Atto secondo

 

Scena prima

Piccola sala come nell'atto primo.
Elvira, Zulma, Haly e coro di Eunuchi.

 Q 

Elvira, Zulma, Haly, eunuchi

 
[Introduzione]

 N 

CORO

Uno stupido, uno stolto  

diventato è Mustafà.

Questa volta amor l'ha colto;

gliel'ha fatta come va.

ZULMA

L'italiana è franca e scaltra.

ELVIRA E HALY

La sa lunga più d'ogni altra.

ELVIRA, ZULMA E HALY

Quel suo far sì disinvolto

gabba i cucchi ed ei no 'l sa.

CORO

Questa volta amor l'ha colto;

gliel'ha fatta come va.

 
Recitativo

ELVIRA

Haly, che te ne par? Avresti mai  

in Mustafà creduto

un sì gran cambiamento, e sì improvviso?

HALY

Mi fa stupore e insiem mi muove a riso.

ZULMA

Forse è un bene per voi. Sua moglie intanto

voi siete ancor. Chi sa che dalla bella

dileggiato e schernito

egli alfin non diventi un buon marito?

HALY

Ei vien... Flemma... Per ora

secondate, o signora, i suoi capricci.

La bontà vostra, il tempo o la ragione

forse la benda gli trarran dal ciglio.

ZULMA

Tu parli ben.

ELVIRA

Mi piace il tuo consiglio.

 

Scena seconda

Mustafà e detti.

<- Mustafà

 

MUSTAFÀ

Amiche, andate a dir all'italiana  

che io sarò tra mezz'ora

a ber seco il caffè! Se mi riceve

a quattr'occhi, buon segno... il colpo è fatto.

Allor... Vedrete allor come io la tratto.

ZULMA

Vi servirem.

ELVIRA

Farò per compiacervi

tutto quel che io potrò.

ZULMA

Ma non crediate

così facil l'impresa. È finta...

ELVIRA

È scaltra

più assai che non credete.

MUSTAFÀ

Ed io sono un baggian? sciocche che siete.

Dallo schiavo italian, che mi ha promesso

di servir le mie brame, ho già scoperto

l'umor di lei. Le brutte

non farien nulla, e prima d'avvilirsi

certo son io che si faria scannare.

L'ambizion mi pare

che possa tutto in lei. Per questa via

la piglierò. Quel goffo di suo zio

trar saprò dalle mie. Vedrete in somma

quel che io so far. Haly, vien meco, e voi

recate l'ambasciata. Ah se riesce

quello che già pensai,

la vogliam veder bella.

HALY

E bella assai.

(via tutti)

Mustafà, Haly, Elvira, Zulma, eunuchi ->

 

Scena terza

Isabella e Lindoro.

<- Isabella, Lindoro

 

ISABELLA

Qual disdetta è la mia! Onor e patria  

e fin me stessa oblio; su questo lido

trovo Lindoro, e lo ritrovo infido!

 

LINDORO
(a Isabella che va per partire)

Pur ti riveggo... Ah no, t'arresta.

Adorata Isabella, in che peccai,

che mi fuggi così?

ISABELLA

Lo chiedi ancora?

Tu che sposo ad Elvira?...

LINDORO

Io! di condurla,

non di sposarla, ho detto, e sol m'indussi

per desio d'abbracciarti.

ISABELLA

E creder posso?

LINDORO

M'incenerisca un fulmine, se mai

pensai tradir la nostra fede.

ISABELLA
(pensosa)

Hai core?

T'è caro l'amor mio, l'onor ti preme.

LINDORO

Che far degg'io?

ISABELLA

Fuggir dobbiamo insieme.

Quell'istesso vascel... Qualche raggiro

qui bisogna intrecciar. Sai che una donna

non v'ha di me più intraprendente e ardita.

LINDORO

Cara Isabella, ah tu mi torni in vita.

ISABELLA

T'attendo nel boschetto. Inosservati

concerteremo i nostri passi insieme.

Separiamci per or.

LINDORO

Verrò, mia speme.

 
(Isabella parte)

Isabella ->

 
[Cavatina]

 N 

Oh come il cor di giubilo  

esulta in questo istante!

Trovar l'irata amante,

placar sua crudeltà.

Son questi, amor, tuoi doni,

son questi tuoi diletti.

Ah tu sostien gli affetti

di mia felicità.

(parte)

Lindoro ->

 

Scena quarta

Mustafà, indi Taddeo, poi Haly con due Mori, i quali portano un turbante, un abito turco, una sciabola; e coro di Eunuchi.

<- Mustafà

 
Recitativo

MUSTAFÀ

Ah se da solo a sola  

m'accoglie l'italiana... Il mio puntiglio

con questa signorina

è tale, che io ne sembro innamorato.

 

<- Taddeo

TADDEO

Ah! signor Mustafà.  

MUSTAFÀ

Che cosa è stato?

TADDEO

Abbiate compassion d'un innocente.

Io non v'ho fatto niente...

MUSTAFÀ

Ma spiegati... cos'hai?

TADDEO

Mi corre dietro

quell'amico del palo.

MUSTAFÀ

Ah ah!... capisco.

E questa è la cagion del tuo spavento?

TADDEO

Forse il palo in Algeri è un complimento?

Eccolo... Ohimè...

MUSTAFÀ

Non dubitar. Ei viene

d'ordine mio per onorarti. Io voglio

mostrar quanto a me cara è tua nipote.

Perciò t'ho nominato

mio gran kaimakan.

TADDEO

Grazie, obbligato.

 
[Coro]

 N 

(Haly mette l'abito turco a Taddeo, poi il turbante: indi Mustafà gli cinge la sciabola. Intanto i turchi, con gran riverenza ed inchini, cantano:)

<- Haly, due mori

CORO

Viva il grande kaimakan,  

protettor dei mussulman.

Colla forza dei leoni,

coll'astuzia dei serpenti,

generoso il ciel ti doni

faccia franca e buoni denti.

Protettor del mussulman,

viva il grande kaimakan.

 
Recitativo

TADDEO

Kaimakan! Io non capisco niente.  

MUSTAFÀ

Vuol dire luogotenente.

TADDEO

E per i meriti

della nostra nipote a questo impiego

la vostra signoria m'ha destinato?

MUSTAFÀ

Appunto, amico mio.

TADDEO

Grazie, obbligato.

(O povero Taddeo.) Ma io... signore...

se debbo aprirvi il core,

son veramente un asino. V'accerto

che so leggere appena.

MUSTAFÀ

Ebben, che importa?

Mi piace tua nipote, e se saprai

mettermi in grazia a lei, non curo il resto.

TADDEO

(Messer Taddeo, che bell'impiego è questo?)

 
[Aria]

 N 

Ho un gran peso sulla testa,    

in quest'abito m'imbroglio;

se vi par la scusa onesta,

kaimakan esser non voglio,

e ringrazio il mio signore

dell'onore che mi fa.

(Egli sbuffa... Ohimè! che occhiate!)

Compatitemi... ascoltate...

(Spiritar costui mi fa.

Qua bisogna far un conto:

se ricuso... il palo è pronto.

E se accetto?... è mio dovere

di portargli il candeliere.

Ah Taddeo, che bivio è questo!

Ma quel palo?... che ho da far?)

Kaimakan, signore, io resto,

non vi voglio disgustar.

S

Sfondo schermo () ()

 

CORO

Viva il grande kaimakan,

protettor dei mussulman.

 

TADDEO

Quanti inchini! quanti onori!

Mille grazie, miei signori,

non vi state a incomodar.

Per far tutto quel che io posso,

signor mio, col basto indosso,

alla degna mia nipote

or mi vado a presentar.

(Ah Taddeo! quant'era meglio

che tu andassi in fondo al mar.)

(via)

Taddeo ->

 
 

Scena quinta

Appartamento magnifico a pian terreno con una loggia deliziosa in prospetto, che corrisponde al mare. A destra l'ingresso a varie stanze.
Isabella innanzi ad uno specchio grande portatile, che finisce d'abbigliarsi alla turca.
Elvira e Zulma, poi Mustafà, Taddeo e Lindoro.

Bozzetti

 Q 

Isabella, Elvira, Zulma, schiave

 
Recitativo

ZULMA

(Buon segno pe 'l bey.)  

ELVIRA

(Quando s'abbiglia,

la donna vuol piacer.)

ISABELLA

Dunque a momenti

il signor Mustafà mi favorisce

a prender il caffè? Quanto è grazioso

il signor Mustafà.

Ehi... schiavo... Chi è di là?

 

<- Lindoro

LINDORO

Che vuol, signora?  

ISABELLA

Asinaccio, due volte

ti fai chiamar?... Caffè.

LINDORO

Per quanti?

ISABELLA

Almen per tre.

ELVIRA

Se ho bene inteso

con voi da solo a sola

vuol prenderlo il bey.

ISABELLA

Da solo a sola?...

E sua moglie mi fa tali ambasciate?

ELVIRA

Signora...

ISABELLA

Andate... andate...

Arrossisco per voi.

ELVIRA

Ah se sapeste

che razza d'uomo è il mio!

LINDORO

Più di piacergli

si studia, e più disprezzo ei le dimostra.

ISABELLA

Finché fate così, la colpa è vostra.

ELVIRA

Ma che cosa ho da fare?

ISABELLA

Io, io v'insegnerò. Va in bocca al lupo

chi pecora si fa. Sono le mogli,

fra noi, quelle che formano i mariti.

Orsù: fate a mio modo. In questa stanza

ritiratevi.

ELVIRA

E poi?

ISABELLA

Vedrete come

a Mustafà farò drizzar la testa.

ZULMA

(Che spirito ha costei!)

ELVIRA

(Qual donna è questa!)

 

Elvira, Zulma ->

ISABELLA
(alle schiave)

Voi restate: (a momenti  

ei sarà qui) finiamo d'abbigliarci.

Ch'egli vegga... ah! se n' viene:

or tutta l'arte a me adoprar conviene.

(si mette ancora allo specchio, abbigliandosi, servita dalle schiave)
 
(Mustafà, Taddeo, Lindoro restano indietro, ma in situazione di veder tutto)

<- Mustafà, Taddeo

[Cavatina]

 N 

ISABELLA

Per lui che adoro,    

ch'è il mio tesoro,

più bella rendimi,

madre d'amor.

Tu sai se l'amo,

piacergli io bramo:

grazie, prestatemi

vezzi e splendor.

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

ISABELLA

(Guarda, guarda, aspetta, aspetta...

tu non sai chi sono ancor.)

MUSTAFÀ

(Cara... bella! Una donna

come lei non vidi ancor.)

TADDEO E LINDORO

(Furba!... ingrata! Una donna

come lei non vidi ancor.)

 

ISABELLA

Questo velo è troppo basso...

Quelle piume un po' girate...

Non così... voi m'inquietate...

meglio sola saprò far.

Bella quanto io bramerei

temo a lui di non sembrar.

(Turco caro, già ci sei,

un colpetto, e déi cascar.)

(Isabella parte, le schiave si ritirano)

Isabella, schiave ->

MUSTAFÀ, TADDEO E LINDORO

(Oh che donna è mai costei!

Faria ogn'uomo delirar.)

 

Scena sesta

Mustafà, Taddeo, Lindoro, poi Elvira.

 
Recitativo

MUSTAFÀ

Io non resisto più: quest'Isabella  

è un incanto: io non posso

star più senza di lei...

Andate... conducetela.

LINDORO

Vo tosto.

(Così le parlerò.)

(esce)

Lindoro ->

 

MUSTAFÀ
(a Taddeo)

Vanne tu pure...  

Fa' presto... va'... che fai!...

TADDEO

Ma adesso... or io

che sono kaimakan... vede...

MUSTAFÀ

Cercarla,

chiamarla e qui condurla è tuo dovere.

TADDEO

Isabella... Isabella... (Oh che mestiere!)

 

<- Lindoro

LINDORO

Signor, la mia padrona  

a momenti è con voi.

MUSTAFÀ

(Dimmi: scoperto

hai qualche cosa?)

LINDORO

(In confidenza... acceso

è il di lei cor: ma ci vuol flemma.)

MUSTAFÀ

(Ho inteso.)

Senti, kaimakan, quando io starnuto

levati tosto, e lasciami con lei.

TADDEO

Ah! (Taddeo de' Taddei, a qual cimento...

a qual passo sei giunto!)

MUSTAFÀ

Ma che fa questa bella?

LINDORO

Eccola appunto.

 
Entra Isabella.

<- Isabella

 
[Quintetto]

 N 

MUSTAFÀ

Ti presento di mia man  

ser Taddeo kaimakan.

Da ciò apprendi quanta stima

di te faccia Mustafà.

ISABELLA

Kaimakan? a me t'accosta.

Il tuo muso è fatto a posta.

Aggradisco, o mio signore

questo tratto di bontà.

TADDEO

Pe' tuoi meriti, nipote,

son salito a tanto onore.

Hai capito? Questo core

pensa adesso come sta.

LINDORO
(a Mustafà in disparte)

Osservate quel vestito,

parla chiaro a chi l'intende,

a piacervi adesso attende,

e lo dice a chi no 'l sa.

ISABELLA

Ah! mio caro.

MUSTAFÀ

Eccì.

TADDEO

(Ci siamo.)

ISABELLA E LINDORO

Viva.

TADDEO

(Crepa.)

MUSTAFÀ

Eccì...

TADDEO

(Fo il sordo.)

MUSTAFÀ

(Maledetto quel balordo:

non intende, e ancor qui sta.)

TADDEO

(Ch'ei starnuti finché scoppia:

non mi muovo via di qua.)

ISABELLA E LINDORO

(L'uno spera e l'altro freme.

Di due sciocchi uniti insieme

oh che rider si farà!)

 

ISABELLA

Ehi!... Caffè...

 
Due Mori portano il caffè.

<- due mori

due mori ->

 

LINDORO

Siete servita.

ISABELLA

(va a levar Elvira)

Mia signora, favorite.

È il marito che v'invita:

non vi fate sì pregar.

<- Elvira

MUSTAFÀ

(Cosa viene a far costei?)

ISABELLA

Colla sposa sia gentile...

MUSTAFÀ

(Bevo tosco... sputo bile.)

TADDEO

(Non starnuta certo adesso.)

LINDORO

(È ridicola la scena.)

MUSTAFÀ

(Io non so più simular.)

ISABELLA

Via guardatela...

MUSTAFÀ
(sottovoce ad Isabella)

(Briccona!)

ISABELLA

È sì cara!

MUSTAFÀ

(E mi canzona!)

ELVIRA

Un'occhiata...

MUSTAFÀ

Mi lasciate.

LINDORO

Or comanda?...

ISABELLA

Compiacenza...

ELVIRA

Sposo caro...

ISABELLA

Buon padrone...

ISABELLA E ELVIRA

Ci dovete consolar.

Insieme

LINDORO E TADDEO

La dovete consolar.

 

MUSTAFÀ

Andate alla malora.

Non sono un babbuino...

Ho inteso, mia signora,

la noto a taccuino.

Tu pur mi prendi a gioco,

me la farò pagar.

Ho nelle vene un foco,

più non mi so frenar.

ISABELLA E ELVIRA

Sento un fremito, un foco, un dispetto...

Agitata, confusa, fremente

il mio core, la testa, la mente

delirando, perdendo si va.

In sì fiero contrasto e periglio

chi consiglio, conforto mi dà?

Insieme

LINDORO, TADDEO E MUSTAFÀ

Sento un fremito, un foco, un dispetto...

Agitato, confuso, fremente

il mio core, la testa, la mente

delirando, perdendo si va.

In sì fiero contrasto e periglio

chi consiglio, conforto mi dà?

 
 

Scena settima

Piccola sala, come alla scena prima dell'atto secondo.
Haly solo.

 Q 

Haly

 
Recitativo

HALY

Con tutta la sua boria  

questa volta il bey perde la testa.

Ci ho gusto. Tanta smania

avea d'una italiana... Ci vuol altro

colle donne allevate in quel paese,

ma va ben ch'egli impari a proprie spese.

 
[Aria]

 N 

Le femmine d'Italia  

son disinvolte e scaltre,

e sanno più dell'altre

l'arte di farsi amar.

Nella galanteria

l'ingegno ha raffinato:

e suol restar gabbato

chi le vorria gabbar.

(via)

Haly ->

 

Scena ottava

Taddeo e Lindoro.

<- Taddeo, Lindoro

 
Recitativo

TADDEO

E tu speri di togliere Isabella  

dalle man del bey?

LINDORO

Questa è la trama,

ch'ella vi prega e brama

che abbiate a secondar.

TADDEO

Non vuoi?... Per bacco!

Già saprai chi son io.

LINDORO

Non siete il signor zio?

TADDEO

Ah! ah! ti pare?

LINDORO

Come?... come?...

TADDEO

Tu sai quel che più importa,

e ignori il men? D'aver un qualche amante

non t'ha mai confidato la signora?

LINDORO

So che un amante adora: è per lui solo

ch'ella...

TADDEO

Ebben. Son quell'io.

LINDORO

Me ne consolo.

(Ah, ah.)

TADDEO

Ti giuro, amico,

che in questo brutto intrico altro conforto

io non ho che il suo amor. Prima d'adesso

non era, te 'l confesso,

di lei troppo contento. Avea sospetto

che d'un certo Lindoro

suo primo amante innamorata ancora

volesse la signora

farsi gioco di me. Ma adesso ho visto

che non v'ha cicisbeo

che la possa staccar dal suo Taddeo.

LINDORO

Viva, viva (ah, ah!) ma zitto: appunto

vien Mustafà. Coraggio,

secondate con arte il mio parlare.

Vi dirò poi quello che avete a fare.

 

Scena nona

Mustafà e detti.

<- Mustafà

 

MUSTAFÀ

Orsù: la tua nipote con chi crede  

d'aver che far? Preso m'avria costei

per un de' suoi babbei?

LINDORO

Ma perdonate.

Ella a tutto è disposta.

TADDEO

E vi lagnate?

MUSTAFÀ

Dici davver?

LINDORO

Sentite. In confidenza

ella mi manda a dirvi

che spasima d'amor.

MUSTAFÀ

D'amor?

TADDEO

E quanto!

LINDORO

Che si crede altrettanto

corrisposta...

MUSTAFÀ

Oh, sì, sì.

LINDORO

Ma dove andate!

MUSTAFÀ

Da lei.

TADDEO

No, no: aspettate.

LINDORO

Sentite ancora.

MUSTAFÀ

Ebben?

LINDORO

M'ha detto infine

che a rendervi di lei sempre più degno,

ella ha fatto il disegno,

con gran solennità fra canti e suoni,

e al tremolar dell'amorose faci,

di volervi crear suo pappataci.

 
[Terzetto]

 N 

MUSTAFÀ

Pappataci! che mai sento!    

La ringrazio. Son contento.

Ma di grazia, pappataci

che vuol poi significar?

S

LINDORO

A color che mai non sanno

disgustarsi col bel sesso,

in Italia vien concesso

questo titol singolar.

TADDEO

Voi mi deste un nobil posto.

Or ne siete corrisposto.

Kaimakan e pappataci

siamo là: che ve ne par?

MUSTAFÀ

L'italiane son cortesi,

nate son per farsi amar.

LINDORO E TADDEO

(Se mai torno a' miei paesi

anche questa è da contar.)

MUSTAFÀ

Pappataci...

LINDORO

È un bell'impiego.

TADDEO

Assai facil da imparar.

MUSTAFÀ

Ma spiegatemi, vi prego:

pappataci, che ha da far?

LINDORO E TADDEO

Fra gli amori e le bellezze,

fra gli scherzi e le carezze

dée dormir, mangiare e bere,

ber, dormir, e poi mangiar.

MUSTAFÀ

Bella vita!... oh che piacere!

Io di più non so bramar.

 
(via tutti)

Mustafà, Lindoro, Taddeo ->

 

Scena decima

Haly e Zulma.

<- Haly, Zulma

 
Recitativo

HALY

E può la tua padrona  

credere all'italiana?

ZULMA

E che vuoi fare?

Da tutto quel che pare, ella non cura

gli amori del bey; anzi s'impegna

di regolarne le sue pazze voglie

sì che torni ad amar la propria moglie.

Che vuoi di più?

HALY

Sarà. Ma a quale oggetto

donar tante bottiglie di liquori

agli eunuchi ed ai mori?

ZULMA

Per un giuoco,

anzi, per una festa

che dar vuole al bey.

HALY

Ah ah! scommetto

che costei gliela fa.

ZULMA

Suo danno. Ho gusto;

lascia pur che il babbeo faccia a suo modo.

HALY

Per me... vedo, non parlo e me la godo.

Sfondo schermo ()

(via)

Haly, Zulma ->

 
 

Scena undicesima

Appartamento magnifico come alla scena quinta.
Taddeo, Lindoro, indi Isabella e un coro di Schiavi italiani.

 Q 

Taddeo, Lindoro

 

TADDEO

Tutti i nostri italiani  

ottener dal bey spera Isabella?

LINDORO

E gli ottiene senz'altro.

TADDEO

Ah saria bella!

Ma con qual mezzo termine?

LINDORO

Per fare

la cerimonia.

TADDEO

Ih... ih... ih...

LINDORO

Di loro

altri saran vestiti

da pappataci, ed altri

qui a suo tempo verran sopra il vascello.

TADDEO

Ih... ih. gioco più bello

non si può dar. Ma eccola... Per bacco!

seco ha gli schiavi ancor.

LINDORO

N'ero sicuro.

TADDEO

Quanto è brava costei!

LINDORO

Con due parole

agli sciocchi fa far quello che vuole.

 

<- Isabella, schiavi italiani

[Coro, Recitativo e Rondò]

 N 

CORO

Pronti abbiamo e ferri e mani  

per fuggir con voi di qua.

Quanto vaglian gl'Italiani

al cimento si vedrà.

 

ISABELLA

Amici, in ogni evento  

m'affido a voi. Ma già fra poco io spero,

senza rischio e contesa,

di trarre a fin la meditata impresa.

Perché ridi, Taddeo? Può darsi ancora

ch'io mi rida di te.

(a Lindoro)

Tu impallidisci,

schiavo gentil? ah! se pietà ti desta

il mio periglio, il mio tenero amore,

se parlano al tuo core

patria, dovere, onor, dagli altri apprendi

a mostrarti Italiano; e alle vicende

della volubil sorte

una donna t'insegni ad esser forte.

Brano musicale ()

 

 

Pensa alla patria, e intrepido    

il tuo dover adempi:

vedi per tutta Italia

rinascere gli esempi

d'ardire e di valor.

(a Taddeo)

Sciocco! tu ridi ancora?

Vanne, mi fai dispetto.

(a Lindoro)

Caro, ti parli in petto

amor, dovere, onor.

Amici in ogni evento...

S

CORO

Andiam. Di noi ti fida.

ISABELLA

Vicino è già il momento...

CORO

Dove a te par ci guida.

ISABELLA

Se poi va male il gioco...

CORO

L'ardir trionferà.

ISABELLA

Qual piacer! Fra pochi istanti

rivedrem le patrie arene.

(Nel periglio del mio bene

coraggiosa amor mi fa.)

CORO

Quanto vaglian gl'Italiani

al cimento si vedrà.

(via)

Isabella, Lindoro, schiavi italiani ->

 

Scena dodicesima

Taddeo, indi Mustafà.

 
Recitativo

TADDEO

Che bel core ha costei! Chi avria mai detto  

che un sì tenero affetto

portasse al suo Taddeo!... Far una trama,

corbellar un Bey, arrischiar tutto

per esser mia...

 

<- Mustafà

MUSTAFÀ

Kaimakan...  

TADDEO

Signore.

MUSTAFÀ

Tua nipote dov'è?

TADDEO

Sta preparando

quello ch'è necessario

per far le cerimonie. Ecco il suo schiavo,

che qui appunto ritorna, e ha seco il coro

de' pappataci.

MUSTAFÀ

E d'onorarmi adunque

la bella ha tanta fretta?

TADDEO

È l'amor che la sprona.

MUSTAFÀ

Oh! benedetta.

 

Scena tredicesima

Lindoro con un coro di Pappataci, e detti.

<- Lindoro, pappataci

 
[Finale II]

 N 

LINDORO

Dei pappataci s'avanza il coro:    

la cerimonia con gran decoro

adesso è tempo di cominciar.

S

CORO

I corni suonino, che favoriti

son più dei timpani nei nostri riti,

e intorno facciano l'aria echeggiar.

TADDEO

Le guance tumide, le pance piene

fanno conoscere che vivon bene.

LINDORO E TADDEO

(Ih... ih... dal ridere sto per schiattar.)

MUSTAFÀ

Fratei carissimi, tra voi son lieto.

Se d'entrar merito nel vostro ceto

sarà una grazia particolar.

CORO

Cerca i suoi comodi chi ha sale in zucca.

Getta il turbante, metti parrucca,

leva quest'abito, che fa sudar.

(levano il turbante e l'abito a Mustafà e gli mettono in testa una parrucca e l'abito di pappataci)

MUSTAFÀ

Questa è una grazia particolar.

LINDORO E TADDEO

(Ih... ih... dal ridere sto per schiattar.)

 

Scena quattordicesima

Isabella e detti.

<- Isabella

 

ISABELLA

Non sei tu che il grado eletto  

brami aver di pappataci?

Delle belle il prediletto

questo grado ti farà.

Ma bisogna che tu giuri

d'eseguirne ogni dovere.

MUSTAFÀ

Io farò con gran piacere

tutto quel che si vorrà.

CORO

Bravo, ben: così si fa.

LINDORO

Siate tutti attenti e cheti

a sì gran solennità.

 

LINDORO

(a Taddeo, dandogli un foglio da leggere)

A te: leggi.

(a Mustafà)

E tu ripeti

tutto quel ch'ei ti dirà.

(Taddeo legge e Mustafà ripete tutto verso per verso)

TADDEO

«Di veder e non veder,

di sentir e non sentir,

per mangiare e per goder

di lasciare e fare e dir

io qui giuro e poi scongiuro

pappataci Mustafà.»

CORO

Bravo, ben: così si fa.

TADDEO
(come sopra)

«Giuro inoltre all'occasion

di portar torcia e lampion,

e se manco al giuramento

più non abbia un pel sul mento.

Tanto giuro e poi scongiuro

pappataci Mustafà.»

CORO

Bravo, ben: così si fa.

LINDORO

Qua la mensa.

(si porta un tavolino con vivande e bottiglie)

ISABELLA

Ad essa siedano

kaimakan e pappataci.

CORO

Lascia pur che gli altri facciano:

tu qui mangia, bevi e taci.

Questo è il rito primo e massimo

della nostra società.

(il coro parte)

pappataci ->

 

TADDEO E MUSTAFÀ

Buona cosa è questa qua.  

ISABELLA

Or si provi il candidato.

Caro...

LINDORO

Cara...

MUSTAFÀ

Ehi!... Che cos'è?

TADDEO

Tu non fai quel che hai giurato?

Io t'insegno. Bada a me.

ISABELLA

Vieni, o caro.

Insieme

LINDORO

Vieni, o cara.

 

TADDEO

Pappataci.

(mangia di gusto senza osservar gli altri)

ISABELLA E LINDORO

Io t'adoro.

TADDEO

Mangia e taci.

MUSTAFÀ

Basta, basta. Ora ho capito.

Saper far meglio di te.

TADDEO E LINDORO

(Che babbeo! Che scimunito!

Me la godo per mia fé.)

ISABELLA

Così un vero pappataci

tu sarai da capo a piè.

 

Scena quindicesima

Comparisce un vascello, che s'accosta alla loggia con Marinari e Schiavi europei, che cantano il coro.

<- marinari e schiavi europei

 

CORO

Son l'aure seconde, ~ tranquille son l'onde.  

Su presto salpiamo: non stiamo a tardar.

 

LINDORO

Andiam, mio tesoro.

ISABELLA

Son teco, Lindoro.

ISABELLA E LINDORO

C'invitano adesso la patria e l'amor.

 

TADDEO

Lindoro!... che sento!... Quest'è un tradimento.

Gabbati e burlati noi siamo, o signor.

 

MUSTAFÀ

Io son pappataci.

TADDEO

Ma quei...

MUSTAFÀ

Mangia e taci.

TADDEO

Ma voi...

MUSTAFÀ

Lascia fare.

TADDEO

Ma io...

MUSTAFÀ

Lascia dir.

TADDEO

Ohimè! che ho da fare? restare o partir?

V'è il palo, se resto: se parto il lampione.

Lindoro, Isabella: son qua colle buone,

a tutto m'adatto, non so più che dir.

ISABELLA E LINDORO

Fa' presto, se brami con noi di venir.

 

Scena ultima

Elvira, Zulma, Haly, Mustafà e coro d'Eunuchi.

<- Elvira, Zulma, Haly, eunuchi

 

ZULMA E HALY

Mio signore.  

ELVIRA

Mio marito.

ZULMA, ELVIRA E HALY

Cosa fate?

MUSTAFÀ

Pappataci!

ZULMA, ELVIRA E HALY

Non vedete?

MUSTAFÀ

Mangia e taci.

Di veder e non veder,

di sentir e non sentir,

io qui giuro e poi scongiuro

pappataci Mustafà.

ZULMA, ELVIRA E HALY

Egli è matto.

ISABELLA, LINDORO E TADDEO

Il colpo è fatto.

TUTTI
(eccetto Mustafà)

L'italiana se ne va.

MUSTAFÀ

Come... come... ah, traditori!

Presto, turchi... eunuchi... mori.

ZULMA, ELVIRA E HALY

Son briachi tutti quanti.

MUSTAFÀ

Questo scorno a Mustafà?

CORO

Chi avrà cor di farsi avanti

trucidato qui cadrà.

MUSTAFÀ

Sposa mia: non più italiane.

Torno a te. Deh! mi perdona...

ZULMA, ELVIRA E HALY

Amorosa, docil, buona

vostra moglie ognor sarà.

TUTTI COL CORO
(sulla nave)

Andiamo... padroni... Stien bene.  

Possiamo contenti lasciar queste arene.

Timor né periglio per noi più non v'ha.

La bella italiana venuta in Algeri

insegna agli amanti gelosi ed alteri,

che a tutti, se vuole, la donna la fa.

Insieme

TUTTI COL CORO
(sulla riva)

Buon viaggio. Stien bene.

Potete contenti lasciar queste arene.

Timor né periglio per voi più non v'ha.

La bella italiana venuta in Algeri

insegna agli amanti gelosi ed alteri,

che a tutti, se vuole, la donna la fa.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

Piccola sala come nell'atto primo.

Elvira, Zulma, Haly, eunuchi
 

[Introduzione]

Coro di eunuchi, Zulma Elvira e Haly
Uno stupido, uno stolto

Haly, che te ne par?

Elvira, Zulma, Haly, eunuchi
<- Mustafà

Amiche, andate a dir all'italiana

Mustafà, Haly, Elvira, Zulma, eunuchi ->
<- Isabella, Lindoro

Qual disdetta è la mia!

Lindoro
Isabella ->

[Cavatina]

Lindoro ->
<- Mustafà

Ah se da solo a sola

Mustafà
<- Taddeo

Ah! signor Mustafà

[Coro]

Mustafà, Taddeo
<- Haly, due mori

(Haly mette l'abito turco a Taddeo, poi il turbante: indi Mustafà gli cinge la sciabola)

Kaimakan! Io non capisco niente

[Aria]

Mustafà, Haly, due mori
Taddeo ->

Appartamento magnifico a pian terreno con una loggia deliziosa in prospetto, che corrisponde al mare; a destra l'ingresso a varie stanze.

Isabella, Elvira, Zulma, schiave
 

(Isabella innanzi ad uno specchio portatile, che finisce d'abbigliarsi alla turca)

Buon segno pe 'l bey

Isabella, Elvira, Zulma, schiave
<- Lindoro

Che vuol, signora?

Isabella, schiave, Lindoro
Elvira, Zulma ->

Voi restate: a momenti ei sarà qui

Isabella, schiave, Lindoro
<- Mustafà, Taddeo

(Mustafà, Taddeo, Lindoro restano indietro, ma in situazione di veder tutto)

[Cavatina]

Isabella, poi Mustafà, Taddeo e Lindoro
Per lui che adoro
Lindoro, Mustafà, Taddeo
Isabella, schiave ->
 

Io non resisto più: quest'Isabella

Mustafà, Taddeo
Lindoro ->

Vanne tu pure

Mustafà, Taddeo
<- Lindoro

Signor, la mia padrona

Mustafà, Taddeo, Lindoro
<- Isabella

[Quintetto]

Mustafà, Isabella, Taddeo e Lindoro, poi Elvira
Ti presento di mia man
Mustafà, Taddeo, Lindoro, Isabella
<- due mori
Mustafà, Taddeo, Lindoro, Isabella
due mori ->
 
Mustafà, Taddeo, Lindoro, Isabella
<- Elvira
 

Piccola sala, come alla scena prima dell'atto secondo.

Haly
 

Con tutta la sua boria

[Aria]

Haly ->
<- Taddeo, Lindoro

E tu speri di togliere Isabella

Taddeo, Lindoro
<- Mustafà

Orsù: la tua nipote con chi crede

[Terzetto]

Mustafà, Lindoro e Taddeo
Pappataci! che mai sento!
Mustafà, Lindoro, Taddeo ->
<- Haly, Zulma

E può la tua padrona

Haly, Zulma ->

Appartamento magnifico come alla scena quinta.

Taddeo, Lindoro
 

Tutti i nostri italiani

Taddeo, Lindoro
<- Isabella, schiavi italiani

[Coro, Recitativo e Rondò]

Coro di schiavi italiani
Pronti abbiamo e ferri e mani

Amici, in ogni evento

Taddeo
Isabella, Lindoro, schiavi italiani ->

Che bel core ha costei!

Taddeo
<- Mustafà

Kaimakan / Signore

Taddeo, Mustafà
<- Lindoro, pappataci

[Finale II]

Taddeo, Mustafà, Lindoro, pappataci
<- Isabella
Taddeo, Mustafà, Lindoro, Isabella
pappataci ->

(comparisce un vascello, che s'accosta alla loggia)

Taddeo, Mustafà, Lindoro, Isabella
<- marinari e schiavi europei
Taddeo, Mustafà, Lindoro, Isabella, marinari e schiavi europei
<- Elvira, Zulma, Haly, eunuchi
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena ultima
Piccola sala comune agli appartamenti del Bey e a quelli di sua Moglie; un sofà nel mezzo. Spiaggia di mare; in qualche distanza un vascello rotto ad uno scoglio e disalberato dalla burrasca, che... Piccola sala, come alla scena prima. Sala magnifica; a destra, un sofà pel bey; in prospetto, una ringhiera praticabile. Piccola sala come nell'atto primo. Appartamento magnifico a pian terreno con una loggia deliziosa in prospetto, che corrisponde... Piccola sala, come alla scena prima dell'atto secondo. Appartamento magnifico come alla scena quinta.
[Introduzione] [Cavatina] [Duetto] [Coro e Cavatina] [Duetto] [Aria] [Finale I] [Introduzione] [Cavatina] [Coro] [Aria] [Cavatina] [Quintetto] [Aria] [Terzetto] [Coro, Recitativo e Rondò] [Finale II]
Atto primo

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