Questo melodramma è tratto dalla celebre tragedia di Federico Schiller I masnadieri, il primo drammatico lavoro uscito da quel divino intelletto avanti che l'età matura e lo studio dell'uomo ne temperassero la troppo ardente immaginazione. I duri contrasti di cui fu travagliata la prima gioventù del poeta ed un'anima naturalmente inclinata al dolore gli inspirarono questo dramma terribile, il quale, com'è noto, sedusse le calde fantasie di molti giovani a cacciarsi per le foreste nell'intento sognato di migliorare i costumi coi misfatti e col sangue. Ma se questa spaventosa pittura della società manca in parte di vero e di quella sapiente cognizione del cuore che ammiriamo nella Stuarda, nel Tell e nel Wallenstein, presenta a riscontro un interesse così vivo e crescente, ed uno svolgersi di affetti e di avvenimenti così vario ed efficace, che non saprei qual altro lavoro di penna potesse offerire situazioni più accomodate alla musica.
E a queste situazioni, a questa forza d'affetti deve principalmente mirare chi si mette all'ardua prova di scrivere per quest'arte, sia che o la storia o l'invenzione gliene dia l'argomento; giacché, confinato il poeta in brevissimo spazio, non può dare al pensiero le proporzioni e il discorso psicologico voluti dal dramma, ma lavorare a gran tratti, e presentare al maestro poco più che uno scheletro che aspetti dalle note, anziché dalle parole, le forme, il calore, la vita.
Insomma egli deve ridurre un vasto concetto in picciola dimensione senza mutarne l'originale fisionomia, come una lente concava che impicciolisce gli oggetti e ne conserva tuttavia la sembianza. Il melodramma pertanto non può essere che il germe di quella creazione poetica che riceve dal pensiero musicale la sua piena maturità.
Le quali cose io mi sono proposto nel circoscrivere in pochi versi l'ampia tragedia dei Masnadieri, senza sperare, né pretendere alla mia fatica lo specioso titolo di letteraria. Che se lo scarso mio ingegno non avesse pur resa una larva di tante sovrane bellezze, vagliano a perdonarmi la colpa il lungo studio e il grande amore ch'io posi nel far italiane le drammatiche inspirazioni di questo sommo alemanno.
Andrea Maffei