Atto terzo

 

Scena prima

Galleria adorna di ritratti, nel palazzo di Sigifredo.
Elena prostrata innanzi all'effigie di sua madre.

 Q 

Elena

 

 

Madre, che in ciel sei del bel numer'una,  

e in lui t'affisi che non cape in mente

di noi bassi mortali, ah! tu m'impetra

il fin di questa mia

vita non già, ma prolungata morte.

Troppo acerba è la prova, ed io mal reggo

debole, e sola... Giunge alcun... ~ Traveggo!...

 

Scena seconda

Guido, e detta.

<- Guido

 

ELENA

Tu qui, mentre s'appresta  

delle tue nozze il rito

nel vicin tempio?

GUIDO

Sì: pria che m'annodi

la catena fatal, che trascinarmi

deve alla tomba, io cedo al prepotente

desio di favellarti.

Tutto, per accusarti,

tutto s'unisce... Dal mio cor soltanto

sorge un ultimo grido

in tua difesa.

ELENA

O Guido!...

GUIDO

Colà, di Boemondo

nella temuta soglia, orride voci

tu proferisti! Ma dettate furo

dall'alma? O forse un tradimento infame...

il terror d'una pena

le strappò dal tuo labbro?

ELENA

(Il cor ferito

con dura mano egli mi tocca!...)

GUIDO

Il vero

svelar qui puoi, soli qui siam. Favella;

ma pensa che decidi

la mia sorte, e la tua!

ELENA

(M'investe un gelo!...)

GUIDO

Pensa, che aprir mi déi l'inferno, o il cielo!

 

GUIDO

Ardon già le sacre faci...  

Già di fiori è sparso il tempio...

Io sol manco...

ELENA

Taci, ah! Taci...

(gelosia tremendo scempio

fa di me!...)

GUIDO

Se più non m'ami,

sol dall'odio consigliato,

volo a stringere i legami

d'un imene sciagurato...

E ti lascio al tuo rimorso,

t'abbandono al tuo rossor.

ELENA

(Bever deggio a sorso a sorso

questo nappo di dolor!)

GUIDO

Ma se dirmi ancor tu puoi:

t'amo, e fida a te son io:

qui m'atterro a' piedi tuoi...

ELENA

(Madre, aita... O mi vedrai

vinta alfine in tanta guerra...)

GUIDO

Ti discolpa, e mia sarai...

e vivrem beati in terra,

l'un dell'altro sempre accanto...

in un'estasi d'amor!

ELENA

(Dio, lo vedi... A tale incanto

non resiste umano cor!)

GUIDO

Parla... Ah! Parla, ed or ti guido,

or mia speme, a piè dell'ara.

ELENA

(Ei trionfa!...) Sappi, Guido,

ch'io giammai...

 
(la campana del maggior tempio suona l'ultima ora del giorno: Elena è presa da tremito convulso)
 

GUIDO

Finisci, o cara...

ELENA

(con l'accento della disperazione)

Ch'io giammai per te non arsi,

che d'Ubaldo è l'alma mia,

che fra noi barriera alzarsi

deve eterna...

GUIDO

Eterna? Il sia.

Corro al tempio, ed ivi, ingrata,

nuovi giuri scioglierò...

Questa man da te spregiata

offro ad altra... E poi... morrò!

Ah! tradisti d'ogni amore

il più fervido, il più santo...

lacerasti, o cruda, un core

che vivea per te soltanto...

Ahi! Pensiero non intende

le mie smanie atroci, orrende...

il dolor che fai provarmi

perdonarti iddio sol può.

ELENA

Vanne all'ara, e benedica

i tuoi voti un dio d'amore...

Abbia pur la mia nemica

la tua destra, ed il tuo core...

Una stilla del tuo pianto

sia concessa a me soltanto...

Ah! ne aspergi i freddi marmi

ove in breve dormirò.

 
(Guido parte disperato: Elena si ritira)

Guido, Elena ->

 
 

Scena terza

Appartamenti di Ubaldo, come all'atto I.
Ubaldo.

 Q 

Ubaldo

 
(egli si avanza a passi rapidi, incerti, vacillanti: è coperto di pallore, le sue membra sono tremanti, inorriditi gli sguardi)
 

 

Oh inaudita perfidia! Oh sanguinoso  

orribil tradimento!...

Nella profonda sotterranea volta,

in cui fu tratto Sigifredo, io mossi,

onde affrettar l'istante

che i lacci suoi scioglier dovea... Ma quale,

ahi! qual s'offerse a me vista ferale!...

 

Al chiarore di lugubri tede  

vidi un palco di sangue bagnato!...

E balzar del carnefice al piede

il suo capo dal busto troncato!...

Quella cruda, terribile scena

ho presente al pensiero tuttor!

Ed un gel mi ricerca ogni vena!...

I capelli mi drizza l'orror!

(si getta a sedere. Un momento di silenzio)

Quando fia noto l'orrido inganno

qual della figlia sarà l'affanno!...

(sorgendo)

Ahimè! Che prezzo della sua mano

era la vita del genitore!

Dunque io la perdo!... Ho dunque invano

di grave colpa macchiato il core!...

Or che mi resta? ~ Che? Vendicarmi.

Olà?

 

Scena quarta

Ubaldo e la sua gente.

<- gente di Ubaldo

 

UBALDO

Miei prodi, sorgete all'armi...    

lo sdegno guelfo che in sen vi cova,

sbocchi a vendetta di molte offese... ~

Elena ancor veder mi giova...

ma s'ella nega... Ma s'ella apprese...

o Boemondo, dell'empio eccesso

ragion col ferro ti chiederò.

S

CORO

L'ardir sopito, l'odio represso

un sol tuo grido in noi destò.

UBALDO

Se deggio perdere l'amato oggetto,

la vita un peso divien per me;

siccome al reprobo, al maledetto

che la speranza del ciel perdé. ~

Ma trema infame, ho brando e core...

fiumi di sangue scorrer farò...

Giuro commettere qualunque orrore...

più scellerato di te sarò.

CORO

Giunse il momento vendicatore!...

e cielo e terra colui stancò.

 
(partono)

Ubaldo, gente di Ubaldo ->

 
 

Scena quinta

Stanza di Elena: due porte laterali, ed in fondo gran verone aperto da cui scorgesi la cupola della cattedrale: è notte; un doppiere arde su una tavola.
Elena pallida come la morte, e giacente sopra una seggiola. Gualtiero le sta mestamente dappresso.

 Q 

Elena, Gualtiero

 

ELENA

(sorge agitatissima: il suo piede è tremulo, fioca la sua voce)  

Condurre Ubaldo in libertà dovea

fra queste braccia il padre...

della promessa già trascorsa è l'ora,

ma pur... la sua dimora

gelar mi fa!

GUALTIERO

Pavento anch'io...

ELENA

Deh! Vanne

al carcere paterno,

e la cagion del fero

indugio chiedi.

GUALTIERO

Oh cielo!... E posso, e deggio,

nello stato crudele in cui ti veggio,

lasciarti?...

ELENA

Sia preghiera, o sia comando,

va' non tardar... Se resti, l'incertezza

m'ucciderà.

 
(Gualtiero parte: ella rimane come assorta in letargo. Tutto ad un tratto un'improvvisa luce si diffonde nella stanza)

Gualtiero ->

 

 

Che fia!...

mi balza il core!...

(accorre vacillando al verone)

Oh vista!...

Il nuzial corteggio!... E Guido... Ah! Guido

presso la sua!... ~ Non posso,

non posso dirlo. Ahimè!... Giungono al tempio!...

Varcan la soglia!... ~ Almen, deh! rispettate

questi d'un infelice

momenti estremi... ~ Ah! Già dagli occhi miei

spàrvero!... Morte, e così lenta sei?

 
(intanto s'ode lo squillo delle campane suonanti a festa, ed il seguente)
 

CORO

O tu che i mondi innumeri    

d'un cenno e festi e reggi,

tu che dettasti agli uomini

d'amor le sante leggi,

volgi sull'ara pronuba

un guardo di favor.

E stretti in sacro vincolo

fa' di due cori un cor.

S

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ELENA

Tace la squilla!... Cessano  

i cantici devoti!... ~

Tristo, fatal silenzio!...

Egli... or... pronunzia i voti!... ~

Fu detto il sì terribile,

fu detto, il cor l'udì!

(nel delirio della gelosia fa qualche passo verso il verone e protende le mani, come in atto di maledire, ma pentita immantinente, cade in ginocchio, ed alza al cielo i lumi irrigati di lacrime)

Per questo orrendo strazio

che mi conduce a morte...

di lui, di lui propizia,

rendi, signor la sorte...

Guido non è colpevole...

un empio lo tradì!...

Chi giunge?

(levandosi a stento)

Ubaldo... Oh palpito

mortale!...

 

Scena sesta

Ubaldo con Séguito, e detta.

<- Ubaldo, seguito di Ubaldo

 

ELENA

Il genitore  

ov'è? Rispondi...

UBALDO

Calmati...

Udrai... Ma qual pallore!...

Qual angoscioso anelito!...

Donna! Tu manchi!... Oh dio!

S'aiti...

ELENA

No... Scostatevi...

Il padre... il padre mio?...

 
(odesi il rimbombo di musica giuliva)
 

ELENA

Suonan le vie di giubilo!...

UBALDO E CORO

Ah! Mal ti regge il piede!...

ELENA

Guidan gli sposi... al… talamo!...

(con smania sempre crescente)

E il servo ancor non riede!...

Padre... deh! Padre... Affrettati...

Se indugi troverai

spenta la figlia...

 

Scena ultima

Gualtiero e detti.

<- Gualtiero

 

GUALTIERO

Oh misera!  

Più genitor non hai...

Mira di lui che avanza...

(le porge la sciarpa di Sigifredo insanguinata)

la scure lo colpì.

ELENA

La... scure!... ed... io!...

CORO

Costanza...

UBALDO

Elena!...

 
(ella si accosta la sciarpa alle labbra, ma presa da sincope mortale piomba al suolo)
 

GUALTIERO E CORO

Oh ciel!...

UBALDO

Morì!...

(cacciandosi disperatamente le mani fra i capelli)

 
(Gualtiero, soccorso dalla gente di Ubaldo, rialza Elena, e l'adagia su una seggiola, ~ breve silenzio. ~ Elena riapre languidamente gli occhi, che restano affissi al cielo, qual di persona rapita da visione celeste)
 

ELENA

No, non è spento il padre,    

egli lassù m'attende...

ecco la man mi stende... ~

io corro... io volo a te...

nell'estasi beata...

del tuo paterno amplesso,

il cielo, il cielo istesso...

più bello... fia... per me!

(spira)

S

 

UBALDO

(in ginocchio presso l'estinta)

Tutta la vita... in lagrime...

sul cener tuo... vivrò...

GUALTIERO E CORO

Dal ciel mancava un angelo...

iddio lo richiamò.

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Galleria adorna di ritratti, nel palazzo di Sigifredo.

Elena
 

Madre, che in ciel sei del bel numer'una

Elena
<- Guido

Tu qui, mentre s'appresta

(una campana suona l'ultima ora del giorno)

Guido, Elena ->

Appartamenti di Ubaldo, come all'atto I.

Ubaldo
 

Oh inaudita perfidia!... Oh sanguinoso

Ubaldo
<- gente di Ubaldo
Ubaldo, gente di Ubaldo ->

Stanza di Elena: due porte laterali, ed in fondo gran verone aperto da cui scorgesi la cupola della cattedrale: è notte; un doppiere arde su una tavola.

Elena, Gualtiero
 

Condurre Ubaldo in libertà dovea

Elena
Gualtiero ->

(s'ode lo squillo delle campane suonanti a festa)

Elena
<- Ubaldo, seguito di Ubaldo
Elena, Ubaldo, Coro
Il genitore ov'è?

(odesi il rimbombo di musica giuliva)

 
Elena, Ubaldo, seguito di Ubaldo
<- Gualtiero
Elena, Ubaldo, Gualtiero e Coro
No, non è spento il padre

(Elena muore)

 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena ultima
Gabinetto negli appartamenti di Ubaldo. Sala del palazzo di Sigifredo; porte laterali e verone in prospetto che risponde sul giardino. Sala nel palazzo municipale. Appartamenti di Boemondo. Magnifica sala, pomposamente apparecchiata. Galleria adorna di ritratti, nel palazzo di Sigifredo. Appartamenti di Ubaldo, come all'atto I. Stanza di Elena: due porte laterali, ed in fondo gran verone aperto da cui scorgesi la...
Atto primo Atto secondo

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