Atto primo

 

Scena prima

La piazza del villaggio; nel fondo il mare, sul davanti una fontana, attorno alla quale le Acquaiole pongono a volta a volta i loro orciuoli; a destra, si vede l'interno della casa di Matilde: una stanzetta modesta, piena di panni di bucato, con una vecchia madonna ad una parete; a sinistra le case del paese; è giorno.

 Q 

acquaiole

 

IL CORO DELLE ACQUAIOLE

O marinai, la sponda  

fin l'ultima paranza

lascia, e s'affida all'onda.

Ci arride la speranza

che allo spuntar del giorno

farete a noi ritorno,

carchi di pesca.

Quando le reti in mare

gittate a notte fonda,

vogliate a noi pensare;

nella calma gioconda,

gli occhi fissi a una stella,

cantate la più bella

marinaresca!

 

acquaiole ->

 

Scena seconda

Matilde, nella sua stanza, con grande tristezza.

<- Matilde

 

 

Forse domani al canto    

delle allegre compagne

risponderà Silvano.

Voglia il ciel che la grazia a lui lontano

ancor non giunta sia!

Oh mesta anima mia,

tu che già sospiravi il caro giorno

del suo ritorno;

e tu che all'onde, ai prati, alle montagne,

il dolce nome trepida affidavi,

oggi saresti lieta

se non tornasse più!...

Quasi il fiero rimorso ad assopire

volli crederlo morto...

(rivolgendosi alla vergine)

Al mio soffrire,

madre, pietà!... Non amo, non ho amato

che il mio Silvano...

e pur quell'altro, insano!

per la passione sua potrebbe perdermi!

...È ver, peccai, ma ho poi sofferto tanto...

per le disgrazie mie, per questo pianto,

madre pietà!

(cade affranta, in ginocchio, innanzi all'immagine della madonna)

S

 

Scena terza

Silvano e Matilde.

<- Silvano

 
(entra dal fondo, a destra, col fucile ad armacollo e giunto all'uscio di Matilde, l'apre con fretta; Matilde si alza sorpresa: egli l'abbraccia teneramente)
 

SILVANO

Torno, adorata mia,    

fra le tue braccia, alfine, ed a' tuoi baci!

S

MATILDE
(confusa)

Silvano... tu sei qui?... Non hai paura

d'esser sorpreso?...

SILVANO
(con affetto)

No... ti rassicura...

Stamani seppi della grazia, ormai

sempre starò con te!... Soffersi tanto

in questi ultimi giorni a non averti accanto!

MATILDE
(confusa)

Ma negli scorsi dì d'esser temei spiata;

e qui sempre rinchiusa sono stata.

Qui sola, colle mie memorie, e col dolore

che mi straziava il core,

io vissi, ahimè! lontana

dal mar, dalla fontana...

SILVANO
(teneramente)

Oh mia Matilde, come t'ho invocata

ne' miei deliri e nelle fredde notti...

oh sposa, oh sposa amata!

MATILDE
(quasi con terrore)

Io la tua sposa?... No... no... mai!

SILVANO
(sorpreso)

Che dici?

MATILDE
(con grande sconforto)

I miei giorni felici

ormai son tramontati!

SILVANO
(sorpreso)

Che pensi, ohimè?

Perché sei tanto pallida?

Perché tremi, perché?

MATILDE
(con grande sconforto)

Silvano mio pietà, pietà di me!

Senti: d'esserti sposa indegna sono...

Da che tu m'hai lasciato,

come femmina vil m'han disprezzato...

negato m'ha il perdono

il babbo mio morente... Ah! se tu mi vuoi bene,

mi lascia alle mie pene!

SILVANO
(con grande passione)

Io non ti vo' più mesta, o mio tesoro;

tu soffristi per me, ed io t'adoro,

e ti sospiro e bramo...

oh quanto t'amo!

O sola mia delizia,

unico ben dell'anima,

te sempre il cor sognò!

La faccia che innamora più non sciupar col pianto

io t'amo tanto!

MATILDE

(E non posso parlar... oh quale strazio!)

SILVANO
(con passione)

Oh la dolcezza della tua carezza!

 

MATILDE

(Dio... come soffro!)  

SILVANO
(con passione)

Parla... parla!...

MATILDE

(Oh quanto

l'amo!)

SILVANO
(con passione)

Sei mia... sei mia!...

MATILDE
(vinta)

Son tua, Silvano!

 

SILVANO

Apri le care braccia... io voglio amar...  

sul tuo candido petto or vo' posar...

che m'ami dimmi ancor!

MATILDE

Or l'ansie del mio core io vo' scordar...

O Silvano, così non mi guardar...

che m'ami dimmi ancor!

Son tua, son tua... perdonami...

(piangendo)

SILVANO

Matilde mia, non piangere...

baciami... O amore!

MATILDE

(abbandonandosi fra le braccia di lui)

O amor!

 

Scena quarta

Il Coro e Renzo, sulla piazza. Silvano e Matilde, in casa di Matilde.

<- coro, Renzo

 

IL CORO

(entra, attorniando Renzo, con festa)  

Evviva, Renzo, evviva!

SILVANO
(a Matilde)

Queste grida perché?

MATILDE

(Oh poveretta me!)

SILVANO

(guardando dalla porta socchiusa)

Che allegra comitiva!

 

IL CORO

Al mare! al mare! La navicella

come si culla snella!

Ha già pronta la fiocina,

sulla prua c'è la lampada;

come anderà leggera

alla pesca stasera!

 

SILVANO
(a Matilde)

Perché Renzo festeggiano?

MATILDE

Varò una barca e fervidi

a lui s'alzano i voti.

SILVANO

(guardando dalla porta socchiusa)

Oh i compagni devoti!

 
(Silvano più volte è stato per uscire sulla piazza, ma Matilde l'ha sempre trattenuto, cercando di chiuder la porta)
 

IL CORO

Al mare! al mare! La svelta prora

che porta scritto: Aurora,

segua la striscia argentea

della luna; e agli innumeri

pesci dispensi l'esca.

Alla pesca, alla pesca!

 

RENZO

Mi sia propizio il mare, e faccio giuro  

che se alla riva tornerò domani

con ricca preda, per tre dì arderanno

a san Giorgio tre ceri!

IL CORO

Iddio t'assista!

 

<- alcune ragazze

ALCUNE RAGAZZE

(entrano giulive, tenendo in mano piccole corone di rose e di margherite)  

Sulle balze erbose,

margherite e rose

vi cercammo

v'intrecciammo, o vaghi fior.

Della luna al raggio,

voi del core omaggio,

olezzate,

rallegrate il pescator.

 

RENZO

(prendendo qualche fiore dalle mani delle ragazze)  

Grazie, grazie di cor... grato vi sono

del caro dono.

Apparirà sul mare

la mia barca per voi come una vergine

sposa all'altare!

SILVANO

(avviandosi)

Debbo unirmi agli amici...

MATILDE

(trattenendolo, con ansia)

Silvano, no...

SILVANO
(sorpreso)

Che dici?

 

LE DONNE
(a Renzo)

Sempre t'accolga quieto il mar!

GLI UOMINI
(a Renzo)

Voglia il signor su te vegliar!

 

SILVANO

(sciogliendosi da Matilde)

Vuoi che manchi alla festa?

MATILDE

(trattenendolo)

No... no... qui meco resta!

 

LE DONNE
(a Renzo)

La sorte arrider ti dovrà!

GLI UOMINI
(a Renzo)

Propizio il vento spirerà!

 

GLI UOMINI

(dalla barca e sulla piazza)

Dateci, belle,

le odorose ghirlandelle!

Regnerà pe' vostri fior

dai vivissimi color,

sovra il mar la primavera, a sera!

Oh date, date

le corone profumate!

Quando Renzo salperà,

come tutta olezzerà

l'azzurra immensità!

 
(tutti si allontanano)
 

SILVANO

(baciando Matilde e uscendo sulla piazza)

Addio... non vo' mancare!

MATILDE
(disperata)

Chi mi potrà salvare?

RENZO

(avviandosi alla casa di Matilde)

Perché Matilde non è qui... Perché?

(scorgendo Silvano)

Ah Silvano!

IL CORO

(tornando indietro)

Silvano!

RENZO

(O giusto iddio,

venne dunque il bandito!)

SILVANO

Sì... son io...

ormai libero a voi torno ed al mare!

E il signor benedico

che in tal giorno m'ha fatto ritornare,

ch'io posso festeggiare un vecchio amico.

IL CORO

Benvenuto Silvano!

SILVANO
(a Renzo)

E tu concedimi,

Renzo, che sulla nova

tua barca possa ritentar la prova

delle reti!

 
(Matilde si affaccia sulla porta, ansiosa)
 

RENZO
(con sprezzo)

Con te? con un bandito,

lasciare il porto?...

Tutto è per te finito...

meglio sarebbe che tu fossi morto.

MATILDE

(Come tremo!)

SILVANO

Così parli? Che hai

con me? Perché mi provochi?

RENZO
(con sprezzo)

Mi fai

pietà!

SILVANO

(minaccioso, slanciandosi su Renzo)

Per Cristo, guardati!

RENZO

Da te?

SILVANO

(trattenuto)

Vile!

IL CORO

(frapponendosi)

No... no...

SILVANO

Vile!

RENZO
(con ira)

Lasciatelo!

MATILDE
(disperata)

Che accadrà mai?

(esce sulla piazza)

IL CORO

(trattenendoli)

Fermatevi, fermatevi!

 

SILVANO
(con grande amarezza)

Ah m'hai detto bandito? Rinfacciare  

m'hai voluto il mio fallo? E non lo sai

perché il frodo tentai?

Da che morì mio padre,

la scarsa pesca non bastava a dare

un po' di pane alla mia vecchia madre;

e fui contrabbandiere!... Mi sorpresero...

Fuggii... mi condannarono...

Errai pe' monti, lacero,

senza tetto affamato... Or che insperato

il perdono mi venne, or che ritornano

per me i bei giorni, or che lieti m'accolgono

gli amici, tu che mio fratel sei stato,

tu solo mi disprezzi e mi rinneghi?

 

Scena quinta

Rosa e detti.

<- Rosa

 

ROSA

(accorrendo a Silvano)

O mio caro figliolo, o mio Silvano!  

 

SILVANO

(abbracciandola teneramente)

O mamma, mamma mia!... Come sei pallida,  

e triste, o povera

mia vecchierella... no, non devi piangere...

mamma, sorridimi!

ROSA
(con grande tenerezza)

Tu starai sempre meco... io volli vivere

per rivederti... orribile

morte avrei fatto, o caro, senza stringerti

al cor, benedicendoti!

MATILDE
(piano a Renzo)

Ah non perdermi, Renzo...

SILVANO
(alla madre)

Angiolo santo!

(alle donne)

A voi l'affido, amiche.

(alla madre)

Verrò da te fra poco:

come solevi un giorno,

m'accoglierai ridente...

arrivederci, mamma!

 
(la bacia; Rosa esce accompagnata dalle donne; Silvano si volge a Renzo, ch'è rimasto immobile, con commozione)
 

SILVANO

E tu, Renzo, perché  

vorresti avvelenarmi

tanta felicità?

IL CORO

Pace, pace fra voi!

SILVANO
(a Renzo)

Ormai tutto dimentico.

RENZO

(è titubante, Matilde gli fa cenni supplichevoli; poi cupo)

E sia!

 
(dopo un istante d'esitazione si stringono la mano)
 

IL CORO

Viva Silvano!

E viva Renzo!... Al mar!

 
(escono)

coro, alcune ragazze, Silvano, Renzo, Rosa ->

 

Scena sesta

Matilde.

 

(rientra in casa disperata)  

Misera me ~ perduta sono!...

Beffardo il guardo su me posò...

Come a Silvano fiero parlò!...

Quanto livore ha in cor...

senza pietà ~ per noi sarà!

È vano, ahimè! ~ sperar perdono...

Ho pianto tanto... che debbo far?

Il mio Silvano non so ingannar...

Povero nostro amor...

un sogno fu... che non è più!

(cade accasciata sopra una sedia)

S

 

Scena settima

Renzo e Matilde.

<- Renzo

 

RENZO

(traversa rapidamente la piazza e quasi balza in casa di Matilde; ella sorge in piedi, sussultando)  

Fu sol per te che non l'uccisi... ascoltami!

MATILDE
(altera)

Non ti posso ascoltar... non voglio... vattene!

 

RENZO

(con passione)  

Quand'egli, il tuo bandito, era lontano,

pietà sentisti del mio grande amor;

da tanto tempo ti pregavo invano,

ma finalmente ti serrai sul cor!

S

MATILDE

(con disgusto)

Non rammentarlo!... fu un'infamia...

RENZO

Ed ora,

or che è tornato, perderti dovrò?

(con forza)

No, a dio lo giuro! m'appartieni ancora,

senza di te più vivere non so!...

(supplichevole)

Dimmi che m'ami ancor, Matilde mia,

acquieta del mio cor la gelosia!

MATILDE

(risoluta)

Ormai non devi più pensare a me...

troppo ho peccato... ahimè!...

Io più non vivo da quand'è tornato

lui, che m'ha tanto amato...

 

RENZO
(supplichevole)

Tu mia sei stata,  

o Matilde adorata!

MATILDE
(con amarezza)

Tu m'ingannasti! Sola io viveva,

sulla sventura di lui piangeva,

quando... l'orrenda scena rammento!

tu m'hai sorpresa...

caddi... e da allora, senza difesa,

sempre il tormento

delle carezze tue sopportai,

ma non t'amai!

RENZO
(supplichevole)

No, non è ver!

MATILDE

Soltanto

ho amato il mio Silvano!

RENZO

(supplichevole)

Ah non vedi il mio pianto...

abbi pietà!

MATILDE

Silvano adoro!

RENZO

(supplichevole)

Taci...

non dir ch'eran menzogna i cari baci!

MATILDE

No, no, non so mentire...

oh pensa al mio soffrire...

a' miei rimorsi lasciami!

RENZO

(afferrandola)

Oh quieta il vano orgoglio...

t'amo... sei mia... ti voglio...

invano, invan mi supplichi!

MATILDE

(sciogliendosi da Renzo, con grande violenza)

Ah! tu mi fai ribrezzo...

io t'odio, ti disprezzo...

non mi toccare... vattene!...

RENZO

(con passione)

Tra le tue folte anella,

sulla tua bocca bella,

io voglio esalar l'anima!

(tenta di riafferrare Matilde, ma essa gli sfugge, ed egli, con grande ira minacciandola)

Bada... ho pregato

troppo... ora impongo!... Se non verrai

là, sullo scoglio, dove tu sai,

giuro d'uccidere colla mia mano

il tuo Silvano!

MATILDE

(disperata)

Non dirlo!

RENZO

(minaccioso)

Credimi... son risoluto!

Vieni, o l'uccido...

MATILDE

(Tutto è perduto!)

RENZO

Risolvi dunque... che indugi ancora?...

 

MATILDE

(accasciata)  

Quando saranno andati tutti alla pesca... allora

verrò da te... sul tristo scoglio, a notte profonda:

l'amor tuo, l'onta mia bisogna ch'io nasconda!

RENZO

Ma se manchi, pe 'l tuo Silvano trema!

(esce)

Renzo ->

 

MATILDE

Questa sarà la mia vergogna estrema!

(cade singhiozzando)

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo

La piazza del villaggio. Nel fondo il mare, sul davanti una fontana, attorno alla quale le acquaiole pongono a volta a volta i loro orciuoli. A destra, si vede l'interno della casa di Matilde: una stanzetta modesta, piena di panni di bucato, con una vecchia madonna ad una parete. A sinistra le case del paese. È giorno.

acquaiole
 
acquaiole ->
<- Matilde
Matilde
<- Silvano
Silvano e Matilde
Torno, adorata mia

Dio, come soffro! / Parla, parla!

Matilde, Silvano
<- coro, Renzo
Coro, Silvano e Matilde
Evviva, Renzo, evviva!

Mi sia propizio il mare, e faccio giuro

Matilde, Silvano, coro, Renzo
<- alcune ragazze

Grazie, grazie di cor... grato vi sono

 

 

Matilde, Silvano, coro, Renzo, alcune ragazze
<- Rosa

O mio caro figliolo, o mio Silvano!

E tu, Renzo, perché

Matilde
coro, alcune ragazze, Silvano, Renzo, Rosa ->
Matilde
<- Renzo

Fu sol per te che non l'uccisi, ascoltami!

Tu mia sei stata

Matilde
Renzo ->
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima
La piazza del villaggio. Nel fondo il mare, sul davanti una fontana, attorno alla quale le acquaiole pongono... Una parte solitaria di spiaggia; a sinistra una ripida e frastagliata scogliera; alcune barche, lontane; a...
Atto secondo

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