Atto secondo

 

Scena prima

Casa di campagna presso Parigi. Salotto terreno. Nel fondo in faccia agli spettatori, è un camino, sopra il quale uno specchio ed un orologio, fra due porte chiuse da cristalli che mettono ad un giardino. Al primo piano, due altre porte, una di fronte all'altra. Sedie, tavolini, qualche libro, l'occorrente per scrivere.
Alfredo entra in costume da caccia.

Bozzetti

 Q 

<- Alfredo

 
[N. 4 - Aria Alfredo]

 N 

 

 

Lunge da lei per me non v'ha diletto!...  

Volaron già tre lune

dacché la mia Violetta

agi per me lasciò, dovizie, amori,

e le pompose feste,

ove, agli omaggi avvezza,

vedea schiavo ciascun di sua bellezza...

Ed or contenta in questi ameni luoghi

solo esiste per me... qui presso a lei

io rinascer mi sento,

e dal soffio d'amor rigenerato

scordo ne' gaudi suoi tutto il passato.

Brano musicale ()

 

(depone il fucile)

De' miei bollenti spiriti    

il giovanile ardore

ella temprò col placido

sorriso dell'amore!

Dal dì che disse: vivere

io voglio a te fedel,

dell'universo immemore

mi credo quasi in ciel.

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

Scena seconda

Detto ed Annina in arnese da viaggio.

<- Annina

 

ALFREDO

Annina, donde vieni?  

ANNINA

Da Parigi.

ALFREDO

Chi te 'l commise?

ANNINA

Fu la mia signora.

ALFREDO

Perché?

ANNINA

Per alienar cavalli, cocchi,

e quanto ancor possiede...

ALFREDO

Che mai sento!

ANNINA

Lo spendio è grande a viver qui solinghi.

ALFREDO

E tacevi?...

ANNINA

Mi fu il silenzio imposto.

ALFREDO

Imposto!... e v'abbisognan?...

ANNINA

Mille luigi.

ALFREDO

Or vanne... andrò a Parigi...

Questo colloquio ignori la signora...

Il tutto valgo a riparare ancora...

(Annina parte)

Annina ->

 

Scena terza

Alfredo solo.

 

Oh mio rimorso! Oh infamia!...  

e vissi in tale errore!...

ma il turpe sogno a frangere

il ver mi balenò.

Per poco in seno acquetati,

o grido dell'onore;

m'avrai securo vindice,

quest'onta laverò.

(esce)

Alfredo ->

 

Scena quarta

Violetta ch'entra con alcune carte, parlando con Annina, poi Giuseppe a tempo.

<- Violetta, Annina

 
[N. 5 - Duetto Violetta]

 N 

 

VIOLETTA

Alfredo?  

ANNINA

Per Parigi or or partiva.

VIOLETTA

E tornerà?...

ANNINA

Pria che tramonti il giorno...

dirvel m'impose...

VIOLETTA

È strano!...

 

<- Giuseppe

GIUSEPPE

(presenta una lettera)

Per voi...

VIOLETTA

(prende la lettera)

Sta bene... In breve

giungerà un uom d'affari... entri all'istante...

(Annina e Giuseppe escono)

Annina, Giuseppe ->

 

Scena quinta

Violetta, quindi il signor Germont, introdotto da Giuseppe che avanzate due sedie, riparte.

 

VIOLETTA

(legge la lettera)

Ah! ah!... scopriva Flora il mio ritiro!...  

E m'invita a danzar per questa sera!...

Invan m'aspetterà...

(getta il foglio sul tavolino e siede)

 

<- Giuseppe, Germont

GIUSEPPE

Giunse un signore.

VIOLETTA

(Ah! sarà lui che attendo...)

(accenna a Giuseppe d'introdurlo)

Giuseppe ->

GERMONT

Madamigella Valéry?...  

VIOLETTA

Son io.

GERMONT

D'Alfredo il padre in me vedete.

VIOLETTA

(sorpresa gli accenna di sedere)

Voi!

GERMONT

(sedendo)

Sì, dell'incauto che a rovina corre,

ammaliato da voi.

VIOLETTA

(alzandosi risentita)

Donna son io, signore, ed in mia casa;

ch'io vi lasci assentite,

più per voi che per me.

(per uscire)

GERMONT

(Quai modi!) Pure...

VIOLETTA

Tratto in error voi foste...

(torna a sedere)

GERMONT

De' suoi beni

dono vuol farvi...

VIOLETTA

Non l'osò finora;

rifiuterei.

GERMONT

(guardandosi intorno)

Pur tanto lusso...

VIOLETTA

A tutti

è mistero quest'atto... a voi no 'l sia.

(gli dà le carte)

GERMONT

(dopo averle scorse coll'occhio)

D'ogni avere pensate dispogliarvi?

Ah, il passato perché, perché v'accusa!...

VIOLETTA

Più non esiste... or amo Alfredo, e dio

lo cancellò col pentimento mio.

GERMONT

Nobili sensi invero!...

VIOLETTA

Oh, come dolce

mi suona il vostro accento!

GERMONT

(alzandosi)

Ed a tai sensi

un sacrifizio chieggo...

VIOLETTA

(alzandosi)

Ah no... tacete...

terribil cosa chiedereste certo...

il previdi... v'attesi... era felice...

troppo...

GERMONT

D'Alfredo il padre

la sorte, l'avvenir domanda or qui

de' suoi due figli.

VIOLETTA

Di due figli!...

GERMONT

Sì.

 

Pura siccome un angelo    

iddio mi diè una figlia;

se Alfredo nega riedere

in seno alla famiglia,

l'amato e amante giovane,

cui sposa andar dovea,

or si ricusa al vincolo

che lieti ne rendea...

deh, non mutate in triboli

le rose dell'amor.

Ai preghi miei resistere

non voglia il vostro cor.

S

Sfondo schermo () ()

 

VIOLETTA

Ah, comprendo... dovrò per alcun tempo  

da Alfredo allontanarmi... doloroso

fora per me... pur...

GERMONT

Non è ciò che chiedo...

VIOLETTA

Cielo... che più cercate? offersi assai!

GERMONT

Pur non basta.

VIOLETTA

Volete che per sempre

a lui rinunzi?...

GERMONT

È d'uopo!

VIOLETTA

No... giammai!

 

Non sapete quale affetto  

vivo, immenso m'arda in petto?...

Che né amici, né parenti

io non conto tra' viventi?...

E che Alfredo m'ha giurato

che in lui tutto io troverò?

Non sapete che colpita

d'atro morbo è la mia vita?

Che già presso il fin ne vedo?...

Ch'io mi separi da Alfredo?...

Ah, il supplizio è si spietato,

che morir preferirò.

Brano musicale ()

 

GERMONT

È grave il sacrifizio,  

ma pur tranquilla udite...

Bella voi siete e giovane...

col tempo...

VIOLETTA

Ah, più non dite

v'intendo... m'è impossibile...

lui solo amar vogl'io...

GERMONT

Sia pure... ma volubile

sovente è l'uom...

VIOLETTA
(colpita)

Gran dio!

GERMONT

Un dì, quando le veneri

il tempo avrà fugate,

fia presto il tedio a sorgere...

che sarà allor? Pensate...

Per voi non avran balsamo

i più soavi affetti;

poiché dal ciel non furono

tai nodi benedetti...

Brano musicale ()

VIOLETTA

È vero!...

GERMONT

Ah, dunque sperdasi

tal sogno seduttore,

siate di mia famiglia

l'angiol consolatore...

Violetta, deh, pensateci,

ne siete in tempo ancor...

È dio che ispira, o giovine

tai detti a un genitor.

 

VIOLETTA

(Così alla misera ~ ch'è un dì caduta,  

di più risorgere ~ speranza è muta!...

se pur benefico ~ le indulga iddio,

l'uomo implacabile ~ per lei sarà...)

(a Germont, piangendo)

Dite alla giovine ~ sì bella e pura

ch'avvi una vittima ~ della sventura,

cui resta un unico ~ raggio di bene...

che a lei il sacrifica ~ e che morrà!

Brano musicale ()

 

GERMONT

Sì, piangi, o misera... ~ supremo, il veggo,

è il sacrifizio ~ ch'or io ti chieggo...

Sento nell'anima ~ già le tue pene...

coraggio e il nobile ~ cor vincerà.

 
Silenzio.
 

VIOLETTA

Or imponete.  

Brano musicale ()

GERMONT

Non amarlo ditegli.

VIOLETTA

No 'l crederà.

GERMONT

Partite.

VIOLETTA

Seguirammi.

GERMONT

Allor...

VIOLETTA

Qual figlia m'abbracciate... forte

così sarò.

(s'abbracciano)

 

Tra breve ei vi fia reso,

ma afflitto oltre ogni dire... A suo conforto

di colà volerete.

(indicandogli il giardino, va per scrivere)

GERMONT

Or che pensate?

VIOLETTA

Sapendol, v'opporreste al pensier mio.

GERMONT

Generosa!... e per voi che far poss'io?...

 

VIOLETTA
(tornando a lui)

Morrò!... la mia memoria  

non fia ch'ei maledica,

se le mie pene orribili

vi sia chi almen gli dica.

Conosca il sacrifizio

ch'io consumai d'amor

che sarà suo fin l'ultimo

sospiro del mio cor.

Brano musicale ()

 

GERMONT

No, generosa, vivere,

e lieta voi dovrete;

mercé di queste lagrime

dal cielo un giorno avrete;

premiato il sacrifizio

sarà del vostro cor;

d'un'opra così nobile

andrete fiera allor.

 

VIOLETTA

Qui giunge alcun, partite!...  

GERMONT

Ah, grato v'è il cor mio!...

VIOLETTA

Non ci vedrem più forse...

(s'abbracciano)

VIOLETTA E GERMONT

Felice siate... Addio!...

(Germont esce per la porta del giardino)

Germont ->

 

Scena sesta

Violetta, poi Annina, quindi Alfredo.

 
[N. 6 - Scena Violetta]

 N 

 

VIOLETTA

Dammi tu forza, o cielo!...  

Siede, scrive, poi suona il campanello.
 

<- Annina

ANNINA

Mi richiedeste?

VIOLETTA

Sì, reca tu stessa

questo foglio...

(Annina ne guarda la direzione e se ne mostra sorpresa)

 

Silenzio... va' all'istante.

(Annina parte)

Annina ->

 

Ed ora si scriva a lui...

che gli dirò?... Chi me n' darà il coraggio!

(scrive e poi suggella)

 
(entrando)

<- Alfredo

ALFREDO

Violetta che fai?...    

S

VIOLETTA

(nascondendo la lettera)

Nulla.

ALFREDO

Scrivevi?

VIOLETTA
(confusa)

No... sì...

ALFREDO

Qual turbamento!... a chi scrivevi?...

VIOLETTA

A te...

ALFREDO

Dammi quel foglio.

VIOLETTA

No, per ora...

ALFREDO

Mi perdona... son io preoccupato.

VIOLETTA

(alzandosi)

Che fu!...

ALFREDO

Giunse mio padre...

VIOLETTA

Lo vedesti?

ALFREDO

No, no, severo scritto mi lasciava...

ma verrà, t'amerà in vederti...

VIOLETTA

(molto agitata)

Ch'ei qui non mi sorprenda...

lascia che m'allontani... tu lo calma...

(mal frena il pianto)

Ai piedi suoi mi getterò... divisi

ei più non ne vorrà... sarem felici...

perché tu m'ami, Alfredo, non è vero?...

ALFREDO

Oh, quanto!... perché piangi?...

VIOLETTA

Di lagrime avea d'uopo... or son tranquilla.

(sforzandosi)

Lo vedi? ti sorrido

sarò là, tra quei fior presso a te sempre...

Amami, Alfredo, quant'io t'amo... Addio.

(corre in giardino)

Violetta ->

 

Scena settima

Alfredo, poi Giuseppe, indi un Commissionario a tempo.

 

ALFREDO

Ah, vive sol quel core all'amor mio!...  

(siede, prende a caso un libro, legge alquanto, quindi si alza guarda l'ora sull'orologio sovrapposto al camino)

È tardi: ed oggi forse

più non verrà mio padre.

GIUSEPPE

(entrando frettoloso)

La signora è partita...

l'attendeva un calesse, e sulla via

già corre di Parigi... Annina pure

prima di lei spariva.

<- Giuseppe

ALFREDO

Il so, ti calma...

GIUSEPPE

(Che vuol dir ciò?)

(parte)

Giuseppe ->

ALFREDO

Va forse d'ogni avere

ad affrettar la perdita... ma Annina

la impedirà...

(si vede il padre attraversare in lontananza il giardino)

Qualcuno è nel giardino!...

Chi è là?

(per uscire)

 

<- Commissionario

COMMISSIONARIO

(alla porta)

Il signor Germont?  

ALFREDO

Son io.

COMMISSIONARIO

Una dama

da un cocchio, per voi, di qua non lunge

mi diede questo scritto...

(dà una lettera ad Alfredo, ne riceve qualche moneta e parte)

Commissionario ->

 

Scena ottava

Alfredo, poscia il signor Germont ch'entra in giardino.

 

ALFREDO

Di Violetta!... Perché son io commosso?...  

A raggiungerla forse ella m'invita...

Io tremo!... Oh ciel!... Coraggio!...

(apre e legge)

«Alfredo, al giungervi di questo foglio»...

(come fulminato grida)

Ah!...

(volgendosi si trova a fronte del padre, nelle cui braccia si abbandona esclamando:)

<- Germont

 

Padre mio!  

GERMONT

Mio figlio!...

Oh, quanto soffri... tergi, ah, tergi il pianto,

ritorna di tuo padre orgoglio e vanto.

 
Alfredo, disperato, siede presso il tavolino col volto tra le mani.
 

GERMONT

Di Provenza il mar, il suol ~ chi dal cor ti cancellò?    

Al natio fulgente sol ~ qual destino ti furò?...

Oh, rammenta pur nel duol ~ ch'ivi gioia a te brillò,

e che pace colà sol ~ su te splendere ancor può.

Dio mi guidò!

Ah! il tuo vecchio genitor ~ tu non sai quanto soffrì!...

te lontano, di squallor ~ il suo tetto si coprì...

ma se alfin ti trovo ancor, ~ se in me speme non fallì,

se la voce dell'onor ~ in te appien non ammutì.

Dio m'esaudì!

S

Brano musicale ()

 

 

(abbracciandolo)

Né rispondi d'un padre all'affetto?  

ALFREDO

Mille serpi divoranmi il petto...

(respingendolo)

Mi lasciate...

GERMONT

Lasciarti!

ALFREDO
(risoluto)

(Oh vendetta!)

GERMONT

Non più indugi; partiamo t'affretta.

ALFREDO

(Ah, fu Douphol!)

GERMONT

M'ascolti tu?

ALFREDO

No.

GERMONT

Dunque invano trovato t'avrò!

 

No, non udrai rimproveri;  

copriam d'oblio il passato;

l'amor che m'ha guidato,

sa tutto perdonar.

Vieni, i tuoi cari in giubilo

con me rivedi ancora;

a chi penò finora

tal gioia non negar.

Un padre ed una suora

t'affretta a consolar.

 

ALFREDO

(scuotendosi, getta a caso gli occhi sulla tavola, vede la lettera di Flora, la scorre ed esclama:)

Ah!... ell'è alla festa!... volisi

l'offesa a vendicar.

(fugge precipitoso seguìto dal padre)

Alfredo, Germont ->

 
 

Scena nona

Galleria nel palazzo di Flora, riccamente addobbata e illuminata. Una porta nel fondo e due laterali. A destra più avanti, un tavoliere, con quanto occorre pe 'l gioco; a sinistra, ricco tavolino con fiori e rinfreschi, varie sedie e un divano.
Flora, il Marchese, il Dottore ed altri Invitati entrano dalla sinistra discorrendo fra loro.

Bozzetti

 Q 

<- Flora, Marchese, Dottore, invitati

 
[N. 7 - Finale atto II]

 N 

 

FLORA

Avrem lieta di maschere la notte;  

n'è duce il viscontino...

Violetta ed Alfredo anco invitai...

MARCHESE

La novità ignorate?...

Violetta e Germont sono disgiunti.

DOTTORE E FLORA

Fia vero?...

MARCHESE

Ella verrà qui col Barone.

DOTTORE

Li vidi ieri ancor... parean felici.

(s'ode rumore a destra)

FLORA

Silenzio... udite?...

TUTTI

(vanno verso la destra)

Giungono gli amici.

 

Scena decima

Detti, e molte signore mascherate da Zingare, che entrano dalla destra.

<- signore da zingare

 

ZINGARE

Noi siamo zingarelle    

venute da lontano;

d'ognuno sulla mano

leggiamo l'avvenir.

Se consultiam le stelle

null'avvi a noi d'oscuro,

e i casi del futuro

possiamo altrui predir.

S

Sfondo schermo () ()

 

I.

Vediamo!... Voi, signora,  

(prendono la mano a Flora e l'osservano)

rivali alquante avete...

II.

(fanno lo stesso al Marchese)

Marchese, voi non siete

model di fedeltà.

FLORA
(al Marchese)

Fate il galante ancora?

Ben, vo' me la paghiate...

MARCHESE
(a Flora)

Che dianci vi pensate?...

L'accusa è falsità.

FLORA

La volpe lascia il pelo,

non abbandona il vizio

Marchese mio, giudizio,

o vi farò pentir.

TUTTI

Su via, si stenda un velo

sui fatti del passato;

già quel ch'è stato è stato,

badiamo all'avvenir.

(Flora ed il Marchese si stringono la mano)
 

Scena undicesima

Detti, Gastone ed altri amici mascherati da Mattadori, Piccadori spagnuoli, ch'entrano vivamente dalla destra.

<- Gastone, amici mascherati

 

GASTONE E MATTADORI

Di Madride noi siam mattadori,  

siamo i prodi del circo de' tori,

testé giunti a godere del chiasso

che a Parigi si fa pe 'l bue grasso;

e una storia, se udire vorrete,

quali amanti noi siamo, saprete.

Brano musicale ()

GLI ALTRI

Sì, sì, bravi, narrate, narrate,

con piacere l'udremo...

GASTONE E MATTADORI

Ascoltate.

 

GASTONE E MATTADORI

È Piquillo un bel gagliardo    

biscaglino mattador:

forte il braccio, fiero il guardo,

delle giostre egli è signor.

D'andalusa giovinetta

follemente innamorò;

ma la bella ritrosetta

così al giovane parlò:

«Cinque tori in un sol giorno

vo' vederti ad atterrar;

e, se vinci, al tuo ritorno

mano e cor ti vo' donar.»

«Sì» gli disse, e il mattadore,

alle giostre mosse il piè;

cinque tori, vincitore

sull'arena egli stendé.

S

 

GLI ALTRI

Bravo invero il mattadore,

ben gagliardo si mostrò

se alla giovane l'amore

in tal guisa egli provò!

GASTONE E MATTADORI

Poi, tra plausi, ritornato

alla bella del suo cor,

colse il premio desïato

tra le braccia dell'amor.

GLI ALTRI

Con tai prove i mattadori

san le amanti conquistar!

GASTONE E MATTADORI

Ma qui son più miti i cori;

a noi basta folleggiar...

TUTTI

Sì, sì, allegri... Or pria tentiamo

della sorte il vario umor;

la palestra dischiudiamo

agli audaci giocator.

(gli uomini si tolgono la maschera, e chi passeggia e chi si accinge a giocare)
 

Scena dodicesima

Detti ed Alfredo, quindi Violetta col Barone. Un Servo a tempo.

<- Alfredo

 

TUTTI

Alfredo!... Voi!...  

ALFREDO

Sì, amici...

FLORA

Violetta?

ALFREDO

Non ne so.

TUTTI

Ben disinvolto!... Bravo!... Or via, giocar si può.

(Gastone si pone a tagliare, Alfredo ed altri puntano)
 
(Violetta entra al braccio del Barone)

<- Violetta, Barone

FLORA

(andandole incontro)

Qui desïata giungi...  

Brano musicale ()

VIOLETTA

Cessi al cortese invito.

FLORA

Grata vi son, barone, d'averlo pur gradito.

BARONE
(piano a Violetta)

Germont è qui!... il vedete!...

VIOLETTA
(piano)

(Ciel! egli è vero.) Il vedo.

BARONE
(cupo)

Da voi non un sol detto si volga a questo Alfredo.

VIOLETTA

(Ah perché venni! Incauta... Pietà di me, gran dio!)

FLORA
(a Violetta)

Meco t'assidi, narrami, quai novità vegg'io?...

Flora fa sedere Violetta presso di sé; il Dottore si avvicina ad esse, che sommessamente conversano. Il Marchese si trattiene a parte col Barone, Gastone taglia, Alfredo ed altri puntano, altri passeggiano.
 

ALFREDO

Un quattro!

GASTONE

Ancora hai vinto.

ALFREDO

(punta e vince)

Sfortuna nell'amore

vale fortuna al gioco!...

TUTTI

È sempre vincitore!...

ALFREDO

Oh, vincerò stasera; e l'oro guadagnato

poscia a goder fra' campi ritornerò beato.

FLORA

Solo?

ALFREDO

No, no, con tale che vi fu meco ancor,

poi mi sfuggìa...

VIOLETTA

(Mio dio!)

GASTONE
(ad Alfredo)

(indicando Violetta)

(Pietà di lei!)

BARONE
(ad Alfredo, con mal frenata ira)

Signor!...

VIOLETTA
(piano al Barone)

Frenatevi, o vi lascio.

ALFREDO
(disinvolto)

Barone, m'appellaste?

BARONE

Siete in sì gran fortuna, che al gioco mi tentaste.

ALFREDO
(ironico)

Sì?... la disfida accetto...

VIOLETTA

(Che fia?... morir mi sento.)

BARONE

(puntando)

Cento luigi a destra...

ALFREDO

(puntando)

Ed alla manca cento...

GASTONE

Un asse... un fante... hai vinto!...

BARONE

Il doppio?...

ALFREDO

Il doppio sia.

GASTONE

(tagliando)

Un quattro... un sette...

TUTTI

Ancora!...

ALFREDO

Pur la vittoria è mia!

CORO

Bravo davver!... la sorte è tutta per Alfredo!...

FLORA

Del villeggiar la spesa farà il Baron, già il vedo.

ALFREDO
(al Barone)

Seguite pur...

 

<- Domestico

DOMESTICO

La cena è pronta.  

CORO

(s'avviano)

Andiamo.

(tra loro a parte)

ALFREDO

Se continuar v'aggrada...

BARONE

Per ora no 'l possiamo.

Più tardi la rivincita.

ALFREDO

Al gioco che vorrete.

BARONE

Seguiam gli amici; poscia...

ALFREDO

Sarò qual mi vorrete.

 
Tutti entrano nella porta di mezzo: la scena rimane un istante vuota.

Flora, Dottore, Marchese, invitati, signore da zingare, Gastone, amici mascherati, Violetta, Alfredo, Barone, Domestico ->

 

Scena tredicesima

Violetta che ritorna affannata, indi Alfredo.

<- Violetta

 

VIOLETTA

Invitato a qui seguirmi,  

verrà desso?... vorrà udirmi?...

Ei verrà... ché l'odio atroce

puote in lui più di mia voce...

 

<- Alfredo

ALFREDO

Mi chiamaste?... che bramate?...    

S

VIOLETTA

Questi luoghi abbandonate,

un periglio vi sovrasta...

ALFREDO

Ah, comprendo!... Basta... basta...

E sì vile mi credete?...

VIOLETTA

Ah, no, mai...

ALFREDO

Ma che temete?...

VIOLETTA

Tremo sempre del Barone...

ALFREDO

È tra noi mortal questione...

s'ei cadrà per mano mia

un sol colpo vi torrìa

coll'amante il protettore...

V'atterrisce tal sciagura?

VIOLETTA

Ma s'ei fosse l'uccisore?...

Ecco l'unica sventura

ch'io pavento a me fatale.

ALFREDO

La mia morte!... che ve n' cale?

VIOLETTA

Deh, partite, e sull'istante.

ALFREDO

Partirò, ma giura innante

che dovunque seguirai

i miei passi...

VIOLETTA

Ah, no, giammai.

ALFREDO

No!... giammai!...

VIOLETTA

Va', sciagurato.

Scorda un nome ch'è infamato...

Va'... mi lascia sul momento...

di fuggirti un giuramento

sacro io feci...

ALFREDO

E chi potea?...

VIOLETTA

Chi diritto pien ne avea.

ALFREDO

Fu Douphol?...

Brano musicale ()

VIOLETTA
(con supremo sforzo)

Sì.

ALFREDO

Dunque l'ami?

VIOLETTA

Ebben... l'amo.

ALFREDO

(corre furente a spalancare la porta e grida)

Or tutti a me.

 

Scena quattordicesima

Detti, e tutti i precedenti che confusamente ritornano.

<- Flora, Dottore, Marchese, invitati, Gastone, Barone

 

TUTTI

Ne appellaste?... Che volete?...  

(additando Violetta che abbattuta si appoggia al tavolino)

ALFREDO

Questa donna conoscete?

TUTTI

Chi?... Violetta?

ALFREDO

Che facesse

non sapete?

VIOLETTA

Ah, taci.

ALFREDO

No.

 

Ogni suo aver tal femmina    

per amor mio sperdea...

io cieco, vile, misero,

tutto accettar potea.

Ma è tempo ancora, tergermi

da tanta macchia bramo...

qui testimoni vi chiamo,

ch'ora pagata io l'ho.

S

Getta con furente sprezzo una borsa ai piè di Violetta, che sviene tra le braccia di Flora e del Dottore. In tal momento entra il Padre.

<- Germont

 

Scena quindicesima

Detti, ed il signor Germont ch'entra all'ultime parole.

 

TUTTI

Oh, infamia orribile  

tu commettesti!...

Un cor sensibile!

Così uccidesti!...

Di donne ignobile

insultator,

di qua allontanati,

ne desti orror.

 

GERMONT
(con dignitoso fuoco)

Di sprezzo degno sé stesso rende  

chi pur nell'ira la donna offende...

Dov'è mio figlio?... più non lo vedo;

in te più Alfredo ~ trovar non so.

(Io sol fra tanti so qual virtude

di quella misera il sen racchiude...

io so che l'ama, che gli è fedele;

eppur, crudele, tacer dovrò!)

 

ALFREDO

(Ah sì!... che feci! ne sento orrore!...

gelosa smania, deluso amore

mi strazian l'alma... più non ragiono...

da lei perdono ~ più non avrò.

Volea fuggirla non ho potuto...

dall'ira spinto son qui venuto!...

or che lo sdegno ho disfogato,

me sciagurato!... rimorso io n'ho!)

 

VIOLETTA
(riavendosi)

Alfredo, Alfredo, di questo core  

non puoi comprendere tutto l'amore...

tu non conosci che fino a prezzo

del tuo disprezzo ~ provato io l'ho.

Ma verrà giorno, in che il saprai...

com'io t'amassi conoscerai...

dio dai rimorsi ti salvi allora...

io spenta ancora ~ pur t'amerò.

Brano musicale ()

 

BARONE
(piano ad Alfredo)

A questa donna l'atroce insulto

qui tutti offese, ma non inulto

fia tanto oltraggio... provar vi voglio

che tanto orgoglio ~ fiaccar saprò.

 

TUTTI
(a Violetta)

Ahi quanto peni... ma pur fa core...

qui soffre ognuno del tuo dolore;

fra cari amici qui sei soltanto,

rasciuga il pianto ~ che t'inondò.

 
(il signor Germont trae seco il figlio, il Barone li segue. Violetta è condotta in altra stanza dal Dottore e da Flora, gli altri si disperdono)

Germont, Alfredo, Barone, Violetta, Dottore, Flora, Marchese, Gastone, invitati ->

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Casa di campagna presso Parigi; salotto terreno; nel fondo è un camino, sopra il quale uno specchio ed un orologio, fra due porte chiuse da cristalli che mettono ad un giardino; al primo piano, due altre porte; sedie, tavolini, qualche libro, l'occorrente per scrivere.

<- Alfredo

[N. 4 - Aria Alfredo]

Lunge da lei per me non v'ha diletto!

Alfredo
<- Annina

Annina, donde vieni?

Alfredo
Annina ->
Alfredo ->
<- Violetta, Annina

[N. 5 - Duetto Violetta]

Alfredo? / Per Parigi or or partiva

Violetta, Annina
<- Giuseppe

Violetta
Annina, Giuseppe ->

Ah! ah!... scopriva Flora il mio ritiro!

Violetta
<- Giuseppe, Germont

Violetta, Germont
Giuseppe ->

Madamigella Valéry?.

Ah, comprendo... dovrò per alcun tempo

Germont e Violetta
È grave il sacrifizio

(silenzio)

Or imponete / Non amarlo ditegli

Violetta, Germont
Morrò!... la mia memoria

Qui giunge alcun: partite!

Violetta
Germont ->

[N. 6 - Scena Violetta]

Dammi tu forza, o cielo!

Violetta
<- Annina

Violetta
Annina ->

Violetta
<- Alfredo

Violetta che fai? / Nulla / Scrivevi?

Alfredo
Violetta ->

Ah, vive sol quel core all'amor mio!

Alfredo
<- Giuseppe

La signora è partita

Alfredo
Giuseppe ->

(si vede il Germont attraversare in lontananza il giardino)

Alfredo
<- Commissionario

Il signor Germont?

Alfredo
Commissionario ->

Di Violetta!... Perché son io commosso?

Alfredo
<- Germont

Padre mio! / Mio figlio!

Germont, poi Alfredo
No, non udrai rimproveri
Alfredo, Germont ->

Galleria nel palazzo di Flora, riccamente addobbata e illuminata; una porta nel fondo e due laterali; a destra più avanti, un tavoliere, con quanto occorre pel gioco; a sinistra, ricco tavolino con fiori e rinfreschi, varie sedie e un divano.

<- Flora, Marchese, Dottore, invitati

[N. 7 - Finale atto II]

Avrem lieta di maschere la notte

Flora, Marchese, Dottore, invitati
<- signore da zingare
Coro di Zingare
Noi siamo zingarelle
Zingare, Flora, Marchese, poi Tutti
Vediamo! Voi, signora
Flora, Marchese, Dottore, invitati, signore da zingare
<- Gastone, amici mascherati
Gastone, Mattatori, tutti
Di Madride noi siam mattadori
Gastone e Mattatori, tutti
È Piquillo un bel gagliardo
Flora, Marchese, Dottore, invitati, signore da zingare, Gastone, amici mascherati
<- Alfredo

Alfredo! Voi! / Sì amici / Violetta? / Non ne so

Flora, Marchese, Dottore, invitati, signore da zingare, Gastone, amici mascherati, Alfredo
<- Violetta, Barone

Qui desïata giungi

Flora, Marchese, Dottore, invitati, signore da zingare, Gastone, amici mascherati, Alfredo, Violetta, Barone
<- Domestico

La cena è pronta / Andiamo

Flora, Dottore, Marchese, invitati, signore da zingare, Gastone, amici mascherati, Violetta, Alfredo, Barone, Domestico ->
<- Violetta
Violetta
<- Alfredo
Violetta, Alfredo
<- Flora, Dottore, Marchese, invitati, Gastone, Barone
Violetta, Alfredo, Flora, Dottore, Marchese, invitati, Gastone, Barone
<- Germont

(Violetta sviene)

Germont, Alfredo, Violetta, Barone, poi tutti
Di sprezzo degno sé stesso rende

(Violetta rinviene)

Germont, Alfredo, Barone, Violetta, Dottore, Flora, Marchese, Gastone, invitati ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima
Salotto in casa di Violetta; nel fondo è la porta che mette ad altra sala; ve ne... Casa di campagna presso Parigi; salotto terreno; nel fondo è un camino, sopra il quale uno specchio ed... Galleria nel palazzo di Flora,... Camera da letto di Violetta; nel fondo è un letto con cortine mezze tirate; una finestra chiusa; presso il...
[N. 1 - Preludio] [N. 2 - Introduzione] [N. 3 - Aria Violetta; Finale atto I] [N. 4 - Aria Alfredo] [N. 5 - Duetto Violetta] [N. 6 - Scena Violetta] [N. 7 - Finale atto II] [N. 8 - Scena e Aria] [N. 9 - Baccanale, Coro] [N. 10 - Duetto] [N. 11 - Finale ultimo]
Atto primo Atto terzo

• • •

Testo PDF Ridotto