Atto secondo

 

Scena prima

Sala nel Palazzo municipale.
Boemondo ed Ubaldo, seduti.

 Q 

Boemondo, Ubaldo

 

UBALDO

Dunque?...  

BOEMONDO

Tutto è già fermo.

Il silenzio profondo della notte

di Sigifredo avvolse

la prigionia: qual d'un estinto in petto,

nel cor de' miei tace l'arcano...

UBALDO

E tace

nel cor de' miei pur anco.

BOEMONDO

Entro la rete

Guido cadrà... ~ Giunge colei.

 
(sorgono)
 

Scena seconda

Elena, e detti.

<- Elena

 

ELENA

Me vedi,  

nella polve... A' tuoi piedi... ~

svena, svena la figlia, o Boemondo,

e viva il padre.

BOEMONDO

Al mio voler t'arrendi,

ed ei vivrà.

ELENA

Fia vero!... Imponi.

BOEMONDO

Ubaldo,

l'irrevocabil mio comando a lei

parla.

 
(egli si muove per uscire. Elena fa qualche passo alla sua volta, in atto supplichevole e come per parlargli)
 

BOEMONDO

Obbedir t'è forza...

Ciecamente obbedir.

(parte)

Boemondo ->

 

ELENA

Pronunzia dunque

la mia sentenza.

UBALDO

M'odi.

Onde salvar del padre tuo la vita,

è mestier che ad Imberga

offra Guido la man.

ELENA

Prosegui.

UBALDO

Ed egli

mai no 'l farà, se pria

fra voi non sorge una barriera eterna.

ELENA

Quindi?

UBALDO

Seguir tu déi

altr'uomo all'ara...

ELENA

Altr'uomo! E quel tu sei?

UBALDO

È ver, son io, che avvampo, ardo, mi struggo

d'amor per te...

ELENA

D'amor!... Quel reo tuo core

non conosce, non sa che cosa è amore.

 

UBALDO

Il mio sangue, i giorni miei  

per l'amico io speso avrei...

ma saperlo a te consorte!

Ma vederlo a te dappresso!...

Quest'idea peggior di morte

mi sospinse a nero eccesso!

La mia fede ho violata,

l'amistade ho calpestata...

Ah! Misura, o sconoscente,

l'amor mio, dal mio fallir!

ELENA

Sorridendo il ciel m'offria

quanti beni un cor desia!...

Tutto perdo... Me infelice!

Tutto sparve ad un istante!...

Dunque infida e traditrice

me saper dovrà l'amante?...

Io sarò da lui spregiata,

maledetta, abominata!...

No, tant'oltre non consente

ad un'alma Iddio soffrir.

UBALDO

Dunque non vuoi?

ELENA

Discendere

vo' pria nel freddo avello.

UBALDO

Altri però precederti

deve, ostinata, in quello.

Già nel segreto carcere

s'inalza un palco... Trema!

Quando dal maggior tempio

udrai squillar l'estrema

ora del giorno, i complici

morran di Sigifredo!

O cedi, o sul patibolo

anch'ei...

ELENA

(inorridita)

Non dirlo... ~ Io cedo. ~

Sarò tua sposa.

UBALDO

(Oh giubilo!...)

Fra poco, ed al cospetto

di Boemondo, apprestati

a confermare il detto

con giuramento.

ELENA

Basti...

Promisi... Giurerò.

UBALDO

Il genitor salvasti...

ELENA

Guido!... Perduto io l'ho!...

UBALDO

Arderà più vivo ognora

del mio cor l'immenso affetto...

Come un idolo si adora,

adorarti ognor prometto.

Anche un barbaro destino

lieto fia con te diviso...

Mi parrà di gioia un riso

fin la morte in braccio a te.

ELENA

O perduta mia speranza,

fu dover l'abbandonarti,

non tacciarmi d'incostanza...

era figlia pria d'amarti. ~

È compito il mio destino...

già la morte in sen mi piomba...

(volgendosi ad Ubaldo, con disperazione)

non il talamo, la tomba

apprestar tu devi a me.

 
(partono)

Elena, Ubaldo ->

 
 

Scena terza

Appartamenti di Boemondo.
S'apre nel fondo un uscio segreto, dal quale s'inoltra Guido, preceduto da molti Uomini d'armi, che si allontanano per altra via.

 Q 

(nessuno)

<- uomini d'arme, Guido

uomini d'arme ->

 

GUIDO

Che fia! Nella cittade  

ritorno appena, e come atteso al varco,

questi di Boemondo

guerrieri, o sgherri, a lui che favellarmi

chiede bramoso, per quell'uscio arcano,

m'han tratto! Il cor m'intesi

palpitar qui giungendo...

qual uom che pose entro temuto, orrendo

carcere il piè! ~ Terribile sospetto!

Penetrato egli avrebbe?... ~ Un crudo inganno

forse mi conduceva in queste porte!...

Forse m'attende qui vendetta e morte! ~

 

Entro al mio sangue immergere  

non ardirà la mano.

Pur che non può quell'empio,

quel mostro disumano,

di tradimento fabbro,

capace d'ogni orror?

Ma sia che vuol: del barbaro

l'ira tremenda io sfido. ~

Sospiro di quest'anima,

spento cadrò, ma fido,

col nome tuo sul labbro,

col nome tuo nel cor!

Vien Boemondo!

 

Scena quarta

Boemondo, e detto.

<- Boemondo

 

BOEMONDO

Incauto!  

M'è noto il tuo disegno:

pur desta in me l'ingiuria

più sprezzo assai, che sdegno;

né movo a te rimproverò

d'un fallo già punito.

GUIDO

Che!...

BOEMONDO

Sconsigliato giovine!...

GUIDO

Ebben?

BOEMONDO

Tu sei tradito.

GUIDO

Da te.

BOEMONDO

No: dalla perfida

che mancator ti rese.

GUIDO

Cessa...

BOEMONDO

Quel cor volubile...

GUIDO

Taci...

BOEMONDO

D'altr'uom s'accese.

GUIDO

Calunnia vil!... Possibile

non è cotanto eccesso.

BOEMONDO
(con fermezza)

E testimone, e giudice

sarai del ver tu stesso.

GUIDO

Io!... Quando?

BOEMONDO

In breve.

GUIDO

(Oh smania!...)

Odimi ancor...

 
(Boemondo gli accenna di tacere ed attendere: quindi rientra)

Boemondo ->

 

 

Partì!...

Dubbio crudele, orribile!...

Menti!... ~ Ma pur?... ~ Menti!...

No, tu non sei colpevole

alma dell'alma mia...

Ah! Se tradisce un angelo

ove trovar più fé!

O ciel, se deggio apprendere

infedeltà sì ria,

ciel, ti domando un fulmine...

meglio è morir per me.

(parte)

Guido ->

 
 

Scena quinta

Magnifica sala, pomposamente apparecchiata, per festeggiarvi la conquista di Belluno.
Dame e Cavalieri della corte di Boemondo: Ubaldo è fra loro.

 Q 

dame e cavalieri, Ubaldo

 

TUTTI

Già Belluno al vento spiega  

la bandiera d'Eccelino!

Pugni invan lombarda Lega

contro il ferro ghibellino.

Guelfi, l'itala contrada

sgombra alfin di voi sarà:

all'impero della spada

ogni forza cederà.

 

Scena sesta

Boemondo conduce Imberga, Guido li segue: i suddetti. Al giungere di Boemondo tutti s'inchinano.

<- Boemondo, Imberga, Guido

 

BOEMONDO

(a parte)  

Di tanta gioia, cavalieri,

vien la figlia con me.

 
(le dame accerchiano Imberga: i cavalieri fan corona a Boemondo)
 

 

Per voi di Feltre

sappian le genti, che l'età malvagia

lo astringe al sangue, ma non è clemenza

virtù straniera a Boemondo, e ch'egli

delle paterne colpe

l'onta e la pena ricader non lascia

sull'innocente figlio.

L'esempio giovi a contestare il detto:

mirate or voi qual donna entro il mio tetto

accolsi.

 

Scena settima

S'apre una porta, donde comparisce Elena: i suddetti.

<- Elena

 

GUIDO

(Elena!...)  

ELENA

(Guido!...)

DAME

Costei!...

CAVALIERI

Fia ver!... Del tuo mortal nemico

la figlia!...

BOEMONDO

Sì, di lui

che rovesciar del mio signore in Feltre

tentava il seggio: egli campò fuggendo...

Del ribelle si taccia.

ELENA

(Oh doppio core!)

BOEMONDO

Priva del genitore,

a lei manca un sostegno;

lo avrà. Possente cavalier ne vive

amante riamato... ~ Or tu lo noma,

e sciogli il giuramento,

che il rito nuzial precede ognora.

ELENA

(Ahi! Dura terra, e non ti schiudi ancora?

Non trovo il detto!... Fatal momento!...)

GUIDO

(Ho l'alma incerta!)

UBALDO

(Il cor mi trema!...)

 

IMBERGA E BOEMONDO

(Io già ti provo, io già ti sento  

della vendetta gioia suprema!)

ELENA

(Parlami al core voce paterna,

che sei pe' figli voce di dio...

dammi costanza bontade eterna,

poni l'accento sul labbro mio...

Ogni altro affetto mi taccia in cor...

Muoia la figlia pe 'l genitor.)

GUIDO E UBALDO

(Un punto solo, un solo accento

può trista, o lieta farmi la sorte!...

Palpito, gemo, spero, e pavento,

qual non sospeso fra vita e morte! ~

Di tema agghiaccio, ardo d'amor...

a tanto assalto non regge un cor.)

IMBERGA E BOEMONDO

(piano ad Elena, rimasta sempre accanto ad essi)

(Figlia crudele, se indugi ancor,

la tomba schiudi al genitor!)

DAME E CAVALIERI

(sommessamente fra loro)

(Guido è turbato! ~ Ubaldo ancor! ~

Colei si tinse d'atro pallor!)

BOEMONDO

Svela pur gli affetti tuoi:

troppo, o donna, omai tacesti.

(con mistero)

Qui d'alcun temer non puoi:

io qui sono, io: m'intendesti?

ELENA

(è ancora esitante; ma ella vede balenare nel guardo di Boemondo una tremenda minaccia, quindi raccogliendo tutta la sua costanza, dice le seguenti parole, come persona già presso a morire)

Amo... Ubaldo... e giuro a lui...

fé... di sposa...

GUIDO

(qual uomo che smarrisce la ragione)

Ho il vero udito!...

Tu giurasti?… Ed è costui?... ~

Sì vilmente io son tradito!...

Empia... Infida... ~ Oh! Quale accento

rampognarti appien potria?

ELENA

(Ah! Terribile cimento!...)

GUIDO

Va'... Non merti l'ira mia...

Ti dispregio.

(ad Imberga)

- Un forsennato

chieder osa il tuo perdono...

Ah! Dimentica il passato

e tuo sposo, Imberga, io sono... ~

tu però scontar dovrai

col tuo sangue, o traditor...

(si avventa contro Ubaldo, con la spada sguainata)

UBALDO

Sciagurato!...

ELENA

Ciel!...

IMBERGA, BOEMONDO E CORO

Che fai!...

(lo disarmano)

 

GUIDO

Ah!... Son ebbro di furor...

Un demone presieda,

spergiuri, al vostro imene...

A voi non si conceda

un'ombra mai di bene...

Del talamo esecrato

vegli il rimorso al lato...

Vi renda il giusto cielo

miseri più di me.

ELENA

(Non v'ha supplizio eguale!...

Non v'ha più rio martoro!...

Ogni suo detto è strale!

Ad ogni istante io moro!)

(osservando la gioia che traluce negli occhi di Boemondo)

(È gioia intanto all'empio

di questo cor lo scempio!...

la tua giustizia, o cielo,

non porge aita a me?)

UBALDO
(a Guido)

D'Elena in sen m'ardea

il più cocente amore...

squarciarmelo potea,

ma non cangiarmi il core. ~

Invan tua rabbia cieca

al mio legame impreca...

Sarà la terra un cielo,

d'accanto a lei, per me!

IMBERGA E BOEMONDO

(Perfida, è questo un saggio

del tuo castigo appena:

tremendo fu l'oltraggio,

sarà maggior la pena.

Strazio crudel t'aspetta,

e tanta e tal vendetta,

che della morte il gelo

men crudo fia per te!)

CORO

L'ira che t'arde in petto

spegni, o nascondi, insano.

A più sublime oggetto

porger tu déi la mano...

Non mai sì basso amore

dovea macchiarti il core...

Lo covra eterno velo;

se puoi, lo nega a te.

 
Guido si allontana nel massimo furore; tutti lo seguono, tranne Ubaldo, ed Elena che disperatamente si abbandona su una seggiola.

Guido, dame e cavalieri, Boemondo, Imberga ->

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Sala nel palazzo municipale.

Boemondo, Ubaldo
 

Dunque? / Tutto è già fermo

Boemondo, Ubaldo
<- Elena

Me vedi nella polve

Ubaldo, Elena
Boemondo ->

Elena, Ubaldo ->

Appartamenti di Boemondo.

 
<- uomini d'arme, Guido
Guido
uomini d'arme ->

Che fia! Nella cittade

Guido
<- Boemondo
Boemondo e Guido
Incauto!
Guido
Boemondo ->
 
Guido ->

Magnifica sala, pomposamente apparecchiata.

dame e cavalieri, Ubaldo
 
dame e cavalieri, Ubaldo
<- Boemondo, Imberga, Guido

Di tanta gioia, cavalieri

dame e cavalieri, Ubaldo, Boemondo, Imberga, Guido
<- Elena

Elena! / Guido!

Ubaldo, Elena
Guido, dame e cavalieri, Boemondo, Imberga ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima
Gabinetto negli appartamenti di Ubaldo. Sala del palazzo di Sigifredo; porte laterali e verone in prospetto che risponde sul giardino. Sala nel palazzo municipale. Appartamenti di Boemondo. Magnifica sala, pomposamente apparecchiata. Galleria adorna di ritratti, nel palazzo di Sigifredo. Appartamenti di Ubaldo, come all'atto I. Stanza di Elena: due porte laterali, ed in fondo gran verone aperto da cui scorgesi la...
Atto primo Atto terzo

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