Atto terzo

 
[N. 22 - Sinfonia impetuosa]

 N 

 
 

Scena prima

Cortile.
Cosroe ed Arasse.

 Q 

Cosroe, Arasse

 
Recitativo

COSROE

No no, voglio che mora.  

Abbastanza finora

pietosa a me per lui parlò natura.

ARASSE

Ubbidirò con pena

ma pure ubbidirò. Di Siroe amico

io sono, è ver, ma son di te vassallo

e sa ben la mia fede

che al dover di vassallo ogn'altro cede.

(parte)

Arasse ->

 

Scena seconda

Laodice e detto.

<- Laodice

 

LAODICE

Mio re che fai? Freme a la regia intorno  

un sedizioso stuol che Siroe chiede.

COSROE

La sua morte è commessa, e forse adesso

per l'aperte ferite

fugge l'anima rea. Così gliel rendo.

LAODICE

Ahimè, che intendo!

Ah che ingannato sei. Sospendi il cenno.

Nell'amor tuo già mai

il prence non t'offese, io t'ingannai.

COSROE

Tu ancor tradirmi?

LAODICE

Amore

invan richiesi a lui, e con l'accusa

tentai la mia vendetta.

Sì Cosroe, ecco la rea,

questa s'uccida e l'innocente viva.

COSROE

Innocente chi vuol la morte mia?

LAODICE

Cedi o signor. Sia salvo il prence, e poi

uccidimi se vuoi. Sarò felice

se il mio sangue potrà...

COSROE

Parti Laodice.

Chiedendo la sua vita

colpa gli accresci e il tuo pregar m'irrita.

 
[N. 23 - Aria]

 N 

LAODICE

Se il caro figlio  

vede in periglio

diventa umana

la tigre ircana

e lo difende

dal cacciator.

Più fiero core

del tuo non vidi,

non senti amore,

la prole uccidi,

empio ti rende

cieco furor.

(parte)

Laodice ->

 

Scena terza

Cosroe ed Emira.

<- Emira

 
Recitativo

EMIRA

Rendi o signore, il prence  

al popolo sdegnato.

COSROE

Cresce dunque il tumulto?

EMIRA

In mille destre e mille

splendono i nudi acciari.

COSROE

Se ancor pochi momenti

l'impeto si sospende, io più no 'l temo.

EMIRA

Perché?

COSROE

Già il fido Arasse

corse a svenar per mio comando il figlio.

EMIRA

E potesti così... Rivoca oh dio

la sentenza funesta!

Nunzio n'andrò di tua pietade io stesso...

Porgimi il regio impronto.

COSROE

Invan lo chiedi.

La sua morte mi giova.

EMIRA

Quanto perdi in un punto! Ah se ti scordi

le leggi di natura

un fatto sol tutti i tuoi pregi oscura.

Deh con miglior consiglio...

COSROE

Ma Siroe è un traditor.

EMIRA

Ma Siroe è figlio.

Figlio che di te degno

da le paterne imprese

l'arte di trionfar sì bene apprese.

Che fu bambino ancora

la delizia di Cosroe e la speranza.

COSROE

Che mi rammenti!

EMIRA

Ed or quel figlio istesso,

quello s'uccide e chi l'uccide? Il padre!

COSROE

Oh dio più non resisto.

Prendi, vola a salvarlo.

(gli dà l'impronto regio)

EMIRA

Io torno in vita.

 

Scena quarta

Arasse e detti.

<- Arasse

 

EMIRA

Arasse! O ciel!  

COSROE

Ah che turbato ha il ciglio.

EMIRA

Vive il prence?

ARASSE

Non vive.

EMIRA

Oh Siroe!

COSROE

Oh figlio!

ARASSE

Ei cadde al primo colpo e l'alma grande

disse pria di partire

«Difendi il padre», e poi fuggì dal seno.

COSROE

Deh soccorrimi Idaspe, io vengo meno.

 

EMIRA

Tu barbaro, tu piangi! E chi l'uccise?  

Mostro di crudeltà, furia d'Averno,

vergogna de la Persia, odio del mondo.

COSROE

Così mi parla Idaspe!

Che mai ti feci?

EMIRA

Empio che mi facesti?

Lo sposo m'uccidesti,

per te padre non ho, non ho più trono.

Io son la tua nemica, Emira io sono.

COSROE

Che sento!

ARASSE

O meraviglia!

COSROE

Adesso intendo

chi mi sedusse il figlio.

EMIRA

È ver, ma invano

di sedurlo tentai. Per mia vendetta

e per tormento tuo perfido il dico.

Sappi ch'ei ti difese

da l'odio mio, ch'ei ti recò quel foglio,

che innocente morì, ch'ogni sospetto,

ch'ogni accusa è fallace;

va', pensaci e se puoi riposa in pace.

COSROE

Serba Arasse al mio sdegno

ma fra' ceppi costei.

ARASSE

Pronto ubbidisco.

(toglie la spada ad Emira e la conduce seco)

Arasse, Emira ->

 

COSROE

Ove son? Che m'avvenne?  

Pace non spero.

Ho nemici i vassalli,

ho la sorte nemica. Il cielo istesso

astri non ha per me che sian felici

ed io sono il peggior de' miei nemici.

 
[N. 24 - Aria]

 N 

Gelido in ogni vena  

scorrer mi sento il sangue.

L'ombra del figlio esangue

m'ingombra di terror.

E per maggior mia pena

veggio che fui crudele

a un'anima fedele,

a un innocente cor.

(parte)

Cosroe ->

 

Scena quinta

Arasse, ed Emira prigioniera senza Guardie.

<- Arasse, Emira

 
Recitativo

EMIRA

Che vuoi d'un empio re più reo ministro,  

forse svenarmi?

ARASSE

No vivi e ti serba

illustre principessa al tuo gran sposo,

Siroe respira ancor.

EMIRA

Come!

ARASSE

La cura

d'ucciderlo accettai ma per salvarlo.

EMIRA

Andiamo. Ah vien Medarse.

ARASSE

Non sbigottirti, io partirò, tu resta

i disegni a scoprir del prence infido.

Fidati, non temer.

EMIRA

Di te mi fido.

 
(parte Arasse)

Arasse ->

 

Scena sesta

Emira e Medarse.

<- Medarse

 

MEDARSE

Tutto è in tumulto, Idaspe.  

EMIRA

(Ignota ancor gli son.) Dunque n'andiamo

ad opporci a' ribelli.

MEDARSE

Altro soccorso

chiede il nostro periglio, a Siroe io vado.

EMIRA

E liberar vorresti

l'indegno autor de' nostri mali?

MEDARSE

Eh, tanto

stolto non son, corro a svenarlo.

EMIRA

Intesi

che già Siroe morì.

MEDARSE

Estinto o vivo

Siroe trovar mi giova.

EMIRA

Io ti precedo.

De' tuoi disegni avrai

Idaspe esecutor. (Scopersi assai.)

(parte)

Emira ->

 
[N. 25 - Aria]

 N 

MEDARSE

Benché tinta del sangue fraterno  

la corona non perde splendor.

Quella colpa che guida sul trono

sfortunata non trova perdono

ma felice si chiama valor.

(parte)

Medarse ->

 
 

Scena settima

Luogo angusto e racchiuso nel castello destinato per carcere a Siroe.
Siroe, poi Emira.

 Q 

Siroe

 
[N. 26 - Arioso]

 N 

SIROE

Son stanco ingiusti numi  

di soffrir l'ira vostra. A che mi giova

innocenza e virtù? S'opprime il giusto,

s'inalza il traditor. Se i merti umani

così bilancia Astrea,

o regge il caso o l'innocenza è rea.

 
[N. 27 - Aria]

 N 

Deggio morir, o stelle,  

né all'innocenza mia

v'è chi contento dia,

né chi dia pace.

Io son vicino a morte,

e ognun nella mia sorte

o mostrasi rubelle

o pur si tace.

 

<- Emira

Recitativo

EMIRA

Arasse non mentì, vive il mio bene.  

SIROE

Ed Emira fra tanti

rigorosi custodi a me si porta?

EMIRA

Quest'impronto real fu la mia scorta.

 

Scena ottava

Medarse e detti.

<- Medarse

 

MEDARSE

Non temete o miei fidi, il re m'invia.  

EMIRA

(O numi!)

MEDARSE

Idaspe è qui! Senza il tuo brando

ti porti in mia difesa?

EMIRA

In su l'ingresso

me 'l tolsero i custodi.

(guardando per la scena)

(Giungesse Arasse.)

SIROE

Ad insultarmi ancora

qui vien Medarse! E in qual remoto lido

posso celarmi a te?

MEDARSE

Taci o t'uccido.

(snuda la spada)

EMIRA

È lieve pena a un reo

la sollecita morte. Il bramo estinto.

Tu sai ch'è mio nemico e che stringendo

contro di me fin ne la regia il ferro

quasi a morte mi trasse.

SIROE

E tanto ho da soffrir?

EMIRA

(come sopra)

(Giungesse Arasse.)

SIROE

E Idaspe è così infido

che unito a un traditor...

MEDARSE

Taci o t'uccido.

SIROE

Uccidimi crudel. Tolga la morte

tanti oggetti penosi agli occhi miei.

EMIRA

Dammi quel ferro, io svenerò l'indegno,

io svellerò quel core, io solo, io solo

basto di tanti a vendicar gli oltraggi.

(Medarse dà la spada ad Emira)

SIROE

A questo segno

ti son odioso?

EMIRA

Or lo vedrai, superbo

se speri alcun riparo...

Difenditi mia vita, ecco l'acciaro.

(dà la spada a Siroe)

MEDARSE

Che fai, che dici Idaspe? E mi tradisci

quando a te m'abbandono?

 

EMIRA

No, più non sono Idaspe, Emira io sono.  

SIROE

(Che sarà!)

MEDARSE

Traditori!

Verranno ad un mio grido

i custodi a punir...

SIROE

Taci o t'uccido.

 

Scena nona

Arasse con Guardie e detti.

<- Arasse, guardie

 

ARASSE

Vieni Siroe.  

MEDARSE

Ah difendi

Arasse il tuo signor.

ARASSE

Siroe difendo.

MEDARSE

Ah perfido.

ARASSE
(a Siroe)

Dipende

la città dal tuo cenno. Andiam, consola

con la presenza tua tant'alme fide.

(parte e restano con Siroe le guardie)

Arasse ->

 

Scena decima

Siroe, Emira e Medarse.

 

MEDARSE

Numi! Ognun mi abbandona.  

EMIRA
(a Siroe)

Andiamo o caro,

de l'amica fortuna

non si trascuri il dono.

Siegui i miei passi, ecco la via del trono.

SIROE

È pur vero idol mio

che non mi sei nemica? Oh dio che pena

il crederti infedele.

EMIRA

E tu potesti

dubitar di mia fé?

SIROE

Perdona o cara.

Tanto in odio a le stelle oggi mi vedo

che per mio danno ogn'impossibil credo.

 
[N. 28 - Aria]

 N 

EMIRA

Ch'io mai vi possa  

lasciar d'amare

non lo credete

pupille care,

né men per gioco

v'ingannerò.

Voi foste e siete

le mie faville

e voi sarete

care pupille

il mio bel foco

finch'io vivrò.

(parte)

Emira ->

 

Scena undicesima

Siroe, Medarse e Guardie.

 
Recitativo

MEDARSE

Siroe, già so qual sorte  

sovrasti a un traditor. Più de la pena

mi sgomenta il delitto. Al soglio ascendi,

svenami pur, senza difesa or sono.

SIROE

Prendi, vivi, t'abbraccio e ti perdono.

(gli rende la spada)

 
[N. 29 - Aria]

 N 

Se l'amor tuo mi rendi,  

se più fedel sarai,

son vendicato assai,

più non desio da te.

Sorte più bella attendi,

spera più pace al core

or che al sentier d'onore

volgi di nuovo il piè.

(parte con le guardie)

Siroe, guardie ->

 

Scena dodicesima

Medarse e Laodice.

 
Recitativo

MEDARSE

Ah con mio danno imparo  

che la più certa guida è l'innocenza.

 

<- Laodice

LAODICE

(entra)

Siroe non v'è! Medarse sol qui trovo,  

il suo più fier nemico. Ah, forse, o numi,

l'innocente perì.

MEDARSE

Bella, t'inganni,

se il suo nemico in me veder tu credi:

io dal germano appresi

d'esser giusto ed umano.

LAODICE

Ove si trova?

MEDARSE

Lo tolse Arasse a morte,

e al popol che lo vuol salvo lo rende.

E in Idaspe si scuopre

Emira di lui amante.

LAODICE

Emira! Oh dio!

Dunque smarrita ogni mia speme io scorgo.

MEDARSE

Ti consola, o Laodice, e uniti andiamo

del fallir nostro ad impetrar perdono.

Se tu perdi un amante, io perdo un trono.

(parte)

Medarse ->

 

LAODICE

Chi si fida a la colpa  

se nemico ha il destino, il tutto perde.

Chi a la virtù si affida

benché provi la sorte ognor funesta,

pur la pace de l'alma almen gli resta.

 
[N. 30 - Aria]

 N 

Torrente cresciuto  

per torbida piena

se perde il tributo

del gel, che si scioglie,

fra l'aride sponde

più l'onde non ha.

Ma il fiume che nacque

da limpida vena,

se privo è de l'acque

che il verno raccoglie,

il corso non perde,

più chiaro si fa.

(parte)

Laodice ->

 
 

Scena tredicesima

Gran piazza di Seleucia. Nell'aprir della scena si vede una mischia tra i Ribelli e le Guardie reali, le quali sono rincalzate e fuggono.
Cosroe, Emira e Siroe l'uno dopo l'altro, con spada nuda, indi Arasse con tutto il Popolo; Cosroe difendendosi da alcuni Congiurati, cade.

 Q 

ribelli, Cosroe, guardie reali

guardie reali ->

 
Recitativo

COSROE

Vinto ancor non son io.  

 

<- Emira

EMIRA

Arrestatevi amici, il colpo è mio.  

 

<- Siroe

SIROE

Ferma Emira. Che fai? Padre, son teco.  

Non temer.

EMIRA

Empio ciel!

COSROE

Figlio tu vivi!

SIROE

Io vivo e posso ancora

morir per tua difesa.

COSROE

E chi fu mai

che serbò la tua vita?

 

<- Arasse, popolo

ARASSE

Io la serbai.  

 

Scena ultima

Medarse, Laodice e detti.

<- Medarse, Laodice

 

MEDARSE

Padre.  

LAODICE

Signor.

MEDARSE

Del mio fallir ti chiedo

il perdono o la pena.

LAODICE

Anch'io son rea;

vengo al giudice mio; l'incendio acceso

in gran parte io destai.

COSROE

Siroe è l'offeso.

SIROE

Nulla Siroe rammenta.

(a Emira)

E tu mio bene

deponi alfin lo sdegno. Ah mal s'unisce

con la nemica mia, la mia diletta.

O scordati l'amore o la vendetta.

EMIRA

Più resister non posso. Io con l'esempio

di sì bella virtù l'odio abbandono.

COSROE

E perché quindi il trono

sia per voi di piacer sempre soggiorno

Siroe sarà tuo sposo.

EMIRA E SIROE

O lieto giorno.

 
[N. 31 - Aria]

 N 

EMIRA

La mia speranza  

diceva al core:

soffri le pene,

ché il caro bene

poi nel suo seno

ti stringerà.

Con la costanza

si vince amore,

e chi non soffre

non goderà.

 
Recitativo

COSROE

Ecco Persia il tuo re. Passi dal mio  

su quel crin la corona. Io stanco alfine

volontier la depongo. Ei che a giovarvi

fu da' prim'anni inteso

saprà con più vigor soffrirne il peso.

(pone la corona sul capo di Siroe)
 
[N. 32 - Coro]

 N 

CORO

Dolcissimo amore,  

ogn'alma, ogni core

tu inviti a goder;

tesor della vita,

delizia infinita,

immenso piacer.

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

[N. 22 - Sinfonia impetuosa]

Cortile.

Cosroe, Arasse
 

No no, voglio che mora

Cosroe
Arasse ->
Cosroe
<- Laodice

Mio re che fai? Freme a la regia intorno

[N. 23 - Aria]

Cosroe
Laodice ->
Cosroe
<- Emira

Rendi o signore, il prence

Cosroe, Emira
<- Arasse

Arasse! O ciel! / Ah che turbato ha il ciglio

(Emira rivela la sua identità)

Tu barbaro, tu piangi! E chi l'uccise?

Cosroe
Arasse, Emira ->

Ove son? Che m'avvenne?

[N. 24 - Aria]

Cosroe ->
<- Arasse, Emira

Che vuoi d'un empio re più reo ministro

Emira
Arasse ->
Emira
<- Medarse

(Medarse crede che Emira sia Idaspe)

Tutto è in tumulto, Idaspe

Medarse
Emira ->

[N. 25 - Aria]

Medarse ->

Luogo angusto e racchiuso nel castello destinato per carcere a Siroe.

Siroe
 

[N. 26 - Arioso]

[N. 27 - Aria]

Siroe
<- Emira

Arasse non mentì, vive il mio bene

Siroe, Emira
<- Medarse

(Medarse crede che Emira sia Idaspe)

Non temete o miei fidi, il re m'invia

(Emira rivela la sua identità a Medarse)

No, più non sono Idaspe, Emira io sono

Siroe, Emira, Medarse
<- Arasse, guardie

Vieni Siroe / Ah difendi

Siroe, Emira, Medarse, guardie
Arasse ->

Numi! Ognun mi abbandona

[N. 28 - Aria]

Siroe, Medarse, guardie
Emira ->

Siroe, già so qual sorte

[N. 29 - Aria]

Medarse
Siroe, guardie ->

Ah con mio danno imparo

Medarse
<- Laodice

Siroe non v'è! Medarse sol qui trovo

Laodice
Medarse ->

Chi si fida a la colpa

[N. 30 - Aria]

Laodice ->

Gran piazza di Seleucia.

ribelli, Cosroe, guardie reali
 

(mischia tra ribelli e le guardie reali, che fuggono; Cosroe cade)

ribelli, Cosroe
guardie reali ->

Vinto ancor non son io

ribelli, Cosroe
<- Emira

Arrestatevi amici, il colpo è mio

ribelli, Cosroe, Emira
<- Siroe

Ferma Emira. Che fai? Padre, son teco

ribelli, Cosroe, Emira, Siroe
<- Arasse, popolo

Io la serbai

ribelli, Cosroe, Emira, Siroe, Arasse, popolo
<- Medarse, Laodice

Padre / Signor / Del mio fallir ti chiedo

[N. 31 - Aria]

(incoronazione di Siroe)

Ecco Persia il tuo re

[N. 32 - Coro]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena ultima
Gran tempio dedicato al sole con ara e simulacro del medesimo. Camera interna di Cosroe con tavolino e sedia. Parco reale. Appartamenti terreni corrispondenti a' giardini con sedie. Cortile. Luogo angusto e racchiuso nel castello destinato per carcere a Siroe. Gran piazza di Seleucia.
[N. 1 - Ouverture] [N. 2 - Sinfonia] [N. 3 - Arioso] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Recitativo accompagnato] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Aria] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Aria] [N. 12 - Aria] [N. 13 - Arioso] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Aria] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Aria] [N. 19 - Aria] [N. 20 - Aria] [N. 21 - Aria] [N. 22 - Sinfonia impetuosa] [N. 23 - Aria] [N. 24 - Aria] [N. 25 - Aria] [N. 26 - Arioso] [N. 27 - Aria] [N. 28 - Aria] [N. 29 - Aria] [N. 30 - Aria] [N. 31 - Aria] [N. 32 - Coro]
Atto primo Atto secondo

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