADE
(piano ad Ulisse)

Intendo.

(parte)

Arcade ->

 

ACHILLE
(canta accompagnandosi con la lira)

Se un core annodi,  

se un'alma accendi,

che non pretendi,

tiranno Amor?

Vuoi che al potere

delle tue frodi

ceda il sapere,

ceda il valor.

 

CORO

Se un core annodi,

se un'alma accendi,

che non pretendi,

tiranno Amor?

 

ACHILLE

Se in bianche piume

de' numi il nume

canori accenti

spiegò talor;

se fra gli armenti

muggì negletto,

fu solo effetto

del tuo rigor.

 

CORO

Se un core annodi,

se un'alma accendi,

che non pretendi,

tiranno Amor?

 

ACHILLE

De' tuoi seguaci

se a far si viene,

sempre in tormento

si trova un cor;

e vuoi che baci

le sue catene,

che sia contento

del suo dolor.

 

CORO

Se un core annodi,

se un'alma accendi,

che non pretendi,

tiranno Amor?

Al comparir dei doni portati da' Seguaci di Ulisse s'interrompe il canto d'Achille.

<- seguaci di Ulisse, Arcade

 

LICOMEDE

Questi chi son?  

ULISSE

Son miei seguaci; e al piede

portan di Licomede

questi, per cenno mio, piccioli doni,

che d'Itaca recai. Lo stile usato

d'ospite non ingrato

giusto è che siegua anch'io. Se troppo osai,

il costume m'assolva.

LICOMEDE

Eccede i segni

sì generosa cura.

ACHILLE

(Oh ciel, che miro!)

(avvedendosi d'un'armatura, che venne fra' doni)

LICOMEDE

(ammirando le vesti)

Mai non si tinse in Tiro

porpora più vivace.

TEAGENE

(ammirando i vasi)

Altri finora

sculti vasi io non vidi

di magistero egual.

DEIDAMIA

(ammirando le gemme)

L'eoa marina

non ha lucide gemme al par di quelle.

ACHILLE

Ah, chi vide finora armi più belle!

(si leva, per andare a veder più da vicino le armi)

DEIDAMIA

Pirra, che fai? Ritorna

agl'interrotti carmi.

ACHILLE

(Che tormento crudele!)

(torna a sedere)

 

VOCI
(di dentro)

All'armi! all'armi!

 
S'ode strepito d'armi e di stromenti militari. Tutti si levano spaventati: solo Achille resta, sedendo in atto feroce.
 

LICOMEDE

Qual tumulto è mai questo?  

ARCADE

(esce simulando spavento)

Ah! corri Ulisse,

corri l'impeto insano

de' tuoi seguaci a raffrenar.

ULISSE

(fingendo esser sorpreso)

Che avvenne?

ARCADE

Non so per qual cagion fra lor s'accese

e i custodi reali

feroce pugna. Ah! qui vedrai fra poco

lampeggiar mille spade.

DEIDAMIA

Aita, o numi!

Dove corro a celarmi?

(parte intimorita)

Deidamia ->

TEAGENE

Fermati, principessa.

(parte seguendola)

Teagene ->

 

VOCI
(di dentro)

All'armi! all'armi!

 
S'ode strepito d'armi. Licomede, snudando la spada, corre al tumulto. Fugge ognuno. Ulisse si ritira in disparte con Arcade per osservare Achille, che si leva, già invaso d'estro guerriero.

Licomede, musici, spettatori, cavalieri, damigelle, paggi, seguaci di Ulisse ->

 

Scena ottava

Achille, ed Ulisse con Arcade in disparte.

 

ACHILLE

Ove son? che ascoltai? Mi sento in fronte  

le chiome sollevar! Qual nebbia i lumi

offuscando mi va? Che fiamma è questa,

onde sento avvamparmi?

Ah! frenar non mi posso: all'armi! All'armi!

(s'incammina furioso, e poi si ferma, avvedendosi d'avere in mano la cetra)

ULISSE
(piano ad Arcade)

Guardalo.

ACHILLE

E questa cetra

dunque è l'arme d'Achille? Ah! no; la sorte

altre n'offre, e più degne. A terra, a terra,

vile stromento!

(getta la cetra e va all'armi, portate co' doni di Ulisse)

All'onorato incarco

dello scudo pesante

torni il braccio avvilito:

(imbraccia lo scudo)

in questa mano

lampeggi il ferro.

(impugna la spada)

Ah! ricomincio adesso

a ravvisar me stesso. Ah, fossi a fronte

a mille squadre e mille!

ULISSE

E qual sarà, se non è questo, Achille?

(palesandosi)

ACHILLE

Numi! Ulisse, che dici?

ULISSE

Anima grande,

prole de' numi, invitto Achille, al fine

lascia che al sen ti stringa. Eh! non è tempo

di finger più. Sì, tu la speme sei,

tu l'onor della Grecia,

tu dell'Asia il terror. Perché reprimi

gl'impeti generosi

del magnanimo cor? Son di te degni:

secondali, signor. Lo so, lo veggo,

raffrenar non ti puoi. Vieni: io ti guido

alle palme, a' trofei. La Grecia armata

non aspetta che te. L'Asia nemica

non trema che al tuo nome. Andiam!

ACHILLE
(risoluto)

Sì, vengo.

Guidami dove vuoi... Ma...

(si ferma)

ULISSE

Che t'arresta?

ACHILLE

E Deidamia?

ULISSE

E Deidamia un giorno

ritornar ti vedrà cinto d'allori

e più degno d'amore.

ACHILLE

E intanto...

ULISSE

E intanto

che d'incendio di guerra

tutta avvampa la terra, a tutti ascoso,

qui languir tu vorresti in vil riposo?

Diria l'età futura:

«Di Dardano le mura

Diomede espugnò; d'Ettore ottenne

le spoglie Idomeneo; di Priamo il trono

miser tutto in faville

Stenelo, Aiace... E che faceva Achille?

Achille, in gonna avvolto,

traea, misto e sepolto

fra le ancelle di Sciro, i giorni sui,

dormendo al suon delle fatiche altrui.»

Ah! non sia ver. Destati al fine; emenda

il grave error: più non soffrir che alcuno

ti miri in queste spoglie. Ah, se vedessi

quale oggetto di riso

con que' fregi è un guerriero! In questo scudo

lo puoi veder. Guardati, Achille.

(gli leva lo scudo)

Dimmi:

ti riconosci?

(presentandogli lo scudo)

ACHILLE

(lacerando le vesti)

Oh vergognosi, oh indegni

impacci del valor, come finora

tollerar vi potei? Guidami, Ulisse,

l'armi a vestir. Fra questi ceppi avvinto

più non farmi penar.

ULISSE

Sieguimi. (Ho vinto.)

(s'incamminano)

 

Scena nona

Nearco e detti.

<- Nearco

 

NEARCO

Pirra, Pirra, ove corri?  

ACHILLE
(rivolgendosi con isdegno)

Anima vile!

Quel vergognoso nome

più non t'esca da' labbri: i miei rossori

non farmi rammentar.

(partendo)

NEARCO

Senti: tu parti?

E la tua principessa?

ACHILLE
(rivolgendosi)

A lei dirai...

ULISSE

Achille, andiam!

NEARCO

Che posso dirle mai?

 

ACHILLE

Dille che si consoli;  

dille che m'ami; e dille

che partì fido Achille,

che fido tornerà.

Che a' suoi begli occhi soli

vuò che il mio cor si stempre;

che l'idol mio fu sempre,

che l'idol mio sarà.

(parte con Ulisse ed Arcade)

Achille, Ulisse, Arcade ->

 

Scena decima

Nearco, poi Deidamia.

 

NEARCO

Eterni dèi, qual fulmine improvviso  

strugge ogni mia speranza! Ove m'ascondo,

se parte Achille? e chi di Teti all'ira

m'involerà? Tanti sudori, oh stelle!

Tant'arte, tanta cura...

 

<- Deidamia

DEIDAMIA

Ov'è, Nearco,  

il mio tesoro?

NEARCO

Ah! principessa, Achille

non è più tuo.

DEIDAMIA

Che!

NEARCO

T'abbandona.

DEIDAMIA

I tuoi

vani sospetti io già conosco. Ognora

così mi torni a dir.

NEARCO

Volesse il cielo

ch'or m'ingannassi. Ah! l'ha scoperto Ulisse,

l'ha sedotto, il rapisce.

DEIDAMIA

E tu, Nearco,

così partir lo lasci? Ah, corri! ah, vola!...

Misera me! Senti. Son morta! Ah, troppo,

troppo il colpo è inumano!

Che fai? non parti?

NEARCO

Io partirò, ma invano.

(parte)

Nearco ->

 

Scena undicesima

Deidamia poi Teagene.

 

DEIDAMIA

Achille m'abbandona!  

Mi lascia Achille! E sarà vero? E come,

come poté l'ingrato

pensarlo solo e non morir! Son queste

le promesse di fede?

Le proteste d'amor? Così... Ma, intanto

ch'io mi struggo in querele,

l'empio scioglie le vele. Andiam: si tenti

di trattenerlo. Il mio dolor capace

di riguardi or non è. Vadasi; e, quando

né pur questo mi giovi, almen sul lido

spirar mi vegga, e parta poi l'infido.

 

<- Teagene

TEAGENE

Amata principessa.  

DEIDAMIA
(con impazienza)

(Oh me infelice!

Che inciampo è questo!)

TEAGENE

Io del tuo cor vorrei

intender meglio...

DEIDAMIA

Or non è tempo.

(in atto di partire)

TEAGENE

(seguendola)

Ascolta.

DEIDAMIA

Non posso.

TEAGENE

Un solo istante.

DEIDAMIA
(impaziente)

Oh numi!

TEAGENE

Al fine

mia sposa al nuovo giorno...

DEIDAMIA

Ma, per pietà, non mi venir d'intorno!

 

DEIDAMIA

Non vedi, tiranno,  

ch'io moro d'affanno;

che bramo che in pace

mi lasci morir?

Che ho l'alma sì oppressa,

che tutto mi spiace,

che quasi me stessa

non posso soffrir?

(parte)

Sfondo schermo () ()

Deidamia ->

 

Scena dodicesima

Teagene solo.

 

 

Ma chi spiegar potrebbe  

stravaganze sì nuove? A che mi parla

Deidamia così? Delira o cerca

di farmi delirar? Sogno? son desto?

Dove son mai? Che laberinto è questo!

 

Disse il ver? parlò per gioco?  

Mi confondo a' detti sui

e comincio a poco a poco

di me stesso a dubitar.

Pianger fanno i pianti altrui,

sospirar gli altrui sospiri;

ben potrian gli altrui deliri

insegnarmi a delirar.

(parte)

Teagene ->

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Logge terrene adornate di statue rappresentanti varie imprese d'Ercole.

Ulisse, Arcade
 

Tutto, come imponesti

Ulisse, Arcade
<- Achille

(Achille in disparte)

Ecco il guerriero

Ulisse, Arcade, Achille
<- Licomede

Pirra, appunto ti bramo

Achille, Licomede
Ulisse, Arcade ->

(Achille si rivela)

Vezzosa Pirra, il crederai?

Achille, Licomede
<- Nearco

Le regie mense

Achille, Nearco
Licomede ->

Non parlarmi, Nearco

Nearco
Achille ->

Oh incredibile, oh strano

Nearco ->

Gran sala illuminata in tempo di notte, corrispondente a diversi appartamenti, parimente illuminati; tavola nel mezzo, credenze all'intorno; logge nell'alto.

<- musici, spettatori, cavalieri, damigelle, paggi, Licomede, Teagene, Ulisse, Deidamia, Arcade, Achille

Fumin le tazze intorno

musici, spettatori, cavalieri, damigelle, paggi, Licomede, Teagene, Ulisse, Deidamia, Achille
Arcade ->
Achille e coro
Se un core annodi
musici, spettatori, cavalieri, damigelle, paggi, Licomede, Teagene, Ulisse, Deidamia, Achille
<- seguaci di Ulisse, Arcade

Questi chi son?

(strepito d'armi)

Qual tumulto è mai questo?

musici, spettatori, cavalieri, damigelle, paggi, Licomede, Teagene, Ulisse, Achille, seguaci di Ulisse, Arcade
Deidamia ->

musici, spettatori, cavalieri, damigelle, paggi, Licomede, Ulisse, Achille, seguaci di Ulisse, Arcade
Teagene ->

Ulisse, Achille, Arcade
Licomede, musici, spettatori, cavalieri, damigelle, paggi, seguaci di Ulisse ->

Ove son? che ascoltai?

Ulisse, Achille, Arcade
<- Nearco

Pirra, Pirra, ove corri?

Nearco
Achille, Ulisse, Arcade ->

Eterni dèi, qual fulmine improvviso

Nearco
<- Deidamia

Ov'è, Nearco

Deidamia
Nearco ->

Achille m'abbandona!

Deidamia
<- Teagene

Amata principessa

Teagene
Deidamia ->

Ma chi spiegar potrebbe

Teagene ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima
Aspetto esteriore di magnifico tempio dedicato a Bacco, donde si scende per due spaziose scale; è il... Appartamenti di Deidamia. Deliziosa nella reggia di Licomede. Logge terrene adornate di statue rappresentanti varie imprese d'Ercole. Gran sala illuminata in tempo di notte, corrispondente a diversi appartamenti, parimente illuminati;... Portici della reggia corrispondenti al mare; navi poco lontane dalla riva. Reggia Scende dall'alto denso globo di nuvole, che scoprirà il tempio della Gloria.
Atto primo Atto terzo

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