Atto secondo

 

Scena prima

Conte, e Susanna.

Conte, Susanna

 

CONTE

Perché non la seguitasti?  

SUSANNA

Eccellenza, perdonate: non bisogna mostrare di troppo osservarla, se no se ne inquieta. Io mi regolo in maniera, che sono sempre lì, quando mi vuole, e non l'annoio, quando le piace altrimenti.

CONTE

Quante obbligazioni!

SUSANNA

Eh, signore, nessuna. Non faccio, che appagare me stessa, secondando il mio cuore.

 
[N. 10 - Aria]

 N 

 

Per l'amata padroncina  

sempre è poco quel ch'io fo.

È sì cara, è sì buonina,

che spiegarlo, oh dio, non so.

L'amo tanto, che per lei

la mia vita spenderei;

né compenso alcun desio,

perché servo all'amor mio,

perché servo alla pietà.

Ah se mio è il suo dolore,

il mio core ~ il ciel lo sa.

(parte per l'istessa strada, che fece Nina)

Susanna ->

 

Scena seconda

Il Conte solo.

 

 

Ogni sua parola, ogni motto, che le scappò sopra di me, e sopra di Lindoro, fu una spada, un veleno... Oh dio! E senza di lui il ritorno della ragione non farà in essa, che cambiare di mali. No: riaverla, renderla, come io vorrei... Ah! non è possibile... Ma! che si fa là per quel viale? I miei servitori! le mie guardie! un uomo, che si difende! Ma ecco Giorgio. Cosa c'è?  

 

Scena terza

Giorgio affannato, e detto.

<- Giorgio

 
[N. 11 - Cavatina]

 N 

 

GIORGIO

(respirando affannosamente per la stanchezza)  

Ah ecce... eccellenza, cose belle vi dirò:

è... ve... nuto... non ho lena...

è... ve... nuto... son crepato...

Se non... prendo un po'... di fiato...

dirvi il... fatto... non potrò.

Signor sì... mi sbrigo adesso...

E così... com'io... diceva...

venne lui... cioè... esso,

cheto cheto... egli voleva...

ma li furon... tutti addosso...

Ri...fiatar... appena... io posso...

Ma signor... se mi... pressate...

più la lingua m'imbrogliate,

e mai più la finirò.

 

CONTE

Via dunque, levami di pena.  

GIORGIO

Lindoro...

CONTE

E così?

GIORGIO

È morto. No...

CONTE

Lindoro non è morto?

GIORGIO

Sì... non lo è... Non mi fidavo di me stesso; ma...

CONTE

Lo vedesti tu? Non è morto?

GIORGIO

È qui...

CONTE

Via, stravedi.

GIORGIO

Come stravedo! Uno, ed uno due: sì signore, con questi occhi l'ho veduto. È lui, e poi lui...

CONTE

Ma per qual prodigio! Come!... Nel parco? Perché?

GIORGIO

Vi dirò, appena fu qui, che cercò di sedurre il giardiniere, acciò lo lasciasse entrare; non voleva altro, a sentirlo, che vedere un momento la padroncina, e dir due parole a Susanna. Mastro Marco, che ci vede, non volle lasciarlo passare; egli allora s'arrampicò da disperato su pel muro di cinta; ma allegramente: siccome lo tenevan d'occhio, usciron fuori tutti, e gli saltarono addosso per arrestarlo. Egli si difendeva, come un demonio; quando per somma fortuna giunsi io, lo riconobbi. La prima cosa che dissi, fu, che guardassero bene di non lasciarlo scappare, allegramente; poi prevedendo quanto una tal nuova dovesse piacervi, impaziente di recarvela, mi misi a correre, come un disperato. Ah! son fuor di me dalla gioia, d'avere anticipata di qualche istante la vostra consolazione.

CONTE

Ah, caro amico, che fortuna è mai questa! come! il cielo l'ha salvato, per condurlo nelle mie mani! Cara, desiderata preda. Oh qual uso io son per farne. Animo: che mi sia qua condotto, e soprattutto che nessuno gli dica...

GIORGIO

Oh, eccellenza, e che? ci burliamo? ci avevamo pensato anche noi. Nessuno parlerà; ma eccolo.

 

Scena quarta

Lindoro abbattuto, senza cappello, e scarmigliato, condotto da' Servitori, e dalle Guardie di caccia
del Conte, e detti.

<- Lindoro, servitori, guardie di caccia

 

LINDORO

Ah! dove mi conducete voi? Per carità... non sapete a qual nemico mi consegnate.  

GIORGIO

Allegramente. Il signor Conte è un galantuomo.

LINDORO

È un mancatore, un barbaro.

CONTE

No, eccomi per...

LINDORO

...insultare il mio dolore!

CONTE

Per dividerlo teco, amato figlio...

LINDORO

Amato figlio!

CONTE

Figlio, sì. E avresti cuore di ricusare un sì dolce nome? Vieni, vieni fra le mie braccia.

 
[N. 12 - Duetto]

 N 

 

LINDORO

Son io desto, o pur deliro?    

S

CONTE

No, mio figlio, non deliri.

LINDORO

Ah non sai chi mi son io.

CONTE

Sì: lo so, mio figlio sei.

Per dar tregua a' mali miei,

qui ti trasse amico ciel.

LINDORO

(Per dar tregua a' mali suoi,

qui mi trasse amico ciel!)

CONTE

Figlio...

LINDORO

Padre, parla, oh dio!

CONTE

Deh parlar no, non poss'io.

LINDORO

Nina?

CONTE

Oh ciel!

LINDORO

Nina morì?

CONTE

Nina vive.

LINDORO

Vive ancor?

Ah se vivo è il mio tesoro:

ah se figlio dir mi sento,

son felice, son contento,

è cessato il mio dolor.

CONTE

Questi amplessi, o mio Lindoro,

van scemando il mio dolor;

ma se parlo, di spavento

ti farò gelare il cor.

LINDORO

Come mai! se il mio tesoro...

forse... oh ciel! cangiò d'affetto?

Deh, parlate...

CONTE

Non cangiò.

Fosti sempre il suo diletto.

LINDORO

M'ama ancor?

CONTE

Come t'amò.

LINDORO

Ah se fida è lei, che adoro:

ah se figlio io dir mi sento,

no, la sorte non pavento:

sfido altero il suo rigor.

CONTE

Figlio, ah figlio! trema ancor.

LINDORO

Se fedele è Nina mia,

se a voi caro è il nostro amor,

morte orror non mi faria:

troppo lieto è questo cor.

 

CONTE

Adunque rivedrai Nina?  

LINDORO

Ardo del desiderio di sì caro momento.

CONTE

Tremane, tremane anzi.

LINDORO

Com' è possibile? Voi mi dite, che m'ama, che...

CONTE

Che vuol dire dunque, tu non intendesti più nuova dopo quella sfida fatale?

LINDORO

Mai. Mi trasportarono più morto, che vivo presso un amico. Là nella ferma credenza, che Nina fosse data al mio rivale, non mi curando più nulla, che ne facessero di mia persona, vissi alcuni giorni, ch'io sperava sempre gli ultimi di mia vita. Ma di lì a qualche tempo risanandosi mio malgrado la mia ferita, mi sentii sbranare più che mai da una inquietudine ardente, cagionata in me dall'amore il più vivo; e mi venne così in odio la vita, che richiamando le poche mie forze, trovai modo di sottrarmi alla vigilanza, e pietà di chi mi voleva tener lontano da qui. Or eccomi giunto. Veder Nina, dirle, che l'amo sempre, e poi morire a' suoi piedi, era l'unico mio intento.

CONTE

Ma da per tutto girò la voce, che fossi morto, e Nina...

LINDORO

Ne fu sensibile? Ah!... dite?... me felice!

CONTE

Che osi tu proferire, disgraziato! Colpita da un fulmine così improvviso... la sua mente... la ragione...

LINDORO

Oh dio! Nina?

CONTE

Pur troppo.

LINDORO

Ah inumano, barbaro... Voi ne foste l'autore: la vostra ostinata severità... Ed io vengo per essere spettatore... Ah padre snaturato!...

CONTE

Deh, figlio... figlio per carità, non mi abbattere affatto. Rifletti, com' io mi sia abbastanza tormentato, come...

LINDORO

Ah perdonate l'eccesso della mia disperazione... È un caso questo...

CONTE

Figlio mio, e tu non ne hai colpa... Ed io, figlio, io che ne fui la cagione...

LINDORO

Mi manca il coraggio di farvi altre domande. Pure... ditemi... e poi?...

CONTE

Ah! pur troppo la sua ragione è talmente offuscata, che non conosce più nessuno.

LINDORO

Non riconoscerebbe nemmen Lindoro?

CONTE

Chi sa! Ma con tutto ciò tu non la intenderesti ragionar d'altro, che di te.

LINDORO

Di me? Oh cielo!

CONTE

Non passa giorno, ch'ella non si rechi ad aspettarti là su quel verde sedile.

LINDORO

Su questo?

CONTE

Proprio ivi. Ella ti chiama, e ti richiama le migliaia di volte.

LINDORO

Si ricorda tuttavia il mio nome?

CONTE

Egli è il solo, che non ha dimenticato. Ti suol preparare un mazzetto di fiori, e poi te lo lascia là sopra.

LINDORO

Ah! eccolo appunto. E lo ha fatto per me? Deh, dove si trova l'idol mio? Vita mia, che fai? Dove sei? Andiamo, voliamo a Nina, caro padre.

CONTE

Amico, convien moderare la tua impazienza. È bene ch'io parli prima a Susanna, e che me la intenda con lei. Chi sa mai? la sorpresa, uno sconvolgimento sì fatto... Orsù vado, e sarò a momenti di ritorno. Intanto trattienti qui... Te lo chiedo per grazia; anzi oso fartene un espresso comando.

 
(parte per la strada che fece Susanna, seguito da' suoi servitori, e dalle guardie di caccia)

Conte, Giorgio, servitori, guardie di caccia ->

 

Scena quinta

Lindoro solo.

 
[N. 13 - Cavatina, recitativo e aria]

 N 

 

Questo è dunque il loco usato,  

dove Nina ognor se n' viene;

qui dà sfogo alle sue pene;

seco Amor s'asside qui.

Questi augelli, e questo prato,

queste aurette lusinghiere

mi ritornano al pensiere,

quanto fui felice un dì.

 

 

Oh caro, o fido seggio! io pur mi voglio  

posar qua su.

(siede)

Ma quale

subita fiamma io provo? Oh ciel! non reggo!

Questo è il trono d'Amor. Nume, perdona,

eccomi a' piedi tuoi. Pietoso nume,

pon fine a' nostri mali. Ah tu deh brilla

dell'errante fanciulla

alla mente agitata, e tu la calma

vi riconduci, Amor. Se cari ognora

ti sono i cuor, che accendi,

saggia, qual era un dì, Nina mi rendi.

 

Rendila al fido amante,  

rendila al genitore;

la tua bell'opra, Amore,

non obliar così.

Rendila al fido amante,

rendila al genitore.

Che da te vien, rammenta,

lo stral che la ferì.

Ch'è un vano don la vita,

a chi ragion smarrì.

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Scena sesta

Il Conte, che ritorna dall'istessa strada d'onde partì, accompagnato da' suoi Servitori e dalle
Guardie di caccia, e detto.

<- Conte, servitori, guardie di caccia

 

CONTE

Tutto è fissato. Sorpresa da prima tra il giubilo, e lo stupore, non sapea Susanna, che suggerire; ma poi riflettendo anch'essa, che il vederti, e riconoscerti così tutto in un tratto, avrebbe messa a rischio la stessa vita di Nina, abbiamo concertato che tu nasconda questa sottovesta, ch'ella troppo conosce, e che poi quando crederai... ma Nina viene... ritiriamoci.  

LINDORO

Eccola là tra' quei villani... Ah quali occhi!... Caro padre...

CONTE

Ritiriamoci, dico. Ti avvezzerai un po' per volta a questo doloroso spettacolo. Quando ti sarai travestito, ritornerai. Bada bene di venire per questa via: aprirai il cancello, e quando le sarai vicino, la tua prudenza ti suggerirà, come regolarti, affin di richiamarle la ragione, senza arrischiare i suoi giorni.

LINDORO

Ho inteso.

 
(partono)

Conte, Lindoro, servitori, guardie di caccia ->

 

Scena settima

Nina cala dalle collinette, tenendo per una mano una piccola Villanella, e per l'altra un vecchio Villano, accompagnata da molti altri Villani, e Villane, tutti recando diversi doni, da lei ricevuti.
Susanna la segue da lontano, e si ferma sulla prossima collinetta.

<- Nina, villani, villane, Susanna

 
Dopo il Coro, vien Lindoro dal cancello, e nel tempo istesso il Conte, e Giorgio dal bosco, i quali si mettono in disparte ad osservare.
 
[N. 14 - Coro]

 N 

 

VILLANI E VILLANE

Cantiam, Nina, cantiamo  

nostra delizia, e amor.

Un sì bel cor lodiamo,

lodiamo il suo favor.

Leggiadra, come il sole,

benefica del par,

e accarezzar ci suole,

e provvida aiutar.

 

<- Lindoro, Conte, Giorgio

NINA

Amate sempre, amate,

cari, la vostra Nina,

mai non l'abbandonate:

merita amore Amor.

PRIMA VILLANELLA

Il vostro mal pensiamo,

che presto cesserà.

SECONDA VILLANELLA

Noi pure lo speriamo:

fra poco finirà.

TUTTI

Su via state allegramente,

che ben presto tornerà.

NINA

Voglia il ciel; ma non sarà.

TUTTI

Dentro un giorno, dentro due,

al più quattro, cinque, o sei,

oggi ancor. Chi sa? chi sa?

NINA

Veggo, amici, il vostro affetto,

mi vorreste consolar.

CORO

A' nostri voti piegasi

il cielo alfin, credetelo:

l'amico fido, e tenero

quest'oggi tornerà.

NINA

Quest'oggi? Oh cielo! oh giubilo!

Egli? l'amico? tornasi?

Ah! chi potrà comprendere

la mia felicità.

 

NINA

Addio, addio. Domani noi...  

 
(in questo punto Lindoro, aperto il cancello, si presenta in faccia a Nina, la quale resta a mezza la parola: dà un grido, e dopo di essere stata per poco immobile, corre velocemente verso la collina, ove ritrova Susanna, e la conduce seco nel giardino, perché vegga Lindoro)
 

NINA

Ah!...

CONTE
(a Lindoro)

Dove va ella mai?

LINDORO

Par che siasi fatto in lei qualche...

CONTE

Pare... Ma non fidiamocene troppo.

NINA

Lo vedi?

SUSANNA

E così?

NINA

Lo vedi, dico?

SUSANNA

Si: è la persona, che voi aspettate.

NINA

È lui? Di' dunque: è lui? Io non ardiva crederlo. Ma non t' inganneresti già? Guarda, come è melanconico. Ah se fosse Lindoro, potrebbe mostrare tanta melanconia, in riveder la sua Nina?... Se fosse Lindoro Nina sarebbe ancora in pena? Sarebbe essa ancora infelice?

LINDORO

(Mi scoppia il cuore!)

NINA

Eh! la sua voce! Hai tu sentita la sua voce? Ah!... Ah la mia testa! Un dolore... una nube agli occhi... per carità non mi lasciate in questa incertezza.

SUSANNA

Via: è proprio lui.

LINDORO

Il tuo amante.

CONTE

Tuo padre.

NINA

Mio padre dic'egli? Mio padre!... E lui viene... Oh dio! cosa vuole da me? E come posso ubbidirgli? Dove rifugiarmi?

(alle villanelle, e villani)

Per pietà salvatemi, salvatemi dal suo risentimento. Non rispondete? M'ingannai!... Non siete più gli stessi, che mi parlaste poc'anzi? Perché tradirmi? Come mi han rovinata! Ahimè!... Che male... Lindoro non è venuto, no, e non verrà mai più... mai più!... Che luogo è questo?... Dove m'hanno condotta?... Tutta questa gente... Andate... Andate via... via tutti...

 
(a' villani, e villanelle, che vanno via, ma si trattengono fuor del cancello per osservare; il Conte, e Lindoro anche fanno vista di partire, e poi si fermano nuovamente)
 

NINA

Deh! chiunque voi siate, abbiate pietà di me.

(cade nelle braccia di Susanna)

LINDORO

Ha perduti i sentimenti!

SUSANNA

Respira appena

CONTE

Oh cielo... cielo! Dunque son io, che...

LINDORO

Nina, mia Nina, è Lindoro: il tuo Lindoro in disperazione.

NINA

Tu hai nominato Lindoro? Lo conosci tu Lindoro? L'hai tu veduto? Calmami per carità, guariscimi, rassicura le mie idee... La tua figura è così dolce!... Caro, stammi vicino... dammi coraggio... Così...

(prende la mano di Lindoro, e se la reca alla fronte)

Oh vedi! Or ora come una pietra... un ghiaccio... Adesso un dolce foco... una felicità in vederti.

(guardando suo padre)

Lo vedi là? M'impedisce di guardarti con libertà... Andiamo: ho tante cose da dirti.

LINDORO

A me?

NINA

Senz'altro, dimmi: che fa egli? Che pensa? Dove lo lasciasti? Perché non è venuto?

LINDORO

Ma...

NINA

Tu studi la risposta... Vorresti ingannarmi?

LINDORO

Sono incapace.

NINA

Te lo credo. Dimmi dunque?

LINDORO

Ma se egli comparisse a voi d'avanti?

NINA

Tu mi dici sempre voi, voi; io ti dico tu: fa' lo stesso, te ne prego.

LINDORO

Ebbene: s'egli ti comparisse d'avanti? forse tu non lo riconosceresti?

NINA

Oh meschina me! Converrebbe dire allora, che ho perduto l'uso della ragione. Anche questa terribile disgrazia!

LINDORO

(Oh dio! che farò ora?) Ma se ti fossero fuggiti dalla memoria i suoi delineamenti, il suo cuore almeno...

NINA

Oh sì: il suo cuore. Parlami del suo cuore, mentre chi ebbe più bel cuore di lui? Dimmi, dimmi: m'ama egli sempre?

LINDORO

Più che mai adora la sua Nina.

NINA

L'adora più che mai? Lode al cielo. Qui è dove non hanno mai saputo rispondermi. Erano tutti sordi, tutti muti. Ma sai poi tutto ciò, che passò tra di noi? Il nostro amore, la nostra felicità, le nostre disavventure?

LINDORO

Ah sì: tutto, tutto è scolpito qui.

(accennando il suo cuore)

NINA

Qui? Dici bene. Sì, non è che qui, che si conserva... e me lo racconterai poi tutto l'avvenutoci,

non è vero? Perché il mio maggior dispiacere è d'averlo dimenticato.

LINDORO

Tu dunque l'amavi molto? di'?

NINA

Costui me lo domanda! Non lo san tutti?

 
[N. 15 - Duetto]

 N 

 

LINDORO

Oh momento fortunato!    

Qual contento, amato bene.

S

NINA

Ei mi dice amato bene!...

L'idol mio dicea così.

LINDORO

Sempre, sempre, amato bene,

Nina mia, dirò così.

Spesso, io t'amo, ti diceva.

NINA

T'amo, io pur gli rispondeva.

LINDORO

Ti diceva?

NINA

T'amo, t'amo.

LINDORO

Rispondevi?

NINA

T'amo, t'amo.

LINDORO

Gli diresti ancor così?

Deh per esso a me lo di'.

NINA

T'amo.

LINDORO

A me?

NINA

Sì t'amo, sì.

NINA

Ah! che amabili momenti!

Questi cari e dolci accenti

fida ognor ripeterò.

Insieme

LINDORO

Ah! che amabili momenti!

Questi cari e dolci accenti

fido ognor ripeterò.

 

NINA

Vuoi tu darmene parola?

LINDORO

Idol mio, te la darò.

NINA

Al mio fianco ognor sarai?

LINDORO

Da te mai non partirò.

NINA

Ogni sera, ogni mattina,

ogn'istante, ciascun'ora,

poi doman, poi doman l'altro,

poi quell'altro e l'altro ancora?

Dammen, dammene parola,

sempre meco.

LINDORO

Teco ognor.

NINA E LINDORO

Che gioia è mai questa!

Che strano diletto!

Mi balza nel petto

per giubilo il cor.

 

NINA

E come ti chiamerò io poi?  

LINDORO

Chiama Lindoro.

NINA

Oh! no. E s'ei tornasse?

LINDORO

Ma... Ebbene... Chiamami l'amico.

NINA

Oh sì, l'amico. Ti chiamerò l'amico mio.

(si avvede del suo mazzetto di fiori, che Lindoro porta in petto)

Ma chi ti diè quel mazzetto di fiori?

LINDORO

Lo trovai là su quel sedile.

NINA

Su quel sedile! Sai tu, che l'ho fatto io stessa per lui?

LINDORO

Vuoi, che te lo renda?

NINA

Oh! non ne ho coraggio. Mi pare in vederlo innanzi a te, di sentire la medesima compiacenza, che provai nel coglierlo per lui... Ma tu m'hai promesso di raccontarmi... Non dimenticar nulla, ve'. Non v'è circostanza per minuta che sia, che non sia interessante a richiamarsi.

LINDORO

No: non ve n'è una sola.

NINA

Incomincia.

LINDORO

(Dolce, e crudele situazione!)

NINA

Io sto a sentirti.

LINDORO

Dal primo dì, che Lindoro ti vide, ti amò.

NINA

Dal primo dì?

LINDORO

Sì: ma molto passò poi, prima ch'egli osasse dirtelo.

NINA

Era per altro così dolce a sentirsi.

LINDORO

Soltanto i suoi occhi sapevano farsi capire.

NINA

E i miei?

LINDORO

Parlarono... E Lindoro allora ti dichiarò tutta la sua fiamma.

NINA

La sua fiamma? Sì, sì: me ne risovvengo.

LINDORO

D'allora in poi te ne parlava tutti i giorni.

NINA

Difatti... me ne ricordo.

LINDORO

Vi ragionava spesso della speranza che avea, di diventar tuo sposo.

NINA

Sposo! Questo amato nome io avea già incominciato a darglielo.

LINDORO

Egli veniva spesso teco, e con Susanna a far conversazione qui, sotto questi olmi, su quel sedile.

NINA

Sì; ed oh quanto m'era caro quel sedile!

LINDORO

Ivi la sua nella tua mano...

NINA

La sua nella mia mano? Ah! proprio così.

LINDORO

Ti guardava con una tenerezza...

NINA

Oh come sai imitarlo!

LINDORO

Tu ti eri intenerita.

NINA

Come lo son ora.

LINDORO

Lo ascoltavi senza sdegno.

NINA

E come concepirne contro di lui?

LINDORO

Un giorno...

NINA
(a Susanna)

Mia cara, egli sa tutto, tutto.

LINDORO

Un giorno tuo padre...

NINA

Aspetta... Non me ne ricordo più.

LINDORO

Si, tuo padre, che approvava l'amor di Lindoro...

NINA

Ah! sì, sì: me lo ricordo.

LINDORO

Ti diè licenza di ricamargli una sottoveste, e a lui di regalarti un anello.

NINA

Eccolo: non m'ha mai abbandonata.

LINDORO

V'era teco Susanna.

NINA

Ah! sì... Susanna era là... Lindoro qui.

(fa venire vicino a lei anche suo padre)

Venite anche voi: non mi fate più paura. Tu, lei, voi. Ah! Ora mi pare, che nulla mi manchi.

(resta seduta vicino al padre, a Lindoro, ed alla Susanna)

 
[N. 16 - Finale II]

 N 

 

NINA

Mi sento... oh dio!... che calma!  

Parmi... che in seno l'alma...

con te... con voi... con lei...

non sappia più tremar.

SUSANNA, LINDORO, CONTE E GIORGIO
(ciascuno da sé)

(Pietà vi muova, o dei,

del suo, del mio penar.)

NINA

Mio dolce amico, e poi?

LINDORO

E poi il tuo Lindoro

tutti gli affetti suoi

tenero ti spiegò.

PARTE DEL CORO
(tra loro sottovoce)

Ride.

L'ALTRA PARTE

(Si tranquillò.)

NINA

Oh come tutto sai!

LINDORO

Allor, mia Nina, osai...

NINA

Tu!... come?... osasti...

LINDORO

Ah, no. Il tuo Lindoro osò.

PARTE DEL CORO
(tra loro sottovoce)

(Si turba.)

L'ALTRA PARTE

(Si calmò.)

LINDORO

Osò la prima volta

di sposa il sacro nome

darti, seduta qui.

CONTE

Vi era tuo padre allora.

SUSANNA

Vi era Susanna ancora.

GIORGIO

E Giorgio anche l'udì.

LINDORO

Sposa ti disse, e poi...

NINA

(sopraffatta dagli affetti diversi, e non potendo spiegare ciò che avviene dentro di sé, lascia cadere il suo capo sulla spalla di Susanna)

Sposa... mia cara... oh dio!

LINDORO

Poi la tua man Lindoro

prese, la strinse al seno,

e in questo istesso loco

v'impressi, o mio tesoro,

un bacio mio di foco,

anima mia, così.

(le bacia a mano)

NINA

Tu!... cielo!... ah qual momento!

Ciò che nel core io sento,

spiegare a te vorrei,

né so spiegarlo ancor.

SUSANNA, LINDORO, CONTE E GIORGIO
(ciascuno da sé)

(Ah secondate, o dei,

quei moti del suo cor.)

CORO
(tra loro)

Zitto: in lei parla Amor.

LINDORO

(si scopre, ed accenna la sottoveste donatagli da Nina)

Più non reggo. Ah, Nina, vedi,

riconosci il tuo lavoro...

NINA

Ah Lin... do...

LINDORO

Nina.

NINA

Lin... do... ro...

LINDORO

(s'inginocchia)

Sì: Lindoro... ecco a' tuoi piedi

pien d'amore e fedeltà.

NINA

Me felice!... Ah! padre... oh dio!

Son qui desta?... è sogno il mio?...

Per pietà non m'ingannate.

Deh parlate per pietà.

CONTE

Son tuo padre...

LINDORO

Son Lindoro...

SUSANNA

Sono loro, sono loro.

GIORGIO

Anche Giorgio ve lo dice.

NINA

E sarà Nina felice?

TUTTI

Sì: felice alfin sarà.

CONTE

Numi del ciel, deh siate

della promessa mia

voi testimoni ognor.

LINDORO

Numi clementi, ah fate

ch'io nel suo cor le stia,

com'ella è nel mio cor.

NINA

Deh! voi a Nina date

virtute, ond'ella sia

degna del loro amor.

Ah caro padre mio...

CONTE

Ah cara figlia amata.

NINA

Mio dolce amico... oh dio!

LINDORO

Sei mia, Nina adorata...

SUSANNA

Mia cara padroncina...

GIORGIO

Su via, allegramente.

 
(le villane, ed i villanelli si affollano con atto di rallegramento intorno a Nina)
 

CORO

Noi anche siamo qua.

NINA

Miei cari, addio... addio...

Tutti ravviso... ma...

CONTE

Ah lascia ogni timore.

LINDORO

Serena il tuo bel core.

CONTE

È tuo, è tuo Lindoro:

tuo padre a te lo dà.

CORO

E faccia ei colla sua

la tua felicità.

LINDORO

Son già tuo, bell'idol mio,

e tuo sempre io viverò.

NINA

Sì, mio ben, già tua son io,

e sperar di più non so.

CONTE

Or che pago è il mio desio,

più rimorsi al cor non ho.

NINA E LINDORO

Caro padre...

CONTE

Figli amati...

NINA, SUSANNA, LINDORO, CONTE E GIORGIO

Contro noi degli astri irati

il rigore alfin cessò.

SUSANNA E GIORGIO

Oh che dolce respirare!

Oh che tenero momento!

CORO

Che contento! che allegrezza!

NINA, LINDORO E CONTE

Sian tra noi in belle gare

pace, amore, e tenerezza.

CORO

Che contento! che allegrezza!

NINA, SUSANNA, LINDORO, CONTE E GIORGIO

Ed apprenda ogn'amatore,

come Amore... in pochi istanti

suol premiare i lunghi pianti

di una cara fedeltà.

CORO

Sì, sperate, afflitti amanti:

figlio è Amor della pietà.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo
Conte, Susanna
 

Perché non la seguitasti?

[N. 10 - Aria]

Conte
Susanna ->

Ogni sua parola, ogni motto

Conte
<- Giorgio

[N. 11 - Cavatina]

Via dunque, levami di pena

Conte, Giorgio
<- Lindoro, servitori, guardie di caccia

Ah! dove mi conducete voi?

[N. 12 - Duetto]

Adunque rivedrai Nina?

Lindoro
Conte, Giorgio, servitori, guardie di caccia ->

[N. 13 - Cavatina, recitativo e aria]

Oh caro, o fido seggio!

Lindoro
<- Conte, servitori, guardie di caccia

Tutto è fissato.

Conte, Lindoro, servitori, guardie di caccia ->
<- Nina, villani, villane, Susanna

[N. 14 - Coro]

Nina, villani, villane, Susanna
<- Lindoro, Conte, Giorgio
 

Addio, addio. Domani noi...

[N. 15 - Duetto]

Lindoro e Nina
Oh momento fortunato!

E come ti chiamerò io poi?

[N. 16 - Finale II]

Nina, Susanna, Lindoro, Conte
Mi sento... oh dio!... che calma!
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima
Delizioso giardino, che confina da un lato col parco, e dall'altro con una strada maestra, nella quale...
[Ouverture] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Coro] [N. 3 - Aria] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Aria] [N. 6 - Coro] [N. 7 - Canzone] [N. 8 - Canzone del Pastore] [N. 9 - Quartetto, finale I] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Cavatina] [N. 12 - Duetto] [N. 13 - Cavatina, recitativo e aria] [N. 14 - Coro] [N. 15 - Duetto] [N. 16 - Finale II]
Atto primo

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