(♦) | ||||
[Ouverture] | ||||
Molto allegro (re maggiore) / Andante (la maggiore) | ||||
Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe, timpani. | ||||
Scena prima |
Solitario recinto sparso di molti alberi con rovine d'edifizi diroccati. |
Cecilio | ||
Recitativo | ||||
CECILIO |
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<- Cinna | ||||
CINNA |
Cecilio, oh con qual gioia pur ti riveggio! Ah lascia, che un pegno io t'offra or che son lieto appieno, d'amistate, e d'affetto in questo seno. | |||
CECILIO |
Quanto la tua venuta accelerò coi voti l'inquieta alma mia. Quai non produsse la tua tardanza in lei smanie, e spaventi, e quali immagini funeste s'affollano al pensier. L'alma agitata s'affanna, si confonde... | |||
CINNA |
Il mio ritardo altro motivo asconde. Tutto da me saprai. | |||
CECILIO |
Deh non t'offenda l'impazienza mia... Giunia, la cara, la fida sposa è sempre tutt'amor, tutta fé? Que' dolci affetti, ch'un tempo mi giurò, rammenta adesso? È 'l suo tenero core anche l'istesso? | |||
CINNA |
Ella estinto ti piange... | |||
CECILIO |
Ah come?... Ah dimmi! Dimmi: e chi tal menzogna osò d'immaginar? | |||
CINNA |
L'arte di Silla per trionfar del di lei fido amore. | |||
CECILIO |
A consolar si voli il suo dolore. (in atto di partire) | |||
CINNA |
Deh, t'arresta. E non sai, che 'l tuo ritorno è così gran delitto, che guida a morte un cittadin proscritto? | |||
CECILIO |
Per serbarmi una vita, ch'odio senza di lei, dunque lasciar potrei la sposa in preda a un ingiusto, a un crudel? | |||
CINNA |
M'ascolta. E dove, di riveder tu speri la tua Giunia fedel? nel proprio tetto Silla la trasse... | |||
CECILIO |
E Cinna ozioso spettator soffrì?... | |||
CINNA |
Che mai solo tentar potea? Pur troppo è vano il contrastar con chi ha la forza in mano. | |||
CECILIO |
Dunque, nemici dèi di riveder la sposa più sperar non poss'io? | |||
CINNA |
M'odi. Non lungi da questa ignota parte il tacito recinto ergesi al ciel, che nelle mute soglie de' trapassati eroi le tombe accoglie. | |||
CECILIO |
Che far degg'io? | |||
CINNA |
Passarvi per quel sentiero ascoso, che fra l'ampie rovine a lui ne guida. | |||
CECILIO |
E colà che sperar? | |||
CINNA |
Sai che confina col palazzo di Silla. In lui sovente da' fidi suoi seguita fra 'l dì Giunia vi scende. Ivi sovente alla mest'urna accanto del genitor, la suol bagnar di pianto. Sorprenderla potrai. Potrai nel seno farle destar la speme, che già s'estinse, e consolarvi insieme. | |||
CECILIO |
Oh me beato! | |||
CINNA |
Altrove co' molti amici in tua difesa uniti frattanto io veglierò. Gli dèi oggi render sapran dopo una lunga vil servitù penosa la libertà a Roma, a te la sposa. | |||
[N. 1 - Aria] | ||||
Allegro (si bemolle maggiore) | ||||
Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe. | ||||
Cinna -> | ||||
Scena seconda |
Cecilio solo. |
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Recitativo accompagnato | ||||
Andante (sol maggiore) / Allegro / Andantino / Allegro / Adagio | ||||
Archi. | ||||
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di pascer gli occhi miei nel dolce idolo mio? Già mi figuro la sua sorpresa, il suo piacer. Già sento suonarmi intorno i nomi di mio sposo, mia vita. Il cor nel seno col palpitar mi parla de' teneri trasporti, e mi predice... Oh ciel sol fra me stesso qui di gioia deliro, e non m'affretto la sposa ad abbracciar? Ah forse adesso sul morir mio delusa priva d'ogni speranza, e di consiglio lagrime di dolor versa dal ciglio! | |||
[N. 2 - Aria] | ||||
Allegro aperto (fa maggiore) | ||||
Archi, 2 oboe, 2 corni. | ||||
Scena terza |
Appartamenti destinati a Giunia, con statue delle più celebri donne romane. |
Silla, Celia, Aufidio, guardie | ||
Recitativo | ||||
SILLA |
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CELIA |
German sai, che finora tutto feci per te. Vuò lusingarmi di vederla cangiar. | |||
AUFIDIO |
Quella superba co' le preghiere, e coi consigli invano sia che si tenti. Un dittator sprezzato, che da Roma, e dal mondo inter s'ammira, s'altro non vale, usi la forza, e l'ira. | |||
SILLA |
E la forza userò. La mia clemenza non mi fruttò che sprezzi, e ingiuriose repulse d'una femmina ingrata. In questo giorno mi segua all'ara, e paghi renda gli affetti miei. O 'l nuovo sol non sorgerà per lei. | |||
CELIA |
Ah Silla, ah mio germano per tua cagione io tremo, se trasportar ti lasci a questo estremo. Pur troppo, ah sì pur troppo la violenza è spesso madre fatal d'ogni più nero eccesso. | |||
SILLA |
Da tentar che mi resta, se ostinata colei mi fugge, e sprezza? | |||
CELIA |
Adoprar tu sol devi arte, e dolcezza. S'è ver, che sul tuo core vantai finor qualche possanza, ah lascia, che da Giunia me n' corra. Ella fra poco da te verrà. L'ascolta forse sia che una volta cangi pensier. | |||
SILLA |
Di mia clemenza ancora prova farò. Giunia s'attenda, e seco, parli lo sposo in me. Ma non s'abusi dell'amor mio, di mia bontade, e tremi, se Silla alfine inesorabil reso favellerà da dittatore offeso. | |||
CELIA |
German di me ti fida. Oggi più saggia Giunia sarà. Finora una segreta speme forse il cor le nutrì. Se cadde estinto lo sposo suo, più non le resta omai amorosa lusinga. I preghi tuoi cauto rinnova. Un amator vicino se d'un lontan trionfa, il trionfare d'un amator, che già di vita è privo, è più agevole impresa a quel, ch'è vivo. | |||
[N. 3 - Aria] | ||||
Grazioso (do maggiore) / Allegretto / Grazioso | ||||
Archi. | ||||
Celia -> | ||||
Scena quarta |
Silla, Aufidio, e Guardie. |
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Recitativo | ||||
AUFIDIO |
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SILLA |
Non avvilisce amore un magnanimo core, o se 'l fa vile, infra gli eroi, che le provincie estreme han debellate, e scosse, un sol non vi saria, che vil non fosse. In questo giorno, amico, sarà Giunia mia sposa. | |||
AUFIDIO |
Ella sen viene. Mira in quel volto espresso un ostinato amore, un odio interno, un disperato duolo. | |||
SILLA |
Ascoltarla vogl'io. Lasciami solo. | |||
(Aufidio parte) | Aufidio -> | |||
Scena quinta |
Silla, Giunia, e Guardie. |
<- Giunia | ||
SILLA |
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GIUNIA |
Empio, perché sol l'odio mio tu sei. | |||
SILLA |
Ah no, creder non posso, che a danno mio s'asconda sì fiera crudeltà nel tuo bel core. Hanno i limiti suoi l'odio, e l'amore. | |||
GIUNIA |
Il mio non già. Quant'amerò lo sposo, tanto Silla odierò. Se fra gli estinti l'odio giunge, e l'amor, dentro quest'alma che ad onta tua non cangerà giammai, egli il mio amor, tu l'odio mio sarai. | |||
SILLA |
Ma dimmi: in che t'offesi per odiarmi così? che non fec'io, Giunia, per te? La morte il genitor t'invola, ed io ti porgo nelle mie mura istesse un generoso asilo. Ogni dovere dell'ospitalità qui teco adempio, e pur segui ad odiarmi, e Silla è un empio? | |||
GIUNIA |
Stender dunque dovrei le braccia amanti a un nemico del padre? E ti scordasti quanto contro di lui barbaro oprasti? In doloroso esiglio fra i cittadin più degni languisce, e more alfin lo sposo mio, e chi n'è la cagione amar degg'io? Per tua pena maggior, di novo il giuro, amo Cecilio ancor. Rispetto in lui benché morto, la scelta del genitor. Se l'inuman destino dal fianco mio lo tolse per secondare il tuo perverso amore ah sì, viverà sempre in questo core. | |||
SILLA |
Amalo pur superba, e in me detesta un nemico tiranno. Or senti. In faccia di tanti insulti io voglio tempo lasciarti al pentimento. O scorda un forsennato orgoglio, un inutile affetto, un odio insano, o a seguir ti prepara nell'Erebo fumante, e tenebroso l'ombra del genitor, e dello sposo. | |||
GIUNIA |
Coll'aspetto di morte del gran Mario una figlia presumi d'avvilir? Non avria luogo nell'alma tua la speme ché oltraggia l'amor mio se provassi, inumano, di che capace è un vero cor romano. | |||
SILLA |
Meglio al tuo rischio, o Giunia, pensa, e risolvi. Ancora un resto di pietade sol perché t'amo ascolto. Ah sì meglio risolvi... | |||
GIUNIA |
Ho già risolto. Del genitore estinto ognora io voglio rispettare il comando; sempre Silla aborrire, sempre adorar lo sposo, e poi morire. | |||
[N. 4 - Aria] | ||||
Andante ma adagio (mi bemolle maggiore) / Allegro / Adagio / Allegro | ||||
Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe. | ||||
vieni o padre, o sposo amato d'una figlia, e d'una sposa a raccor l'estremo fiato. Ah tu di sdegno, o barbaro smani fra te, deliri, ma non è questa, o perfido la pena tua maggior. Io sarò paga allora di non averti accanto, tu resterai frattanto coi tuoi rimorsi al cor. (parte) |
Giunia -> | |||
Scena sesta |
Silla, e Guardie. |
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Recitativo | ||||
SILLA |
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Recitativo accompagnato | ||||
Allegretto (do maggiore) / Allegro assai | ||||
Archi. | ||||
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Mi piace? E il cor di Silla della sua debolezza non arrossisce ancora? Taccia l'affetto, e la superba mora. Chi non mi cura amante disdegnoso mi tema. A suo talento crudel mi chiami. Aborra la mia destra, il mio cor, gli affetti miei, a divenir tiranno in questo dì comincerò da lei. | |||
[N. 5 - Aria] | ||||
Allegro (re maggiore) | ||||
Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe, timpani. | ||||
Andante (fa maggiore / la minore) | ||||
Archi, 2 oboe. | ||||
Scena settima |
Luogo sepolcrale molto oscuro co' monumenti degli eroi di Roma. |
Cecilio | ||
Recitativo accompagnato | ||||
Andante (la minore) / Allegro assai / Andante / Presto / Adagio | ||||
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe. | ||||
|
Morte, morte fatal della tua mano ecco le prove in queste gelide tombe. Eroi, duci, regnanti che devastar la terra, angusto marmo or qui ricopre, e serra. Già in cento bocche, e cento dei lor fatti echeggiò stupito il mondo. E or qui gl'avvolge un muto orror profondo. Oh dèi!... chi mai s'appressa? Giunia... la cara sposa?... Ah non è sola; m'asconderò, ma dove? Oh stelle! in petto qual palpito!... qual gioia!... e che far deggio? Restar?... partire?... oh ciel! Dietro a quest'urna a respirar mi celo. (parte) | Cecilio -> | ||
Scena ottava |
S'avanza Giunia col séguito di Donzelle, e di Nobili al lugubre canto del seguente: |
<- Giunia, donzelle, nobili | ||
[N. 6 - Coro e arioso] | ||||
Andante mosso (mi bemolle maggiore) | ||||
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe. | ||||
CORO | ||||
Molto Adagio (do minore) | ||||
Archi, 2 oboe, 2 fagotti. | ||||
GIUNIA O del padre ombra diletta se d'intorno a me t'aggiri, i miei pianti, i miei sospiri deh ti movano a pietà. | ||||
Allegro (mi bemolle maggiore) | ||||
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe. | ||||
CORO Il superbo, che di Roma stringe i lacci in Campidoglio, rovesciato oggi dal soglio sia d'esempio ad ogni età. | ||||
Recitativo accompagnato | ||||
... (mi bemolle maggiore) | ||||
Archi. | ||||
GIUNIA |
fu sempre l'odio tuo finché vivesti, perché Giunia è tua figlia, perché il sangue romano ha nelle vene supplice innanzi all'urna tua sen viene. Tu pure ombra adorata del mio perduto ben vola, e soccorri la tua sposa fedel. Da te lontana di questa vita amara odia l'aura funesta... | |||
(esce il séguito) | donzelle, nobili -> | |||
Scena nona |
Cecilio, e detta. |
<- Cecilio | ||
Recitativo | ||||
CECILIO |
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GIUNIA |
Stelle!... io tremo!... che veggio? Tu sei?... forse vaneggio? Forse una larva, o pur tu stesso? Oh numi! M'ingannate, o miei lumi?... Ah non so ancor se a questa illusion soave io m'abbandono!... Dunque... tu sei... | |||
CECILIO |
Il tuo fedele io sono. | |||
[N. 7 - Duetto] | ||||
Andante (la maggiore) / Molto allegro | ||||
Archi, 2 oboe, 2 corni. | ||||
GIUNIA |
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CECILIO |
Sposa adorata, e fida sol nel tuo caro viso ritrova il dolce Eliso quest'anima fedel. | |||
GIUNIA |
Sposo... oh dèi! tu ancor respiri? | |||
CECILIO |
Tutto fede, e tutto amor. | |||
GIUNIA E CECILIO |
Fortunati i miei sospiri, fortunato il mio dolor. | |||
GIUNIA |
Cara speme! | |||
CECILIO |
Amato bene. | |||
(si prendon per mano) | ||||
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Rovine d'edifizi diroccati; riva del Tebro; veduta del monte Quirinale con tempio in cima.
Appartamenti destinati a Giunia, con statue delle più celebri donne romane.
A te dell'amor mio, del mio riposo
E tollerare io posso sì temerari oltraggi?
Luogo sepolcrale molto oscuro co' monumenti degli eroi di Roma.
Morte, morte fatal della tua mano