Scena prima |
Gabinetto. |
Geronimo | ||
Recitativo | ||||
GERONIMO |
||||
<- Conte | ||||
|
Venite pur, venite o Conte amato. Mi volete ora dir quello ch'è stato? | |||
CONTE |
Anzi, apposta me n' vengo, per dichiararvi il tutto senza riguardo alcuno. | |||
GERONIMO |
No, non c'è alcuno. | |||
CONTE |
Alcun riguardo, ho detto. Non ho di dirvi il tutto, e il dirò schietto. Vi dirò in primo luogo in stil laconico, che pe 'l mio gusto armonico cosa non ha Elisetta che possa, qual vorrei, accendere il mio cor, gli affetti miei; e che mancando in me l'inclinazione, impossibil divien fra noi l'unione. | |||
GERONIMO |
Che armonico? Che affetti? Che unione? E cosa adesso mi andate voi dicendo? | |||
CONTE |
Che Elisetta sposar più non intendo. | |||
GERONIMO |
Che? Cosa avete detto? | |||
CONTE |
Ho detto che non trovo cosa in lei che mi piaccia, e che più non la voglio. | |||
GERONIMO |
Non la volete più! Mia figlia? Quella per cui steso è il contratto? Non la volete più? Voi siete un matto. La vorrete benissimo. La sposerete, signorsì. A Geronimo non se ne fan di queste. E non è un uomo Geronimo da prendersi per un qualche babbeo. E Geronimo dice e vi ripete, che la vorrete, e che la sposerete. | |||
CONTE |
Ed al signor Geronimo io pur dico, e ripeto che non la sposerò: ma che lo prego di mostrarsi contento che fra noi segua un accomodamento. | |||
GERONIMO |
Ed io vi torno a dire in brevi accenti che non si parli d'accomodamenti. | |||
[N. 11 - Duetto] | ||||
|
(♦) | |||
CONTE |
Se mi ascoltate un poco, si calmerà quel foco, ma poi se v'ostinate, anch'io mi ostinerò. | |||
GERONIMO |
La sposerete, amico. | |||
CONTE |
Io non la sposerò. | |||
GERONIMO |
Sì, sì, sì, sì, io dico. | |||
CONTE |
Io dico no, no, no. | |||
GERONIMO E CONTE |
Con questo uom frenetico sfiatare non mi vo'. | |||
Si mettono a sedere, uno da una parte e l'altro dall'altra. | ||||
GERONIMO |
(Ora vedete che bricconata! Chi se l'avrebbe mai immaginata? Questa è un'azione da mascalzone, ed al suo impegno non dée mancar.) | |||
CONTE |
(Ora vedete che uom bilioso! Come s'accende! Com'è impetuoso! Non vuol sentire quel che vo' dire, d'aggiustamenti non vuol parlar!) | |||
GERONIMO |
(Vediamo un poco se ci ha pensato.) (si alza) | |||
CONTE |
(Proviamo un poco se si è calmato.) (si alza) | |||
GERONIMO |
Ebben, signore? La sposerete? | |||
CONTE |
Ebben, signore? M'ascolterete? | |||
GERONIMO E CONTE |
Il mio discorso vi può calmar. | |||
GERONIMO |
Via, dite pure quel che vi par. | |||
CONTE |
Se invece di Elisetta mi date la cadetta, cinquantamila scudi vi voglio rilasciar. | |||
GERONIMO |
Quest'è per quel ch'io sento quell'accomodamento che voi vorreste far?... | |||
| ||||
GERONIMO |
(Qua risparmio del bell'oro, così si salva anche il decoro con un baratto l'affare ho fatto. Io non ci trovo difficoltà.) | |||
CONTE |
(Va l'amico ruminando, al risparmio va pensando. È il boccone da ghiottone né scappar se 'l lascerà.) | |||
GERONIMO |
Ci ho già pensato. (si alza) | |||
CONTE |
Vi ascolto attento. (si alza) | |||
GERONIMO |
Io del baratto sarò contento, s'anche Elisetta lo accorderà. | |||
CONTE |
Non dubitate: farò in maniera, che avanti sera mi aborrirà | |||
GERONIMO E CONTE |
Siamo, siamo accomodati, ritorniam di buon'umore. Abbracciamoci di core, e speriam felicità. | |||
(Geronimo parte) | Geronimo -> | |||
Scena seconda |
Il Conte, poi Paolino. |
|||
Recitativo | ||||
CONTE |
||||
<- Paolino | ||||
PAOLINO |
In che posso servirvi? | |||
CONTE |
Da me stesso ho fatto tutto. Il padre è contentissimo ch'io sposi Carolina. | |||
PAOLINO |
Ma... Lo dite davvero? | |||
CONTE |
Certamente. Consolati, e tu stesso va' a darle questa nuova. Dille che ogni riguardo è omai finito; e che disponga il core ad ubbidir con gioia al genitore. (parte) | Conte -> | ||
Scena terza |
Paolino, poi Fidalma. |
|||
PAOLINO |
||||
<- Fidalma | ||||
FIDALMA |
(fermandosi in disparte) (Egli è qua solo; e questo gabinetto è un luogo adattissimo per parlar di segreti.) | |||
PAOLINO |
(Ella mi sembra che volga in sé qualche pensier molesto. Ah, che son disgraziato ancora in questo!) | |||
FIDALMA |
(Mi ha guardato sott'occhio, e ha sospirato.) | |||
PAOLINO |
(È turbata senz'altro. Il cor mi manca.) | |||
FIDALMA |
(E sospira di nuovo! Ah! fosse mai che anch'ei per me sentisse quel ch'io sento per lui?) | |||
PAOLINO |
(Orsù coraggio. Il tempo pressa; ed io me le avvicino.) Se mi è permesso... | |||
FIDALMA |
Addio, caro Paolino. Non mi avete veduta altro che adesso? | |||
PAOLINO |
Vi vidi pensierosa, e non mi parve di dover disturbarvi. | |||
FIDALMA |
Voi non mi disturbate. Pensieroso, però, se non m'inganno, eravate anche voi? | |||
PAOLINO |
Questo è ben vero. | |||
FIDALMA |
Paolino? | |||
PAOLINO |
Signora? | |||
FIDALMA |
I pensier nostri da un'istessa cagion per avventura sarebbero prodotti? | |||
PAOLINO |
È ciò impossibile. | |||
FIDALMA |
Non pensavate a me? | |||
PAOLINO |
Non so negarlo. | |||
FIDALMA |
Ed io pensava a voi. Femmina esperta dal più menomo indizio ancor s'avvede di quel che non si pensa e non si crede. | |||
PAOLINO |
(Che se ne sia avveduta?) | |||
FIDALMA |
Via non vi confondete parlatemi con tutta confidenza. | |||
PAOLINO |
(Se n'è accorta senz'altro.) Ah! Signora... | |||
FIDALMA |
Mi avrete pietosa, e non crudel. | |||
PAOLINO |
La bontà vostra il mio merito eccede, e mi consola. Ma con vostro fratello? | |||
FIDALMA |
Il fratel mio deve ben accordar quel che vogl'io. | |||
PAOLINO |
E non farà rumore? | |||
FIDALMA |
Quale rumor? Contento ei dée mostrarsene quando ancor non lo fosse. | |||
PAOLINO |
Oh mio conforto! Dunque quando? | |||
FIDALMA |
Prestissimo. | |||
PAOLINO |
Anzi senza dimora. | |||
FIDALMA |
Ebbene: in questo punto vi do la mia parola che sarete mio sposo. | |||
PAOLINO |
Sposo? | |||
FIDALMA |
Sì, caro mio. | |||
PAOLINO |
Io? | |||
FIDALMA |
Sì, mio bene. Consolati, consolati... ma di color ti cangi? E che cos'hai? | |||
PAOLINO |
(Qual nuovo contrattempo è questo mai!) | |||
[N. 12 - Terzetto] | ||||
|
||||
FIDALMA |
Non è niente, sposo amato: quest'è effetto del piacer. | |||
PAOLINO |
Per pietà, che in svenimento io mi sento già cader. (siede) | |||
FIDALMA |
Quest'è effetto del contento: passerà: no, non temer... Mio caro Paolino... ma certo è svenuto. Porgiamogli aiuto, c'è alcuno di là? | |||
Scena quarta |
Carolina, e detti. |
<- Carolina | ||
FIDALMA |
||||
CAROLINA |
Ma cosa è accaduto? Ma cos'è stato? | |||
FIDALMA |
Il povero giovine di me innamorato per gioia in deliquio vedete che sta. Io vado a pigliare un certo elisire; non state a partire, restatevi qua. (parte, poi ritorna) | Fidalma -> | ||
CAROLINA |
(Che creder, che dire da me non si sa.) Giusto cielo! Qual affanno! Qual sospetto mi martella! Su, ti scuoti. Su, favella, ch'io mi sento lacerar. | |||
PAOLINO |
(s'alza) Carolina!... Deh, va' via. | |||
CAROLINA |
Tu invaghito di mia zia! | |||
| ||||
<- Fidalma | ||||
FIDALMA |
Son qua pronta, son qua lesta... ma già in piedi ti ritrovo. Dal contento che ne provo questa man ti do a baciar. | |||
PAOLINO |
Non mi prendo tanto ardire. | |||
CAROLINA |
Mia signora, pian pianino. | |||
FIDALMA |
Bacia, bacia Paolino. (a Carolina) Non ci avete voi da entrar. | |||
| ||||
(Fidalma parte; Carolina e Paolino mostrano di partire, ma poi si arrestano) | Fidalma -> | |||
Scena quinta |
Carolina, e Paolino. |
|||
Recitativo | ||||
CAROLINA |
||||
PAOLINO |
No, Carolina, no: chetati, e ascoltami. | |||
CAROLINA |
E che deggio ascoltar? Non ti ho trovato svenuto per amore al fianco di mia zia? Non l'ho sentita vantarsi del tuo affetto? E che l'hai da sposar non ha già detto? | |||
PAOLINO |
Questo è un inganno, o cara... | |||
CAROLINA |
Eh sì un inganno che da te si commette. Se tu amavi mia zia, perché non sposar lei? Perché sedurre una fanciulla onesta priva d'ogni esperienza e d'accortezza per farla poi crepar dall'amarezza? | |||
PAOLINO |
Mi ascolta, per pietà... | |||
CAROLINA |
Che vuoi ch'io ascolti? Comprendo in questo istante il peso del mio fallo. Ma senti: io corro adesso a' piedi di mio padre; svelerò quel che ho fatto, a qualunque castigo mi renderò soggetta. Di te poi, seduttor, tristo, spergiuro, segua quel che si voglia, io non mi curo. (per partire) | |||
PAOLINO |
Ferma, ferma, ti prego... | |||
CAROLINA |
Oibò... Mi lascia. | |||
PAOLINO |
No, ti dico. | |||
CAROLINA |
Vo' andar... | |||
PAOLINO |
Sentimi, e poi subito te ne andrai, se andar tu vuoi. | |||
CAROLINA |
Ah! Chi poteva mai questo da te aspettarsi! | |||
PAOLINO |
Ascolta io dico. | |||
CAROLINA |
Io mi sento morir! | |||
PAOLINO |
Calmati un poco. | |||
CAROLINA |
Così resterai libero; così la sposerai. | |||
PAOLINO |
Ah, no, che tu così morir mi fai. Nell'inganno tu sei, ragion non senti e ti scordi in un punto di furore chi sei tu, chi son io, tutto l'amore... | |||
CAROLINA |
Cosa potresti dir? | |||
PAOLINO |
Dir che tua zia soltanto in quell'istante mi si scoperse amante; e la sorpresa mia fu che mi tolse l'uso dei sensi. Or vanne a pubblicarmi qual seduttor. Rovinami. Ma prima prendi questo coltello; e poiché sei impazzita, qui dammi prima una mortal ferita. | |||
CAROLINA |
Guarda ch'io te la do. | |||
PAOLINO |
Non mi ritiro. | |||
CAROLINA |
Ma non disse ella stessa che tu l'amavi? | |||
PAOLINO |
Equivocò Fidalma. | |||
CAROLINA |
Confessa, o fo davvero. | |||
PAOLINO |
Se un bugiardo mi credi, spingi senza pietade. | |||
CAROLINA |
Ah! Mi vien freddo, ed il coltel mi cade. | |||
PAOLINO |
Or sappi, sposa mia, che più maneggio non trovo al scoprimento per salvar il decoro; e a noi non resta che di fuggir. Co' buoni uffizi il padre farem poi che si plachi. Quel ch'è fatto è già fatto; ed alla fine presto o tardi lo sdegno ha il suo confine. | |||
[N. 13 - Aria] | ||||
Pria che spunti in ciel l'aurora cheti cheti, a lento passo, scenderemo fin abbasso che nessun ci sentirà. Sortiremo pian pianino dalla porta del giardino: tutta pronta una carrozza là da noi si troverà. Chiusi in quella il vetturino per schivar qualunque intoppo, i cavalli di galoppo senza posa caccerà. Da una vecchia mia parente buona donna, e assai pietosa, ce n'andremo, cara sposa, e staremo cheti là. Come poi s'avrà da fare penseremo a mente cheta. Sposa cara, sta pur lieta, che l'amor ne assisterà. (parte) |
(♦) Paolino -> | |||
Scena sesta |
Carolina sola. |
|||
Recitativo | ||||
|
Carolina -> | |||
Scena settima |
Appartamenti. |
Elisetta | ||
ELISETTA |
||||
<- Conte | ||||
CONTE |
(Qui la trovo alfin. Voglio provarmi se la posso ridurre a ricusarmi.) Servo, servo umilissimo. | |||
ELISETTA |
Venite come sposo o mancatore? | |||
CONTE |
Vengo qual mi volete. Conoscitor del vostro merito singolar degno d'un soglio, sol dal vostro piacer dipender voglio. | |||
ELISETTA |
Voi parlate d'incanto. | |||
CONTE |
E più v'incanterò se mi ascoltate. | |||
ELISETTA |
Benissimo. Parlate. | |||
CONTE |
In primo luogo creder voi mi dovete il più sincero, il più ingenuo di tutti: che ho il core sulle labbra: e che son tale che di me pur io dico il bene e il male. | |||
ELISETTA |
Vediamone una prova. Per esempio: quel di far all'amor con mia sorella, essendo a me promesso, lo dite male o bene? | |||
CONTE |
Male, male, malissimo. Ecco ch'io lo confesso. In certi incontri sono di un naturale facile a sdrucciolar. Ma meglio udite s'è ver ch'io son sincero. In me sicuro che c'è del buon; ma prima che i lacci d'imeneo fra noi sian stretti, io vi avverto di aver dei gran difetti. | |||
ELISETTA |
Quando li conoscete, è cosa facile che possiate emendarvi. | |||
CONTE |
Oh! Lo credo impossibile. Sempre ho sentito a dire che co' la vita si mantiene e dura quel vizio che nell'uom passa in natura. | |||
ELISETTA |
Voi mi sgomentereste se vi credessi in tutto. | |||
CONTE |
Basta... credete pure quello sol che vi piace. Io con voi tratto da galantuomo, e in termini assai schietti io vi avverto di aver dei gran difetti. | |||
ELISETTA |
Poiché me lo avvertite. Obbligata vi son. Ma non temete. Cercherò di adattarmi. | |||
CONTE |
Oh! Questo poi sarà difficilissimo: ve ne sono di fisici. Ve ne son di morali. Insomma io parlo ingenuamente: e tocca a voi, signora, di far poi riflessione a questi detti, ch'io vi avverto di aver dei gran difetti. | |||
ELISETTA |
(A mettermi comincia un poco in apprensione.) Orsù, signore, giacché siete sincero, anche vi piaccia di dirmi quali sono per poter regolarmi. (Alla fine non vorrei sacrificarmi.) | |||
CONTE |
Sentite: io ve li dico perché voi lo volete, e vi ubbidisco; per altro in verità che ne arrossisco. | |||
[N. 14 - Aria] | ||||
|
||||
ELISETTA |
Tutto questo? Bagatelle! (Qui ci va della mia pelle... ma saprommi riguardar.) | |||
CONTE |
Piano, piano. Non è tutto, per gli amori ho un gran trasporto. Per le donne casco morto; e di questo che vi par? | |||
ELISETTA |
Questo è un vizio troppo brutto... ma il potrete un dì lasciar. | |||
CONTE |
Ma aspettate, mia signora: tutto detto non ho ancora. Son vizioso giocatore, crapulone, bevitore: mi ubriaco spesso spesso, che vo fuori di me stesso, casco in terra, oppur traballo: son più strambo di un cavallo. Vado tutti a maltrattar. | |||
ELISETTA |
Ora poi non credo niente, voi lo dite per scherzar. | |||
CONTE |
Quando poi non lo credete, dico questo, e ve lo giuro: che a me nulla voi piacete, che non v'amo, e non vi curo, non vi posso tollerar. (parte) | Conte -> | ||
Scena ottava |
Elisetta, poi Fidalma. |
|||
Recitativo | ||||
ELISETTA |
||||
<- Fidalma | ||||
FIDALMA |
Elisetta mia cara, vi trovo ben turbata! | |||
ELISETTA |
Se dagli occhi del Conte non si toglie ad un tratto Carolina, qui nasce una rovina. Convien togliergli affatto ogni speranza di poterla sposar. | |||
FIDALMA |
Dite benissimo. Ma se voi la credete invaghita del Conte, io poi vi dico, che forse, forse con ragion fondata la credo di Paolino innamorata. | |||
ELISETTA |
Di quello non mi curo. | |||
FIDALMA |
Me ne curo ben io: né più mi sento di tenerlo celato. | |||
ELISETTA |
Dunque facciam che debba passar in un ritiro acciò non ci disturbi. | |||
FIDALMA |
Ottimamente. Questo è il pensier che anch'io volgeva in mente. Lasciate far a me: la fraschettina mandata vi sarà doman mattina. | |||
Scena nona |
Il signor Geronimo, e detti. |
<- Geronimo | ||
GERONIMO |
||||
ELISETTA |
Non sarà vero mai ch'io vi rinunzi perché poi mia sorella debba sposar il Conte. | |||
GERONIMO |
Si può fare un baratto per te vantaggiosissimo. | |||
FIDALMA |
Non si fanno baratti. Anzi mi meraviglio, che un uomo come voi prudente e saggio proponga ad essa un altro maritaggio. | |||
GERONIMO |
Sì, un altro maritaggio. Ecco, tua zia è della mia opinione. | |||
FIDALMA |
Anzi, dico di no. Si deve togliere la causa del disordine. Carolina fomenta la passione del Conte; onde si deve farla sparir, mandarla in un ritiro; e acchetàti che sian tutti i rumori, allora poi... Sì, allor venirà fuori. | |||
ELISETTA |
Avete ben capito? | |||
GERONIMO |
Sì, sì, parlate pure. | |||
FIDALMA |
E se questo non fate, il mio decoro non vuol che in questa casa io me ne resti più. Voi mi farete de' capitali miei restituzione, e così finiremo ogni questione. | |||
ELISETTA |
Avete inteso bene? | |||
GERONIMO |
Sordo non son. Farò quanto conviene. | |||
[N. 15 - Terzetto] | ||||
FIDALMA |
||||
ELISETTA |
Via, risolvete; via non tardate. | |||
ELISETTA E FIDALMA |
Presto, anzi, subito si deve far. | |||
GERONIMO |
Ma non strillate tutte due unite. Sento che il timpano voi mi ferite. Parlate piano senza gridar. | |||
ELISETTA E FIDALMA |
Diremo dunque, diremo piano, che in un ritiro di qua lontano per metter ordine al gran disordine la Carolina si dée mandar... (piano) Voi ci sentite? | |||
GERONIMO |
Che cosa dite? | |||
ELISETTA |
Abbiam parlato... | |||
FIDALMA |
Vi abbiamo detto... | |||
GERONIMO |
Sia maledetto questo strillar! | |||
ELISETTA |
In un ritiro ~ la Carolina... | |||
GERONIMO |
Già v'ho capito ~ cara signora. | |||
FIDALMA |
Mandar dovete ~ doman mattina... | |||
GERONIMO |
Già v'ho capito ~ ch'è un quarto d'ora. | |||
| ||||
(Fidalma ed Elisetta partono) | Fidalma, Elisetta -> | |||
Scena decima |
Il signor Geronimo solo. |
|||
Recitativo | ||||
|
In un ritiro? E perché in un ritiro la devo far passar, se il mio interesse anzi vuol ch'io permetta che il Conte se la sposi! No. Piano. E mia sorella se sdegnata perciò, dal mio negozio leva i suoi capitali? Ella è una scossa ch'oggi io non so se sostener la possa... dunque andrà in un ritiro. Pensiamo or dunque in qual miglior maniera devo darle la nuova innanzi sera. | |||
Scena undicesima |
Carolina in disparte, e detto. |
<- Carolina | ||
CAROLINA |
||||
GERONIMO |
Che cos'hai? Che cos'è? Cos'è accaduto? Alzati, e parla in piedi... | |||
CAROLINA |
Ah, no signore... | |||
GERONIMO |
Alzati ed ubbidisci al genitore. Io però ti prevengo in quello che vuoi dirmi. Tua sorella e tua zia t'hanno già detto che devi in un ritiro passar doman mattina: e tu te n' vieni tremante e sbigottita, quasi ci avessi da restar in vita. | |||
CAROLINA |
Io in un ritiro? Ah! mio signor... | |||
GERONIMO |
Tu devi far la mia volontà. | |||
CAROLINA |
Fuori di tempo è un ritiro per me. | |||
GERONIMO |
Soli due mesi ci starai, e non più... | |||
CAROLINA |
Deh! Padre mio. Altro è quel che mi affanna... | |||
GERONIMO |
Il mio interesse il vuole, e la mia pace... | |||
CAROLINA |
Ah! Permettete che ai vostri piè mi getti; e che implorando la pietade paterna... | |||
GERONIMO |
Orsù, mi secchi signora fraschettina. Nel ritiro anderai doman mattina. (parte) | Geronimo -> | ||
Scena dodicesima |
Carolina sola. |
|||
|
||||
(segue con strumenti) | ||||
[N. 16 - Recitativo accompagnato] | ||||
|
Come tacerlo poi, se in un ritiro ad entrar son costretta?... Misera!... In qual contrasto di pensieri mi trovo! Io son smarrita... cielo, deh, tu m'addita il consiglio miglior. Qualche speranza rendi al cor mio... Ma il core, oddio! mi dice: Carolina infelice, pietà di te non sente il ciel tiranno... Ah! Disperata io vo a morir d'affanno... | |||
(per partire disperatamente, s'incontra nel Conte che la trattiene) | <- Conte | |||
Scena tredicesima |
Il Conte e Carolina. |
|||
Recitativo | ||||
CONTE |
||||
CAROLINA |
Ah, potessi parlar! | |||
CONTE |
Chi vi trattiene? | |||
CAROLINA |
Mi trattiene il decoro, e quella diffidenza che deggio aver nel caso mio importante d'uno che già mi si è scoperto amante. | |||
CONTE |
Diffidar d'un che v'ama! Oh, questo caso esser non può che quello di scoprirgli un rival. Ma udite, o cara: un uom di mondo io sono: s'egli è prima di me, ve lo perdono. D'esser tardi arrivato incolperò la sorte mia rubella. | |||
CAROLINA |
E dareste la mano a mia sorella? | |||
CONTE |
Questo poi no. | |||
CAROLINA |
Sposata pur l'avreste senza contraddizion, s'io più di lei, per un gioco del caso in quel momento, non vi fossi piaciuta? | |||
CONTE |
Sì, è ver: ma mi piaceste; ed il mio core or non vorria che voi. | |||
CAROLINA |
Ma però tutto quel che il cor vorrebbe non è sempre possibile. | |||
CONTE |
Ve l'accordo anche questo. | |||
CAROLINA |
Dunque se l'ottenermi impossibile fosse, ah! signor mio, perché coltivereste un tal desio? Perché se voi m'amate mi vorreste infelice, quando potreste invece rendermi voi, con una eroica azione, oggi la vita, e la consolazione? | |||
CONTE |
In orgasmo mi mette questo vostro parlar, che par d'incanto. Però non mi confondo. Sì, v'amo; e questo amor, se a voi ciò piace, d'ogni più bella azion sarà capace. | |||
CAROLINA |
Giuratemelo, Conte. | |||
(in questo Elisetta, Fidalma ed il signor Geronimo che osservano) | ||||
CONTE |
Io ve lo giuro sull'onor mio, su questa bella mano ch'io vo' baciar. Sentiamo ora l'arcano. | |||
Scena quattordicesima |
Fidalma, Elisetta, il signor Geronimo e detti. |
<- Fidalma, Elisetta, Geronimo | ||
ELISETTA |
||||
FIDALMA |
Còlti vi abbiam sul fatto. | |||
ELISETTA |
Vedete la sguaiata? | |||
FIDALMA |
Vedete la fraschetta? Tutti gli uomini alletta: e la mano si lascia baciar da ognun che amore a lei protesta. | |||
GERONIMO |
Ora da dubitar più non mi resta. | |||
CAROLINA |
Ma signor... | |||
GERONIMO |
Taci là. | |||
CONTE |
Ma non sapete... | |||
ELISETTA |
Tacete voi, che ben vi sta. | |||
FIDALMA |
Tacete. | |||
GERONIMO |
Domani nel ritiro. E voi, signore, o doman sposerete quella cui prometteste, o dell'affronto noi la vedrem se mi farò dar conto. | |||
CONTE |
Ma se... | |||
GERONIMO |
Non vi do ascolto. | |||
CAROLINA |
Ma io... | |||
ELISETTA |
Voi in un ritiro. | |||
FIDALMA |
In un ritiro. | |||
CAROLINA |
(Ah, ch'io pazza divento! Io già deliro!) | |||
[N. 17 – Quintetto] | ||||
|
||||
CONTE |
Quest'amabile ragazza... | |||
ELISETTA E FIDALMA |
È un'astuta, è una sguaiata. Siete parte interessata. | |||
ELISETTA, FIDALMA E GERONIMO |
Nel ritiro andar dovrà. | |||
CAROLINA |
Sol tre giorni alla partenza io vi chiedo per pietà. Palesar la mia innocenza qualche cosa vi potrà. | |||
FIDALMA |
No: il ritiro è destinato. | |||
ELISETTA |
No: il ritiro è preparato. | |||
GERONIMO |
No: il ritiro è pronto già. | |||
CAROLINA |
Ma voi siete tanto cani senz'amor né carità! (Io mi perdo, mi confondo, il cervel da me se n' va!) | |||
ELISETTA, FIDALMA E GERONIMO |
(Se cadesse ancora il mondo deve andarci, e ci anderà.) | |||
CONTE |
(Io divengo furibondo s'anche un poco resto qua.) | |||
(Carolina, il Conte ed il signor Geronimo partono per diverse parti) | Carolina, Conte, Geronimo -> | |||
Scena quindicesima |
Elisetta, e Fidalma. |
|||
Recitativo | ||||
ELISETTA |
||||
FIDALMA |
Ed io credo benissimo che sia una civettina: o che piuttosto una di quelle sia che s'innamoran sol per debolezza di ciascun che le guarda o le accarezza. | |||
[N. 18 - Aria] | ||||
ELISETTA | ||||
(partono) | Elisetta, Fidalma -> | |||
Scena sedicesima |
Sala. Tavolino con quattro lumi accesi. |
Geronimo, Paolino | ||
Recitativo | ||||
GERONIMO |
||||
PAOLINO |
Io non parlo, signor. | |||
GERONIMO |
Bene. Eseguite. Io mi ritiro adesso. Andate pure. Stanco oggi son di tante seccature. (prende un lume ed entra nella sua stanza) | Geronimo -> | ||
Scena diciassettesima |
Paolino solo. |
|||
|
ad una pronta fuga forse ancor tarderà la sposa mia? Forse ancor potria, in queste circostanze, lusingarsi e sperar favore o aiuto? Da chi? Come? In qual modo?... Io son perduto! No, si risolverà. Per affrettarmela, vado nella sua stanza. Non v'è più tempo: non v'è più speranza. (prende un altro lume ed entra nella stanza di Carolina) | Paolino -> | ||
Scena diciottesima |
Il Conte, poi Elisetta. |
<- Conte | ||
[N. 19 - Duetto] | ||||
CONTE |
||||
<- Elisetta | ||||
ELISETTA |
(Ritirato io lo credeva e lo trovo or qui vagante un sospetto stravagante mi fa nascere nel sen.) | |||
CONTE |
(A trovarla me ne andrei se credessi di far ben.) | |||
ELISETTA |
Signor Conte, serva a lei; che vuol dir che qui la trovo? | |||
CONTE |
Vuol dir questo, ch'io mi movo. | |||
ELISETTA |
Che stia solo non convien. | |||
CONTE |
Grazie, grazie, mia signora: vada pur, ch'io vado ancora. Tempo è già di riposar. | |||
(si prendono un lume per cadauno) | ||||
ELISETTA |
Buona notte al signor Conte. | |||
CONTE |
Dorma bene. Madamina. | |||
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Si ritirano nelle proprie stanze, resta la scena oscura. | Conte, Elisetta -> | |||
Scena ultima |
Paolino e Carolina dalla sua stanza, indi Elisetta, poi Fidalma, poi il signor Geronimo ed infine il Conte, tutti dalle rispettive loro stanze. |
<- Paolino, Carolina | ||
[N. 20 - Finale II] | ||||
PAOLINO |
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CAROLINA |
Stendimi pur la mano che mi vacilla il piè. | |||
CAROLINA E PAOLINO |
Oh, che momento è questo d'affanno e di timore! Ma qui dobbiam far core, ch'altro per noi non c'è. (s'avviano per partire) | |||
PAOLINO |
Zitto... Mi par sentire... Sì, sento un uscio aprir. | |||
CAROLINA E PAOLINO |
Potrebbe alcun venire: si tardi un po' a partir. (rientrano nella stanza) | Carolina, Paolino -> | ||
ELISETTA |
(con lume) Sotto voce qua vicino certo intesi a favellar. Una porta pian pianino ho sentito poi serrar... Ho sospetto... Vo' scoprire. (va ad ascoltare alla porta di Carolina) A parlar pian pian si sente... vi sta il Conte certamente... io li voglio svergognar. (va a battere alla porta di Fidalma) Sortite, sortite. Venite qui in fretta! | <- Elisetta | ||
FIDALMA |
(di dentro) Chi batte? Chi chiama? | |||
ELISETTA |
Son io, Elisetta... (va a battere alla porta del signor Geronimo) Aprite, deh, aprite, sortite signore! | |||
GERONIMO |
(di dentro) Chi picchia sì forte? Chi fa tal rumore? | |||
ELISETTA |
Venite qua fuori: si tratta d'onor. | |||
(sortono Fidalma ed il signor Geronimo con lume in mano) | <- Fidalma, Geronimo | |||
FIDALMA |
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GERONIMO |
Che cosa è mai nato? | |||
FIDALMA |
Io sono tremante. | |||
GERONIMO |
Io son sconcertato. | |||
ELISETTA |
Il Conte sta chiuso con mia sorellina. Si faccia rovina di quel traditor. | |||
ELISETTA, FIDALMA E GERONIMO |
(gridando alla porta di Carolina) Conte perfido, malnato! Conte indegno, scellerato... fuori, fuori vi vogliamo, che scoperto siete già. | |||
(esce il Conte dalla sua stanza) | <- Conte | |||
CONTE |
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ELISETTA, FIDALMA E GERONIMO |
Quale sbaglio! Qual errore! Perdonate, mio signore; qui un equivoco ci sta. | |||
CONTE |
Ubriachi voi sarete. | |||
FIDALMA E GERONIMO |
(indicando Elisetta) Io no certo: sarà lei. | |||
ELISETTA |
No signor: lo giurerei: qualcun altro vi sarà. | |||
FIDALMA, GERONIMO E CONTE |
Stando in piedi questa sogna. Qua confonderla bisogna. | |||
GERONIMO |
Carolina, fuori, fuori... Anche questa si vedrà. | |||
All'uscio di Carolina, la quale sorte con Paolino, e vanno ad inginocchiarsi ai piedi del signor Geronimo. | <- Carolina, Paolino | |||
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GERONIMO |
Cosa s'intende? | |||
FIDALMA |
Cosa vuol dire? | |||
CAROLINA E PAOLINO |
Vi supplichiamo di compatire, che d'amor presi... Son già due mesi... il matrimonio fra noi seguì. | |||
FIDALMA E GERONIMO |
Il matrimonio! | |||
CAROLINA E PAOLINO |
Signori sì. | |||
GERONIMO |
Ah, disgraziati! Qual tradimento! Andate, o tristi: pietà non sento. Più non son padre: vi son nemico. Io vi discaccio, vi maledico, raminghi andate lontan da me. | |||
CAROLINA E PAOLINO |
Pietà, perdono. Colpa è d'amore. | |||
FIDALMA |
Pietà non s'abbia d'un traditore. | |||
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CONTE |
Ascoltate un uom di mondo, qui il gridar non fa alcun frutto: ma prudenza vuol che tutto anzi s'abbia d'aggiustar. Il mio amor per Carolina m'interessa a suo favore. Perdonate a lor di core. Ch'io Elisetta vo a sposar. | |||
ELISETTA |
M'interesso anch'io signore, deh! Lasciatevi placar. | |||
GERONIMO |
Voi che dite? | |||
FIDALMA |
Voi che fate? | |||
ELISETTA, CAROLINA, CONTE E PAOLINO |
(tutti inginocchiati) Perdonate, perdonate. | |||
FIDALMA |
Già che il caso è disperato, ci dobbiamo contentar. | |||
GERONIMO |
Bricconacci! Furfantacci!... Son offeso, son sdegnato... ma... vi voglio perdonar. | |||
ELISETTA, CAROLINA, CONTE E PAOLINO |
Che trasporto d'allegrezza! Che contento! Che dolcezza! Io mi sento giubilar! | |||
TUTTI | ||||
Gabinetto.
Per fare ch'Elisetta mi ricusi
Appartamenti.
Potea parlar quell'anima incivile
In un ritiro? E perché in un ritiro
[N. 16 - Recitativo accompagnato]
Come tacerlo poi, se in un ritiro
Sala; tavolino con quattro lumi accesi.
(resta la scena oscura)