Atto terzo

 

Scena prima

Appartamenti sacerdotali.
Cleone. Coro di Sacerdoti.

 Q 

Cleone, sacerdoti

 

CLEONE

Venga Clearco, e solo  

resti con me.

(parte il coro de' sacerdoti)

sacerdoti ->

 

L'ascolterò. Qual mai

dolor l'affanna? Ei pur del re conforto

destinato è da Giove.

Ma il passo a me già sospirando ei move.

 

Scena seconda

Clearco, e detto.

<- Clearco

 

CLEARCO

Ah perdona, o de' numi  

viva immagin tra noi, se tutti io vengo

a depor nel tuo seno

i mali miei.

CLEONE

Non più. Scoprili appieno.

CLEARCO

Odimi, e la mia sorte

compiangi insiem. D'un regio figlio sposa

vuol d'Aristocle il cenno

Aspasia sol. Così...

CLEONE

Qual danno?

CLEARCO

Senti.

Io così che l'adoro,

no, mia consorte mai

renderla non potrò.

CLEONE

Ciel! che ascoltai?

Una germana!...

CLEARCO

Tal non è.

CLEONE

Ma come!

Aspasia?...

CLEARCO

Non è tal.

CLEONE

Dov'hai la prova?

CLEARCO

Qui dentro.

(presentandogli il foglio)

Leggi.

CLEONE

E di qual man?

CLEARCO

Di quella

d'Argia, che mi nutrì.

CLEONE

Leggasi. Oh dèi!

(legge)

«D'Aristocle non sei

figlio, o signor. Devi a me sola il trono.

Te al fato in abbandono,

(a misura che legge, va crescendo l'agitazione)

dell'Etna alle radici

il mio sposo trovò. Là ti raccolse.

Il ver Clearco allora

spirò fra le mie braccia. Il duol temei

del genitor. Te posi in vece. Grato

del don ti spero. Questa,

che al collo tuo trovai

gemma non vil, da Filosseno avrai.

Argia.» Che intesi! oh ciel! che intesi! Ah, porgi

a me la gemma.

CLEARCO

Prendi.

(gli dà la gemma)

CLEONE

(Oh vista! è quella,

quella stessa ch'io posi

al sen d'Alcéo.)

CLEARCO

Fra te che parli? Ah dimmi,

come saper poss'io

chi la vita mi diè?

CLEONE

(a parte, ma volgendosi a ogni parola e osservando Clearco.)

(Quel cor, quel guardo,

quelle sembianze, tutto

par che mi gridi...)

CLEARCO

Ah, per pietà, rispondi.

CLEONE

Prence, non più; t'arresta.

Attendimi. (Si vada

il nume a consultar.) Se non m'inganna

un pietoso desìo,

spero, signor, di consolarti. Addio.

(parte)

Cleone ->

 

Scena terza

Clearco, poi Aspasia.

 

CLEARCO

Tu mi lusinghi invano:  

so che nacqui al dolor. Ma chi s'avanza?

Aspasia. Oh ciel! già tutto sa. Costanza.

 

<- Aspasia

ASPASIA

Clearco, a te mi guida

libero il piè. Tu più arrossir non puoi

del nostro amor.

CLEARCO

Ben tu del mio.

ASPASIA

Che dici?

Che puoi pensar?

CLEARCO

Ch'io perdo

in te quanto la terra

offria di più soave agli occhi miei.

ASPASIA

E ingiusto tanto all'amor mio tu sei?

Credi tu che sì poco

t'adori Aspasia, o che veder non sappia

fuorché all'ombra d'un trono,

cieco don della sorte,

l'orgoglioso suo sguardo altro consorte?

CLEARCO

Ah! no. Tutto conosco

quel nobil cor; ma del voler paterno

la sacra legge...

ASPASIA

Oh dio!

CLEARCO

Questa ti vieta

d'avvilirti a tal segno.

ASPASIA

E deggio dunque

infelice per sempre?...

CLEARCO

Ah! no; per sempre

tal non sarai. Conforto

avrai dal cielo. Egli pietoso è ognora

a chi un padre ubbidisce.

ASPASIA

Ah, mio Clearco,

e puoi tu stesso?...

CLEARCO

Ah, sì... (L'empia fortuna

confondi, o mia virtù.) Sì, scorda, o cara

un misero, un ignoto,

un rifiuto del mondo. Io non saprei,

se tu ancora il volessi,

renderti rea col farmi tuo. Dividi

con amante più illustre,

men però di Clearco

fido, tenero, ardente, e letto e regno...

ASPASIA
(con fuoco)

Ove sposo trovar di te più degno?

 

ASPASIA

Ah, se in te lasciar degg'io

la mia vita, l'idol mio,

disperata morirò.

CLEARCO

Deh non far col tuo dolore

nuova guerra a questo core,

o più regger non saprò.

ASPASIA

Ciel tiranno!

CLEARCO

Acerba sorte!

ASPASIA

Venga ormai, venga la morte.

ASPASIA E CLEARCO

Pace allor fra l'ombre almeno

l'alma mia trovar potrà...

 

Scena quarta

Cleone. Detti.

 

CLEONE

Corri, Alcéo, corri al mio seno.

CLEARCO

Ah, che parli?

ASPASIA

Che sarà?

CLEONE

Tu d'Eraclide sei figlio.

CLEARCO

Chi te 'l disse?

CLEONE

Giove istesso.

ASPASIA

Ah! cessato è il mio periglio.

CLEARCO
Alcéo

Ah! respira il core oppresso.

CLEONE

Tutto il re da me saprà.

(parte)

 

Scena quinta

Aspasia. Alcéo.

 

CLEARCO
Alcéo

Dunque?...

ASPASIA

Oh gioia!

CLEARCO
Alcéo

Aspasia.

ASPASIA

Alcéo.

CLEARCO
Alcéo

Mia sarai?...

ASPASIA

Potrà Imeneo

ASPASIA E CLEARCO

render lieta a noi l'età?

Ah, sì, placati alfine

splendono gli astri a noi;

e amor coi doni suoi

premio al soffrir darà.

(partono)

 
 

Scena sesta

Sala della reggia.
Eraclide. Egesta. Filosseno. Cleone. Deifile. Elpenore.
Coro d'Agrigentini. Coro di Locresi.

 

ERACLIDE
(a Cleone)

E fia certo?

EGESTA
(a Cleone)

E fia vero?

FILOSSENO
(a Cleone)

E fia palese?

CLEONE

Sì; non inganna il ciel.

EGESTA

Me 'l disse ognora

quell'interno terror.

ERACLIDE

Tutti di Giove

ora intendo i prodigi.

CLEONE

Un empio nodo

egli prevenne.

ERACLIDE

Ah, questi cari oggetti

ove son mai?... Né ancora?...

CLEONE

Eccoli.

ERACLIDE

Oh gioia!

 

Scena ultima

Alcéo. Aspasia. Detti.

 

CLEARCO
Alcéo

Ah, caro padre!

ERACLIDE

(abbracciando Alcéo)

Ah, figlio!

EGESTA

Ah, fratello!

CLEARCO
Alcéo

Ah, germana!

FILOSSENO

Ah, dolce amico!

ERACLIDE

Or più Giove non chiamo a me nemico.

CLEONE

Grazie vi rendo, o numi,

che tal gioia serbaste a questi lumi.

CLEARCO
Alcéo

Padre, signor, concedi

ch'io della man de' figli tuoi disponga?

ERACLIDE

Sì; nulla al tuo voler, nulla s'opponga.

CLEARCO
Alcéo

E ben; d'Alcéo consorte

Aspasia sia, di Filosseno Egesta;

egli in Locri a regnar vada con questa.

(ad Egesta)

Consenti?

EGESTA

Non ricuso.

FILOSSENO

Io grato ognora

di sì bei doni a te...

CLEARCO
Alcéo

Basta. Contenta

Aspasia sei?

ASPASIA

Felice.

ERACLIDE

Son placati gli dèi; tutto me 'l dice.

 

ERACLIDE

Il figlio ritrovo

lo stringo al mio seno:

giocondo, sereno,

dolcissimo dì!

CLEONE, EGESTA, FILOSSENO, DEIFILE E ELPENORE

(Giocondo sereno,

dolcissimo dì!)

 

ASPASIA

Se perdo il germano,

acquisto il consorte;

propizia la sorte

se cangia così!

CLEONE, EGESTA, FILOSSENO, DEIFILE E ELPENORE

(Propizia la sorte

se cangia così!)

 

CLEARCO
Alcéo

Or lieto, innocente

son figlio, ed amante;

oh dolce l'istante

che tutto scoprì!

CLEONE, EGESTA, FILOSSENO, DEIFILE E ELPENORE

(Oh dolce l'istante

che tutto scoprì!)

 

TUTTI

Di Sicilia or suoni altera

ogni piaggia, ogni pendice,

ed apprenda l'infelice

nei celesti a confidar.

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Appartamenti sacerdotali.

Cleone, sacerdoti
 

Venga Clearco, e solo

Cleone
sacerdoti ->

Cleone
<- Clearco

Ah perdona, o de' numi

Clearco
Cleone ->

Tu mi lusinghi invano

Clearco
<- Aspasia

Clearco, Aspasia
<- Cleone
Cleone, Clearco e Aspasia
Corri, Alcéo, corri al mio seno
Clearco, Aspasia
Cleone ->
Clearco e Aspasia
Dunque? / Oh gioia!
Aspasia, Clearco ->

Sala della reggia.

Eraclide, Egesta, Filosseno, Cleone, Deifile, Elpenore, agrigentini, locresi
 

E fia certo? / E fia vero? / E fia palese?

Eraclide, Egesta, Filosseno, Cleone, Deifile, Elpenore, agrigentini, locresi
<- Clearco, Aspasia

Ah caro padre! / Ah figlio!

Eraclide, Cleone, Egesta, Filosseno, Deifile, Elpenore e Aspasia
Il figlio ritrovo
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena ultima
Anfiteatro ripieno di spettatori. Luogo appartato presso il tempio. Spiaggia di mare. Vestibolo del tempio di Giove. Bosco sacro contiguo al tempio. Spiaggia. Mare in calma, e cielo sereno. Appartamenti reali. Interno del tempio di Giove. Statua del nume e ara con fuoco. Giardini reali con labirinti, fontane e statue. Luogo incolto, e aperto, sparso di vari antichi tumuli; vista in lontano di qualche tempio rovinato. Appartamenti sacerdotali. Sala della reggia.
Atto primo Atto secondo

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