Argomento

Niobe, e Anfione due grandi regnanti di Tebe celebrati per massimi da gli applausi di tutta Grecia; l'uno per esser nato di Giove potentissimo re di Creta; l'altra per esser figlia di Tantalo famosissimo re di Frigia. Questa per esser dotata d'animo così grande, e virile, che superando l'ordinaria condizione del sesso, s'acquistò nome più che di donna, di dèa. Quello per avere con larga vena d'ingegno, e prerogative di senno così legate l'intelligenze delle sfere nella sua musica, siccome negli affari politici resa umana, e civile l'incivile barbarie de' popoli, che meritò gl'attributi non che di uomo, di nume. Ma avvenendo, che gran fortuna conduce sovente a gran fato, resa Niobe per tante glorie superba, diviene de gli dèi sprezzatrice, e togliendo il culto a Latona dèa da' Tebani adorata, vilipende Manto figlia di Tiresia indovino, e sacerdote della medesima dèa, mentre da Manto si procurano a Latona gl'olocausti dovuti. Vendicano gli dèi con la morte i disprezzi, e colti da improvvisa parca tutti i figli di Niobe, Anfione disperato s'uccide, e Niobe da gran dolore oppressa perde la vita. Manto poscia condotta dalla sorte in Italia fu da Tiberino re d'Alba ricevuta in consorte.

Gran campo ebbe la favolosa Grecia di finger menzogne nel poetico racconto di tali successi, onde attribuendo altri al canto, altri al suono di Anfione l'erezione delle mura di Tebe, fece vedere con l'armi in mano Latona, ed i suoi figli Apolline, e Diana a saettare dal cielo la Tebana superbia, e convertir Niobe in sasso.

Interpr. Histor. Metamor.

Ovid. De Niobe.

Si aggiungono li seguenti verisimili.

Anfione impossessatosi del regno di Tebe con la debellazione di Lico re suo antecessore, si finge, che dal re di Tessaglia congiunto con Lico, dopo molti anni, per vendicare lo scempio del medesimo, sia all'impensata mandato Creonte suo figlio all'assedio di Tebe, e che Creonte sii allettato a tal guerra dalla speranza fattagli concepire da Poliferno principe mago d'Attica, di godere il possesso delle bellezze di Niobe, interessato Poliferno a tale vendetta per la consanguineità di Dirce, seconda consorte di Lico, fatta ancora morire da Anfione.

Che bramando Anfione viver al riposo, libero dal peso del regno, dichiari Niobe assoluta regolatrice del soglio, e le dia Clearte per esecutore de' suoi decreti, richiamandolo alla regia dalle selve, ov'egli da molto tempo vivea, lontano da quella, per non morir vicino a Niobe, di cui fortemente s'era già invaghito, ma senza concepire speranza alcuna di corrispondenza.

Che Tiberino non avendo ancora ereditato il regno d'Alba dal padre, portatosi in Grecia per desiderio di propagare le glorie del suo valore in giostre, in cacce, in lotte, ed in altri esercizi militari usati in quei tempi da' Greci, finalmente in Tebe s'innamori di Manto, e la conduca sua sposa nel Lazio.

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