Atto secondo

 

Scena prima

Appartamenti reali.
Costanza, e Corrado.

 Q 

Costanza, Corrado

 
Recitativo

CORRADO

Dimmi, come amorosa  

a Gualtier corrispondi?

COSTANZA

Con quell'amor, che si convien a sposa.

CORRADO

E quel d'amante a cui riserbi?

COSTANZA

Ahimè!

CORRADO

Non arrossirti: parla.

Più, che Gualtiero ami Roberto.

COSTANZA

Oh dio!

L'amai pria col tuo core, e poi col mio.

CORRADO

Ed ora?

COSTANZA

Ho per lo sposo

tema, e rispetto. Il suo diadema inchino,

la sua grandezza onoro,

stimo il suo grado, e sol Roberto adoro.

CORRADO

Non ti affligger, Costanza, e chi ti vieta

d'amare ancor Roberto?

COSTANZA

Son moglie.

CORRADO

Ancor di sposa

non giurasti la fede.

COSTANZA

Ah che onor me 'l divieta.

CORRADO

E amor te 'l chiede.

 
[Aria Corrado]

 N 

La rondinella amante  

lungi dal proprio nido

serba costante, e fido

al suo diletto il cor.

Non è possibil mai

cacciar dal proprio petto

il radicato affetto

il primo dolce amor.

Corrado ->

 

Scena seconda

Costanza, poi Roberto.

 
Recitativo

COSTANZA

Pria, che d'amar ti lasci  

la vita lascerò, dolce mio bene.

Ecco, ch'ei vien. Mi giovi

il finger crudeltà per le sue pene.

 

<- Roberto

ROBERTO

Mia Costanza... tu neghi  

al tuo fedel Roberto

anche d'un guardo il misero diletto?

COSTANZA

Sdegna amore il mio grado, e vuol rispetto.

ROBERTO

Infelice amor mio, non v'è più speme.

COSTANZA

Udisti?

ROBERTO

Udii: regina...

COSTANZA

Or che chiedi?

ROBERTO

Inchinarti.

COSTANZA

Altro?

ROBERTO

Non più.

COSTANZA

Rispetta il grado, e parti.

ROBERTO

E sì tosto obliasti

l'amor?

COSTANZA

Regina, e moglie

in amore, o Roberto

più non devo ascoltar, ch'il re mio sposo.

ROBERTO

(Mie tradite speranze.)

COSTANZA

(Foste almeno Gualtier così vezzoso!)

 
[Aria Costanza]

 N 

Agitata da due venti  

freme l'onda in mar turbato

e 'l nocchiero spaventato

già s'aspetta naufragar.

Dal dovere, e dall'amore

combattuto questo core

non resiste; par, che ceda,

e cominci a disperar.

Costanza ->

 

Scena terza

Roberto solo.

 
Recitativo

 

E nel cuor di Costanza  

così l'antica fiamma, il forte laccio

languì? s'infranse? al fasto

cedé l'amore? Spergiura...

Ma di che mi querelo?

Di che mi dolgo? Ella è regina, e sposa.

Non si pianga il suo grado.

Nell'amor di Costanza

sia conforto e mercede

la gloria dell'amar senza speranza.

 
[Aria Roberto]

 N 

Dal tribunal d'amore  

il misero mio core

giustizia non desia,

ma sol pietade.

Di tal felicità

privar quella beltà

sarà empietade.

Roberto ->

 
 

Scena quarta

Campagna con veduta d'una capanna da un lato.
Griselda in abito di pastorella con dardo.

 Q 

Griselda

 
Recitativo

 

Andiam Griselda, andiamo  

ove il rustico letto in nude paglie

stanca m'invita a riposar per poco;

e là scordando alfine

Gualtier non già, ma la real grandezza

al silenzio, e alla pace il duolo avvezza.

 

Scena quinta

Ottone, e detta poi Corrado.

<- Ottone

 

OTTONE

Ferma Griselda.  

GRISELDA

(Che importuno!)

OTTONE

Ancora

torna a pregarti, o cara un che t'adora.

Pietà, ben mio, pietade.

Ch'è troppo grande rigore

vibrar dardi di sdegno

a chi ti porge incatenato il core.

GRISELDA

Qual pietà mi si chiede?

OTTONE

Quella, che merta alfine amor, e fede.

GRISELDA

Indegno.

OTTONE

E che? Ti chiedo

dono, che sia delitto?

Col ripudio real libera torni

dal marital tuo letto.

Io te n' prometto un altro

non men casto, e più fermo.

Anch'in rustico ammanto, anche fra boschi

ripudiata, sprezzata

ti bramo in moglie; e se non porto in fronte

l'aureo diadema, io conto

più re per avi, e su più terre anch'io

ho titoli, e comandi.

GRISELDA

Ottone, addio.

OTTONE

E 'l tuo figlio?

GRISELDA

Ah! che ancor il dolce nome

mi richiama pietosa.

OTTONE

Ascolta: o a me sposa

dia la fede Griselda, o mora il figlio.

GRISELDA

Ah traditor! Son questi

d'alma ben nata i vanti?

Dove, o crudo, apprendesti

sì spietato consiglio?

Sì barbara empietà? Rendimi il figlio.

OTTONE

Il figlio non si rende,

che cadavere esangue.

GRISELDA

Ah Ottone! Ah figlio! Ah sangue!

Lassa! che fo? che penso?

Sarò infida a Gualtiero? ah! che non deggio.

Sarò crudele al figlio? ah! che non posso.

Ed egualmente io veggio

nell'istesso periglio

l'alma mia, la mia fé: rendimi il figlio.

OTTONE

Vuò consolarti: olà. Mira Griselda

il tuo vago Everardo.

 
Viene Everardo condotto da una Guardia.

<- Everardo, guardia

<- Corrado

 

CORRADO

(Eterni dèi, che miro!)  

GRISELDA

Oh d'un seno infelice

parto più sventurato.

Per toglierti al tuo fato

tu vedi, o figlio, esser conviemmi infida;

purché non cada estinto

Everardo il mio bene, in me s'uccida,

di Griselda la fede.

Recitativo accompagnato

GRISELDA

Ottone hai vinto

prendi la destra.

CORRADO

(Cede forse Griselda?)

OTTONE

Oh cara!

GRISELDA

Ah no; fui prima

moglie, che madre; al mio Gualtier si serbi

sempre l'istessa fé dell'alma mia.

OTTONE

Deliri ancor?

GRISELDA

Va' pur, sazia l'ingorda

sete della sua morte.

Questo agl'altri tuoi fasti

aggiungi, o crudo, e ti dia pregio, e vanto

il narrar, che versasti

d'un figlio il sangue alla sua madre accanto.

Mira, ch'il colpo attende

quel misero innocente.

Ardisci pur. Non sente

ben l'altrui crudeltà chi non l'intende.

E tardi? Il tuo contento

così differir puoi?

Su via s'altro non vuoi,

che del mio figlio il sangue

trafiggi, impianga; e se a ferir quel seno

il tuo ferro non basta

prendi un altro ancora.

(getta il dardo)

Fida la madre viva, e il figlio mora.

 

CORRADO

(Si deluda l'indegno.) E sì ostinata  

con chi t'ama fedel sarai Griselda?

OTTONE

Amico.

CORRADO
(ad Ottone)

In tuo soccorso

avrai Corrado ancor.

GRISELDA

Come! congiura

Corrado a' danni miei? quest'è la fede,

che serbi al tuo signore?

CORRADO

Gualtier ti sprezza,

Ottone ti desia.

Se saggia sei, la prima fiamma oblia.

OTTONE

Non giovano lusinghe,

la forza valerà.

CORRADO

Femmina ingrata

cederai tuo mal grado.

GRISELDA

Indegni, entrambi,

no, non mi spaventate;

tanto ho valor nel petto,

che resister mi basta a tanti oltraggi.

Scellerati ministri, empi, malvagi.

 
[Aria Griselda]

 N 

(ad Ottone)  

No, non tanta crudeltà.

(a Corrado)

Deh, ti muova almen pietà

d'un infelice figlio.

(ai due)

Spietato, tiranno!

(ad Ottone)

Presto ti pentirai.

(a Corrado)

Ben presto piangerai.

(ai due)

Mirate, che già cade

il folgore dal ciel.

Di mie sciagure, o barbari

per poco gioirete

il figlio mio prendete;

egli dal ciel aspetta

la sua, la mia vendetta.

(ad Ottone)

Sarai punito o perfido.

(a Corrado)

Sì lo sarai crudel.

 

Scena sesta

Corrado, Ottone.

 
Recitativo

OTTONE

Sprezzami quanto sai, vedrai superba  

quanto sia il mio poter; sentimi amico

già destino rapirla. Io mentre all'opra

raccolgo i miei, tu col real bambino

riedi alla reggia, e taci.

CORRADO

Della mia fé sei certo.

(Si deluda l'inganno, or ch'è scoperto.)

(parte col figlio)

Corrado, Everardo, guardia ->

 

Scena settima

Ottone solo.

 

 

Perdonami Griselda  

se coll'amor t'offendo; il foco ond'ardo

tu m'accendesti in sen. Spegner non posso

questa nel petto mio fiamma rubella.

Troppo amante son io, tu troppo bella.

 
[Aria Ottone]

 N 

Scocca dardi l'altero tuo ciglio    

e piagando quest'anime alleta;

il mio core comprende il periglio,

ma costante non fugge; l'aspetta

volontario si lascia piagar.

Così suol volontaria nel lume

farfalletta le tenere piume

saltellando sovente abbruciar.

S

Sfondo schermo () ()

Ottone ->

 

Scena ottava

S'apre la capanna.
Costanza, Roberto, Griselda che dorme.

<- Costanza, Roberto

 
Recitativo

COSTANZA

Fuggi.  

ROBERTO

Perché?

COSTANZA

Non posso

senza colpa mirarti: il re, mio sposo,

qui s'aggira d'intorno.

ROBERTO

E dovrò dunque

morir cruda Costanza,

senza il dolce piacer d'un de' tuoi sguardi?

COSTANZA

Non tormentarmi più.

ROBERTO

Dimmi, spergiura,

ti scordasti di me?

COSTANZA

No, che pur troppo

t'adoro ancor.

ROBERTO

Mia vita...

COSTANZA

(Ah, che diceste mai labbri loquaci!)

ROBERTO

Dunque amarti poss'io?

COSTANZA

Ma soffri, e taci.

 
[Aria Roberto]

 N 

ROBERTO

Che legge tiranna!  

Che sorte spietata!

A che mi condanna

un'anima ingrata

un barbaro cor!

Crudel, tacerò.

Ma pensa che questo

silenzio molesto

a un misero amante

è troppo dolor.

Roberto ->

 

Scena nona

Griselda, che dorme. Costanza.

 
Recitativo

COSTANZA

Sola sebben mi lasci, non rimango,  

Roberto. Anco entro a quella

vil capanna... Che miro!

Donna sul letto assisa, e dorme, e piange.

Come in rustico ammanto

volto ha gentil!

Sento, in mirarla, un forte

movimento dell'alma. Entro alle vene

s'agina il sangue; il cor mi balza in petto.

GRISELDA
(dormendo)

Vieni...

COSTANZA

M'apre le braccia, e al dolce amplesso

il suo sono m'invita.

Non resisto più, no.

GRISELDA

Diletta figlia.

(si risveglia)

Ahimè!

 

COSTANZA

Non temer ninfa.  

(Il più bel del suo volto aprì negl'occhi.)

GRISELDA

(Siete ben desti o lumi?

O tu, pensier, m'inganni?)

COSTANZA

Come attenta m'osserva!

GRISELDA

(All'aria, al volto

la raffiguro: è dessa.

Troppo nel cor restò l'imago impressa.)

COSTANZA

Cessa di più stupirti.

GRISELDA

E qual destino

ti trasse al rozzo albergo

donna real, che tal ti credo?

COSTANZA

Io stanca

del segui cacciatrice il re mio sposo

a riposar qui venni.

GRISELDA

Stanza è questa di duol, non di riposo.

COSTANZA

Prenderà ognora pietosa

le tue sciagure a consolar Costanza.

GRISELDA

Tal'è il tuo nome?

COSTANZA

Appunto.

GRISELDA

Costanza avea per nome,

e le sembianze avea così leggiadre

l'uccisa figlia mia.

COSTANZA

Povera madre.

GRISELDA

E il tuo sposo?

COSTANZA

È Gualtiero,

che alla Tessaglia impera.

GRISELDA

Ben ne sei degna (ingannator mio sogno:

penso in tenero laccio

stringer la figlia, e la rivale abbraccio).

 

Scena decima

Gualtiero, e detti.

<- Gualtiero

 

GUALTIERO

De tuoi bei sguardi, o cara, indegno è troppo  

questo antico sito.

COSTANZA

Illustre, e degno

la sua gentile abitatrice il rende.

GUALTIERO

Anche qui vieni a tormentarmi, o donna?

GRISELDA

Mio re, non è mia colpa.

Questo è il povero mio soggiorno antico.

GUALTIERO

Più non dirmi tuo re, ma tuo nemico.

COSTANZA

Se i prieghi miei, del tuo favor son degni...

GUALTIERO

E che non può Costanza

su questo cor?

COSTANZA

Concedi

che più dal fianco mio costei non parta.

Nella reggia, ne boschi, ovunque io vada

mia sia compagna, o serva.

GUALTIERO

A te serva costei? chi sia t'è noto.

COSTANZA

Se miro a 'panni è vile,

nobil se al volto.

GUALTIERO

È questa

quella un tempo mia moglie,

che amai per mia sciagura. Alzata al trono

perché ne fosse eterna macchia.

GRISELDA

(Oh dio!)

COSTANZA

Griselda?

GUALTIERO

Ah più non dirlo. Anche al mio labbro

venne il nome aborrito, e pur lo tacque...

Più ignobil moglie...

GRISELDA

(E più fedel.)

GUALTIERO

...non nacque.

COSTANZA

Sì vile, oscura sia, con forza ignota

un amor non inteso a lei mi stringe.

 

Scena undicesima

Corrado con Soldati, e detti.

<- Corrado, soldati

 

CORRADO

Avvisato che Otton  

ver questa parte

volger dovea con gente amata il piede,

co' tuoi fidi v'accorsi.

GUALTIERO

Ottone armato! Ed a qual fine, o prence?

CORRADO

Per rapire Griselda.

GUALTIERO

Rapirla?

CORRADO

E all'opra or ora

si accinge.

GRISELDA

E questo ancora?

COSTANZA

Del temerario accesso

si punisca l'indegno.

CORRADO

E mora Ottone, il rapitore indegno.

GUALTIERO

Dia luogo ognun. Che perdo

se rapita è Griselda?

CORRADO

Tanto rigor?

GUALTIERO

Così mi giova.

COSTANZA

Ed io...

GUALTIERO

L'abbandona al suo fato.

COSTANZA
(a Griselda)

Troppo è crudel il tuo signore, e 'l mio.

GRISELDA

Ed è ver?...

GUALTIERO
(a Costanza)

Ti allontana.

GRISELDA

Non lasciar, che in tal sorte

ti tolga altri l'onor della mia morte.

 
[Aria Gualtiero]

 N 

GUALTIERO

Tu vorresti col tuo pianto,  

co' sospiri aver il vanto

di svegliar in me pietà.

L'alma tua mentre sospira

emendar del fato l'ira

col suo duolo ancor non sa.

 
(partono tutti fuor che Griselda)

Gualtiero, Costanza, Corrado, soldati ->

 

Scena dodicesima

Griselda, poi Ottone con Gente armata.

 
Recitativo

GRISELDA

Ecco Otton: sola, inerme che far posso?  

Il mio dardo sia almeno la mia difesa.

 

<- Ottone, gente armata

OTTONE

Qual difesa a te cerchi?  

GRISELDA

Empio, vien pure

a svenar dopo il figlio anche la madre.

OTTONE

Segui il mio piè.

GRISELDA

Più tosto

di' ch'io vada alla tomba.

OTTONE

E che far pensi?

GRISELDA

Ciò, che può far cor disperato, e forte:

darti o ricever morte.

OTTONE

Ora il vedremo.

GRISELDA

Ti scosta, o questo dardo

t'immergerò nel core.

OTTONE

Bella vi aperse altre ferite amore.

GRISELDA

Numi, soccorso, aita.

OTTONE

Su, miei fidi, eseguite: il re l'impone.

 

Scena tredicesima

Gualtiero con Soldati, Costanza, e detti.

<- Gualtiero, soldati, Costanza

 

GUALTIERO

L'impone il re? Sei troppo fido Ottone.  

OTTONE

(Il re? Barbara sorte!)

GUALTIERO

È da leal vassallo il far, che l'opra

al comando preceda.

Giusto non è ch'io lasci

senza premio il tuo zelo.

GRISELDA

Scudo tu fosti all'innocenza, o cielo.

GUALTIERO

Soldati alla mia reggia Otton si guidi.

In amico soggiorno,

Otton, si cinge inutilmente il brando;

puoi deporlo in mia mano.

OTTONE

Eccola a' piedi tuoi. (Fato inumano!)

(parte con le guardie)

Ottone, soldati, gente armata ->

 

Scena quattordicesima

Gualtiero, Griselda, Costanza.

 

GRISELDA

Qual grazie posso?...  

GUALTIERO

Alla pietà le rendi

non di me, di Costanza.

GRISELDA

Ah, sì crudele

Gualtier con me!

GUALTIERO

Parla con più rispetto.

GRISELDA

Sire, pietà, perdono.

COSTANZA

Lo merta ben.

GUALTIERO

Pensa chi sei, chi sono.

 
[Terzetto Griselda, Costanza e Gualtiero]

 N 

GRISELDA

Non più regina, ma pastorella  

non son tua sposa, sarò tua ancella.

COSTANZA

Dona alla misera qualche pietà...

che ben lo merta sua fedeltà.

GUALTIERO

Guardami, e trema: sono il tuo re.

GRISELDA E COSTANZA

Pietà! Mercé!

GRISELDA

Sentimi!

GUALTIERO

Taci.

COSTANZA

Mirala.

GUALTIERO

Invano.

GRISELDA E COSTANZA

Che ria sentenza!

Che fier dolor!

GRISELDA, COSTANZA E GUALTIERO

Che gran violenza

sento al mio cor.

GRISELDA

Non ti rammenti del primo affetto?

GUALTIERO

No, sei mia serva.

COSTANZA

Fu nel tuo letto.

GRISELDA

Vezzosa, e bella tu m'appellasti.

GUALTIERO

Non sei più quella,

tanto ti basti.

GRISELDA, COSTANZA E GUALTIERO

Variano i fati,

varia l'amor.

 

Variante inizio scena nona

Variante di Torino.

 
Griselda, che dorme. Costanza.

Griselda, Costanza

 

COSTANZA

È deliquio di core  

o stanchezza di pianto

quella ch'ora vi opprime, o mie pupille?

Sonno non è, che quando è il cor doglioso

non è nostro costume aver riposo.

 

Sonno, se pur sei sonno, e non orrore  

porgi qualche contrario al mio dolore.

(s'addormenta)

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Appartamenti reali.

Costanza, Corrado
 

Dimmi, come amorosa

[Aria Corrado]

Costanza
Corrado ->

Pria, che d'amar ti lasci

Costanza
<- Roberto

Mia Costanza... tu nieghi

[Aria Costanza]

Roberto
Costanza ->

E nel cuor di Costanza

[Aria Roberto]

Roberto ->

Campagna con veduta d'una capanna da un lato.

Griselda
 

Andiam Griselda, andiamo

Griselda
<- Ottone

Ferma Griselda / Che importuno!

Griselda, Ottone
<- Everardo, guardia
Griselda, Ottone, Everardo, guardia
<- Corrado

(Corrado non visto)

Eterni dèi, che miro!

(Corrado si rivela)

Si deluda l'indegno. / E sì ostinata

[Aria Griselda]

(Griselda va nella capanna)

Sprezzami quanto sai, vedrai superba

Griselda, Ottone
Corrado, Everardo, guardia ->

Perdonami Griselda

[Aria Ottone]

Griselda
Ottone ->
Griselda
<- Costanza, Roberto

Fuggi / Perché?

[Aria Roberto]

Griselda, Costanza
Roberto ->

(si apre la capanna; Griselda che dorme)

Sola sebben mi lasci, non rimango

(Griselda si risveglia)

Non temer ninfa

Griselda, Costanza
<- Gualtiero

De tuoi bei sguardi, o cara

Griselda, Costanza, Gualtiero
<- Corrado, soldati

Avvisato che Otton

[Aria Gualtiero]

Griselda
Gualtiero, Costanza, Corrado, soldati ->

Ecco Otton: sola, inerme che far posso?

Griselda
<- Ottone, gente armata

Qual difesa a te cerchi?

Griselda, Ottone, gente armata
<- Gualtiero, soldati, Costanza

L'impone il re? Sei troppo fido Ottone

Griselda, Gualtiero, Costanza
Ottone, soldati, gente armata ->

Qual grazie posso?

[Terzetto Griselda, Costanza e Gualtiero]

Griselda, Costanza e Gualtiero
Non più regina, ma pastorella
Griselda, Costanza
 

(Griselda che dorme)

È deliquio di core

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Variante inizio scena nona
Luogo magnifico della reggia destinato alle pubbliche udienze. Appartamenti reali. Campagna con veduta d'una capanna da un lato. Camera di Costanza. Atrio maestoso nella reggia destinato alle nozze.
[Sinfonia] [Aria Gualtiero] [Aria Griselda] [Aria Ottone] [Aria Costanza] [Aria Roberto] [Aria Corrado] [Aria Griselda] [Aria Corrado] [Aria Costanza] [Aria Roberto] [Aria Griselda] [Aria Ottone] [Aria Roberto] [Aria Gualtiero] [Terzetto Griselda, Costanza e Gualtiero] [Aria Griselda] [Aria Roberto] [Aria Costanza] [Aria Ottone] [Aria Gualtiero] [Coro]
Atto primo Atto terzo

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