Atto primo

 
[Ouverture]

 N 

 

Scena prima

La scena rappresenta la sala del senato, in fondo della quale fra alcuni archi vedesi il lido coperto di Popolo che attende festoso lo sbarco di Otello. Navi in distanza.
Doge, Elmiro e Senatori seduti, indi Otello, Jago, Rodrigo, e Lucio seguiti dalle Schiere.

Bozzetti

 Q 

popolo, Doge, Elmiro, senatori

 
[N. 1 - Introduzione]

 N 

POPOLO

Viva Otello, viva il prode,  

delle schiere invitto duce!

Or per lui di nuova luce

torna l'Adria a sfolgorar.

Lui guidò virtù fra l'armi,

militò con lui fortuna,

si oscurò l'Odrisia luna

del suo brando al fulminar.

 
Marcia
 
Sbarcato Otello, si avanza verso il Doge al suono d'una marcia militare, seguìto da Jago, da Rodrigo, e da Lucio.

<- Otello, Jago, Rodrigo, Lucio, schiere

 
Recitativo

OTELLO

Vincemmo, o padri. I perfidi nemici  

caddero estinti. Al lor furor ritolsi

sicura ormai d'ogni futura offesa

Cipro, di questo suol forza e difesa.

Null'altro a oprar mi resta. Ecco vi rendo,

l'acciar temuto; e delle vinte schiere

depongo al vostro piede armi e bandiere.

DOGE

Ah! di qual premio mai...

OTELLO

Mi compensaste assai

nell'affidarvi in me. D'Africa figlio,

qui straniero son io. Ma se ancor serbo

un cuor degno di voi, se questo suolo

più che patria rispetto, ammiro, ed amo,

m'abbia l'Adria qual figlio: altro non bramo.

JAGO

(Che superba richiesta!)

RODRIGO

(A' voti del mio cor fatale è questa.)

DOGE

Tu d'ogni gloria il segno

vincitor trascorresti. Il brando invitto

riponi al fianco, e già dell'Adria figlio

vieni trai i plausi a coronar il crine

del meritato alloro.

RODRIGO
(a Jago)

Dunque perder dovrò colei, che adoro?

JAGO
(a Rodrigo)

Taci, non disperar.

OTELLO

Confuso io sono

a tante prove e tante

d'un generoso amor. Ma meritarle

poss'io, che nacqui sotto ingrato cielo,

d'aspetto, e di costumi

sì diverso da voi?

DOGE

Nascon per tutto, e rispettiam gli eroi.

 
[N. 2 - Cavatina]

 N 

OTELLO

Ah sì, per voi già sento    

nuovo valor nel petto:

per voi d'un nuovo affetto

sento infiammarsi il cor.

(Premio maggior di questo

da me sperar non lice.

Ma allor sarò felice

quando il coroni amor.)

S

Sfondo schermo () ()

 

POPOLO

Non indugiar, t'affretta:

deh vieni a trionfar.

(Rodrigo nel massimo dispetto si vorrebbe scagliare su di Otello: Jago lo trattiene)

JAGO

T'affrena, la vendetta

cauti dobbiam celar.

OTELLO

(Deh! Amor, dirada il nembo

cagion di tanti affanni,

comincia coi tuoi vanni

la speme a ravvivar.)

SENATORI E POPOLO

Non indugiar, t'affretta,

deh vieni a trionfar.

 
(parte Otello seguìto da senatori, e dal popolo. Elmiro rimane)

Otello, Lucio, popolo, Doge, senatori, schiere ->

 

Scena seconda

Elmiro, Jago, Rodrigo.

 
Recitativo

ELMIRO

Rodrigo!...  

RODRIGO

Elmiro! ah padre mio! deh! lascia

che un tal nome ti dia, se al mio tesoro

desti vita sì cara.

Ma che fa mai Desdemona?... che dice?...

si ricorda di me?... sarò felice?

ELMIRO

Sospira, piange, e la cagion mi cela

dell'occulto suo duol.

RODRIGO

Ma in parte almeno...

ELMIRO

Arrestarmi non posso; odi lo squillo

delle trombe guerriere:

alla pubblica pompa ora degg'io

volgere il piè; ci rivedremo: addio.

 

Elmiro ->

 

Scena terza

Jago, Rodrigo.

 

RODRIGO

Udisti?...  

JAGO

Udii...

RODRIGO

Dunque abbagliato Elmiro

dalla gloria fallace

dell'afro insultator, potrebbe ei forse,

degenerar dagli avi, a un nodo indegno

sacrificar la figlia?...

JAGO

Ah frena,

frena gl'impeti alfin. Jago conosci,

e diffidi così? Tutti ho presenti

i miei torti, ed i tuoi: ma sol fingendo

vendicarci potrem. Se quell'indegno,

dell'Africa rifiuto,

or qui tant'alto ascese,

e pe 'l tuo ben s'accese,

oppormi a lui saprò. Sol questo foglio

basta a domare il suo crudele orgoglio.

(gli porge un foglio)

RODRIGO

Che leggo! e come mai...

JAGO

Per or ti accheta,

tutto saprai: ogni ritardo or puote

render vana l'impresa.

RODRIGO

Ondeggia il core

tra la speme, lo sdegno ed il timore.

 
[N. 3 - Duetto]

 N 

JAGO

No, non temer: serena  

l'addolorato ciglio:

prevenni il tuo periglio;

fidati all'amistà.

RODRIGO

Calma su i labbri tuoi

trova quest'alma oppressa,

ed una sorte istessa

con te dividerà.

JAGO E RODRIGO

Se uniti negli affanni

noi fummo un tempo insieme,

or una dolce speme

più stretti ci unirà.

RODRIGO

Nel seno già sento

risorger l'ardire.

JAGO

Vicino il contento

mi pinge il pensier.

JAGO E RODRIGO

A un'alma, che pena,

si rende più grato,

quanto è più bramato,

atteso piacer.

(partono)

Jago, Rodrigo ->

 
 

Scena quarta

Stanza nel palazzo di Elmiro.
Desdemona, Emilia.

Bozzetti

 Q 

Desdemona, Emilia

 
[N. 4 - Scena e Duettino]

 N 

EMILIA

Inutile è quel pianto. Il lungo affanno  

si trasformi in piacer; carco di allori

a noi riede il tuo bene. Odi d'intorno

come l'Adria festeggia un sì bel giorno.

DESDEMONA

Emilia, ah tu ben sai

quanto finor penai: come quest'alma

al racconto fedel del suo periglio,

si pingea palpitante in sul mio ciglio;

e fra i palpiti miei, fra le mie pene,

quante volte dicea: «perché non viene?»

Ed or ch'è me vicino

mi veggo in preda al più crudel destino!

Ah perché mai questa sua gloria accresce

in me per lui l'affetto,

come nel padre mio l'odio, e il dispetto?

EMILIA

Sicura del suo core, ogni altra tema

inutile si rende.

DESDEMONA

Ah! ch'io pavento

ch'ei sospetti di me. Ben ti sovviene

quando parte tu stessa

del mio crin recidesti. Ah! che ad Otello

dono sì caro allor non giunse; il padre

sorprese il foglio, ch'io con man tremante

a lui vergava. Al suo Rodrigo invece

diretto il crede: io secondai l'errore:

ma il labbro il disse, e lo smentiva il core.

Fin da quel dì dell'idol mio le usate

note più non rividi... un dubbio atroce

m'agita, mi confonde...

Chi sa? conobbe ei forse

pegno sì dolce in mano altrui? me infida

crede dunque?...

EMILIA

Che dici?...

Timido è amore, e spesso si figura

un mal che non esiste, o che non dura.

 
Duettino

DESDEMONA

Vorrei, che il tuo pensiero    

a me dicesse il ver.

S

EMILIA

Sempre è con te sincero:

no, che non déi temer.

DESDEMONA

Ma l'amistà sovente

ciocché desia si finge.

EMILIA

Ma un'anima languente

sempre il dolor si pinge.

DESDEMONA

Ah crederti vorrei,

ma a te s'oppone il cor.

EMILIA

Credere a me tu déi

e non fidarti al cor.

DESDEMONA E EMILIA

Quanto son fieri i palpiti

che desta a noi l'amor!

Dura un momento il giubilo,

eterno è il suo dolor.

 
Recitativo

DESDEMONA

Ma che miro! ecco che incerto i passi  

muove il perfido Jago;

fuggiam, si eviti: ei rintracciar potria

sul mio volto l'amor, la pena mia.

 
(partono)

Desdemona, Emilia ->

 

Scena quinta

Jago, indi Rodrigo.

<- Jago

 

JAGO

Fuggi... sprezzami pur: più non mi curo  

della tua destra... un tempo a' voti miei

utile io la credei... Tu mi sprezzasti

per un vile africano, e ciò ti basti.

Ti pentirai, lo giuro;

tutti servir dovranno a' miei disegni

gli involati d'amor furtivi pegni.

Ma Rodrigo a me riede;

che mai dirmi dovrà?

 

<- Rodrigo

RODRIGO

Sai del mio bene  

il genitor dov'è?

JAGO

Miralo, ei viene.

 

Scena sesta

Elmiro e detti.

<- Elmiro

 

ELMIRO

Giunto è, Rodrigo, il fortunato istante,  

in cui dovrai di sposo

dar la destra a mia figlia.

L'amistà me 'l consiglia,

il mio dover, la tua virtude, e il fero

odio che in petto io serbo

per l'african superbo. Insiem congiunti

per sangue, e per amor, facil ne fia

opporci al suo poter. Ma tu procura

al padre tuo, che invitto e amato siede

in su l'adriaco soglio,

svelar le trame, e il suo nascosto orgoglio.

RODRIGO

Ah sì: tutto farò.

ELMIRO

Jago, t'affretta

a compir l'imeneo. A parte sei

delle mie brame, e de' disegni miei.

RODRIGO

Ah di qual gioia sento acceso il mio petto!

Ma sarò sì felice?

ELMIRO

Io te 'l prometto.

 
(partono)

Rodrigo, Jago ->

 

Scena settima

Elmiro solo.

 

 

Vendicarmi dovrò; né più si vegga,  

che un barbaro stranier con modi indegni

ad ubbidirlo, ed a servir ne insegni.

 

Scena ottava

Desdemona ed Elmiro.

<- Desdemona

 

ELMIRO

La figlia a' voti miei  

opportuna qui giunge.

DESDEMONA

Ah padre, lascia,

che rispettosa io baci...

ELMIRO

Amata figlia,

vieni, vieni al mio seno. In questo fausto giorno

dividere vo' teco il mio contento.

DESDEMONA

(Che mai dirmi potrà? spero e pavento!)

ELMIRO

Dal sen scaccia ogni duolo. Un premio or t'offro,

che a te grato sarà.

DESDEMONA

(Forse d'Otello

lo calmaro i trionfi?)

ELMIRO

In vaga pompa

seguire or or tu déi

tra i plausi popolari i passi miei.

(parte)

Elmiro ->

 

Scena nona

Desdemona sola.

 

 

Qual enigma è mai questo! Io no 'l comprendo.  

 

Scena decima

Emilia e detta.

<- Emilia

 

DESDEMONA

Emilia, in quali tumulti  

sento il misero cor!

EMILIA

Che avvenne?

DESDEMONA

Il padre

un premio m'offre, e vuole,

che, il seno e il crin pomposamente adorno

festeggi insiem con lui sì fausto giorno.

Tra la speme, e il timor che mi consigli?

EMILIA

Fingon gli amanti ognor nuovi perigli.

Ma tu non paventar. Chi sa!... d'un padre

l'amore in lui parlò. Forse d'Otello

alla gloria egli cede, e l'odio antico

cangiò in amore, e gli divenne amico.

Vieni, non indugiar.

DESDEMONA

Ti seguo. Oh dio!

palpita intanto il povero cor mio.

 
(partono)

Emilia, Desdemona ->

 
 

Scena undicesima

Pubblica sala magnificamente adorna.
Coro di Damigelle. Coro degli Amici, e Confidenti di Elmiro.

Bozzetti

 Q 

damigelle, amici, confidenti

 
[N. 5 - Coro e Finale I]

 N 

CORO

Santo imen! te guidi amore  

due bell'alme ad annodar.

CORO DELLE DAMIGELLE

Dell'amore il dolce ardore

tu procura di eternar.

PARTE DEL CORO

Senza lui divien tiranno

il tuo nobile poter.

ALTRA PARTE

Senza te cagion di affanno

è d'amore ogni piacer.

TUTTI

Qual momento di contento!

Tra l'amore, ed il valore

resta attonito il pensier!

 

Scena dodicesima

Elmiro, Desdemona, Emilia e Rodrigo con suo Séguito.

<- Elmiro, Desdemona, Emilia, Rodrigo, seguito di Rodrigo

 

DESDEMONA

Dove son! Che mai veggio!  

Il cuor non mi tradì!

ELMIRO

Tutta or riponi

la tua fiducia in me. Padre a te sono:

ingannarti non posso. Eterna fede

giura a Rodrigo: egli la merta; ei solo

può renderti felice.

RODRIGO

Che mai dirà?...

EMILIA

Qual cenno!

DESDEMONA

Oh me infelice!

ELMIRO

Appaga i voti miei, in te riposo.

DESDEMONA

Oh natura! oh dover! oh legge! oh sposo!

 

ELMIRO

Nel cuor d'un padre amante  

riposa amata figlia,

è amor, che mi consiglia

la tua felicità.

RODRIGO

Confusa è l'alma mia

fra tanti dubbi e tanti,

solo in sì fieri istanti

reggermi amor potrà.

DESDEMONA

Padre... tu brami... oh dio!

che la sua mano accetti?

(A' miei tiranni affetti

chi mai resisterà?)

ELMIRO

Si arresta!... ahimè!... sospira!

Che mai temer degg'io?

RODRIGO

Tanto soffrir, ben mio,

tanto il mio cuor dovrà?

DESDEMONA

Deh taci!

ELMIRO

Che veggo?

RODRIGO

Mi sprezza!

ELMIRO

Resiste.

RODRIGO E DESDEMONA

Oh ciel! da te chieggo

soccorso, pietà.

ELMIRO

Deh giura.

DESDEMONA

Che chiedi?

RODRIGO

Ah vieni...

DESDEMONA

Che pena!

ELMIRO

Se al padre non cedi,

punirti saprà.

RODRIGO

Ti parli l'amore,

non essermi infida:

quest'alma a te fida

più pace non ha.

DESDEMONA

Del fato il rigore

a pianger mi guida:

quest'alma a lui fida

più pace non ha.

Insieme

ELMIRO

D'un padre l'amore

ti serva di guida:

al padre t'affida,

che pace non ha.

 

Scena tredicesima

Otello nel fondo del teatro, seguìto da alcuni suoi Compagni, e detti.

<- Otello, alcuni suoi compagni

 

OTELLO

L'ingrata, ahimè che miro!  

al mio rivale accanto!...

SEGUACI

Taci!

RODRIGO

Ti muova il pianto,

ti muova il mio dolor.

ELMIRO

Risolvi...

OTELLO

Io non resisto!

SEGUACI

Frenati...

ELMIRO

Ingrata figlia!

DESDEMONA, RODRIGO

Oh dio! chi mi consiglia?

chi mi dà forza al cor!

TUTTI

Al rio destin rubello

chi mai sottrarla può?

ELMIRO

Deh giura...

OTELLO

Ah ferma...

TUTTI

Otello!...

Il core in sen gelò!

ELMIRO

Che brami?

OTELLO

Il suo core...

amore me 'l diede,

e amore lo chiede,

Elmiro, da te.

ELMIRO

Che ardire!

DESDEMONA

Che affanno!

RODRIGO

Qual alma superba!

OTELLO
(a Desdemona)

Rammenta... mi serba

intatta la fé.

RODRIGO

E qual dritto mai,

perfido! su quel core

vantar con me potrai,

per renderlo infedel!

OTELLO

Virtù, costanza, amore,

il dato giuramento...

ELMIRO

Misero me! che sento?

Giurasti?

DESDEMONA

È ver: giurai...

ELMIRO E RODRIGO

Per me non hai più fulmini,

inesorabil ciel!

ELMIRO

Vieni.

OTELLO

T'arresta!

RODRIGO

Invano

l'avrai tu, mio nemico...

ELMIRO

Empia!... ti maledico...

TUTTI

Ah!... che giorno d'orror!...

Incerta l'anima    

vacilla e geme,

la dolce speme

fuggì dal cor.

S

Sfondo schermo () ()

 

RODRIGO

Parti, crudel.

OTELLO

Ti sprezzo.

(Elmiro la prende, e protetto da suoi, la conduce via. Ella rimirando con dolcezza Otello, s'allontana da lui)

DESDEMONA

Padre!...

ELMIRO

Non v'è perdono.

RODRIGO

Or or vedrai chi sono.

OTELLO

Paventa il mio furor!

TUTTI

Smanio, deliro e fremo

no, non fu mai più fiero

d'un rio destin severo

il barbaro tenor!

Insieme

DESDEMONA

Smanio, deliro e tremo

no, non fu mai più fiero

d'un rio destin severo

il barbaro tenor!

 

Elmiro, Desdemona ->

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

[Ouverture]

Sala del senato, in fondo della quale fra alcuni archi vedesi il lido; navi in distanza.

popolo, Doge, Elmiro, senatori
 

[N. 1 - Introduzione]

popolo, Doge, Elmiro, senatori
<- Otello, Jago, Rodrigo, Lucio, schiere

Vincemmo, o prodi, I perfidi nemici

[N. 2 - Cavatina]

Otello, poi Coro, Jago
Ah sì, per voi già sento
Elmiro, Jago, Rodrigo
Otello, Lucio, popolo, Doge, senatori, schiere ->

Rodrigo! / Elmiro! ah padre mio!

Jago, Rodrigo
Elmiro ->

Udisti? / Udii / Dunque abbagliato Elmiro

[N. 3 - Duetto]

Jago e Rodrigo
No, non temer: serena
Jago, Rodrigo ->

Stanza nel palazzo di Elmiro.

Desdemona, Emilia
 

[N. 4 - Scena e Duettino]

Inutile è quel pianto

Desdemona e Emilia
Vorrei, che il tuo pensiero

Ma che miro? ecco che incerto i passi

Desdemona, Emilia ->
<- Jago

Fuggi... sprezzami pur: più non mi curo

Jago
<- Rodrigo

Sai del mio bene

Jago, Rodrigo
<- Elmiro

Giunto è, Rodrigo, il fortunato istante

Elmiro
Rodrigo, Jago ->

Vendicarmi dovrò; né più si vegga

Elmiro
<- Desdemona

La figlia a' voti miei

Desdemona
Elmiro ->

Qual enigma è mai questo!

Desdemona
<- Emilia

Emilia, in quali tumulti

Emilia, Desdemona ->

Pubblica sala magnificamente adorna.

damigelle, amici, confidenti
 

[N. 5 - Coro e Finale I]

damigelle, amici, confidenti
<- Elmiro, Desdemona, Emilia, Rodrigo, seguito di Rodrigo

Dove son! Che mai veggio!

Elmiro, Rodrigo, Desdemona
Nel cuor d'un padre amante
damigelle, amici, confidenti, Elmiro, Desdemona, Emilia, Rodrigo, seguito di Rodrigo
<- Otello, alcuni suoi compagni
damigelle, amici, confidenti, Emilia, Rodrigo, seguito di Rodrigo, Otello, alcuni suoi compagni
Elmiro, Desdemona ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima
Sala del senato, in fondo della quale fra alcuni archi vedesi il lido; navi in distanza. Stanza nel palazzo di Elmiro. Pubblica sala magnificamente adorna. Stanza di Elmiro. Giardino nella casa di Otello. Stanza da letto.
[Ouverture] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Cavatina] [N. 3 - Duetto] [N. 4 - Scena e Duettino] [N. 5 - Coro e Finale I] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Scena e Duetto] [N. 8 - Terzetto] [N. 9 - Aria e Finale II] [N. 10a - Scena e Canzone del Gondoliere] [N. 10b - Canzone del salice e Preghiera] [N. 10c - Sortita Otello] [N. 10d - Duetto] [N. 10e - Finale III]
Atto secondo Atto terzo

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