Atto secondo

 

Scena prima

Grande, e ricco padiglione d'Alessandro da un lato; ruine inselvatichite di antichi edifici dall'altro. Campo de' greci in lontano. Guardie del medesimo in vari luoghi.
Elisa, poi Agenore.

Bozzetti

 Q 

guardie

<- Elisa

 
Recitativo

ELISA

(entrando, si guarda attorno)

Questa del campo greco  

è la tenda maggior. Qui l'idol mio

certo ritroverò.

 

<- Agenore

AGENORE

(arrestandola)

Dove t'affretti

leggiadra ninfa?

ELISA

(vuol passare)

Io vado al re.

AGENORE

(la ferma)

Perdona

veder no 'l puoi.

ELISA

Per qual ragione?

AGENORE

Or siede

co' suoi greci a consiglio.

ELISA

Co' greci suoi?

AGENORE

Sì.

ELISA

(incamminandosi)

Dunque andar poss'io.

Non è quello il mio re.

AGENORE

(arrestandola)

Ferma; né pure

al tuo re lice andar.

ELISA

Perché?

AGENORE

Che attenda

Alessandro or convien.

ELISA

(incamminandosi)

L'attenda. Io bramo

vederlo sol.

AGENORE

No, d'inoltrarti tanto

non è permesso a te.

ELISA

Dunque l'avverti:

egli a me venga.

AGENORE

E questo

non è permesso a lui.

ELISA

Permesso almeno

mi sarà d'aspettarlo.

(siede sopra un sasso)

AGENORE

Amica Elisa

va': credi a me. Per ora

deh non turbarci. Io col tuo re fra poco

piuttosto a te verrò.

ELISA

No: non mi fido.

Tu non pensi a Tamiri,

ed a me penserai?

AGENORE

T'inganni. Appunto

io voglio ad Alessandro

di lei parlar. Già incominciai, ma fui

nell'opera interrotto. Ah va'! S'ei viene,

gli opportuni momenti

rubar mi puoi.

ELISA

(si leva)

T'appagherò. Ma senti:

se tardi, io torno.

AGENORE

È giusto.

ELISA

Addio.

(s'incammina e poi si volge)

Frattanto

non celare ad Aminta

le smanie mie.

AGENORE

No.

ELISA

(s'incammina e poi si volge)

Digli

che le sue mi figuro.

AGENORE

Sì.

ELISA
(ad Agenore, ma da lontano)

Da me lungi oh quanto

penerà l'infelice!

AGENORE

Molto!

ELISA

(da lontano)

E parla di me?

AGENORE

Sempre!

ELISA

(torna ad Agenore)

E che dice?

AGENORE

Ma tu partir non vuoi. Se tutte io deggio

ridir le sue querele...

ELISA
(con impeto)

Vado: non ti sdegnar, sei pur crudele!

 
[N. 8 - Aria]

 N 

Andante (si bemolle maggiore) / Allegro
Archi, 2 oboe, 2 corni.

Barbaro! oh dio, mi vedi  

divisa dal mio ben,

barbaro! E non concedi

ch'io ne dimandi almen?

Come di tanto affetto

alla pietà non cedi?

Hai pure un core in petto,

hai pure un'alma in sen!

(parte)

Elisa ->

 

Scena seconda

Agenore e Aminta.

 
Recitativo

AGENORE

Nel gran cor d'Alessandro, o dèi clementi,  

secondate i miei detti

a favor di Tamiri. Ah n'è ben degna

la sua virtù, la sua beltà...

(ad Aminta che arriva in fretta)

Ma dove

dove corri mio re?

AMINTA

La bella Elisa

pur da lungi or mirai, perché s'asconde?

Dov'è?

<- Aminta

AGENORE

Partì.

AMINTA

Senza vedermi? Ingrata!

Ah! raggiungerla io voglio.

(s'incammina)

AGENORE

(l'arresta)

Ferma, signor.

AMINTA

Perché?

AGENORE

Non puoi.

AMINTA

Non posso?

Chi dà legge ad un re?

AGENORE

La sua grandezza,

la giustizia, il decoro, il bene altrui,

la ragione, il dover.

AMINTA

Dunque pastore

io fui men servo. E che mi giova il regno?

AGENORE

Se il regno a te non giova,

tu giovar devi a lui. Se te non reggi,

come altrui reggerai? Come - ah mi scordo,

che Aminta è il re, che un suo vassallo io sono.

Errai per troppo zel; signor perdono!

(vuole inginocchiarsi)

AMINTA

(lo solleva)

Che fai! Sorgi. Ah se m'ami.

Parlami ognor così. Mi par si bella,

che di sé m'innamora

la verità, quando mi sferza ancora.

AGENORE

Ah, te destina il fato

veramente a regnar.

AMINTA

Ma dimmi, amico:

non deggio amar chi m'ama? È poco Elisa

degna d'amor? Chi condannar potrebbe

fra gli uomini, fra i numi, in terra, in cielo

la tenerezza mia?

AGENORE

Nessuno. È giusta;

ma pria di tutto...

AMINTA

Ah! Pria di tutto andiamo

amico, a consolarla, e poi...

AGENORE

(arrestando Aminta)

T'arresta.

Sciolto è il consiglio: escono i duci: a noi

viene Alessandro.

 
Alessandro, i suoi Generali ed il suo Séguito escono dalla tenda.

<- Alessandro, generali, seguito di Alessandro

 

AMINTA

Ov'è?  

AGENORE

Non riconosci

i suoi custodi alla real divisa?

AMINTA

Dunque...

AGENORE

Attender convien.

(si ritira verso la tenda)

AMINTA

Povera Elisa!

 

Scena terza

Alessandro e detti.

 

ALESSANDRO
(ad Aminta)

Per qual ragione  

resta il re di Sidone

ravvolto ancor fra quelle lane istesse?

AMINTA

Perché ancor non impresse

su quella man, che lo solleva al regno,

del suo grato rispetto un bacio in pegno.

Soffri, che prima al piede

déi mio benefattor...

(vuole inginocchiarsi)

ALESSANDRO

(lo solleva)

No: dell'amico

vieni alle braccia; e di rispetto in vece

rendigli amore. Esecutor son io

dei decreti del ciel. Tu del contento

che in eseguirli io provo,

sol mi sei debitor. Per mia mercede

chiedo la gloria tua.

AMINTA

Qual gloria, oh dèi,

io saprò meritar; se fino ad ora

una greggia a guidar solo imparai?

ALESSANDRO

Sarai buon re, se buon pastor sarai.

AMINTA

Sì. Ma in un mar mi veggo

ignoto, e procelloso. Or se tu parti

chi sarà l'astro mio? Da chi consigli

prender dovrò?

ALESSANDRO

Già questo dubbio solo

mi promette un gran re.

AMINTA

Ma donde un sì gran lume

può sperare un pastor?

ALESSANDRO

Dal ciel, che illustra

quei, che sceglie a regnar. Or va', deponi

quelle rustiche vesti; altre ne prendi,

e torna a me. Già di mostrarti è tempo

a' tuoi fidi vassalli.

AMINTA

Ah fate, oh numi

fate che Aminta in trono

sé stesso onori, il donatore, e il dono.

(parte)

Aminta ->

 

Scena quarta

Alessandro, Agenore.

 

AGENORE

(Or per la mia Tamiri  

è tempo di parlar.)

ALESSANDRO

La gloria mia

me fra lunghi riposi,

o Agenore, non soffre. Oggi a Sidone

il suo re donerò; col nuovo giorno

partir vogl'io. Ma (te 'l confesso) a pieno

soddisfatto non parto. Il vostro giogo

io fransi, è vero; io ritornai lo scettro

nella stirpe real: nel saggio Aminta

un buon re lascio al regno: un vero amico

in Agenore al re. Sarebbe forse

onorata memoria il nome mio

lungamente fra voi. Tamiri, oh dèi,

sol Tamiri l'oscura. Ov'ella giunga

fuggitiva, raminga,

di me, che si dirà? Che un empio io sono

un barbaro, un crudel.

AGENORE

Degna è di scusa

se, figlia d'un tiranno, ella temea...

ALESSANDRO

Questo è il suo fallo. E che temer dovea?

Se Alessandro punisce

le colpe altrui, le altrui virtudi onora.

AGENORE

L'Asia non vide altri alessandri ancora.

ALESSANDRO

Quanta gloria m'usurpa! Io lascerei

tutti felici. Ah per lei sola or questa

riman del mio valore orma funesta!

AGENORE

(Coraggio!)

ALESSANDRO

Avrei potuto

altrui mostrar, se non fuggìa Tamiri

ch'io distinguer dal reo, so l'innocente.

AGENORE

Non lagnarti: il potrai.

ALESSANDRO

Come?

AGENORE

È presente.

ALESSANDRO

Chi?

AGENORE

Tamiri.

ALESSANDRO

E me 'l taci?

AGENORE

Il seppi appena,

che a te venni: e or volea...

ALESSANDRO

Corri, t'affretta,

guidala a me.

AGENORE

Vado, e ritorno.

(in atto di partire)

ALESSANDRO

(pensa)

Aspetta!

(risoluto da sé)

(Ah sì Mai più bel nodo

non strinse amore.) Or sì contento a pieno

partir potrò. Vola a Tamiri: e dille

che oggi al nuovo sovrano

io darò la corona, ella la mano.

AGENORE

La man!

ALESSANDRO

Sì amico. Ah con un sol diadema

di due bell'alme io la virtù corono!

Ei salirà sul trono,

senza ch'ella ne scenda; a voi la pace,

la gloria al nome mio

rendo così: tutto assicuro.

AGENORE

(Oh dio!)

ALESSANDRO

Tu impallidisci! e taci!

Disapprovi il consiglio? È pur Tamiri...

AGENORE

Degnissima del trono.

ALESSANDRO

È un tal pensiero...

AGENORE

Degnissimo di te.

ALESSANDRO

Di quale affetto

quel tacer dunque è segno, e quel pallore?

AGENORE

Di piacer, di rispetto e di stupore.

 
[N. 9 - Aria]

 N 

Allegro moderato (fa maggiore)
Archi, 2 flauti, 2 oboe, 2 corni.

ALESSANDRO

Se vincendo vi rendo felici,    

se partendo non lascio nemici,

che bel giorno fa questo per me!

De' sudori ch'io spargo pugnando,

non dimando più bella mercé.

S

Sfondo schermo () ()

(partono)

Alessandro, generali, seguito di Alessandro, Agenore, guardie ->

 
 

Scena quinta

Parte interna di grande e deliziosa grotta formata capricciosamente nel vivo sasso dalla natura: distinta, e rivestita in gran parte dal vivace verde delle varie piante, o dall'alto pendenti, o serpeggianti all'intorno: e rallegrata da una vena di limpid'acqua, che scendendo obliquamente fra' sassi, or si nasconde, or si mostra, e finalmente si perde. Gli spaziosi trafori, che rendono il sito luminoso, scoprono l'aspetto di diverse amene, d'ineguali colline in lontano: e in distanza minore di qualche tenda militare: onde si comprenda essere il luogo nelle vicinanze del campo greco.
Aminta solo.

Bozzetti

 Q 

Aminta

 
Recitativo

 

(assiso sopra un sasso)  

Ohimè! declina il sol; già il tempo è scorso,

che a' miei dubbi penosi

Agenore concesse. Io nel periglio

di parer vile, o di mostrarmi infido

tremo, ondeggio, m'affanno, e non decido.

E questo è il regno? E così ben si vive

fra la porpora, e l'or? Oh me infelice!

(all'avvicinarsi di Agenore)

Agenore già vien. Che dirgli? Oh dio!

(si leva)

 

Scena sesta

Agenore e detto.

<- Agenore

 

AGENORE

E irresoluto ancora  

ti ritrovo o mio re?

AMINTA

No.

AGENORE

Decidesti?

AMINTA

Sì.

AGENORE

Come?

AMINTA

Il dover mio

a compir son disposto.

AGENORE

Ad Alessandro

dunque d'andar più non ricusi?

AMINTA

A lui

anzi già m'incammino.

AGENORE

Elisa, e trono

vedi, che andar non ponno insieme.

AMINTA

È vero,

né d'un eroe benefico al disegno

oppor si dée chi ne riceve un regno.

AGENORE

Oh fortunato Aminta! Oh qual compagna

ti destinan le stelle! Amala; è degna

degl'affetti d'un re.

AMINTA

Comprendo amico,

tutta la mia felicità. Non dirmi

d'amar la sposa mia. Già l'amo a segno,

che senza lei mi spiacerebbe il regno.

 
[N. 10 - Rondò]

 N 

Andantino (mi bemolle maggiore)
Archi, violino solo, 2 flauti, 2 corni inglesi, 2 fagotti, 2 corni.

L'amerò, sarò costante:    

fido sposo, e fido amante

sol per lei sospirerò.

In sì caro, e dolce oggetto

la mia gioia, il mio diletto,

la mia pace io troverò.

(parte)

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

Aminta ->

 

Scena settima

Agenore solo.

 
Recitativo

 

Uscite, alfine, uscite,  

trattenuti sospiri,

oh dio, bella Tamiri, oh dio...

 

Scena ottava

Elisa e detto.

<- Elisa

 

ELISA

Ma senti,  

Agenore quai fole

s'inventan qui per tormentarmi. È sparso

ch'oggi Aminta a Tamiri

darà la man di sposo.

AGENORE

Esci d'error. Nessun t'inganna.

ELISA

E sei

tu sì credulo ancor?

AGENORE

Io non saprei

per qual via dubitarne.

ELISA

E mi abbandona

dunque Aminta così? Donde apprendesti

novella sì gentil?

AGENORE

Da lui.

ELISA

Da lui!

AGENORE

Sì, dall'istesso Aminta.

ELISA

Dove?

AGENORE

Qui.

ELISA

Quando?

AGENORE

Or ora.

ELISA

E disse?

AGENORE

E disse,

che al voler d'Alessandro

non dessi oppor chi ne riceve un regno.

ELISA

Santi numi del ciel! Come! A Tamiri

darà la man?

AGENORE

La mano, e il cor.

ELISA

Che possa

così tradirmi Aminta!

AGENORE

Ah cangia Elisa,

cangia ancor tuo pensiero:

cedi al destin.

ELISA

No, non sarà mai vero!

AGENORE

Ma s'ei più tuo non è, con quei trasporti

che puoi far?

ELISA

Che far posso? Ad Alessandro

agli uomini, agli dèi, pietà, mercede,

giustizia chiederò. Voglio, che Aminta

confessi a tutti in faccia

che del suo cor m'ha fatto dono; e voglio,

se pretende il crudel, che ad altri il ceda,

voglio morir d'affanno: e ch'ei lo veda.

(parte piangendo)

Elisa ->

 

Scena nona

Agenore e poi Tamiri.

 

AGENORE

Povera ninfa! Io ti compiango: e intendo  

nella mia la tua pena. Io da Tamiri

convien che fugga; e ritrovar non spero

alla mia debolezza altro ricorso.

(in atto di partire)

 

<- Tamiri

TAMIRI

(entra con un foglio in mano)  

Agenore t'arresta!

AGENORE

(Oh dèi! soccorso!)

TAMIRI
(con ironia)

D'un regno debitrice

ad amator sì degno

dunque è Tamiri?

AGENORE

Il debitore è il regno.

TAMIRI
(con ironia)

Perché sì gran novella

non recarmi tu stesso?

AGENORE

È ver; ma forse

l'idea del dover mio

in faccia a te... Bella regina, addio.

(in atto di partire)

TAMIRI

Sentimi. Dove corri?

AGENORE

A ricordarmi

che sei la mia sovrana.

TAMIRI
(con impero)

Alle mie nozze

io presente ti voglio.

AGENORE

Ah no, perdona:

questo è l'ultimo addio.

TAMIRI
(con impero)

Ubbidienza io voglio

da un suddito fedel.

AGENORE

(Oh dio!)

TAMIRI
(con impero)

M'udisti?

AGENORE

Ubbidirò, crudele.

 
[N. 11 - Aria]

 N 

Andantino grazioso (la maggiore)
Archi.

TAMIRI

Se tu di me fai dono:  

se vuoi che d'altri io sia:

perché la colpa è mia?

Perché son io crudel?

La mia dolcezza imita;

l'abbandonata io sono:

e non t'insulto ardita,

chiamandoti infedel.

(parte)

Tamiri ->

 

Scena decima

Agenore solo.

 
Recitativo

 

Misero cor! Credevi  

d'aver tutte sofferte

le tirannie d'amore.

Ah non è vero:

ancor la più funesta,

misero core, a tollerar ti resta!

 
[N. 12 - Aria]

 N 

Allegro (do minore)
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 4 corni.

Sol può dir come si trova    

un amante in questo stato

qualche amante sfortunato,

che lo prova al par di me.

Un tormento è quel ch'io sento,

più crudel d'ogni tormento,

e un tormento disperato

che soffribile non è.

(parte)

S

Sfondo schermo () ()

Agenore ->

 
 

Scena undicesima

Parte dello spazio circondato dal gran portico del celebre tempio di Ercole Tirio. Tutto il vasto recinto è riccamente adornato (per l'incoronazione del nuovo re di Sidone) e di vasi d'oro, e di barbari tappeti, e di festoni di verdure, e di fiori, che intorno alle numerose colonne artificiosamente s'avvolgono, e tutte tra loro le intrecciano. Dal destro lato, molto innanzi, ricco ed elevato trono con due sedili, sopra de' quali scettro e corona reali. Dal lato medesimo, ma in distanza maggiore, magnifico ingresso del tempio suddetto, a cui s'ascende per ampia e superba scala. Fuori dal portico, alla destra, veduta del faro e del porto di Sidone guarnito di folte navi: alla sinistra, della falange macedone disposta in ordinanza, a vista del trono. Concorso per tutto di Cittadini, e Pastori.
Fra l'armonia strepitosa de' militari strumenti esce Alessandro preceduto da' Capitani greci, e seguìto da Nobili di Sidone. Poi Tamiri, indi Agenore.

 Q 

falange macedone, cittadini, pastori

<- capitani greci, Alessandro, nobili di Sidone

 
[N. 13 - Aria]

 N 

Allegro (do maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe.

ALESSANDRO

Voi, che fausti ognor  

donate nuovi germi a' lauri miei,

secondate amici dèi

anche i moti del mio cor.

 
Recitativo

 

Olà! Che più si tarda? Il sol tramonta:  

perché il re non si vede?

Dov'è Tamiri?

 

<- Tamiri, Agenore

TAMIRI

(venendo avanti, seguita da Agenore)  

È d'Alessandro al piede.

ALESSANDRO

Sei tu la principessa?

TAMIRI

Son io.

AGENORE

Signor, non dubitarne; è dessa.

TAMIRI

Odi: Agenore amante

la mia grandezza all'amor suo prepone:

se alla grandezza mia posporre io debba

un'anima sì fida,

esamini, Alessandro, e ne decida.

ALESSANDRO

Dèi! Qual virtù! Qual fede!

 

Scena dodicesima

Elisa e detti.

<- Elisa

 

ELISA

(entrando con impeto)  

Ah giustizia signor, pietà, mercede!

ALESSANDRO

Chi sei? Che brami?

ELISA

Io sono Elisa. Imploro

d'Alessandro il soccorso

a pro d'un core ingiustamente oppresso.

ALESSANDRO

Contro chi mai?

ELISA

Contro Alessandro istesso.

ALESSANDRO

Che ti fece Alessandro?

ELISA

Egli m'invola

ogni mia pace, ogni mio ben: d'affanno

ei vuol vedermi estinta.

D'Aminta io vivo: ei mi rapisce Aminta.

ALESSANDRO

Aminta! E qual ragione

hai tu sopra di lui?

ELISA

Qual! Da bambina

ebbi il suo core in dono.

ALESSANDRO

Colui, che il cor ti diè, ninfa gentile,

era Aminta, il pastore: a te giammai

Abdolonimo, il re, non diede il core.

 

Scena tredicesima

Aminta e detti.

<- Aminta, alcuni pastori

 

AMINTA

(entrando, in abito da pastore, seguito da alcuni pastori e recando le vesti regali)  

Signore, io sono Aminta, e son pastore.

ALESSANDRO

Come!

AMINTA

Le regie spoglie

ecco al tuo piè.

(depone le vesti davanti ad Alessandro)

Con le mie lane intorno,

alla mia greggia, alla mia pace io torno.

ALESSANDRO

E Tamiri non è...

AMINTA

Tamiri è degna

del cor d'un re; ma non è degna Elisa

ch'io le manchi di fé. Abbiasi il regno

chi ha di regnar talento:

pur ch'Elisa mi resti, io son contento.

AGENORE

Che ascolto!

ALESSANDRO

Ove son io?

ELISA

Agenore, io te 'l dissi; Aminta è mio!

ALESSANDRO

Sì generosi amanti

non divida Alessandro. Eccoti, Aminta,

la bella Elisa. Ecco, Tamiri, il tuo

Agenore fedel.

(ad Aminta ed Elisa)

Voi di Sidone or sarete i regnanti,

(ad Agenore e Tamiri)

e voi soggetti

non resterete. A fabbricarvi' il trono

la mia fortuna impegno,

ed a tanta virtù non manca un regno.

ELISA, AMINTA, TAMIRI E AGENORE

Oh, grande! Oh, giusto!

ALESSANDRO

Ah, vegga alfin Sidone

coronato il suo re!

AMINTA

Ma in queste spoglie...

ALESSANDRO

In queste spoglie a caso

qui non ti guida il cielo. Il ciel predice

del tuo regno felice

tutto per questa via forse il tenore:

bella sorte d'un regno è IL RE PASTORE.

 
[N. 14 - Finale / Quintetto]

 N 

Molto Allegro (re maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

TUTTI

Viva l'invitto duce,    

viva del cielo il dono,

più caro al nostro cor

S

ELISA E AMINTA

Con fortunati auspici

in questi dì più belle

splendano in ciel le stelle

rida più lieto amor.

ELISA

Nell'adorarti ognora,

qual sia un felice amore

caro, il mio cor saprà.

AMINTA

Se quel tuo cor m'adora,

cara, più dolce ardore

no che l'amor non dà.

ALESSANDRO

Questo è per me contento.

AGENORE

Gioia ne provo al cor.

AMINTA, TAMIRI, ELISA E AGENORE

No, che ad amore un cor

resistere non sa.

ELISA

Vaghe luci, mio tesoro.

AMINTA

Cari accenti del mio bene.

ELISA E AMINTA

Nel mirarti mi conviene,

dolcemente sospira.

TAMIRI E AGENORE

Alme liete, alme care,

sì godete nell'amar!

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

Grande, e ricco padiglione d'Alessandro da un lato; ruine inselvatichite di antichi edifici dall'altro; campo de' greci in lontano.

guardie
 
guardie
<- Elisa

Questa del campo greco

guardie, Elisa
<- Agenore

[N. 8 - Aria]

guardie, Agenore
Elisa ->

Nel gran cor d'Alessandro, o dèi clementi

guardie, Agenore
<- Aminta

guardie, Agenore, Aminta
<- Alessandro, generali, seguito di Alessandro

Ov'è? / Non riconosci

Per qual ragione

guardie, Agenore, Alessandro, generali, seguito di Alessandro
Aminta ->

Or per la mia Tamiri

[N. 9 - Aria]

Alessandro, generali, seguito di Alessandro, Agenore, guardie ->

Parte interna di grande e deliziosa grotta formata capricciosamente nel vivo sasso dalla natura: distinta, e rivestita in gran parte dal vivace verde delle varie piante, o dall'alto pendenti, o serpeggianti all'intorno, e rallegrata da una vena di limpid'acqua, che scendendo obliquamente fra' sassi, or si nasconde, or si mostra, e finalmente si perde; gli spaziosi trafori, che rendono il sito luminoso, scoprono l'aspetto di diverse amene, d'ineguali colline in lontano; e in distanza minore di qualche tenda militare onde si comprenda essere il luogo nelle vicinanze del campo greco.

Aminta
 

Ohimè! declina il sol; già il tempo è scorso

Aminta
<- Agenore

E irresoluto ancora

[N. 10 - Rondò]

Agenore
Aminta ->

Uscite, alfine, uscite

Agenore
<- Elisa

Ma senti, Agenore quai fole

Agenore
Elisa ->

Povera ninfa! Io ti compiango: e intendo

Agenore
<- Tamiri

Agenore t'arresta! / Oh dèi! soccorso!

[N. 11 - Aria]

Agenore
Tamiri ->

Misero cor! Credevi

[N. 12 - Aria]

Agenore ->

Parte dello spazio circondato dal gran portico del celebre tempio di Ercole Tirio; tutto il vasto recinto è riccamente adornato per l'incoronazione del nuovo re di Sidone, e di vasi d'oro, e di barbari tappeti, e di festoni di verdure, e di fiori, che intorno alle numerose colonne artificiosamente s'avvolgono, e tutte tra loro le intrecciano; dal destro lato, molto innanzi, ricco ed elevato trono con due sedili, sopra de' quali scettro e corona reali; dal lato medesimo, ma in distanza maggiore, magnifico ingresso del tempio suddetto, a cui s'ascende per ampia e superba scala; fuori dal portico, alla destra, veduta del faro e del porto di Sidone guarnito di folte navi; alla sinistra vista del trono.

falange macedone, cittadini, pastori
 

(armonia strepitosa di militari strumenti)

falange macedone, cittadini, pastori
<- capitani greci, Alessandro, nobili di Sidone

[N. 13 - Aria]

Olà! Che più si tarda? Il sol tramonta

falange macedone, cittadini, pastori, capitani greci, Alessandro, nobili di Sidone
<- Tamiri, Agenore

È d'Alessandro al piede

falange macedone, cittadini, pastori, capitani greci, Alessandro, nobili di Sidone, Tamiri, Agenore
<- Elisa

Ah giustizia signor, pietà, mercede!

falange macedone, cittadini, pastori, capitani greci, Alessandro, nobili di Sidone, Tamiri, Agenore, Elisa
<- Aminta, alcuni pastori

Signore, io sono Aminta, e son pastore

[N. 14 - Finale / Quintetto]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima
Vasta e amena campagna irrigata dal fiume Bostreno, sparsa di greggi; largo ma rustico ponte sul... Grande, e ricco padiglione d'Alessandro da un lato; ruine inselvatichite... Parte interna di grande e deliziosa grotta formata capricciosamente nel vivo sasso dalla natura: distinta, e... Parte dello spazio circondato dal gran portico del celebre tempio di Ercole Tirio; tutto...
[N. 1 - Aria] [N. 2 - Aria] [N. 3 - Aria] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Aria] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Duetto] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Rondò] [N. 11 - Aria] [N. 12 - Aria] [N. 13 - Aria] [N. 14 - Finale / Quintetto]
Atto primo

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