Atto primo

 

Scena prima

Aspetto esteriore di magnifico tempio dedicato a Bacco, donde si scende per due spaziose scale. È il tempio circondato da portici, che, prolungandosi da entrambi i lati, formano una gran piazza. Fra le distanze delle colonne de' portici scopresi da un lato il bosco sacro alla deità, dall'altro la marina di Sciro. La piazza è ripiena di Baccanti, che, celebrando le feste del loro nume, al suono di vari stromenti cantano il seguente coro.
Preceduti e seguìti da numeroso corteggio di nobili Donzelle, scender si vedono dal tempio ed avanzarsi a poco a poco Deidamia, ed Achille in abito femminile.

Bozzetti

 Q 

Coro di baccanti

<- Donzelle, Deidamia, Achille

 

TUTTO IL CORO

Ah! di tue lodi al suono,  

padre Lieo, discendi

ah! le nostr'alme accendi

del sacro tuo furor.

PARTE DEL CORO

O fonte de' diletti,

o dolce oblio de' mali,

per te d'esser mortali

noi ci scordiam talor.

TUTTO IL CORO

Ah! le nostr'alme accendi

del sacro tuo furor.

PARTE DEL CORO

Per te, se in fredde vene

pigro ristagna e langue,

bolle di nuovo il sangue

d'insolito calor.

TUTTO IL CORO

Ah! le nostr'alme accendi

del sacro tuo furor.

PARTE DEL CORO

Chi te raccoglie in seno,

esser non può fallace:

fai diventar verace

un labbro mentitor.

TUTTO IL CORO

Ah! le nostr'alme accendi

del sacro tuo furor.

PARTE DEL CORO

Tu dài coraggio al vile,

rasciughi al mesto i pianti,

discacci dagli amanti

l'incomodo rossor.

TUTTO IL CORO

O fonte de' diletti,

o dolce oblio de' mali,

accendi i nostri petti

del sacro tuo furor.

 
Ad un improvviso suon di trombe, che odesi in lontano verso la marina, tace il Coro, s'interrompe il ballo e s'arrestan tutti in attitudine di timore, riguardando verso il mare.
 

DEIDAMIA
(ad Achille)

Udisti?  

ACHILLE

Udii.

DEIDAMIA

Chi temerario ardisce

turbar col suon profano

dell'orgie venerate il rito arcano?

ACHILLE

Non m'ingannai: lo strepito sonoro

parte dal mar. Ma non saprei... Non veggo

che vuol dir, chi lo move... Ah! principessa,

eccone la cagion. Due navi, osserva,

vengono a questo lido.

DEIDAMIA

Ahimè!

ACHILLE

Che temi?

Son lungi ancor.

 
Compariscono in lontananza due navi. Sentesi di nuovo il suono delle trombe suddette. Tutti partono fuggendo, toltone Achille e Deidamia.

Coro di baccanti, Donzelle ->

 

DEIDAMIA

Fuggiam!  

ACHILLE

Perché?

DEIDAMIA

Non sai

che d'infami pirati

tutto è infestato il mar? Così rapite

fur le figlie infelici

al re d'Argo e di Tiro. Ignori forse

la recente di Sparta

perdita ingiuriosa? e che ne freme

in van la Grecia, e che domanda invano

l'infida sposa al predator troiano?

Chi sa che ancora in quelle

insidiose navi... Oh dèi! vien meco.

ACHILLE

Di che temi, mia vita? Achille è teco.

DEIDAMIA

Taci.

ACHILLE

E se teco è Achille...

DEIDAMIA

(guardandosi intorno)

Ah! taci: alcuno

potrebbe udirti: e, se scoperto sei,

son perduta, ti perdo. E che direbbe

il genitor deluso? Una donzella

sai che ti crede, e si compiace e ride

del nostro amor; ma che sarà se mai...

(solo in pensarlo io moro),

se mai scopre che in Pirra Achille adoro?

ACHILLE

Perdona, è vero.

 

Scena seconda

Nearco e detti.

<- Nearco

 

NEARCO

(Ecco gli amanti.) E deggio  

sempre così tremar per voi? Ve 'l dissi

pur mille volte: è troppo chiara ormai

questa vostra imprudente

cura di separarvi

sempre dalle compagne: ognun la vede,

ne parla ognuno. Andate al re. Son tutte

l'altre già nella reggia.

ACHILLE
(intento ad altro, non l'ascolta)

Il suon guerriero

che da que' legni uscì, d'armati e d'armi

mostra che vengan gravi.

DEIDAMIA
(piano a Nearco)

Oh, come in volto

già tutto avvampa! Usar conviene ogni arte

per trarlo altrove.

NEARCO

E non partite?

ACHILLE

Or ora,

principessa, verrò. Que' legni in porto

bramo veder.

DEIDAMIA
(turbata)

Come! ch'io parta e lasci

te in periglio sì grande? Ah! tu, lo vedo,

ne saresti capace, e dal tuo core

misuri il mio. So già, crudele...

ACHILLE

Andiamo!

Non ti sdegnar. Con un tuo sguardo irato

mi fai morir.

DEIDAMIA

No, non è vero, ingrato!

 

DEIDAMIA

No, ingrato! amor non senti;  

o, se pur senti amor,

perder non vuoi del cor

per me la pace.

Ami, se te 'l rammenti;

e puoi senza penar

amare e disamar,

quando ti piace.

 
Deidamia parte. Achille s'incammina appresso a Deidamia; ma, giunto alla scena, si volge e s'arresta di nuovo a mirar le navi, già avvicinate a tal segno, che su la sponda di una d'esse possa distinguersi un guerriero.

Deidamia, Achille ->

 

Scena terza

Nearco e di nuovo Achille.

<- Achille

 

NEARCO

(guardando il porto)

Di pacifiche ulive  

han le prore adornate! Amiche navi

queste dunque saran.

ACHILLE

(tornando indietro)

Nearco, osserva

come splende fra l'armi

quel guerrier maestoso.

NEARCO

Ah! va': non lice

a te, che una donzella

comparisci alle spoglie, in questo loco

scompagnata restar.

ACHILLE

(con sdegno)

Ma non ti crede

ognuno il padre mio? Qual meraviglia

che appresso al genitor resti una figlia?

NEARCO

Si sdegnerà Deidamia.

ACHILLE

È ver.

(rimesso, parte, e poi si ferma)

NEARCO

(Che pena

è il nascondere Achille!)

ACHILLE

(considerando il guerriero che è sulla nave)

Oh! se ancor io

quell'elmo luminoso

in fronte avessi e quella spada al fianco...

(torna risoluto)

Nearco, io son già stanco

di più vedermi in questa gonna imbelle;

e ormai...

NEARCO

Che dici? Oh stelle! E non rammenti

quanto giova al tuo amor?

ACHILLE

Sì... ma...

NEARCO

Deh! parti.

ACHILLE

Lasciami un sol momento

a vagheggiar quell'armi.

NEARCO

(Ahimè!) Sì, resta

pur quanto vuoi; ma Deidamia intanto

sarà col tuo rival.

ACHILLE
(in atto feroce)

Che?

NEARCO

Giunto or ora

è di Calcide il prence; e Licomede

vuol che la man di sposo

oggi porga alla figlia.

ACHILLE

Oh numi!

NEARCO

È vero

che è tuo quel cor; ma, se il rivale accorto

può lusingarla inosservata e sola,

chi sa, pensaci, Achille, ei te l'invola.

 

ACHILLE

Involarmi il mio tesoro!  

Ah! dov'è quest'alma ardita?

Ha da togliermi la vita

chi vuol togliermi il mio ben.

M'avvilisce in queste spoglie

il poter di due pupille;

ma lo so ch'io sono Achille,

e mi sento Achille in sen.

(parte)

Achille ->

 

Scena quarta

Nearco e poi Ulisse ed Arcade delle navi.

 

NEARCO

Che difficile impresa,  

Tetide, m'imponesti! Ogni momento

temo scoperto Achille. È ver che Amore

lo tiene a fren: ma, se una tromba ascolta,

se rimira un guerrier, s'agita, avvampa,

sdegna l'abito imbelle. Or che farebbe,

se sapesse che Troia

senza lui non cadrà? che lui domanda

tutta la Grecia armata? Ah! tolga il cielo

che alcuno in questo lido

non venga a ricercarlo... Oh dèi! m'inganno?

 

<- Ulisse, Arcade

 

Ulisse! E qual cagione  

qui lo conduce? Ah! non a caso ei viene.

Che farò? Mi conosce,

e nella reggia appunto

del genitor d'Achille. È ver che ormai

lungo tempo è trascorso. In ogni caso

negherò d'esser quello. Olà! straniero,

non osar d'inoltrarti

senza dirmi chi sei. Questa è la legge:

il mio re la prescrisse.

ULISSE

Si ubbidisca alla legge: io sono Ulisse.

NEARCO

Ulisse! I detti audaci

scusa, eroe generoso. Al re me n' volo

con sì lieta novella.

(vuol partire)

ULISSE

(considerandolo attentamente)

Odi. E tu sei

servo di Licomede?

NEARCO

Appunto.

ULISSE

Il nome.

NEARCO

Nearco.

ULISSE

Ove nascesti?

NEARCO

Nacqui in Corinto.

ULISSE

E da' paterni lidi

perché mai qui venisti?

NEARCO

Io venni... Oh dio.

Signor, troppo m'arresti; e il re frattanto

non sa chi giunse in porto.

ULISSE

Va dunque.

NEARCO

(Ah! ch'io fingea s'è quasi accorto.)

(parte)

Nearco ->

 

Scena quinta

Ulisse ed Arcade.

 

ULISSE

Arcade, il ciel seconda  

la nostra impresa.

ARCADE

Onde la speme?

ULISSE

Udisti?

Rimirasti colui? Sappi che il vidi

di Peleo in corte, ha già molt'anni. Ei finse

patria e nome con noi; ma già confuso

era alle mie richieste. Ah! menzognera

forse non è la fama: in gonna avvolto

qui si nasconde Achille. Arcade, vola

su l'orme di colui. Cerca, domanda

chi sia, come qui venne, ove dimora,

se alcuno è seco. Ogni leggiero indizio

può servirne di scorta.

ARCADE

Io vado.

ULISSE

Ascolta.

Che d'Achille si cerchi,

pensa a non dar sospetto ancor lontano.

ARCADE

A un tuo seguace un tal ricordo è vano.

(parte)

Arcade ->

 

Scena sesta

Ulisse solo.

 

 

Già con prospero vento  

comincio a navigar. Per altri forse

quest'incontro felice,

quel confuso parlar, quel dubbio volto

poco saria; ma per Ulisse è molto.

 

ULISSE

Fra l'ombre un lampo solo  

basta al nocchier sagace,

che già ritrova il polo,

già riconosce il mar.

Al pellegrin ben spesso

basta un vestigio impresso,

perché la via fallace

non l'abbia ad ingannar.

(parte)

Ulisse ->

 
 

Scena settima

Appartamenti di Deidamia.
Licomede e Deidamia.

 Q 

<- Licomede, Deidamia

 

LICOMEDE

Ma, se ancor no 'l vedesti, onde lo sai  

che piacerti non può?

DEIDAMIA

Già molto intesi

parlar di Teagene.

LICOMEDE

E vuoi di lui

su la fé giudicar degli occhi altrui?

Semplice! Va; m'attendi

nel giardino real; colà fra poco

col tuo sposo verrò.

DEIDAMIA

Già sposo!

LICOMEDE

Ei venne

su la mia fé: tutto è disposto.

(partendo)

DEIDAMIA

Almeno...

Padre... Ah! senti.

LICOMEDE

M'attende

il greco ambasciador. Più non opporti:

siegui il consiglio mio.

DEIDAMIA

Dunque un comando

non è questo, o signor.

LICOMEDE

Sempre a una figlia

comanda il genitor, quando consiglia.

 

LICOMEDE

Alme incaute, che torbide ancora  

non provaste l'umane vicende,

ben lo veggo, vi spiace, v'offende

il consiglio d'un labbro fedel.

Confondete con l'utile il danno;

chi vi regge credete tiranno;

chi vi giova chiamate crudel.

(parte)

Sfondo schermo () ()

Licomede ->

 

Scena ottava

Deidamia, indi Achille.

 

DEIDAMIA

All'idol mio mancar di fede! Ah! prima  

ch'altro sposo...

 

<- Achille

ACHILLE
(con ironia sdegnosa)

È permesso  

a Deidamia l'ingresso? Io non vorrei

importuno arrivar. Come! tu sola?

Dov'è lo sposo? A tributarti affetti

qui sperai ritrovarlo.

DEIDAMIA

E già sapesti...

ACHILLE

Tutto, ma non da te: prova sublime

della bella tua fede. A me, crudele!

Celar sì nero arcano? a me, che t'amo

più di me stesso? a me, che, in queste spoglie

avvilito per te... Barbara!...

DEIDAMIA

Oh dio!

Non m'affligger, ben mio: di queste nozze

nulla seppi fin or. Poc'anzi il padre

venne a proporle. Istupidii, m'intesi

tutto il sangue gelar.

ACHILLE

Pur, che farai?

DEIDAMIA

Tutto, fuor che lasciarti. E prieghi e pianti

a svolger Licomede

pongansi in uso. Ei cederà, se vuole

salvar la figlia; e, quando ancor non ceda,

nulla speri ottener. Fu Achille il primo

che amai finora, e voglio

che sia l'ultimo Achille. Ah! mi vedrai

morir, cor mio, pria che tradirti mai.

ACHILLE

Oh dolcissimi accenti! e qual mercede

posso renderti, o cara?

DEIDAMIA

Eccola: io chiedo,

se possibile è pur, che abbi più cura

di non scoprirti.

ACHILLE

E questa gonna è poco?

DEIDAMIA

Che val, se la smentisce

ogni tuo sguardo, ogni tuo moto? I passi

troppo liberi son, troppo è sicuro

quel tuo girar di ciglio. Ogni cagione

basta a farti sdegnar; né femminili

son poi gli sdegni tuoi. Che più? Se vedi

un elmo, un'asta, o se parlar ne senti,

già feroce diventi;

escon dagli occhi tuoi lampi e faville:

Pirra si perde e comparisce Achille.

ACHILLE

Ma il cambiar di natura

è impresa troppo dura.

DEIDAMIA

È dura impresa

anche l'opporsi a un genitor. Poss'io

dunque con questa scusa

accettar Teagene.

ACHILLE

Ah! no, mia vita:

farò quanto m'imponi.

DEIDAMIA

Or lo prometti;

ma poi...

ACHILLE

No: questa volta

t'ubbidirò. Terrò gli sdegni a freno,

non parlerò più d'armi; e de' tuoi cenni

se più fedele esecutor non sono,

corri in braccio al rival, ch'io ti perdono.

 

Sì, ben mio: sarò qual vuoi;  

lo prometto a que' bei rai

che m'accendono d'amor.

 

Scena nona

Ulisse e detti.

<- Ulisse

 

DEIDAMIA

Taci: v'è chi ascolta.  

ACHILLE
(ad Ulisse, pieno di sdegno)

E tu chi sei,

che temerario ardisci

di penetrar queste segrete soglie?

Che vuoi? Parla! rispondi!

O pentir ti farò...

DEIDAMIA

Pirra!

ULISSE

(Che fiero

sembiante è quello!)

 

DEIDAMIA
(piano ad Achille)

E la promessa?

ACHILLE
(ravvedendosi)

È vero.

 

ULISSE

Non son di Licomede

queste le stanze?

DEIDAMIA

No.

ULISSE

Straniero errai:

perdona.

(vuol partire)

DEIDAMIA

Odi. E che brami

dal re?

ULISSE

La Grecia chiede

da lui navi e guerrieri, or che s'affretta

d'unirsi armata alla comun vendetta.

ACHILLE

(Felice chi v'andrà!)

DEIDAMIA

(Tutto nel volto

già si cambiò.)

ULISSE

S'apre al valore altrui

oggi una illustre via. Corrono a questa

impresa anche i più vili.

ACHILLE

(E Achille resta!)

DEIDAMIA

(Periglioso discorso!) A Licomede,

(ad Ulisse)

stranier, quella è la via.

(ad Achille)

Sieguimi.

ACHILLE

(tornando indietro)

Amico,

dimmi: le greche navi

dove ad unirsi andranno?

DEIDAMIA

Pirra... ma...

ACHILLE

Già ti sieguo. (Oh amor tiranno!)

(partono)

Deidamia, Achille ->

 

Scena decima

Ulisse e poi Arcade.

 

ULISSE

O il desio di trovarlo  

per tutto me 'l dipinge, o Pirra è Achille.

Peleo ne' suoi verdi anni

quel volto avea: me ne rammento. E poi

quel parlar... quegli sguardi... È ver; ma Ulisse

fidarsi ancor non dée. Posso ingannarmi:

e, quando ei sia, pria di parlar, bisogna

più cauto il tempo, il loco,

le circostanze esaminar. Felice

è in suo cammin di rado

chi varca i fiumi e non ne tenta il guado.

Tardi, fin che è maturo,

il gran colpo a scoppiar, ma sia sicuro.

 

<- Arcade

ARCADE

Ulisse!  

ULISSE

Arcade! e in queste

stanze t'inoltri?

ARCADE

Entrar ti vidi, e venni

su l'orme tue.

ULISSE

Che raccogliesti intanto?

ARCADE

Poco, o signor. Sol che Nearco è giunto

in questa terra, or compie l'anno; ha seco

una figlia gentil; mostra per essa

la real principessa

straordinario amor.

ULISSE

Come si appella?

ARCADE

Pirra.

ULISSE

Pirra!

ARCADE

E per lei Nearco ha loco

fra' reali ministri.

ULISSE

E questo è poco?

ARCADE

Ma ciò che giova?

ULISSE

Ah! mio fedel, facciamo

gran viaggio a momenti. Odi, e dirai...

 

Scena undicesima

Nearco e detti.

<- Nearco

 

NEARCO

Signor, vieni: che fai?  

T'attende il re.

ULISSE

Qual è il cammino?

NEARCO

È questo.

ULISSE

Ti sieguo: andiam.

(ad Arcade)

Non posso dirti il resto.

(indi parte con Nearco)

Ulisse, Nearco ->

 

Scena dodicesima

Arcade solo.

 

 

Chi può d'Ulisse al pari  

tutto veder? Ciò che per gli altri è oscuro

chiaro è per lui. No, la natura o l'arte

l'egual mai non formò. Dov'è chi sappia,

com'ei, mostrar tutti gli affetti in volto

senz'averli nel cor? chi, fra gli accenti

facili, ubbidienti

l'anime incatenar? chi ad ogni istante

cambiar genio, tenor, lingua e sembiante?

Io no 'l conosco ancor. D'Ulisse al fianco

ogni giorno mi trovo,

e ogni giorno al mio sguardo Ulisse è nuovo.

 

Sì varia in ciel talora,  

dopo l'estiva pioggia,

l'iride si colora,

quando ritorna il sol.

Non cambia in altra foggia

colomba al sol le piume,

se va cambiando lume

mentre rivolge il vol.

(parte)

Arcade ->

 
 

Scena tredicesima

Deliziosa nella reggia di Licomede.
Achille e Deidamia, poi Licomede e Teagene.

 Q 

<- Achille, Deidamia

 

DEIDAMIA

No, Achille, io non mi fido  

di tue promesse. A Teagene in faccia

non saprai contenerti: il tuo calore

ti scoprirà. Parti, se m'ami.

ACHILLE

Almeno

qui tacito in disparte

lascia ch'io vegga il mio rivale.

DEIDAMIA

Oh dio!

T'esponi a gran periglio. Eccolo.

ACHILLE

(turbandosi)

Ah! questo

dunque è l'audace? E ho da soffrir?...

DEIDAMIA

No 'l dissi?

Già ti trasporti.

ACHILLE

Un impeto primiero

fu questo: è già sedato. Or son sicuro.

DEIDAMIA

Tu parlerai.

ACHILLE

Non parlerò, te 'l giuro.

(si ritira in disparte)

 

<- Licomede, Teagene

LICOMEDE

Amata figlia, ecco il tuo sposo; ed ecco,  

illustre Teagene,

la sposa tua.

ACHILLE

(Qui tollerar conviene.)

TEAGENE

Chi ascolta, o principessa,

ciò che de' pregi tuoi la fama dice,

la crede adulatrice; e chi ti mira,

la ritrova maligna. Io, che già sono

tuo prigionier, t'offro quest'alma in dono.

ACHILLE

(Che temerario!)

(considerando sdegnosamente Teagene s'avanza senza avvedersene)

DEIDAMIA

A così alto segno

non giunge il merto mio: tanto esaltarlo

non déi... Pirra! che vuoi? Parti.

(avvedendosi che Achille è già vicino a Teagene)

ACHILLE

Non parlo.

(si ritra in disparte, come sopra)

DEIDAMIA

(Dèi! qual timor m'assale?)

TEAGENE

Chi è mai questa donzella?

LICOMEDE

È il tuo rivale.

DEIDAMIA

(Son morta!)

ACHILLE

(Ah, mi conosce!)

LICOMEDE

È Pirra il solo

amor di Deidamia. Altre non vide

più tenere compagne il mondo intero.

DEIDAMIA

(Ei parlava da scherzo, e disse il vero.)

LICOMEDE

Deidamia, or che ti sembra

di sì degno consorte?

DEIDAMIA

I pregi, o padre,

ne ammiro, ne comprendo;

ma...

LICOMEDE

Tu arrossisci! il tuo rossore intendo.

 

Intendo il tuo rossor;  

«Amo» vorresti dir:

ma in faccia al genitor

parlar non vuoi.

Il farti più soffrir

sarebbe crudeltà:

restino in libertà

gli affetti tuoi.

(parte)

Licomede ->

 

Scena quattordicesima

Achille, Deidamia e Teagene.

 

ACHILLE

(Ah, se altre spoglie avessi!)  

TEAGENE

Or che siam soli,

principessa gentil, soffri ch'io spieghi

l'ardor di questo sen; soffri ch'io dica...

DEIDAMIA

Non parlarmi d'amor: ne son nemica.

 

DEIDAMIA

Del sen gli ardori    

nessun mi vanti;

non soffro amori,

non voglio amanti:

troppo mi è cara

la libertà.

Se fosse ognuno

così sincero,

meno importuno

parrebbe il vero;

saria più rara

l'infedeltà.

S

Sfondo schermo () ()

(parte con Achille, il quale si ferma nell'entrare)
 

TEAGENE

Giusti numi, e in tal guisa  

Deidamia m'accoglie! In che son reo?

Che fu? Seguasi.

(vuol seguire Deidamia)

ACHILLE

(arrestandolo)

Ferma! ove t'affretti?

TEAGENE

A Deidamia appresso:

raggiungerla desio.

ACHILLE
(risoluto)

Non è permesso!

TEAGENE

Chi può vietarlo?

ACHILLE

Io!

TEAGENE

Tu?

ACHILLE

Sì: né giammai

sappilo, io parlo invano.

(parte lentamente)

TEAGENE

(Delle ninfe di Sciro il genio è strano.

E pur quella fierezza

ha un non so che, che piace.) Odi. Ma dimmi

almen perché.

ACHILLE

(partendo lentamente)

Dissi abbastanza.

TEAGENE

E credi

che di te sola io tema?

Credi bastar tu sola?

ACHILLE
(con aria feroce)

Io basto, e trema!

TEAGENE

(Quell'ardir m'innamora.)

DEIDAMIA

(Ah! mancator, non sei contento ancora?)

(nell'atto che Achille si rivolge per partire, incontra su la scena Deidamia, che gli dice sdegnata il verso suddetto e lo lascia confuso)

Deidamia ->

ACHILLE

(Misero! è ver, trascorsi.)

TEAGENE

Ascolta: io voglio,

bella ninfa, ubbidirti; e per mercede

bramo sol de' tuoi sdegni

l'origine saper... Di'... Ma... Sospiri!

Mi guardi! ti confondi!

Qual cambiamento è il tuo? Parla! rispondi...

 

ACHILLE

Risponderti vorrei  

ma gela il labbro e tace:

lo rese amor loquace,

muto lo rende Amor:

Amor, che a suo talento

rende un imbelle audace,

e abbatte in un momento,

quando gli piace, un cor.

(parte)

Achille ->

 

Scena quindicesima

Teagene solo.

 

 

Son fuor di me. Quanto son mai vezzose  

l'ire in quel volto! Ah! forse m'ama, e ch'io

siegua un'altra non soffre. E così presto

è amante ed è gelosa? Una donzella

parlar così! così mostrarsi audace!

Intenderla non so: so che mi piace.

 

Chi mai vide altrove ancora  

così amabile fierezza,

che minaccia ed innamora,

che diletta e fa tremar?

Cinga il brando, ed abbia questa

l'asta in pugno e l'elmo in testa,

e con Pallade in bellezza

già potrebbe contrastar.

(parte)

Teagene ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Aspetto esteriore di magnifico tempio dedicato a Bacco, donde si scende per due spaziose scale; è il tempio circondato da portici, che, prolungandosi da entrambi i lati, formano una gran piazza; fra le distanze delle colonne de' portici scopresi da un lato il bosco sacro alla deità, dall'altro la marina di Sciro.

Coro di baccanti
 
Coro di baccanti
<- Donzelle, Deidamia, Achille

(suono di trombe, tace il coro)

Udisti? / Udii.

(compariscono due navi)

Deidamia, Achille
Coro di baccanti, Donzelle ->

Fuggiam! / Perché?

Deidamia, Achille
<- Nearco

Ecco gli amanti

Nearco
Deidamia, Achille ->
Nearco
<- Achille

Di pacifiche ulive

Nearco
Achille ->

Che difficile impresa

Nearco
<- Ulisse, Arcade

Ulisse! E qual cagione

Ulisse, Arcade
Nearco ->

Arcade, il ciel seconda

Ulisse
Arcade ->

Già con prospero vento

Ulisse ->

Appartamenti di Deidamia.

<- Licomede, Deidamia

Ma, se ancor nol vedesti

Deidamia
Licomede ->

All'idol mio mancar di fede!

Deidamia
<- Achille

È permesso

Deidamia, Achille
<- Ulisse

Taci: v'è chi ascolta / E tu chi sei

Ulisse
Deidamia, Achille ->

O il desio di trovarlo

Ulisse
<- Arcade

Ulisse! / Arcade!

Ulisse, Arcade
<- Nearco

Signor, vieni: che fai?

Arcade
Ulisse, Nearco ->

Chi può d'Ulisse al pari

Arcade ->

Deliziosa nella reggia di Licomede.

<- Achille, Deidamia

No, Achille, io non mi fido

Achille, Deidamia
<- Licomede, Teagene

Amata figlia, ecco il tuo sposo

Achille, Deidamia, Teagene
Licomede ->

Ah, se altre spoglie avessi!

Giusti numi, e in tal guisa

Achille, Teagene
Deidamia ->

Teagene
Achille ->

Son fuor di me

Teagene ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima
Aspetto esteriore di magnifico tempio dedicato a Bacco, donde si scende per due spaziose scale; è il... Appartamenti di Deidamia. Deliziosa nella reggia di Licomede. Logge terrene adornate di statue rappresentanti varie imprese d'Ercole. Gran sala illuminata in tempo di notte, corrispondente a diversi appartamenti, parimente illuminati;... Portici della reggia corrispondenti al mare; navi poco lontane dalla riva. Reggia Scende dall'alto denso globo di nuvole, che scoprirà il tempio della Gloria.
Atto secondo Atto terzo

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