Atto secondo

 

Scena prima

Spiaggia.
Mare in calma, e cielo sereno.
Vedonsi approdare in schiera le cinque navi già disgiunte da quella d'Aspasia. Ne sbarcano tutti a un tempo; Locresi, e Filosseno l'ultimo di questi. Giungono al lido Eraclide, Aspasia, Clearco.
Coro d'Agrigentini. Soldati.

 Q 

locresi, Filosseno

<- Eraclide, Aspasia, Clearco, agrigentini, soldati

 

AGRIGENTINI

Fortunati naviganti  

salvi alfin scendeste al lido;

ah mai più quel flutto infido

non vi torni a innamorar.

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FILOSSENO

Mesti, pallidi, tremanti

noi la morte avemmo in faccia;

ma finita è ogni minaccia,

ma possiamo respirar.

 

AGRIGENTINI E LOCRESI

Lieti dunque l'are andiamo

di ghirlande a coronar.

Cento a porgere voliamo

negri tori al dio del mar.

 

FILOSSENO

Clearco! Aspasia!  

(con estasi di compiacenza)

e posso

credere agli occhi miei?

ASPASIA
(a Filosseno)

Sei salvo alfine...

CLEARCO

Sei dall'onde sicuro?...

ASPASIA

Congiunto...

CLEARCO

Amico...

ERACLIDE

Ospite illustre...

FILOSSENO

E grato

del piacer di vedervi ai numi io sono.

CLEARCO

Oh giorno!

ERACLIDE

Oh speme!

FILOSSENO

Oh estrema gioia!

ASPASIA

Oh dono!

CLEARCO

(abbracciandolo)

Lascia che a questo sen...

FILOSSENO

Cielo! e fia vero

che ancor t'abbracci? Ah dimmi,

qual destin t'agitò, poiché da Locri

trasse ignota mestizia i passi tuoi?

CLEARCO

Se lacerar non vuoi

questo misero cor, lascia, ti prego,

di rammentar quei dì. Saper ti basti

che qui son, che qui sei,

che ognor fosti presente agli occhi miei.

ERACLIDE

Filosseno, partiam. Le sacre offerte

chiedon Teti, e Nettuno.

FILOSSENO

(Solo, o Clearco

favellarti dovrò.) Ti seguo.

ERACLIDE
(a Clearco)

Prence,

te con Aspasia attendo

ove a quello d'Egesta il tuo bel core

stringeranno per sempre Imene, Amore.

(parte con Filosseno, seguìto dai soldati, e dagli agrigentini)

Eraclide, Filosseno, soldati, agrigentini ->

 

Scena seconda

Aspasia. Clearco. Locresi.

 

ASPASIA

E Clearco non parte?  

CLEARCO
(agitato)

(Ah! qual mai forza

qui m'incatena.)

ASPASIA
(sempre con ironia)

E all'adorata sposa

sollecito non corre?

CLEARCO
(agitato)

(A qual cimento,

sconsigliato m'esposi!)

ASPASIA

I passi suoi

sacro, e importuno forse

titolo di germana or meco arresta?

CLEARCO

Crudel, che dici! e qual ingiuria è questa!

ASPASIA

Ah sì, tenero in vero

m'accogliesti poc'anzi; il mio trasporto

fu seguìto dal tuo.

CLEARCO

Deh taci; credi

che se tutto sapessi...

ASPASIA
(con fuoco)

So che i fraterni affetti

tu ponesti in oblio, che cerchi Egesta,

che non pensi che a lei,

che più Aspasia non ami...

CLEARCO
(agitato)

Eterni dèi!

Che non t'amo? Ah mio ben... (Che fo? che dico?

Soccorso, o ciel.) Non più germana. Addio.

(fugge frettoloso)

Clearco ->

ASPASIA

Barbaro! ti convinse il labbro mio.

(parte dall'altro lato seguita dai locresi)

Aspasia, locresi ->

 
 

Scena terza

Appartamenti reali.
Egesta. Deifile.

 Q 

Egesta, Deifile

 

DEIFILE

Calmati, principessa; il tuo destino  

sì funesto non è. Sposar Clearco...

EGESTA

Forse ad altra sarebbe

il maggiore dei contenti.

DEIFILE

Ma un supplizio per te par che diventi.

EGESTA

Io non te 'l nego.

DEIFILE

Aborri

il prence forse?

EGESTA

Anzi l'ammiro.

DEIFILE

E donde

la ripugnanza tua?

EGESTA

Da un certo orrore,

ch'io non intendo, e che di sposa al nome

gelar mi fa.

DEIFILE

Ma come

il padre tuo cangiar?

EGESTA

Cielo! ei s'appressa.

 

Scena quarta

Eraclide. Coro di donne. Dette.

<- Eraclide, donne

 

ERACLIDE

Figlia, la mia promessa  

vieni a compir. Tutto è già pronto. L'are

fuman per te.

EGESTA

Vengo, signor. (Che pena!

Calmar mi deggio, e so ubbidire appena.)

 

CORO

Vieni, o real donzella,  

ove Imeneo t'invita;

no, non potea più bella

stringer catena amor.

 

EGESTA

Ah! che felice appieno

esser non può il mio core,

se vive in me il dolore,

se regna in me il timor.

(a Eraclide, che con aria d'impazienza la sollecita a partire)

T'intendo, sì t'intendo,

son teco, o genitor.

(parte accompagnata del padre, e seguita dal coro)

 

Eraclide, Egesta ->

CORO

No, non potea più bella

stringer catena amor.

(entra il coro dietro Egesta)

donne, Deifile ->

 
 

Scena quinta

Interno del tempio di Giove.
Statua del nume e ara con fuoco.
Cleone. Coro di Sacerdoti.

 Q 

Cleone, sacerdoti

 

CLEONE

O de' mortali insieme,  

e dei celesti onnipotente padre,

ecco giunto l'istante

già predetto da te. Fra poco Egesta

sposa sarà. D'Alcéo

sappiasi alfin... Non più. Tra folto stuolo

in giuliva sembianza

or coll'inclita coppia il re s'avanza.

 

Scena sesta

Eraclide. Egesta. Clearco. Aspasia. Deifile. Filosseno.
Coro d'Agrigentini, Uomini, e Donne. Coro di Locresi. Detti.

<- Eraclide, Egesta, Clearco, Aspasia, Deifile, Filosseno, agrigentini, locresi

 

ERACLIDE

Dell'Atabirio Giove  

interprete, e ministro,

eccoci a te. Presiedi

al dolce nodo, intuona il canto, e sia

grata al cielo così la scelta mia.

CLEONE

Ubbidisco. Sciogliete

compagni il labbro, e preci al dio porgete.

 

SACERDOTI

Là dall'eterne sfere  

ascolta, o nume, i voti,

che regi, e sacerdoti

alzan tremando a te.

Fa' che propizio annodi

due lieti cori Imene;

fa' che cessar le pene

possan del nostro re.

 

CLEARCO

Gran dio che de' mortali

leggi nel sen gli affetti,

ah tu delitti, e mali

discaccia ognor da me.

Tu che vedesti i danni

d'un cieco afflitto core,

fa' che di tanti affanni

amor gli dia mercé.

 

CORO
parte del coro di sacerdoti col coro delle donne agrigentine

Là dall'eterne sfere

ascolta, o nume, i voti,

che regi, e sacerdoti

alzan tremando a te.

 

CLEARCO

I dolci antichi errori

sgombra dall'alma mia;

e fa' che eterna sia

la marital mia fé.

Ah, se di mille onori

il mio valor fregiasti,

fa' che che ne' suoi contrasti

amor dia legge a sé.

 

CORO DI TUTTI

Là dall'eterne sfere

ascolta, o nume, i voti,

che regi, e sacerdoti

alzan tremando a te.

 

ERACLIDE

Non più. Clearco, Egesta,  

itene all'ara.

CLEARCO

Andiam. (Costanza, o core;

scorda Aspasia per sempre.)

EGESTA

(Oh infausto orrore!)

(s'incamminano all'ara)

CLEONE

Per quella sacra fiamma

ambi colà giurate...

(nell'atto di giurare vedesi tremare il tempio, ed ingombrarsi d'improvvisa caligine. Tutto ciò accompagnato da un tuono sordo, e sotterraneo)

 

Ma qual tuon! quai portenti! Olà fermate.

 

ERACLIDE

(errante qua, e là)

Trema il tempio!  

EGESTA E FILOSSENO

Il ciel s'oscura!

CLEONE

Qual minaccia?

ASPASIA E CLEARCO

Qual sventura?

ASPASIA, EGESTA, CLEARCO, ERACLIDE, DEIFILE, CLEONE E FILOSSENO

Qual sovrasta o numi, a noi terror?

Forse o numi, a voi non piace

questo nodo e questa face

che v'armate di rigor?

 

CLEONE

Pur troppo. Han queste nozze  

avverso il fato.

CLEARCO

(E di domar me stesso

fino il ciel mi contrasta? E reo Clearco

per sua legge sarà?... No, non più reggo

alla sventura mia. Fuggasi a Giove,

al mondo, a me.)

(parte disperato)

Clearco ->

 

ASPASIA

Numi! Ove andò? Si cerchi  

benché ingrato, crudel.

(parte seguendolo)

Aspasia ->

 

FILOSSENO

Qual giorno è questo!  

Che fia?...

EGESTA

Padre, te 'l dissi...

ERACLIDE

Taci. Stupito io son. Rappreso ho il sangue,

tremante il labbro. Un freddo

palpito di spavento

quasi ai sensi mi toglie in tal momento,

mi desta e mi circonda

sola di morte il cor voce profonda.

Ti veggo, sì, ti veggo

del trafitto Agamede ombra sdegnata;

tu l'ara un dì macchiata

del sangue tuo m'additi;

tu contro me di Giove il braccio irriti.

Ah, più speme non ho. Nel ciel fu scritto

in caratteri eterni il mio delitto.

 

Sul mio capo è ognor sospesa  

degli dèi mano ultrice;

odian questi un re infelice,

strazian questi un genitor.

 

CORO

(Cento larve par ch'ei veda,

fa pietade il suo terror.)

Ah signor, non darti in preda

a sì barbaro dolor.

 

ERACLIDE

Figlia, amici, invan cercate

di calmar l'affanno mio;

sol potrà l'eterno oblio

render pace a questo cor.

 
(parte Eraclide seguìto da Egesta, e Filosseno)

Eraclide, Egesta, Filosseno ->

 

CORO

Cento larve par ch'ei veda,

fa pietade il suo terror.

(parte il coro d'uomini, e donne agrigentine)

agrigentini, Deifile ->

 

Scena settima

Cleone. Coro di Sacerdoti.

 

CLEONE

Sventurato monarca,  

mi fai pietà. Della divina destra,

sul tuo collo aggravata, or senti il peso.

Chi mai da Giove offeso

ti salverà? Chi darà fine al corso

del suo rigor?

(odesi dalla statua, accompagnata da tuono cupo, e sotterraneo)

VOCE DI GIOVE

Clearco.  

CLEONE

Oh nume! oh voce!

Rischiarasi il giorno, e cessa il rumore.

 

Ma più non mugge intorno  

il cupo tuon, ma torna lieto il giorno.

Ah sì dolce novella

si rechi al mesto re. Voi, sacerdoti,

soli e divisi intanto

là dai romiti chiostri,

implorate ristoro ai mali nostri.

 

 

Andate. Il ciel placato  

dal vostro duol sarà.

(parte)

Cleone ->

 

CORO

Si vada. Il ciel placato

dal nostro duol sarà.

Si ritirano disperdendosi dalle due parti nel fondo del tempio.

sacerdoti, locresi ->

La voce anderà gradatamente smorzandosi a misura dell'allontanamento.
 
 

Scena ottava

Giardini reali con labirinti, fontane e statue.
Clearco, poi Aspasia.

 Q 

Clearco

 

CLEARCO

Paghi sarete alfine  

avversi dèi. Sarò, qual più volete

colpevole, o infelice.

 

<- Aspasia

 

(vedendo Aspasia)

Aspasia! Oh stelle!

Fuggasi.

(è per partire)

ASPASIA

(trattenendolo)

No; t'arresta.

Tu speri invan...

(mentre Clearco cerca di sbarazzarsi)

CLEARCO

(Qual nuova guerra è questa!)

ASPASIA

Barbaro! e fino a tanto

d'indifferenza oggetto

divenni a te?

CLEARCO

(volgendosi)

D'indifferenza?... Oh numi!

ASPASIA
(con ironia)

Ah! che dissi!... Perdona;

folle ch'io son! mal mi conobbi. Egesta,

sola Egesta potrebbe

in così fiero istante,

dar tregua al duol d'un disperato amante.

CLEARCO

Ah, no...

ASPASIA
(con ironia)

Tutto diventa

per chi perde il suo ben, triste, noioso.

CLEARCO

Oh germana fatal!

ASPASIA
(con ironia)

Misero sposo!

CLEARCO

(Moribonda costanza,

come regger potrai!)

ASPASIA
(con ironia)

Calma, deh! calma

le smanie tue. Forse placato il cielo

dal tuo pianto sarà. Potrai nel seno

di lei che adori...

(con fuoco)

Oh, colmo

di rabbia, e di rossor! Dovea ridotto

esser d'Aspasia il core

a calmar per un'altra il tuo dolore?

CLEARCO

Ah, che sento! gelosa

quasi mi sembri.

ASPASIA

E il son.

CLEARCO

M'ami tu dunque

fino a tal segno?

ASPASIA

Sì, t'adoro.

CLEARCO

Oh voce!

ASPASIA

Grave a te forse?

CLEARCO

Io manco.

ASPASIA

Ah parla.

CLEARCO

Oh dio!

ASPASIA

Parla: m'aborri?

CLEARCO

(gettandosi nelle sue braccia)

Ohimè! t'adoro anch'io.

ASPASIA

Numi! e fia ver?

CLEARCO

Pur troppo. Io per te sola

venni in odio a me stesso,

per te Locri lasciai, per te de' greci

tutte corsi le piagge, e qui condotto

dalla gloria all'altar... Ma che più dirti? ~

Quanto feci finor fu per fuggirti.

ASPASIA

Oh dolcezza!

CLEARCO

Ah! paventa

quest'ingannevol gioia,

che in sen ti scorre. Ambi siam rei.

ASPASIA

Ma come?

CLEARCO

Io sapendo che il sono,

tu ignorando che il sei.

ASPASIA

Colpa il fraterno amore

dunque sarà?

CLEARCO

No, ma t'inganni assai,

se tale il credi.

ASPASIA

Ohimè! spiegati.

CLEARCO

Dimmi;

se tu d'Egesta in vece

meco potessi in dolce nodo unita

trarre i tuoi dì?...

ASPASIA

Benedirei la vita.

CLEARCO

E amor fraterno è questo? Ah fremi, Aspasia,

e inorridisci.

ASPASIA

Oh ciel! qual tetro raggio

la mia mente rischiara?

CLEARCO

Odiami; fuggi.

Ambi ci amiam; l'orribile mistero,

vincesti, aperto è già.

ASPASIA

Pur troppo è vero. ~

(rimane immersa nello stupore, e nell'afflizione)

Ove son io? Qual negra

notte d'orror sull'alma mia si stende!

Quali atroci, tremende

immagini di colpa a me d'intorno

fan di luce infernal splendere il giorno!

Io nutrir nel mio seno,

benché ignoto, un delitto? Io d'empie fiamme

alla Grecia atterrita

gli esempi rinnovar? Caro, e funesto

oggetto del mio duol, che istante è questo!

 

Che vi feci avverse stelle?  

Numi ingiusti, in che peccai?

Preda ognor di ree procelle

son costretta a palpitar.

Parti... Ah! no... t'arresta. Addio...

Senti... ohimè!... fuggi... che fai? ~

Crudo ciel, che affanno è il mio!

Ove pace al duol trovar?

(parte)

Aspasia ->

 

Scena nona

Clearco; poi Filosseno.

 

CLEARCO

Ah, barbaro ch'io fui! La resi a parte  

de' miei rimorsi, e de' miei mali.

 

<- Filosseno

FILOSSENO

Prence

sei solo alfin. M'ascolta.

CLEARCO

Parla.

FILOSSENO

Del padre estinto

io ti reco gli addio.

CLEARCO

Misero padre!

Ma più misero figlio!

FILOSSENO

A te ripeto

gli ultimi accenti suoi: «Regni Clearco.

Moglie Aspasia non sia

che del figlio d'un re.»

CLEARCO

Sacri, te 'l giuro,

saran per me.

FILOSSENO

(cavando il foglio)

Questo secreto foglio

poi d'Argia ti consegno,

che nutrice ti fu.

(glielo consegna)

CLEARCO

Leggasi.

(apre il foglio, e legge)

(Numi!

Che intesi mai!)

FILOSSENO

(osservandolo)

(Come! si turba!)

CLEARCO

Ah! parla.

Quando l'avesti?

FILOSSENO

Il giorno

che da Locri partendo,

di te per l'onde in traccia...

CLEARCO

Ov'è la gemma?

FILOSSENO

Eccola.

(gli dà la gemma)

CLEARCO

Oh ciel.

FILOSSENO

Ma che t'affanna?

CLEARCO

Addio.

Sol, fra le tombe, io vado

quest'alma a interrogar. Da nuovi colpi

ad ogni istante oppresso,

più in me non giungo a ravvisar me stesso.

(parte)

Clearco ->

 

Scena decima

Filosseno; poi Cleone.

 

FILOSSENO

Attonito son io.  

 

<- Cleone

CLEONE

Dov'è Clearco?

Lo chiama il re. Da lui ristoro attende.

FILOSSENO

Partì.

CLEONE

Né sai?...

FILOSSENO

Turbato,

so, che partì; che fra le tombe ei disse...

Ma tutto il re saprà. Misero amico!

No, così oppresso mai,

qual poc'anzi lasciommi, io no 'l mirai.

 

Il pianto avea sul ciglio,  

l'affanno avea nel cor.

Temo per lui periglio,

temo per me dolor.

Ah per trovar consiglio,

guidami al tuo signor.

 
(partono)

Filosseno, Cleone ->

 
 

Scena undicesima

Luogo incolto, e aperto, sparso di vari antichi tumuli.
Vista in lontano di qualche tempio rovinato.

 Q 

<- Clearco

 

CLEARCO

(esce pensoso col foglio in mano)

Eccovi, o sacri orrori  

bramati dal mio cor. Fra quelle auguste

ampie rovine, e questi

ferali alberghi della morte, io posso

gemere in libertà. Qui tutto spira

degli estinti il silenzio. Appena il canto

de' fuggitivi augelli

l'interrompe talor. Dell'aura appena

tra le fronde agitate

ascolto il sibilar. Secreti e soli

del mio duol, de' miei passi

testimoni saran gli sterpi, i sassi. ~

Giusti dèi, che scoperta! A me Aristocle

non diè la vita? E questo foglio il prova?

Qual fulmine novello

piomba sopra di me! ~ Folle! che penso?

Grazie forse non debbo

rendere al mio destin?... Dei beni forse

il più grande non è, restando amante,

più non esser german? ~ Ma che ragiono?

Forse ignoto a me stesso io poi non sono?

Chi sa, qual sen, qual fallo

mi diè la vita? E come mai d'Aspasia

co' la paterna legge

sperar la mano? Ah, che dal primo abisso,

che già mi vidi al lato,

a un abisso maggior mi guida il fato.

 

Scena dodicesima

Eraclide, Aspasia. Egesta. Filosseno. Cleone. Soldati, detto.

<- Eraclide, Aspasia, Egesta, Filosseno, Cleone, soldati

 

ERACLIDE

Che fai Clearco in questi luoghi?  

CLEARCO

Ah come!

Qui pur?...

EGESTA E ASPASIA

Di te cerchiam.

CLEARCO

Né solo io posso

le mie smanie sfogar?

FILOSSENO

Deh, caro amico,

svelane la cagion. Forse in quel foglio

chiusa starebbe?

CLEARCO

In questo.

(accennando il foglio)

CLEONE

Che spiegarti può mai?

CLEARCO

Che, se nel mondo

degli uomini il più reo dirmi non lice,

posso dirmi fra tutti il più infelice.

 

CLEARCO

Nuove ognor funeste pene  

strazio fan di questo core;

geme in lui trafitto amore,

piange stanca in lui virtù.

 

ERACLIDE

Figlio...

CLEONE

Eroe...

ASPASIA

Germano...

FILOSSENO

Amico...

EGESTA

Prence...

ERACLIDE

Parla...

ASPASIA, EGESTA, ERACLIDE, CLEONE E FILOSSENO

Ah, di'; che fu?

 

CLEARCO

È sì atroce il mio tormento,

è sì fiero il caso mio,

che mi resta un solo accento

quel di chiedervi pietà.

 

ERACLIDE, EGESTA E CLEONE

Cela il foglio un grave arcano.

ASPASIA, EGESTA, ERACLIDE, CLEONE E FILOSSENO

Sommi dèi, qual mai sarà?

(tutti gli altri osservando Clearco)

ASPASIA, EGESTA, ERACLIDE, CLEONE E FILOSSENO

Ohimè! smarrito oppresso

errando intorno va,

e nel suo volto impresso

l'orror di morte sta.

Insieme

CLEARCO

Ohimè! smarrito oppresso

il cor mancando va,

e nel mio seno impresso

l'orror di morte sta.

 
(parte Clearco smanioso, e gli altri dietro di lui)

Clearco, Eraclide, Aspasia, Egesta, Filosseno, Cleone, soldati ->

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Spiaggia. Mare in calma, e cielo sereno.

locresi, Filosseno
 

(vedonsi approdare le cinque navi già disgiunte da quella d'Aspasia; ne sbarcano tutti a un tempo: locresi e Filosseno)

locresi, Filosseno
<- Eraclide, Aspasia, Clearco, agrigentini, soldati
Agrigentini, Filosseno, Locresi
Fortunati naviganti

Clearco! Aspasia!

locresi, Aspasia, Clearco
Eraclide, Filosseno, soldati, agrigentini ->

E Clearco non parte?

locresi, Aspasia
Clearco ->

Aspasia, locresi ->

Appartamenti reali.

Egesta, Deifile
 

Calmati principessa; il tuo destino

Egesta, Deifile
<- Eraclide, donne

Figlia, la mia promessa

Coro di donne, Egesta
Vieni, o real donzella
Deifile, donne
Eraclide, Egesta ->
 
donne, Deifile ->

Interno del tempio di Giove. Statua del nume e ara con fuoco.

Cleone, sacerdoti
 

O de' mortali insieme

Cleone, sacerdoti
<- Eraclide, Egesta, Clearco, Aspasia, Deifile, Filosseno, agrigentini, locresi

Dell'Atabirio Giove

Coro di Sacerdoti, Clearco, Coro di tutti
Là dell'eterne sfere

Non più. Clearco, Egesta

(nel giurare vedesi tremare il tempio ed ingombrarsi di caligine, con tuono sordo e sotterraneo)

Eraclide, Egesta, Filosseno, Cleone, Aspasia, Clearco, Deifile
Trema il tempio! / Il ciel s'oscura!

Pur troppo. Han queste nozze

Cleone, sacerdoti, Eraclide, Egesta, Aspasia, Deifile, Filosseno, agrigentini, locresi
Clearco ->

Numi! Ove andò?

Cleone, sacerdoti, Eraclide, Egesta, Deifile, Filosseno, agrigentini, locresi
Aspasia ->

Qual giorno è questo!

Cleone, sacerdoti, Deifile, agrigentini, locresi
Eraclide, Egesta, Filosseno ->
 
Cleone, sacerdoti, locresi
agrigentini, Deifile ->

Sventurato monarca

(odesi voce di Giove dalla statua, accompagnata da tuono cupo e sotterraneo)

Clearco / Oh nume!

(rischiarasi il giorno, e cessa il rumore)

Ma più non mugge intorno

sacerdoti, locresi
Cleone ->
 
sacerdoti, locresi ->

Giardini reali con labirinti, fontane e statue.

Clearco
 

Paghi sarete alfine

Clearco
<- Aspasia

Clearco
Aspasia ->

Ah, barbaro ch'io fui! La resi a parte

Clearco
<- Filosseno

Filosseno
Clearco ->

Attonito son io

Filosseno
<- Cleone

Filosseno, Cleone ->

Luogo incolto, e aperto, sparso di vari antichi tumuli; vista in lontano di qualche tempio rovinato.

<- Clearco

Eccovi, o sacri orrori

Clearco
<- Eraclide, Aspasia, Egesta, Filosseno, Cleone, soldati

Che fai Clearco in questi luoghi?

Clearco, Eraclide, Cleone, Aspasia, Filosseno, Egesta
Nuove ognor funeste pene
Clearco, Eraclide, Aspasia, Egesta, Filosseno, Cleone, soldati ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima
Anfiteatro ripieno di spettatori. Luogo appartato presso il tempio. Spiaggia di mare. Vestibolo del tempio di Giove. Bosco sacro contiguo al tempio. Spiaggia. Mare in calma, e cielo sereno. Appartamenti reali. Interno del tempio di Giove. Statua del nume e ara con fuoco. Giardini reali con labirinti, fontane e statue. Luogo incolto, e aperto, sparso di vari antichi tumuli; vista in lontano di qualche tempio rovinato. Appartamenti sacerdotali. Sala della reggia.
Atto primo Atto terzo

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