SILVANO
Dramma marinaresco.
Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.
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Libretto di Giovanni TARGIONI-TOZZETTI.
Musica di Pietro MASCAGNI.
Prima esecuzione: 25 marzo 1895, Milano.
Personaggi:
SILVANO |
tenore |
RENZO |
baritono |
MATILDE |
soprano |
ROSA |
mezzosoprano |
Marinai, Pescatori, Acquaiole, giovani Contadine.
In un paese della costa meridionale adriatica. Tempo presente.
La piazza del villaggio; nel fondo il mare, sul davanti una fontana, attorno alla quale le Acquaiole pongono a volta a volta i loro orciuoli; a destra, si vede l'interno della casa di Matilde: una stanzetta modesta, piena di panni di bucato, con una vecchia madonna ad una parete; a sinistra le case del paese; è giorno.
IL CORO DELLE ACQUAIOLE
O marinai, la sponda
fin l'ultima paranza
lascia, e s'affida all'onda.
Ci arride la speranza
che allo spuntar del giorno
farete a noi ritorno,
carchi di pesca.
Quando le reti in mare
gittate a notte fonda,
vogliate a noi pensare;
nella calma gioconda,
gli occhi fissi a una stella,
cantate la più bella
marinaresca!
Matilde, nella sua stanza, con grande tristezza.
Forse domani al canto
delle allegre compagne
risponderà Silvano.
Voglia il ciel che la grazia a lui lontano
ancor non giunta sia!
Oh mesta anima mia,
tu che già sospiravi il caro giorno
del suo ritorno;
e tu che all'onde, ai prati, alle montagne,
il dolce nome trepida affidavi,
oggi saresti lieta
se non tornasse più!...
Quasi il fiero rimorso ad assopire
volli crederlo morto...
(rivolgendosi alla vergine)
Al mio soffrire,
madre, pietà!... Non amo, non ho amato
che il mio Silvano...
e pur quell'altro, insano!
per la passione sua potrebbe perdermi!
...È ver, peccai, ma ho poi sofferto tanto...
per le disgrazie mie, per questo pianto,
madre pietà!
(cade affranta, in ginocchio, innanzi all'immagine della madonna)
Silvano e Matilde.
(entra dal fondo, a destra, col fucile ad armacollo e giunto all'uscio di Matilde, l'apre con fretta; Matilde si alza sorpresa: egli l'abbraccia teneramente)
SILVANO
Torno, adorata mia,
fra le tue braccia, alfine, ed a' tuoi baci!
MATILDE
(confusa)
Silvano... tu sei qui?... Non hai paura
d'esser sorpreso?...
SILVANO
(con affetto)
No... ti rassicura...
Stamani seppi della grazia, ormai
sempre starò con te!... Soffersi tanto
in questi ultimi giorni a non averti accanto!
MATILDE
(confusa)
Ma negli scorsi dì d'esser temei spiata;
e qui sempre rinchiusa sono stata.
Qui sola, colle mie memorie, e col dolore
che mi straziava il core,
io vissi, ahimè! lontana
dal mar, dalla fontana...
SILVANO
(teneramente)
Oh mia Matilde, come t'ho invocata
ne' miei deliri e nelle fredde notti...
oh sposa, oh sposa amata!
MATILDE
(quasi con terrore)
Io la tua sposa?... No... no... mai!
SILVANO
(sorpreso)
Che dici?
MATILDE
(con grande sconforto)
I miei giorni felici
ormai son tramontati!
SILVANO
(sorpreso)
Che pensi, ohimè?
Perché sei tanto pallida?
Perché tremi, perché?
MATILDE
(con grande sconforto)
Silvano mio pietà, pietà di me!
Senti: d'esserti sposa indegna sono...
Da che tu m'hai lasciato,
come femmina vil m'han disprezzato...
negato m'ha il perdono
il babbo mio morente... Ah! se tu mi vuoi bene,
mi lascia alle mie pene!
SILVANO
(con grande passione)
Io non ti vo' più mesta, o mio tesoro;
tu soffristi per me, ed io t'adoro,
e ti sospiro e bramo...
oh quanto t'amo!
O sola mia delizia,
unico ben dell'anima,
te sempre il cor sognò!
La faccia che innamora più non sciupar col pianto
io t'amo tanto!
MATILDE
(E non posso parlar... oh quale strazio!)
SILVANO
(con passione)
Oh la dolcezza della tua carezza!
MATILDE
(Dio... come soffro!)
SILVANO
(con passione)
Parla... parla!...
MATILDE
(Oh quanto
l'amo!)
SILVANO
(con passione)
Sei mia... sei mia!...
MATILDE
(vinta)
Son tua, Silvano!
SILVANO
Apri le care braccia... io voglio amar...
sul tuo candido petto or vo' posar...
che m'ami dimmi ancor!
MATILDE
Or l'ansie del mio core io vo' scordar...
O Silvano, così non mi guardar...
che m'ami dimmi ancor!
Son tua, son tua... perdonami...
(piangendo)
SILVANO
Matilde mia, non piangere...
baciami... O amore!
MATILDE
(abbandonandosi fra le braccia di lui)
O amor!
Il Coro e Renzo, sulla piazza. Silvano e Matilde, in casa di Matilde.
IL CORO
(entra, attorniando Renzo, con festa)
Evviva, Renzo, evviva!
SILVANO
(a Matilde)
Queste grida perché?
MATILDE
(Oh poveretta me!)
SILVANO
(guardando dalla porta socchiusa)
Che allegra comitiva!
IL CORO
Al mare! al mare! La navicella
come si culla snella!
Ha già pronta la fiocina,
sulla prua c'è la lampada;
come anderà leggera
alla pesca stasera!
SILVANO
(a Matilde)
Perché Renzo festeggiano?
MATILDE
Varò una barca e fervidi
a lui s'alzano i voti.
SILVANO
(guardando dalla porta socchiusa)
Oh i compagni devoti!
(Silvano più volte è stato per uscire sulla piazza, ma Matilde l'ha sempre trattenuto, cercando di chiuder la porta)
IL CORO
Al mare! al mare! La svelta prora
che porta scritto: Aurora,
segua la striscia argentea
della luna; e agli innumeri
pesci dispensi l'esca.
Alla pesca, alla pesca!
RENZO
IL CORO
Iddio t'assista!
ALCUNE RAGAZZE
(entrano giulive, tenendo in mano piccole corone di rose e di margherite)
Sulle balze erbose,
margherite e rose
vi cercammo
v'intrecciammo, o vaghi fior.
Della luna al raggio,
voi del core omaggio,
olezzate,
rallegrate il pescator.
RENZO
SILVANO
(avviandosi)
Debbo unirmi agli amici...
MATILDE
(trattenendolo, con ansia)
Silvano, no...
SILVANO
(sorpreso)
Che dici?
LE DONNE
(a Renzo)
Sempre t'accolga quieto il mar!
GLI UOMINI
(a Renzo)
Voglia il signor su te vegliar!
SILVANO
(sciogliendosi da Matilde)
Vuoi che manchi alla festa?
MATILDE
(trattenendolo)
No... no... qui meco resta!
LE DONNE
(a Renzo)
La sorte arrider ti dovrà!
GLI UOMINI
(a Renzo)
Propizio il vento spirerà!
GLI UOMINI
(dalla barca e sulla piazza)
Dateci, belle,
le odorose ghirlandelle!
Regnerà pe' vostri fior
dai vivissimi color,
sovra il mar la primavera, a sera!
Oh date, date
le corone profumate!
Quando Renzo salperà,
come tutta olezzerà
l'azzurra immensità!
(tutti si allontanano)
SILVANO
(baciando Matilde e uscendo sulla piazza)
Addio... non vo' mancare!
MATILDE
(disperata)
Chi mi potrà salvare?
RENZO
IL CORO
(tornando indietro)
Silvano!
RENZO
SILVANO
Sì... son io...
ormai libero a voi torno ed al mare!
E il signor benedico
che in tal giorno m'ha fatto ritornare,
ch'io posso festeggiare un vecchio amico.
IL CORO
Benvenuto Silvano!
SILVANO
(a Renzo)
E tu concedimi,
Renzo, che sulla nova
tua barca possa ritentar la prova
delle reti!
(Matilde si affaccia sulla porta, ansiosa)
RENZO
MATILDE
(Come tremo!)
SILVANO
Così parli? Che hai
con me? Perché mi provochi?
RENZO
SILVANO
(minaccioso, slanciandosi su Renzo)
Per Cristo, guardati!
RENZO
SILVANO
(trattenuto)
Vile!
IL CORO
(frapponendosi)
No... no...
SILVANO
Vile!
RENZO
MATILDE
(disperata)
Che accadrà mai?
(esce sulla piazza)
IL CORO
(trattenendoli)
Fermatevi, fermatevi!
SILVANO
(con grande amarezza)
Ah m'hai detto bandito? Rinfacciare
m'hai voluto il mio fallo? E non lo sai
perché il frodo tentai?
Da che morì mio padre,
la scarsa pesca non bastava a dare
un po' di pane alla mia vecchia madre;
e fui contrabbandiere!... Mi sorpresero...
Fuggii... mi condannarono...
Errai pe' monti, lacero,
senza tetto affamato... Or che insperato
il perdono mi venne, or che ritornano
per me i bei giorni, or che lieti m'accolgono
gli amici, tu che mio fratel sei stato,
tu solo mi disprezzi e mi rinneghi?
Rosa e detti.
ROSA
(accorrendo a Silvano)
O mio caro figliolo, o mio Silvano!
SILVANO
(abbracciandola teneramente)
O mamma, mamma mia!... Come sei pallida,
e triste, o povera
mia vecchierella... no, non devi piangere...
mamma, sorridimi!
ROSA
(con grande tenerezza)
Tu starai sempre meco... io volli vivere
per rivederti... orribile
morte avrei fatto, o caro, senza stringerti
al cor, benedicendoti!
MATILDE
(piano a Renzo)
Ah non perdermi, Renzo...
SILVANO
(alla madre)
Angiolo santo!
(alle donne)
A voi l'affido, amiche.
(alla madre)
Verrò da te fra poco:
come solevi un giorno,
m'accoglierai ridente...
arrivederci, mamma!
(la bacia; Rosa esce accompagnata dalle donne; Silvano si volge a Renzo, ch'è rimasto immobile, con commozione)
SILVANO
E tu, Renzo, perché
vorresti avvelenarmi
tanta felicità?
IL CORO
Pace, pace fra voi!
SILVANO
(a Renzo)
Ormai tutto dimentico.
RENZO
(dopo un istante d'esitazione si stringono la mano)
IL CORO
Viva Silvano!
E viva Renzo!... Al mar!
(escono)
Matilde.
(rientra in casa disperata)
Misera me ~ perduta sono!...
Beffardo il guardo su me posò...
Come a Silvano fiero parlò!...
Quanto livore ha in cor...
senza pietà ~ per noi sarà!
È vano, ahimè! ~ sperar perdono...
Ho pianto tanto... che debbo far?
Il mio Silvano non so ingannar...
Povero nostro amor...
un sogno fu... che non è più!
(cade accasciata sopra una sedia)
Renzo e Matilde.
RENZO
MATILDE
(altera)
Non ti posso ascoltar... non voglio... vattene!
RENZO
MATILDE
(con disgusto)
Non rammentarlo!... fu un'infamia...
RENZO
MATILDE
(risoluta)
Ormai non devi più pensare a me...
troppo ho peccato... ahimè!...
Io più non vivo da quand'è tornato
lui, che m'ha tanto amato...
RENZO
MATILDE
(con amarezza)
Tu m'ingannasti! Sola io viveva,
sulla sventura di lui piangeva,
quando... l'orrenda scena rammento!
tu m'hai sorpresa...
caddi... e da allora, senza difesa,
sempre il tormento
delle carezze tue sopportai,
ma non t'amai!
RENZO
MATILDE
Soltanto
ho amato il mio Silvano!
RENZO
MATILDE
Silvano adoro!
RENZO
MATILDE
No, no, non so mentire...
oh pensa al mio soffrire...
a' miei rimorsi lasciami!
RENZO
MATILDE
(sciogliendosi da Renzo, con grande violenza)
Ah! tu mi fai ribrezzo...
io t'odio, ti disprezzo...
non mi toccare... vattene!...
RENZO
MATILDE
(disperata)
Non dirlo!
RENZO
MATILDE
(Tutto è perduto!)
RENZO
MATILDE
(accasciata)
Quando saranno andati tutti alla pesca... allora
verrò da te... sul tristo scoglio, a notte profonda:
l'amor tuo, l'onta mia bisogna ch'io nasconda!
RENZO
MATILDE
Questa sarà la mia vergogna estrema!
(cade singhiozzando)
Una parte solitaria di spiaggia. A sinistra una ripida e frastagliata scogliera. Alcune barche, lontane. A destra, a pochi metri dalla riva, un grande scoglio, a cui è ormeggiata la nuova barca di Renzo. È il tramonto.
Il coro dei Marinai.
Corre già pe 'l curvo ciel
la luna senza vel;
come gli occhi delle belle
son le stelle!
Quieto è il mar; la barca varca
il lunare balenio...
Pace e oblio...
tutto intorno s'addormenta,
va la barca lenta lenta;
e sommessa dice l'onda
là, tra i sassi della sponda:
« Su gioite, o donne amanti,
tornan presto i naviganti...»
Marinaro, ti rinfranca...
via da terra... arranca, arranca!
Silvano e Rosa.
SILVANO
(entra abbracciato a Rosa)
Come le barche son lontane! A lungo
presso di te, mamma, son stato... ho fatto
troppo tardi, né posso andare ormai
con la mia svelta barca alla ventura.
Alta è la luna in ciel!... per questa notte
non accompagnerà le mie canzoni
il rollio del battel... mi culleranno
soltanto i sogni belli dell'amore...
ROSA
Pensi sempre a Matilde?
SILVANO
O madre mia,
come potrei dimenticarla?... Lei,
consolatrice pia...
ne' lunghi giorni che ti fui lontano,
sola mi compensò delle carezze,
delle tue tenerezze a me contese!
ROSA
Ma la tua vecchia mamma un'altra sposa
sempre per te sognò...
SILVANO
Così amorosa
come Matilde non sarebbe stata...
Senti mamma adorata,
quand'eri inferma, notte e dì veniva
a me furtiva,
per darmi le tue nuove... Oh non l'ho vista
mai così trista,
come quel dì che, stretta sul mio core,
l'ho udita singhiozzar: tua madre muore!
ROSA
(con grande affetto)
Mio povero figliolo!
SILVANO
(teneramente)
O mamma mia,
pensa al dì che vicina al focolare
dove con me sedevi a novellare,
potrai baciar il capo ricciutello
d'un bambinello
nato da me... Le fole gli dirai
che mi narravi, e lieta rivivrai
nel caro tempo in cui t'amò mio padre...
O madre, o madre,
iddio t'assista, e per molt'anni ancora
regna, genio d'amor, sulla dimora
ove crebbi con te!...
ROSA
(abbracciando Silvano)
Santa Maria,
e così sia!
(Silvano esce accompagnando mamma Rosa)
Un gruppetto di Donne, poi un altro. Silvano.
ALCUNE DONNE
(alle altre, dietro le scene)
Sollecite venite; il mar quietissimo
si culla al mite raggio delle stelle;
già l'alto mare esplorano
le paranzelle.
ALTRE DONNE
(entrano in scena, recando fiori)
Eccoci... Avrà per noi la santa vergine
olezzante di rose il ricco altare;
i nostri cari vigili
ella sul mare.
SILVANO
(entrando)
E a' vostri voti aggiungasi,
amiche, il voto mio!
LE DONNE
(sorprese, accorrendo a Silvano)
Ah!... Silvano?
SILVANO
(salutandole)
Son io!
LE DONNE
Che fai qui solo?
SILVANO
(allegramente)
Placido
è il mar, la sera è quieta...
io sogno!
LE DONNE
(ridendo)
Sei poeta!...
Ve' di Renzo il battello...
SILVANO
(osservando, quasi fra sé)
Di Renzo?
LE DONNE
Come è bello!
SILVANO
(sorpreso)
Esso pure la pesca ha disertato?...
Oh dei ceri promessi illuminato
domani non sarà certo l'altare!
LE DONNE
(motteggiando)
Non rammenti l'adagio? Alle promesse
del marinaro non ti ci fidare!
SILVANO
(ridendo)
Siete sempre le stesse!
LE DONNE
(avviandosi, per andarsene)
Addio, Silvano!
SILVANO
Addio!
(siede presso la riva osservando la barca di Renzo)
LE DONNE
(avviandosi)
«Io miro miro, e non vedo chi voglio,
la barca di lontan vedo spuntare;
vedo l'amante mio dietro lo scoglio,
lo vedo far l'amore in mezzo al mare.
L'ho lasciato partir, povera sciocca!
i suoi baci ora son per altra bocca;
per altra bocca or sono i baci suoi...
se l'amor va lontan, povere noi!...»
Silvano solo, poi Matilde e Renzo.
SILVANO
Oh come questo semplice
canto mi turba il core!...
(guardando la barca di Renzo)
Perché Renzo alla pesca non andò?... ~
Quel canto è menzognero...
no, non è vero,
non si scorda l'amore!
S'è spento il sol laggiù lontano
nel placido oceàn.
La terra e il ciel, le stelle e i fior
m'invitano all'amor.
E par che a me or voglian dir
le gioie ed i sospir
di quell'età che un sogno fu,
e che non torna più...
Oh già tra i vel in mezzo al mar
la déa veggo spuntar,
la déa gentil che il cor sognò,
che sempre chiamerò...
~ Oh vieni a me, vo' accarezzar,
baciare e ribaciar
il bianco sen, il biondo crin,
il labbro porporin! ~
Oh che placida notte! È questo mare
una cosa divina; e su dall'onde,
giù dalla volta dell'immenso cielo
viene una pace sovrumana al core!
(si sdraia e s'addormenta)
(risvegliandosi)
Ho dormito... e nel sonno udii Matilde
chiamarmi a sé!... Dolce è dormir sognando
di lei che s'ama, ma è più dolce il bacio
della bocca adorata!... Ed io rimango
qua solo solo, a contemplar le stelle,
mentre m'aspetta la mia sposa... andiamo!
(avviandosi)
S'è spento il sol laggiù lontano
sul placido oceàn;
la terra e il ciel...
(si ferma improvvisamente, orecchiando)
MATILDE
(dietro lo scoglio)
Lasciami!
RENZO
SILVANO
Qual voce!
MATILDE
(mostrandosi e svincolandosi da Renzo)
Lasciami, o ch'io mi getto!
SILVANO
(con un grido)
Ah! per l'inferno!
MATILDE
(con terrore)
Silvano!
SILVANO
Ah! maledetti!
(spara un colpo: Renzo cade; Silvano fugge disperato)
MATILDE
Aiuto! aiuto!
Si inserisce alla fine dell'aria di Silvano «S'è spento il sol laggiù lontano», nella scena quarta, sostituendo la didascalia «si ferma improvvisamente, orecchiando» con la seguente: «esce continuando a cantare: il suo canto si perde in lontananza».
Scena quinta
Matilde e Renzo.
MATILDE
(uscendo dalla scogliera, e guardando con angoscia dalla parte ove è uscito Silvano)
Corre a cercarmi, ahimè!
avviandosi
RENZO
MATILDE
No!
RENZO
MATILDE
(con grande sconforto)
Lasciami andar. Sollecito
Silvano è corso alla casetta mia.
Egli pensa che trepida
ad aspettarlo sia.
Tornerà qui... tutto saprà...
m'ucciderà!...
Ma tu, ma tu che mi domandi ancor?
Lo sai, pur oggi l'ultima
infamia, oh, mia vergogna! ho consumata...
Tu mi volevi togliere
Silvano... e tua son stata!
Ma basta, ahimè!... Lasciami andar.
Io vo' tornar
al dovere, alla pace, al vero amor!
RENZO
MATILDE
(tentando di sciogliersi da lui)
Lasciami!
RENZO
MATILDE
(con moto rapido toglie a Renzo il coltello da marinaio che egli ha alla cintura, e sciogliendosi da lui, grida:)
Lasciami, o ch'io
m'uccido!
RENZO
MATILDE
(s'avvia correndo dalla parte ove è uscito Silvano, ma retrocede subito spaventata)
Silvano!
(getta il coltello in mare)
RENZO
Scena ultima
Silvano e Matilde, poi Renzo.
SILVANO
(guarda intorno sospettoso)
Tu qui? Con chi parlavi?
MATILDE
(confusa)
Ero sola!
SILVANO
(con ira repressa)
Qualcuno era qui teco.
MATILDE
(confusa)
Nessuno!
SILVANO
(con ira repressa)
Perché vuoi mentire?
(sconfortato)
È questo,
è questo dunque il premio dell'amore?
Mentr'io ti cerco nella cameretta
che un dì ci accolse innamorati amanti,
dove ero certo di trovarti, a notte
in riva al mar ti aggiri... e non sei sola!...
(prorompendo)
Chi era con te!
MATILDE
(disperata)
Silvano mio, ti giuro...
SILVANO
Non spergiurare... non mentire... Un uomo
era con te... da lunge io l'ho veduto
rapido dileguarsi...
(squassandola)
Ove s'asconde
il tuo novo amatore?
MATILDE
Ahimè, Silvano!
SILVANO
Egli è di te più vile; egli si cela
come una femminuccia; e t'abbandona
all'ira mia, che sopra te si sfrena...
(impugnanado la pistola che ha alla cintura)
Dimmi ove si asconde, o ch'io t'ammazzo!...
RENZO
SILVANO
(voltandosi verso Renzo e spianandogli l'arma contro)
Ah! per l'inferno!
(spara un colpo e fugge precipitoso - Renzo cade)
MATILDE
(cadendo a terra)
Aiuto... Aiuto!
Fine del libretto.
Generazione pagina: 17/05/2020
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40
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