Atto primo

 
[Sinfonia]

 N 

 

Scena prima

Amena pianura del villaggio di lago Secco. Da un lato palazzo baronale, dall'altro locanda con insegna. In prospetto varie colline, ed altre villerecce abitazioni.
Folletto fra molti Villani facendo giochi ai bussolotti, don Simone a sedere guardandolo con meraviglia, e Bettina in atto di suonare il salterio.

 Q 

Folletto, villani, Simone, Bettina

 
[N. 1 - Introduzione]

 N 

SIMONE

Guardate quanti giochi,  

che fa quel ciarlatano!

È destro assai di mano,

strasecolar mi fa.

FOLLETTO

Passa, sparisci, e vola,

in man non ci ho più niente,

ecco la verità.

Or dunque dove sta?

(a Bettina che cava di palla di saccoccia)

Eppur questa figliuola

l'ha in tasca, e non lo sa.

BETTINA, SIMONE E FOLLETTO

Ah, ah, ah, ah, ah, ah.

Son cose da far ridere,

gran gioco è questo qua.

BETTINA

Allegri, piazza piazza,

che adesso col salterio

vi vuol questa ragazza

spassare col cantar.

SIMONE E FOLLETTO

Facciamo un po' silenzio,

e stiamo ad ascoltar.

BETTINA

Un certo pizzicore,

mi sento notte, e dì,

e sospirare amore

mi fa sempre così.

Ah, ih, ah, ih, ah, ih.

E sospirare amore

mi fa sempre così.

SIMONE E FOLLETTO

Che bella canzoncina,

mi piace, signor sì.

BETTINA

Se viene il mio diletto,

gli dico via di qui;

che amor per te, furbetto,

mi fa languir così.

Ah, ih, ah, ih, ah, ih,

che amor per te, furbetto,

mi fa languir così.

SIMONE E FOLLETTO

Che bella canzoncina,

mi piace, signor sì.

BETTINA, SIMONE E FOLLETTO

Viva lo spasso con l'allegria,

in festa, e giubilo qui si starà;

vada in malora l'ipocondria,

che sempre offende la sanità.

 
Recitativo

SIMONE

Ditemi, ciarlatani,  

come avete pensato

di venir qua?

BETTINA

Abbiamo, mio signore,

inteso nel passare da Roma in Napoli,

che deve farsi sposo don Pistacchio

baron di questo feudo.

SIMONE

E son io

appunto don Simone,

il zio di quel barone,

che far si deve sposo in questo giorno;

onde a voi qui d'intorno

io do piena licenza

di far giochi, e cantar come vi pare.

FOLLETTO

Voi ci fate una grazia singolare.

SIMONE

Se non volete andare all'osteria,

in questa casa mia

piccolo appartamento io v'offro ancora.

(Ah, con gl'occhi costei già m'innamora.)

BETTINA

Accettiam con piacere il vostro invito.

FOLLETTO

Siete un signor compito.

SIMONE

Dimmi un poco:

invece di cantare per la piazza,

perché bella ragazza,

non ti metti in teatro a recitare?

BETTINA

Perché le note non le so cantare.

SIMONE

Eppur conosco tante,

che ne sanno, cor mio, meno di te!

BETTINA

Ma il teatro, signor, non fa per me.

 
[N. 2 - Aria Bettina]

 N 

Facciamo più guadagno  

noi altre ragazzette,

cantando canzonette

per piazza e per città:

a questo un'occhiatina,

un vezzo, un riso a quello:

e il caro scioccarello,

che crede a' nostri detti

ci fa de' regaletti,

e allegramen si sta.

(entra)

Bettina ->

 
Recitativo

SIMONE

(Ah, per costei d'amore  

io già divento pazzo.)

Via venite ancor voi nel mio palazzo.

(entra)

Simone ->

 

FOLLETTO

Questi sciocchi signori e ricchi assai  

sono appunto di quei, che noi vogliamo;

compagni allegramente, andiamo, andiamo.

(entra col sèguito)

Folletto, villani ->

 

Scena seconda

Donna Lisetta da viaggio, con Don Martino vestito di ufficiale.

<- Lisetta, Martino

 
[N. 3 - Duetto]

 N 

LISETTA E MARTINO

Bella cosa ch'è il viaggiare.  

Desta al core un'allegria,

lo fa proprio saltellare,

lo fa tutto giubilar.

Tocca, tocca postiglione,

suona, suona la cornetta,

mi consola, mi diletta,

sempre allegro, mi fa star.

 
Recitativo

MARTINO

Sorella mia giudizio; il concertato  

già s'è detto fra noi: ecco il ritratto.

(cava di saccoccia un ritratto)

Con questo, e un po' d'astuzia,

la mia, e la sua sorte io voglio fare.

LISETTA

Ma l'impegno, fratel, grande mi pare.

MARTINO

Amor m'assisterà. La Baronessa

se ardì per uno sciocco

di ricusare il mio sincero affetto,

pur mia sposa esser deve a suo dispetto.

LISETTA

Amor lo faccia pure.

MARTINO

Io già ti dissi,

che questo don Pistacchio...

LISETTA

È un uomo sciocco.

MARTINO

E che la Baronessa donna Rosa...

LISETTA

Sua destinata sposa...

MARTINO

Mi manda apposta qui per far vedere

a questo cavaliere il suo ritratto.

LISETTA

Onde invece di quello...

MARTINO

Il tuo gli mostrerò.

LISETTA

E se gli piace?...

MARTINO

Io giuro sopra Marte il mio campione,

che sposo donna Rosa, e tu il barone.

LISETTA

Da ridere mi viene.

MARTINO

Orsù Lisetta,

torna nella locanda,

e lascia fare a me.

LISETTA

Ma se per sorte

là giunge donna Rosa?

MARTINO

Usa scioltezza

già lei non ti conosce.

LISETTA

Dici bene.

MARTINO

Vanne, più non tardar cara sorella.

LISETTA

Fammi presto sentir buona novella.

(entra)

Lisetta ->

 

MARTINO

Son nell'impegno affé. Ma quanta gente  

discende dal palazzo! Al gran corteggio,

al modo di vestire, al portamento,

dev'esser il baron. Martino attento.

 

Scena terza

Don Pistacchio vestito pomposamente con Domestici, e Vassalli appresso con memoriale in mano, e detto.

<- Pistacchio, domestici, vassalli

 
[N. 4 - Cavatina]

 N 

PISTACCHIO

Or che son vestito in gala  

fate piazza o parigini,

tanti tanti burattini

voi sembrate accanto a me.

Son ben fatto, e ben tagliato,

son galante, e petrimé.

La natura m'ha formato

con lo stampo fransué.

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Recitativo

 

Olà servi qui fuori  

portate la mia sedia baronale.

(ai servi che portano un seggiolone)

Il paese, il casale,

prima ch'oggi mi veda maritato,

grazie da me riceva a buon mercato.

 

domestici ->

<- domestici

MARTINO

(È sciocco veramente.)  

PISTACCHIO

Orsù villani

da me cosa volete?

Grazia? Giustizia? Ebben, da me l'avrete.

Buon vecchio, cosa vuoi? T'hanno ammazzato

l'asino? Non importa,

tutti abbiam da morire. Un contadino

cavò gl'occhi al tuo bue?

Che gli faccia gl'occhiali a spese sue.

Tu non hai da mangiar? Digiuna, e zitto.

Tu hai debiti? Paga. Cosa dici?

Tua moglie se n' fuggì? Fuggi tu ancora.

Piano... Adagio... In malora... La mia testa

voi fate riscaldar. V'intesi, andate;

tutti giustizierem, non dubitate.

(partono i villani)

vassalli ->

MARTINO

(Che caro mammalucco!)  

PISTACCHIO

(Chi è costui?)

Devo servirla a niente?

MARTINO

Mi conosce?

PISTACCHIO

Non ho questa fortuna, o mio signore.

MARTINO

A voi ne vengo come ambasciatore.

PISTACCHIO

E chi vi manda a me?

MARTINO

La vostra sposa.

PISTACCHIO

La Baronessa?

MARTINO

Appunto.

PISTACCHIO

Oh questa è bella!

Presto un comodo qui. Siedi, e favella.

(i servi portano da sedere, e Martino siede)

MARTINO

La nobile, galante, e valorosa

Baronessa sua sposa,

per grave affare a te oggi m'invia,

dal messo impara il messagger qual sia.

PISTACCHIO

(Oh qua sì che m'imbroglio. Eh via coraggio,

e si risponda al messagger di maggio.)

Conciosiacosaché virgola, e punto...

verbigrazia... cioè... anzi lei sappia,

che quando in queste arene

verrà l'amato bene,

acclamata sarà da ' miei vassalli

a suono di rocchette, e scarcavalli.

MARTINO

(Costui rider mi fa.) Ella, signore,

prima di metter piede in questa terra

per togliere ogni guerra

vuol ch'esamini bene il suo ritratto.

Eccolo: se t'aggrada

pronta qui ne verrà: se non t'alletta

al patrio suol ritornerà di fretta.

PISTACCHIO

Bella, bella, bellissima,

famosa, famosissima.

MARTINO

Vi piace?

PISTACCHIO

Oh, che bel naso!

Che bocca maestosa!

MARTINO

Osservi bene

la grazia, la bellezza,

il brio, la gentilezza: e de' suoi pregi

ecco il pregio efficace,

sotto ciglio ben nero occhio vivace.

PISTACCHIO

Oh che occhio, oh che occhio! Favorisca,

come si chiama lei?

MARTINO

Io, don Martino;

famoso capitan d'infanteria.

PISTACCHIO

Lei padrone sarà di casa mia.

MARTINO

(Questo cercando vo.) Dunque alla sposa...

PISTACCHIO

Dica, che qui l'aspetto,

che il naso, che l'occhietto,

m'han bombardato il cor: che un arsenale,

un foco in corpo, un caldo del diavolo

mi sento da che ho visto il suo ritratto.

MARTINO

In sella postiglioni. (Il colpo è fatto.)

 
[N. 5 - Aria Martino e duetto]

 N 

Superbo di me stesso  

andrò con tal novella,

della tua sposa bella

il cuore a consolar.

Amico già mi pare

veder la Baronessa

di giubilo saltare

a ridere e ballar.

Da bravi, ancora noi

balliamo in buona tresca

un taici alla tedesca

vogliamo adesso far.

La laira, che diletto,

la laira, che spassetto,

la laira, via girate,

la laira via saltate,

la laira, che allegria...

 

PISTACCHIO

La laira, vussignoria

si vada far squartar.

MARTINO

Già vado pien di gloria,

già monto sì, a cavallo;

ma quando torno, il ballo

vogliamo seguitar.

(parte)

Martino ->

 
Recitativo

PISTACCHIO

Che venga un bel malanno.  

A lui, a me, e a lei che l'ha mandato

col suo ballar m'ha tutto stroppiato.

(entra)

Pistacchio, domestici ->

 

Scena quarta

Don Simone, indi la Baronessa Rosa da viaggio, con sèguito di Servitori.

<- Simone

 

SIMONE

Ho fatto preparare una cuccagna  

di tutta roba scelta, e ben famosa

per festeggiar l'arrivo della sposa.

Cos'è! Da questa parte

io sento un gran rumore! Adesso osservo;

giungono alla locanda forestieri,

vedo una dama, e vedo de' staffieri.

 

<- Baronessa, servitori

BARONESSA

(È questa la locanda? È dunque quello  

del barone il palazzo? Ah, che impaziente

attendo il capitan secondo il patto,

per sentir come accolse il mio ritratto.)

SIMONE

(Cospetto, e che bel tocco!)

BARONESSA

(Chi mai sarà costui.)

SIMONE

(Mi guarda!)

BARONESSA

(Si confonde.)

SIMONE

(Mi par che stia perplessa.)

BARONESSA

(Fosse il baron?)

SIMONE

(Fosse la Baronessa?)

BARONESSA

(Domandiamo.)

SIMONE

(Si accosta.)

BARONESSA

Serva sua.

SIMONE

Son io suo servitore.

BARONESSA

Scusi di tanto ardir, chi è lei, signore?

SIMONE

Del baron don Pistacchio

io sono il Pistacchione,

cioè sono suo zio, don Simeone.

BARONESSA

(Spiacemi questo incontro! Il capitano

non vedo ancora in queste vicinanze.)

(agitandosi per la scena)

SIMONE

(Costei mi par che balla contradanze.)

BARONESSA

È vero che fra poco

la sposa del barone qui s'attende?

SIMONE

Sì madama.

BARONESSA

Ma come!

Se principio non vedo ancor di feste!

SIMONE

Son preparate già; e poi, signora,

la sposa qui da noi non giunse ancora.

BARONESSA

E se mai fosse giunta?

SIMONE

Sarebbe una sorpresa strepitosa.

BARONESSA
(con gravità)

Più occultarmi non vuò, io son la sposa.

SIMONE

La sposa? Benvenuta.

Oh che felice incontro, oh che allegrezza

mio nipote a chiamar vo con prestezza.

 
[N. 6 - Aria Simone]

 N 

Gioia bella un tantino aspettate  

don Pistacchio qui adesso verrà:

fate festa, suonate, ballate

che la sposa è venuta di già.

Viva, viva gridate ragazzi;

villanelle qua tutte correte;

uova fresche, e galline se avete,

per omaggio portatele qua.

Fate festa, suonate, ballate

che la sposa è venuta di già.

(entra)

Simone ->

 

Scena quinta

Donna Lisetta con sèguito, e detta, poi don Pistacchio.

<- Lisetta, seguito

 
Recitativo

LISETTA

(Lisetta allegramente. A don Pistacchio  

già mi consegnò Martino il tuo ritratto;

or coraggio vi vuol, l'inganno è fatto.)

BARONESSA

(Grand'aria che ha costei!)

LISETTA

(La Baronessa

credo, che questa sia.)

BARONESSA

(Che bell'umore!)

LISETTA

(Comincia un poco a palpitarmi il core.)

 

<- Pistacchio

PISTACCHIO

Presto paggi, staffieri,  

squadronatevi tutti per le scale,

ch'io faccio intanto il mio cerimoniale.

BARONESSA

(Eccolo!)

LISETTA

(Questo è d'esso!)

PISTACCHIO

(Una di queste due

dev'esser la mia sposa: un po' vediamo

se quel ritratto mi parlò verace.

(guardando donna Lisetta)

Ecco il ciglio ben nero, occhio vivace.)

LISETTA

(Mi guarda! Voglio fargli riverenza.)

(fa riverenza al barone)

BARONESSA

(Ma quale confidenza

ha con quella il barone!) Dico, sa lei,

che la sua sposa è qua?

PISTACCHIO

Lo so sicuro.

BARONESSA

E tarda tanto a farle un complimento?

PISTACCHIO

Se son venuto apposta.

BARONESSA

Ebben sentiamo.

PISTACCHIO
(a Lisetta)

Madama, se vi amo,

ve lo dica il rossor della mia pelle:

le vostre luci belle

m'hanno fatto restar qual marcantonio.

LISETTA

Ah, ah, voi siete un bocconcin di sposo

avvenente, compito, e concettoso.

PISTACCHIO
(alla Baronessa)

Lei è stata servita.

BARONESSA

Di che cosa?

PISTACCHIO

Di che? Del complimento.

BARONESSA

Ma se parlato non avete ancora.

PISTACCHIO

(Ora comprendo, è sorda la signora.)

BARONESSA

(Questo mi pare un matto.)

PISTACCHIO

Eccomi a lei...

BARONESSA

No: parlate con me.

PISTACCHIO

Ma la mia sposa...

BARONESSA

La vostra sposa merta più rispetto.

PISTACCHIO

Dunque mi lasci fare il mio dovere.

LISETTA

(Questo equivoco assai mi dà piacere.)

BARONESSA

Lo vedeste il ritratto?

PISTACCHIO

Adesso vengo.

BARONESSA

A me, a me badate.

PISTACCHIO

L'ho veduto.

BARONESSA

E vi piacque?

PISTACCHIO

Moltissimo.

BARONESSA

Dunque se vi gradì, perché non fate

alla sposa un saluto, un'accoglienza?

PISTACCHIO

(Con questa sorda io perdo la pazienza.)

LISETTA

(Io fingo, e rido.)

BARONESSA

Che! Siete ammutito?

Ah sì, che quel silenzio

conoscer più mi fa che non l'amate.

Andate, o donne, andate,

a quest'uomini falsi a prestar fede

pazza è colei che in voi si fida, e crede.

 
[N. 7 - Aria Baronessa]

 N 

Chi crede a voi altri uomini  

bugiardi, ed ingannevoli

fra pene, affanni, e spasimi

meschina sempre sta.

Avete un cuor durissimo

con noi non siete stabili,

il vostro amor è perfido

e pien di falsità.

Così con questi barbari

parlar bisogna o femmine,

l'avere un cuor di zucchero

del danno assai ci fa.

(entra nella locanda)

Baronessa, servitori ->

 

Scena sesta

Lisetta, e don Pistacchio.

 
Recitativo

PISTACCHIO

Quella signora è matta, o spiritata  

LISETTA

Orsù parliamo a noi

mi amate sì, o no?

PISTACCHIO

Chi lo contrasta!

Son don Pistacchio tuo, e tanto basta.

LISETTA

Dunque sposiamci adesso.

PISTACCHIO

Adesso? Andiamo sopra.

LISETTA

Però prima dovete

giurarmi fedeltà di non tradirmi

per qualunque bellezza.

PISTACCHIO

Sì lo giuro.

LISETTA

E se poi mi mancate?

PISTACCHIO

Fatemi dare quattro schioppettate.

LISETTA

Pensateci pur ben.

PISTACCHIO

So quel che dico.

LISETTA

Voi morirete presto.

PISTACCHIO

La mia fede sarà costante, e forte.

LISETTA

E un segno preverrà la vostra morte.

PISTACCHIO

Che segno, quale segno?

LISETTA

Un suon di tromba

l'avviso a voi darà di mia vendetta.

PISTACCHIO

Un suon di tromba!

LISETTA

Sì.

PISTACCHIO

E lei sposina

viene a nozze, e tal suon mi porta in casa?

LISETTA

Già ve l'ho detto.

PISTACCHIO

Intesi già ci siamo.

LISETTA

Andiamo dunque in casa.

PISTACCHIO

Andiamo, andiamo.

(partono)

Lisetta, Pistacchio, seguito ->

 

Scena settima

Baronessa, don Martino dalla locanda, indi don Simone.

<- Baronessa, Martino

 

BARONESSA

Ma parlatemi chiaro, in qual maniera  

da voi lo sposo accolse il mio ritratto?

MARTINO

Alle corte, madama, egli è un bel matto.

BARONESSA

Ma come?

MARTINO

Un'altra sposa, ho già saputo,

che cela in propria casa il menzognero.

BARONESSA

Ah che il sospetto mio troppo fu vero.

 

<- Simone

SIMONE

(La sposa ancora è qua!) Mia Baronessa,  

don Pistacchio il nipote

venne, o non venne a tributarvi onore?

BARONESSA

Don Pistacchio è un ingrato.

MARTINO

Un mancatore.

SIMONE

Il nipote barone?

BARONESSA

Sì è un finto.

MARTINO

Un trappolone.

SIMONE

E per qual cosa?

BARONESSA

Perché cela in sua casa un'altra sposa.

SIMONE

Un'altra sposa? Ah, ah rider mi fate.

BARONESSA

Se vi dico di sì.

MARTINO

Qui l'ho veduta.

SIMONE

Veduta, sarà stata un'apprensione.

BARONESSA

Cospetto!

MARTINO

(passeggiando con furia per la scena)

Cospettone!

SIMONE

Cospettone.

Ehi Pistacchio, Pistacchio.

 

Scena ottava

Don Pistacchio dal balcone, poi in strada, e detti, indi donna Lisetta.

<- Pistacchio

 

PISTACCHIO

Chi mi chiama?  

SIMONE

Presto scendi quaggiù.

PISTACCHIO

Ora non posso.

SIMONE

Perché?

PISTACCHIO

Sto co' la sposa

discorrendo di cose assai remote.

BARONESSA

L'avete inteso?

PISTACCHIO

Ah birbo di nipote!

SIMONE

Scendi presto quaggiù, se no t'ammazzo.

PISTACCHIO

Adesso. Oh che seccata!

(entra)

Pistacchio ->

 

MARTINO

Che ne dite?

SIMONE

Dico, che son restato una marmotta.

BARONESSA

(smaniosa)

Ragion mi renderà.

MARTINO

Con questa spada

vendicarvi saprò.

BARONESSA

Morto lo voglio.

SIMONE

Sentiamo prima come va l'imbroglio.

 

<- Pistacchio

PISTACCHIO

Eccomi, sono qua.

SIMONE

Parlami chiaro:

sopra, chi v'è?

PISTACCHIO

La sposa! No 'l sapete?

SIMONE

Che sposa? Quale sposa?

PISTACCHIO

La sposa ch'è mia sposa.

BARONESSA

Ah traditore!

Amico a che tardate?

MARTINO

Adesso gli darò quattro stoccate.

PISTACCHIO

Aiuto, zio Simone.

SIMONE

Lo meriti, briccone.

BARONESSA

Una mia pari

non si tratta così!

MARTINO

Voglio insegnarvi

le dame a rispettar.

PISTACCHIO

Questa è pur bella!

Ma chi è colei?

SIMONE

Non più; tua moglie è quella.

 

<- Lisetta

[N. 8 - Quintetto]

 N 

PISTACCHIO

Moglie quella! Ma di chi?  

Moglie mia! Ma no, signora;

moglie dentro, e moglie fuora,

quante mogli ho da pigliar?

SIMONE

La tua moglie è questa qui.

PISTACCHIO

La mia moglie ohibò sta lì.

BARONESSA E MARTINO

Se destate i miei furori

questa testa pronta e lesta

or per aria sbalzerà.

PISTACCHIO

Non si scaldino, signori,

sposo quella, sposo questa,

ed un'altra se ci sta.

BARONESSA, SIMONE E MARTINO

Che contento al core io sento

giubilar mi fate già.

BARONESSA

Date a me quella manina.

PISTACCHIO

Sì, sposina, eccola qua.

(qui si sentono suonare le trombe)

BARONESSA, SIMONE E MARTINO

Ma, pian, che suono è questo?

PISTACCHIO

Son morto, cari amici.

BARONESSA E MARTINO

Scherzate.

SIMONE

Cosa dici?

PISTACCHIO

Son morto, sì signor.

LISETTA

All'eco grato, e armonico;

di questo suon piacevole,

cari miei sposi amabili,

goder vi faccia amor.

PISTACCHIO

Ma io però non voglio

sposar con sì bel suono;

perché le trombe sono

presagi di dolor.

BARONESSA, SIMONE E MARTINO

Ma cosa è questo inciampo!

LISETTA

Per voi non v'è più scampo.

BARONESSA, SIMONE E MARTINO

Via su la man porgete.

LISETTA

(Son quattro lo sapete.)

BARONESSA, SIMONE E MARTINO

Barone, a che pensate?

PISTACCHIO

A quattro schioppettate.

BARONESSA, LISETTA, PISTACCHIO, SIMONE E MARTINO

Che imbroglio maledetto.

Mi batte in petto il cor.

La mia testa in tai momenti

vacillando si confonde:

come nave in mezzo all'onde

combattuta è da più venti:

e sdegnato un nembo irato,

già la porta a naufragar.)

(entrano tutti in casa del barone)

Baronessa, Lisetta, Pistacchio, Simone, Martino ->

 
 

Scena nona

Camera del barone.
Bettina, e Folletto.

 Q 

Bettina, Folletto

 
Recitativo

BETTINA

Orsù non mi seccar. Se noi vogliamo  

essere buoni amici.

Non mi parlare più di gelosia.

FOLLETTO

Ma questa non mi par buon'armonia.

BETTINA

Tant'è.

FOLLETTO

Ma non sta bene

di far sugli occhi miei la spasimante.

BETTINA

Con chi?

FOLLETTO

Con chi? Con don Simon, cospetto!

BETTINA

Quanto, carino mio, sei semplicetto.

FOLLETTO

Anzi son troppo furbo.

BETTINA

I suoi zecchini,

la sua scatola d'oro, i suoi brillanti,

son quelli, che mi fanno spasimare.

FOLLETTO

Dunque quando è così, lascio pur fare.

BETTINA

Dimmi, dimmi, la sposa hai tu veduta?

FOLLETTO

L'ho vista; e quell'idea,

non mi riesce nuova.

BETTINA

A me pur sembra

d'averla conosciuta.

FOLLETTO

Vogliamo andare a farle un complimento?

BETTINA

Sai, che non dici mal! Così possiamo

acquistare la sua protezione.

FOLLETTO

Ma gran sciocco è quel barone!

BETTINA

Non mi so far capace.

FOLLETTO

La damina

per la ricchezza, affé, che se la sposa.

Ah quest'oro, quest'oro è una gran cosa.

 
[N. 9 - Aria Folletto]

 N 

Chi tiene moneta,  

visetto mio bello,

da questo, e da quello

si fa rispettar:

e chi non ha soldi

si fa strapazzar.

Chi tiene moneta,

fa sempre convito,

e con appetito,

si spassa a mangiar:

e chi non ha soldi

digiuno può star.

Chi tiene moneta,

fa bene all'amore,

e con le signore

si suole spassar:

e chi non ha soldi

sta solo a crepar.

Insomma Bettina

chi tiene soldetti,

insino gli orbetti

sa far cantar.

 
(entrano)

Folletto, Bettina ->

 

Scena decima

Lisetta, indi don Pistacchio, e don Simone con scatolino di gioie, e detta, indi Folletto, e Bettina.

<- Lisetta

 
Recitativo

LISETTA

Ah, ah, l'astuzia mia  

è stata veramente portentosa...

Che voce strepitosa! Zitto, zitto

ecco il baron che grida con suo zio,

il lor discorso ascolterò ben'io.

(si ritira un poco)

 

<- Pistacchio, Simone

PISTACCHIO

Ma se ve l'assicuro,  

che il ritratto osservai con tanti d'occhi.

SIMONE

Tu sei orbo Pistacchio.

PISTACCHIO

(Eccola a tempo.)

Guardate se ho ragion zio incapace;

sotto ciglio ben nero, occhio vivace.

SIMONE

Che occhio, naso, e coda vai dicendo:

son tutti segni falsi.

PISTACCHIO

Ma le gioie...

SIMONE

Le gioie vanno a quella, e non a questa.

PISTACCHIO

Oh guardate che imbroglio!

LISETTA

(Barone traditor morto ti voglio.)

PISTACCHIO

Sarete, signor zio, la mia rovina.

 

<- Bettina, Folletto

BETTINA

Ah cara signorina  

come... quando... che sorte!...

FOLLETTO

Vostra eccellenza qui?

BETTINA

Gran Baronessa...

Padrona bella mia... Vostra eccellenza

si trova in questa casa?

FOLLETTO

Il duca padre

come sta di salute?

BETTINA

La duchessa

signora madre, come se la passa?

LISETTA

Ma voi, chi siete?

FOLLETTO

Un tempo ebbi l'onore

di servire da paggio il conte zio.

BETTINA

Ed io della marchesa sua sorella

cameriera son stata.

LISETTA

Ho ben piacer.

PISTACCHIO

(S'è fatta la frittata.)

LISETTA

(I sciocchi son confusi.)

SIMONE

Ergo quell'altra...

PISTACCHIO

È la sposa falsaria.

SIMONE

Siamo in un brutto impegno.

PISTACCHIO

Voi ne siete cagion testa di legno.

LISETTA

(Vediam che sanno fare.)

SIMONE

(Orsù al riparo.)

PISTACCHIO

A me quel scatolino,

or io rimedierò.

SIMONE

Prendi.

PISTACCHIO

Signora

lei sappia pur che noi abbiamo preso

lucciole per lanterne.

SIMONE

Pecore per montagne.

Onde si degni

d'accettar queste quattro bagatelle.

BETTINA

Son gioie.

FOLLETTO

E sono belle.

LISETTA

Io non accetto

regali da nemici.

PISTACCHIO

Via, via le ponga in tasca.

SIMONE

Le prenda, e se le goda.

BETTINA

Ella è prudente.

FOLLETTO

È piena di clemenza.

PISTACCHIO

Se poi vostra eccellenza

vuol più preghi da me, ecco mi prostro.

SIMONE

Anch'io m'abbasso a terra.

BETTINA

Son qua pure a' suoi piedi.

FOLLETTO

In ginocchione

s'umilia ancor Folletto.

LISETTA

Basta, non più vinceste, il dono accetto.

 
[N. 10 - Aria Lisetta]

 N 

Sono amante, e son pietosa,  

vanto in seno un dolce core,

sempre in me vi regna amore,

pace cara, e fedeltà.

Da quell'alma ancor dubbiosa

deh disgombra il reo sospetto,

che temer d'un puro affetto,

è tiranna crudeltà.

(parte)

Lisetta ->

 
Recitativo

FOLLETTO

Bettina, la padrona seguitiamo.  

BETTINA

Fatto quest'oggi un grande acquisto abbiamo.

 
(partono)

Folletto, Bettina ->

 

Scena undicesima

Don Pistacchio, don Simone, Baronessa, e don Martino discorrendo fra loro.

<- Baronessa, Martino

 

BARONESSA

Dunque il signor barone  

conobbe, che mi offese?

MARTINO

Sì, madama:

e in emenda del fallo a voi di gioie

un regalo vuol fare.

BARONESSA

Torna in calma il mio core a respirare.

PISTACCHIO

Ecco la falsa sposa.

SIMONE

In questo punto

scacciamola di casa.

MARTINO
(alla Baronesssa)

È qui l'amico.

BARONESSA

Lo vedo, ma mi sembra torbidetto.

MARTINO

Avrà, cred'io sospetto

che siate ancor sdegnata.

PISTACCHIO

Presto parti di qua, donna sfacciata.

BARONESSA

A me?

PISTACCHIO

A te, signora

bugiarda Baronessa.

BARONESSA

Ah no: non devo

più affronti tollerar.

(a don Martino)

Vindice chiamo

voi sol de' torti miei.

MARTINO

(a don Pistacchio cavando la spada)

Ben, che facciamo?

PISTACCHIO

Signor zio...

SIMONE

Tocca a te, suvvia coraggio.

MARTINO

Ponga mano alla spada.

SIMONE

Presto.

PISTACCHIO

Adagio.

Mi tolga primo un dubbio ussignoria:

lei della sposa mia

non mi portò il ritratto?

MARTINO

Sì, signore.

Eccolo. Non fu questo?

(gli mostra il ritratto di Lisetta)

PISTACCHIO

Questo appunto;

e questo sol mi piace;

sotto ciglio ben nero, occhio vivace.

MARTINO

(Si cambi con destrezza.)

Veda se questo è il suo.

(alla Baronessa mostrandole il proprio)

BARONESSA

Con sua licenza, vo' vederlo anch'io.

(vedendo quello della Baronessa)

Nipote sei ben matto:

questo non è ritratto,

che merta i tuoi disprezzi.

PISTACCHIO

Anzi vi ho detto,

che mi piace da piè fino alla testa.

BARONESSA

Dunque la sposa io sono.

PISTACCHIO

È quella.

SIMONE

È questa.

MARTINO

E siam da capo.

SIMONE

Hai torto.

PISTACCHIO

Ho torto un cavolo.

Che imbroglio del diavolo

è mai questo per me! Care mie donne,

sposine mie dilette,

se tanti intrighi agli uomin apportate,

tutte vi lascio, e più per me non fate.

 
[N. 11 - Aria Pistacchio]

 N 

Donne belle. Son fallito,  

il negozio è disperato,

più per voi non fo mercato;

mercanzia più non ci sta.

Se non sono ancor sposato

e per casa v'è il demonio,

quando sono maritato

che diavol mai sarà.

Voi siete amabile,

quella è vezzosa,

voi una vipera,

quella gelosa,

voi mi volete,

mi brama quella,

ma son confuso

per verità.

Per due donne contentare,

per finir la gran questione,

non dovrei esser barone,

ma di Tunisi un un bascià.

(parte)

Pistacchio ->

 

Scena dodicesima

Baronessa, don Martino, e don Simone.

 
Recitativo

BARONESSA

Mio caro don Simone.  

SIMONE

Caro don cancaro;

a sentir tante risse io non son uso,

e confuso son io, più che confuso.

(parte)

Simone ->

 

BARONESSA

Cosa ne dite voi?  

MARTINO

Che don Pistacchio

conoscer non vi vuol per sua consorte.

BARONESSA

Dunque...

MARTINO

A duello io vuò sfidarlo, e a morte.

BARONESSA

Oh bravo!

MARTINO

Eppur madama

per comprovarvi il mio sincero amore,

sarei pronto a sposarvi a suo rossore.

BARONESSA

Vendicatemi prima.

MARTINO

E poi?

BARONESSA

E poi,

forse vi appagherò.

MARTINO

Zitto, ritorna.

BARONESSA

Qui mi ritiro intanto, e a voi mi affido.

(si ritira)

MARTINO

Vendicarvi saprò, di lui mi rido.

 

Scena tredicesima

Don Pistacchio, don Simone, che sopraggiungono, e detti.

<- Pistacchio, Simone

 
[N. 12a - Finale I]

 N 

MARTINO

Se la bella del ritratto  

tu non sposi in quest'istante,

cava il ferro, fatti avante,

e comincia a duellar.

PISTACCHIO

Padron caro, io non son matto,

quella sola adoro, ed amo;

quella cerco, e quella bramo,

quella appunto io vuo sposar.

SIMONE

Bravi, bravi, son contento,

fatto è già l'aggiustamento;

venga pur la Baronessa

che le nozze vogliam far.

 

Scena quattordicesima

Donna Lisetta, e la Baronessa per parte opposta, e detti.

<- Lisetta

 

LISETTA

Son qua pronta, chi mi chiama?  

BARONESSA

Chi mi brama? Son qua lesta.

PISTACCHIO E SIMONE

(don Pistacchio alla Baronessa, don Simone a Lisetta)

Una donna sì molesta

più di voi non si può dar.

BARONESSA

Che baldanza!

LISETTA

Che arroganza!

PISTACCHIO E SIMONE

(don Pistacchio alla Baronessa, don Simone a Lisetta)

Questa vostra è un'imprudenza.

BARONESSA, LISETTA E MARTINO

Ah non ho più sofferenza,

che maniera di trattar!

BARONESSA

Ma mi dica, signorina,

dal mio sposo che pretende?

LISETTA

Lei è pazza madamina,

don Pistacchio mio sarà.

PISTACCHIO

Chi è di voi la Baronessa?

BARONESSA

Io son quella.

LISETTA

Quella io sono.

BARONESSA, LISETTA, MARTINO, PISTACCHIO E SIMONE

Qui si canta d'un sol tuono,

e cadenza non si fa.

LISETTA

Guardate che dama,

che sposa gentile!

La rabbia, la bile

mi monta già su.

BARONESSA

Guardate che sposa

che dama avvenente!

Gran volpe insolente

gran furba sei tu.

LISETTA

Rispettami audace.

BARONESSA

Prudenza fraschetta.

PISTACCHIO, SIMONE E MARTINO

Gran fiera saetta precipita giù.

BARONESSA E LISETTA

Lasciatemi il braccio.

PISTACCHIO, SIMONE E MARTINO

Che torbido impegno.

BARONESSA E LISETTA

Son cieca di sdegno.

PISTACCHIO, SIMONE E MARTINO

Madama non più.

BARONESSA E LISETTA

Tremate, tremate...

PISTACCHIO, SIMONE E MARTINO

Quel foco smorzate.

BARONESSA E LISETTA

Rovina, rovina...

PISTACCHIO, SIMONE E MARTINO

S'è accesa la mina.

BARONESSA E LISETTA

Vendetta, vendetta...

PISTACCHIO, SIMONE E MARTINO

Gran fiera saetta...

BARONESSA, LISETTA, MARTINO, PISTACCHIO E SIMONE

Non tanto furore

madame non più

mai tanto il mio cuore

sdegnato non fu.

 

Baronessa, Lisetta, Martino, Pistacchio, Simone ->

 

Scena quindicesima

Giardino.
Bettina e Folletto con due loro compagni suonatori.

 Q 

Bettina, Folletto, due compagni suonatori

 
[N. 12b - Finale I]

 N 

FOLLETTO

Oh che vago giardinetto!  

Mi consola, o mia Bettina;

qui la nuova canzoncina

insegnar ti vuo cantar.

BETTINA

Questo sito, sì mi piace

accordate gli strumenti;

ma compagni state attenti

che son solita stonar.

FOLLETTO

Siete pronti?

BETTINA

Siete lesti?

FOLLETTO

Prima solo cantar voglio.

BETTINA

Dici ben, se no m'imbroglio.

FOLLETTO

Stammi attenta ad ascoltar.

Insieme

BETTINA

Starò attenta ad ascoltar.

 

FOLLETTO

Nella campagna

i pinti augelli

canori e belli

cantan così.

Chiò, chiò, chiò, chiò.

Nfrì, nfrì, nfrì, nfrì.

BETTINA

Nella campagna

i pinti augelli

canori e belli

cantan così.

Chiò, chiò, chiò, chiò.

Nfrì, nfrì, nfrì, nfrì.

FOLLETTO

Non dici bene

non va così.

BETTINA

Starò più attenta.

FOLLETTO

Signora sì.

E l'accompagna

col suo bel trillo

il caro grillo

trì, trì, trì, trì.

BETTINA

E l'accompagna

col suo bel trillo

il caro grillo.

Nfrì, nfrì, nfrì, nfrì.

FOLLETTO

Trì, trì trì, trì.

BETTINA

Chiò, chiò, chiò, chiò.

FOLLETTO

(correggendola)

Trì, trì, trì, trì.

BETTINA

Non dico bene?

FOLLETTO

Non va così.

BETTINA

Ma chi s'avanza?

FOLLETTO

Gente mi pare.

BETTINA E FOLLETTO

Possiam cantare

un po' più lì.

(si ritirano in fondo al giardino)

 

Scena sedicesima

Donna Lisetta, indi don Pistacchio, poi don Martino, indi son Simone, e Baronessa.

<- Lisetta

 

LISETTA

Zeffiretti che placidi e cheti,  

sussurrate fra questi arboscelli,

del mio core i gelosi martelli

voi calmate un tantin per pietà.

 

<- Pistacchio

PISTACCHIO

Augelletti che garruli, e lieti,

qui d'intorno amorosi cantate,

alla bella che adoro volate,

e con voi portatela qua.

LISETTA

Qua son io furbetto, furbetto.

PISTACCHIO

Furbo no, ma costante amoroso.

LISETTA E PISTACCHIO

Ah per te più non trovo riposo,

più quest'alma la calma non ha.

 

<- Martino

MARTINO

(Fra la tema, e la dolce speranza

si confonde il mio cor poverello;

ma se Lisa si sposa con quello,

presto presto lo vuò consolar.)

 

<- Baronessa, Simone

BARONESSA E SIMONE

Zitto. Zitto, l'abbiamo trovati.

MARTINO

(Questo arrivo mi spiace un tantino.)

PISTACCHIO

Cara, cara.

LISETTA

Carino, carino.

LISETTA E PISTACCHIO

Di dolcezza mi sento mancar.

BARONESSA, MARTINO E SIMONE

Dalla rabbia mi sento crepar.

SIMONE

Bada ben ser nipote,

se mi metti un piede in fallo,

questa testa di metallo

con un legno io spaccherò.

BARONESSA

Bada bene mancatore,

vedi qua questo coltello?

Se più fai da mattarello,

nel tuo cuor lo ficcherò.

MARTINO

Se non fate il dover vostro,

questa bocca di pistola

nelle canne della gola

scaricar ve la saprò.

LISETTA

Caro sposo vezzosetto,

se per quella mi lasciate,

delle quattro schioppettate

la promessa adempirò.

PISTACCHIO

Schioppettate, la sposina!

Questo, un legno sul cervello!

Qua pistola, là coltello,

glorioso morirò.

MARTINO E SIMONE

E così, che decidete?

BARONESSA E LISETTA

E così, cosa facciamo?

MARTINO E SIMONE

E così, che risolviamo?

BARONESSA E LISETTA

Mi sposate, sì o no?

BARONESSA E LISETTA

Decidete attenta sto.

Insieme

MARTINO E SIMONE

Decidete attento sto.

 

PISTACCHIO

Andate, alla malora

signori quanti siete.

Davvero mi volete

far pazzo diventar.

BARONESSA, LISETTA, MARTINO E SIMONE

Ma questo...

PISTACCHIO

Non v'ascolto.

BARONESSA, LISETTA, MARTINO E SIMONE

Ma questo...

PISTACCHIO

Non vi sento.

BARONESSA, LISETTA, MARTINO E SIMONE

Ma questo è un mancamento,

l'avrete da pagar.

 

Scena diciottesima

Bettina, e Folletto che si avanzano dal fondo del giardino, e detti.

 

BETTINA E FOLLETTO

Silenzio per finezza,  

silenzio miei signori;

non fate più rumori,

che stiamo lì a cantar.

BARONESSA, LISETTA, MARTINO E SIMONE

La rabbia già mi stuzzica.

PISTACCHIO

La testa già mi rotola.

BARONESSA, LISETTA, MARTINO E SIMONE

Baron baron giudizio...

PISTACCHIO

Son pazzo, son frenetico.

BETTINA E FOLLETTO

Che gran bisbiglio orribile,

che cosa mai sarà.

 

TUTTI

Mi par sentire un organo  

con gli alti, e bassi zufoli,

e tante voci insolite

che cantano qua e là:

i bassi mentre intonano,

i due soprani imitano!

Oh che dolcezza unifona,

oh che soavità!

Or tutti par che creschino...

Or tutti par che calino...

Adagio... piano... unitevi...

non fate no, più strepito...

ohimè che Babilonia...

che sinagoga è qua.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo

[Sinfonia]

Amena pianura del villaggio di lago Secco. Da un lato palazzo baronale, dall'altro locanda con insegna; in prospetto varie colline, ed altre villerecce abitazioni.

Folletto, villani, Simone, Bettina
 

[N. 1 - Introduzione]

Simone, Folletto, Bettina
Guardate quanti giochi

Ditemi, ciarlatani

[N. 2 - Aria Bettina]

Folletto, villani, Simone
Bettina ->

Ah, per costei d'amore

Folletto, villani
Simone ->

Questi sciocchi signori e ricchi assai

Folletto, villani ->
<- Lisetta, Martino

[N. 3 - Duetto]

Sorella mia giudizio; il concertato

Martino
Lisetta ->

Son nell'impegno affé. Ma quanta gente

Martino
<- Pistacchio, domestici, vassalli

[N. 4 - Cavatina]

Olà servi qui fuori

Martino, Pistacchio, vassalli
domestici ->
Martino, Pistacchio, vassalli
<- domestici

È sciocco veramente / Orsù villani

Martino, Pistacchio, domestici
vassalli ->

Che caro mammalucco! / Chi è costui?

[N. 5 - Aria Martino e duetto]

Martino, Pistacchio
Superbo di me stesso
Pistacchio, domestici
Martino ->

Che venga un bel malanno

Pistacchio, domestici ->
<- Simone

Ho fatto preparare una cuccagna

Simone
<- Baronessa, servitori

È questa la locanda? È dunque quello

[N. 6 - Aria Simone]

Baronessa, servitori
Simone ->
Baronessa, servitori
<- Lisetta, seguito

Lisetta allegramente. A don Pistacchio

Baronessa, servitori, Lisetta, seguito
<- Pistacchio

Presto paggi, staffieri

[N. 7 - Aria Baronessa]

Lisetta, seguito, Pistacchio
Baronessa, servitori ->

Quella signora è matta, o spiritata

Lisetta, Pistacchio, seguito ->
<- Baronessa, Martino

Ma parlatemi chiaro, in qual maniera

Baronessa, Martino
<- Simone

La sposa ancora è qua! Mia Baronessa

Baronessa, Martino, Simone
<- Pistacchio

Chi mi chiama?

Baronessa, Martino, Simone
Pistacchio ->

Baronessa, Martino, Simone
<- Pistacchio

Baronessa, Martino, Simone, Pistacchio
<- Lisetta

[N. 8 - Quintetto]

Pistacchio, Simone, Baronessa e Martino, poi Lisetta
Moglie quella! Ma di chi?

(si sentono suonare le trombe)

 
Baronessa, Lisetta, Pistacchio, Simone, Martino ->

Camera del barone.

Bettina, Folletto
 

Orsù non mi seccar. Se noi vogliamo

[N. 9 - Aria Folletto]

Folletto, Bettina ->
<- Lisetta

Ah, ah, l'astuzia mia

Lisetta
<- Pistacchio, Simone

Ma se ve l'assicuro

Lisetta, Pistacchio, Simone
<- Bettina, Folletto

Ah cara signorina

[N. 10 - Aria Lisetta]

Pistacchio, Simone, Bettina, Folletto
Lisetta ->

Bettina, la padrona seguitiamo

Pistacchio, Simone
Folletto, Bettina ->
Pistacchio, Simone
<- Baronessa, Martino

Dunque il signor barone

[N. 11 - Aria Pistacchio]

Simone, Baronessa, Martino
Pistacchio ->

Mio caro don Simon

Baronessa, Martino
Simone ->

Cosa ne dite voi? / Che don Pistacchio

Baronessa, Martino
<- Pistacchio, Simone

[N. 12a - Finale I]

Martino, Pistacchio, Simone
Se la bella del ritratto
Baronessa, Martino, Pistacchio, Simone
<- Lisetta
Lisetta, Baronessa, Pistacchio, Simone, Martino
Son qua pronta, chi mi chiama?
Baronessa, Lisetta, Martino, Pistacchio, Simone ->

Giardino.

Bettina, Folletto, due compagni suonatori
 

[N. 12b - Finale I]

Folletto e Bettina
Oh che vago giardinetto!
Bettina, Folletto, due compagni suonatori
<- Lisetta
Lisetta e Pistacchio, Martino, Baronessa e Simone
Zeffiretti che placidi e cheti
Bettina, Folletto, due compagni suonatori, Lisetta
<- Pistacchio
 
Bettina, Folletto, due compagni suonatori, Lisetta, Pistacchio
<- Martino
 
Bettina, Folletto, due compagni suonatori, Lisetta, Pistacchio, Martino
<- Baronessa, Simone
 
Bettina e Folletto, Baronessa, Lisetta, Martino e Simone, Pistacchio
Silenzio per finezza
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciottesima
Amena pianura del villaggio di lago Secco. Da un lato palazzo baronale, dall'altro locanda con insegna; in... Camera del barone. Giardino. Gabinetto. Sala con sedie. Gabinetto. Ameno boschetto tutto folto di cipressi, e mirti; in mezzo... Gabinetto. Gran sala illuminata, con tavola nel mezzo imbandita.
[Sinfonia] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Aria Bettina] [N. 3 - Duetto] [N. 4 - Cavatina] [N. 5 - Aria Martino e duetto] [N. 6 - Aria Simone] [N. 7 - Aria Baronessa] [N. 8 - Quintetto] [N. 9 - Aria Folletto] [N. 10 - Aria Lisetta] [N. 11 - Aria Pistacchio] [N. 12a - Finale I] [N. 12b - Finale I] [N. 13 - Aria Folletto] [N. 14 - Aria Bettina] [N. 15 - Duettino] [N. 16 - Aria Pistacchio] [N. 17 - Aria Simone] [N. 18 - Duetto] [N. 19 - Recitativo accompagnato] [N. 20 - Rondò] [N. 21 - Quartetto] [N. 22 - Aria Martino] [N. 23 - Aria Baronessa] [N. 24a - Finale II] [N. 24b - Finale II]
Atto secondo

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