Atto secondo

 

Scena prima

Gabinetto.
Folletto, e Bettina, indi don Pistacchio, e don Simone.

 Q 

Folletto, Bettina

 
Recitativo

FOLLETTO

Che ne dici Bettina  

di questa storiella?

BETTINA

È tanto nuova, e bella,

allegra, graziosa, e singolare,

che in piazza, affé, potrebbesi cantare.

FOLLETTO

Mi par di sentir gente.

BETTINA

Don Simone

qui viene col nipote scioccarello.

FOLLETTO

Ritiriamoci qua zitti, e bel bello.

(si ritirano)
 

<- Pistacchio, Simone

PISTACCHIO

No, non voglio più moglie; ho già fissato  

di morir senza eredi.

SIMONE

Ma la sposa...

PISTACCHIO

Se la prenda chi vuol. Fra quella, e questa.

Caro signor mio zio, non ho più testa.

SIMONE

Eppur senti che idea

mi viene nel pensiero.

PISTACCHIO

Via sentiamo.

BETTINA

(Sentiamo ancora noi.)

SIMONE

Adesso proprio

in Napoli spedir vuo una staffetta.

PISTACCHIO

Per cosa far?

SIMONE

Per fare qui venire

due primari avvocati; onde da loro

consiglio prenderemo,

e meglio in causa ci regoleremo.

PISTACCHIO

Evviva zio Simone.

SIMONE

Ah, che ti pare?

PISTACCHIO

Mi piace come zucchero il pensiero.

SIMONE

Andiamo in corso a mettere il corriero.

(partono)

Pistacchio, Simone ->

 

FOLLETTO

Sentisti?  

BETTINA

Ho inteso tutto.

FOLLETTO

La padrona

bisogna prevenir di quest'affare.

BETTINA

Sai che non dici mal.

FOLLETTO

Qualche regalo

forse guadagnerò.

BETTINA

E la mia parte?

FOLLETTO

La tua parte s'intende.

BETTINA

Dunque a lei

presto vanne, cammina.

FOLLETTO

Ingegnarsi convien, cara Bettina.

 
[N. 13 - Aria Folletto]

 N 

Un uomo astuto, e destro  

scialacqua, e vive bene;

di questo son maestro,

e scuola posso dar:

chi giuoca di cervello

con arte, ed impostura,

per tutto fa figura,

e il mondo fa burlar.

(parte)

Folletto ->

 

Scena seconda

Bettina, indi don Simone.

 
Recitativo

BETTINA

Certo chi è destro al mondo  

di far fortuna sempre può sperare.

 

<- Simone

SIMONE

In Napoli il corrier già ho fatto andare.

BETTINA

Serva vostra, signor.

SIMONE

Oh Betta bella,

schiavo, schiavo cor mio.

BETTINA

Cor mio.

SIMONE

Che serve,

già tu lo sai, carina,

che son morto per te.

BETTINA

Voi mi burlate,

sono una poverella.

SIMONE

Ma io ricca ti farò Bettina bella.

BETTINA

(Adesso è tempo.) Ricca? Eh non lo credo.

SIMONE

Ricca, ricca, ricchissima.

BETTINA

Ma veda, vossustrissima,

in questa borsa mia non v'è un soldetto.

(cava di saccoccia una borsa vuota)

SIMONE

Hai ragion. Prendi qua, mio dolce amore.

(le dà la sua)

BETTINA

Comincio adesso a credervi, signore.

SIMONE

Dammi la tua manina.

BETTINA

Oh mi vergogno.

SIMONE

Perché?

BETTINA

Perché arrossisco

di mostrarla così senza un anello.

SIMONE

Dunque prenditi questo.

(le dà un anello)

BETTINA

Ah quanto è bello.

Grazie.

SIMONE

Mi vuoi tu ben?

BETTINA

(strofinandosi il naso)

Sia maledetto...

SIMONE

Con chi l'hai?

BETTINA

L'ho ben con un stranuto;

par che voglia venire, e scampa via.

SIMONE

Piglia piglia tabacco, gioia mia.

(cava la scatola)

BETTINA

(prende tabacco)

Oh grazie.

SIMONE

Tira forte.

BETTINA

(stranuta)

Eccì.

SIMONE

Salute.

BETTINA

Buono questo tabacco!

SIMONE

È di Siviglia.

Ti piace? Non rispondi?

BETTINA

Io son sincera

mi piacerebbe più la tabacchiera.

SIMONE

Prendi la tabacchiera, e prendi ancora

il mio core con tutto l'altro resto.

BETTINA

Per adesso, signor, mi basta questo.

 
[N. 14 - Aria Bettina]

 N 

No, tanto scortese  

non sono, signore,

quel vostro bel core

sta ben dove sta:

se il mio non vi spiace,

ve 'l dono a buon patto,

e giusto baratto

fra noi si farà.

Che dite, volete?

Son pronta, pigliate:

il vostro a me date,

contenta son già.

(Che caro babbeo,

che sciocco amatore.)

Non più, che l'amore

struggendo mi va.

(parte)

Bettina ->

 
Recitativo

SIMONE

Costei non canterà più per le piazze.  

Mi piace, e avanti sera

della sposa la faccio cameriera.

(parte)

Simone ->

 
 

Scena terza

Sala con sedie.
Don Pistacchio, indi un Servo, poi don Simone.

 Q 

Pistacchio

<- un servo

 
Recitativo

PISTACCHIO

Chi diavolo mai mi pose in testa  

di voler prender moglie? Ho ben piacere

di sentir gli avvocati consultori

per dar fine alle liti, ed ai rumori.

(al servo)

Cosa c'è, perché corri? Sono giunti?

Me ne consolo. Chi? Montan le scale?

Ma chi, asinaccio? Ah, gli avvocati, oh caspita.

(smanioso)

Signor zio, signor zio. Presto vedete

don Simone dov'è, dov'è ficcato.

 

un servo ->

<- Simone

SIMONE

Perché gridi così, sei spiritato?  

PISTACCHIO

Son giunti, son venuti.

SIMONE

Chi è venuto?

PISTACCHIO

I dottori, cospetto, gli avvocati.

SIMONE

Oh bravo. E dove sono?

PISTACCHIO

Per le scale.

SIMONE

Ad incontrarli andiamo.

PISTACCHIO

Ecco già entrano.

SIMONE

Che aria maestosa!

PISTACCHIO

Mi sembrano due satrapi d'Egitto.

SIMONE

Guarda che gravità.

PISTACCHIO

Attento, e zitto.

 

Scena quarta

Don Martino, e donna Lisetta vestiti d'avvocati, e detti.

<- Martino, Lisetta

 
[N. 15 - Duettino]

 N 

MARTINO

Qui è Baldo, e Bartolo,  

è qui Solone.

LISETTA

Qui v'è Demostene,

v'è Cicerone.

MARTINO

Salvete domini.

LISETTA

Valete amici.

LISETTA E MARTINO

Siam qui a difendere

la verità.

Ma già che trattasi

di matrimonio,

il grande Tacito

deciderà.

 
Recitativo

PISTACCHIO

Signoris benvenutis.  

SIMONE

Fate gratias

cum nobis sedebare.

MARTINO

(a Lisetta, e siede)

Sede, amice.

LISETTA

Sedebo.

LISETTA E SIMONE

(siedono)

Assediare.

MARTINO

Insomma, miei signori,

cosa saper bramate

dalle nostre gran teste letterate?

PISTACCHIO

Or io v'informerò. Eccellentissimi,

dottori sapientissimi,

sappiamo, che il mio caso

è degno di pietà. Io mi ritrovo

confuso fra due mogli; e se per sorte:

son costretto a pigliar moglie incerta,

ho timor d'aver anche incerti figli;

onde datemi voi lumi, e consigli.

MARTINO

Trattandosi di femmine,

il caso è filosofico.

LISETTA

Trattandosi di femmine,

il caso è metafisico.

PISTACCHIO

Trattandosi di femmine,

io dico schiettamente,

che questo caso è strano veramente.

SIMONE

Dunque, signori miei,

vi prego d'appianar qui presto presto

questo caso per noi tanto funesto.

MARTINO

Ecco decisum est: per chi voi prima

giurato avete amore,

quella sposare dovete, o mio signore.

PISTACCHIO

Adagio, ma colei, ch' è rifiutata

certo m'ammazzerà come ha promesso.

MARTINO

Oh magna pravitate, oh grande eccesso!

Chi macchina la morte

al preteso consorte,

non merta più il titolo di moglie;

ergo, se il mio parer da voi si stima,

dovete con ragione sposare la prima.

PISTACCHIO

E dice ben.

LISETTA

(Fingiam di contrastare.)

SIMONE

Or dell'altro il parer voglio ascoltare:

(a Lisetta)

su di tale argomento

cosa farebbe il suo buon sentimento?

LISETTA

De nullitate omnibus.

MARTINO

Come, quia, quare, cur?

SIMONE

No, non corriamo;

il suo compagno ancor sentir vogliamo.

LISETTA

Se, quod, absit, colei

a cui prima il suo amor giurò costui,

fosse la falsa, e non la sposa vera,

la massima è sincera:

crimen, vuole la legge,

dirimit sponsalitia.

MARTINO

Nego, nego.

LISETTA

(a don Pistacchio)

Probo consequentiam: che se questo,

di esser sposo diè fede alla prima,

sposando la seconda,

diverrebbe fallace:

et fallax est in lege de sponsalibus,

qui contrahit sponsalia cum duobus.

MARTINO

Un ignorante sei.

(si alzano)

LISETTA

Sei un somaro.

MARTINO

A me?

LISETTA

A te.

SIMONE

Pian piano.

PISTACCHIO

Ehi là, fermate.

Voi solo baruffate,

voi niente concludete,

ma io di legge insegno a quanti siete.

 
[N. 16 - Aria Pistacchio]

 N 

Facciamo un po' silenzio  

signori sapientissimi,

e meco se avet'animo

venite a disputar.

Foemina non est foemina?

Hominum non est masculum?

Per questo il punto è fisico;

fisico vuol dire medico,

medico è nome critico,

chi critica fa piangere,

chi piange non può ridere:

ergo concludo, e termino,

che in oggidì le femmine

son fisiche, son critiche,

son tutte tutte lagrime,

e misero è quel masculum,

che ci ha da contrattar.

(parte)

Pistacchio ->

 

Scena quinta

Donna Lisetta, don Martino, don Simone, indi Baronessa.

 
Recitativo

LISETTA

Andiam signor dottor, dell'insolenza  

conto mi renderete in tribunale.

MARTINO

Vengo, non ho timor d'un animale.

 

Lisetta, Martino ->

SIMONE

Adesso che mi sono consigliato

ne so meno di prima. In queste nozze

qualche demonio ci ha voluto entrare.

 

<- Baronessa, un servo

BARONESSA

Sì sì, voglio andar via, fate attaccare.

(ad un servo che parte)

un servo ->

SIMONE

Madama, servo vostro.

BARONESSA

E avete ardire

di salutarmi ancor! In questo punto

a Napoli tornar voglio di fretta,

per far contro di voi giusta vendetta.

SIMONE

Ma cosa c'entro io! Orsù, signora,

parliamo un po' sul sodo: se voi siete

poco contenta del nipote mio,

pur che vogliate voi, vi sposo io!

BARONESSA

Dite davvero?

SIMONE

Parlo con schiettezza.

BARONESSA

Ed io per vendicarmi col barone,

l'offerta accetto di don Simeone.

SIMONE

Oh che gusto. Ma zitta.

BARONESSA

No, non parlo.

SIMONE

Adesso alla sordina voglio andare

le feste per le nozze ad ordinare.

 
[N. 17 - Aria Simone]

 N 

Vezzosa cara sposa  

voi rimbambir mi fate;

il cor mi consolate,

lo sento a saltellar.

Ballando d'allegrezza

già fa la furlanetta;

per voi o mia diletta,

gran festa voglio far.

(parte)

Simone ->

 

Scena sesta

Baronessa, indi don Martino.

 
Recitativo

BARONESSA

Così, così si faccia. In questa guisa  

contro quell'alma ardita

la mia vendetta più farò compita.

 

<- Martino

MARTINO

Ed è vero, o madama,  

che in Napoli volete ritornare?

BARONESSA

Lo dissi; ma per or convien restare.

MARTINO

Abbiamo novità?

BARONESSA

Sì, mio padrone.

MARTINO

Ed è?

BARONESSA

Che sposerò don Simone.

MARTINO

(Oh poveretto me!) Ma Baronessa,

della vostra promessa

questi i patti non son. Di voi stupisco

non si tratta così, vi riverisco.

(in atto di partire)

BARONESSA

Fermatevi.

MARTINO

Non voglio.

BARONESSA

M'ascoltate.

MARTINO

Ma se...

BARONESSA

Via, per favor.

MARTINO

Son qua, parlate.

BARONESSA

Ditemi don Martino, è noto a voi

il mio temperamento?

MARTINO

So, che siete

una dama bizzarra; che vi piace

con tutti conversar: che vi diletta

il festino, il passeggio, l'allegria,

ma nemica però di gelosia.

BARONESSA

Qui vi volevo appunto; ed io per questo

ho piacer d'appigliarmi,

caro mio don Martin, compito, e bello,

a un sposo un po' attempato, e scioccarello.

MARTINO

Ma che! Son io geloso?

BARONESSA

Siete giovine, e basta.

MARTINO

No, madama, non son di questa pasta.

BARONESSA

Dunque alla prova.

MARTINO

Oh brava.

BARONESSA

Figuriamoci.

Ch'io sia già vostra moglie: si fa notte,

a voi vien volontà di andare a letto,

a me desio d'andare ad un festino.

MARTINO

Andate pur, che dorme don Martino.

BARONESSA

Dunque si dorme?

MARTINO

Dormo.

BARONESSA

Ecco alla porta

già picchia un cavalier: corro ad aprirla:

subito il cicisbeo mi dà il braccio,

ed io a lui favello in queste forme.

MARTINO

Parlate pur, che don Martino dorme.

 
[N. 18 - Duetto]

 N 

BARONESSA

Or che dorme il mio sposino  

mio compito cavaliere,

zitti, zitti, pian pianino,

al festin vogliamo andar.

MARTINO

Madamima gentilina

andiam pur, che ci ho diletto;

don Martino già sta in letto

né per or si può destar.

BARONESSA E MARTINO

Già la moglie ed il marito

san la fede conservar.

BARONESSA

Sono entrata nel festino

ballo già con questo, e quello.

MARTINO

Balla balla che Martino

sta nel letto a riposar.

Ma se a caso lui si desta,

e nel letto non vi trova,

viene anch'esso nella festa,

e comincia a taroccar.

BARONESSA

No, caro Martino

son dama prudente,

modesta, e paziente,

con voi mi starò.

MARTINO

Di me più buonino,

più sposo giocondo,

no, no, che nel mondo

trovar non si può.

Quel labbro sincero

se il vero mi dice,

contento e felice

per sempre sarò.

(partono)

Baronessa, Martino ->

 
 

Scena settima

Gabinetto.
Don Pistacchio, donna Lisetta, indi don Martino, e Folletto.

 Q 

Pistacchio, Lisetta

 
Recitativo

PISTACCHIO

Signora no, di casa mia non voglio,  

che partiate per ora.

LISETTA

Alla locanda

lasciatemi tornare,

e con quell'altra andatevi a sposare.

PISTACCHIO

Che sposare non la voglio.

Voi sol m'andate a genio.

LISETTA

Ah bugiardello,

vi conosco abbastanza;

non cimentate più la mia costanza.

 

<- Martino, Folletto

MARTINO

Eccoli, son qua. Il mio pensiero  

credo, che avrai capito.

FOLLETTO

Di quanto m'ordinò, sarà servito.

PISTACCHIO

Per Bacco, adesso adesso

prendo un coltello, spacco il petto a mezzo,

e vi faccio veder tutto il mio core.

MARTINO

Dunque più non tardar.

FOLLETTO

Vado, signore.

(parte)

Folletto ->

 

Scena ottava

Don Pistacchio, donna Lisetta, e don Martino.

 

LISETTA

No, finto, non vi credo.  

PISTACCHIO

Dalla rabbia

questa parrucca mi vorrei pelare.

MARTINO

(Si dia fine all'inganno con cervello.)

LISETTA

Ma zitto, è qua Martino mio fratello.

MARTINO

Don Pistacchio.

PISTACCHIO

Chi è?

MARTINO

Ho ben piacere

d'avervi con madama qui trovato.

PISTACCHIO

Ecco un novello intrico.

LISETTA

Che volete da noi?

MARTINO

Or ve lo dico:

la sposa Baronessa

contro di voi è troppo inferocita.

LISETTA

E troppo, padron mio,

sdegnata con costui ancor son io.

PISTACCHIO

Dunque capitoliamo.

MARTINO

Ella non vuole

cedere qui a madama.

LISETTA

Ed io sappiate,

cedere a lei non voglio.

PISTACCHIO

Consiglio don Martino, ch'io più m'imbroglio.

MARTINO

Sentite a me: la Baronessa vuole

portarsi al vicin tempio

della Cumana celebre Sibilla...

LISETTA

Per l'oracolo forse consultare?

MARTINO

Sì, mia signora.

PISTACCHIO

E cosa abbiam da fare?

MARTINO

Di venire nel tempio ancora voi

per sciogliere cotanta differenza,

e sentir dell'oracol la sentenza.

LISETTA

(Tutto ho capito già.)

PISTACCHIO

Voi che ne dite?

LISETTA

Andiam, per me son pronta.

PISTACCHIO

E se per sorte,

la Sibilla vi dice di lasciarmi?

LISETTA

Darsi pace convien, dolce mia vita;

vi sposerete l'altra, ed è finita.

PISTACCHIO

Ah cagna! E avresti cor d'abbandonarmi?

Mi sento... Ahimè... da piangere mi viene.

LISETTA

Or comprendo, cor mio, che mi vuoi bene.

 
[N. 19 - Recitativo accompagnato]

 N 

 

Ah no, non pianger più. Quei mesti occhietti  

ravviva per pietà. Sappi, mio nume,

ch'io fida t'amerò, che questo core

tutto per te farà. Vadasi pure

l'oracolo a sentir. Della Sibilla

non pavento il voler. Fin negli elisi

fedel ti seguirò ferma, e costante,

o sposa, o amica, o sventurata amante.

 
[N. 20 - Rondò]

 N 

Dolce fiamma del mio core,  

t'amerò, sarò costante;

e saprà quest'alma amante

delle stelle trionfar.

Mia speranza in me riposa,

ti consola, amato bene,

quelle luci più serene

fa' ch'io veda a scintillar.

Alme belle innamorate,

che pietose e care siete,

ah da me da me apprendete

un amante a consolar.

(parte)

Lisetta ->

 
Recitativo

MARTINO

(Lisetta m'ha capito.)  

PISTACCHIO

Ah don Martino,

di costanza colei è un vero esempio.

MARTINO

Or meglio lo sapremo, Al tempio.

PISTACCHIO

Al tempio.

(partono)

Martino, Pistacchio ->

 
 

Scena nona

Ameno boschetto tutto folto di cipressi, e mirti; in mezzo tempio della Sibilla Cumana, con simulacro fatto a guisa di sole, dove si leggono alcune cifre artefatte.
Folletto, indi Baronessa, poi donna Lisetta, dopo don Martino, e don Pistacchio.

 Q 

Folletto

 
Recitativo

FOLLETTO

A forza di denaro  

il custode del tempio ho già sedotto

acciò ci lasci far questa finzione.

Le spose col barone

poco tardar potranno ad arrivare;

dunque all'erta Folletto...

ma sento gente... al posto mio mi metto.

(si cela dietro il simulacro)

 

<- Baronessa

BARONESSA

Ecco il tempio, ecco il sito. Il capitano  

qui m'obbligò ben presto di venire,

per l'oracol sentire

di questa gran Sibilla portentosa,

ed intender da lei la vera sposa.

 

<- Lisetta

LISETTA

Questo, se non m'inganno,

esser dovrebbe il tempio. (Ecco l'amica.)

BARONESSA

(È qua la mia rivale.)

LISETTA

(Indifferenza

mostriam per poco ancora.)

Madama serva sua.

BARONESSA

Serva, signora.

 

<- Martino, Pistacchio

MARTINO

Ecco siam giunti al tempio  

dell'oracol sincero, e venerando.

PISTACCHIO

Sibilla mia a te mi raccomando.

LISETTA

Ben venga.

BARONESSA

Benvenuto.

PISTACCHIO

Ben trovate.

MARTINO

Via coraggio baron, di là passate.

PISTACCHIO

Come mi batte il cor.

MARTINO

Prima di tutto

bisogna che facciamo

alla nostra Sibilla la preghiera.

PISTACCHIO

Come sarebbe a dir?

MARTINO

Eccola scritta.

PISTACCHIO

Ma questa è in greco.

MARTINO

E in lingua greca appunto

da noi ora convien, che sia cantata,

perché dalla Sibilla fu formata.

PISTACCHIO

Son pronto.

LISETTA

Son qua lesta.

BARONESSA

Ed ancor io.

MARTINO

Dunque più non tardiamo,

ed il cantico greco incominciamo.

 
[N. 21 - Quartetto]

 N 

BARONESSA, LISETTA, MARTINO E PISTACCHIO

Askara ki kila,  

kiriki ki kola,

ka kara ka kala,

kula kulà.

LISETTA E MARTINO

Oh sapientissima

Sibilla amabile,

fra queste tenebre

lume voi dateci,

fateci intendere

la verità.

BARONESSA, LISETTA, MARTINO E PISTACCHIO

Askara ki kila,

kiriki ki kola,

ka kara ka kala,

kula kulà.

BARONESSA E PISTACCHIO

Col vostro lucido

saper vastissimo,

tante discordie

fate sospendere,

deh consolateci

per carità.

BARONESSA, LISETTA, MARTINO E PISTACCHIO

Askara ki kila,

kiriki ki kola,

ka kara ka kala,

kula kulà.

 

FOLLETTO

(parlando per di dietro il simulacro)  

Le spose saran spose: il vero sposo

più sposo non sarà.

Così del fato vuol la volontà.

PISTACCHIO

Che voce d'orco è questa!

 

BARONESSA, LISETTA E MARTINO

Che cifre portentose!

PISTACCHIO

Le spose saran spose.

BARONESSA, LISETTA E MARTINO

Lo sposo signor no.

PISTACCHIO

Insomma poverello

zitello io morirò.

BARONESSA, LISETTA E MARTINO

Così le stelle vogliono,

al ciel si sottometta.

PISTACCHIO

Sibilla maledetta,

oracolo briccone.

BARONESSA, LISETTA E MARTINO

Rispetto al ciel, barone.

PISTACCHIO

Son tutte falsità.

FOLLETTO

Di Giove adesso un fulmine

punire ti saprà.

(dall'alto del tempio scoppia un fulmine artefatto)

BARONESSA, LISETTA, MARTINO E PISTACCHIO

Oh che segno spaventoso!

Fuggo, scappo, mi nascondo.

Ah per me non v'è più mondo,

Giove mio pietà pietà.

(partono)

Baronessa, Lisetta, Martino, Pistacchio ->

 
Recitativo

FOLLETTO

La scena veramente è stata bella;  

ma presto a casa voglio ritornare,

perché mi starà Betta ad aspettare.

(parte)

Folletto ->

 

Scena decima

Baronessa, e don Martino di nuovo, indi don Simone.

<- Baronessa, Martino

 

BARONESSA

Dunque per il barone  

fu fatta questa burla?

MARTINO

Per appunto,

anzi ch'io mancherei

al dovere di sposo, e capitano,

s'or non vi palesassi un altro arcano.

BARONESSA

Parlate pur.

MARTINO

Sappiate,

che di quanto è accaduto in questo giorno,

io son stato l'autor.

BARONESSA

Dunque colei...

MARTINO

Colei, sposina bella,

è dama al par di voi, e mia sorella.

BARONESSA

Tanto inganno perché?

MARTINO

Perché mi vidi

da voi per questo sciocco rifiutato;

eccovi già l'arcan tutto spiegato.

BARONESSA

Ma se il barone è sciocco,

non è dover che sposi

neppur la vostra cara sorellina.

MARTINO

Sì, tanto vi prometto o mia sposina.

 

<- Simone

SIMONE

Ah sposa del mio core, è quasi un'ora,  

che come can barbone,

vi cerca dappertutto don Simone.

BARONESSA

Fingiamo.

MARTINO

Sì, tacete.

BARONESSA

Anima bella,

che novitade abbiam?

SIMONE

Vi fo avvisata,

che la festa per noi è preparata.

BARONESSA

Oh bravo.

MARTINO

Evviva. Orsù felici sposi

vi lascio in libertà.

SIMONE

Ci fate grazia.

MARTINO

Ma però ricordatevi,

che sarò vostro cavalier servente.

BARONESSA

Oh circa questo non faremo niente.

MARTINO

Perché?

BARONESSA

Non faccio torto al mio sposino,

che di voi è più bello, e parigino.

SIMONE

Io me ne vado in zucchero.

MARTINO

Ah madama.

Appieno i pregi miei no, non saprete;

ma se qui gli dirò voi stupirete.

 
[N. 22 - Aria Martino]

 N 

Quando il labbro io movo a riso,  

quando dolce vibro un sguardo,

come amor che scocca un dardo,

so furbetto, anch'io piagar.

Son falcone, son sparviero,

d'ogni donna io fo rapina:

con un vezzo, un'occhiatina,

le so tutte conquistar.

(parte)

Martino ->

 

Scena undicesima

Baronessa, e don Simone.

 
Recitativo

BARONESSA

No, non voglio serventi a me d'intorno;  

sia notte, o sia di giorno,

sempre lo sposo mio vuo avere accanto.

SIMONE

Ah cara quella bocca. Mio nipote

creperà di dispetto.

BARONESSA

Ah, se m'amate,

quello sciocco più a me non rammentate.

SIMONE

Sì parliamo di noi. Fra poco, o cara,

sarem marito, e moglie.

BARONESSA

Dunque a casa

torniamo prestamente.

SIMONE

Andiam, mio sole.

Vi dico in due parole,

che ho fatto un apparecchio

da principe, da re, da gran signore.

BARONESSA

Ah di contento in sen mi balza il core.

 
[N. 23 - Aria Baronessa]

 N 

Sento un'amena voce,  

che mi consola, e dice,

spera, sarai felice,

calma il tuo cuore avrà.

D'amore è questa qui,

la sento signor sì.

Ah caro amor non più,

che il cor mi va su e giù.

Sposino mio bellino,

son lieta, e son contenta:

per te già già s'aumenta

la mia felicità.

 
(partono)

Baronessa, Simone ->

 
 

Scena dodicesima

Gabinetto.
Bettina, e Folletto, indi don Pistacchio.

 Q 

Bettina, Folletto

 
Recitativo

BETTINA

Tutto questo è accaduto?  

FOLLETTO

E questo è un niente;

il più bello fra poco si vedrà.

BETTINA

Davvero, che il baron mi fa pietà!

FOLLETTO

Eccolo qua se n' viene.

BETTINA

Osserva, osserva,

spaventato il meschin mi pare ancora.

 

<- Pistacchio, due servitori

PISTACCHIO

No, più moglie non prendo in mia malora.  

(parlando a due servitori)

Le feste sospendete

mandate via di casa i credenzieri,

e i sguatteri con loro, e i cucinieri.

(i servi partono)

due servitori ->

BETTINA

Signor, qual novità! Le nostre nozze

ognun per festeggiar già è preparato.

PISTACCHIO

Che nozze! Voglio andarmi a far soldato.

BETTINA

Come?

FOLLETTO

Perché?

PISTACCHIO

Così vuol la Sibilla,

l'oracolo, il malanno, la saetta,

Giove, Saturno, il ciel, la mia disdetta.

BETTINA

Voi mi fate stupire.

PISTACCHIO

Dimmi un poco...

(Per bacco, che farei per farla bella.)

 

Scena tredicesima

Donna Lisetta, don Martino, e detti.

<- Lisetta, Martino

 

LISETTA

Zitto, l'amico è qua.  

MARTINO

Sentiam sorella.

PISTACCHIO

Per far restar bugiarda la Sibilla,

avresti a caro d'essere mia sposa?

FOLLETTO

Digli di sì.

BETTINA

E perché no? Sarebbe

troppa la sorte mia.

PISTACCHIO

E mia sposa sarai.

LISETTA

(Oh che pazzia!)

PISTACCHIO

Presto correte, andate;

le genti licenziate

fermate a nome mio. Cena, festino,

tutto fate allestire in un momento.

BETTINA

Vado con mio piacer.

FOLLETTO

Volo contento.

(partono)

Bettina, Folletto ->

 

LISETTA

(Or lascia fare a me.) Ma don Pistacchio,  

se prendere più moglie non volete,

almen vi compiacete

le nozze d'onorar di don Simone.

PISTACCHIO

Mio zio si sposa?

LISETTA

Sì.

PISTACCHIO

Resto un stivale!

E la sposa qual è?

LISETTA

La mia rivale.

PISTACCHIO

Tutto questo ci sta! Ed io a costo

di restare da Giove incenerito,

a lor dispetto vi farò marito.

MARTINO

Ma voi siete un volubile,

ora sì, ora no.

LISETTA

Ah quanto, o caro,

per te penar degg'io!

Abbi pietà di me, bell'idolo mio.

 
[N. 24a - Finale II]

 N 

 

Prigioniera abbandonata  

pietà merto, e non rigore;

ahi fai torto al tuo bel core

se mi stai più a lusingar.

(piange)

MARTINO

(a Lisetta)

Vil trofeo d'un'alma imbelle

è quel ciglio allor che piange.

(a don Pistacchio)

Qui non s'usa come al Gange

le donzelle a corbellar.

PISTACCHIO

Se più turbo il tuo riposo,

se m'accendo ad altro lume,

che mi faccia il cieco nume

orbo affatto diventar.

LISETTA

Dunque tu sarai mio sposo?

PISTACCHIO

Da barone sì, lo giuro.

MARTINO

Io però non l'assicuro.

LISETTA E PISTACCHIO

Non ci stia più a frastornar.

MARTINO

Basta, basta, lo vedremo.

LISETTA E PISTACCHIO

Signor sì, sposar vogliamo.

LISETTA, PISTACCHIO E MARTINO

Presto in sala dunque andiamo

queste nozze a festeggiar.

(partono)

Lisetta, Pistacchio, Martino ->

 
 

Scena quattordicesima

Gran sala illuminata, con tavola nel mezzo imbandita.
Bettina, e Folletto, indi Baronessa, e don Simone.

 Q 

Bettina, Folletto

 
[N. 24b - Finale II]

 N 

BETTINA

Allegri staffieri.  

FOLLETTO

Attenti servite.

BETTINA

La mensa imbandite.

FOLLETTO

Bottiglie portate.

BETTINA E FOLLETTO

Godete, brillate,

che festa si fa.

 

<- Baronessa, Simone

BARONESSA

Che stanza superba!

SIMONE

Che reggia d'amore!

BARONESSA

Rallegra il mio core.

SIMONE

Consola abbastanza.

BARONESSA E SIMONE

La cena, la danza

qui spicco farà.

 

Scena ultima

Don Pistacchio, don Martino, donna Lisetta, e detti.

<- Pistacchio, Martino, Lisetta

 

MARTINO

Che vago apparecchio!  

LISETTA

Che sala fastosa!

PISTACCHIO

Che cena famosa!

MARTINO

Che lauto banchetto!

LISETTA, MARTINO E PISTACCHIO

Mi reca diletto,

piacere mi dà.

BARONESSA E SIMONE

Noi sposi fra poco

saremo, sappiate.

BARONESSA, LISETTA, SIMONE, MARTINO E PISTACCHIO

Gran gusto ci date

con tal novità.

LISETTA E PISTACCHIO

Fra poco, signori,

noi pure sposeremo.

BARONESSA, LISETTA, SIMONE, MARTINO E PISTACCHIO

Più festa faremo,

di più si godrà.

MARTINO

A tavola dunque

andiamo a cenare.

BARONESSA, LISETTA, SIMONE E PISTACCHIO

No, prima sposare

vogliamo noi qua.

TUTTI

Amore, ed Imene,

le faci accendete;

qui presto scendete,

che all'ordine è già.

PISTACCHIO
(alla Baronessa)

Cara sposa, vezzosa, bellina,

la manina porgete su a me.

BARONESSA

Sì, son lesta, mio dolce sostegno;

ecco il pegno d'amore, e di fé.

(dà la mano a don Martino)

PISTACCHIO

Oh cospetto, qui resto di sasso!

BARONESSA, LISETTA, BETTINA, SIMONE, MARTINO E FOLLETTO

Più bel spasso di questo non v'è.

PISTACCHIO
(a donna Lisetta)

Ah mia vita, speranza gradita.

Ecco il punto d'unirmi con te.

LISETTA

Sì, mio cuore, ne siete ben degno;

ecco il pegno d'amore, e di fé.

(dà la mano a don Simone)

PISTACCHIO

Oh cospetto, qui resto di sasso!

BARONESSA, LISETTA, BETTINA, SIMONE, MARTINO E FOLLETTO

Più bel spasso di questo non v'è.

PISTACCHIO

Ma digiuno non resta il barone;

un boccone già tengo da re:

cara Betta, sposiamoci in fretta.

BETTINA

Ecco il pegno d'amore, e di fé.

(dà la mano a Folletto)

PISTACCHIO

Oh che scena, oh che burla cospetto!

BARONESSA, LISETTA, BETTINA, SIMONE, MARTINO E FOLLETTO

Più diletto di questo non v'è.

PISTACCHIO

Orsù di casa mia

partite o donne infeste;

sospendansi le feste...

BARONESSA, LISETTA, BETTINA, SIMONE, MARTINO E FOLLETTO

Le feste s'han da far.

PISTACCHIO

Smorzate le candele.

BARONESSA, LISETTA, BETTINA, SIMONE, MARTINO E FOLLETTO

Più lumi preparate.

PISTACCHIO

La mensa sparecchiate.

BARONESSA, LISETTA, BETTINA, SIMONE, MARTINO E FOLLETTO

Portate da mangiar.

PISTACCHIO

Io solo qua comando.

BARONESSA, LISETTA, BETTINA, SIMONE, MARTINO E FOLLETTO

Comanda la Sibilla.

PISTACCHIO
(sommesso)

O nome venerando.

BARONESSA, LISETTA, BETTINA, SIMONE, MARTINO E FOLLETTO

Dovete zitto star.

PISTACCHIO

Che belle nozze ho fatto!

BARONESSA, LISETTA, BETTINA, SIMONE, MARTINO E FOLLETTO

Pazienza aver vi tocca.

PISTACCHIO

Con tre polpette in bocca

digiuno ho da restar.

 

TUTTI

Un sposo di tre femmine,  

ma di nessuna sposo,

ridicolo, e grazioso,

chi vuol vedere è qua.

Ai buoni posti, maschere,

a prendere i biglietti,

la spesa è due soldetti,

contento ognun sarà.

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Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

Gabinetto.

Folletto, Bettina
 

Che ne dici Bettina

Folletto, Bettina
<- Pistacchio, Simone

No, non voglio più moglie; ho già fissato

Folletto, Bettina
Pistacchio, Simone ->

Sentisti? / Ho inteso tutto / La padrona

[N. 13 - Aria Folletto]

Bettina
Folletto ->

Certo chi è destro al mondo

Bettina
<- Simone

[N. 14 - Aria Bettina]

Simone
Bettina ->

Costei non canterà più per le piazze

Simone ->

Sala con sedie.

Pistacchio
 
Pistacchio
<- un servo

Chi diavolo mai mi pose in testa

Pistacchio
un servo ->
Pistacchio
<- Simone

Perché gridi così, sei spiritato?

Pistacchio, Simone
<- Martino, Lisetta

(Martino e Lisetta vestiti d'avvocati)

[N. 15 - Duettino]

Martino e Lisetta
Qui è Baldo, e Bartolo

Signoris benvenutis

[N. 16 - Aria Pistacchio]

Simone, Martino, Lisetta
Pistacchio ->

Andiam signor dottor, dell'insolenza

Simone
Lisetta, Martino ->

Simone
<- Baronessa, un servo

Simone, Baronessa
un servo ->

[N. 17 - Aria Simone]

Baronessa
Simone ->

Così, così si faccia. In questa guisa

Baronessa
<- Martino

Ed è vero, o madama

[N. 18 - Duetto]

Baronessa e Martino
Or che dorme il mio sposino
Baronessa, Martino ->

Gabinetto.

Pistacchio, Lisetta
 

Signora no, di casa mia non voglio

Pistacchio, Lisetta
<- Martino, Folletto

Eccoli, son qua. Il mio pensiero

Pistacchio, Lisetta, Martino
Folletto ->

No, finto, non vi credo / Dalla rabbia

[N. 19 - Recitativo accompagnato]

Ah no, non pianger più. Quei mesti occhietti

[N. 20 - Rondò]

Pistacchio, Martino
Lisetta ->

Lisetta m'ha capito

Martino, Pistacchio ->

Ameno boschetto tutto folto di cipressi, e mirti; in mezzo tempio della Sibilla Cumana, con simulacro fatto a guisa di sole, dove si leggono alcune cifre artefatte.

Folletto
 

A forza di denaro

Folletto
<- Baronessa

Ecco il tempio, ecco il sito. Il capitano

Folletto, Baronessa
<- Lisetta

Folletto, Baronessa, Lisetta
<- Martino, Pistacchio

Ecco siam giunti al tempio

[N. 21 - Quartetto]

Baronessa, Lisetta, Martino e Pistacchio, Folletto
Askara ki kila

Le spose saran spose: il vero sposo

 

(scoppia un fulmine artefatto)

 
Folletto
Baronessa, Lisetta, Martino, Pistacchio ->

La scena veramente è stata bella

Folletto ->
<- Baronessa, Martino

Dunque per il barone

Baronessa, Martino
<- Simone

Ah sposa del mio core, è quasi un'ora

[N. 22 - Aria Martino]

Baronessa, Simone
Martino ->

No, non voglio serventi a me d'intorno

[N. 23 - Aria Baronessa]

Baronessa, Simone ->

Gabinetto.

Bettina, Folletto
 

Tutto questo è accaduto?

Bettina, Folletto
<- Pistacchio, due servitori

No, più moglie non prendo in mia malora

Bettina, Folletto, Pistacchio
due servitori ->

Bettina, Folletto, Pistacchio
<- Lisetta, Martino

Zitto, l'amico è qua / Sentiam sorella

Pistacchio, Lisetta, Martino
Bettina, Folletto ->

Or lascia fare a me. Ma don Pistacchio

[N. 24a - Finale II]

Lisetta, Martino, Pistacchio
Prigioniera abbandonata
Lisetta, Pistacchio, Martino ->

Gran sala illuminata, con tavola nel mezzo imbandita.

Bettina, Folletto
 

[N. 24b - Finale II]

Bettina e Folletto, Baronessa e Simone
Allegri staffieri
Bettina, Folletto
<- Baronessa, Simone
 
Bettina, Folletto, Baronessa, Simone
<- Pistacchio, Martino, Lisetta
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena ultima
Amena pianura del villaggio di lago Secco. Da un lato palazzo baronale, dall'altro locanda con insegna; in... Camera del barone. Giardino. Gabinetto. Sala con sedie. Gabinetto. Ameno boschetto tutto folto di cipressi, e mirti; in mezzo... Gabinetto. Gran sala illuminata, con tavola nel mezzo imbandita.
[Sinfonia] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Aria Bettina] [N. 3 - Duetto] [N. 4 - Cavatina] [N. 5 - Aria Martino e duetto] [N. 6 - Aria Simone] [N. 7 - Aria Baronessa] [N. 8 - Quintetto] [N. 9 - Aria Folletto] [N. 10 - Aria Lisetta] [N. 11 - Aria Pistacchio] [N. 12a - Finale I] [N. 12b - Finale I] [N. 13 - Aria Folletto] [N. 14 - Aria Bettina] [N. 15 - Duettino] [N. 16 - Aria Pistacchio] [N. 17 - Aria Simone] [N. 18 - Duetto] [N. 19 - Recitativo accompagnato] [N. 20 - Rondò] [N. 21 - Quartetto] [N. 22 - Aria Martino] [N. 23 - Aria Baronessa] [N. 24a - Finale II] [N. 24b - Finale II]
Atto primo

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