Atto terzo

 

Scena Prima

Erminio solo.

 Q 

Erminio

 

 

O confusa mia mente!  

O agitato mio core!

L'ira, che si risente

fra l'onore, e l'amor, confonde amore!

 

Scena seconda

Leonora, e il suddetto.

<- Leonora

 

LEONORA

Fratello...  

ERMINIO

Ah! Questo nome

è il peggior de' miei mali.

LEONORA

È ver, ma senti:

sarem traditi.

ERMINIO

E come?

Quai sono i tradimenti?

LEONORA

A' l'aria scura

fuggirà Doralice

con l'infame Riccardo.

ERMINIO

O mia sventura!

Traditor, traditrice!

Ma tu come ciò sai?

LEONORA

L'intesi, ascosa,

mentre il disse alla zia.

ERMINIO

O nuova tormentosa!

Ah! Indegno!...

LEONORA

A me parria...

ERMINIO

Parer non voglio:

giusto parer mi detta

sdegno, amor, gelosia: voglio vendetta;

dal sen l'alma gli toglio:

già corro...

LEONORA

Ah! Dove vai?

ERMINIO

Seguendo il mio furor.

LEONORA

Deh! Ferma: ascolta.

Io l'onor ti macchiai;

fa', che meco sepolta

resti la macchia...

ERMINIO

No, che tanto il senso

m'ingombra amor, che più all'onor non penso.

LEONORA

Sazia gli sdegni tuoi.

Del sangue mio...

ERMINIO

Voglio il suo sangue.

LEONORA

Almeno,

se morto tu lo vuoi,

passa prima il mio seno, e sia mia sorte,

ch'io precorra sua morte.

Deh! Tu, che amante sei,

pur tradito, e sprezzato,

pietade aver tu déi...

ERMINIO

Non intende ragioni un disperato.

 

Chi vuol tormi la bella, ch'adoro,  

l'amato

tesoro;

trucidato

al mio piede cadrà.

Ira insana, rabbioso furore

nel petto, nel core

amor mi darà.

 

Erminio ->

 

Scena terza

Leonora, sola.

 

 

Numi eterni; e poss'io  

soffrir pene sì dure?

Deh! Fate, per pietà, che 'l morir mio

tronchi le mie sventure.

O dio! Che fo'? Che spero?

Il zio del traditor più non comparve;

e per mio duol più fiero,

son le speranze mie, fantasmi, e larve.

Sì; per non più penare

avrò pronta la via: dal duolo oppressa,

saprò, che fare: ucciderò me stessa.

 

Ne vuoi più mia fiera sorte?    

A te piace,

che la morte

doni pace

al mio tormento;

già ti sento:

io moritò.

Di mia man trafitta, esangue,

nel mio sangue,

le mie pene estinguerò.

(se n'entra, ed alla voce di Riccardo torna ad uscire)

S

Leonora ->

 

Scena quarta

Riccardo, e la suddetta.

<- Riccardo

 

RICCARDO

(Quanto son pigre l'ore;  

o notte, e quando riedi?)

 

<- Leonora

LEONORA

(Qui l'infido!) Riccardo.

RICCARDO

E ben, che chiedi?

LEONORA

Non ti parlo d'amore,

nemmen de' torti miei, de' falli tuoi:

ma d'amor un bel segno

odi ne' detti miei.

RICCARDO

Che dir tu puoi?

LEONORA

Arde Erminio di sdegno,

e a svenarti s'appresta.

RICCARDO

Svenarmi?

LEONORA

Sì, che intese,

che déi fuggir con Doralice, e questa

più d'ogn'altra cagione, aspro lo rese.

RICCARDO

(Che sento!)

LEONORA

Ah! Se t'è caro,

che il tuo male per me, morte non sia,

cauto attendi al riparo:

salva la vita tua, ch'è vita mia.

Sì, ch'è mia vita...

RICCARDO

Oh quanto

sai tu ben inventare!

LEONORA

Io non invento:

te l'attesti il mio pianto,

figlio del mio dolor, che per te sento.

RICCARDO

Per me lo versi invano:

risparmiarlo tu puoi.

LEONORA

E questo ancora,

dispietato, inumano?

 

Scena quinta

Doralice, e i suddetti.

<- Doralice

 

DORALICE

(Riccardo con Leonora!)  

RICCARDO

Ho l'alma in petto

a temer non avvezza...

Che miro! O mio diletto.

DORALICE

Bella gioia d'amore.

Mia gradita bellezza.

LEONORA

Empio, che sei,

crudo, barbaro core,

anche sugl'occhi miei tanta arroganza?

Ma senti, ingrato, indegno:

senti: la mia speranza

l'avrò nel ciel: sarà del ciel l'impegno.

 

Spero, crudel,  

chissà?

Dal ciel

quella pietà,

che tu non hai per me.

Sa il cielo fulminar,

per far

tremendo scempio

d'un empio

come te.

 

Leonora ->

 

Scena sesta

Riccardo, e Doralice.

 

DORALICE

Troppo ardente si mira,  

troppo ardita favella

e insospettir mi fa.

RICCARDO

T'inganni, o bella:

che dici? Ella delira:

son sogni i detti suoi;

ma tu m'offendi, o cara,

se infedel, mancator creder mi puoi.

DORALICE

Ah! No che troppo chiara

splende la fede in te.

RICCARDO

Sì, mia vezzosa;

più chiara la vedrai

quando sarai mia sposa.

DORALICE

E quando, o dio!

Quando sarà quell'ora?

RICCARDO

Fra breve, idolo mio; ma tu non sai

c'ha saputo Leonora

di nostra fuga?

DORALICE

E come?

RICCARDO

È mio pensiero,

che sia sospetto: espose

saperlo Erminio, e che, geloso, e fiero!

Minacci far gran cose.

DORALICE

Ahimè! Che sento!

RICCARDO

Eh! discaccia il timore,

ch'è cura mia di sostener l'intento.

DORALICE

Sì, vita del mio core,

fa', che felice io sia!

RICCARDO

Va' mia diletta:

statti pur lieta; e 'l mio venir aspetta.

 

DORALICE

Sì, t'aspetto:  

vieni, o caro;

e mi reca quel diletto,

che sospira questo cor.

Fa' tu dolce quell'amaro,

che per te mi diede amor.

 

Doralice ->

 

Scena settima

Riccardo solo.

 

 

Del fato, e della sorte,  

temer non potrò mail'aspetto irato:

d'un'alma ardita, e forte,

seconda il bel desio, la sorte, e 'l fato.

 

Scena ottava

Capitan Rodimarte, e il suddetto.

<- Capitan Rodimarte

 

CAPITAN RODIMARTE

Oh! Che pur ti ritrovo!  

Che si tratta: che fai?

Abbian cosa di nuovo?

RICCARDO

Con Leonora parlai,

che sfogò meco il solito dispetto.

CAPITAN RODIMARTE

Questo non vuol dir niente.

RICCARDO

Ma del nostro fuggire

si mostrò intesa.

CAPITAN RODIMARTE

Il crederei sospetto.

RICCARDO

Appunto, e audace, e ardente,

disse, che vanti Erminio, e sdegni, ed ire.

CAPITAN RODIMARTE

Ah, ah un occhio solo,

ch'io sdegnato avvicini,

basta mandare a volo,

scherzi del vento, centomila Ermini.

Già la stizza mi viene:

stragi, e ruine io bramo.

RICCARDO

So il tuo valor qual sia.

CAPITAN RODIMARTE

È pronta Doralice?

RICCARDO

È pronta.

CAPITAN RODIMARTE

Oh bene.

Già i danari l'abbiamo:

lascia, che faccia anch'io la preda mia;

e poi, lieti, e ridenti,

ce n'andremo a goder dolci contenti.

 

RICCARDO

Già parmi, che lieto,  

con dolce lusinga,

l'abbraccia, la stringa

nel petto,

nel cor.

Aspetto,

inquieto

che lode

la frode

m'aggiunga in amor.

 

Riccardo ->

 

Scena nona

Capitan Rodimarte, solo.

 

 

Io la do per sicura:  

credo, che non mi manchi.

 

Scena decima

Rosina, di casa di Cornelia; e il suddetto.

<- Rosina

 

ROSINA

(Oh questa è troppo sventura!  

Aver degg'io sempre una furia a fianchi!)

CAPITAN RODIMARTE

(Bella sorte! Già viene!)

ROSINA

(Io già finir la voglio.)

CAPITAN RODIMARTE

Dolcissimo mio bene...

Cos'hai? Mostri nel volto un gran cordoglio!

ROSINA

Più di me sventurata,

non può darsi nessuna.

CAPITAN RODIMARTE

Ma se troppo ostinata,

tiri di calci alla tua gran fortuna!

ROSINA

Più non si può soffrire.

CAPITAN RODIMARTE

Pur con la tua padrona?

ROSINA

Scura me!

CAPITAN RODIMARTE

Ma se tu non vuoi venire

a dameggiar!

ROSINA

Mi suona, e non mi suona.

CAPITAN RODIMARTE

Puoi sdegnar le ricchezze,

gl'agi, gl'onori, i fasti,

le pompe, le grandezze?

ROSINA

Tu mi fai dubitar...

CAPITAN RODIMARTE

Non più contrasti.

Risolvi, e ti consola,

che tu sarai felice, in gioia, e in festa.

Anzi non verrai sola:

verrà pur Doralice...

ROSINA

Nipote alla padrona?

CAPITAN RODIMARTE

Appunto questa.

ROSINA

Con chi? Che dici? E come far lo puote?

CAPITAN RODIMARTE

È ella amante amata

d'un, ch'è mio camerata.

ROSINA

E chi è questi?

CAPITAN RODIMARTE

È il nipote

di Flaminio, quel vecchio; e già fra loro

stanno in appuntamento;

e così, mio tesoro,

tu ancor potrai venire:

ROSINA

Sempre, che sia così, me ne contento.

Quando avremo a partire?

CAPITAN RODIMARTE

Dall'altra porta, in farsi l'aria oscura.

ROSINA

Questo mi dà sospetto!

Partir ascosi!

CAPITAN RODIMARTE

Eh! Non aver paura:

non starne più sospesa:

basti quanto t'ho detto.

Tu là ti troverai,

senza mostrarti intesa;

e legati vedrai,

con catene amorose,

due vaghi sposi, a due leggiadre spose.

Verrai?

ROSINA

Verrò contenta...

CAPITAN RODIMARTE

O muso saporito!

ROSINA

Sposa? Marito? È forza, ch'io consenta.

 

Il farsi sposa,    

l'aver marito,

è bella,

cosa;

è un appetito

ch'ogni zitella

fa spasimar.

O belle, o brutte,

lo voglion tutte,

che si può far?

S

 

CAPITAN RODIMARTE

Tu m'empi di dolcezza,  

o bella, o graziosa! In te s'ammira

un composto di grazia, e di bellezza.

ROSINA

Veggo, che da te spira

bella, ridente, e chiara...

CAPITAN RODIMARTE

Che, mia vita, mio ben?

 

Scena undicesima

Flaminio, e suddetti.

<- Flaminio

 

FLAMINIO

(Pur qui costui!)  

ROSINA

Via mo, che mi vergogno!

CAPITAN RODIMARTE

O gioia, o cara!

Orsù fa' quanto dissi.

FLAMINIO

Tu, che vuoi da colui?

Che son fra voi cotesti pissi, pissi?

ROSINA

Voi da noi che volete?

CAPITAN RODIMARTE

Di nuovo questa noia?

FLAMINIO

Ah! Schiuma de' ribaldi...

ROSINA

Troppo importuno siete!

FLAMINIO

Brutta cera di boia...

CAPITAN RODIMARTE

Eh! Non far, ch'io mi scaldi.

FLAMINIO

Poltron, mi sei ben noto.

ROSINA

Ma questa l'è pur bella!

FLAMINIO

Taci là, rubaldella.

CAPITAN RODIMARTE

Vedi, che non è più l'ora del voto.

FLAMINIO

Che voto? Bestione.

 

Scena dodicesima

Cornelia, di casa, e i suddetti.

<- Cornelia

 

CORNELIA

(Oh! Sentiam questa tresca!)  

CAPITAN RODIMARTE

Eh! Vanne via.

FLAMINIO

Senti qua mascalzone...

ROSINA

E nemmen ve n'andate?

FLAMINIO

Cotesta è cosa mia...

CORNELIA

Cotesta è cosa sua, non la toccate.

ROSINA

(Povera me!)

FLAMINIO

Che 'l sistolo ti roda.

Tu, che vuoi?

CORNELIA

Uh! Porcaccio,

nutrito nella broda!

(lo contraffà)

Cotesta è cosa mia. Brutto vecchiaccio.

FLAMINIO

Cornelia, tu m'appletti.

CAPITAN RODIMARTE

Ha ragion la signora.

FLAMINIO
(al Capitano)

In dozzina ti metti

non taci in tua malora?

CORNELIA

Infame! Non ti suona?

CAPITAN RODIMARTE

Eh! Che ci posso fare?

Rispetto questa nobile matrona.

FLAMINIO

Ah! Birbon...

CORNELIA

Uh! vedete il mio bravazzo,

che si vuole impegnare!

ROSINA

(Oh sventurata me!)

CORNELIA

Puh! Vecchio pazzo!

E tu, mia signorina...

FLAMINIO

Da quella, che pretendi?

CAPITAN RODIMARTE

Ella non colpa.

ROSINA

C'ho fatto io poverina?

CORNELIA

Non sempre gioverà questa discolpa.

ROSINA

Ma io...

CORNELIA

Tacer non vuoi?

FLAMINIO
(al Capitano)

Va', c'hai da far con me.

CAPITAN RODIMARTE

Che far mi puoi?

 

CORNELIA
(a Rosina)

Pensa ben...  

Insieme

FLAMINIO
(al Capitano)

Pensa ben...

 

ROSINA

C'ho da pensare?

CAPITAN RODIMARTE

Che vuoi fare?

CORNELIA E FLAMINIO

Che s'io t'ho le mani addosso...

CORNELIA
(a Rosina)

Io ti pesto.

FLAMINIO
(al Capitano)

Io ti dissosso.

CAPITAN RODIMARTE
(a Flaminio)

A me questo?

ROSINA

Aiuto, aiuto.

FLAMINIO
(a Cornelia)

Ah! Vecchiaccia arrabbiatona!

CORNELIA
(a Rosina)

Di squartarti ho risoluto.

CAPITAN RODIMARTE
(a Cornelia)

Piano un poco mia padrona.

ROSINA

C'ho mai fatto io poverella?

FLAMINIO

Che vergogna!

CORNELIA

Oh il mio gaietto

che difende la sua bella!

CAPITAN RODIMARTE

Via: finite.

CORNELIA E FLAMINIO

A tuo dispetto...

CORNELIA

Io la voglio stroppiar.

FLAMINIO

Mia mogliera io l'ho da far,

ROSINA E CAPITAN RODIMARTE

(fra di loro nascosti)

Stiamo pronti a scappar!

CORNELIA

Oh 'l vecchio con la ragazza!

FLAMINIO

Ve' la pazza!

CAPITAN RODIMARTE

Dice bene.

FLAMINIO

E non taci frappatore?

ROSINA

(a Cornelia)

Troppe pene

voi mi date.

CAPITAN RODIMARTE

(a Flaminio)

A un par mio con le bravate!

CORNELIA
(a Rosina)

Tu vedrai cosa maggiore.

Insieme

FLAMINIO
(al Capitano)

Tu vedrai cosa maggiore.

 

CORNELIA
(a Rosina)

Se modesta non vuoi star...

FLAMINIO
(al Capitano)

Se un po' più mi fai stizzar.

ROSINA
(a Cornelia)

Questa è cosa da crepar.

CAPITAN RODIMARTE
(a Flaminio)

Bene, ben: l'hai da pagar.

 

Cornelia, Flaminio, Rosina, Capitan Rodimarte ->

 

Scena tredicesima

Si sente di dentro battimento di spade; esce Riccardo ferito, ed inseguito da Erminio, e cade Riccardo.

 

RICCARDO
(di dentro)

Troppo resisti ardito.  

ERMINIO
(di dentro)

Infame tu morrai.

 

<- Riccardo, Erminio

RICCARDO

No più, ch'io son ferito.

(esce fuori, e cade)

ERMINIO

No, che morto ti voglio.

(va per ferirlo)

 

Scena quattordicesima

Leonora, e suddetti.

<- Leonora

 

LEONORA

Oh dio! Che fai?  

(trattiene Erminio)

Svena prima il mio core.

ERMINIO

Alla vendetta attendo:

mora da traditore.

RICCARDO

(O ciel t'intendo!)

ERMINIO

Lasciami...

 

Scena quindicesima

Doralice, e suddetti.

<- Doralice

 

DORALICE

Ahimè! Che veggio...  

Riccardo mio... deh ferma.

ERMINIO
(a Doralice)

Al sangue anelo:

tu m'irriti a far peggio.

DORALICE

Deh! Ferma...

LEONORA

Oh dio! Non più...

RICCARDO

(T'intendo, o cielo!)

ERMINIO

Lasciatemi...

 

Scena ultima

Flaminio, Cornelia, Capitan Rodimarte, Rosina, e suddetti.

<- Cornelia, Flaminio, Rosina, Capitan Rodimarte

 

FLAMINIO

Ch'è questo?  

CAPITAN RODIMARTE

Spade nude, ch'è stato?

CORNELIA

Che rumore è cotesto?

ROSINA

Un giovane ferito! Uh! Che peccato!

FLAMINIO
(ad Erminio)

Come... Riccardo mio...

Tu il feristi inumano?

ERMINIO

Il feritor son io...

RICCARDO

No, che armò la sua mano

la giustizia del ciel tutto si deve

ai gravi falli miei; ed è mia sorte,

che la piaga sia lieve,

quando mia giusta pena era la morte.

Leonora; un mancatore,

senz'amor, senza fede,

che ti rapì l'onore,

pentito a' piedi tuoi, perdon ti chiede.

LEONORA

Che sento! O me felice!

RICCARDO

Sì, perdonami, o cara:

caro cognato mio, perdon ti chieggio;

perdona, o Doralice.

Se t'ingannai, bugiardo; ed or, che chiara

la mia gran colpa io veggio,

pentito, o bella, a' miei doveri attendo;

accoglimi pietosa,

or, che l'onor ti rendo, e sei mia sposa.

 

Ricevi il mio core,    

non più mancatore,

ma fido, ma schietto,

ardente d'affetto,

acceso d'amor.

E sempre vedrai,

che, sola, sarai

il cor del mio cor.

S

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LEONORA

Riccardo amato, o quanto...  

per te... ah! Che la voce

soffoca in me di tenerezza il pianto.

FLAMINIO

Oh quanto è ver, che 'l mal non sempre nuoce!

DORALICE

Che stupori son questi!

CORNELIA

Io divengo di gelo!

ERMINIO

Doralice, intendesti?

DORALICE

È ver!

ROSINA

Che intesi mai!

CAPITAN RODIMARTE

Sei giusto, o cielo!

DORALICE

T'offesi Erminio, è vero;

ma tu déi compatir.

ERMINIO

Bella, vedrai

dell'amor mio sincero

qual sia la forza, e sposa mia sarai.

DORALICE

Caro mio.

ERMINIO

Mia gradita.

RICCARDO

Adorato mio ben.

LEONORA

Dolce mia vita.

RICCARDO

Oh quanto goderemo.

ERMINIO

Quanto lieto mi chiamo.

RICCARDO

E a celebrar le nozze in Lucca andremo.

FLAMINIO

Cornelia, che facciamo?

CORNELIA

E a questo pensi ancora

tu, che m'hai data tanta gelosia?

CAPITAN RODIMARTE

Non dubiti, signora,

che questa sarà mia.

CORNELIA

Lo vuoi?

ROSINA

Lo voglio.

CORNELIA

O ben: ora t'accetto:

è cessato il cordoglio.

FLAMINIO

O pupa del mio cor.

CORNELIA

Cor del mio petto.

CAPITAN RODIMARTE

A noi: la mano, o bella.

ROSINA

Oh che gusto, che sento.

CAPITAN RODIMARTE

O mia splendida stella.

Tu sei la gioia mia.

ROSINA

Tu il mio contento.

FLAMINIO

Del ciel sommo valore!

Il giusto vinse; e trionfò l'ONORE!

 

TUTTI

Applaudiam con lieto grido,    

al trionfo dell'onor.

Sempre un cor, costante, e fido,

gode, e giubila in amor.

S

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Una villa di Pisa poco lontana dalla città.

Erminio
 

O confusa mia mente!

Erminio
<- Leonora

Fratello / Ah! Questo nome

Leonora
Erminio ->

Numi eterni; e poss'io

Leonora ->
<- Riccardo

Quanto son pigre l'ore

Riccardo
<- Leonora

Riccardo, Leonora
<- Doralice

Riccardo con Leonora! / Ho l'alma in petto

Riccardo, Doralice
Leonora ->

Troppo ardente si mira

Riccardo
Doralice ->

Del fato, e della sorte

Riccardo
<- Capitan Rodimarte

Oh! Che pur ti ritrovo!

Capitan Rodimarte
Riccardo ->

Io la do per sicura

Capitan Rodimarte
<- Rosina

Oh questa è troppo sventura!

Tu m'empi di dolcezza

Capitan Rodimarte, Rosina
<- Flaminio

Pur qui costui!

Capitan Rodimarte, Rosina, Flaminio
<- Cornelia

Oh! Sentiam questa tresca!

Cornelia, Flaminio, Capitan Rodimarte e Rosina
Pensa ben / C'ho da pensare?
Cornelia, Flaminio, Rosina, Capitan Rodimarte ->

(si sente di dentro battimento di spade)

Troppo resisti ardito

<- Riccardo, Erminio

Riccardo, Erminio
<- Leonora

Oh dio! Che fai?

Riccardo, Erminio, Leonora
<- Doralice

Ahimè! Che veggio

Riccardo, Erminio, Leonora, Doralice
<- Cornelia, Flaminio, Rosina, Capitan Rodimarte

Ch'è questo?

Riccardo amato, o quanto

 
Scena Prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena ultima
Una villa di Pisa poco lontana dalla città. Una villa di Pisa poco lontana dalla città. Una villa di Pisa poco lontana dalla città.
Atto primo Atto secondo

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