Idomeneo re di Creta, uno de' più insigni eroi, che diedero a Troia famosa l'ultimo sterminio, ritornando fastoso per mare al regno suo, fu non lungi dal porto di Sidone sorpreso da sì fiera tempesta, che vinto dal timore, fece voto a Nettuno di sacrificargli il primo qualsiasi uomo, che sarà per incontrare al suo sbarco sul lido, qualora egli ottenga per sé, e per la sua gente lo scampo dall'imminente naufragio. Idamante suo figlio al mal fondato avviso del naufragio del caro suo padre, corse inconsolabile al lido sperando forse di rilevarne colà migliori notizie, e fu per disavventura il primo, che incontrò il genitore, che esaudito dal dio de' mari se n'andava solingo cercando la vittima a lui promessa. La lunga assenza d'Idomeneo dalla patria, dove lasciò il figlio ancor bambino, fece che qui l'un l'altro non riconobbe se non dopo ben lungo ragionamento. Era Idamante innamorato d'Ilia principessa figlia di Priamo re di Troia, la quale egli con provvide disposizioni salvò da orribile burrasca allorché fu condotta prigioniera in Creta, e da questa era teneramente riamato. La principessa Elettra figlia d'Agamemnone re d'Argo rifugiata in Creta per le funeste rivoluzioni della sua patria, era innamorata d'Idamante, ma da lui non corrisposta.
I diversi affetti eccitati nel padre e nel figlio dal loro scoprimento, l'amor paterno d'Idomeneo, il suo dovere verso Nettuno, l'infelice situazione d'Idamante, che ignora il suo destino, il reciproco amore de' due amanti amareggiato all'eccesso poiché Idomeneo fu costretto a svelare l'arcano, ed a sciogliere il crudel voto, la gelosia e la disperazione di Elettra, il tutto forma l'azione del presente drammatico componimento. Il rimanente si ricava dalla scena.
Si legga la tragedia francese, che il poeta italiano in qualche parte imitò, riducendo il tragico a lieto fine.