Un bivio di strada in campagna, all'entrata di un villaggio; a sinistra una strada che si perde, fa gomito nel centro della scena e continua in un viale circondato da alberi che va verso la destra in prospettiva. In fondo al viale, fra gli alberi, due o tre casette; al punto ove la strada fa gomito, nel terreno scosceso, un grosso albero; dietro di esso una scorciatoia, sentiero praticabile che parte dal viale verso le piante delle quinte a sinistra; dinanzi all'albero, sulla via, è piantata una rozza pertica, in cima alla quale sventola una bandiera, come si usa per le feste popolari; e più in giù, in fondo al viale, si vedono due o tre file di lampioncini di carta colorata sospesi attraverso la via; la destra del teatro è quasi tutta occupata obliquamente da un teatro di fiera; l'ingresso alle scene è, dal lato destro, nascosto da una rozza tela; indi un muretto che, partendo di dietro al teatro, si perde dietro la prima quinta a destra e si vedono al disopra di esso le cime degli alberi di una fitta boscaglia; son tre ore dopo mezzogiorno; il sole di agosto splende cocente.
(si sentono squilli di tromba stonata alternantisi con dei colpi di cassa, ed insieme risate, grida allegre, fischi di monelli e vociare che vanno appressandosi)
(ragazzi, Canio e Peppe di dentro)
(arriva una pittoresca carretta dipinta a vari colori e tirata da un asino)
(Peppe, Nedda e Canio in costume)
Via di lì! / Prendi questo, bel galante!
(un suono di cornamusa si fa sentire all'interno)
(le campane suonano a vespero da lontano)
Qual fiamma avea nel guardo!
(♦)
(♦)
Sei là? credea che te ne fossi andato!
(♦)
Aspide! Va'! Ti sei svelato ormai
Nedda! / Silvio! a quest'ora... che imprudenza!
(Tonio in disparte)
(Canio e Tonio non visti)
Cammina adagio e li sorprenderai!
A stanotte e per sempre tua sarò
(Canio lotta con Nedda)
(Tonio si manifesta)
(Peppe corre a Canio e gli strappa il pugnale che getta via tra gli alberi)
Padron! che fate! Per l'amor di dio!
Recitar! Mentre preso dal delirio
(♦)