Atto terzo

 

Scena prima

Cortile dello speziale.
Sempronio, poi Volpino.

 Q 

Sempronio

 

SEMPRONIO

O disgraziati  

chi pensar sì potea?

 

<- Volpino

VOLPINO

Servo signore.

SEMPRONIO

Oh signor seccatore.

VOLPINO

Perdoni...

SEMPRONIO

Mi lasci stare.

VOLPINO

Dovrei...

SEMPRONIO

Non ho tempo.

VOLPINO

Dovrei comunicare

con lei un certo avviso.

SEMPRONIO

Avviso? di qual parte?

VOLPINO

Di Persia, e di Turchia.

SEMPRONIO

Schiavo a vossignoria,

sarà una nuova scaltra

compagna di quell'altra.

VOLPINO

Favorisca.

D'esser un galantuomo io mi protesto,

quel, ch'io dico, sostengo; ed ecco il testo.

(gli dà un foglio)

 

SEMPRONIO

Leggiamo:

(legge)

«Il re delle Molucche

m'ha mandato in Italia

a provveder di droghe,

di cordiali, e sciroppi un capitale,

e vuol al suo servizio uno speziale.»

VOLPINO

Sentite?

SEMPRONIO

Ma se i Turchi

non usan medicine?

VOLPINO

Leggete pure, e sentirete il fine.

SEMPRONIO
(legge)

«Vedendo, che la peste

fece strage l'altr'anno,

vuol riparar il danno

con introdurre de' medicamenti.»

(a Volpino)

Per la peste ho un cordial, che fa portenti.

VOLPINO

Sarebbe il vostro caso.

SEMPRONIO

Seguitiamo.

(legge)

«Ei manda due bassà

carichi di casnà (vuol dir quattrini)

con ordine di seco

trasportare in Turchia

un buon spezial, ed una spezieria.»

(a Volpino)

Dove mai sbarcheranno?

VOLPINO

Sono a vista

di queste spiagge. Hanno mandato in terra

con un caichio questo foglio loro,

e alquante borse d'oro:

e in questa terra chiedono licenza

di principiar la loro diligenza.

SEMPRONIO

Vengano, son padroni; questa volta

lascio la patria mia,

a fare lo spezial vado in Turchia.

VOLPINO

Volete, che per voi

introduca il discorso?

SEMPRONIO

Sì, vi prego,

se si farà il negozio,

se passerò in Turchia,

vi prometto una buona senseria.

 

Son uomo generoso,  

e non mi faccio star.

Oh se potessi andar?

Con un buon orto,

con un buon pozzo

tesorerei,

e mi divertirei

con tante novità.

A voi mi raccomando

ancor per carità.

(parte)

Sempronio ->

 

Scena seconda

Volpino solo.

 

 

Ho vinto:  

lo stolido è caduto

benché rassembra astuto.

Già vado a vestirmi da turco;

e così la Grilletta

sarà poi mia sposa diletta.

 
 

Scena terza

Spezieria. Mengone, poi Grilletta.

 Q 

Mengone

 

MENGONE

Penso... dico...  

poi vado... e resto...

Tutto il dì mi sento tormentar.

Oh questa, finché vivo,

mai più me la scorderò.

 

<- Grilletta

GRILLETTA

(Povero Megoncin, pentita sono.)  

MENGONE

(Ecco Grilletta.)

GRILLETTA

(Aggiustarla vorrei, ma con decoro.)

MENGONE

(Tormar in pace pagherei un tesoro.)

GRILLETTA

(Ei mi guarda sott'occhio.)

MENGONE

(Volevo regarlarle questo nastro,

ma più non lo vorrà.)

GRILLETTA

Che cosa ha in mano?

Pare un nastro.

MENGONE

Pazienza,

maledetta fortuna.

(getta il nastro)

GRILLETTA

Gettar la robba via

è segno di pazzia.

MENGONE

Già sono un pazzo

tutto il mondo lo sa.

GRILLETTA

Povero nastro!

Almeno valerà quattro testoni.

MENGONE

Vale per dir il ver due ducatoni.

GRILLETTA

E lei lo butta via?

MENGONE

Non so, che farne.

Volevo regalarlo,

se no'l posso, vuo' calpestarlo.

GRILLETTA

Guardate lì: peccato!

È tutto polverato.

MENGONE

Un po' di polve

presto si manda via.

GRILLETTA

Veder non posso

mandar male la roba.

MENGONE

Ed io non posso...

GRILLETTA

Poverino!

(s'abbassa per prenderlo)

MENGONE

Si fermi.

(s'abbassa anche lui)

GRILLETTA

Lasci.

 
(tutti due vogliono levarlo con lazzi. Toccano la mano, poi resta a Grilletta, lo vuol dare a Mengone)
 

MENGONE

Eh via.

GRILLETTA

Prenda.

MENGONE

Non è più roba mia.

GRILLETTA

Lo vuo' restituir.

MENGONE

Non lo permetto.

GRILLETTA

Che ne ho da far?

MENGONE

Lo può portar in petto.

 

 

Deh bella in carità  

non siate più crudel,

son degno di perdono:

gradite l picciol dono,

che recca un fido amante

che brama il vostro cor.

GRILLETTA

È troppa crudeltà.

Quell'esservi infedel,

voi mi rapiste il core;

son grata al vostro amore;

a voi sarò costante

ve l'assicura il cor.

MENGONE

Cara vita!

GRILLETTA

Son ferita.

GRILLETTA E MENGONE

Che contento

io mi sento

viva, viva il dio d'amor.

 
(partono)

Mengone, Grilletta ->

 

Scena quarta

Sempronio, e Volpino vestito alla turca con finti Turchi.

<- Sempronio, Volpino, finti turchi

 

SEMPRONIO

Or che tutto è concluso,  

possiam partir. Porterò meco unguenti,

spiriti, elettuari,

droghe, essenze, ed empirò mezza felucca

con oglio perfettissimo di zucca.

VOLPINO

Prima, che ti partira,

bisogna ricordara,

che aver pupilla a me sposara.

SEMPRONIO

Sposara, star contenta.

VOLPINO

Dove stara Grilletta?

SEMPRONIO

Stara in casa.

VOLPINO

Mi volerla chiamara,

e in to presenza la voler...

SEMPRONIO

Sposara.

VOLPINO

Brava, brava Semprugna.

SEMPRONIO

(La sposi, non importa,

or vado in Turchia,

mi farò ricco colla spezieria.)

 

VOLPINO

Salamelica  

Semprugna cara,

Costantinupela

sempre cantara

sempre ballara

là, là, là, là.

(parte)

Volpino, finti turchi ->

 

Scena quinta

Sempronio, poi Grilletta, e Mengone da turco.

 

SEMPRONIO

Che bel parlar grazioso;  

che gente spiritosa, e d'allegria,

che paese gentile è la Turchia!

 

<- Grilletta

GRILLETTA

Ecco, signor tutore

poiché vi contentate, ch'io mi sposi,

questo turco mi prendo.

SEMPRONIO

Sia in buon'ora;

prendine quattro, se tu vuoi ancora.

 

<- Mengone

MENGONE

Ma mi voler sposara  

con tutta ceremunia,

voler, che ti, tutora

sposar pupilla.

SEMPRONIO

Sì volentieri.

Ciascheduno sia testimonio

che vi congiungo in matrimonio.

MENGONE

Via, finché crepara.

SEMPRONIO

Sì, obbligato.

MENGONE

(Questa volta Sempronio ci è cascato.)

 

Scena sesta

Volpino, e detti.

<- Volpino

 

VOLPINO

Grilletta no trovata... oh stara qua.  

SEMPRONIO

Stara qua, stara qua, star maritata.

VOLPINO

Con chi?

SEMPRONIO

Con quel Turco è sposata.

VOLPINO

Chi stara ti?

SEMPRONIO

Ti chi stara?

VOLPINO

(O maledetto

Mengon me l'ha ficcata.)

Pien di rabbia, e disdegno, io resto un cavolo

e tai baffi, e vestiti mando al diavolo.

(leva li baffi e si scopre)

 

MENGONE

Signor Sempronio    

il matrimonio

si è fatto qua:

Costantinupola

più non si va.

(si scopre)

S

GRILLETTA

Se co' la vostra mano

ci avete voi sposati

saremo consolati

più non si penerà.

VOLPINO

Ed io, che tanto ho fatto

per acquistar Grilletta

quel razza maledetta

in vece mia l'avrà.

SEMPRONIO

Bricconi quanti siete

ficcata me l'avete,

levatevi dagl'occhi

andate via de qua.

GRILLETTA, MENGONE

Contento è il nostro core

per un sì dolce amore

mai più non penerà.

SEMPRONIO, VOLPINO

Contenti siete voi

e intanto ognun di noi

contarsela potrà.

 

TUTTI

Amore s'ingegna

sa l'arte, e l'insegna,

ma, se uno è più scaltro,

soffrite, quell'altro

tacere dovrà.

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Cortile dello speziale

Sempronio
 

O disgraziati

Sempronio
<- Volpino

Volpino
Sempronio ->

Ho vinto: / lo stolido è caduto

Spezieria

Mengone
 

Penso... Dico...

Mengone
<- Grilletta

Povero Megoncin, pentita sono

Mengone, Grilletta
Deh bella in carità
Mengone, Grilletta ->
<- Sempronio, Volpino, finti turchi

Or che tutto è concluso

Volpino
Salamelica
Sempronio
Volpino, finti turchi ->

Che bel parlar grazioso

Sempronio
<- Grilletta

Sempronio, Grilletta
<- Mengone

Ma mi voler sposara

Sempronio, Grilletta, Mengone
<- Volpino

Grilletta no trovata... oh stara qua

Mengone, Grilletta, Volpino e Sempronio
Signor Sempronio
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta
Bottega da speziale co' suoi utensili. Camera interna della spezieria. Camera interna della spezieria Cortile dello speziale Spezieria
Atto primo Atto secondo

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